Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 720 del 2 luglio 2019 - Resoconto

OGGETTO N. 720/XV - Discussione in merito all'approvazione del bilancio e del rinnovo del mandato al Consiglio di Amministrazione di CVA. (Reiezione di una risoluzione. Approvazione di altra risoluzione)

Rini (Presidente) - Alla presenza di 33 colleghi, possiamo iniziare i lavori di questa seduta. Chiedo anche se è possibile alzare un pochino l'audio, perché credo che non si senta in Aula. Colleghi, iniziamo quindi, come convenuto anche in seno alla Conferenza dei Capigruppo... Chiedo se è possibile alzare... Si sente? Non si sente. Non si alza più di così.

Iniziamo quindi i lavori con la sessione straordinaria partendo dal punto n. 0.01 dell'ordine del giorno. Per l'analisi della risoluzione passo subito la parola al collega Mossa per l'illustrazione. È stato depositato un emendamento che modifica l'impegno e che verrà illustrato in sede di illustrazione. Prego, collega Mossa.

Mossa (M5S) - Non essendo più possibile... Aspettiamo un attimo...

Presidente - Chiedo scusa per chi sta seguendo, ma purtroppo l'audio in sala non funziona. Proviamo a riavviare il sistema. Chiedo scusa, collega Mossa, vediamo se riusciamo a risolverlo, sennò facciamo fatica a sentirla. Proviamo a riavviare il sistema. Intanto facciamo distribuire l'emendamento che è pervenuto anche da parte della maggioranza. Si sente meglio? No. Bene. Intanto facciamo distribuire i due emendamenti. Collega Mossa, ha voglia di provare il microfono? Non sente? È uguale a prima? Qua sembrava di più... Una riunione dei gruppi, non una Conferenza dei Capigruppo? Vuole una riunione dei Capigruppo per gli emendamenti? Secondo me si sente questo.

Sospendiamo i lavori per un attimo, così vediamo se riusciamo anche a procedere. A me sembra che questo adesso funzioni di più. No? Allora il Consiglio è sospeso per una breve riunione fra i firmatari delle due proposte. Prego.

La seduta è sospesa dalle ore 15:18 alle ore 15:39.

Rini (Presidente) - Possiamo riprendere i lavori. Funziona anche l'audio in Aula. Lascio quindi la parola al collega Mossa per l'illustrazione della risoluzione e dell'emendamento che ha presentato. Prego.

Mossa (M5S) - Presidente, vado avanti anche se mancano alcuni colleghi di maggioranza? Va bene.

Nell'ultima Assemblea avevamo presentato una risoluzione che poi è diventata una richiesta di Assemblea straordinaria e, visto che il primo punto della risoluzione non è più possibile discuterlo in quanto il bilancio di CVA è stato comunque approvato - di questo poi ne riparleremo durante la discussione politica -, i gruppi Movimento Cinque Stelle, LEGA e MOUV' si sono confrontati ed è scaturita una risoluzione, condivisa da tutti, che mi limiterò ad illustrare nel suo nuovo testo:

"Risoluzione

Tenuto conto che la Compagnia Valdostana delle Acque è stata sottoposta ai dettami della legge regionale n. 20 del 2016 fino a una settimana dal termine dell'esercizio 2018;

Considerato i persistenti comportamenti del management nei confronti del procedimento di quotazione in Borsa, tuttora sospeso, che hanno reiteratamente e pubblicamente sostenuto una delle posizioni ancora in fase di valutazione da parte del Consiglio regionale, unica autorità deputata a tale scelta, utilizzando per tali scopi sia mezzi di stampa, sia, durante le audizioni nelle Commissioni competenti, affermazioni fuorvianti, contraddittorie e/o non esaustivamente veritiere. A mero titolo esemplificativo:

- sottostando alla legge cosiddetta Madia non è possibile sviluppare attività per la mobilità sostenibile (colonnine di ricarica) e non si possono effettuare acquisizioni di nuovi impianti produttivi;

- se quotata in Borsa, l'azienda potrà seguire un percorso di crescita sul mercato italiano fino a diventare leader nel comparto dell'energie rinnovabili;

- l'azienda ha registrato nel 2018 una crescita considerevole degli utili (anche se ancora ben lontana dai risultati ottenuti prima che si cominciasse a perseguire la strada verso la quotazione in Borsa).

Tali comportamenti potrebbero aver generato costi che, pur correttamente contabilizzati, rappresentano attività non pertinenti le finalità sociali.

Valutati quindi tali comportamenti:

- deontologicamente poco corretti da parte del management;

- probabilmente inaccettabili da parte della proprietà in fase di approvazione del bilancio di esercizio;

- non consoni alla raccolta delle informazioni adeguate quantitativamente e qualitativamente per definire uno scenario decisionale corretto;

- indirizzati a influenzare i processi decisionali da parte della proprietà.

Il Consiglio regionale

Impegna

- la Commissione consiliare competente

a condurre una valutazione delle attività della società CVA negli ultimi esercizi in merito alla coerenza con le finalità sociali e la mission aziendale con cui CVA è stata costituita, da trasmettere al Consiglio entro 60 giorni, al netto della pausa estiva, dall'approvazione della presente per le opportune determinazioni;

- il Governo regionale a non rinnovare l'affidamento degli incarichi apicali del CdA di CVA agli attuali amministratori, affidando alla Commissione consiliare competente un primo vaglio dei CV ricevuti dai candidati, al fine di identificare quei soggetti il cui profilo di competenze al meglio risponde alle esigenze di conduzione dell'azienda anche in base alla sua mission istitutiva.

- fino al mantenimento dell'intero capitale sociale nelle mani pubbliche, a sospendere gli effetti dell'esclusione di CVA dalla legge regionale n. 20 del 2016, articolo 1, comma 1 bis".

Presidente - Possiamo aprire la discussione generale. Ricordo che i tempi, così come stabilito dalla Conferenza dei Capigruppo, sono quelli della discussione di una risoluzione. Prego, la parola alla collega Morelli.

Morelli (AV) - Era semplicemente per illustrare il contenuto dell'altro emendamento, emendamento con il quale noi abbiamo cercato di sottolineare aspetti sui quali riteniamo il Consiglio intero possa essere d'accordo. Facendo quindi una premessa dove andiamo a ricordare il valore di CVA in quanto bene della collettività e in quanto strumento fondamentale per l'autonomia energetica della nostra Regione, noi riteniamo che il Consiglio regionale - principale organo di autogoverno della comunità - debba occuparsi attivamente delineandone le scelte strategiche, essendone correttamente informato per quanto riguarda le modalità di funzionamento e le eventuali criticità che possono ostacolarne il buon funzionamento.

Per quanto riguarda l'impegno, andiamo invece a ricordare due concetti sui quali il Consiglio regionale si era già trovato d'accordo, sia attraverso la discussione fatta in Commissione, ma anche poi all'interno dell'Aula. Sono due concetti che ricalcano, il primo, la necessità di perseguire con molta convinzione e celermente una norma di attuazione che consenta alla Regione di avere più ampie prerogative in materia di utilizzo di acque pubbliche a scopo idroelettrico e preveda procedure particolari nella riassegnazione delle autorizzazioni delle grandi derivazioni per una società che sia interamente pubblica e, un secondo, - peraltro contenuto in modo simile anche nell'emendamento appena illustrato dal collega Mossa - che riguarda l'impegno alla Commissione consiliare a compiere un approfondimento sul funzionamento di CVA, sulla funzionalità della sua organizzazione e sulle criticità da affrontare. Ritenevamo che con questo emendamento fosse possibile trovare una condivisione.

Riguardo al testo invece proposto e illustrato dal collega Mossa, alcune perplessità sicuramente vi sono riguardo al fatto di non rinnovare l'affidamento degli incarichi apicali - cosa che peraltro non compete al Consiglio ma a Finaosta attraverso un bando e, in merito anche all'esclusione di CVA dalla legge n. 20 - cosa che è stata votata da questo Consiglio regionale con lo scorso bilancio attraverso una legge -, non è quindi neanche ipotizzabile che la Giunta regionale possa in qualche modo riportare CVA sotto il cappello della legge n. 20.

Presidente - È aperta la discussione generale. Chi intende prendere la parola? Chiedo ai colleghi di prenotarsi, in modo da poter meglio organizzare il dibattito. La parola al collega Vesan.

Vesan (M5S) - Ringrazio la collega Morelli per aver presentato l'emendamento predisposto dalla maggioranza. Adesso lei presenta questa cosa come una nostra indisponibilità al dialogo, ma quello che lei ha proposto, sia prima in riunione che ora in Aula, è di fatto un emendamento sostitutivo, non è un emendamento integrativo. La possibilità di integrare i due testi, arrivando ad una soluzione condivisa da tutta l'Aula, è quello che abbiamo provato a prospettare noi, anche disponibili a ridiscutere parte del nostro testo, ma invece abbiamo potuto verificare che non c'è questa disponibilità.

Per noi è condivisibile sicuramente la prima parte dell'impegnativa e anche tutto il testo riportato all'interno delle premesse, però sostanzialmente il secondo punto dell'impegno contiene una frase in politichese che vuol dire poco e niente, che rimanda alla Commissione degli impegni sostanzialmente molto vaghi e che quindi possono essere - come quasi sempre succede quando si decide di demandare qualcosa da quest'Aula alla Commissione in modo vago - disattesi a piacimento. L'impegno inserito invece nel testo firmato dal Movimento 5 Stelle e dalle altre forze politiche all'opposizione prevede espressamente delle specifiche competenze che il Consiglio dà alla Commissione, in modo da esercitare un suo controllo su quella che è sostanzialmente una proprietà di tutti i valdostani. La giustificazione del fatto che ai sensi di legge le nomine sono fatte da Finaosta è tutta vera, perché noi abbiamo una legge che dice che il Consiglio regionale controlla fra le altre cose CVA, almeno prima che fosse stralciata la legge n. 20, per il tramite di Finaosta. Però, se il tramite di Finaosta è: "Faccia Finaosta quello che vuole, noi non possiamo metterci becco", allora forse abbiamo un po' sbagliato nel nostro affidamento alla partecipata finanziaria della gestione società, perché a questo punto vuol dire praticamente che quest'Aula, sul destino della più importante società valdostana, non può più dire veramente niente, nemmeno dare un primo vaglia dei curricula presentati dai candidati. Tutto rimane esclusivamente in mano alle competenze di Finaosta, e abbiamo già potuto vedere tristemente in Commissione CVA con quanta attenzione svolge il suo compito.

Veniamo poi allo stralcio di Finaosta rispetto alla legge n. 20. La collega Morelli ha appena ricordato che questa maggioranza, solo nel mese di dicembre, con l'approvazione del bilancio, ha deciso: questo stralcio è stato praticamente uno dei primi atti di questa maggioranza. Con l'approvazione del bilancio è stata stralciata dal controllo di quest'Aula la gestione di CVA. Però, collega Morelli, questo è stato un atto di una maggioranza che non è più quella - infatti adesso probabilmente il vostro emendamento sarà votato da altri che, invece, su quel bilancio hanno votato contro - e non solo, perché stiamo parlando di uno stralcio rispetto ad una legge che peraltro non è stata votata probabilmente da nessuno dei firmatari della nostra risoluzione, ma di una legge proposta proprio dal suo movimento. Fatichiamo quindi a riconoscere tutto il suo fastidio in merito al controllo da parte del Consiglio regionale nei confronti delle partecipate e che vi impedisce di venire incontro alle nostre richieste. La nostra disponibilità a trovare una soluzione condivisa c'è sempre, ma una soluzione "condivisa". Se la soluzione condivisa è: "Ve lo scriviamo noi il testo dell'emendamento sostitutivo, ecco qua quello che veramente volevate dire all'inizio", allora questa non è la maggioranza del dialogo; lo avevamo già detto prima, e ce ne accorgiamo anche dopo l'ultimo riassestamento.

Presidente - Altri? La parola al collega Nogara.

Nogara (AV) - Le valutazioni fatte in questi mesi sulla gestione aziendale di CVA non sono nostre posizioni personali, è quanto ci è stato trasmesso da esperti del settore, da professori universitari, da avvocati che operano nell'idroelettrico, da ingegneri e maestranze di CVA. Detto questo, vorrei passare, anche se è stato poi fortunatamente stralciato, perché fortunatamente il bilancio CVA è stato approvato da Finaosta... però si sono dette tante cose importanti su questo bilancio. Allora vorrei dire due parole.

Per prima cosa vorrei trattare la richiesta del Movimento 5 Stelle di non approvare il bilancio. Ci poniamo diverse domande, ma vorremmo soprattutto sapere chi e quando qualcuno di voi o dei vostri superesperti ha preso visione del bilancio 2018, visto che lo stesso è stato inviato via PEC a Finaosta il giorno 13 giugno, lo stesso giorno in cui voi avete presentato la risoluzione che poi ha portato a questo Consiglio straordinario. Vorrei far notare che il bilancio di una società non è pubblico fino a quando non è approvato.

In seconda battuta vorrei fare presente che il bilancio è redatto dall'azienda, approvato dal Consiglio di Amministrazione della stessa, sottoposto al controllo del Collegio sindacale e alla società di revisione esterna e indipendente (in questo caso si tratta della Ernst & Young, che figura fra le prime quattro al mondo), che analogamente al Collegio sindacale eseguono in azienda verifiche e controlli periodici in maniera assidua durante tutto l'anno. Le stesse non hanno sollevato alcun tipo di problemi e hanno prodotto le relazioni di rispetto della normativa vigente e di certificazione del bilancio. Quindi, secondo voi, sia l'azienda che il Collegio sindacale che la società di revisione sono in malafede. Allora vi chiedo - se avete informazioni che nessuno ha - di rivolgervi nelle sedi opportune, perché altrimenti non si capirebbe il vostro comportamento che volge sistematicamente ad indebolire e a screditare questa società. A maggior ragione, se non si fosse provveduto ad approvare il bilancio, le ripercussioni per la società sarebbero state gravissime, ad esempio le possibili riduzioni del rating che vede oggi CVA con due livelli superiori a quelli dell'Italia, e di conseguenti possibili maggiori oneri di interesse verso il sistema creditizio fino ad una potenziale richiesta di rientro degli affidamenti. Oltretutto un indebolimento dell'azienda avrebbe potuto aprire pericolosi spazi per i competitor. Le prime avvisaglie le abbiamo avute con la robusta discesa in campo di un'azienda del settore della nostra regione, interessata addirittura al 50 percento di CVA e penso che, viste le premesse, non sarà l'ultima.

Avete parlato di sanzioni per il mancato pagamento di tasse. Se vi riferite all'ormai noto contenzioso sulle accise che recentemente ha visto coinvolta anche l'Agenzia delle Entrate, voglio ricordare che le informative relative a tali eventi sono state tutte riportate nei bilanci dell'azienda che ha, a tale scopo, provveduto ad eseguire l'opportuno stanziamento di fondi di riserva, se non il pagamento delle stesse. Direi che sarebbe stato gravissimo se questo contenzioso non fosse stato inserito nel bilancio. Proprio perché è un contenzioso - fra le altre cose è del precedente management - si può avere sia un risultato positivo che negativo, proprio per questo. Fa specie poi apprendere che il Movimento 5 Stelle, che ha sempre predicato che la politica deve stare lontana dalle partecipate regionali, entri così pesantemente con accuse che costituiscono in realtà prese di posizione intimidatorie tese a sconsigliare agli amministratori del socio diretto Finaosta, presenti e futuri, di adempiere pienamente ai doveri del proprio ufficio.

Ora passiamo alla legge n. 20. Tutti gli esperti sentiti all'interno della Commissione speciale CVA, a cominciare dall'avvocato Florenzano, audito in IV Commissione e consulente della società Alperia, proprio l'avvocato Florenzano, il 5 dicembre - a novembre mi pare fosse ancora Presidente il collega Luboz - o il 7 dicembre, è stato il primo a sostenere con forza che bisognava escludere CVA dalla legge n. 20, come a suo tempo era stato fatto per l'Aosta Factor dalle limitazioni previste dalla legge stessa. In particolare, i consulenti avevano evidenziato che tale norma era totalmente incompatibile con una società operante sul libero mercato ed esposta alla concorrenza (questo lo hanno sostenuto tutti). Penso che sugli esperti sia giusto... si parla sempre tanto qua che bisogna seguire i curriculum, gli esperti... Ora, quando un esperto, un qualcuno che lavora nel settore, dice qualcosa di diverso da come si pensa qui, allora è un cretino, non sa quel che dice.

Per quanto concerne il management, sarà cura di Finaosta, in base all'elenco di chi ha posto la propria candidatura per i posti apicali dell'azienda, di nominare in base ai curriculum, all'esperienza maturata in aziende del settore, i professionisti idonei a tali incarichi.

Per quanto concerne le cosiddette "invasioni di campo" che il management avrebbe commesso, come avete sostenuto nella vostra conferenza stampa, non sono altro che alcune sporadiche dichiarazioni pubbliche, tre o quattro in due anni - me le sono andate a cercare -, fra cui quelle rilasciate nella Commissione speciale il cui management, convocato in Commissione - questa convocazione è stata decisa all'unanimità da tutta la Commissione speciale -, ha adempiuto al suo dovere di assumere posizioni in merito a ciò che loro ritenevano essere in base all'incarico fiduciario e situazioni normative di mercato attualmente vigente. Appare pertanto curioso che si ritenga che chiunque sia titolato a parlare del futuro di CVA, sia nel pubblico che nel privato, chiunque può parlarne... Ne abbiamo sentite di tutti i colori in tutte le conferenze stampa che sono state fatte, tranne chi è stato chiamato ad amministrarla. Loro non possono parlare. Segnalo inoltre che il gruppo CVA ha ottenuto la medaglia d'oro nell'ambito dell'attività di natura etica e sostenibile d'impresa, nonché il punteggio massimo nel rating di legalità conferito all'autorità garante della concorrenza e del mercato.

Altro fatto curioso - questo mi aveva stupito molto - è che l'esperto scelto dal Movimento 5 Stelle, quello che ci avete indicato di contattare per la Commissione speciale, il professore della Bocconi, audito in Commissione speciale, esordì con questa dichiarazione: "Vedo un ruolo ancora importante del soggetto pubblico nel guidare questo tipo di realtà, senza per questo precludere la possibilità di andare a quotare una parte di capitale quando le condizioni lo consentono". Praticamente tutti, in sede di Commissione speciale, si sono espressi in questa maniera. Tutti ci hanno detto che il fatto di aver tolto o di togliere, come diceva l'avvocato Florenzano prima... era una necessità per la CVA la legge n. 20 e, come vi ho detto, noi non ci sentiamo degli esperti, dei professori o coloro che sanno che i bilanci si sono abbassati per motivi attinenti alla volontà di quotare in Borsa CVA. Abbiamo ascoltato tutti gli esperti che abbiamo audito: abbiamo ascoltato le maestranze di CVA, gli ingegneri di CVA, il management e i professori. In base a quello che abbiamo sentito, abbiamo riportato in quest'Aula le loro esperienze e soprattutto i loro consigli.

Direi che in questi ultimi giorni c'è la dimostrazione di quanto sia sana per ora la CVA - e rimarrà sempre sana, ma non con grandi difficoltà, arriveranno a breve -, è sempre stata gestita bene in questi ultimi anni, e anche prima. Magari si sono fatti degli sbagli, però soprattutto in questi ultimi anni è stata gestita nel modo ottimale. Per questa gestione mi sento di ringraziare non solo il management, ma anche tutti i lavoratori di CVA, perché è proprio grazie a loro che questi risultati sono stati ottenuti. Non sono io che lo dico, non siamo noi che lo diciamo, sono dati che vengono riportati su un bilancio e il bilancio è lì proprio per dimostrare questo.

Presidente - Altri che intendono prendere la parola? Non ci sono altre richieste, colleghi? Possiamo chiudere la discussione? La parola al collega Mossa.

Mossa (M5S) - Partiamo innanzitutto con il fatto che se magari i Capigruppo aggiornassero i propri membri del gruppo saremmo tutti informati...

Dicevo che la maggioranza dei Consiglieri regionali, durante la scorsa adunanza, ha chiesto un'Assemblea straordinaria per discutere i punti di una risoluzione che impegnava espressamente il Presidente della Regione ad affidare un'attività di controllo sostanziale delle poste di bilancio di CVA ad esperti esterni e per questo scopo occorreva rinviare l'approvazione del bilancio. Apprendiamo, come al solito dagli organi di stampa, che comunque il bilancio di CVA è stato approvato il 28 giugno in barba alla richiesta esplicita da parte della maggioranza dei Consiglieri regionali, che rappresentano perciò la volontà dei cittadini valdostani, ossia i veri proprietari di CVA, e questo a nostro avviso è un atto molto grave, anche perché un ritardo di qualche giorno dell'approvazione del bilancio avrebbe comportato al massimo una sanzione amministrativa irrilevante per una società il cui capitale sociale è pari a 395 milioni di euro. Se poi il rinvio di bilancio è chiesto direttamente dalla proprietà, non sono previste azioni di responsabilità nei confronti dell'Amministrazione. Pertanto ci piacerebbe molto leggere il parere legale a cui faceva riferimento la Presidente del Consiglio durante l'assemblea dei Capigruppo odierna sull'impossibilità di rinviare l'approvazione del bilancio. A quanto pare la volontà del management delle partecipate ha priorità su quella del Consiglio regionale.

Chiediamo, fino al mantenimento dell'intero capitale sociale nelle mani pubbliche, di sospendere gli effetti dell'esclusione di CVA dalla legge regionale n. 20 del 2016. Benché questa legge abbia delle grosse lacune e andrebbe rivista nel suo insieme, al momento è l'unica che disciplina i principi di trasparenza, contenimento dei costi e razionalizzazione della spesa nella gestione delle società partecipate della Regione. Pertanto, visto il destino ancora incerto di CVA, visti i tempi necessari affinché si possano definire le norme di attuazione del nostro Statuto sull'utilizzo delle acque e vista la moratoria posta sulla quotazione in Borsa di CVA da parte di chi oggi appoggia internamente o esternamente l'attuale Giunta, è irresponsabile mantenere la società fuori dal controllo regionale, cioè in completa autonomia dei management aziendali, tanto più dopo quanto è successo in questi mesi, ad esempio: le azioni in barba alla Madia, come l'annuncio di acquisizioni di altro impianto fuori Valle, l'accordo con Be Charge sulle colonnine di ricarica e la risoluzione stessa che ha portato oggi a questo Consiglio straordinario.

Le motivazioni che invece ci spingono a non rinnovare il mandato sono i persistenti comportamenti del management nei confronti del procedimento di quotazione in Borsa tuttora sospeso, che hanno reiteratamente e pubblicamente sostenuto una delle posizioni ancora in fase di valutazione da parte del Consiglio regionale, unica autorità deputata a tale scelta, utilizzando per tali scopi sia i mezzi di stampa, sia le affermazioni fuorvianti, contraddittorie e non esaustivamente veritiere durante le audizioni delle Commissioni competenti, a titolo esemplificativo quelle che ho elencato nella risoluzione. Perciò riteniamo opportuno rifare il team di comando e predisporre un'azienda davvero competitiva anche nella malaugurata ipotesi - che scongiuriamo - in cui toccherà quotarla, se non altro cederemmo le sue quote ad un prezzo davvero vantaggioso.

Ora mi vorrei rivolgere alla collega Minelli. Abbiamo collaborato in questi mesi affinché CVA resti nelle mani pubbliche. Lei davvero vorrebbe lasciare l'amministrazione di questa società ad un management che più volte ha palesato l'intenzione di volerla quotare in Borsa? Visto che dobbiamo fare un ragionamento più ampio, facciamolo e cerchiamo di trovare tutti i punti condivisi e agiamo a 360° su questa società.

Presidente - Prima di dare la parola alla collega Minelli, collega Mossa, mi preme solamente ricostruire, anche per onor del vero, quanto accaduto in merito a questa risoluzione. Già nella seduta della Conferenza dei Capigruppo, a cui lei ha partecipato - prova ne è il verbale che è stato approvato peraltro all'unanimità -, avevo evidenziato come non sarebbe stato possibile posticipare l'approvazione di un bilancio. Le farò avere ovviamente anche copia del parere dell'Avvocatura. Non è assolutamente competenza di questo Consiglio e, anzi, sarebbe stato dannoso per la società stessa entrare nel merito. L'avevo non solo detto post parere legale, ma addirittura l'ho proposto in sede di Conferenza dei Capigruppo. Abbiamo detto: "Rinviamo, facciamo una seduta straordinaria", quindi derogando anche da quella che è sia la prassi che il Regolamento, però scindendo le due questioni, mentre sul management ovviamente il Consiglio può dare un'indicazione. Mi ero presa l'impegno di sentire direttamente Finaosta per valutare se c'era la disponibilità, e ringrazio anche i vertici che sono stati disponibili a rinviare le nomine, ma già allora - il verbale lo dice chiaramente - non potevamo assolutamente entrare nel merito dell'approvazione del bilancio. Questo per onor del vero.

La parola ora alla collega Minelli.

Minelli (RC-AC) - La CVA è una creatura della Regione, della politica valdostana. È lo strumento che è stato creato per intervenire efficacemente in un campo cruciale, quello della produzione e della distribuzione di energia, ma anche per incidere sull'economia e sulla qualità di vita dei valdostani. È uno strumento vitale importante ed è quindi logico, a mio avviso, e necessario che il Consiglio regionale si occupi del suo funzionamento, delle sue prospettive e anche delle sue criticità.

La discussione in Consiglio regionale su CVA in quest'ultimo anno si è purtroppo concentrata solo su un punto: l'ipotesi di una quotazione in Borsa, un progetto avviato in passato e poi sospeso. La Commissione speciale che ha funzionato nei primi tre mesi del 2019 si è occupata prevalentemente di questo aspetto, tenendo ai margini e trascurando - lo abbiamo detto più volte - altri aspetti che pure sono molto rilevanti e che riguardano l'assetto attuale di CVA, la sua organizzazione aziendale, il suo funzionamento, i suoi bilanci, il suo management; temi che, a mio avviso, giustamente il Movimento 5 Stelle chiede di mettere a fuoco.

Ritengo che non tutti però in Consiglio regionale abbiamo degli elementi di conoscenza sufficienti su tutti questi aspetti che, invece, andrebbero approfonditi adeguatamente. A noi pare che la IV Commissione sia il luogo adatto per fare tali approfondimenti. Non lo diciamo da oggi, lo abbiamo ripetuto più e più volte, sia quando eravamo in Commissione speciale - si chiedevano gli approfondimenti lì -, sia successivamente quando erano anche stati presentati dei documenti per chiedere degli approfondimenti in IV Commissione.

L'iniziativa dei colleghi del Movimento 5 Stelle mette sotto accusa il management di CVA. Noi ci sentiamo di affermare - peraltro l'ho già fatto in quest'Aula e non soltanto in quest'Aula -, soprattutto per quanto riguarda alcune dichiarazioni dell'amministratore delegato De Girolamo, che non abbiamo per nulla apprezzato i suoi interventi a gamba tesa sulla questione della quotazione in Borsa. L'ho già detto, lo ripeto, non ho difficoltà a farlo: non sta all'Amministratore delegato decidere le scelte di politica energetica della Regione. Però, a nostro avviso, l'analisi che bisogna fare su CVA non può essere settoriale e legata e limitata soltanto ad alcuni casi come quello del management e dei bilanci; deve essere più generale, deve essere ampia e approfondita.

Anche questo dibattito che noi oggi facciamo può essere utile se cerchiamo di avere una visione complessiva sulla CVA e se ci diamo gli strumenti per intervenire su due questioni cruciali: la prima è come creare le condizioni perché nei prossimi anni CVA possa continuare ad essere un'azienda pubblica di primaria rilevanza per la Valle d'Aosta e, la seconda, è capire come funziona, com'è organizzata CVA e quali sono le sue criticità. All'interno delle sue criticità può starci anche la questione suggerita e voluta dal Movimento 5 Stelle che riguarda il management. Non vedo questa difficoltà.

L'emendamento che è stato presentato e che abbiamo firmato affronta entrambi questi due aspetti, ci sono tutti e due. Per quanto riguarda il primo aspetto, cioè il ruolo futuro di CVA, una delle criticità maggiori - lo sappiamo tutti - riguarda il rinnovo delle concessioni d'acqua per produrre energia. Questo è l'argomento più importante. La normativa europea sulla concorrenza prevede l'assegnazione delle concessioni idroelettriche che vanno in scadenza attraverso un sistema di gare, o comunque un sistema di competizione fra soggetti diversi. È normale perché è la logica di mercato. Una normativa però che è ben lungi dall'essere recepita e infatti fioccano le lettere di messa in mora per vari Paesi, basti pensare alla Francia, dove esiste una situazione monopolista che fa capo all'EDF (l'azienda di Stato francese).

In Italia si sta andando verso una normativa simile a quella richiesta dall'Unione europea, che dovrà essere disciplinata con delle leggi regionali. Qui entra in ballo l'autonomia regionale. So di ripetermi, l'ho già detto, ma non mi importa: repetita iuvant. Noi abbiamo la possibilità, con una norma di attuazione dello Statuto speciale, di attribuire alla Regione autonoma una potestà primaria nella disciplina delle procedure di concessione delle derivazioni di acqua a scopo idroelettrico con anche la possibilità di un trattamento speciale per le società strumentali della Regione interamente pubbliche come CVA. Questa è la sfida più importante dei prossimi mesi. È la strada che ha imboccato la Commissione paritetica, che sta lavorando alla norma di attuazione e che la Giunta e il Consiglio regionale tutto intero, a mio avviso, dovrebbero sostenere con il massimo della compattezza. Questo è quello che tutto il Consiglio dovrebbe fare.

Con l'emendamento che non è stato accettato, l'invito che il Consiglio rivolgerebbe alla Giunta è ben preciso: in quell'emendamento si dice che si impegna il Governo a procedere speditamente, per quanto nelle sue competenze, alla definizione e alla concertazione, nell'ambito della Commissione paritetica, di una norma di attuazione che consenta alla Regione Valle d'Aosta di avere più ampie prerogative in materia di utilizzo delle acque pubbliche a scopo idroelettrico e che preveda procedure particolari nella riassegnazione delle autorizzazioni delle grandi derivazioni per una società che sia interamente pubblica, cioè un organo strumentale della Regione stessa. Il secondo punto di questa impegnativa prevedeva, riguardo al funzionamento e all'organizzazione di CVA, che è importante un approfondimento per valutare a fondo le scelte contingenti, ma anche e soprattutto per essere pronti alle scelte che bisognerà fare quando sarà approvata la norma di attuazione. Il luogo adatto per fare questo - lo ripeto - è la IV Commissione. Questo emendamento, infatti, affiderebbe alla Commissione consiliare competente l'incarico di compiere, con gli strumenti che può attivare e che può utilizzare - quindi a mio avviso anche con apposite audizioni, con l'acquisizione di pareri che ci possono essere -, un approfondimento sull'attuale funzionamento di CVA, sulla funzionalità della sua organizzazione e sulle criticità da affrontare.

Io credo che ci siano molte criticità all'interno da affrontare, comprese quelle evidenziate nell'altra risoluzione. Integrare i due testi, come è stato proposto anche quando abbiamo fatto la sospensione, facendo semplicemente un "taglia e cuci", un "copia e incolla" delle parti così come sono formulate, non sta in piedi, perché non si può prendere la premessa di una parte e l'impegnativa dell'altra eliminando con un tratto di penna alcuni aspetti. Se si voleva fare una cosa di questo genere bisognava mettersi a rivedere interamente e a discutere sulle parti delle premesse e dell'impegnativa. Ritengo che questo emendamento, così come era stato formulato, teneva in considerazione le necessità globali di una riflessione sulle caratteristiche della CVA, la sua gestione, l'organizzazione, la funzionalità e, allo stesso tempo, l'impegno più importante e più significativo era proprio quello di sottolineare ancora una volta l'importanza della norma di attuazione per una società interamente pubblica come dovrebbe essere la CVA, cosa che secondo me poteva incontrare il favore del Consiglio. Così non è, per cui io ritengo che sia un'occasione mancata.

Presidente - Non ci sono altri? La parola al collega Gerandin.

Gerandin (MOUV') - Cercherò di essere molto breve, anche perché di CVA i valdostani ne hanno sentito parlare per svariate giornate. Tornare indietro su posizioni che in quest'Aula e per i valdostani penso siano asseverate, ritengo che sia un'ennesima perdita di tempo.

La risoluzione era mirata principalmente alla data dell'approvazione di bilancio. Ormai è una data superata, per cui l'approvazione di bilancio è un dato di fatto, ma entrava nel merito soprattutto del non rinnovo per quello che riguardava gli incarichi apicali di CVA, il discorso della legge n. 20, oltre che una discussione molto approfondita sugli obiettivi, che a suo tempo negli anni sono stati variati per quello che riguarda CVA. Parto da una considerazione. Non penso che riprendere dall'inizio una discussione serva a qualcosa. In quest'Aula ci sono posizioni molto chiare e, per quello che ci riguarda, ci tenevo a ribadire che noi non abbiamo cambiato idea rispetto a quella che avevamo a suo tempo. Non voglio riferirmi direttamente ai colleghi di Rete Civica, ma in considerazione del fatto che la discussione, quando c'è stata la sospensione, è stata in parte con loro, io ritengo e ribadisco che, per quello che riguarda il punto a) della vostra risoluzione, io non ho alcun motivo, alcuna difficoltà a dire che è e rimane l'obiettivo perseguibile al punto 1) quello della norma di attuazione, proprio perché non ho cambiato idea. Io non ho cambiato idea.

Per quello che riguarda invece il discorso legato all'utilità di dare un segnale - e qualcuno lo ha già sottolineato -, non è questo Consiglio che decide o meno il rinnovo dei management, però può dare un orientamento... anche su questo non ho cambiato idea. Noi non abbiamo cambiato idea.

Leggo una nota del 6 maggio, una nota di Rete Civica; ve la leggo tout court, così almeno sciogliamo via i dubbi in merito: "Il gruppo consiliare di Rete Civica si schiera contro l'esternazione dell'Amministratore delegato della Compagnia Valdostana delle Acque. I Consiglieri stigmatizzano l'operato di Enrico De Girolamo. L'Amministratore delegato di CVA, infatti, nella settimana precedente la discussione in Aula dei lavori della Commissione speciale, ha esternato a più riprese il proprio pensiero: ha caldeggiato, senza mezzi termini, la soluzione della quotazione in Borsa della compagnia considerata dallo stesso come decisione positiva e risolutiva dei problemi. Il management ha evidenziato il problema della legge Madia che, a suo dire, blocca gli investimenti e costringe la società al rispetto di una burocrazia troppo vincolante e, inoltre - come riportato nell'edizione odierna di Gazzetta Matin - una soluzione che propendesse per la sua quotazione si potrà dire addio ad investimenti stimati intorno ai 270 milioni di euro. Il partito di opposizione, all'epoca, ritiene inammissibile e scorretta l'esternazione di De Girolamo. In aggiunta non bisogna dimenticare che tali esternazioni provengono da un esecutore e non un ispiratore della scelta del Consiglio regionale. Rete Civica ritiene che le parole dell'Amministratore delegato debbano ritenersi quale un'entrata a gamba tesa nella discussione in corso. D'altra parte - sempre a detta di Rete Civica - sono mesi che i vertici dell'azienda vorrebbero far propendere la scelta verso una soluzione di quotazione della CVA. Rete Civica inoltre è dell'opinione che questi comportamenti dovrebbero essere sanzionati. Questo perché non vi sia uno stravolgimento delle regole. È pur vero - conclude la nota del movimento politico - che tale comportamento trova riscontro nella complice inerzia di certe forze politiche". Infine ricorda Rete Civica che "CVA è interamente controllata dalla Regione e sono i cittadini valdostani gli azionisti di riferimento. Proprio i cittadini devono esprimere la propria volontà e questo lo possono fare per mezzo dei propri eletti che siedono in Consiglio regionale".

Torno a dire: chiedere in questo momento di stoppare le nomine dei vertici di CVA io penso che sia da parte nostra non avere cambiato idea. Poi è lecito nella vita, io non mi meraviglio più di nulla, però a me piacerebbe che davvero l'impegno sia in primis sicuramente discutere della norma di attuazione e, per secondo, dare un segnale che qualcuno ha detto forse delle cose inopportune in momenti inopportuni.

Presidente - La parola alla collega Pulz.

Pulz (ADU VDA) - Non pretendiamo certo di entrare nelle questioni tecnico giuridiche che regolano le nomine del CdA della Compagnia Valdostana delle Acque. Ci permettiamo tuttavia di apportare a questo dibattito qualche riflessione che speriamo utile, nonché qualche proposta.

Abbiamo avuto modo di leggere, come tutti voi, su molti giornali locali e non solo, che i componenti dell'attuale CdA, l'Amministratore delegato e gli altri membri, ad eccezione del Presidente, sono stati scelti anche per il loro orientamento e la vicinanza politica alla Giunta in carica allora, nel giugno 2016. Per dirla con parole chiare - perché a noi piace parlare chiaro - è stato ancora una volta utilizzato il famoso "manuale Cencelli". Per quanto riguarda il Presidente, che arriva dal Politecnico di Torino, appena insediato ha invece rischiato di essere "buttato fuori" grazie ad una congiura ordita ai suoi danni, tentativo non andato a buon fine in quanto i congiurati erano intercettati dai Carabinieri. Lo riporta La Stampa di Aosta: 30 maggio 2018. I congiurati erano il dottor Paolo Giachino, Direttore generale di CVA e il dottor Augusto Rollandin. Molto probabilmente anche i precedenti CdA erano stati nominati con la stessa logica. Se così non fosse, aspettiamo smentite pubbliche, però argomentate. Per evitare il ripetersi di queste quantomeno "imbarazzanti situazioni" - per usare un eufemismo -, questo vale ovviamente anche per tutte le altre società partecipate. Occorre, secondo noi, senza indugi e con coraggio, cambiare rotta, metodo e registro, e con grande urgenza. Soprattutto crediamo serva la volontà politica di abbandonare finalmente i vecchi criteri che purtroppo hanno fatto scuola a molti e per molto tempo. Se necessario - e lo è -, dovrebbero essere intrapresi tutti quegli accorgimenti e tutte le modifiche normative che vadano nella direzione giusta. Se esistono, come crediamo, delle leggi che devono essere riscritte nell'interesse di tutti, questo iter andrebbe percorso con grande impegno e sollecitudine anche nelle Commissioni consiliari permanenti.

Quali sono dunque i criteri e gli orientamenti che, a nostro parere, dovrebbero guidare e ispirare il prossimo CdA in un momento cruciale per il futuro della CVA e della Valle d'Aosta tutta? In primis bisognerebbe avere chiaro che si amministra un patrimonio, il bene comune dell'acqua, fonte della nostra preziosa energia idroelettrica, non a caso definita "carbone bianco". Mi viene da sorridere quando parlo di carbone bianco ripensando a quell'alunno che un giorno mi disse: "Scusi prof, ma che differenza c'è fra il carbone bianco e il carbone nero?". Acqua e energia che appartengono a tutta la comunità, e quindi è alla comunità che si deve rendere conto delle scelte politiche di fondo nel merito, ma la comunità a cui si deve rendere conto non è solo Finaosta e non è nemmeno il Consiglio regionale. Sarebbe opportuno per esempio che nel prossimo CdA potessero partecipare anche i rappresentati delle associazioni ambientaliste, come già avviene in altre aziende, perché la tutela dell'ambiente deve essere la protagonista, sempre, in questa come in altre vicende, perché, come va dichiarando a gran voce - l'abbiamo già detto varie volte - Luca Mercalli, la portata dei cambiamenti climatici sulla vita di tutti noi sarà molto, ma molto più forte di quanto andiamo dicendo e avrà conseguenze e, se non ci muoviamo, subito saranno ineluttabili.

Inoltre ci permettiamo di porre una domanda come problema sul tavolo di questo dibattito. Ci chiediamo se sia opportuno che la carica di Amministratore delegato venga ricoperta da chi in passato ha avuto ruoli apicali in una società energetica aostana che era attiva nel campo degli impianti energetici e che oggi però risulta fallita: la SEA S.r.l. Ci pare che, ai sensi del decreto legislativo 2016, il Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica, cioè la cosiddetta "legge Madia" che fissa i requisiti dell'onorabilità, della professionalità e dell'autonomia, ci sia un problema di compatibilità che ci permettiamo di sollevare come legittimo dubbio, crediamo, per un'ulteriore riflessione da approfondire in questa intensa discussione di oggi.

A proposito di rendere conto del proprio operato, noi ci chiediamo poi ancora oggi perché entro il 2016, per sottrarsi alla legge Madia e alla normativa sulla trasparenza, non siano stati emessi dei bond quotati, come hanno fatto Dolomiti Energia e Alperia, per esempio. Oggi si racconta che nessuno lo sapesse in Consiglio regionale, il che può essere drammaticamente credibile, ma che non lo sapessero in Finaosta e in CVA è più difficile da accettare, perché sarebbe molto grave doverlo ammettere. Dice Ugo Mattei nel manifesto sui beni comuni che "l'assuefazione e la logica del potere della maggioranza ci ha fatto perdere la consapevolezza del fatto che il governo dovrebbe essere il servitore del popolo e non viceversa. I beni comuni, una volta alienati o distrutti, non esistono più e non sono riproducibili o facilmente recuperabili, né per la generazione presente, né per quella futura. Ecco perché la questione dei beni comuni non può non avere valenza costituzionale. È nelle costituzioni, infatti, che i sistemi politici collocano le scelte di lungo periodo per sottrarle all'arbitrio del governo in carica".

Ribadiamo in questa occasione, per chi non l'avesse ancora messa bene a fuoco, la posizione di Ambiente Diritti Uguaglianza Valle d'Aosta. Secondo noi non si deve per nessuna ragione riavviare il percorso per quotare in Borsa CVA, visto anche il suo ottimo stato di salute, e nulla si deve vendere a Iren S.p.A. Sostenere oggi che si tratti di una novità l'interessamento di Iren nei confronti di CVA è fuorviante. Infatti è almeno dal 2014, con l'incentivo alle fusioni previste dal governo Renzi, che le quattro grandi multiutility, Iren ma anche Acea, A2A, Hera, si stanno guardando intorno per capire dove poter crescere. L'occasione per Iren è quella di espandersi nel Nord-Ovest, come risultava nel 2014 da uno studio pubblicato in parte su altra economia e cito: "Complessivamente sono una decina le società non quotate preda tra la Liguria, il Piemonte e la Valle d'Aosta, dove la CVA potrebbe entrare nell'orbita di Iren. La recente proposta da parte di Iren ne è la conferma. Niente di nuovo sotto il sole", ripete l'ecclesiaste. Ed è in attesa di capire meglio questa proposta, ma soprattutto cos'ha da dire questo Consiglio regionale - perché queste sono scelte di fondo che rientrano nelle nostre prerogative, quindi nella responsabilità del Consiglio regionale, ci sembra - che noi ribadiamo che qualunque decisione circa il futuro della CVA (quotazione, vendita, fusione o altre idee) devono essere sottoposte a referendum consultivo popolare. A chi oggi invita a tenere gli occhi aperti ci permettiamo di ricordare modestamente che anche la quotazione è tecnicamente nei fatti una vendita, per il momento del 35 percento delle azioni, ma che spalancherebbe la strada a successive possibili vendite di altre quote in un mercato sempre più fluttuante che segue le sue logiche tipicamente ultraliberiste nella società del capitalismo avanzato, volte a tutelare ovviamente gli interessi degli azionisti e non certo quelli della comunità.

Per finire, una proposta: noi proponiamo che in tutti i luoghi in cui si riunirà il prossimo CdA della Compagnia Valdostana delle Acque venga esposta una targa con la bella citazione di Émile Chanoux: "La Vallée d'Aoste est fille de ses eaux", così, tanto per rinfrescare la memoria a tutti quelli che in ogni dove, con molta superficialità, hanno sostenuto che le acque della Valle d'Aosta nulla hanno a che vedere con la quotazione in Borsa di CVA. Per arrivare al dunque, perché purtroppo il tempo stringe, il nostro voto, pur con qualche riserva rispetto alla formulazione, è favorevole alla risoluzione dei Cinquestelle, ma è favorevole anche - alla faccia di chi dice che sappiamo solo dire dei no - all'emendamento sostitutivo della nuova maggioranza, perché ovviamente noi siamo a favore della norma di attuazione, siamo a favore di tutti gli approfondimenti del caso in IV Commissione. Chiudo subito. E poi come si tengano insieme tutte le contraddizioni credo che non siamo noi a doverlo spiegare, ma sono piuttosto gli esperti di alchimia finanziaria e politica, e qui ce n'è più di uno.

Presidente - Ci sono altri iscritti? Siamo ancora in discussione generale. Ricordo che non c'è dichiarazione di voto sulle risoluzioni, quindi chi intende intervenire deve farlo in discussione generale. Altri? Per il tempo che rimane al Movimento 5 Stelle, prego, la parola al collega Vesan.

Vesan (M5S) - Solo per ribadire la dichiarazione del collega Nogara nei nostri confronti su quello che è stato fatto in Commissione. Il Consigliere Nogara ci accusa di riconoscere quali non affidabili i certificatori del bilancio. Lungi da noi, non era questa la nostra attenzione, però con l'approvazione del bilancio di fatto viene dettata sia la vision che la mission di CVA e infatti ogni anno cambiano. Quando possono essere discusse la vision e la mission del CVA, se non in fase di approvazione di bilancio? Invece il collega Nogara ci dice che sul bilancio noi non possiamo dire niente e, essendo stralciata dalla legge n. 20, anche su tutto il resto di CVA noi 35, che di fatto rappresentiamo di fatti i proprietari, cioè i valdostani, non possiamo dire niente. Allora non riusciamo a capire in che maniera i valdostani davvero sono proprietari di CVA e indirettamente, per il tramite di CVA, delle loro acque, quando tutto quanto è demandato a Finaosta. Finaosta si può esprimere a suo piacimento senza nemmeno farci leggere il bilancio prima di approvarlo. È esattamente come lei ha detto. Noi abbiamo chiesto di poterlo vagliare prima di approvarlo. Lei ci ha detto: "L'abbiamo ricevuto all'ultimo e non possiamo approvarlo dopo". Va bene, allora continueremo ad avere una società CVA che fa quello che crede un management, che viene ritenuto perfettamente efficiente e che viene rinnovato in funzione del parere di Finaosta e in questo modo i valdostani saranno, per l'ennesima volta, impediti nel poter usufruire della loro società.

Siccome non è possibile fare una dichiarazione di voto, dichiaro che noi siamo assolutamente favorevoli al testo della risoluzione da noi firmato, ma che non è nessun problema per il nostro Movimento anche votare a favore della risoluzione presentata dalla maggioranza qualora la volesse considerare integrativa e non sostitutiva della nostra.

Presidente - Non ci sono altre richieste? Chiudiamo la discussione. La parola al collega Marquis.

Marquis (SA) - L'iniziativa che è stata presentata dà l'occasione di ritornare sull'argomento CVA. Come Consiglieri (19 Consiglieri), ci siamo trovati, e attraverso il dialogo e la condivisione siamo riusciti a modificare la proposta che è stata fatta perché, secondo noi, aveva dei punti che non potevano essere condivisi.

Riteniamo che sia doveroso da parte di un'azionista controllare e capire come funziona la società nel definire le linee strategiche, ma a differenza di coloro che sono i firmatari dell'emendamento presentato oggi, noi sappiamo discernere la differenza fra l'esercitare le linee di indirizzo politico e la definizione la gestione dell'azienda. La gestione dell'azienda spetta ad un Consiglio di Amministrazione. Purtroppo non siamo noi che lo abbiamo deciso. Lo ha deciso il Codice civile, che disciplina le modalità di funzionamento di una S.p.A., così come definisce le responsabilità di tutti gli organi che sono chiamati nella gestione. L'azionista si deve comportare secondo determinate modalità e, secondo determinate modalità, deve approvare il bilancio.

Qui si fa spesso confusione quando si parla di bilancio, perché si pensa che sia come quello della Regione, che si tratta del bilancio preventivo, quello che è a venire. Il bilancio di una società è un bilancio consuntivo dell'anno precedente; pertanto, quando c'è una rappresentazione corretta sul bilancio dei dati, dell'andamento gestionale dell'anno precedente che è stato validato e certificato dagli organi preposti di controllo, non esiste nessuna discrezionalità da parte dell'azionista di votare o non votare il documento. Il documento va approvato qualora ci siano le condizioni che le cose sono rappresentate per bene e in ordine. Quindi credo che bisogna saper cogliere questa differenza. Io credo che, mai come in questo periodo, i valdostani siano contenti che sia Finaosta a doversi esprimere su questo, perché sarebbero molto più preoccupati se fosse un onere del Consiglio regionale.

Per quanto concerne invece il discorso di applicazione della legge n. 20 - credo che abbiamo avuto modo di sentirlo da tutti gli interlocutori durante il percorso che abbiamo fatto nella Commissione speciale - bisognava sottrarre la società da questi lacci, perché diversamente non avrebbe potuto garantire dei risultati gestionali adeguati alla sua portata. Il che vuol dire e il tutto si traduce in minori risorse alla fine dell'anno a disposizione, risorse che poi vengono riversate nel bilancio regionale per poter dare soddisfazione e risposte alle necessità del territorio, in tutti i settori, dalla sanità all'agricoltura, alle imprese. Sotto questo profilo crediamo quindi che non possa essere condivisa questa proposta.

Mi stupisco, e chiedo al collega Aggravi che cosa ne pensa sotto questo profilo, se ritiene che la legge n. 20 sia una legge da reistituire e se facesse questo del bene al funzionamento della società, ma credo proprio di no, perché ce l'hanno detto tutti, ce l'hanno detto delle persone competenti, del fior fiore di professionisti che hanno grandi esperienze in questa materia.

Una parte importante che abbiamo cercato di introdurre in questo emendamento è anche quella di approfondire tutto nella Commissione consiliare competente, perché noi riteniamo che a livello di linee di indirizzo strategiche sia importante in un momento come questo non sottovalutare tutti gli aspetti relativi alla lotta ai cambiamenti del clima, la transizione energetica. Pertanto sotto questo profilo possiamo contribuire nel dare le nostre suggestioni, i nostri desiderata, quelli che sono gli obiettivi che pensiamo che si possano perseguire come società e come pubblica amministrazione. Questa società, qualcuno dice, è una società che potrebbe rendere di più, non è gestita bene, grosse critiche al Consiglio d'amministrazione, ma tutti ce la vogliono comprare. Ce ne accorgiamo in questi giorni. Arrivano tutte le più grosse società del settore che vogliono comprare CVA. Secondo voi è perché funziona male o perché rende poco? Io credo che se tutte le società sono interessate ad acquistare CVA sia perché ha una grossa potenzialità. Credo che qui che ci dovremmo trovare tutti insieme a condividere la necessità che CVA resti sotto il controllo della Regione, sotto il controllo del pubblico, non che sia una CVA che possa essere ceduta al 50 percento alle seppur importanti società che operano nel settore, perché questo significa difendere la nostra autonomia, difendere le nostre prerogative e la nostra specificità!

Mi auspicherei che tutti si prendessero un impegno dentro l'Aula in modo formale per dirimere questa questione, che non c'è la disponibilità a trattare la cessione di questa società, almeno porremo fine a tutte le chiacchiere e a tutti gli interessi che ci sono attorno in questo periodo. Mi aspetterei da tutte le forze politiche questa dichiarazione, perché questo, a mio avviso, significa difendere gli interessi della Valle d'Aosta e la forza di questa società. È una società che ha alimentato il bilancio della Regione in questi anni di difficoltà dal 2011 ad oggi! Poi che si possa far meglio è fuori da ogni dubbio, si può sempre fare meglio. Si possono commettere degli errori nella gestione, si possono gestire le cose magari in modo superficiale in alcune situazioni, ma credo che l'importante sia operare in buona fede e credo che tutto il personale di CVA abbia sempre operato con questo spirito per dare i risultati che sono stati perseguiti e raggiunti per la nostra regione. Penso sia anche sbagliato venire qui sempre a mortificare i risultati di una società che fa gola a tutto il mondo, anche ad operatori internazionali, non solo nazionali. Credo che debba essere questa la nostra priorità, di capire questo messaggio: mantenere la CVA sotto il controllo pubblico e, nel sistema delle regole che ci sono a disposizione, cercare di dare il futuro migliore possibile attraverso innanzitutto la ricerca di una definizione di norma di attuazione che è stata condivisa da tutti, mi sembra, in quest'Aula, alcuni mesi fa, come priorità. Se siamo in grado di superare gli effetti della Madia, di risolvere il problema del rinnovo delle concessioni, credo che avremo fatto un grosso passo avanti. Diversamente, bisognerà trovare una soluzione definitiva per poter garantire alla società di operare in modo efficace ed efficiente, per contribuire alle nuove sfide che ci sono sul clima, sulla transizione energetica e dare le soddisfazioni che la società è in grado di dare e che tutti i valdostani si aspettano.

Presidente - La parola al collega Aggravi.

Aggravi (LEGA VDA) - Sono stato chiamato in causa, ma non intervengo per fatto personale. Farò un intervento, perché ci tengo... No, no, ringrazio il collega Marquis, poi ce n'è anche per lei... però ringrazio chi è intervenuto.

Sinceramente oggi avremmo dovuto parlare di due temi specifici: uno era il discorso del bilancio di CVA e l'altro il futuro del management, per capirci. Sul discorso bilancistico io mi rifaccio alla normativa vigente, come spesso mi capita di dire, mentre sul discorso del management poteva essere l'occasione anche per fare qualche ragionamento in più in Commissione e, perché no?, magari anche prendere spunto da alcune proposte che proprio il neoacquisto della maggioranza tempo fa fece con una proposta di legge sulle nomine. Tant pis, questo è passato.

Purtroppo, come dicevo, eravamo qui per parlare di due tematiche e in realtà devo dire che oggi ho assistito e abbiamo assistito ad una grande pagina di politica. Giustamente, posta una trappola che poteva essere quella della risoluzione proposta dai colleghi del Cinquestelle, a cui noi abbiamo poi collaborato per cercare un emendamento, troviamo pronto un disinnesco che è questo emendamento sostitutivo e che, nella logica politica, io ho apprezzato moltissimo; ripeto, sempre dal punto di vista della tecnica politica, perché parla sostanzialmente di altro. Sulle premesse sono pienamente d'accordo e penso che siamo pienamente d'accordo.

Guardi, collega Marquis, io ho pensato a lei in questi giorni; la campagna della LEGA è partita e io volevo offrirle la tessera, perché più sovranista di lei neanche noi riusciamo ad esserlo. Ultimamente, davvero, sta dando il meglio di sé. Davvero, sono contento di aver trovato un ottavo leghista in quest'Aula. Tornerò poi sul discorso della legge n. 20 e su un altro aspetto. Ma dico: questo "disinnesco" - come lo chiamo io - è sicuramente apprezzabile nella premessa; però, si sa, la premessa introduce ma non impegna. Quello che conta è sempre l'impegnativo. E se l'impegnativo b) poteva essere simile a quello che noi avevamo emendato con gli altri colleghi riguardo al primo punto, è bellissimo il punto a) su cui tutti siamo d'accordo, ma sinceramente - come già ci è stato confermato dal Governo e, se non erro, anche dai rappresentanti della Commissione paritetica - se già si sta lavorando sulla norma di attuazione, a meno che qualche esponente della Giunta non vada a fare pressing a casa dei rappresentanti della Commissione paritetica, penso che nel momento in cui avranno terminato il loro lavoro si riuscirà a vedere che cosa è stato prodotto. Pertanto sinceramente del punto a) non denigro il contenuto, però mi dico che forse vale molto come disinnesco ma non come obiettivo. Devo anche dire che come primo atto politico di questa neo maggioranza - lo apprendiamo con stupore e anche con sorpresa -, se questa mattina nella Conferenza stampa mi è sembrato di capire che i colleghi di Rete Civica si dicevano tecnicamente in maggioranza ma politicamente non in maggioranza, penso che con questo emendamento ci hanno chiarito finalmente tutta la discussione politica che possiamo fare successivamente: sono entrati in maggioranza e di questo ne prendiamo atto.

Riguardo alla legge n. 20, caro collega Marquis, io sono il primo che purtroppo non ho partecipato - o per fortuna - alla sua approvazione all'epoca; l'ho anche criticata e mi scuso per i padri di questa legge. Però, come capita, in questo momento non abbiamo degli strumenti migliori, quindi nell'ottica del mantenimento, finché il capitale è totalmente pubblico, per quanto... ripeto, io non vedrei l'ora di veder modificata la legge n. 20... andiamo noi anche in coerenza con il voto espresso dal nostro gruppo in sede di Finanziaria, se non erro, quando fu esclusa dall'applicazione la CVA. Questo è quanto. Ho anche apprezzato la calorosa difesa da parte sua e capisco perché l'attuale management fu nominato, se non erro sotto la sua presidenza. Sappiamo che quando i temi sono caldi vediamo che giustamente lei li difende strenuamente. Per tornare, infine, al discorso del sovranismo e della parte iniziale, benissimo, tutti noi enunciamo principi, difesa, siamo ognuno di noi sulla nostra linea del Piave e anche bene, lo voglio sottolineare.

Prima la collega Minelli mi ha ispirato, parlava giustamente - su questo siamo tutti d'accordo e me ne preoccupo - di andare comunque ad approfondire la tematica CVA e io direi sperando non tanto - Dio me ne guardi, perché ho cercato di difendere questo principio - che la politica non mettesse le mani all'interno delle partecipate, però gli indirizzi, le linee guida e le linee strategiche sono parte dell'azionista ed è bene che l'azionista nei luoghi deputati giustamente dica la sua. Che poi lo dica in maniera più forte o un pochettino più nuancé... perché quando si è in maggioranza si sa sempre che è meglio cercare di essere un pochettino delicati e non troppo autorizzatori. Io credo che questo sia il vero dibattito, anche se purtroppo alcune delle nostre risoluzioni, quando presentammo quella pacchettata nel famoso Consiglio, furono viste e anche prese come un tentativo di fare un po' di bagarre, ma in realtà l'obiettivo era cercare di tirare fuori finalmente degli elementi di discussione. Discussione ne abbiamo fatta tanta, se poi è stata produttiva questo lo penso un po' meno, comunque ne abbiamo discusso.

Penso e lo ridico: c'è la necessità, al di là di avere pareri e posizioni, di avere anche dei numeri. Non voglio tornare sulla querelle di vendita, difesa o quant'altro, perché mi sembra che ne abbiamo dette e ce ne siamo comunque dette anche a mezzo stampa, e anche perché, se iniziamo tre giorni di Consiglio così, non so come andremo a finire e poi fuori ci verranno giustamente a chiedere prima o poi conto. Però io dico che quello che noi abbiamo chiesto, chiediamo e continueremo a chiedere in tutte le sedi quando si parlerà del futuro di CVA, al di là delle posizioni politiche, sono dei numeri per comprendere i possibili scenari di evoluzione e soprattutto i possibili "scenari negativi", per capire cosa poter fare in caso di anticipazione di problematiche. Che poi si scelga una strada o l'altra... Siccome questo Consiglio purtroppo - e qualcuno mi potrà dar ragione, perché sulla pelle l'ha provato - ha preso delle decisioni non avendo forse tutti gli elementi necessari, è bene che su una decisione di questo tipo, come di altro tipo - non l'ho detto in senso così ampio, ma sempre all'interno dell'ordine del giorno di questo Consiglio -, ci siano tutti gli elementi per prendere una decisione chiara e definitiva.

Presidente - Per cosa chiede la parola, collega Minelli? Prego.

Minelli (RC-AC) - Se avevo del tempo residuale...

Presidente - Ha utilizzato tutto.

Minelli (RC-AC) - Va bene, grazie.

Presidente - Ci sono altri? Possiamo chiudere la discussione generale? La discussione generale è chiusa. In replica? La parola all'Assessore Testolin.

Testolin (UV) - Ho assistito anch'io con attenzione alle varie disamine che sono state fatte in merito ad un dibattito che ci ha già visti notevolmente confrontarci in un Consiglio tematico.

Parto da una considerazione magari banale, ma che credo debba riassumere un po' questo inizio di tre giorni consiliari; una considerazione che va a fare una valutazione. Questo vuol essere un momento di confronto per cercare di portare dei miglioramenti sull'importante "azienda di proprietà" - uso questo termine, anche se non è corretto - sotto il controllo della Regione, per cercare di migliorarne l'efficienza, l'efficacia, la trasparenza, concetti cari a tutti, e di migliorare altresì le sue potenzialità nel produrre del bene alla comunità nel suo insieme, quindi di renderla capace di migliorare le sue potenzialità anche dal punto di vista della produzione degli utili per la nostra Regione, di mantenimento del territorio, di mantenimento dell'indipendenza acquisita per la gestione delle acque che le sono state affidate, ricordo, fino al 2029, e di quelle che potrebbero essere le opportunità che a tutt'oggi, per tutta una serie di motivi, non possono essere ancora sviluppate nella maniera adeguata. Dall'altra parte ci sono delle ipotesi che abbiamo già valutato e analizzato in questo famoso Consiglio tematico, ipotesi parzialmente riprese dagli interventi di qualche collega e che vorrebbero andare ad identificare le scelte migliori per riuscire a mantenere queste prerogative della CVA ampliando, se possibile, dove possibile e come è possibile, le sue potenzialità.

Credo che questo dibattito debba partire da questo presupposto per avere una sua collocazione nelle varie affermazioni, affermazioni che io pensavo un po' più forti dai presentatori di questa stessa istanza, perché sinceramente non ho trovato motivazioni che andassero a creare dei valori aggiunti sulle situazioni che tutti noi conosciamo, che sono migliorabili sotto tanti punti di vista, soprattutto nel punto di vista di rendere più sicuro per la Regione la possibilità di affidamento delle acque alla CVA in modo diretto e di trovare quei percorsi che, se questo meccanismo dovesse essere realizzato tramite la norma di attuazione, possano anche contribuire ulteriormente ad alleggerire gli oneri operativi di questa società, dandogli la possibilità di creare i presupposti per diversificare la sua produzione di energia sostenibile, per incidere positivamente sulle iniziative a favore della decarbonizzazione in Valle d'Aosta e che permettano a questa stessa società di continuare a garantirci delle risorse importanti che - come ha già detto qualche collega nel suo intervento - sono fondamentali e sono state fondamentali in questi ultimi anni per continuare a garantire certi servizi, certe iniziative e certe infrastrutture al territorio.

Mi permetto solo di riprendere qualche considerazione. È importante che le linee strategiche vengano dettate su proposte evidentemente di quell'organo deputato a gestire una società, che vengano fatte proprie da un'amministrazione o stimolate da un'amministrazione. Peccato che in certi casi l'Amministrazione si trovi in questo momento impossibilitata a dare un okay per certe linee di investimento, quelle che venivano citate e vengono citate all'interno della risoluzione come un'invasione di campo. Purtroppo molte delle cose che sono state riportate sulla mozione... il fatto di sottostare alla legge Madia, che non è possibile sviluppare attività per la mobilità sostenibile, oppure che non possono essere effettuate acquisizioni di nuovi impianti produttivi, è stato discusso e ampiamente verificato anche all'interno della Commissione speciale. La Commissione speciale ha preso atto - per chi ha voluto prenderlo - di tutta una serie di interventi sui quali l'Amministrazione regionale non ha potuto esprimersi e, anche se avesse voluto esprimersi positivamente, non avrebbe potuto farlo, perché i vincoli creati dalla legge Madia in realtà sono stringenti, così come ancora più stringenti erano quelli imposti dalla legge n. 20.

Mi stupisce ora come allora l'intervento del collega Aggravi, lo posso anche capire, però allora mi ha stupito la mancanza di presa di posizione su questo aspetto quando, anche all'interno della Commissione speciale stessa, fu evidenziata tutta una serie di criticità che derivavano dall'applicazione di questa legge n. 20 per una società di questo tipo e di questo calibro.

Sul percorso che si sta cercando di fare e che veniva ripreso all'interno dell'emendamento proposto dalla maggioranza, credo sia importante sottolineare la linea di condotta che era già stata evidenziata all'interno della mozione o della risoluzione a suo tempo approvata in coda al Consiglio sul dibattito monotematico sulla CVA con una presa di posizione forte che andava ad identificare degli interventi. Primo fra tutti questi interventi era indicata la legge che avrebbe potuto portare ad una norma di attuazione al fine di rendere direttamente concedibili alla nostra società partecipata le concessioni dopo il 2029. Questo è un percorso avviato e sul quale ci sarà la massima attenzione, sul quale si cercherà di intervenire non esclusivamente in quella direzione, ma anche in quella di liberare dai pesi della legge Madia questa nostra società. Se questo percorso portasse i suoi frutti, evidentemente avremo piena soddisfazione. Bisognerà vedere come e quando, ma per serietà è giusto anche porsi dei limiti in questo senso. Credo che i limiti che questa nuova maggioranza si è posta per dare un risultato di questo tipo siano ben chiari ed evidenti e, direi, proporzionati alle tempistiche e alle necessità di andare ad identificare il percorso definitivo e corretto.

Al di là di questo, rimangono aperte le necessità di individuare ulteriori percorsi da valutarsi. È da capire proprio quali sono le criticità che vanno a vincolare negativamente determinate azioni e che non ci danno in questo momento la possibilità di avere una società che potrebbe effettivamente rendere di più. Il rendere di più è sempre opinabile e relativo. Anche nelle altre righe della risoluzione presentata si parla di "andamento incostante" della redditività dell'azienda stessa, redditività che peraltro, da un punto di vista ampio ma un po' tecnico, ci porta a dei numeri che sono... diciamo comunque nuovamente in crescita rispetto agli ultimi due anni e che si vanno a riallineare sulle capacità di produrre il reddito da parte di questa società che risalivano al 2014-2015 con risorse importanti, e che fortunatamente la Regione potrà ancora nuovamente mettere a disposizione di tutto il territorio per altre iniziative che, oltre a quella di salvaguardia delle acque, vanno a dare risposte concrete, puntuali e quotidiane alla nostra popolazione. Penso sia questo l'obiettivo con il quale bisogna e bisognerà continuare a lavorare nell'interesse della società, nell'interesse della sua capacità di produrre reddito, dando così anche indirettamente un sostegno alla nostra economia.

Presidente - La parola al Presidente Fosson.

Fosson (PNV-AC-FV) - Due sole parole dopo l'intervento molto chiaro dell'Assessore Testolin, soprattutto per sottolineare l'importanza che CVA ha per la realtà valdostana, una grande azienda da conservare con estrema attenzione. Intervengo per dire che questo non è un disinnesco, perché il governo su questo ha una posizione precisa, chiara, come già è stata delineata dall'Assessore. È anche scritta nell'accordo siglato con questo nuovo gruppo di accordo tecnico amministrativo che dopo vi presenterò, nel senso che l'azione della Paritetica non è un'azione per escludere o posticipare certe scelte. La Paritetica di alto livello, che si è costituita il 17 giugno, si è ritrovata qui e sta scrivendo questa norma definitiva e la presenterà, secondo i tempi previsti, in questo mese di luglio sui tavoli del Ministero. Per cui aspettiamo una risposta molto breve, molto rapida sulla possibilità di perseguire questo percorso. Non è un disinnesco, ma è un'attenzione molto precisa a questo percorso. Siamo sicuri che il tempo non sarà così lungo per addivenire a dei risultati. Nel frattempo, proprio nell'accordo che abbiamo siglato, si metteranno in moto quegli approfondimenti per cercare eventuali alternative, pur nel principio che la CVA è una società valdostana, interamente valdostana.

Su questa risoluzione ci asteniamo, però il percorso che abbiamo delineato non è un percorso di disimpegno o di attesa, ma è un percorso molto attento di raffronto e di stimolo a questi percorsi che si stanno facendo.

Presidente - In replica ci sono altri proponenti? Se non ci sono altre richieste, passiamo alla votazione dei due documenti, quindi innanzitutto del nuovo testo emendato così come illustrato dal collega Mossa e dopo votiamo l'emendamento proposto dalla maggioranza.

In replica, ha chiesto ancora la parola il Presidente Fosson. Prego.

Fosson (PNV-AC-FV) - Proponiamo un voto positivo all'emendamento presentato dalla maggioranza.

Presidente - Mettiamo in votazione il nuovo testo emendato, così come illustrato dal collega Mossa. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 35

Votanti : 16

Favorevoli: 16

Astenuti: 19 (Baccega, Barocco, Bertin, Bertschy, Bianchi, Borrello, Certan, Chatrian, Daudry, Farcoz, Fosson, Marquis, Minelli, Morelli, Nogara, Peinetti, Rini, Testolin, Viérin)

Il Consiglio non approva.

Mettiamo ora in votazione il testo emendato con l'emendamento della maggioranza. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 35

Votanti : 24

Favorevoli: 24

Astenuti: 11 (Aggravi, Cognetta, Distort, Ferrero, Gerandin, Luboz, Lucianaz, Manfrin, Restano, Sammaritani, Spelgatti)

Il Consiglio approva.