Oggetto del Consiglio n. 834 del 11 luglio 2019 - Resoconto
OGGETTO N. 834/XV - Approvazione del Programma strategico di interventi di cui alla legge regionale 25 novembre 2016, n. 22 (Disposizioni per una ferrovia moderna ed un efficiente sistema pubblico integrato dei trasporti). (Approvazione di un ordine del giorno)
Rini (Presidente) - Punto 27.01 all'ordine del giorno. Ha chiesto la parola il collega Restano, prima dell'illustrazione dell'Assessore Bertschy, per cosa?
Restano (GM) - Presidente, per porre la questione pregiudiziale sospensiva, ai sensi dell'articolo 61 del Regolamento del Consiglio.
Presidente - Prego, collega, ne ha facoltà. Illustri la questione sospensiva.
Restano (GM) - Noi abbiamo presentato questa pregiudiziale perché il punto che dovremmo accingerci a discutere è subordinato al Piano regionale dei trasporti. Infatti, se andiamo a vedere le premesse della bozza del Piano regionale dei trasporti... leggo testualmente: "Il Piano regionale dei trasporti è alla sua prima approvazione, a seguito della legge n. 24 del 1997, che ne ha previsto la redazione quale strumento di pianificazione e programmazione generale per il settore della mobilità delle persone e del trasporto delle merci. Costituisce un punto di partenza sfidante, che obbliga ad assumere l'efficienza e la sostenibilità ambientale, economica e sociale del Piano, come criteri guida nella sua predisposizione, e obiettivi generali sovraordinati, rispetto all'individuazione degli obiettivi tematici".
In effetti il Piano regionale dei trasporti, se possiamo fare un paragone, è come un Piano regolatore per un Comune, e appare strano andare ad approvare un progetto di edificazione di una casa in assenza del Piano regolatore, perché questo causerebbe dei danni dal punto di vista urbanistico, se tutti facessero così, per poi magari dover tornare indietro e fare il Piano regolatore sulla base delle case già edificate. Infatti il programma strategico non può non tener conto del Piano regionale dei trasporti, che è a un livello nettamente superiore. Se andiamo a ben vedere, nell'atto che proponete, i riferimenti al Piano regionale dei trasporti sono numerosissimi e, alcune volte, un pochino contraddittori rispetto a quello che dovremmo scrivere successivamente sul Piano regionale dei trasporti. Posso citare alcuni esempi e ne ho evidenziati velocemente almeno tredici, laddove si dice che il Piano regionale dei trasporti propone questo o propone quello - faccio degli esempi - in alcuni casi forse per un errore di mera lettura. Si cita che alcuni atti dovevano essere assunti entro la fine di giugno 2019, ma questo non è avvenuto.
Con la sospensiva noi chiediamo, in buona sostanza, di sospendere il Programma strategico e di approvarlo contestualmente al Piano regionale dei trasporti, tenendo conto che il Piano regionale dei trasporti è in fase avanzata di elaborazione, quindi non dovremo attendere molto tempo. Altrimenti, se andassimo a discutere oggi questo - che almeno ad alcuni appare importante - cadremmo in una palese contraddizione.
Io ritengo che sia un atto serio e che non debba essere una presa in giro; quindi, se lo si deve fare, lo si deve fare a ragion veduta. È vero che nel programma di governo che avete appena firmato con Rete Civica, nel cronoprogramma, vi è questo punto: "Programma strategico della ferrovia da approvare entro luglio 2019", e vi è un punto che parla del pacchetto ferrovia e mobilità: "Approvazione del Programma strategico per la ferrovia, azione nei confronti di RFI per la rapida formalizzazione dell'incarico", e così via, ma noi riteniamo che con l'approvazione in Giunta del Programma strategico avete raggiunto l'obiettivo. Per noi avete raggiunto l'obiettivo e avete mantenuto fede al programma, però dobbiamo cercare di essere un po' seri.
Non cerchiamo di mettere in confusione i valdostani, approviamo le cose nell'ordine giusto, approviamo prima il Piano regionale dei trasporti, che è veramente importante. Se andiamo a vedere, nell'indice del Piano regionale dei trasporti si parla di efficientamento e potenziamento del trasporto ferroviario in ambito regionale, si parla del collegamento mediante trasporto collettivo di Pré-Saint-Didier/Courmayeur, di efficientamento e potenziamento del trasporto pubblico locale, si parla del trasporto privato, dell'e-bike, si trattano tanti punti che tra loro sono connessi e devono interagire. Una fuga in avanti, a nostro modo di vedere, non servirebbe a nessuno.
Io invito tutti alla riflessione e invito tutti a prendere la decisione giusta, di prenderci il giusto tempo per valutare e proporre questo documento. Peraltro mi permetto di dire che non si bloccherebbe nulla: l'Assessore potrebbe andare avanti con l'accordo quadro, potrebbe assumere tutte le decisioni che deve prendere, potrebbe impegnare, attraverso atti concreti, i soldi, non andremmo a interrompere l'azione amministrativa del Governo regionale in nessun caso. Sarebbe solo un atto di correttezza rispetto alle persone che aspettano da noi alcune decisioni.
Presidente - In base al Regolamento, quindi, ora chiediamo un intervento a favore e uno contrario, se vi sono, alla richiesta avanzata dal collega Restano; a favore o contrario rispetto alla questione sospensiva. Ci sono interventi a favore o viene considerato quello del collega Restano? La parola al collega Restano.
Restano (GM) - Noi riteniamo che la presentazione sia da intendersi anche come intervento a favore.
Presidente - Va bene. La parola alla collega Morelli.
Morelli (AV) - Il collega Restano ha parlato "di presa in giro" e io, dietro il suo intervento pacato e pieno di buonsenso, sento un vago profumo di presa in giro, se permettete, anche perché il Programma strategico ha avuto un iter in Commissione lungo, approfondito, che si è concluso con una votazione, votazione che ha visto la quasi unanimità dei Commissari: c'è stata un'astensione e il collega Restano è fra coloro che hanno votato. Da una parte questo ci rassicura, dall'altra ci rende un po' perplessi su questa richiesta odierna, che ci sembra forse un po' più strumentale dal punto di vista politico, proprio alla luce di un accordo recente che vede questo punto fra gli obiettivi di questo mese di luglio.
Il Piano regionale dei trasporti deriva da una legge. Il Programma strategico, invece, deriva da una legge che - lo ricordo - nasce da una proposta di legge di iniziativa popolare, votata all'unanimità nel 2016 dal Consiglio regionale, sollecitata in qualche modo da alcune migliaia di cittadini valdostani. Questa legge, la n. 22 del 2016, prevede che la Giunta regionale predisponga un Programma strategico di interventi finalizzato al potenziamento del trasporto pubblico e all'efficace inserimento della ferrovia valdostana nel contesto nazionale ed internazionale, andando a definire dei punti e delle azioni molto puntuali che sono riprese dal Programma strategico. Niente di più e niente di meno. Non c'è nessun tipo di conflittualità fra il Programma strategico e il Piano regionale dei trasporti.
Dal nostro punto di vista, quindi, alla luce del dibattito che c'è stato in Commissione, che è stato sereno, trasversale e che ha visto concordi il Consiglio regionale e i Commissari alla quasi unanimità, questa richiesta di oggi ci pare veramente un po' inspiegabile e ci sembra invece corretto proseguire su quanto tracciato in Commissione.
Presidente - La parola al collega Restano per fatto personale. Lo espliciti.
Restano (GM) - Vorrei precisare che il voto in Commissione è stato dato per approvare un documento alla cui elaborazione avevo partecipato come Assessore, per portarlo in Aula, per fare questa discussione in Aula e per farne emergere le contraddizioni. Ritengo che sia stato un atto doveroso.
Presidente - Possiamo passare alla votazione sulla questione pregiudiziale, colleghi. Chi si esprime a favore vota il rinvio dell'atto in Commissione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 35
Favorevoli: 15
Contrari: 20
Il Consiglio non approva.
Si passa quindi alla discussione. La parola all'Assessore Bertschy per l'esposizione.
Bertschy (AV) - Credo che l'atto non abbia bisogno di tante illustrazioni, visto che prima di me tanti ne hanno parlato e oggi questo atto c'è. È un atto coerente e conseguente all'approvazione di una legge (articolo 1, comma 2, della legge n. 22) che - mi pare corretto dirlo - da un lato ha chiesto di costruire una programmazione strategica e, forse ancora di più, una visione politica. Per accogliere le osservazioni che ho sentito in questi giorni, si è però sicuramente dimenticato di aggiungere che questa coerenza e questa visione avevano bisogno anche di una pianificazione di tipo economico-finanziario, e questa sarà da costruire nei prossimi anni, perché non era richiesta, ma evidentemente le visioni politiche hanno poi bisogno di progetti e di concretezza per essere realizzate.
Noi abbiamo cercato di elaborare un documento che esisteva, preparato da chi mi ha preceduto, e abbiamo cercato, soprattutto in questi mesi, di aggiornare tutti quei dati che ancora mancavano. È il lavoro politico-amministrativo che abbiamo fatto. Sono successe ancora cose che hanno inciso e che oggi vengono ben rappresentate all'interno del Programma.
Il Programma si pone due obiettivi fondamentali: quello di collegare più velocemente l'Aosta/Torino Porta Nuova (1 ora e 40 minuti) e di collegare su rotaia Aosta a Courmayeur. Sono due obiettivi declinati in una serie di azioni che sono state correlate, per quanto possibile, tenendo conto degli studi ancora in corso, di modo che questi studi possano cominciare a permettere di ridurre le dichiarazioni di principio e di cominciare a parlare di fatti più concreti che andranno poi monitorati nell'esecuzione del Programma.
Sui collegamenti l'altro obiettivo principale va per l'Aosta/Torino, è dato dall'elettrificazione della tratta e, anche qui, per anni c'è stata un po' di ambiguità su questo tema. Noi vogliamo elettrificare la tratta Aosta/Torino ed evidentemente, per poterlo fare, abbiamo bisogno del sostegno finanziario da parte del Ministero, dei soldi nel contratto di Programma e della realizzazione delle opere progettuali e degli investimenti da parte di RFI.
A questo proposito, in questi mesi, con questo obiettivo, ho più volte sottolineato con lettere e progetti l'importanza che la Valle d'Aosta non venga ancora abbandonata a questa situazione legata a progetti dell'altro secolo. Anche questo ultimo Ministro si è comunque impegnato, attraverso i due Viceministri, nei nostri confronti. Speriamo che questo impegno nei prossimi programmi finanziari si traduca in atti finanziari concreti. Non sto a ribadire quello che si è sentito in questi ultimi mesi. La Valle d'Aosta può realizzare queste opere, che sono su infrastrutture nazionali, solo se chi oggi le governa e ne ha la proprietà si ricorda che anche la Valle d'Aosta fa parte di queste infrastrutture e ha bisogno di finanziamenti.
I primi 36 milioni sono arrivati a inizio anno. Il 22 luglio incontreremo, per la terza volta, i dirigenti di RFI, per disciplinare l'utilizzo di queste prime risorse. Il Programma, nel suo complesso, ha bisogno di circa 150 milioni di euro e 80 milioni saranno quelli che servono per l'elettrificazione della linea.
Nel frattempo abbiamo definito queste prime azioni, che sono: l'elettrificazione; l'elevazione a rango C della tratta Aosta/Ivrea (che vuol dire cercare di aumentare la velocità); la realizzazione di movimenti contemporanei nelle stazioni e poi di raddoppi selettivi sulla linea (i primi realizzabili in quasi tutte le stazioni e che permetteranno, una volta che l'orario sarà cadenzato, di migliorare i collegamenti con il trasporto su gomma, mentre i secondi sono da verificare, perché i tratti per realizzare i raddoppi selettivi sono molto lunghi e comportano investimenti quasi da stazione a stazione). Inoltre: l'ottimizzazione delle geometrie del binario sulla tratta Aosta/Ivrea; l'implementazione del sistema SCMT sulla tratta Aosta/Ivrea (abbiamo un sistema di comunicazione ancora di un rango inferiore rispetto a quello della tratta nazionale); la risoluzione di una criticità puntuale presso la stazione di Châtillon legata a particolari raggi di curvatura; e poi il grande progetto di tanti anni, che è fermo da tempo, ovvero la Lunetta di Chivasso, che va vista però assieme alla questione della Porta del Canavese.
Per quanto riguarda i collegamenti Aosta/Courmayeur, il Programma recepisce un recentissimo studio sulle opzioni per il collegamento Pré-Saint-Didier/Courmayeur, che è stato chiesto con la mozione approvata il 26 luglio scorso, e prevede: lo studio sul carico assiale; la riclassificazione dell'Aosta/Pré-Saint-Didier a 18 tonnellate; gli interventi di manutenzione straordinaria per la riapertura della linea Aosta/Pré-Saint-Didier; la trasformazione in stazione della fermata di Pré-Saint-Didier; l'elettrificazione dell'Aosta/Pré-Saint-Didier; e la conversione in tram-treno e prolungamento fino a Courmayeur della tratta. Evidentemente soprattutto questi argomenti saranno ancora oggetto di discussione da qui all'approvazione del Piano regionale dei trasporti e andranno ancora aggiornate le informazioni per tutto il Consiglio, per giungere alla soluzione e alla decisione migliore.
Rispetto all'integrazione con il sistema del TPL su gomma, il Programma, che è coerente con la bozza di Piano regionale dei trasporti che è stata presentata, prevede: il sistema di bigliettazione integrato tra ferro e gomma e l'abbonamento unico. È alle porte dell'approvazione della Giunta la variazione di bilancio, dove impegneremo un milione di euro per completare il reperimento delle risorse, per andare all'appalto del nuovo sistema di bigliettazione che permetterà finalmente di avere un unico biglietto per l'utilizzo del trasporto pubblico in Valle d'Aosta (gomma e ferro). La riprogrammazione del TPL su gomma e ferro andrà fatta integrando le osservazioni che sono pervenute e le segnalazioni dei cittadini. Dovremo evitare sempre più di avere sovrapposizioni di orari e di linee e cercare di dare sempre meglio i servizi per le persone, a partire dal territorio regionale. Come tema che già più volte è stato affrontato, ci sono poi l'incremento e il cadenzamento dei servizi ferroviari, ponendo bene attenzione alla velocità di percorrenza.
In altre parole, per queste 39 pagine in cui è articolato il Programma ringrazio in particolare i dirigenti, i professionisti e i colleghi che hanno voluto portare il loro contributo e, in particolare, i tecnici di RFI e il Comitato "La Valle d'Aosta Riparte". C'è stato un lavoro lungo e approfondito, è un punto di partenza. Non avendo risorse assegnate, dovremo attendere, questo andrà sostenuto con i prossimi bilanci, in particolare da parte dello Stato, ma anche con i nostri e con tutte le relative programmazioni che potremo mettere in essere.
È un Programma che fa la sintesi di vari studi, un'analisi dei vantaggi e delle criticità dei diversi interventi. Pone una serie di obiettivi e di azioni che sono alla base di una nuova programmazione, però - come ho voluto ricordare - ci sarà bisogno di risorse. Proprio per non costruire un bilancio dei sogni, abbiamo tolto quelle programmazioni che avevano costi a nove zeri, perché evidentemente è inutile parlare di cose irrealizzabili, soprattutto in questa fase. Mi riferisco, per esempio, a una famosa variante su un tratto autostradale che si avvicinava ai 500 milioni di euro. Se da un lato è un programma che ha bisogno di soldi, sono soldi che però possono essere reperiti con una buona programmazione delle risorse, l'importante è sapere poi come quantificare la spesa.
Rispetto alle versioni che avevano presentato in Commissione consiliare gli Assessori che mi hanno preceduto, ci sono queste modifiche e ognuno le potrà valutare come ritiene. Si sono modificate con gli aggiornamenti maturati nel frattempo rispetto all'attività in corso: l'aggiudicazione del servizio ferroviario con le informazioni e i documenti che sono emersi in queste ultime riunioni tra i tavoli tecnici della Regione e di RFI; sono poi evidentemente ben rappresentati i risultati ottenuti in questo periodo nell'interlocuzione con RFI e il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti; il recepimento dello studio sulle opzioni del collegamento Pré-Saint-Didier/Courmayeur e l'indicazione emersa nella bozza regionale dei trasporti.
Infine abbiamo cercato anche di rimarcare, sotto il profilo politico, gli indirizzi che la legge n. 22 dava, si comincia soprattutto a parlare anche di promozione del trasporto pubblico. Ieri annunciavo la volontà di arrivare ad un primo obiettivo, che è quello di creare delle condizioni migliori per il trasporto dei nostri giovani, a partire dal trasporto scolastico; poi minori costi per le famiglie e, soprattutto, un indirizzo culturale forte, perché, a partire da loro, si immagini un utilizzo del trasporto pubblico nel futuro non semplicemente legato al momento dello studio, ma anche ai momenti dello spostamento all'interno del territorio regionale. Per farlo dovremo creare le condizioni anche di tipo economico-finanziario, oltre a quelle per l'utilizzo come la semplicità di un biglietto unico. Dovremo creare posizioni economiche di favore e al riguardo andranno promosse delle campagne sostenute finanziariamente. Verso i giovani vorremmo rivolgerci già dal prossimo periodo e dal prossimo autunno.
Infine, io credo che il grande tema di questo Piano e dei prossimi mesi di trasporto saranno le scelte da fare sull'Aosta/Pré-Saint-Didier e poi sulla Pré-Saint-Didier/Courmayeur. Aosta/Pré-Saint-Didier/Courmayeur è il tema definitivo di discussione. Mantenere l'infrastruttura per mantenere il nostro servizio ferroviario sull'infrastruttura nazionale vuol dire continuare a far sì che lo Stato e RFI investano sull'infrastruttura. L'infrastruttura, così com'è, ha bisogno di soldi per il carico assiale e, in futuro, avrà bisogno di soldi per l'elettrificazione della linea, ancora prima di parlare della Pré-Saint-Didier/Courmayeur.
L'ipotesi del tram-treno, che affascina e che pare essere una buona soluzione per salire, anche in futuro, realizzando l'infrastruttura Pré-Saint-Didier/Courmayeur, oggi sconta una norma che ancora non pianifica e non dà regole certe per l'utilizzo del tram-treno sull'infrastruttura nazionale e sul collegamento dei trasporti. Queste cose andranno tenute in seria considerazione in termini politici perché, se non ci saranno regole certe sull'utilizzo del tram-treno, evidentemente bisognerà fare le scelte che tutti dovremo avere ben chiare davanti. Andare poi a gestirsi un'infrastruttura direttamente come Regione vorrà dire assumersi la responsabilità sia degli investimenti che della gestione. Rispetto a questo abbiamo ancora qualche mese per approfondire. Con i tecnici dell'Assessorato abbiamo chiesto approfondimenti alle autorità competenti in merito alle regole del traffico ferroviario. A breve sarò, insieme ai dirigenti, a lavorare anche su questo tema.
Le scelte politiche che faremo hanno bisogno di regole di tipo normativo per essere sostenute, e sarà appunto il tema del prossimo autunno, anche con l'approvazione del Piano regionale dei trasporti. L'obiettivo di tutti noi è quello di vedere un trasporto efficiente e affidabile, soprattutto un trasporto che utilizzi energia pulita. Per poter fare questo abbiamo bisogno di risorse, abbiamo bisogno che lo Stato e l'Europa si ricordino che anche territori come i nostri non vanno messi in condizione di non poter sviluppare e ammodernare le proprie infrastrutture, perché il lavoro che viene fatto a monte è legato alla fase di valutazione costi e benefici. I costi e i benefici non possono essere il valore assoluto per fare gli investimenti pubblici. È chiaro che nelle grandi città ogni metro di ferrovia realizzato porta con sé un trasporto di migliaia e di milioni di persone. Nei piccoli territori tutto questo non può avvenire, nella misura in cui siamo un territorio con una minore popolazione e con un'estensione e una complessità di realizzazione delle infrastrutture ben più importanti.
Come lo si dice in Europa, lo si dice in Italia, e lo diciamo anche a RFI e al Ministero: i nostri 80 milioni non possono essere misurati esclusivamente in questo senso. I territori, quelli turistici, quelli importanti per i collegamenti verso l'Europa e verso le altre nazioni, vanno considerati nella globalità e nell'importanza che possono dare i buoni investimenti, anche in regioni montane come la nostra.
Ieri il collega Marquis l'ha ricordato nel suo intervento: stiamo cercando di collaborare fortemente anche all'interno del Comitato delle Regioni. Per fare degli investimenti che mettano la nostra Regione in condizioni di migliorare la propria strategia sui trasporti e sulla viabilità abbiamo bisogno di un lavoro di rete, abbiamo pure bisogno del sostegno politico di movimenti che oggi hanno un ruolo importante a livello nazionale, al di là della loro presenza, qui. Io credo che l'interesse di tutti sia quello di lavorare per i valdostani, per il trasporto pubblico valdostano e per i nostri cittadini.
Vi sollecito e vi chiedo di lavorare - nella misura in cui avrete la forza di farlo - come LEGA Valle d'Aosta e come Movimento 5 Stelle per far sì che oggi anche questo periodo di Governo possa essere un Governo che guardi alla Valle d'Aosta con attenzione. Devo dire che questa attenzione c'è stata, nella prima fase. Da qualche mese però non abbiamo risposte e questo, invece, sarebbe utile. Ripeto: questo appello non lo faccio per il Governo regionale, che non potrà vantarsi se non della sua attività, ma lo faccio per la Valle d'Aosta e per i valdostani. Non si sviluppano infrastrutture di tipo nazionale senza un rapporto con chi oggi governa e con chi ha dei rapporti importanti. Speriamo che tutto questo possa essere veramente oggetto di un lavoro collettivo del Consiglio regionale e che sia un punto di partenza, pur avendo tutti i limiti che ho citato in premessa. Non ci sono impegni finanziari, quindi sulle finanze bisognerà fare un lavoro importante per sostenere i progetti, le idee e la visione politica.
Dalle ore 10:50 assume la presidenza il Vicepresidente Joël Farcoz.
Farcoz (Président) - La parole au collègue Aggravi pour l'illustration. Vous avez la parole.
Aggravi (LEGA VDA) - Volevo semplicemente chiedere una breve sospensione per un confronto con l'Assessore proponente dell'atto amministrativo.
Presidente - Sospensione accordata.
La seduta è sospesa dalle ore 10:50 alle ore 11:37 e dalle ore 11:37 riassume la presidenza la Presidente Emily Rini.
Rini (Presidente) - Chiedo se qualcuno vuole spiegare quanto deciso durante la pausa e la sospensione, visto che credo si sia arrivati ad una sintesi di posizioni. Ha chiesto la parola il collega Aggravi.
Aggravi (LEGA VDA) - Chiediamo scusa per aver preso un po' di tempo, ma era comunque necessario dopo il primo tentativo di perfezionare il Programma, come richiesto dal collega Restano. Abbiamo discusso tra noi in quanto proponenti degli ordini del giorno, vale a dire il sottoscritto, il collega Restano e l'Assessore competente, che ringrazio per la disponibilità.
Per quanto riguarda il primo ordine del giorno, ci saranno delle modifiche che verranno rappresentate nel dettaglio dal collega Restano. Per quanto riguarda l'ordine del giorno che avevo presentato io, lo ritiro, contro presentazione di un emendamento firmato dai gruppi LEGA, MOUV', dal collega Restano, dall'Assessore e anche da lei, Presidente.
Presidente - Ci sono altre richieste, colleghi? La parola all'Assessore Bertschy.
Bertschy (AV) - La pausa è servita soprattutto per andare nei contenuti delle due richieste presentate: da un lato quella del collega Restano, che chiede un percorso chiaro per arrivare poi alla scelta definitiva rispetto all'ipotesi di trasporto, in particolare per la tratta Aosta/Courmayeur. È chiaro che è un lavoro che va fatto nei prossimi mesi e che stiamo facendo nell'approfondimento del Piano regionale dei trasporti. Come abbiamo detto, è legato anche alle normative di riferimento. Per avere uno scenario il più ampio possibile, dobbiamo anche essere sicuri che tutti gli scenari siano perseguibili e che non limitino le possibilità di scelta.
Per venire invece all'emendamento, questo rinforza l'azione e anche l'invito politico rivolto a tutti. È un programma che dà una visione di strategia, però ha bisogno di supporti finanziari. Ci è stato richiesto di emendare il documento aggiungendo che, oltre a tutte le risorse che potremmo ricercare nell'ambito pubblico, si dovrà anche verificare la possibilità di utilizzare risorse complementari attraverso varie forme di finanziamento che possono anche vedere coinvolte partnership di tipo privato, soprattutto per alcune parti del progetto. Evidentemente è un tema aperto e, per raggiungere questi obiettivi, abbiamo bisogno di esplorare qualsiasi possibilità che ci permetta di sostenerli.
Presidente - La parola al collega Restano.
Restano (GM) - Chiedo se devo procedere all'illustrazione dell'ordine del giorno o se va fatta più tardi... bene.
Come hanno ben detto l'Assessore e il collega Aggravi, abbiamo investito questo periodo di tempo per affinare la nostra proposta e concordare con la maggioranza un'impegnativa. Come è già stato anticipato, il legame fra il Piano regionale di trasporti e il Programma strategico è molto stretto. Ho già avuto modo di dirlo in fase di questione pregiudiziale: il Piano regionale dei trasporti guarda il trasporto pubblico e privato a 360 gradi e detta, nel dettaglio, gli indirizzi che in questo caso si dovrebbero dare al trasporto su ferro in Valle d'Aosta, quindi va ad indicare le prospettive future.
Con la legge regionale n. 22 del 2016 si è voluti entrare un po' più nel dettaglio attraverso questo strumento che è il Programma strategico degli interventi e, quindi, delegare a questo Programma strategico proprio le scelte definitive.
Quello che noi abbiamo visto all'interno del Programma strategico è proprio l'assenza di alcune scelte; scelte che saranno determinanti per il futuro della Valle d'Aosta, soprattutto nella parte riguardante l'Aosta/Pré-Saint-Didier/Courmayeur. Noi avevamo delegato queste scelte ad un approfondimento proprio sul Piano regionale di trasporti, che è arrivato e non è ancora stato approvato. Anche queste ulteriori scelte, soprattutto in merito alla Pré-Saint-Didier/Courmayeur, non le abbiamo ancora votate e abbiamo avuto modo di leggere la bozza.
Quanto abbiamo concordato, in linea con il cronoprogramma del Governo attuale, è di indicare, entro la data del 30 ottobre 2019 - nell'attuazione del Programma strategico -, la scelta politica su quale sia la soluzione migliore per il moderno sistema di trasporto pubblico su rotaia per collegare Aosta a Courmayeur, di riportare questa scelta all'esame della Commissione e, poi, al voto in Aula. In buona sostanza, quando ci sarà questa scelta, si andrà ad emendare il Programma strategico. Questo permette alla maggioranza di votare oggi il Piano strategico, ma permette altresì ai proponenti dell'ordine del giorno di andare a valutare ulteriormente questo documento e, approfondendo l'argomento, andare a dire nel dettaglio quale sarà la soluzione per il futuro.
Mi permetto di sottolineare che, ad oggi, siamo ancora alla valutazione se aumentare il carico assiale o meno, il che vuol dire una scelta importante. Se vi ricordate, in quest'Aula inizialmente era stato proposto: "Riapriamo immediatamente l'Aosta/Pré-Saint-Didier, spendiamo 15 milioni di euro e viaggiamo con i vecchi treni", cosa che cozza un po' con la scelta carbon free che abbiamo fatto poco tempo fa, perché forse i vecchi treni inquinano più dello stabilimento Cogne.
Collega Assessore all'ambiente, al di là della battuta, questa è la scelta importante che dobbiamo fare: dobbiamo decidere dove investire i nostri soldi e in quale maniera; se vale la pena aumentare il carico assiale; se si farà il tram-treno; qual è la soluzione migliore per la Pré-Saint-Didier/Courmayeur. Queste scelte determineranno scelte importanti per la città di Aosta, per l'attraversamento a raso proposto dell'architetto Fubini, per lo sviluppo della famosa area F8 della città di Aosta. Sono consequenziali ed è solamente per questo motivo che avevamo proposto la questione pregiudiziale: per permettere di decidere serenamente, senza essere assillati dal cronoprogramma. Non è stato così, però siamo ugualmente soddisfatti, perché siamo riusciti, tutti insieme, a fare una scelta che ci permette, nei prossimi mesi, di dare la giusta linea di indirizzo. Questo periodo di tempo potrà essere speso anche per fare alcune correzioni formali, come abbiamo condiviso con l'Assessore.
Tutti i riferimenti - che sul Programma strategico sono ben 14-15 - al Piano regionale dei trasporti devono essere modificati. Alcuni erano delle affermazioni ma, non avendo ancora approvato l'atto, si tratta quantomeno di una questione di opportunità e di andare a modificare alcune date che oramai sono passate, quindi di sistemare il tutto, al di là dell'approvazione odierna.
Presidente - Ci sono altre richieste? Chiudiamo la discussione generale. La parola alla collega Minelli.
Minelli (RC-AC) - Vorrei introdurre il mio intervento facendo un riferimento "storico" dell'origine di questo provvedimento che oggi votiamo.
Nel dicembre del 2015 era stata decisa la sospensione del servizio sulla ferrovia Aosta/Pré-Saint-Didier. Era stata quella la goccia che per molti cittadini aveva fatto traboccare il vaso e che aveva scatenato una reazione degli stessi contro il progressivo degrado del ruolo di tutta la ferrovia nella nostra Regione. Si è costituito il Comitato "La Valle d'Aosta Riparte", di cui ho fatto parte fin dalla sua iniziale costituzione: è un comitato di cittadini che ha elaborato una proposta di legge di iniziativa popolare, che ha raccolto oltre 7.000 firme per un referendum propositivo e che, proprio in questo modo, è riuscito ad ottenere l'approvazione della proposta di legge che poi è diventata la legge regionale del 25 novembre 2016, n. 22.
Il Programma strategico di interventi per la ferrovia di cui oggi discutiamo è previsto proprio da quella legge, la legge n. 22 del 2016, e non dal Piano regionale dei trasporti che aspettiamo da 22 anni. Ai sensi di quella legge, il Programma doveva essere approvato entro giugno 2017, quindi arriva in Consiglio oggi, con due anni di colpevole ritardo.
Il compito del Programma strategico è di indicare come realizzare i principali punti previsti da questa legge e che sono (lo ha già evidenziato l'Assessore nel suo intervento, ma li ripeto): l'elettrificazione della tratta Ivrea/Aosta; la velocizzazione del collegamento Aosta/Ivrea/Torino; la riapertura dell'Aosta/Pré-Saint-Didier e la prosecuzione delle rotaie fino a Courmayeur. Li vorrei brevemente illustrare.
Il primo punto riguarda l'elettrificazione della tratta Ivrea/Aosta. Il Programma strategico che va oggi all'esame del Consiglio conferma la scelta dell'elettrificazione, che fino a cinque anni fa non era per nulla scontata. È previsto che, a breve, Rete Ferroviaria Italiana affidi la progettazione definitiva e che in cinque anni, massimo sette, l'opera sia ultimata. Abbiamo presentato in questo senso un emendamento che abbassa la prima bozza che parlava di otto-dieci anni perché, a nostro avviso, è un arco temporale corretto. Ricordo che questo emendamento è stato approvato in Commissione all'unanimità, segno che questa è un'esigenza sentita e ritenuta importante da tutti. L'elettrificazione è un obiettivo fondamentale per la ferrovia valdostana: per la funzionalità della linea, perché ci adeguiamo finalmente agli standard nazionali e avremo la possibilità di utilizzare tutti i treni; per la velocità, perché si elimina per sempre, e per tutti i treni, la rottura di carico ad Ivrea; per l'ambiente, perché si passa ad una trazione elettrica che utilizza un'energia non inquinante e prodotta in loco. Questo è un passo avanti essenziale per la mobilità sostenibile, su cui stiamo varando, in Commissione, un testo di legge.
Il secondo è relativo alla velocizzazione della tratta Aosta/Bassa Valle/Ivrea/Torino. Il Programma prevede una serie di interventi: l'ottimizzazione delle geometrie di binario; la rettifica di alcune curve; gli incroci dinamici nelle stazioni; l'elevazione a rango C della tratta Aosta/Ivrea, cosa che consentirà una maggiore velocità. Interventi che, insieme all'elettrificazione e al superamento definitivo di questa rottura di carico, consentiranno di arrivare a Torino Porta Susa in 1 ora e 30 minuti contro le 2 ore attuali. È un obiettivo importante, sicuramente forte, ma è realistico, e sarà un grande beneficio per tutti i pendolari interni alla nostra Regione.
Si prevede poi nel Programma la riapertura della tratta Aosta/Pré-Saint-Didier realizzando, a cura e a spese di Rete Ferroviaria Italiana, la manutenzione straordinaria che era stata bloccata nel 2015 - come dicevo in apertura - e inserendo la ripresa del servizio in quello che per noi è un grande progetto della prosecuzione dei binari fino ai piedi del Monte Bianco. Il Programma strategico recepisce infatti - poi bisognerà approfondire, come è stato detto, la definitiva scelta politica - le conclusioni dello studio preliminare della società TPS sul collegamento con Pré-Saint-Didier e prevede, fra le opzioni, quella innovativa del tram-treno, di questo veicolo versatile che sulla tratta Aosta/Pré-Saint-Didier viaggerebbe in modalità ferroviaria usando l'attuale infrastruttura e che poi, nella tratta fra Pré-Saint-Didier e Courmayeur, viaggerebbe in modalità tranviaria. Questo è sicuramente un progetto ambizioso, che andrà valutato, di grande rilevanza per la mobilità sostenibile locale e, per noi, anche una carta da giocare come fruizione e attrazione turistica.
Come abbiamo sentito anche in Commissione, nel lungo, lunghissimo percorso di redazione del Programma, ci sono stati ripetuti incontri tra l'Assessorato - che ha costituito un tavolo - e il comitato che ha raccolto le firme, un comitato che raggruppa 22 associazioni, sindacati, partiti e singoli cittadini. È stato quindi un percorso condiviso, un metodo che non può che essere apprezzato - io ritengo - e che immagino e spero porterà anche ad un voto di condivisione del testo in quest'Aula.
Il Programma, come è previsto dalla legge, riguarda un arco temporale di dieci anni e prevede degli interventi validi che noi condividiamo. Riteniamo positivo anche lo sforzo per individuare tre fasi di distribuzione degli interventi, come descritto nelle tre tabelle allegate al testo del Programma strategico.
La questione dei soldi. In passato quante volte si è detto, in questo Consiglio: "Certo, sarebbe opportuno elettrificare e velocizzare, ma non ci sono i soldi, la Regione non ha i soldi"? In effetti gli interventi previsti dal Programma strategico sono costosi, ma vi racconto anche una storia. Nel 2017, quando il Comitato "La Valle d'Aosta Riparte" ha iniziato ad operare con gli Assessori e con la Giunta regionale, che per l'appunto diceva che sarebbe stato bello elettrificare l'Aosta/Ivrea e riaprire l'Aosta/Pré-Saint-Didier, non c'erano i soldi. A fine gennaio, al primo incontro fra il Comitato e RFI, si è appreso che RFI era disposta a fare i lavori di elettrificazione e le manutenzioni per riaprire l'Aosta/Pré-Saint-Didier senza chiedere un euro alla Regione, semplicemente perché quelle erano e sono opere che fanno parte dei compiti istituzionali di RFI e sono finanziati dal contratto di programma che c'è tra Rete Ferroviaria Italiana e il Ministero dei trasporti. Ovviamente poi le cose cambiano, sono passati due anni. I soldi comunque ci sono e bisogna andarli a cercare. Però, ancora prima di andare a trovare i soldi, bisogna avere delle idee, dei progetti e della volontà politica, che in passato è mancata e che noi speriamo oggi emerga con forza e compattezza da questo Consiglio regionale.
Oggi possiamo però prendere atto, in quest'Aula, che da parte di chi ci ha lavorato assiduamente e con una certa volontà - perché è questa che ci voleva - c'è un atteggiamento nuovo, qualcosa di nuovo.
Io sono rimasta un po' stupita dal fatto che ci sia chi in Commissione ha approvato il Piano strategico - mi riferisco in particolare al collega Restano, il quale, dopo aver chiesto una settimana in più per esaminarlo e fare le dovute osservazioni, non ha poi trasmesso tali osservazioni in Commissione, ma sono arrivate oggi -, e oggi manifesti delle perplessità o faccia valutazioni diverse, anche perché, come lo stesso collega Restano mi ha ricordato in riunione di Commissione, il testo definitivo che arriva oggi sostanzialmente non è molto diverso da quello che era in discussione nel momento in cui c'era un'altra maggioranza, un altro Governo, e non è molto dissimile da quello che ho presentato, a nome del mio gruppo, lo scorso anno.
Sono poi un po' colpita dal fatto che, con tutto il tempo che c'è stato a disposizione - qualcuno era in questo Consiglio ben prima di me, e di Programma strategico si è iniziato a parlare subito dopo l'approvazione della legge approvata nel novembre 2016, quindi si è iniziato a parlarne nel 2017 -, si debba ancora approfondire. Si può sempre approfondire, certo, si può sempre migliorare, però a un certo punto bisogna anche prendere delle decisioni! A mio avviso le decisioni potevano essere prese già parecchio tempo fa: potevano essere prese a giugno 2017, ma potevano essere prese anche a settembre 2018. Ma non importa, ora finalmente ci siamo. Mi sembra che questo sia ciò che è importante.
Oggi votiamo questo provvedimento che è frutto di un lavoro partecipato e, soprattutto, è un provvedimento che i cittadini valdostani aspettano da molto tempo. Vi ricordo che quelle firme sono state raccolte in un arco di tempo molto limitato e sono oltre 7.000. Non mi sembra poco per quel che riguarda una richiesta di questo genere!
Io personalmente, come altri qui dentro, ho partecipato alla raccolta delle firme e vi posso assicurare che in questi più di tre anni, ormai, moltissime persone si sono chieste: "Ma come? A novembre del 2016 è stata approvata una legge per la quale ci si era impegnati e poi non ne abbiamo quasi più saputo niente fino a quest'anno!". Ecco, io ritengo che il Programma strategico degli interventi, che deve essere votato oggi in Consiglio, sia un provvedimento di cui questa Regione ha bisogno; al di là di tutti quelli che possono essere gli accordi, le maggioranze o le minoranze, è un provvedimento utile per la comunità valdostana. La comunità valdostana ha bisogno di questo e di altri provvedimenti che vadano nella direzione dei suoi interessi. È per questo che noi oggi siamo particolarmente soddisfatti e orgogliosi di votare questo Programma.
Dalle ore 11:55 assume la presidenza il Vicepresidente Distort.
Distort (Presidente) - Ricordo che siamo in fase di discussione generale, se qualcuno vuole prendere la parola. In assenza di richieste, chiudo la discussione generale. Si apre la possibilità di intervento e di replica da parte del Governo.
Signori, vi chiedo di essere un po' più tempestivi nel richiedere l'intervento. La parola alla collega Pulz.
Pulz (ADU VDA) - Vorrei dire che questo Programma strategico degli interventi che oggi arriva in Consiglio a noi sembra decisamente migliore del poco che c'è stato per troppi anni, quando il favore era purtroppo accordato al trasporto su gomma e con auto privata (parlo ancora degli anni d'oro dei buoni benzina, che chi, come me, "carampana", ricorda molto bene). Questo ci sembra un buon piano, soprattutto perché - come ricordava la collega poco fa - il Comitato "La Valle d'Aosta Riparte", che riuniva, com'è stato detto, varie associazioni e organizzazioni, è stato ascoltato. Possiamo quindi dire che questa legge regionale del 2016 è nata veramente su iniziativa popolare con tanto di raccolta di firme. Quest'aspetto ci piace moltissimo. Per fortuna poi la legge è stata approvata all'unanimità, probabilmente anche per quel sacro terrore del referendum popolare che si è diffuso tra i politici all'indomani dell'esito del referendum sul pirogassificatore, perché in quest'Aula quando si sente parlare di referendum viene l'itterizia quasi a tutti.
È vero che questo Programma strategico di interventi, che è volto a individuare azioni specifiche, avrebbe dovuto essere presentato dopo sei mesi, e sono passati più di due anni. Forse appunto perché, una volta scongiurato il pericolo del referendum, ci si è seduti un attimo e non si è più ravvisata la necessità di prendere un treno più veloce. Nel frattempo è andato avanti anche il Piano regionale dei trasporti, che forse avremmo potuto aspettare a questo punto per inserirvi pure il discorso ferrovia, tanto arriva anche quello in ritardo, se non ho calcolato male, di circa vent'anni. In fondo prima o poi le buone idee si realizzano in Valle d'Aosta, basta non avere troppa fretta!
Vi dico tra parentesi che quando lavoravo a scuola avevo la sensazione che le innovazioni procedessero troppo lentamente, invece nel mondo della politica ho capito che bisogna proprio sedersi sulla riva del fiume e aspettare... non il cadavere, come si suol dire, ma che l'acqua scorra, meditando sul senso dell'esistere, un po' come faceva Siddhartha. Comunque adesso è stata data un'accelerata al tutto, un'accelerata di turbo, se mi permettete, che sa un po' di marmitta bruciata, e ti viene da chiedere come mai è stato tutto accelerato così in fretta. Non importa, noi badiamo al sodo.
Come ha detto la collega, la Valle d'Aosta ha bisogno di questo Programma, ha bisogno del Piano dei trasporti, e finalmente sembra che si vogliano affrontare i problemi che fanno ancora della Valle d'Aosta una sede distaccata del Far West proprio per la sua difficile raggiungibilità, alla faccia della vocazione turistica della nostra bella Regione di cui ci vantiamo, vocazione che invece, proprio quella, potrebbe costituire la chiave di volta per valorizzare, per esempio come si fa in molte parti d'Europa, le belle stazioni storiche e le linee che da molti sono considerate rami secchi del sistema dei trasporti, come appunto la suggestiva oltreché utile tratta Aosta/Pré-Saint-Didier di cui, sempre da "carampana" quale sono, ho molta nostalgia.
È comunque valsa la pena forse aspettare con tanta pazienza, sicuramente troppa, questi esiti, perché ora il Piano che abbiamo di fronte sembra realistico, quindi forse anche realizzabile, soddisfacente da tanti punti di vista, con proposte sicuramente ottime, come per esempio il biglietto unico che toglierà un po' di stress ai viaggiatori. Sicuramente sarà necessario potenziare le strutture tecniche regionali, potenziare l'Assessorato, credo con personale interno preparato, in modo da poter realizzare veramente tutti insieme una Valle d'Aosta davvero - e non solo sulla carta - carbon free.
Adesso noi voteremo chiaramente a favore del Piano e ci auguriamo che ci sia l'impegno di tutti i soggetti per accelerare davvero, per recuperare questo temps perdu e per favorire veramente il cambiamento, per sostenere il miglioramento dei sistemi di trasporto pubblico al punto tale che magari un giorno verrà preferito al trasporto privato, con le buone idee come il sistema dei parcheggi di interscambio, le limitazioni della circolazione nei centri storici, il favore per il car sharing e la mobilità elettrica. In chiusura vi confesso che ho accolto le sollecitazioni del progetto del Comune di Charvensod che subito mi aveva lasciata un po' scettica, "Boudza-tè", e finalmente ho avuto modo anche di provare la bicicletta elettrica con grande entusiasmo, anche se non so se l'adotterò come mezzo per venire tutti i giorni a Palazzo.
Presidente - Siamo in discussione generale. Ha chiesto la parola il collega Aggravi.
Aggravi (LEGA VDA) - Vicepresidente, vorrei soltanto fare una precisazione. Per velocizzare i tempi, intenderei anticipare l'intervento di presentazione dell'emendamento eventualmente per favorire la discussione generale, se l'Aula è d'accordo. Non vado quindi ad intervenire sulla discussione generale, ma semplicemente per esporre l'emendamento.
Presidente - La parola al collega Aggravi per la presentazione dell'emendamento.
Aggravi (LEGA VDA) - Ringrazio ancora l'Assessore, il collega Restano, gli altri colleghi e anche il Presidente, che erano presenti quando abbiamo concertato quest'emendamento. L'emendamento vuole semplicemente aggiungere un paragrafo, un'opzione ulteriore relativa alle fonti di finanziamento. Leggendo il Programma strategico ci si accorge che - come anche l'Assessore ha esplicitato nella sua presentazione - ci sono dei dubbi o comunque delle incertezze sul reperimento di risorse soprattutto di natura nazionale, quindi del proprio Governo centrale, risorse provenienti dall'Europa. L'unica certezza che abbiamo - ahimè, direi - è che purtroppo sul bilancio regionale delle risorse adeguate per portare avanti anche solo uno dei progetti identificati oggi all'interno del Piano sono molto poche e sono pochine.
A fronte di questo, anche in un'ottica valutativa - e questo lo specifico anche perché, come giustamente si ricorda, ci sono tratte che sono di competenza esclusivamente nazionale -, quest'emendamento propone di andare ad aggiungere un paragrafo a pagina 32 del Programma, successivamente al paragrafo "Risorse del bilancio regionale", denominato "Forme complementari di finanziamento". Do lettura del corpo del paragrafo: "A fronte delle attuali incertezze relative al reperimento delle necessarie risorse finanziarie sia di provenienza europea o nazionale che di fronte alle contingenti ristrettezze del bilancio regionale sarà opportuno valutare caso per caso il ricorso a forme di finanziamento complementari al canale tipico della finanza pubblica. In particolare, sarà opportuno valutare la percorribilità giuridica e la relativa sostenibilità economico-finanziaria, con ottica di lungo periodo, di forme di reperimento delle risorse complementari quali: forme tipiche di finanza di progetto (collegate all'affidamento successivo in concessione della gestione dell'infrastruttura); accordi di partnership pubblico-privato; emissione di Buoni Ordinari Regionali; ricorso al mercato dei capitali, sia in termini partecipativi che di natura obbligazionaria".
L'obiettivo è appunto quello di definire forme di finanziamento complementari rispetto a quelle già identificate per riuscire finalmente, magari, a portare a termine uno dei progetti, anche per evitare e dare concretezza a quello che potrebbe rischiare di essere un libro dei sogni.
Presidente - La discussione generale prosegue anche in merito all'emendamento esposto. Ha chiesto la parola la collega Morelli.
Morelli (AV) - Per portare a compimento scelte strategiche importanti per la comunità non basta la volontà politica, neanche espressa in modo unanime, com'è stato per la legge regionale n. 22 del 2016 che questo Consiglio aveva sostenuto in modo corale. Da quella legge discende l'atto amministrativo che ci accingiamo a votare oggi. Ciò che è ugualmente importante è che vi sia continuità di azione e stabilità di Governo, ed è quello che è mancato in questi due anni. All'interno di quest'Aula credo che siamo in tanti a dovercene assumere, in misura più o meno importante, la responsabilità. Così si spiega in parte il fatto che, nonostante alle spalle ci fosse un voto unanime della legge di riferimento, ci siano voluti due anni per giungere alla votazione del Programma strategico. Dico che si spiega in parte perché, ad onor del vero, bisogna riconoscere che la previsione della legge che attribuiva solo sei mesi - 180 giorni, per l'esattezza - alla Giunta per la presentazione del Programma strategico al Consiglio regionale era francamente poco realistica e poco congrua. Questo programma, che contiene una serie di punti e di azioni precise, ha richiesto infatti interlocuzioni, approfondimenti tecnici con partner che risaputamente non sono di facile approccio. Rimane però il fatto che l'instabilità politica non ha aiutato e di questo credo vada tenuto conto.
Dobbiamo altresì riconoscere però che in questi due anni la volontà politica dei diversi Governi non è venuta meno. Ci sono stati forse periodi un po' più intensi e altri un po' meno, ma comunque c'è stata continuità in questa direzione - credo che questo vada riconosciuto anche al collega Restano -, perché vi era la consapevolezza diffusa che questa sia una questione importante, prioritaria, determinante per la nostra comunità, e poi vi era la consapevolezza che alla base di quest'atto vi era una precisa indicazione dei cittadini valdostani.
Lo ha già ricordato la collega Minelli: questa legge discende da una legge di iniziativa popolare che è stata sostenuta da oltre 7.000 firme raccolte anche in breve tempo. In tanti in quest'Aula abbiamo affiancato il Comitato "La Valle d'Aosta Riparte" anche proprio nella raccolta delle firme, abbiamo avuto modo di parlare con la gente, e quindi sappiamo bene quale spinta popolare ci fosse dietro questa legge, perché tanta e tale era la convinzione diffusa tra i valdostani che al problema del trasporto ferroviario fosse necessario dare soluzioni adeguate in tempi rapidi.
Lo diceva giustamente l'Assessore nella sua illustrazione: questo non è un punto d'arrivo, è un punto di partenza, una stazione di partenza speriamo verso destinazioni e obiettivi che sono ben esplicitati nel Programma e che discendono da due principi strategicamente importanti. Il primo è contenuto nella legge del 2016, ed è che l'asse dei trasporti nel fondovalle è prioritariamente affidato alla modalità ferroviaria che deve essere coordinata e integrata con un servizio di trasporto su gomma nelle vallate, nei centri urbani e nelle località laterali, e che a questa intermodalità deve essere anche affiancata un'integrazione tariffaria, mentre il secondo punto discende da necessità direi ugualmente stringenti, quelle ambientali ed energetiche che si stanno compiendo in questi anni nella nostra Regione per puntare a una modalità di trasporto sempre più basata sulla trazione elettrica.
È tutto bello, interessante, stimolante, ma c'è un dettaglio - e non è un piccolo dettaglio -, che è quello delle risorse per poter fare tutto questo, per poter dare corpo ai sogni della politica: le risorse al momento sono da definire. Possono essere di provenienza e fonte diversa e quindi ben venga anche l'emendamento integrativo proposto dal collega Aggravi che propone giustamente anche possibilità di finanziamento complementari.
Vi è poi un altro punto importante da discutere. Mi sia concesso un piccolo passaggio personale: in questi undici anni di permanenza in Consiglio regionale io ho toccato spesso il tema del destino, del futuro dell'Aosta/Pré-Saint-Didier. È bene che si voglia approfondire in tempi brevi andando a definire scelte che auspichiamo possano essere all'avanguardia, sostenibili ambientalmente, interessanti sia dal punto di vista del trasporto locale che per una finalità turistica. Possono aprirsi scenari interessanti - lo ha detto anche il collega Restano poc'anzi - dal punto di vista trasportistico, ma anche dal punto di vista urbanistico per la nostra Regione. Non limitiamoci però alla semplice riapertura, sicuramente non con i mezzi che venivano utilizzati in precedenza, perché di sostenibilità ambientale in quel caso veramente non si potrebbe parlare. Portiamo avanti in modo corale questi progetti mettendoci ognuno del suo, quanto può metterci, perché effettivamente questo può segnare una svolta importante per il futuro della nostra Regione.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Lucianaz. Prego.
Lucianaz (LEGA VDA) - Due parole, sarò veloce anch'io. In Commissione mi ero permesso di avanzare qualche dubbio, in particolare sul fatto che di un investimento così importante - si parla di circa 300 milioni - non abbiamo assolutamente idea chi sarà il finanziatore, in quanto qui nello schemino trovo, come possibili fonti di finanziamento: lo Stato, RFI, la Regione, forse anche l'Europa, però di concreto al momento c'è poco, per avere comunque poi una rete ferroviaria che si limita, come sempre, a una sola rotaia, con le gallerie del 1800 e qualcosa, e comunque con passaggi a livello su cui io ho insistito un pochino, perché comunque i passaggi a livello sono utilizzati parecchio. Abbiamo il sottopasso, qua al Voison, che rimane quello di 100 anni fa, con le difficoltà del traffico stradale per chi non è abituato a fare la manovra (pensiamo ai bilici o ai pullman). Visto che è un Piano che sogna direi quasi a occhi aperti, per me si potrebbe sicuramente ancora migliorare.
Stesso discorso per l'estero: non ci abbiamo pensato. Io sono convinto che si potrebbe anche guardare un pochino fuori dall'Italia, avere una visione un po' meno centripeta siccome ci sono progetti di oltre 100 anni fa già a buon punto, che proponevano collegamenti sia con Bourg-Saint-Maurice, sia con Le Fayet o con Saint-Gervais. Si potrebbe comunque ipotizzarli in un Piano strategico o almeno prevederne lo studio.
Termino sul fatto dell'Aosta/Pré-Saint-Didier. Io non ho ben capito in questo Piano strategico se si vuole rivedere o no il carico assiale, mi sembra che tutte le opzioni siano ancora valide. Non so se questo - in patois - "tran tran" venga poi realizzato effettivamente o se si opta ancora per la linea del treno. Ben vengano quindi altri approfondimenti.
Presidente - Siamo ancora in discussione generale. Colleghi vi prego di chiedere la parola nel caso vogliate intervenire. Ha chiesto la parola il collega Marquis.
Marquis (SA) - Credo che oggi sia un momento importante, perché siamo riusciti a portare all'attenzione dell'Aula un tema sul quale si è lavorato per parecchio tempo, il tema del Piano strategico dei trasporti, e si è anche riusciti a mediare - credo - tra le forze politiche per arrivare ad una condivisione perlomeno di approccio su una questione che appartiene alla Valle d'Aosta, non appartiene a nessuno di specifico come componente o come forza, ma è un tema comune di grande interesse per i cittadini valdostani.
Il tema del trasporto ferroviario è estremamente difficile da affrontare e io credo che non è che nel tempo chi è venuto prima di noi abbia sottovalutato l'argomento o l'abbia volutamente tenuto nei cassetti. È un tema al quale la politica deve essere in grado di offrire delle soluzioni, individuare delle strategie e individuare degli obiettivi da perseguire, ma poi occorre anche individuare la strada per poter raggiungere questi obiettivi. Mai come oggi il tema del trasporto su ferrovia è stato un tema à la une, perché è un tema che interessa sostanzialmente tutta l'Europa. Ieri partecipavo al Comitato delle Regioni dove è avvenuto un dibattito proprio su questo argomento e ci si interrogava sulla potenzialità della ferrovia nella partecipazione alle grandi sfide che sta vivendo l'Unione europea in questo momento, sfide che possono toccare gli aspetti ambientali, socio-economici, della competitività e della coesione territoriale.
Posso assicurare che le parole che ho sentito questa mattina in Aula, dove ci si è pronunciati con preoccupazione sulla situazione della Valle d'Aosta, descrivono un problema che ho sentito anche ieri e che è comune a tante realtà europee, perché in questi anni ci si è concentrati sull'attenzione nel creare la spina dorsale, la colonna vertebrale delle direttrici europee su ferro, però c'è tutto un lavoro ancora da fare di capillarizzazione del servizio e soprattutto di collegarsi a queste reti. Mai come in questo periodo sta aumentando la diseguaglianza sul territorio in funzione di dove si è posizionati rispetto all'accessibilità. Le distanze sulle cartine geografiche si misurano in centimetri e sulle direttrici infrastrutturali in chilometri, ma sempre più spesso queste cartine si allungano e si accorciano in funzione dei mezzi tecnologici che ci sono per raggiungere delle realtà con cui si hanno relazioni funzionali.
Oggi l'unità di misura è il tempo, quindi il tempo è in grado di ridefinire gli aspetti di insediamento sul territorio a tutto vantaggio dei grandi centri urbani. Oggi è possibile vivere a Torino e andare a lavorare a Milano, è sostenibile, perché in un'ora e 10 minuti di treno con un mezzo sostenibile si può fare questa scelta di vita. Io sogno che un giorno sia possibile anche abitare a Torino e venire a lavorare in Valle d'Aosta quotidianamente, oppure dalla Valle d'Aosta poter andare tutti i giorni a Torino in modo sostenibile, rispettando le tempistiche che ci si attende da questo tipo di servizio, così come l'utilizzo di una rete ferroviaria che sia attuale, innovativa, tecnologica e che possa consentire anche lo sviluppo turistico della nostra Regione.
Dicevo che questo è un importante strumento, a mio avviso, quello del Piano strategico, che sostanzialmente recepisce tutte le analisi fatte negli anni passati. Sono stati acquisiti degli studi che sono stati messi a disposizione e nei quali sono state fatte, in questa circostanza, delle valutazioni di sintesi per poter confrontare degli scenari. Credo sia apprezzabile questo strumento, perché sono individuati degli interventi sul breve, sul medio e sul lungo periodo, ovvero in funzione della peculiarità della Valle d'Aosta sono state individuate le possibilità che ci sono attraverso interventi infrastrutturali, attraverso interventi che interagiscono sulla modifica della trazione e del materiale rotabile che può passare dalla trazione termica alla trazione elettrica, attraverso l'introduzione di modelli organizzativi e di tecnologie che consentono di ridurre il tempo di percorribilità.
Io voglio sottolineare che al di là dell'aspetto ambientale, che è un aspetto a cui tutti teniamo perché oggi bisogna cercare di puntare alla transizione energetica e combattere i cambiamenti climatici, c'è la forte necessità di dare dei servizi adeguati, sia sotto il profilo qualitativo, ma anche sotto il profilo temporale. Credo che sotto questo punto di vista dobbiamo spingerci avanti, tenere l'asticella più alta possibile, perché se già oggi progettiamo previsioni che sono meno competitive di quello che altri vivono già in questa fase, credo che, tenuto conto che tali investimenti sono di lunga durata, potremmo poi trovarci in difficoltà future.
Ritengo altresì che sia molto importante - come ha detto il collega Lucianaz, e questo l'ho ribadito anch'io ieri nell'intervento dopo essermi confrontato con l'Assessore - che occorre sognare e tenere l'asticella a livello adeguato. Cosa significa questo? Significa che oggi la questione dei trasporti è sempre più affrontata su scala sovralocale, quindi vuol dire che le regioni si devono confrontare con le regioni confinanti. Poi quando si è una regione transfrontaliera c'è un problema aggiuntivo, perché bisogna porre la questione su scala nazionale poiché si devono confrontare dei paesi di tipo diverso. I problemi incrementano ancora quando si è una regione transfrontaliera di montagna, perché arrivano ancora ulteriori difficoltà.
Io credo che sia comunque da sfruttare questo momento del cambio di guida in Europa, perché presto ci sarà una rivisitazione del libro bianco sui trasporti e sul regolamento delle reti transnazionali. Ho notato che ci sono tutta una serie di rappresentanti dei territori che non danno per scontato che tutto quello che è stato disegnato in ambito di direttrici rimanga, ci possono essere delle occasioni di rivisitazione che, a mio avviso, devono essere evidenziate da tutti coloro che si trovano lungo una direttrice di traffico internazionale. Per poter puntare alla transizione energetica bisogna trasferire il più possibile il traffico da gomma a ferro; quindi, a mio avviso, bisognerebbe perlomeno che tutti i collegamenti internazionali siano garantiti a livello di multimodalità, perché diversamente questo è un obiettivo che non si può perseguire, soprattutto nelle regioni alpine e soprattutto in una regione di montagna come la nostra, poiché i numeri della ferrovia sarebbero sempre inferiori rispetto a quelli che esercita a livello di attrattività il traffico su gomma. Ovvero: per puntare alla transizione energetica bisognerebbe contare su cambiamenti endogeni ed innovazioni tecnologiche che avvengono sul sistema su gomma. Diversamente il problema dell'inquinamento permarrebbe.
Credo quindi che, al di là di tutto, è utilissimo e fondamentale essere quantomeno coesi dentro quest'Aula e poi provare a tutti i livelli, senza rinunciare a priori, nonostante le difficoltà siano altissime in questi ambiti e le probabilità di successo siano piccole rispetto ai nostri desiderata, ad avere sotto questo profilo un confronto strutturato con lo Stato, anche con l'Europa, ma soprattutto con tutte le regioni alpine che hanno problematiche come la nostra e che vivono le nostre difficoltà.
Ritengo quindi che questo non sia un libro dei sogni, ma l'essersi dotati di uno strumento che consente di avviare dei dialoghi attraverso il perseguimento di obiettivi sul breve, che possono essere immediati, perché credo che tutta la parte di razionalizzazione e di gestione degli orari attraverso l'innovazione tecnologica si possa fare senza grossi investimenti. È del tutto evidente che poi ci sono tutta una serie di iniziative molto onerose, che devono essere definite anche in funzione poi dei successivi approfondimenti progettuali; approfondimenti progettuali che dovranno dare entità e chiarezza delle riserve necessarie, ma si dovrà anche parallelamente trovare le fonti di finanziamento. Se si vuole trasferire il traffico dalla gomma al ferro bisogna fare grossi investimenti, investimenti che sicuramente non possono essere valutati sotto il profilo della sostenibilità da parte del pubblico, perché - lo sappiamo - hanno obiettivi che vanno a soddisfare altre dimensioni. Pertanto bisogna avere il coraggio da parte di tutti di crederci, perché bisogna trovare una sintesi a livello diciamo sovraregionale, quindi dobbiamo avere la capacità di condividere questi problemi anche con altri livelli di governo.
Oggi si registra un primo passo, un passo importante che è un punto di partenza serio e che ci pone, credo, nelle condizioni di poter attivare un percorso intelligente e sostenibile per la nostra Regione.
Dalle ore 12:28 riassume la presidenza la Presidente Emily Rini.
Rini (Presidente) - Ci sono altre richieste, colleghi? La parola al collega Barocco.
Barocco (UV) - Parlare di ferrovia in questo momento penso che necessiti, forse perché sono un amante della storia, di un piccolo souvenir o di qualche ricordo anche storico. Stiamo parlando di un'importante infrastruttura che - come qualcuno ha già ricordato - è datata.
La legge che decretò la costruzione della nostra ferrovia risale a quattro anni dopo l'Unità d'Italia, nel 1865, la n. 2279. Solo un dato: la ferrovia arrivò ad Aosta nel 1885; vent'anni per costruirla, e non c'erano i problemi degli appalti, la compatibilità ambientale, e quindi penso che tutta una serie di problematiche esistessero già allora, soprattutto che esistessero altre problematiche. Un altro dato per inquadrare la difficoltà di agire su questa importante infrastruttura è questo: nel 1915 passò al Genio Ferrovieri che ne ebbe la responsabilità dell'esercizio fino al 2001, quindi era un'arteria strategicamente importante per la difesa dei confini nazionali (così ci ricordavano). Tutto questo ha ingenerato ovviamente da parte della nostra Regione una serie di problematiche per intervenire su questa importante infrastruttura e per dire che parlare del passato è positivo; è stato ricordato in quest'Aula: ritardi, dibattiti, coinvolgimenti popolari. Penso che il mio partito, il mio movimento è stato organo di Governo e senz'altro si poteva fare di più, però ritengo che guardare al passato, se non per un inquadramento storico, non ci porti a grossi risultati. Oggi bisogna guardare al futuro e questo Piano strategico è un piano per il futuro.
Devo dire che ringrazio l'Assessore e i suoi dirigenti, perché all'interno della Commissione abbiamo avuto il tempo necessario per fare gli opportuni approfondimenti, anche con una certa coralità. Io vedo pure con favore la sintesi che si è svolta oggi tra maggioranza e opposizione per giungere alla presentazione di emendamenti che vanno nel senso di migliorare questo Piano strategico. La cosa che mi preoccupa - forse "preoccupa" è un termine un po' esagerato - è che da oggi inizia il lavoro: oggi è la giornata in cui abbiamo superato un traguardo, ma la corsa... diciamo che ancora qualche salita da fare c'è. Anche l'emendamento proposto dall'opposizione, là dove si dice che sui finanziamenti ci sarà la necessità di verificare altri finanziamenti complementari, lo vedo con favore. Devo dire che all'interno della Commissione la Consigliera Spelgatti ha assicurato, per quanto di competenza, i suoi rapporti romani per giungere e risolvere alcuni problemi di finanziamento, quindi questo va ascritto nella positività di quella collaborazione che su un tema così importante ci deve essere.
Non ritorno sul Piano, il Piano ha numerosi investimenti. Devo dire che l'investimento che ci porterà fin da subito a cominciare a percepire qualche risparmio in minuti è la scelta dei bimodali, scelta probabilmente discussa e contestata, ma che comunque ci porterà, fin dal loro esercizio, un risparmio sui 10 minuti tra Chivasso e rotture di carico. Stamattina ho cercato di capire meglio che cosa sono questi bimodali, perché qualche idea ce l'avevo, ma ho voluto parlare con un dirigente dell'Assessorato. La trazione del bimodale è elettrica, la parte diesel è un generatore di corrente per il motore elettrico. Probabilmente voi lo sapevate, però io ho voluto esserne sicuro e averne contezza. Questo vuol dire che questa tipologia di treno potrà essere usata anche una volta che sarà elettrificata la nostra linea.
Mi permetterete anche di dire alcune cose. Il materiale rotabile e i nostri treni devono anche cercare di garantire una certa comodità agli utenti. Mi viene in mente quando usavo la "littorina" per andare a Milano, si chiamava così, che aveva tutta una serie di innovazioni risalenti al Littorio e che quindi negli anni Ottanta erano un po' datate. Queste littorine sono state il mezzo di trasporto della nostra ferrovia per tanto tempo. I nuovi treni, siano essi bimodali o elettrificati, permetteranno, oltre a raggiungere in un orario decente la rete nazionale, anche una certa comodità. Oggi l'alta velocità ha un successo perché, oltre a raggiungere velocemente le nostre città, ci permette all'interno del treno di lavorare e di fare cose utili.
Ancora una cosa. Tutto questo, l'impulso a una nuova importanza del treno è data anche dall'evoluzione del concetto di mobilità dei cambiamenti climatici. Alcuni decenni fa non c'era la stessa sostenibilità e va ascritto a chi invece ce l'aveva di non aver mai mollato, di avere sempre percepito questo come obiettivo. L'Italia poi - apro e chiudo una parentesi - era il Paese dell'automobile, basta dire quando l'Italia ha potuto avere una rete di alta velocità di un certo tipo: ci ricordiamo che guardavamo con invidia i cugini transalpini per il loro TGV. È da alcuni anni che, grazie anche a scelte politiche di un certo tipo, abbiamo un'alta velocità; è però da migliorare, perché un'alta velocità con dei ritardi dai 10 ai 15 minuti non è così performante. Chi ha qualche esperienza di Freccia rossa sa che questi sono i ritardi. Tutto questo per dirvi che è un Piano strategico.
Torno al problema del traguardo. Dobbiamo trovare le risorse; alcune ci sono, ci sono 36 milioni, però gli investimenti sono più cospicui. Anche a me, come al Consigliere Lucianaz, piacerebbe pensare in grande e guardare qualche collegamento verso l'Europa attraverso il Gran San Bernardo o il Monte Bianco, allora lì sì che gli investimenti sarebbero di un certo tipo. Nel Piano strategico penso sia stato anche interessante capire come mai si è cercato di rimanere su una linea praticamente monorotaia andando a migliorare tutte le infrastrutture di corollario che permettono una gestione della viabilità migliore senza pensare al raddoppio, perché il raddoppio - ricordo l'orografia e il territorio della nostra Regione - avrebbe comportato un uso ancora maggiore del nostro territorio.
Quello che bisogna fare ora è cercare di mettere tutte le nostre energie dal punto di vista politico per cercare di reperire questi fondi. Su questo penso che anche i nostri rappresentanti a Roma siano da coinvolgere e ci possano dare una mano e, da parte nostra, continuare - come già lo chiedono anche gli ordini del giorno e gli emendamenti proposti - a lavorare giorno per giorno affinché finalmente la Valle d'Aosta, la nostra ferrovia esca da una situazione di marginalità e diventi un'infrastruttura utile e performante per tutti i valdostani, soprattutto per il nostro trasporto pubblico.
Presidente - Altri in discussione generale? Se non ci sono altre richieste, chiudiamo la discussione. Qualcuno vuole replicare? La parola all'Assessore Bertschy.
Bertschy (AV) - Sì, una replica per modo di dire, nel senso che vorrei dare continuità ai tanti interventi che si sono succeduti in Aula e al pensiero che sta un po' emergendo. L'evoluzione probabilmente anche socioculturale ci porta ad avere tutti una maggiore attenzione rispetto al tema del trasporto, ai temi ambientali, ma anche alla parola efficienza, affidabilità, qualità dei servizi e qualità in generale di una comunità. Un po' tutti voliamo alto ma, essendo persone di territorio, sappiamo e dobbiamo saper tenere i piedi per terra. Non si può però far politica e amministrazione senza definire delle strategie. Oggi si arriva al momento di un confronto e di una strategia che, per sua natura, sarà modificabile nel tempo, da verificare, da monitorare ma anche da implementare, e con le strategie si costruiscono poi le azioni amministrative per raggiungere gli obiettivi politici. Noi abbiamo bisogno di una strategia in generale in materia di trasporto, e di trasporto ferroviario ancora di più.
Serve avere progetti da inserire nella programmazione europea 2021/2027 e il programma strategico che vi abbiamo presentato, che non porta solo più con sé qualche riga rispetto ai finanziamenti europei, ma si esprime con due buone pagine, dove si passa da un concetto che in passato era "siamo regione molto sviluppata e quindi non sostenibile attraverso i finanziamenti europei che sono legati a criteri differenti" a un concetto in cui, sì, è vero, è così, però siamo anche una regione con dei servizi ferroviari scadenti, di poca qualità, poco performanti. Per venire anche a quello che diceva il collega Lucianaz, che credo sia una provocazione positiva e costruttiva, è una regione che deve guardare a un trasporto ferroviario che non finisce qui, perché sennò continuiamo ad essere nel cul de sac, ma soprattutto non riusciamo ad avere uno sbocco europeo attraverso il trasporto ferroviario. Ci sono progetti del passato forse da recuperare, o quantomeno da capire se possono essere di nuovo oggetto di valutazioni. La nostra azione di strategia non si deve limitare ad andare meglio e più puntuali a Torino, ma anche, visto che stiamo costruendo delle visioni, a progetti diversi. Forse legato a questo tema, che è già un tema molto alto, ci sta, prendiamoci ancora un po' di tempo, ma è un tema sicuramente da approfondire ancora e da portare sul tavolo della discussione politica.
La strategia ci serve quindi per lavorare in maniera ordinata nei confronti del Governo, nei confronti di RFI, nei confronti della Comunità europea, nei confronti dei partner politici che abbiamo sollecitato maggiormente, direi, in quest'ultimo periodo. In questi primi giorni di lavoro del nuovo Governo regionale del Piemonte ho avuto modo di scambiare qualche informazione con il nuovo Assessore Busi che si occuperà dei trasporti e continueremo a farlo perché, al di là di tutto, siamo regioni confinanti che hanno necessità di sostenere insieme i programmi ed i progetti interregionali. Credo che dopo la pausa estiva avremo modo di sostenere anche con la Regione Piemonte tutto il lavoro che serve per sviluppare la strategia che stiamo mettendo in campo. L'ordine dei programmi serve pertanto per lavorare bene in amministrazione e per dare continuità alla nostra azione politica.
Questa mattina c'è un'importante riunione, a Roma, alla quale sta partecipando un nostro dirigente: lì si discute il contratto di programma e, scambiando anche qualche informazione immediata, ci si confronta con le mille difficoltà di tutte le Regioni, di tutte le infrastrutture. Quello che possiamo fare è stare attenti, vigili e fare azione politica e amministrativa, il che non vuol dire poi riuscire a raggiungere i risultati. Se la spinta propulsiva non parte dal nostro territorio, dalla nostra comunità, dal Consiglio regionale e da tutte le istituzioni, difficilmente ci vengono a cercare per finanziarci. Forse la differenza dal passato deve essere questa volontà da parte di tutti di credere che il progetto è importante, è vincente per i nostri cittadini, vincente per il turismo e per l'immagine generale della Valle d'Aosta. Non direi altro.
Io ringrazio per i contributi che ci sono stati prima. Devo dirvi che in questi sei mesi il lavoro era pronto e ne abbiamo fatto altrettanto, perché poi altrimenti i programmi non si concludono. Nessuno deve mettere particolari firme sui progetti, quello che interessa è che questi avanzino, al di là di chi rappresenta ruoli di Governo o di Consiglio. Dobbiamo produrre lavoro, cercare di mettere tutte le energie necessarie per farlo. Devo dire che in questo senso ho trovato anche strutture tecniche preparate, che forse - l'avete detto tutti - andrebbero rinforzate, ma il tema trasversale di ogni Assessore è che avremo bisogno di rinforzare tutte le strutture dirigenziali per potenziare la nostra azione, è tema di organizzazione e del futuro.
Come tutti sono orgoglioso del fatto che comunque si arrivi a questo punto di partenza. Qualche firma nel 2016 l'ho raccolta anch'io, è un tema che mi sta caro e che stava caro al movimento politico al quale appartengo: l'Union Valdôtaine Progressiste. Ci siamo spesi e abbiamo sostenuto questi progetti, sostenuto una legge. Siamo contenti di dare il nostro contributo a questo Piano strategico, evidentemente siamo aperti al confronto con tutti per portarlo avanti e per dargli forza, validità e sostegno. Ribadisco che con questo strumento abbiamo le idee chiare su dove vogliamo andare e dobbiamo ancora approfondire alcune cose per decidere dove sviluppare i nostri investimenti. C'è necessità che tutti si sentano parte del progetto e, se il progetto potrà finalmente vedere uno sviluppo positivo, sarà merito di tutti, soprattutto sarà merito di tutti coloro che l'avranno sostenuto nella Regione Valle d'Aosta, nel Governo e nel Parlamento. Spero che la nostra Deputata e il nostro Senatore si ricordino, anche loro, che possono essere utili a questo scopo nella nostra azione politica. Se riusciremo a farlo con i rappresentanti del Governo sarà oltremodo positivo e cercheremo anche di difenderci un po' all'interno della Comunità europea per quello che sapremo fare.
Forza e coraggio! C'è tanta strada davanti, tanti chilometri da fare; cerchiamo di farli il più possibile per portare avanti questo progetto e per realizzare una visione politica che appartiene a tutti quanti.
Presidente - Non ci sono altri, possiamo passare all'esame. Colleghi, prima passiamo... Ha chiesto la parola il Presidente Fosson.
Fosson (PNV-AC-FV) - Scusate, un breve intervento per ringraziare tutti coloro che sono intervenuti e che hanno lavorato su questo problema, sui contributi. È sicuramente un momento molto importante per questo Consiglio, non solo per la maggioranza, ma per tutto il Consiglio, principalmente perché si dà risposta alla legge del 22 novembre 2016, che era stata approvata all'unanimità - qui l'avevamo votata tutti -, poiché i cittadini ci chiedevano proprio di prendere posizione sulla necessità di una ferrovia più efficiente.
Il secondo commento è proprio una volontà politica che non è solo di questo Governo, bensì anche di altri precedenti, ma che in questo Governo è specifica e particolare. È proprio quella prevista dalla finalità della legge, vale a dire la Regione considera indispensabile e urgente il miglioramento del servizio ferroviario, e individua nel potenziamento della ferrovia, per la sua valenza rispetto alla mobilità locale, all'utilizzo turistico e alla qualità ambientale, il grande progetto del prossimo decennio. Era per riconfermare questo come una priorità.
Presidente - Colleghi, passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 1 emendato; per capirci, l'ordine del giorno che ha come primo firmatario il collega Restano. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 35
Favorevoli: 35
Il Consiglio approva all'unanimità.
Passiamo ora invece alla votazione del Piano con l'allegato. Metterei in votazione anche l'emendamento n. 4 della IV Commissione, che è a pagina 11, nonché l'emendamento presentato dalla LEGA, dal MOUV', e da Bertschy e Rini come firmatari. Facciamo un'unica votazione o volete separarle? Le separiamo, quindi votiamo prima l'emendamento e poi l'approvazione del Piano.
L'emendamento presentato oggi dalla LEGA, dal MOUV', da Bertschy e Rini... Scusate, dobbiamo mettere in votazione anche l'emendamento della IV Commissione, se le separiamo, quindi si vota prima l'emendamento della IV Commissione che emenda la pagina 11. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 25
Favorevoli: 25
Astenuti: 10 (Aggravi, Cognetta, Distort, Ferrero, Gerandin, Luboz, Lucianaz, Manfrin, Sammaritani, Spelgatti)
Il Consiglio approva.
Mettiamo ora in votazione l'emendamento presentato oggi dai gruppi della LEGA, del MOUV' e con firmatari anche l'Assessore Bertschy e Rini. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 35
Favorevoli: 34
Contrari: 1
Il Consiglio non approva.
Mettiamo ora invece in votazione il Piano con l'allegato. Ha chiesto la parola, per dichiarazione di voto, il collega Gerandin.
Gerandin (MOUV') - Volevo solo fare una breve dichiarazione di voto, per quanto mi riguarda in questo caso, anche perché qualcuno negli interventi ha citato il fatto che comunque la legge n. 22 è stata approvata all'unanimità.
Io volevo semplicemente specificare che nessuno mette minimamente in dubbio l'iniziativa popolare, nessuno mette in dubbio i contenuti della legge n. 22. Vi leggo però solo un breve passaggio della legge n. 22. Al comma 2, punto b), dell'articolo 1, si diceva, tra le varie cose contenute, che si prevedeva "di prospettare le modalità per il reperimento di risorse finanziarie regionali per partecipare agli investimenti infrastrutturali, assicurandone la sostenibilità nel quadro complessivo delle finanze regionali; esporre la possibilità di attingere a risorse statali ed europee per il finanziamento delle opere necessarie al potenziamento ferroviario per la prosecuzione della linea ferroviaria fino a Courmayeur".
Ora io, in tutta sincerità, ho ascoltato attentamente gli interventi fatti e ho anche apprezzato il passaggio dell'Assessore in cui, fra le altre cose, terminando dice: "non ci sono impegni finanziari". È una visione corretta. Proprio perché qualcuno in quest'Aula ha ricordato che le amministrazioni parlano per atti, io però aggiungo: "per atti concreti". In questo atto, in questo caso, c'è un vuoto nel contenuto principale. Non ci sono impegni a coperture finanziarie, neanche in prospettiva, salvo una tabellina in cui - ricordo magari anche per chi ci ascolta, per i valdostani che vorranno ascoltare e che nessuno ha ricordato - sono previste risorse da recuperare per orizzonti a breve e medio termine: circa 86 milioni e mezzo per RFI/Regione, 131 per lo Stato, 128 per fondi europei, per un totale di circa 348 milioni. Ora, è sicuramente un atto di indirizzo, ma è un atto assolutamente vuoto nei contenuti e, proprio per questo motivo, ritengo che quando si parla di "Programma strategico degli interventi" si debba parlare con concretezza di fatti.
Basta a quella politica delle promesse illusioni per dare corpo ai sogni della politica, come ha detto la collega Morelli! Pertanto io sono contrario al fatto che si debbano piantare delle bandierine solo per dare una risposta che, nell'immediato, non ha nessuna possibilità e concretezza di fatti. Io penso che i valdostani chiedano alla politica valdostana concretezza. Per questo motivo noi ci asterremo.
Presidente - La parola alla collega Spelgatti per dichiarazione di voto.
Spelgatti (LEGA VDA) - A nome del gruppo LEGA, annuncio che ci asterremo dalla votazione complessiva su questo provvedimento. Abbiamo votato gli emendamenti, in quanto riteniamo che vadano a colmare alcune lacune, quantomeno alcune lacune rispetto a questo documento, ma ci asterremo, nonostante - come ammesso dallo stesso Assessore - il documento sia sostanzialmente lo stesso, a parte piccole modifiche, che era stato licenziato anche dal nostro Governo e, in particolare, dall'Assessore Restano.
Prima di tutto, come abbiamo sottolineato precedentemente, e come a nome anche nostro ha parlato il collega Restano, questo documento andava necessariamente approvato dopo il Piano regionale dei trasporti o, comunque, in concomitanza: primo, perché comunque ci va una visione d'insieme rispetto a tutta la strategia dei trasporti; secondo, perché necessariamente bisogna anche andare ad eliminare tutte le storture e le contraddizioni tra un documento e l'altro. Appare chiaro, quindi, che la fretta di procedere prima con l'approvazione del Piano strategico sia solo ed esclusivamente una questione di bandierina rispetto al vostro accordo con Rete Civica e con la volontà di dire: l'abbiamo approvato. Le cose però vanno fatte per ordine e per gradi e in maniera coerente.
Senza contare che in questo c'è tutto un problema di mancanza di risorse, quindi di poco approfondimento sulle stesse, di mancanza di concretezza rispetto a quest'aspetto, che per fortuna quantomeno è stato un minimo, minimo salvaguardato perlomeno dall'emendamento che abbiamo portato, ma certamente non è quello che può risolvere la problematica a monte. Poi comunque mancava tutto l'aspetto delle scelte in relazione alla tratta Aosta/Courmayeur. Per fortuna, vi siete comunque impegnati ad arrivare a una soluzione entro il 30 ottobre.
Presidente - Prego.
Spelgatti (LEGA VDA) - Aggiungo soltanto una cosa.
Collega Marquis, lei ha fatto tutto un bellissimo discorso sul fatto che chiaramente è importantissimo dialogare con tutte le altre regioni alpine, con le regioni confinanti, con lo Stato e con l'Europa, però mi domando se non si sia accorto che siete politicamente giusto un attimino isolati. In bocca al lupo, quindi.
Presidente - La parola, per dichiarazione di voto, alla collega Nasso.
Nasso (M5S) - Buongiorno a tutti. A me, invece, in questo clima un po' teso, viene proprio da dire: finalmente! Perché con tutte le criticità del caso - io lo dico sempre, ma lo dico spesso anche a me stessa - tutto è migliorabile, tutto si può implementare, ma qui abbiamo un documento che oserei definire anche un po' "di iniziativa popolare". Vero è che ci hanno lavorato dei tecnici dell'Assessorato, ma ci hanno anche lavorato dei comuni cittadini, e non sempre succede, quindi vero è - lo ripeto - che in alcuni punti presenta delle lacune. In Commissione abbiamo approvato la riduzione della tempistica all'unanimità, abbiamo approvato sull'emendamento proposto dalla collega Minelli 5-7 anni al posto di 7-9... 8-10, scusate, non ricordavo. Pertanto io lo leggo come un passo in avanti e un'opportunità. Vero è che forse è una dichiarazione di intenti, ma almeno c'è, in questo momento storico particolarmente difficile dove siamo isolati, isolati; non potremmo nemmeno avere la possibilità di organizzare un qualche convegno turistico o non turistico con troppa semplicità, perché siamo isolati. Ripeto: con tutte le critiche del caso, con tutte le migliorie che possiamo apportare, io sono contenta di questo Piano e che venga appunto portato avanti.
Ovviamente il nostro voto sarà a favore, è un punto del nostro programma elettorale e ci impegneremo in tutte le sedi per migliorarlo. Dopo tanti anni in cui è stato chiuso nel cassetto, finalmente arriva in Consiglio e finalmente un piccolo passo in avanti verso delle migliorie concrete si sta per fare.
Presidente - La parola al collega Marquis per dichiarazione di voto.
Marquis (SA) - Approfitto della dichiarazione di voto per riprendere le considerazioni fatte dalla collega Spelgatti.
Vede, collega, lei ha riconosciuto che è stato fatto un intervento logico, un intervento razionale di quelle che dovrebbero essere le prospettive e lo sguardo che deve avere la Valle d'Aosta verso un tema così importante e così ambizioso.
Non posso condividere le sue conclusioni, perché le sue conclusioni, laddove lei definisce che noi siamo isolati, poggiano su presupposti diversi da quelli in cui noi crediamo. Lei crede che i rapporti politici siano dei rapporti di amicizia, dei rapporti che bisogna avere con gli altri organismi sovralocali fondati sulla parentela, sull'amicizia e con i suoi sodali. Noi riteniamo invece una cosa molto diversa: che i rapporti debbano essere istituzionali. Credo che ogni Regione deve potersi confrontare con il Governo centrale e con l'Europa in modo chiaro, corretto e con leale collaborazione. È questo in cui noi crediamo.
Le posso garantire che la percezione che c'è oggi in Europa è dell'isolamento dell'Italia, non della Valle d'Aosta. Noi abbiamo avuto modo di ascoltare, a seguito delle elezioni europee, dei festeggiamenti; sembrava un tripudio, sembrava che si fosse vinto chissà cosa. Io le posso garantire che in Europa l'Italia si trova isolata, e questo non fa buon gioco al nostro Paese, non fa buon gioco e non aiuta a risolvere i problemi che abbiamo e le grandi sfide comuni che dobbiamo affrontare tutti insieme. Oggi purtroppo il nostro Governo ci ha messo in una situazione di grande difficoltà nei rapporti con gli altri Stati. Credo che abbiamo avuto modo di vedere anche in questi giorni, sulle nomine che ci sono state a livello europeo, quali siano stati i segnali che si sono poi ricevuti. Penso che questo non aiuterà l'Italia a fare dei passi in avanti. Noi abbiamo bisogno del confronto con l'Europa e con gli altri Stati, ma il confronto lo si può solo fare sulla leale collaborazione e non sull'amicizia. L'amicizia non porta da nessuna parte, in politica.
Presidente - La parola alla collega Minelli per dichiarazione di voto.
Minelli (RC-AC) - Per dichiarazione di voto, che sarà ovviamente favorevole a questo provvedimento, e anche per precisare che sono state dette alcune inesattezze.
A mio avviso una prima inesattezza è quella per cui questo è un documento vuoto. Non è vuoto, bensì è un documento che si fonda su contenuti importanti e che sono stati meditati.
La seconda cosa, che non è un'inesattezza ma è proprio una cosa falsa, è che questo Programma strategico fosse già stato "licenziato" - è l'espressione che è stata utilizzata - dal Governo precedente. Non è mai stato licenziato il Programma strategico della ferrovia dal suo Governo, collega Spelgatti, non è mai arrivato in Commissione; è stato fermo sei mesi, sei mesi che si vanno ad aggiungere a quelli per cui c'è stato tutto lo stop precedente.
Questo provvedimento arriva quindi oggi, arriva con un emendamento votato all'unanimità e con l'intero provvedimento da portare in Consiglio con una sola astensione: glielo riconosco, la sua. Credo che se si vuole fare della strumentalizzazione se ne può fare, se n'è fatta e se ne farà finché se ne vuole, ma questo è un momento importante per la Valle d'Aosta. Che poi questo punto sia anche all'interno del cronoprogramma dell'accordo che abbiamo sottoscritto è un fatto ed è una cosa significativa, ma la cosa più importante è che si arriva, finalmente, a un provvedimento atteso da molto tempo. Ovviamente il nostro voto sarà favorevole.
Presidente - Collega Spelgatti, per cosa chiede la parola? Espliciti il fatto personale.
Spelgatti (LEGA VDA) - Sono stati utilizzati dei termini, in particolare "parentela" e "sodali", quindi direi che avrei diritto di rispondere.
Presidente - Prego... no, credo riferito al collega Marquis...
Spelgatti (LEGA VDA) - Sarò velocissima.
Collega Marquis, lei ha utilizzato dei termini, in particolare "amicizia", ma ancor più in particolare "parentela" e "sodali". Capisco perfettamente che questo sia un linguaggio che alla vostra maggioranza è assolutamente consono e assolutamente familiare, però la invito a trattenersi dall'utilizzare questi termini...
Presidente - Collega Spelgatti, se poi però nel fatto personale evita di tirare in mezzo tutta l'Aula... perché altrimenti ci prenotiamo tutti. Pertanto la invito, quando parla di maggioranza, a fare nomi e cognomi, a dire a chi si riferisce, perché altrimenti credo che non sia corretto, collega Spelgatti. Credo che ognuno avrebbe poi diritto a prendere la parola per fatto personale, ma andiamo avanti.
Prego, la parola al collega Bertschy.
Bertschy (AV) - Trenta secondi. Credo si sia persa un'occasione già da questo momento per sostenere tutti insieme un grande obiettivo politico, ma ognuno si assume le sue responsabilità, l'avete dichiarato. Credo sia anche necessario chiarire che il documento è quello previsto per legge, altrimenti non sarebbe potuto arrivare in Aula. Speriamo che possiate recuperare nei prossimi periodi il sostegno a questo obiettivo, obiettivo che è per i valdostani, non per la maggioranza. Qui non stiamo portando avanti programmi per noi, ma li stiamo portando avanti per la Valle d'Aosta e, per la maggioranza, serve come strumento per obiettivi di lavoro.
La delibera di Giunta che ha approvato il programma finanziario è avvenuta prima degli accordi politici. Non c'è assolutamente contestualizzazione tra questo accordo politico e l'obiettivo politico che noi avevamo già approvato. Alla prossima occasione, quindi, per fare qualcosa di buono per i valdostani.
Presidente - La parola al collega Restano per dichiarazione di voto.
Restano (GM) - Per dichiarazione di voto e per una puntualizzazione.
La maggioranza precedente non ha tenuto fermo il Piano strategico, ha lavorato, ha lavorato su sollecitazione anche del Consiglio, della minoranza, ha accettato di apportare delle modifiche al Piano regionale dei trasporti e ha impegnato dei soldi. È proprio alla luce di queste modifiche che oggi, noi de "La Valle d'Aosta che cresce", esprimeremo un voto di astensione sul documento, perché è inutile chiedere degli approfondimenti o degli studi, non valutarli, non approvarli e poi approvare il Piano successivo.
Io sono d'accordo con l'Assessore che si lavora a favore della collettività e che gli atti vanno assunti. Condivido tutto quanto detto, non è una battaglia tra maggioranza o minoranza, però condivido anche in parte quanto dice sempre il collega Chatrian, che "si parla per atti". Questo è un atto importante, andava suffragato dall'approvazione di atti preliminari. È questo quello che crediamo. Gli atti che contano sono stati anche adottati da chi mi ha preceduto, da chi è venuto dopo di me, sono accordi quadro, convenzioni, quelli che hanno effettivamente impegnato l'Amministrazione e che continueranno ad impegnarla. Un atto approvato così, a volte - rubo le parole a qualcuno - potrebbe apparire come del blanc manger.
Presidente - Possiamo procedere alla votazione. Mettiamo quindi in votazione il Piano con l'allegato, emendato ovviamente dalle votazioni precedenti. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 34
Votanti: 24
Favorevoli: 24
Astenuti: 10 (Aggravi, Cognetta, Distort, Gerandin, Luboz, Lucianaz, Manfrin, Restano, Sammaritani, Spelgatti)
Il Consiglio approva.
La seduta è riaggiornata alle ore 15:30.
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La seduta termina alle ore 13:16.