Oggetto del Consiglio n. 644 del 22 maggio 2019 - Resoconto
OBJET N° 644/XV - Communications du Président du Conseil régional.
Rini (Presidente) - Alla presenza di 32 colleghi, possiamo iniziare i lavori di questa seduta. Punto n. 1 all'ordine del giorno.
Je vous communique que les actes législatifs suivants ont été déposés à la Présidence du Conseil régional:
- Proposition de loi n° 26 présentée par les Conseillers régionaux Minelli et Bertin le 14 mai 2019: "Principi e obiettivi in materia di mobilità sostenibile";
- Projet de loi n° 27 présenté par le Gouvernement régional le 14 mai 2019: "Approvazione del rendiconto generale della Regione Autonoma Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste per l'esercizio finanziario 2018".
Je vous informe qu'à partir du 7 mai 2019 les réunions suivantes ont eu lieu:
Bureau de la Présidence: une fois
Conférence des Chefs de groupe: une fois
Ie Commission: une fois
IIe Commission: une fois
IIIe Commission: une fois
IVe Commission: deux fois
Ve Commission: une fois
IIIe et IVe Commission: une fois.
Vendredi 17 mai dernier, à Rome, le Vice-président Joël Farcoz sur la délégation du Bureau de la Présidence, a participé à l'Assemblée de la Conférence des Présidents des Assemblées législatives des Régions et des Provinces autonomes.
Dans l'après-midi de hier le groupe de l'Union Valdôtaine a communiqué que le Conseiller Luca Bianchi a été nommé Chef de groupe et le Conseiller Giovanni Barocco Vice-chef de groupe.
Colleghi, durante la Conferenza dei Capigruppo riunita ieri, martedì 21 maggio, ho avanzato ai colleghi una serie di proposte in merito all'organizzazione dei lavori di questa adunanza consiliare, con il solo fine di ottimizzare lo svolgimento e tentare soprattutto di esaurire l'ordine del giorno già in questa adunanza. Ringrazio i colleghi che hanno approvato queste proposte, peraltro in gran parte in maniera unanime, anche perché altrimenti si viene veramente a creare una situazione per cui abbiamo un ordine del giorno che vede affrontare questioni ormai depositate tanto tempo fa, quindi non più di attualità, e questo credo che impoverisca anche il dibattito all'interno di quest'Aula. Vi riassumo molto brevemente, anche per chi segue i lavori e per poterli comprendere meglio, le decisioni assunte: sugli argomenti oggetto delle comunicazioni dei due Presidenti, sia del Consiglio che della Regione, saranno consentiti interventi di cinque minuti al massimo per gruppo consiliare. È stata deliberata un'inversione dell'ordine del giorno al fine di discutere subito, dopo il punto n. 3, i punti n. 75 e n. 76, n. 77 e n. 79.01. La sessione europea e internazionale si svolgerà giovedì 23 maggio, domani, a partire dalle ore 9:00, con la trattazione dei punti n. 93 e n. 94. Per quanto riguarda l'esame delle mozioni, è stata decisa la seguente tempistica: 10 minuti per l'illustrazione dell'iniziativa, 10 minuti per gruppo per il dibattito (comprensivo delle dichiarazioni di voto) e 10 minuti per la replica. Nell'ambito delle interrogazioni vi sarà la discussione abbinata dei punti n. 26 e n. 30. Le sedute pomeridiane, sia di oggi che di domani, saranno anticipate alle ore 15:00. Questo pomeriggio, colleghi, ad inizio seduta, vi sarà un ricordo del settantesimo anniversario della prima seduta del Consiglio Valle eletto, con la proiezione di un video che abbiamo voluto far realizzare come Ufficio di Presidenza. Il Consiglio di oggi proseguirà in notturna e domani valuteremo, nel corso dei lavori, la possibilità di fare seduta notturna anche per la giornata di domani. Infine, vi segnalo che in sede di Conferenza dei Capigruppo ho proposto ai Consiglieri di valutare la trasformazione delle interrogazioni e delle interpellanze in atti a risposta scritta, soprattutto quelli superati a livello temporale, quindi gli Assessori vi faranno pervenire le risposte scritte. Domani valuteremo a che punto dell'ordine del giorno saremo arrivati ed eventualmente valuteremo anche la proposizione di non presentare ulteriori atti per il prossimo Consiglio. Dobbiamo riuscire a regolarizzare questa situazione, in modo poi da ripartire a regime ed avere di nuovo un dibattito attuale in quest'Aula.
Colleghi, in coda alle comunicazioni sull'attività istituzionale di questa Presidenza del Consiglio, mi corre l'obbligo, mio malgrado, di ritornare per la terza volta in pochi mesi sulla questione legata alla gestione della comunicazione sui social network. Lo faccio nella mia qualità di Presidente del Consiglio regionale perché, se da una parte è corretto da parte mia non sconfinare in ambiti di valutazione che esulano dalle funzioni attribuitemi, dall'altra non voglio però nemmeno abdicare al mio ruolo di garante del rispetto dell'istituzione che tutti noi rappresentiamo adottando comportamenti ed atteggiamenti consoni al ruolo che siamo stati chiamati a ricoprire dalle valdostane e dai valdostani, tanto all'interno quanto all'esterno di quest'Aula. Come dicevo prima, mi corre l'obbligo di tornare per la terza volta in poco tempo sull'argomento, a testimonianza di come gli inviti rivolti in precedenza forse non sono stati efficaci e non sono stati colti da tutti, anche per l'estrema importanza però che in realtà avevano questi inviti. Oggi cercheremo di essere più diretti in quest'Aula per cercare davvero di trovare un modus operandi che sia rispettoso di tutti e di ognuno.
Collega Manfrin, ovviamente ho potuto leggere la polemica che c'è stata in questi giorni, ho letto io stessa la pagina Facebook qualche giorno fa, i commenti apparsi, e vi devo dire la verità: sono commenti che fanno accapponare la pelle, lo dico sinceramente. Fatto che, prima ancora che come Amministratrice, quanto si è potuto leggere su questa pagina mi ha ovviamente indignata profondamente come donna, perché nei commenti ad un suo post sono rimaste in bella vista per diverse ore parole che sono irripetibili. Credo che anche lei stesso abbia preso le distanze da questi gravi commenti apparsi sulla sua pagina.
Ora, in qualità di Presidente del Consiglio, da una parte sento la necessità di esprimere la mia solidarietà per alcuni commenti non certo piacevoli rivolti anche nei suoi confronti, però leggere dei commenti che - come le ho detto prima - sono assolutamente irripetibili, pubblicati sulla sua pagina, in cui campeggia giustamente la scritta "Consigliere regionale", non è ammissibile. Collega, dobbiamo davvero cercare di rispettare sia l'istituzione che siamo stati chiamati a rappresentare, sia il ruolo che siamo stati chiamati a ricoprire dalla comunità valdostana che rappresentiamo. Non possiamo trincerarci dietro il fatto che non abbiamo il tempo di controllare i commenti pubblicati, perché il controllo di quanto viene pubblicato su una pagina è prima di tutto un dovere del proprietario stesso della pagina. Credo che il commento di un noto avvocato su un giornale locale di ieri abbia anche chiarito questa posizione. Ritengo di parlare con cognizione di causa, io stessa sono particolarmente attiva sui social nella misura e nei modi che ovviamente ognuno di noi ritiene più opportuno. Bene, vi assicuro colleghi che, semmai dovessi leggere dei commenti di questa gravità, non avrei esitazione - nell'impossibilità anche di trovare il tempo per poterli controllare o per poter moderare le discussioni - e sarei addirittura disposta a chiudere immediatamente la mia pagina, il mio profilo, ma questa è ovviamente una valutazione personale di ognuno di noi.
Torno a ripetere: ognuno in questa Aula è chiamato a garantire dignità e rispetto all'istituzione che rappresentiamo e al ruolo che siamo stati chiamati a coprire. A maggior ragione credo che siamo chiamati a farlo quando su queste pagine pubbliche campeggia la scritta "Consigliere regionale". Ciò non toglie - e concludo - che nessuno di noi si può trincerare dietro alla questione del tempo perché, se non siamo in grado di gestire una pagina, o ci si affida a qualcuno o diventa veramente un problema, poiché è un'immagine veramente triste che diamo all'esterno. Però, come ho anticipato prima, ciò non toglie che anch'io le esprimo la mia solidarietà, collega Manfrin, perché devo essere sincera: così come ho letto i commenti sulla sua pagina, ho letto anche altri commenti, su pagine di colleghi pure di quest'Aula, di certo non piacevoli e rivolti nei suoi confronti. Questo per dire che è ben lungi dalla nostra volontà adottare due pesi e due misure in riferimento all'argomento.
Io invito davvero lei, collega Manfrin, ma anche chiunque in quest'Aula ravvisi profili di diffamazione o addirittura di minaccia nei propri confronti, a denunciare, affidandosi a quanto il Codice penale e l'ormai ampia, ampissima giurisprudenza dispongono in materia. Io l'ho appena fatto, l'ho detto la volta scorsa e lo ripeto; tra l'altro in questi giorni gli esposti ci hanno anche dato un esito positivo e per questo ci dobbiamo felicitare dell'attività della Digos, della Polizia postale, di tutti coloro che sono al servizio della cosa pubblica e che hanno dato risposte celeri, facendo capire che i social non sono una piazza dove chiunque può dire e fare quello che vuole, ma sono lo specchio di una società e di una classe dirigente che ci amministra. Io rivolgo quindi un invito a ognuno di noi, a me per prima e a tutti voi colleghi, affinché torni a regnare un po' di buonsenso in merito, consci dell'importanza e della serietà che il ruolo che siamo stati chiamati a ricoprire richiede. Credo che si debba sempre partire dall'esempio che noi forniamo, tutti noi 35, soprattutto agli occhi di un'opinione pubblica sempre più sfiduciata.
Ci sono richieste di intervento? Prego, collega Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) - Ringrazio per aver fatto solo ed esclusivamente il mio nome e non quello di altri colleghi sulle cui pagine campeggiavano le minacce di morte al sottoscritto, ma lo accetto. Non discuterò di questa questione, perché lei democraticamente ci ha privato della possibilità di aprire un dibattito che sia lungo, ampio ed articolato, ma le chiederò invece conto di un'altra questione.
Visto che siamo sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio, la sua responsabilità è quella di garantire il funzionamento di questa Assemblea e anche degli organi che funzionano. Chiedo quindi conto a lei e a chi c'era di una riunione avvenuta presso l'Assessorato della salute che ha visto la presenza sia del Questore, sia di alcune associazioni, sia di alcuni funzionari, sia del Presidente della V Commissione relativamente alla legge sulla ludopatia, riunione che avrebbe dovuto essere tenuta invece in V Commissione, che è la Commissione che si occupa di queste materie e che invece è stata tenuta segreta. Lo abbiamo appreso per vie traverse e ancora oggi nessuno ci ha fornito una spiegazione di quello che è stato discusso all'interno di quella riunione. Troviamo che sia un fatto molto grave, soprattutto se l'obiettivo è quello di aprire dei varchi nella normativa della legge contro la ludopatia che abbiamo approvato in quest'Aula a 35. Vi chiedo quindi cortesemente di avere un report di quello che è stato discusso in quella Commissione e le motivazioni per la quale è stata convocata.
Presidente - Collega Manfrin, probabilmente sono io a non essere chiara. Innanzitutto io non volevo interromperla, ma quando ci si alza in Aula si è pregati anche di riportare quelli che sono i fatti. Io non ho privato nessuno della libertà di espressione, c'è un voto della Conferenza dei Capigruppo. Io la invito pertanto caldamente a cominciare a rispettare le istituzioni e gli organismi di questo Consiglio regionale. La Conferenza dei Capigruppo si è espressa, peraltro ha votato a quasi maggioranza, quindi la invito a rispettare le prese di decisione degli organi del Consiglio di cui fa parte.
Detto questo, proprio ieri, nella stessa Conferenza dei Capigruppo, abbiamo detto che sulle comunicazioni si interviene sulle comunicazioni, non sulle "non comunicazioni". Lei interpella il Presidente del Consiglio per chiedere di una ipotetica riunione, ma io ovviamente ne so tanto quanto lei, perché non sono tenuta a sapere le riunioni che fanno ovviamente gli Assessori e i componenti del Governo. La invito a chiedere e a rivolgersi direttamente a loro, li interpelli. Non è questa la sede, non nelle comunicazioni del Presidente del Consiglio. Ci saranno sicuramente i modi con gli atti opportuni, ma non credo che l'istituzione "Consiglio" non sia tutelata se fanno delle riunioni in Assessorato, collega Manfrin. Se ci sono delle questioni, lei ha giustamente tutti gli strumenti come Consigliere per interpellare l'Assessore competente e chiedere delucidazioni; credo che ci siano anche altri modi, per esempio può fare una lettera pubblica alla quale penso che si risponda, ma non nelle comunicazioni del Presidente del Consiglio.
La parola alla collega Pulz.
Pulz (ADU VDA) - Mi trovo costretta, mio malgrado, ad intervenire su questa "manfrina", visto che ieri sono stata citata in un articolo su "La Stampa". Volevo precisare che ho sempre cercato di sorvegliare i commenti sotto i miei post a cui non intendo assolutamente rinunciare in nome di quell'articolo 21 della Costituzione che ieri, per fortuna, è stato letto in molte classi in tutta Italia e certo, se mi fosse comunque sfuggito qualche commento inopportuno, mi scuso con gli interessati e provvederò quanto prima. Comunque chiunque può facilmente constatare, visto che i post sono pubblici, che mai i miei "eh, ci mancherebbe altro" inneggiano all'odio e/o alla discriminazione. Sono post che hanno il solo scopo di suscitare la riflessione critica come è nello stile di chi ha una formazione filosofica e forse è per questo che mai l'Ordine dei giornalisti ha pensato di sospendermi a differenza di altri. Ci sono altri post che, invece, sembrano fatti apposta per istigare prese di posizione violenta e poi non ci si può stupire se qualcuno perde la tangente e si permette addirittura di parlare di stupro, mentre la parolaccia più violenta che ho trovato sotto i miei post che comunque ho cancellato è la definizione di "pagliaccio".
Comunque, dal momento che nell'articolo apparso ieri su "La Stampa" il collega Manfrin mi cita ben due volte, ne deduco che la stima nei miei confronti sia notevole, e quindi chiedo alla Presidente di poter ricambiare questo affetto dedicando al collega una poesia che ruberà pochissimi minuti a quest'Aula se il collega ha la pazienza di ascoltare. "Siamo figli dell'epoca e l'epoca è politica. Tutte le tue, nostre, vostre faccende diurne, notturne, sono faccende politiche. Che ti piaccia o no, i tuoi geni hanno un passato politico, la tua pelle una sfumatura politica, i tuoi occhi un aspetto politico. Ciò di cui parli ha una risonanza, ciò di cui taci ha una valenza in un modo o nell'altro politica. Perfino per campi, per boschi fai passi politici su uno sfondo politico. Anche le poesie politiche sono politiche, e in alto brilla la luna, cosa non più lunare. Essere o non essere, questo è il problema. Quale problema, rispondi sul tema. Problema politico. Non devi neppure essere una creatura umana per acquistare un significato politico. Basta che tu sia petrolio, mangime arricchito o materiale riciclabile. O anche il tavolo delle trattative, sulla cui forma si è disputato per mesi: se negoziare sulla vita e la morte intorno a un rotondo o quadrato. Intanto la gente moriva, gli animali crepavano, le case bruciavano e i campi inselvatichivano come in epoche remote e meno politiche". Questo componimento è tratto dalla raccolta "Vista con granello di sabbia" di Wislawa Szymborska, una delle mie poetesse preferite, che sembra invitarci a trovare un comune terreno d'intesa partendo dalla vita che è la vita di tutti noi e, che ci piaccia o no, la vita che tutti viviamo è un problema politico.
L'uomo è un animale politico, diceva già il grande maestro Aristotele, e chiunque crede di essere fuori dalla condizione politica di fatto si mette in una condizione di addomesticamento, è manipolabile. Qualunque nostra scelta ha una valenza politica. Animale politico per noi vuol dire capacità di dialogo, sapersi disporre verso gli altri in quella comunicazione intersoggettiva di cui già parlava Jaspers senza prevaricazioni autoritarie.
Concludo velocemente: "animale politico" dovrebbe significare il superamento del pregiudizio innanzitutto razziale, poi classista per disporci verso una democrazia concreta che consenta a tutti l'esercizio della qualità della vita e non lasci irrisolte le esigenze di giustizia e di uguaglianza che stanno nella dignità di tutte le persone. Queste sono le uniche riflessioni che avevo da condividere con il collega.
Presidente - Non ci sono altre richieste? Ha chiesto la parola la collega Nasso.
Nasso (M5S) - Sarò brevissima, perché abbiamo un ordine del giorno veramente vasto e di questo argomento non se ne può più, lo dico proprio con molta tristezza. Anch'io ieri sono stata citata in un articolo de "La Stampa". Come tutti sapete, uso molto i social e ci tengo a moderarli, faccio tutto personalmente, mi ritaglio qualche minuto al giorno per controllare i commenti; ne ho trovati talvolta di brutti e il più brutto che ricordo di aver letto era quello del "minus habens". Nessuno nel mio profilo Facebook - io una pagina non ce l'ho - si è mai permesso di augurare lo stupro a madri o sorelle della persona bersagliata in quel momento.
Mi permetto di raccontare l'esperienza che ho avuto in Polizia postale quando sono andata a fare querela per gli insulti che avevo ricevuto qualche mese fa. La Polizia postale mi ha detto che loro, in quanto Forze dell'ordine, sono davvero molto preoccupate per il fatto che anche le persone delle istituzioni non si preoccupino di moderare e gestire i commenti, e che spesso e volentieri si rischia di cascare nell'istigazione all'odio senza nemmeno accorgersene. Mi hanno fatto una tirata d'orecchie in modo assolutamente bonario e loro in primis erano sconvolti da come persone delle istituzioni si comportano in questo delicato momento storico.
Ovviamente va la solidarietà a tutti coloro che ricevono insulti, però bisogna stare attenti e cercare di moderare. Io non ho un grandissimo seguito ma, se lo avessi, anch'io o chiuderei la mia pagina oppure pagherei qualcuno che mi aiutasse a gestire i commenti, perché non potrei davvero tollerare che su un mio profilo social, dove campeggia la scritta "Consigliere regionale", uno apre magari un link per leggere qualcosa e sotto legge l'augurio di stupro a qualcuno. Probabilmente non ci dormirei la notte. L'augurio è rivolto a tutti: gestiamoci i social come anche la Polizia postale consiglia, non solo io o la Presidente o qualcun altro, e onoriamo il ruolo che siamo chiamati a ricoprire.
Presidente - La parola alla collega Morelli.
Morelli (AV) - Credo che il richiamo del Presidente a tornare al senso della misura sia opportuno, soprattutto per noi Consiglieri regionali e per chi, come noi, ricopre delle cariche istituzionali. Questo vale per l'utilizzo dei social network, che talvolta veramente si trasformano - e questa è la novità del nostro tempo - in collettori di frustrazioni, nefandezze ed insulti di una pesantezza che, fino a pochi anni fa, credo fosse inimmaginabile e che in quei casi - perché poi i social network hanno anche una valenza positiva - a nulla servono, se non ad alimentare odio e violenza. Credo che il richiamo valga un po' in generale e valga anche per certi toni e certi attacchi personali pesanti che possono pure caratterizzare il dibattito in Aula.
I cittadini ci guardano. Io non so se vi è mai successo di assistere ai dibattiti dei ragazzini delle scuole quando vengono in Aula e al rispetto che c'è nei confronti di chi la pensa in modo diverso nelle loro discussioni. Credo che sarebbe utile venire a vederli, potrebbe essere una piccola lezione per noi tutti. Ricordiamoci che il confronto e anche lo scontro politico devono mantenersi su un piano politico, perché l'offesa personale è personale e non ha obiettivi politici, ma mira semplicemente ad intaccare la dignità della persona. Credo che questo sia inaccettabile, è profondamente diverso, e se da una parte poi questi attacchi per qualcuno servono ad infiammare certe tifoserie, dall'altra hanno l'effetto di allontanare le persone che dalla politica si aspettano ancora risposte normalmente serie. Ben venga quindi il richiamo della Presidenza ad utilizzare toni più consoni.
Presidente - Altri interventi? La parola al collega Barocco.
Barocco (UV) - Seulement pour exprimer toute notre solidarité à la Présidente et à ceux qui ont été victimes de ces attaques personnelles parues sur les social.
Io però vorrei cercare di fare un passo avanti. Questo è uno degli aspetti dell'uso dei social, ma penso che sia poi compito di questa Assemblea - e probabilmente anche delle Commissioni - capire che l'aspetto social ha queste derive. Dovremmo inquadrarlo in un ragionamento più complesso, quello dell'influenza che i social hanno sulla democrazia e sullo sviluppo della democrazia direi nel mondo e il mondo è globale, quindi anche nella nostra Valle d'Aosta. Ben vengano quindi tutte le riflessioni, ma cerchiamo di fare dei ragionamenti che abbiano soprattutto il compito di analizzare questo fenomeno in tutte le sue sfaccettature.