Oggetto del Consiglio n. 613 del 17 aprile 2019 - Resoconto
OGGETTO N. 613/XV - Interpellanza: "Rispetto della normativa per la selezione con chiamata pubblica di sei istruttori dei programmi di sviluppo di categoria D".
Rini (Presidente) - Punto 26 all'ordine del giorno. Per l'illustrazione, la parola al collega Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) - Cominciamo con il dire che la Valle d'Aosta quest'anno ha registrato, come sapete, il triste primato di essere l'unica Regione a non aver speso tutti i fondi europei che le erano assegnati, nello specifico ben 3 milioni di euro. Come sappiamo, al 31 dicembre 2018 la Valle d'Aosta, non ha certificato - e non ha speso - all'Unione europea gli 8 milioni 135 mila euro che erano sul Fondo sociale europeo, previsti nell'obiettivo fissato. Mancavano all'appello 1 milione 400 mila euro di soli fondi europei, che salivano fino a 3 milioni di euro se si conta anche il cofinanziamento statale e regionale. Dei 51 programmi operativi in campo, tre non hanno raggiunto gli obiettivi di spesa. Oltre al Piano operativo regionale, rimangono dentro il PON Ricerca e innovazione, cofinanziato nel FESR, e il PON Inclusione, cofinanziato dal Fondo sociale europeo, che non ha certificato, appunto, quegli importi che vi ho detto.
Su questi fatti la Procura regionale della Corte dei Conti ha deciso di approfondire le ragioni del mancato utilizzo di questi fondi europei e il procuratore Massimiliano Atelli ha aperto un fascicolo sulla mancata spesa. Durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario Atelli ha detto che da fonti di stampa si è recentemente appreso che la Valle d'Aosta è l'unica Regione italiana che non è riuscita a spendere diversi milioni di euro di fondi sociali europei, che dovevano essere impiegati per raggiungere entro un certo tempo gli obiettivi di settore prestabiliti. Per conseguenza, la Valle d'Aosta rischia ora di perdere ulteriori milioni di fondi comunitari, che avrebbe potuto invece utilizzare in aggiunta alle risorse proprie, per finanziare utili politiche regionali.
Mi aspettavo che a questo punto la Regione corresse ai ripari, magari prendendo del personale in più per cercare, il prossimo anno, con maggior preparazione, di raggiungere l'obiettivo, e devo dire che effettivamente questo è avvenuto con il bando di cui parliamo. Proprio questa ricerca di personale è oggetto della presente interpellanza.
Cominciamo con i requisiti. È stata aperta una chiamata pubblica per tre istruttori presso la struttura regionale di Programmazione fondo sociale europeo e tre istruttori presso la struttura Programmi per lo sviluppo regionale. Quali sono i requisiti, vi chiederete, che si devono avere per aderire a questa chiamata pubblica? Qualcuno penserà che, trattandosi di una materia così delicata come i fondi europei, dopo quanto successo quest'anno e con un'indagine della Corte dei Conti, che è chiaramente aperta, ci si metta in testa di selezionare del personale sulla base delle competenze. Invece non è così. La selezione della chiamata pubblica, come sapete, funziona in questa maniera: ogni candidato parte da una base di 100 punti e, sulla base dei dati che porta, dati personali, guadagna o perde questi punti. I primi classificati, più le riserve, vengono poi, secondo la chiamata pubblica, chiamati per il colloquio - colloquio, non esame - per verificare le capacità e le conoscenze; ma, appunto, un semplice colloquio e nessuna prova.
Come si guadagnano e si perdono questi punti? È molto semplice: si guadagnano punti per ogni mese in cui si è iscritti all'ufficio di collocamento, oppure se si ha una famiglia a carico; si perdono, invece, se si è cumulato reddito nell'ultimo anno, ben un punto in meno ogni 1000 euro guadagnati. L'effetto di questa graduatoria della chiamata pubblica, quindi, è quello di premiare chi ha lavorato e guadagnato meno nell'ultimo anno e punire chi magari ha lavorato fino a poco tempo prima, magari anche nell'ambito di competenza dei fondi sociali europei, senza alcun appello, e basta, in barba quindi alle singole capacità.
Tralascio, peraltro, la stranezza - perché ho fatto una richiesta di accesso agli atti sul punto - di vedere che ben quattro partecipanti a questo bando, su venticinque, si erano iscritti da meno di quindici giorni all'ufficio di collocamento, qualcuno addirittura da un giorno, come se fossero stati magicamente avvertiti che di lì a qualche giorno ci sarebbe stata una selezione di questo tipo e loro si fossero precipitosamente iscritti.
Il problema di merito di questa graduatoria che desidero sollevare è: siamo sicuri che il modo migliore per evitare di perdere milioni di finanziamenti sui fondi europei, oltre alla figuraccia nazionale che abbiamo fatto, sia di potenziare l'organico a quattro mesi dall'inizio dell'anno con persone che magari hanno anche delle capacità, visto che si richiedeva la laurea, ma che non sono state selezionate per le loro competenze, ma semplicemente per la loro situazione personale? Io non credo che sia un'idea di efficienza.
Capitolo a parte - entriamo nel merito specifico del bando - sono poi le lauree, perché ci è stata fatta una segnalazione (questa credo e spero sarà oggetto di approfondimento a seguito della segnalazione) che ci fossero delle lauree che inizialmente non c'erano, non erano state inserite nel bando sul sito, ma che poi, invece, sono comparse sulla pagina. Peraltro, undici di queste persone che hanno risposto alla chiamata avevano proprio quelle lauree che non erano ricomprese. Io, come ho ricevuto la segnalazione, ve la riporto, mi auguro che ci siano degli approfondimenti, faremo anche i nostri e vedremo se effettivamente sono stati modificati i criteri.
Veniamo al cuore del problema, al di là del merito della chiamata pubblica. Come è stato indicato nella chiamata pubblica, se prendete il documento relativo c'è scritto e specificato, su questo tipo di assunzione si fa riferimento all'articolo 16 della legge n. 56 del 1987. Questa legge dice che le amministrazioni dello Stato, anche a ordinamento autonomo, gli enti pubblici non economici a carattere nazionale e quelli che svolgono attività in una o più Regioni, le Province, i Comuni e le Unità sanitarie locali, effettuano le assunzione dei lavoratori da inquadrare in livelli retributivo-funzionali per i quali non è richiesto il titolo di studio superiore a quello di scuola dell'obbligo, sulla base di selezioni effettuate tra gli iscritti alle liste di collocamento e di quelle in mobilità, che abbiano le professionalità eventualmente richieste e i requisiti previsti per l'accesso al pubblico impiego. Questo significa che le persone che hanno dal diploma in su vengono selezionate non tramite chiamata pubblica, ma tramite un bando di selezione. Questo perché, con questo articolo di legge, si dà applicazione all'articolo 97 della Costituzione, che sancisce che agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge; e i casi stabiliti dalla legge, ovvero quelli eccezionali, sono ben evidenziati nella legge nazionale e richiamati anche, appunto, nel bando che vi ho citato.
Risulta evidente come la chiamata pubblica fatta per istruttori di programmi di sviluppo, categoria D, posizione D, per i quali nel bando si richiede la laurea, rientri fra quelle posizioni per le quali sia necessario espletare un concorso e non certo una chiamata pubblica. Con questa interpellanza, quindi, chiediamo quale sia, nel caso specifico, la normativa di riferimento relativa alla summenzionata chiamata pubblica, perché non capiamo, visto che è stato citato proprio quest'articolo, come si possa derogare; e se si ritiene che, a questo punto, sia stata rispettata la normativa di riferimento.
Presidente - Per la risposta, la parola all'assessore Bertschy.
Bertschy (AV) - Grazie, collega. La risposta immediatamente, poi due considerazioni politiche. La normativa di riferimento riferita alla chiamata pubblica è costituita dalla legge regionale n. 22 del 2010, "Nuova disciplina dell'organizzazione dell'Amministrazione regionale e degli enti del comparto unico della Valle d'Aosta" e dal regolamento regionale n. 1 del 2013, "Nuove disposizioni sull'accesso, sulle modalità e sui criteri per l'assunzione del personale dell'Amministrazione regionale e degli enti del comparto unico della Valle d'Aosta".
Per quanto riguarda la seconda domanda, "se si ritiene che detta normativa sia stata rispettata", rispondo di sì, non solo è stata rispettata ma è stato anche fatto tutto molto velocemente, che era quello che interessava, soprattutto per quello che lei ha citato in premessa. Tra l'altro, gli operatori sono al lavoro da lunedì scorso, anche con piena soddisfazione da parte dei dirigenti.
Nel caso specifico, infatti, l'Amministrazione regionale è stata in grado di dare una risposta organica e rapida, con una procedura che è durata circa due mesi, dall'8 febbraio al 15 aprile, giorno dell'entrata in servizio effettivo del personale, rispettando alla lettera il cronoprogramma definito dagli uffici, per l'esigenza importante e urgente di rafforzare le strutture responsabili nella gestione dei programmi FESR-FSE cofinanziati dall'Unione europea.
Tornando all'aspetto normativo, la legge regionale n. 22 del 2010 prevede, all'articolo 42, comma 3, che l'Amministrazione regionale possa costituire rapporti di lavoro a tempo determinato per la programmazione afferente alle politiche di coesione e sviluppo rurale europee, statali e regionali. Dice anche che, in tali casi, il personale è assunto, per un massimo di tre anni, mediante procedure selettive pubbliche e che il costo è imputato sugli stanziamenti previsti per i programmi cofinanziati dai programmi europei.
Per le modalità di reclutamento, la legge regionale n. 22 del 2010 rimanda a uno specifico regolamento regionale, ovvero il regolamento n. 1 del 2013, che all'articolo 5 disciplina le modalità di reclutamento del personale a tempo determinato, stabilendo un preciso ordine di priorità. Si ricorre in primo luogo alle graduatorie in corso di validità di concorsi, corsi-concorso, selezioni per posti di pari profilo e, in secondo luogo, alle graduatorie in corso di validità di concorsi, corsi-concorso, selezioni per posti di pari categoria e profilo diverso, purché i soggetti siano in possesso dei requisiti professionali richiesti. Nel caso specifico, non vi erano graduatorie valide e utili, pertanto si è proceduto con quanto previsto dalla lettera c), comma 1, dell'articolo 5, ovvero alla chiamata pubblica, su presenza presso i centri per l'impiego, previo superamento dell'accertamento linguistico e della prova attitudinale specifica rispetto all'attività da svolgere.
Questa è la risposta preparata dai dirigenti che hanno seguito le procedure. La risposta politica è che noi ci siamo trovati tra le urgenze - alcune le avete gestite voi, ma alcune le abbiamo gestire anche noi - a fronteggiare questa gravissima situazione dell'FSE. E, nelle urgenze (siamo stati votati, come Giunta, il 10 dicembre) il 21 dicembre siamo andati a rafforzare, attraverso la delibera del PRA, la situazione che tutti conosciamo.
La nostra intenzione era di avviare, nell'immediato, un concorso. I tempi erano assolutamente non confacenti e neanche la programmazione che abbiamo trovato lo era, quindi la scelta è stata di dare tempestiva - tempestiva! - risposta alla situazione, perché il 2019, come tutti sanno, è un anno molto delicato. Abbiamo un appuntamento a fine aprile e un altro a fine anno, che ci dovranno vedere rispondere e trovare tutte quelle soluzioni che sono state messe in campo in questi pochi mesi, per trovare delle soluzioni a questa criticità, sulla quale stiamo lavorando con tempestività e attenzione.
Ringrazio i dirigenti e ringrazio il personale, in particolare quello della struttura FSE e del FESR, per il lavoro che stanno facendo e per l'impegno che stanno mettendo in questa direzione. Parallelamente, ringrazio il personale delle SRAI, che in questi pochi mesi stanno cercando di rivalutare tutta una serie di progetti, per mettere in campo azioni che possano costruire investimenti sulla comunità e anche spesa del fondo sociale.
Questo è quello che stiamo facendo, rispetto alla legittimità non è la Giunta a dichiarare la legittimità delle procedure. Noi ci siamo affidati al lavoro che i dirigenti che si sono messi a lavorare sul rafforzamento del PRA hanno prodotto, e questa è la risposta immediata, che porterà, evidentemente, ai concorsi per il rafforzamento del personale, che verranno previsti nella delibera di programmazione. Nel frattempo sono state anche avviate richieste di mobilità volontaria del personale, per rinforzare le strutture.
Présidente - Pour la réplique, la parole au collègue Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) - Assessore, io non l'ho mai vista in difficoltà come oggi. Lo si evince sia dal fatto che ha letto in maniera abbastanza fredda quello che le hanno scritto i dirigenti, sia dal fatto che l'unica sua motivazione è "dovevamo fare in fretta". Io però glielo lo ricordo: il fatto che qualcuno debba fare in fretta non prescinde dal dover rispettare la legge.
Le ricordo due capisaldi. Il primo, quello della competenza. La selezione di personale, peraltro che deve possedere una laurea e che deve avere delle competenze specifiche sui fondi sociali europei, sui fondi europei, non si fa facendo una chiamata pubblica e verificando chi è disoccupato da più tempo e chi ha guadagnato meno nell'ultimo anno. Non è quella la verifica della competenza, perché purtroppo così è stato. Sicuramente magari le persone che sono state scelte saranno anche competenti, ma non sono state scelte sulla base della competenza. Si accedeva al colloquio - le ripeto, colloquio, non prova, non c'era nessuna prova da superare, per tutti coloro che si sono presentati - e i primi, che erano disoccupati da più tempo e avevano meno reddito, hanno partecipato alla gara, perché si sono classificati primi, e hanno fatto un colloquio. Questo non significa misurare la competenza del personale che andrà a occuparsi di un settore così delicato come i fondi europei. Non è stato utilizzato il criterio della competenza e lo ripeto: nel regolamento che mi ha citato, peraltro c'era la possibilità di fare delle prove e non è stato fatto. È stato fatto un colloquio. Lo dico perché c'è scritto: colloquio, neanche prova. Primo punto.
Secondo punto, lei ha citato la legge regionale. Se lei cita la legge regionale, dovrebbe anche verificare che nella normativa di riferimento non è stato inserito che si dipendeva dalla legge regionale. Se legge la chiamata pubblica, vedrà che la legge regionale non è citata. Allora se io cito, tra le normative di riferimento, qualcosa che non c'è, è impossibile che io possa portarla a riferimento. Viene citata la legge nazionale e la legge nazionale è quella che le ho detto. Se non ci sono deroghe a questo, è evidente che quella è una chiamata pubblica che è illegittima ed è tale perché l'articolo 97 della Costituzione dice che agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge. E la legge, la n. 56 del 1987, che è anche citata nel bando, dice che le amministrazioni - e non le leggo tutto il resto - effettuano le assunzioni dei lavoratori da inquadrare nei livelli retributivo-funzionali, per i quali non è richiesto il titolo di studio superiore a quello della scuola dell'obbligo, sulla base di selezioni effettuate. Quindi per il quale non è chiesto il titolo di studio superiore a quello della scuola dell'obbligo: significa che qui è stata fatta una selezione di personale che doveva avere una laurea - e la richiesta della laurea è inserita all'interno del bando - in deroga, in barba alle leggi che, invece, le assunzioni della pubblica amministrazione le stabiliscono.
Io glielo dico: questo è sicuramente un problema che bisogna affrontare al più presto, perché noi riteniamo che ci sia una palese illegittimità, in quella chiamata pubblica. Siete stati al governo sempre voi, non è che avete ereditato delle situazioni, non è una cosa che vi siete trovati fra capo e collo. Al governo ci siete stati voi e mettere una toppa di questo tipo, in fretta e furia, dicendo "facciamo le chiamate come più ci aggrada, perché tanto abbiamo fretta di mettere a posto le cose", sicuramente non è un modo di risolvere i problemi. I mancati risultati di oggi sono frutto del mancato lavoro di anni e questa di certo non è la soluzione.