Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 612 del 17 aprile 2019 - Resoconto

OGGETTO N. 612/XV - Interpellanza: "Posizione del Governo regionale in merito al "Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia" presentato dal Ministro Costa".

Distort (Presidente) - Passiamo al punto 25 all'ordine del giorno. Per l'esposizione dell'interpellanza, la parola al proponente, collega Gerandin.

Gerandin (MOUV') - È di qualche giorno fa, quando abbiamo preso atto della presentazione, da parte del Ministro dell'ambiente Sergio Costa, del nuovo piano di conservazione e gestione del lupo in Italia. Un piano che sostituisce quello risalente al 2002, che conteneva un paragrafo sugli abbattimenti controllati.

Preso atto che questo piano non prevede nessun tipo di abbattimento e neanche il numero controllato, ma soprattutto considerato - e qui le domande sono riferite alla posizione che intende assumere la Regione Valle d'Aosta - che siamo a conoscenza che su questo argomento ci sono sensibilità diverse, anche all'interno delle singole Regioni e delle Province autonome, vorremmo capire qual è la posizione ufficiale che sarà assunta alla prossima Conferenza Stato-Regioni, che dovrà esprimersi in merito ai contenuti di questo piano.

È importante perché sappiamo che ci sono delle sensibilità diverse. Trento e Bolzano, lo sappiamo per certo, la Regione Toscana, forse anche il Friuli e altre Regioni nutrono non poche perplessità sui contenuti di questo piano. Per cui le due domande sono molto precise: che cosa ne pensa il Governo valdostano dei contenuti di questo piano di conservazione e gestione del lupo in Italia, ma quello che sarà importante è capire quale sarà la posizione che verrà espressa in occasione della Conferenza Stato-Regioni, perché pare, che sulla base di tutta una serie di sensibilità, non sia così certo l'iter senza, eventualmente, osservazioni o modifiche da richiedere a questo piano.

È interessante anche capire con quali dati si presenterà la Regione a questo tavolo, a questa Conferenza Stato-Regioni. Chiederei su che basi e con che dati si intende eventualmente promuovere le difficoltà, perché è indubbio che, al di là di questo tema toccato marginalmente nelle comunicazioni prima, quello del lupo è un problema serio. Qualcuno ha giustamente sottolineato che rischiamo davvero di arrivare all'abbandono di tutta una serie di alpeggi, montagne e anche attività agricole, perché, purtroppo, il problema lupo è un problema serio e, malgrado tutte le iniziative messe in campo, è un problema ben lungi dall'essere risolto. Lo vediamo nella pubblicazione, ormai quasi quotidiana, di immagini che si riferiscono a questi lupi che sempre più si avvicinano alle abitazioni.

Presidente - Per la risposta, a nome del Governo, la parola all'assessore Chatrian. Prego.

Chatrian (AV) - Grazie collega Gerandin. Lei si è occupato prima di me di questo dossier, quindi lo conosce molto bene e ha avuto modo quantomeno di conoscere quali sono le criticità. La sua iniziativa giunge proprio al momento giusto, per dare modo di fare un po' di chiarezza sull'argomento. La ringrazio ancora, così almeno sgomberiamo il campo, se ci sono delle fughe non corrette, delle informazioni non corrette, o delle falsità. Quindi grazie ancora per la disponibilità e per la volontà di aver voluto mettere nero su bianco questa iniziativa, che ci dà la possibilità di spiegare a chi ci ascolta cosa si è fatto, cosa stiamo facendo, come stiamo intervenendo con lo Stato e, soprattutto, come ci stiamo confrontando con tutte le altre Regioni dell'arco alpino. Anche perché la criticità c'è, ma non basta conoscere la criticità, lei me lo insegna, bisogna poi agire e trovare le migliori soluzioni, o quanto meno quelle corrette, quelle giuste e quelle possibili.

L'iniziativa che lei ci ha posto ci dà la possibilità di fare chiarezza sull'argomento, utilizzato spesso in modo strumentale per creare confusione, fare della demagogia o, come è successo con la famosa circolare del Ministro dell'interno, per fare campagna elettorale. Sappiamo ora che non si trattava di una circolare del Ministro, ma era una semplice comunicazione firmato dal suo capo di gabinetto, in cui sono state date a tutte le prefetture indicazioni già ben note in tema di deroghe al regime di protezione dei lupi, trattandosi di null'altro che di un estratto della normativa europea dettata dalla direttiva Habitat e recepita dall'Italia sin dal 1997.

Dunque, mi verrebbe quasi da dire: tanto rumore per nulla. Tant'è vero che lo stesso Ministro ha poi smentito le dichiarazioni che gli organi di stampa gli avevano attribuito, precisando molto bene che il suo obiettivo era di evitare allarmismi, controllare la diffusione della specie e mettere in sicurezza il bestiame. Di fatto, è ciò che stiamo facendo in Valle d'Aosta, senza prendere lezioni da Roma, peraltro.

Siamo sempre stati consapevoli che l'argomento si presta a essere strumentalizzato, specialmente da chi ha interesse a creare malcontento verso le scelte del Governo regionale e della maggioranza che lo sostiene. Sia facendo del facile populismo e diffondendo false o parziali informazioni in relazione ai mancati risarcimenti dei danni agli allevatori - lei penso conosca bene la situazione, dei ritardi che sono stati messi in campo purtroppo, ahimè, nel 2018 - sia creando allarmismi ingiustificati fra i turisti e gli abitanti dei paesi nei cui pressi si verificano, o si sarebbero verificati, degli avvistamenti di lupi.

La presenza del lupo sul nostro territorio è comunque qualcosa di nuovo per tutti noi e comporta un cambiamento, io dico probabilmente, epocale per il mondo anche degli allevatori. È necessario un cambiamento culturale, che non può avvenire nel giro di breve tempo. Si tratterà di fare uno sforzo, anche mentale, per imparare a convivere con la specie lupo. Sarà un bene per la comunità e una soddisfazione di tutte le parti interessate raggiungere il giorno in cui la presenza del lupo sarà accettata e tutti insieme riusciremo a evitare inutili carneficine di bestiame e inutili allarmismi. Un cambiamento culturale che dovrà essere sicuramente accompagnato e agevolato da tutte le parti in causa, in primis l'amministrazione pubblica. Da parte delle strutture regionali, attraverso un'attenta vigilanza sul comportamento del selvatico e, parallelamente, l'organizzazione di campagne informative, anche a carattere tecnico, attraverso cui divulgare informazioni utili e dati corretti sulla presenza del selvatico e sulle modalità comportamentali da adottare per agevolare la convivenza. Da parte della politica, attraverso il consolidamento delle risorse destinate a rimborsare le spese di messa in opera delle misure di prevenzione dei danni agli allevatori da fauna selvatica e a garantire un equo indennizzo agli allevatori quando, nonostante tutto, avvengano le predazioni.

Da parte degli allevatori: qui chiediamo un cambio di approccio alla questione lupo. Con un po' di buona volontà e onestà intellettuale anche loro sono chiamati a contribuire a un rasserenamento degli animi sulla questione lupo, perché è bene che si sappia che non ci sono motivi per allarmismi o, peggio ancora, per stracciarsi le vesti e dichiarare che si sentono abbandonati e che la loro attività è a rischio. Non ci sono neanche motivi per reclamare nei confronti della Regione per mancanza di attenzione al fenomeno, né tanto meno per presunti ritardi o mancati pagamenti, che lei conosce bene, perché abbiamo cercato di rispondere a febbraio sui pagamenti arretrati.

Da parte mia e da parte delle strutture dell'Assessorato c'è una grossa attenzione verso il fenomeno e l'abbiamo anche dimostrato ascoltando in più occasioni le rappresentanze del mondo agricolo. Ma non è sufficiente ascoltare: con loro abbiamo anche messo mano alle norme che definiscono criteri e modalità di riconoscimento dei danni e di pagamento degli indennizzi; con loro abbiamo anche deciso quale strada intraprendere per quel che riguarda il regime di aiuto da adottare, se uscire o meno dal regime de minimis. È infatti iscritta all'ordine del giorno della Giunta del 19 aprile la deliberazione con cui intendiamo aggiornare tali criteri e modalità, partendo dal presupposto che ormai il lupo ha occupato stabilmente tutto il territorio regionale e che è necessario promuovere la coesistenza fra i predatori e gli allevamenti di animali, indennizzando i danni subiti dalle aziende agricole, ma, al contempo, incentivando molto le misure preventive. Con le nuove disposizioni andiamo a recepire le novità normative introdotte a livello europeo, con l'innalzamento a 20.000 euro del tetto massimo di aiuto in de minimis, a cui hanno diritto le aziende agricole nel triennio. In sostanza, con le nuove disposizioni l'indennizzo dei danni arrecati dal lupo e il contributo alle spese per dotarsi di misure di prevenzione contro gli attacchi verranno erogati al di fuori del regime de minimis. Ho presentato un emendamento questa mattina.

Due. Era una delle richieste formulate dalle associazioni e noi le abbiamo recepite grazie a questa norma. Gli aiuti percepiti per i danni da animali protetti e l'adozione di misure di prevenzione non eroderanno il plafond dei 20.000 euro fissati, appunto, del regime de minimis.

Tre. Sentite le associazioni di categoria, sono anche stati rivisti alcuni valori per l'indennizzo del bestiame.

Quattro. Con gli uffici competenti abbiamo anche cercato di semplificare, inserite in delibera, le procedure per accedere agli aiuti e individuato le modalità per accelerare i pagamenti, scritti nero su bianco, che saranno erogati periodicamente e non più, come avviene ora, rimandati all'anno successivo alla presentazione delle domande. A delle criticità abbiamo cercato di rispondere con delle soluzioni.

Per rispondere alle domande poste, collega, dovremmo disporre del testo definitivo del piano di conservazione e gestione del lupo in Italia, ma a oggi non è così. Nelle scorse settimane il Ministero dell'ambiente ha trasmesso, sì, l'ultima versione della bozza del piano per la conservazione e gestione del lupo in Italia, aggiornata a marzo del 2019. Il documento al momento è sottoposto a un confronto tecnico da parte degli uffici competenti, preparatori dell'elaborazione del testo da visionare in sede di conferenza stampa. Sintesi: c'è una proposta del Ministro, a oggi le Regioni stanno inoltrando delle riflessioni, delle integrazioni, delle modifiche, per cercare di modificare il piano, quindi, ad oggi, il piano non è approvato.

La versione attuale della bozza di piano presenta, a nostro avviso, alcune criticità. La principale è senza dubbio l'assenza di una qualsiasi disposizione in materia di gestione dei lupi, in caso di comportamenti confidenti, vale a dire quei casi in cui i selvatici si avvicinano alle case, con conseguente allarme nell'opinione pubblica. Occorre dunque che nel piano sia precisato con chiarezza quali sono i casi e i comportamenti in cui i lupi devono essere considerati problematici e le eventuali procedure di intervento. Faccio un esempio a titolo esemplificativo: da un punto di vista tecnico l'avvicinarsi dei lupi di notte alle abitazioni e l'osservazione a distanza degli animali non dovrebbero costituire motivo di preoccupazione. Diverso, invece, è il caso di un lupo che fosse avvistato per più giorni vicino all'abitazione o che si avvicinasse alle persone. In questi casi, si dovrebbe poter disporre di procedure di intervento formalizzate e autorizzate, finalizzate a: uno, eliminare le eventuali cause di attrazione degli animali; due, attuare interventi di dissuasione nei confronti degli stessi; tre, se del caso, procedere alla rimozione degli animali, privilegiando la cattura ed utilizzando l'abbattimento come ultima ratio.

Al momento il piano è stato esaminato solamente in sede tecnica e sulla prima stesura sono anche state espresse delle osservazioni, sempre a livello tecnico, da parte del dirigente della nostra struttura, che ha partecipato a tutte le riunioni e ha condiviso la documentazione praticamente con tutti i colleghi del fronte arco alpino, dalla Liguria fino al Friuli. Da una lettura della bozza, si può comunque apprezzare l'analisi attenta e realistica della situazione contenuta nel piano, così come le varie azioni che propone da mettere in atto per garantire una coesistenza pacifica del lupo con l'uomo.

Il piano rimanda a una problematica ben presente anche nella nostra regione e su cui conviene soffermarsi ulteriormente, che è quella dei cani padronali randagi. A questo proposito, si è appena registrato un episodio di aggressione a un cervo da parte di tre cani, verificatosi a Porossan. Per il prossimo futuro sarà necessario, con l'ausilio del Corpo forestale, rafforzare l'attività non solo di monitoraggio del comportamento degli animali cosiddetti confidenti, come ben evidenziato nel piano di conservazione e gestione del lupo, ma sarà bene anche dedicare attenzione al fenomeno sempre più preoccupante dei cani vaganti.

Per concludere, il parere del Governo - spero di essere stato abbastanza chiaro e diretto - a oggi non può essere espresso, perché siamo in fase di modifiche, di integrazione, che oltretutto stiamo facendo insieme ad altre Regioni. Nel contempo, con il lavoro fatto in queste settimane e cercando di mettere tutte le energie - ringrazio le diverse strutture del mio Assessorato e dell'Assessorato all'agricoltura, insieme al legislativo - la modifica sostanziale, che sarà approvata dal Governo regionale venerdì, inizia a dare delle risposte puntuali a quelle che sono comunque le prime azioni, le prime soluzioni, alle criticità che ci sono. Semplificazione, rapidità, chiarezza, sostegno robusto per quanto riguarda la prevenzione e, non ultimo, il fatto di sdoppiare i due piani, quello fuori dal de minimis: se è una specie protetta, cioè se il danno è causato dal lupo, può essere indennizzato fuori dal de minimis; stessa cosa, molto importante, ci dà la possibilità di indennizzare anche fuori dal minimis tutte le azioni e misure sulla prevenzione. Dato che questa mattina ne abbiamo parlato anche con altri colleghi, io penso che dai fatti siamo passati alle parole e abbiamo modificato le prime regole del gioco.

Presidente - La parola al collega Gerandin.

Gerandin (MOUV') - Grazie, assessore Chatrian. Ho ascoltato e le mie domande erano sicuramente legate a quello che mi sarebbe piaciuto sentire, anche sulla base di questo testo base, ancora all'esame dei tecnici: qual era la posizione ufficiale del Governo regionale. Mi ha detto che non siete ancora in grado di esprimere una posizione, in quanto comunque il testo è all'esame da parte di tecnici e che comunque siete in contatto con altre realtà, altre Regioni. Però, su una modifica così importante, come principio, io penso che sia importante avere anche una posizione politica perché, al di là di tutto, potranno cambiare sicuramente, sulla base dell'esame dei tecnici, alcune impostazioni, magari alcuni passaggi, però i contenuti sono molto chiari. In una conferenza stampa di presentazione ufficiale, non il tecnico di ruolo ma il Ministro dell'ambiente, Sergio Costa, ha detto tutta una serie di cose che sono alla base dei principi fondamentali contenuti in questo piano.

A me chiaramente non interessava entrare nel dettaglio della relazione con la quale andrete, ma capire, sulla base di questo, se è intenzione almeno di portare una posizione, da parte della Regione, io penso di legittima difficoltà, perché penso che non si possa dire che in questo momento non ci sia una situazione di legittima difficoltà sul territorio valdostano. Dopodiché, io non so cosa si può portare a casa, ne siamo ben consci, perché quando si tratta comunque di tavoli che riguardano più sensibilità politiche, o quant'altro, si possono portare a casa magari dei risultati che vanno in linea col pensiero e magari si può comunque cercare di far valere almeno una posizione.

A me dispiace quando lei dice: facile populismo, non lezioni da Roma. Io non le ho neanche citato nel mio intervento la famosa circolare del Viminale! Non gliel'ho neanche citata, perché penso che comunque, probabilmente, questa è una circolare che va approfondita. Io ho apprezzato quando lei ha parlato di un protocollo operativo nazionale, eventualmente da condividere, sull'applicabilità di questa circolare, e mi pare un buon approccio, ma quello che a me interessava capire era la posizione politica. In questo momento noi abbiamo delle Regioni che, al di là della bozza di piano, hanno già preso delle posizioni politiche molto chiare: le Province di Trento, di Bolzano, la Toscana. Queste sono posizioni in cui si dice comunque che il problema esiste, è reale e che probabilmente questa convivenza non è così semplice e facile.

Lei dice che non sono abbandonati e che le attività non sono a rischio, ma io penso che ci siano degli allevatori che sono transitati nei suoi uffici e abbiano detto di essere stufi di questa problematica! Per cui va bene mettere in campo ogni forma per preservare il discorso di questi attacchi, però alla base di questo ci va una chiara posizione politica, su come pensiamo di trattare la questione. Lei mi dice che non ha ancora approfondito, perché è all'esame dei tecnici. Sulle posizioni politiche, per carità, può essere modificato qualcosa, ma limitatamente, perché io ho sentito in diretta la presentazione del piano da parte del ministro Costa e lascia veramente poco spazio all'interpretazione!

Detto questo, non sono entrato nel merito di quello che vorrete modificare o meno, anche perché è oggetto di un emendamento e dirò in quella sede cosa penso di questo emendamento. Però vorrei dire ancora una cosa, e concludo. La sopravvivenza del lupo in Italia non è così a rischio, perché penso che lei sappia che, comunque, in Italia c'è circa dal 9 al 10 percento dei lupi presenti in Europa, fatta salva la presenza in Russia; per cui non sono così a rischio di estinzione. Mi auguro che si trovi la formula più corretta per salvare lupo e agnello ma, l'ho già detto una volta, io sono anche dalla parte degli agnelli e non solo dalla parte del lupo.

Dalle ore 17:33 assume la presidenza la presidente Rini.