Oggetto del Consiglio n. 554 del 4 aprile 2019 - Resoconto
OGGETTO N. 554/XV - Interpellanza: "Misure per contenere i finanziamenti per i lavori di ristrutturazione dell'Aeroporto di Aosta".
Rini (Presidente) - Punto n. 19 all'ordine del giorno. La parola alla collega Pulz per l'illustrazione.
Pulz (ADU VDA) - Torniamo a parlare dell'Aeroporto di Aosta. Tra il 2008 e il 2010 è stato chiuso a causa di importanti lavori di ristrutturazione, che hanno implicato l'ampliamento e l'allungamento della pista e delle vie di rullaggio, oltre che l'installazione delle luci di pista e quelle di avvicinamento, l'installazione dei cosiddetti "PAPI" (gli indicatori luminosi del sentiero di discesa), l'installazione delle radioassistenze per l'atterraggio strumentale, per misurare la distanza dall'aeroporto, per seguire una rotta predefinita con indicazione della distanza, nonché di un radiofaro. Lo scopo di questi lavori - che possiamo immaginarlo molto facilmente, hanno avuto dei costi elevatissimi - era quello di fare della sede di Aosta un aeroporto commerciale aperto al traffico nazionale e anche internazionale, in grado di accogliere aeroplani con la capacità di 80-100 passeggeri anche in condizioni di scarsa visibilità, sia di giorno che di notte. Quest'attività preconizzata sarebbe consistita in almeno 2 voli di linea giornalieri da e per Roma Fiumicino e da alcuni voli charter settimanali da e per i principali aeroporti europei. Questo era il sogno. Però, per uno scalo piccolo e "marginale" come quello di Aosta, riuscire a conquistare un volume di traffico sufficiente a coprire, non certo gli investimenti fatti, ma almeno le spese di gestione, si è rivelato tutt'altro che facile. Inoltre atterrare e decollare dall'Aeroporto di Aosta con grossi aeroplani presenta particolare difficoltà operative nella fase di discesa e di salita, perché stiamo in mezzo alle montagne e soprattutto i problemi sono più gravi in assenza di visibilità. L'aeroporto è situato sul fondo di questa profonda e stretta valle alpina, che è soggetta ad intensi fenomeni meteorologici - oggi per esempio nevica e siamo ad aprile - e il sentiero di avvicinamento strumentale ha una pendenza circa doppia di quella standard.
L'ENAC, che come sappiamo è l'Ente Nazionale Aviazione Civile, ha pertanto stabilito che le procedure strumentali di avvicinamento, mancato avvicinamento e decollo possono essere eseguite da operatori che siano autorizzati nello specifico. Tale richiesta, oltre ad incidere sui costi di addestramento degli equipaggi ovviamente, limita di molto la loro flessibilità di impiego. Noi vogliamo anche ricordare che quando l'aeroporto non era classificato come scalo commerciale abilitato al volo notturno e non era gravato da stringenti procedure di sicurezza, risultava paradossalmente più frequentato. L'area circostante era anche pulita e in ordine. L'Hotel Alp era aperto e vantava pure una certa clientela, mentre ora è in triste rovina e l'area di accesso all'aeroporto è in completo degrado. Allo stesso tempo si è drasticamente ridotta la presenza di volovelisti stranieri e l'attività dell'Aero Club è in continuo e drammatico calo.
Alla luce di tutto questo, Ambiente Diritti Uguaglianza Valle d'Aosta interpella gli Assessori competenti per capire: primo, quanto siano costati esattamente nel complesso i lavori di ristrutturazione, considerando anche la realizzazione dell'aereostazione non ancora conclusa - che nel frattempo è stata pure depredata dai ladri di tutti gli impianti elettrici e termosanitari, non c'è più nulla, l'abbandono in cui si trova da anni il cantiere è evidenziato pure dal fatto che gli spiazzi lasciati liberi per i parcheggi delle autovetture e per i piazzali per la sosta dei velivoli sono stati invasi da una foresta di pioppi selvatici - e quanto in particolare si sia speso per l'installazione delle luci di pista di avvicinamento, per le installazioni delle radioassistenze, compresa anche la manutenzione delle luci, dei sistemi di radionavigazione, nonché le radiomisure, ovvero anche delle loro verifiche periodiche; secondo: quanti velivoli commerciali da 80-100 posti e di capacità tra 30 e 80 posti per quanti passeggeri complessivamente siano atterrati ad Aosta di notte o in condizioni di scarsa visibilità con equipaggi e compagnie autorizzate da ENAC ad atterrare con procedura strumentale sull'aeroporto di Aosta. In definitiva noi vorremmo sapere quali siano gli intendimenti del Governo regionale circa le urgenti misure da mettere in campo per arginare questa che è chiaramente - non lascia dubbi - un'emorragia di denaro pubblico investito in costose attrezzature strumentali, installate allo scopo di far atterrare ad Aosta velivoli commerciali da 100 posti di notte pure e anche con scarsa visibilità.
Aggiungiamo che è un vero peccato che in quest'Aula - lo abbiamo già detto più volte - non si possano proiettare immagini; basterebbero proprio solo due foto per rendere l'idea del degrado attuale del nostro aeroporto. Secondo noi occorrerebbe anzi fare delle visite guidate per illustrare ai cittadini gli effetti del cattivo governo anche sulle loro tasche. Credo che allora si deciderebbero tutti - questo vuol essere anche un appello - a delegare molto meno la vita politica, se la vorrebbero riprendere subito nelle loro mani con la presenza attiva e vigile, come anche noi stiamo cercando di fare.
Presidente - La parola all'Assessore Bertschy per la risposta.
Bertschy (AV) - Mi pare che sia già la terza iniziativa sull'aeroporto di questi primi tre mesi, quindi una al mese non ce la toglie nessuno. L'attuale difficoltà di renderlo utile per gli investimenti che sono stati fatti è un tema che, vista la sua importanza - come abbiamo già detto varie volte -, porta all'attenzione delle opposizioni, à tour de role, perché è capitato anche a noi di essere all'opposizione e di aver fatto simili interpellanze.
Forse è bene ricordare anche da dove parte tutto questo, prima ancora di dare le risposte, anche perché non è questo Governo regionale che di punto in bianco decide di spendere o investire ancora delle risorse, ma si dà continuità a scelte fatte in passato che hanno basi normative e su queste si lavora. La strategia era stata approvata e programmata nel tempo con il coinvolgimento di tutti i principali attori istituzionali, anche questo Consiglio, ed era coerente con il Piano territoriale paesistico della Valle d'Aosta che si è sviluppato nel tempo attraverso una logica successione di atti che sono stati via via assoggettati a specifiche istruttorie e valutati positivamente nei vari organi preposti, inclusi i nuclei di valutazione appositamente costituiti per la valutazione degli investimenti. È bene ricordare che il primo importante riferimento è la legge regionale del 23 dicembre 1991 recante "Infrastrutture aeroportuali e piano di radioassistenza per l'aeroporto Corrado Gex della Valle d'Aosta", che tra l'altro prevede espressamente l'acquisto delle attrezzature e degli impianti necessari per l'attuazione del Piano di radioassistenza per l'atterraggio e il decollo assistiti di velivoli sull'aeroporto. Allo stesso modo va evidenziato che i principali investimenti per lo sviluppo e il potenziamento dell'aeroporto sono stati definiti con un master plan approvato nel 2004; sono stati programmati e condivisi con l'ENAC - ovvero l'ente che agisce con autorità unica di regolazione tecnica e certificazione vigilanza e controllo nel settore dell'aviazione civile in Italia - e lo Stato che li ha cofinanziati attraverso le nostre FAS, il Fondo sociale di coesione e due successivi accordi di programma quadro stipulati nel dicembre 2005 e nel luglio 2007. Questa è la storia, da dove partono gli investimenti che poi oggi evidenziamo per l'ennesima volta. Di questo se n'è parlato in passato.
I principali costi sostenuti per il potenziamento dell'aeroporto susseguenti a questi atti normativi e a queste pianificazioni strategiche sono (le darò poi la tabella, così non sta ad elencarsi tutto): per il prolungamento della pista circa 10 milioni di euro; per il sistema di radioassistenza e sistemi di ausilio alla navigazione, impianto luci pista e piazzali, radar, luci ostacolo 5.417.000 euro, con una compartecipazione dello Stato di 2.721.158 euro; le recinzioni perimetrali per l'abbassamento degli ostacoli sono di 371.668 euro; la realizzazione del nuovo terminal e l'annessa viabilità (un intervento che è stato realizzato al 50 percento) per una spesa di circa 5.286.000 euro, di cui 3.213.000 euro sono risorse statali. Il completamento delle opere prevede ancora - in questo senso è in corso di progettazione - un costo di circa 8,8 milioni con un'altra compartecipazione di 1,1 milioni di fondi dello Stato. Se vogliamo, aggiunti a questi investimenti, vanno messi anche alcuni interventi sulla viabilità. Alcuni sarebbero stati fatti ugualmente, ma la modifica della viabilità esterna, Statale 26 a nord e Strada regionale 19 a ovest per circa 2.109.000 euro, con una compartecipazione anche qua dello Stato di 445.000 euro. Queste sono le principali voci di investimento successive a tutti questi atti.
"Quanti velivoli commerciali da 80-100 posti e di capacità da 30 a 80 posti per quanti passeggeri complessivamente siano atterrati ad Aosta di notte o in condizioni di scarsa visibilità, equipaggi e compagnie autorizzate da ENAC ad atterrare con procedura strumentale sull'Aeroporto di Aosta: sulla base dei dati relativi al periodo 2014/2018, quindi senza andare troppo indietro nel tempo, forniti dall'attuale gestore aeroportuale, non è atterrato di notte o in condizioni di scarsa visibilità nessun velivolo commerciale, né da 80-100 posti, né da 30-80 posti. Tra l'altro la società di gestione, l'AVDA, segnala che sono anche modificate oggi le autorizzazioni da parte di ENAC. In uno scalo di categoria C come il nostro non è più prevista l'autorizzazione da parte di ENAC. Le procedure sono strumentali, però sono state utilizzate nel quinquennio sopraindicato da due velivoli da circa 90 posti di tipo BAE 146, che è il cosiddetto "Jumbolino"; però, al di là di questo, è corretto sottolineare che le radioassistenze sono di fondamentale importanza e di ausilio alle attività di elisoccorso anche notturno. In questo senso AVDA sta ancora valutando altre iniziative per rendere, da un lato, più appetibile lo scalo e, dall'altro, per rendere - attraverso un'implementazione delle procedure strumentali - più compatibili i sistemi attuali con i sistemi di navigazione più evoluti, satellitare più radioassistenza convenzionale di cui sono dotati gli aeromobili di ultima generazione per incrementare le possibilità di utilizzo per le operazioni di Protezione civile, di elisoccorso, per l'attività elicotteristica in genere e per la sicurezza degli operatori. Mi scuso se vado un po' velocemente.
"Quali siano gli intendimenti circa le urgenti misure da mettere in campo per arginare questa emorragia di denaro pubblico investito in costose attrezzature strumentali, installate allo scopo di far atterrare ad Aosta velivoli commerciali da 100 posti di notte e con scarsa visibilità ": rispetto a questo attualmente non c'è emorragia di denaro pubblico, se non il riconoscimento del canone che è dovuto per contratto alla società di gestione. Come ho già avuto modo di dire, se venisse meno anche l'attività commerciale il canone della gestione dell'aeroporto avrebbe comunque un costo che era stato identificato in circa 1 milione di euro all'anno. L'intendimento dell'attuale Governo - e credo di quelli che si sono succeduti finora - è quello di dare corso alla risoluzione approvata nel Consiglio regionale del 9 aprile 2015, la quale prevedeva l'aggiornamento del master plan del 2004 rivedendo gli obiettivi strategici. Nell'ambito di questa attività di aggiornamento, che al momento registra il completamento di due delle tre fasi in cui è articolato, è emerso che il master plan del 2004 conteneva valutazioni coerenti con lo scenario macroeconomico ed aeronautico del 2004 e che, in funzione del contesto attuale, le stime di allora possono essere sicuramente ridimensionate di circa un terzo. Inoltre è emerso che lo scalo presenta un'infrastrutturazione adeguata e coerente con le norme aeronautiche, tra l'altro necessarie per mantenere le certificazioni aeroportuali, che potrà essere pienamente utilizzata con i flussi di volo previsti per il medio-lungo termine e che non sarebbe vantaggioso modificare o ridimensionare. La categoria dello scalo, per mantenere, ha bisogno di questo sistema di radioassistenza oltre che, appunto, per tutte le attività di Protezione civile.
Riguardo all'unico intervento non completato, quello relativo all'aerostazione, quanto emerge dalle attività di aggiornamento del master plan è che si tratta di un intervento dimensionato in modo compatibile con le attività di volo previste a regime. La Regione intende quindi completare i lavori in ottemperanza agli impegni vincolanti assunti con la sottoscrizione del relativo APQ, alle indicazioni dello Stato e dell'ENAC recepiti con la delibera n. 271 del 26 febbraio 2016. Rispetto a questo, evidentemente il master plan ci dirà in via definitiva come agire e come fare in modo che il denaro investito possa vedere una sua utilità, anche perché questo Governo e questa maggioranza - ma ripeto, anche quelle precedenti - possono intervenire solo per migliorare quanto è già stato pensato, quanto è stato stabilito con atti normativi e quanto è stato investito con scelte che sono state conseguenti. A noi tocca pertanto risolvere definitivamente il contenzioso. Ho già avuto modo di dire in quest'Aula che pure il Governo precedente stava cercando di arrivare ad una transazione per permettere alla società di uscire dalla conflittualità che non gli ha permesso di avere una visione più di sviluppo dell'aeroporto e, dall'altra parte, di trovare una giusta misura per rendere compatibile le due esigenze: quella del volo commerciale e quella del volo sportivo.
Presidente - La parola alla collega Pulz per la replica.
Pulz (ADU VDA) - Grazie, Assessore, per la sua precisa e rigorosa risposta, che però purtroppo - nonostante il suo impegno profuso che siamo pronti a riconoscere anche con una certa stima che non vogliamo nascondere - non ci ha convinti e, anzi, ci ha fatto venire in mente quel detto popolare "se errare è umano, perseverare è diabolico". Pensare infatti che l'allungamento della pista e l'installazione delle radioassistenze avrebbe fatto automaticamente arrivare ad Aosta voli commerciali a tutte le ore del giorno, ma anche della notte, in ogni condizione metereologica, si è dimostrato un calcolo errato. Nessun volo commerciale con più di 30 passeggeri infatti ha mai atterrato ad Aosta. Diceva lei stesso che nessun velivolo commerciale con passeggeri a bordo è mai atterrato di notte. Lo spreco di risorse è destinato a crescere in modo inarrestabile, senza voli commerciali.
A noi risulta che l'aeroporto in tutto costi circa 2 milioni all'anno. Secondo noi bisogna avere il coraggio di prendere finalmente atto che l'Aeroporto di Aosta, nonostante tutti questi investimenti fatti, si è dimostrato inadatto ad accogliere velivoli commerciali di medie dimensioni, sia di giorno che di notte. Il traffico commerciale si è infatti azzerato. Nonostante questo ineluttabile declino, si continua con perseveranza - che a noi pare appunto diabolica - a parlare di un qualche rilancio dell'attività commerciale e così si sperpera per forza del denaro pubblico, per tenere semplicemente in efficienza un aeroporto che, di fatto, è deserto. Ci risulta che vengano pagati stipendi a personale che però è sottoutilizzato per fornire servizi non richiesti da nessuno, per movimentare i bagagli, per il servizio antincendio, per i controlli doganali, per la Polizia di frontiera, per gli addetti alla sicurezza. Sembra di trovarci di fronte ad una pièce da teatro dell'assurdo sinceramente. Nel frattempo i cittadini valdostani che devono viaggiare cosa fanno? Vanno a Caselle, vanno a Malpensa o anche in aeroporti più lontani.
A noi sembra che alla fine l'Amministrazione dovrebbe prendere atto di questa insostenibilità di uno scalo commerciale perché, certo, si può sottolineare che le responsabilità sono passate, che questo Governo le ha ereditate, però la gestione del potere adesso è nelle vostre mani - e a volte non vorremmo proprio essere al vostro posto - e forse si può ancora invertire la rotta. L'Aeroporto di Aosta, secondo il nostro modesto parere, sentiti vari esperti vicini al nostro gruppo, dovrebbe essere declassato limitando l'utilizzo a velivoli medio-piccoli e ciò consentirebbe anche di contenere le spese. A noi sembra che la vera vocazione dell'Aeroporto di Aosta possa essere di due tipi: oltre a servire, come ha detto anche lei, come base per gli elicotteri del Soccorso alpino, dovrebbe tornare ad essere il centro che era rinomato in tutta Europa: per l'attività di volo a motore in montagna e del volo a vela in alta quota.
Presidente - Manfrin ha chiesto la parola? Risultava iscritto a parlare.