Oggetto del Consiglio n. 516 del 20 marzo 2019 - Resoconto
OGGETTO N. 516/XV - Ritiro di mozione: "Adozione di provvedimenti per prevenire e contrastare l'uso della cannabis ".
Rini (Presidente) - Punto 12 all'ordine del giorno. Per l'illustrazione la parola al collega Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) - Questa iniziativa introduce un tema certo non semplice ma che ritengo vada affrontato. Come quest'Aula sa è stata approvata qualche anno fa, e più precisamente il 2 dicembre 2016, la legge numero 242 che ha sostanzialmente liberalizzato la commercializzazione della cosiddetta cannabis light. Non voglio ovviamente ora entrare nel merito di chi è favorevole o di chi è contrario a tale liberalizzazione, oppure anche ad altre più ampie liberalizzazioni, voglio entrare invece nel merito di quanto è stato scritto, proprio a seguito dell'approvazione di quella legge, dal Consiglio Superiore di Sanità, certamente un organo super partes, un organo tecnico che esprime pareri su questi temi ovviamente da un punto di vista scientifico. Proprio questo Consiglio Superiore di Sanità con un parere espresso in data 10 aprile 2018, che ho citato in premessa di questa mozione, spiega come non possa essere esclusa la pericolosità della cannabis cosiddetta light in quanto la biodisponibilità del THC anche a basse concentrazioni, il famoso Delta 02/06, non è trascurabile. Il consumo avviene al di fuori di ogni possibilità di monitoraggio e controllo della quantità effettivamente assunta, e quindi gli effetti psicotropi che può essa produrre, non appare che sia stato quindi valutato nella legge il rischio connesso al consumo di tali prodotti in relazione a specifiche condizioni del consumatore e quindi età, presenza di patologie concomitanti, stato di gravidanza e allattamento, interazione con i farmaci, effetti sullo stato di attenzione e altri sintomi, così da evitare che l'assunzione inconsapevolmente percepita come si cura, appunto della cosiddetta cannabis light, e priva di effetti collaterali si traduca in un danno per se stessi o per altri, per esempio per il feto oppure per la guida in stato di alterazione.
Infine questo parere, che ho citato e di cui mi auguro che questa Aula abbia preso visione, raccomanda che siano attivate, nell'interesse della salute individuale pubblica, misure atte a non consentire la libera vendita, e questo appunto sempre detto dal Consiglio Superiore di Sanità.
Ora noi invece prendiamo atto, nel nostro piccolo che questo, ovvero la libera vendita, sia un tema che concerne esclusivamente al legislatore nazionale sul quale non abbiamo di certo voce in capitolo. È un nostro preciso dovere però ascoltare il territorio e le associazioni che sul tema hanno dibattuto in maniera assolutamente importante. Proprio dal territorio infatti arriva la prima presa di posizione, con la mozione approvata dal Comune di Quart, votata all'unanimità, che, a fronte del rischio di apertura di uno di questi negozi - parlavo prima dell'ubicazione, peraltro di questo negozio non la conoscevo ma pare che sia situato proprio nel mezzo di strutture scolastiche primarie e secondarie, quindi anche a contatto con le fasce più deboli della nostra società -ha sentito l'esigenza, innanzitutto, di parificare, come giusto che sia, la dipendenza da una sostanza psicotropa, come la cannabis - parlo della mozione approvata ovviamente non della mozione che è proposta ora in questo momento - e quindi di parificare la dipendenza sia di sostanze sia del gioco d'azzardo e infine impegnare i diversi organi comunali a compiere gli opportuni approfondimenti sulla problematica intensificando le azioni atte a prevenire e contrastare l'uso ricreativo o da fumo della cannabis light.
Vista quindi questa presa di posizione molto interessante sul tema, assolutamente importante e utile - chiaramente anche l'espressione di uno degli organi che compongono la nostra comunità - credo che sia giunto il momento di evitare di replicare quanto fatto in materia proprio sul gioco d'azzardo, dove ad alcune lodevoli iniziative la Regione si è vista costretta a intervenire rincorrendo sul tema; per questo motivo questa iniziativa chiede non certo di vietare l'apertura delle attività commerciali che ho dianzi citato ma di prendere alcuni impegni precisi. Quali sono? Il primo è produrre gli opportuni approfondimenti nel merito della materia analizzando la legislazione nazionale e regionale relativa al tema specifico, questo è un approfondimento che si può fare agevolmente in Quinta commissione; predisporre ogni atto utile che possa avere una finalità di prevenzione per l'uso ricreativo da fumo della cannabis light; promuovere azioni d'informazione e sensibilizzazione dei ragazzi e della popolazione sugli aspetti riguardanti in primis gli effetti della salute di questa cosiddetta cannabis light, ma anche i rischi indotti dall'uso di detti prodotti nonché delle dipendenze in generale e infine valutare un'iniziativa legislativa che possa introdurre delle tutele per i soggetti sensibili alla dipendenza summenzionata al pari di quella introdotta per la ludopatia.
Presidente - Apriamo la discussione generale, la parola alla collega Russo.
Russo (M5S) - La mozione pone l'attenzione su un tema che merita importanti approfondimenti ed esige che non vengano prese decisioni politiche basate su informazioni non chiare o addirittura errate. L'equivalenza tra dipendenza legata all'uso della cannabis e ludopatia sarà sicuramente di forte presa sulle paure dei cittadini e delle famiglie valdostane ma non corrisponde interamente a verità. Partiamo dalla constatazione che la cannabis non è innocua, come tutte le sostanze che vengono introdotte nel nostro corpo, e a maggior ragione quelle psicoattive, come caffè e alcol; la cannabis agisce sull'organismo e sul nostro sistema, motivo per cui oggi è utilizzata in medicina per trattare decine di patologie. Sicuramente è meno dannosa dell'alcol e della nicotina, sostanze psicoattive del tutto legali che causano migliaia di morti all'anno. La cannabis è la sostanza stupefacente più utilizzata al mondo e anche in Italia, è da qui che deriva il discorso economico e sociale che sfocia nella legalizzazione. Il senatore del Movimento 5 Stelle Matteo Mantero a gennaio 2019 ha presentato un disegno di legge per legalizzare l'uso ricreativo, la produzione e la vendita di cannabis. Oggi, come sappiamo, sono le organizzazioni criminali a gestire l'intero mercato delle sostanze proibite, dal produttore al consumatore. Il disegno di legge punta proprio a contrastare questo. Non a caso la Direzione Nazionale Antimafia si è detta favorevole alla legalizzazione, considerato il fallimento delle politiche fino ad oggi adottate. I vantaggi della liberalizzazione della cannabis anche a uso ricreativo sono diverse: aumentare le entrate nelle casse dello Stato riassorbendo un mercato in mano alla criminalità, che in Italia è stimato sui 30 miliardi di euro all'anno, il 2% del PIL e risparmiare di conseguenza sulla lotta e gli spacciatori di droghe leggere, e poi viene tutelata la salute pubblica. Una produzione di marijuana controllata è più salubre di una fatta a casa, senza rispetto di nessun vincolo, in cui per esempio possono essere utilizzate sostanze nocive, e di queste abbiamo notizie molto frequentemente. È proprio per necessità di tutelare la salute pubblica, ma soprattutto la libertà d'informazione dei cittadini valdostani, che credo che sia importante investire in campagne d'informazione e sensibilizzazione per tutti i cittadini, non solo sul problema ma sulle caratteristiche di questa sorprendente pianta e di come è meglio gestirla rispetto ai dosaggi, agli effetti, alla possibile dipendenza in caso di sovradosaggio, alla bassa pericolosità e alla bassa dipendenza. Conoscere per evitare i rischi e tutelare la salute, conoscere per abbattere la paura e luoghi comuni che se da un lato fanno presa sulla gente, dall'altra la danneggiano. In fondo, anche semplici sostanze, di questo abbiamo informazioni continue anche dalla medicina ufficiale, come lo zucchero e come il caffè se presi in dosaggi eccessivi possono danneggiare il corpo e causare forti dipendenze. È importante attuare campagne d'informazione nelle scuole dove si possa però prendere l'occasione per parlare della pianta di per sé, questa pianta che, nonostante si sia dimenticato, è stata a base dell'economia nazionale per tutto l'Ottocento e i primi del Novecento. Eravamo i secondi produttori al mondo, secondi solo alla Russia per quantità ma primi nel mondo per qualità, e fondamento dell'economia valdostana per secoli e secoli, nel Medioevo era il principale prodotto del nostro mercato. Chi di voi ha genitori valdostani può chiedere loro conferma di questi dati. I ragazzi dovrebbero conoscerne i suoi mille usi come fibra naturale, come cibo (i semi di canapa sono carichi di proteine e di amminoacidi) è un solvente naturale, può essere utilizzati come biomassa, è un isolante molto efficace nel mercato, è amica dell'agricoltura, viene usata per produrre bioplastiche, ed è utilizzata a livello medico. Su questo vorrei solo soffermarmi un attimo. Nonostante sia stata bandita per motivi puramente commerciali a metà secolo, fino agli anni 20 è stata uno dei medicinali più utilizzati al mondo, famoso per la sua efficacia in moltissime patologie con una tossicità molto bassa. A oggi addirittura l'Organizzazione Mondiale della Sanità riconosce il potere curativo del principio attivo - non psicoattivo - CBD, per il trattamento dell'epilessia, e dichiara di aver riscontro che porti giovamenti a patologie quale l'Alzheimer, il Parkinson, la sclerosi multipla, diversi tipi di cancro, ansia e depressione. In sempre più ospedali del mondo si associa l'uso della cannabis ai trattamenti di radioterapia e chemioterapia per ridurne gli effetti collaterali e aumentare gli effetti. In questo quadro davvero complesso s'inserisce il parere del Consiglio Superiore della Sanità, di cui ha parlato il collega, in data 10 aprile 2018, quindi recente, che ci obbliga a prendere in considerazione il suo parere. Non può essere esclusa la pericolosità della cannabis light anche se, è ovvio, non possiamo ancora neanche, per i dati scientifici che abbiamo, essere certi della sua pericolosità.
In conclusione, concordiamo sull'importanza e sulla necessità che in Commissione vengano effettuati degli approfondimenti sul tema - c'è necessità di una campagna d'informazione - per far conoscere una pianta con un incredibile potenziale legata alla nostra tradizione valdostana e concordiamo che, come tale, debba essere normata e gestita in modo adeguato. Riteniamo però che il punto 2 dell'impegnativa, quindi quello che dice "a predisporre ogni atto utile per prevenire e contrastare l'uso ricreativo da fumo della cannabis light" sia da eliminare da questa mozione perché riteniamo che questa sia una delle possibili soluzioni a cui si possa arrivare nel momento in cui avremo finito il percorso in Commissione.
Quindi noi voteremo a favore di questa iniziativa nel caso in cui venga eliminato il secondo punto dell'impegnativa.
Presidente - La parola al collega Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) - Innanzitutto ci tengo a rassicurare la collega che il nostro intento non era certo quello di parificare le due dipendenze, ma semplicemente di fare una similitudine nella tutela, era questo ovviamente l'intento ultimo, anche perché per esempio quando parliamo di SERD, che è l'ente deputato a occuparsi delle dipendenze, chiaramente esso si occupa di tutte le dipendenze, dal gioco d'azzardo alle dipendenze di qualunque tipo. Era solo per fare una similitudine e non certo parificare le due cose, è evidente che sono due cose completamente diverse.
Trovo che la sua proposta sia condivisibile nel senso che anche qui probabilmente non è stato interpretato al meglio quello che avevamo posto, però non vedo alcuna difficoltà nell'accettare un auto-emendamento, una riformulazione, sempre se il collega Sammaritani, che è il sottoscrittore, lo consente. È evidente che l'obiettivo è quello di andare a tutelare le fasce deboli e di creare informazione e prevenzione come giustamente è stato detto, quindi sono perfettamente concorde.
Presidente - La parola alla collega Pulz.
Pulz (ADU VDA) - In linea con i propositi oscurantisti e reazionari propugnati dai rappresentanti del Governo nazionale, ci troviamo questa sera a dover discutere una mozione francamente surreale a firma del consigliere Manfrin, il quale vorrebbe che l'istituzione che rappresentiamo prenda una posizione di controllo e di sanzione nei confronti di un'attività commerciale pienamente legale e regolamentata: la vendita di prodotti derivati dalla cannabis.
Come spiega Coldiretti, e lo ha già ricordato benissimo la collega Russo, la canapa, fino agli anni '40, era più che familiare in Italia. Venne poi purtroppo la Seconda Guerra Mondiale e soprattutto il proibizionismo con il Governo italiano che nel 1961 sottoscrisse la convenzione unica sulle sostanze stupefacenti secondo la quale la canapa sarebbe dovuta sparire dal mondo entro 25 anni dall'entrata in vigore del documento. Nel '75 poi venne promulgata la Legge Cossiga contro gli stupefacenti e negli anni successivi gli ultimi ettari coltivati a canapa scomparvero. Oggi l'accostamento tra canapa e droga è senz'altro un limite per lo sviluppo di questa produzione. Un tempo in molte zone agricole in Italia si coltivava il tabacco - che ha di fatto come sappiamo impoverito gravemente i terreni - con la canapa invece è tutta un'altra cosa perché si possono fare mangimi, farine, paste, grissini, tante cose ghiotte, tutto grazie a semi che sono tra i più nutrienti al mondo.
Dobbiamo certamente convenire che la normativa attuale dà adito a diverse interpretazioni e genera quindi un problema che non fa bene né ai produttori rivenditori né ai consumatori né agli organi di controllo. A chiedere una normativa chiara e regole certe sono gli stessi distributori e titolari di negozi di erba legale. Bisogna che si decida l'esatto tasso di THC permesso - il THC come sappiamo, è il tetraidrocannabinolo - il packaging, l'etichettatura del prodotto eccetera, per dare chiarezza a un mercato che si stima valga circa 40 milioni di euro nella sola Italia. La Legge 242 del 2016 ha espressamente riconosciuto l'uso legale della cannabis nei limiti del contenuto di questo principio attivo superiore allo 0,2% ed entro il limite dello 0,6%.
La normativa nasce al fine di offrire, vi leggo proprio il testo brevemente, "il sostegno e la promozione della coltivazione della filiera della canapa, la cannabis sativa, quale coltura in grado di contribuire alla riduzione dell'impatto ambientale in agricoltura, alla riduzione del consumo dei suoli e al problema della desertificazione e della perdita di biodiversità, nonché come coltura da impiegare quale possibile sostituto di colture eccedentarie e come coltura da rotazione", ciò significa che l'obiettivo della norma non è legalizzare l'utilizzo della pianta, tanto che infatti ne riconosce la libertà d'uso solo appunto in questi strettissimi limiti indicati; se questi vengono superati, ovviamente, scatta il dovere per l'Autorità Giudiziaria di sequestrare e distruggere le piante. Peraltro la legge prevede espressamente la legittimità della sola canapa, o cannabis, escludendo tutte quelle piante che ne divergono in erbe ibride che non rientrano nel catalogo comune delle varietà delle specie agricole previste dalla direttiva 53/2002 della Comunità Europea. Ai sensi della legge, i coltivatori sono sottoposti a controlli severi da parte della Guardia Forestale, che può effettuare sulla coltivazione di canapa tutti i controlli del caso, compresi anche prelevamenti e analisi di laboratorio, come ci può dire chi tra noi è più esperto in materia. La canapa legale può essere impiegata in molteplici utilizzi, lo diceva benissimo la collega prima, anche cosmetici, semilavorati, fibre, oli, carburanti, forniture per le industrie, per le attività artigianali di diversi settori, anche per il settore energetico, nonché come materiale organico destinato a lavori di bioingegneria, prodotti utili per la bioedilizia, materiale per la fitodepurazione, per la bonifica di siti inquinati, per il florovivaismo, insomma gli usi sono veramente ampi! Tuttavia è evidente che l'utilizzo di maggiore interesse per l'opinione pubblica, che quando dice cannabis pensa senz'altro a questo, è l'utilizzo alimentare. Non a caso i negozietti del centro che vendono tè, caramelle, biscotti e pure lecca lecca, sono oggetto della curiosità di molti cittadini oltre che della vigile e inappuntabile attenzione del consigliere Manfrin, che forse non dorme mai, a questo punto mi viene da dire. La differenza tra cannabis legale e sostanza stupefacente illegale è data dal quantitativo di principio attivo, appunto questo 0,6% al massimo; inoltre, nonostante si tratti di una sostanza consentita, è necessario aver compiuto 18 anni per acquistare la cannabis legale. Infine è molto importante evidenziare che questa legge, la legge citata, consente l'utilizzo della canapa legale per fini commerciali, ma non dice niente riguardo all'utilizzo personale, cioè fumare la cannabis; ciò comporta che l'uso personale della canapa rimanga "condotta riconducibile all'articolo 75 del Testo Unico sugli stupefacenti", ai sensi del quale chiaramente restano applicabili le sanzioni amministrative in caso di abusi, come la sospensione della patente di guida, del porto d'armi, del passaporto, del permesso di soggiorno. È vero che negli ultimi tempi si sono sollevate delle voci preoccupate in merito all'uso, agli effetti e anche a questa diffusione di una non precisata "cultura della droga" e - come è nello stile di un pensiero appunto oscurantista, retrogrado e anche poliziesco, tipico di giovani che sono insonni e forse anche già un po' vecchi - si associa automaticamente al termine cannabis quello di droga, quindi di sballo incontrollato, di festini strani.
Recentemente anche il ministro Fontana, che abbiamo avuto l'onore pure di conoscere qui ad Aosta, dall'alto della sua delega per la famiglia ha lanciato un grido di allarme. Ma se è vero che circolano nuove sostanze di facile reperibilità e molto pericolose e che è tornato anche lo spettro dell'eroina a bassissimo prezzo, forse su questo dovremmo riflettere, e che soprattutto i più giovani sono esposti al consumo di sostanze, quelle sì veramente pericolose, il Ministro non perde occasione di demonizzare una sostanza che è legale, che per forza è controllata e monitorata e che contiene una quantità davvero minima di principio attivo. Ora non è questo il contesto e neanche l'orario per aprire una riflessione serena e laica sulla legalizzazione di alcune sostanze, come peraltro si sta facendo da anni negli Stati Uniti, e sulle ricadute positive non solo per l'erario - fatto peraltro non trascurabile come mi insegnate - ma soprattutto in termini di grave danno alle organizzazioni criminali che in Valle d'Aosta, come in altre regioni italiane, sono attive, purtroppo l'abbiamo di recente verificato. Possiamo però serenamente affermare che contrastare una più che lecita attività commerciale, portata tra l'altro avanti da piccoli imprenditori, da giovani agricoltori ai quali si aprono così nuove possibilità di guadagno e di sviluppo in un settore da sempre in crisi, appare molto ideologico - e poi dite a me che sono ideologica - e controproducente; rischia solo di stroncare sul nascere un'attività produttiva che ha interessanti potenzialità. Forse l'unica preoccupazione che può destare l'inserimento di una coltura nuova, se proprio di preoccupazione dobbiamo parlare, è che, nello specifico ambiente di una regione alpina come la nostra, questo sia sempre fatto nel rispetto della biodiversità e anche del fragile equilibrio delle nostre valli.
Non facciamo retorica, non dimentichiamo che gli effetti dell'alcol sono molto molto molto più devastanti di quelli della cannabis, ma siccome l'alcol è culturalmente accettato, la cosa non ci fa problemi, e in Valle D'Aosta ne sappiamo qualcosa! Nei paesi, e concludo, dove la cannabis è stata liberalizzata, i consumi non sono affatto cresciuti, sono semmai rimasti uguali o addirittura diminuiti, come è il caso dell'Olanda.
Quindi il voto da parte di Ambiente Diritti Uguaglianza Valle D'Aosta è del tutto contrario alla mozione.
Presidente - La parola al collega Restano.
Restano (GM) - Il mio è un triste destino: a parlare dopo la collega Pulz mi sento sempre in grande difficoltà. Le dirò subito, cara collega, cari colleghi, che il Gruppo Misto non è favorevole all'utilizzo dei cannabinoidi per uso ricreativo: Perché? Cercherò di motivarlo con parole semplici, e le faccio invece un esempio inerente al mio settore lavorativo: perché è vietato consumare pesce spada con mercurio? Perché la quantità di mercurio si somma nel nostro corpo, come per il piombo. Qual è il problema di oggi? Non è il quantitativo limitato che la norma permette all'interno di questi prodotti che contengono cannabinoidi di principio attivo, ma - ed è quello che mi preoccupa molto - è la possibile somma di un utilizzo di cannabinoidi non controllati con quelli a uso ricreativo magari con alcol e altre sostanze nervine. Questi nel tempo producono dei grossi problemi agli utilizzatori. È questo che ci preoccupa, quindi ben vengano tutti i controlli che lei ha detto ma mi trovo estremamente in difficoltà a pensare che si possano fare tutti quei rigorosi controlli che lei ha evocato poco fa, perché non riusciamo neanche a controllare gli antiparassitari nella verdura perché manca personale e - ritorniamo a un discorso vecchio sulle professioni sanitarie - non riusciamo a fare un'altra marea di controlli. Questa è una delle criticità che noi vediamo in questo utilizzo, al di là della nostra posizione di principio che ho enunciato prima. Posso anche dire che sono contrario sulla mia persona all'utilizzo degli amminoacidi quando pratico sport, si figuri all'utilizzo dei cannabinoidi! Mi rendo conto che è un problema, forse nostro, di mancanza di formazione o d'informazione, per questo ben venga un confronto in Commissione in tal senso, però mi permetto di ricordare a quest'Aula invece la sensibilità del Governo regionale quando nel 2016, invece, ha riconosciuto l'importanza della canapa come effetto terapeutico. Infatti nel nostro centro per la terapia del dolore questa è consentita e lì sì che abbiamo un problema, perché viene consentito per terapie a chi ha problemi oncologici, a chi soffre di anoressia, e non mi dilungo perché sono già stati tutti ricordati. Il problema è che non ce n'è a sufficienza per curare tutte le persone che si rivolgono a questo centro. Proprio in tal senso noi dovremmo operare, questa è la nostra sensibilità, per cercare di dare delle risposte ai cittadini valdostani che si rivolgono all'USL per le terapie. Questi sì che ne hanno bisogno prima ancora - permettetemi, ma questa è la nostra sensibilità - di permettere che altri cittadini rischino di farsi del male per poi dopo rivolgersi alla USL e diventare un costo per la società. Aspettando la replica dell'Assessore, ho ritenuto doveroso e importante esprimere il nostro punto di vista.
Presidente - Ci sono altre richieste d'intervento? Chiudiamo la discussione generale. Per la replica la parola all'assessore Baccega.
Baccega (UV) - Devo dire una mozione assolutamente importante e di peso che nella risposta non può non allargarsi e non penetrare nel fenomeno delle dipendenze: è inevitabile. Ci richiama sicuramente, come alcuni colleghi hanno già anticipato, ad approfondimenti legislativi che dovranno essere fatti. È anche necessario richiamare il quadro normativo in cui s'inserisce: il collega Manfrin ha citato la 242, una parte è stata ripresa dalla collega Pulz e dalla collega Russo. In effetti, questa norma era nata per scopi assolutamente agricoli; questo era il percorso, ma in quel quadro all'articolo 4, dove si parla di controlli e sanzioni, si precisa che, qualora all'esito del controllo il contenuto complessivo di THC, il famoso tetraidrocannabinolo, risulti superiore allo 0,2 per cento ed entro il limite dello 0,6 per cento, nessuna responsabilità è posta a carico del coltivatore che ha rispettato le prescrizioni, ma qualora il livello sia più alto allora l'Autorità Giudiziaria può procedere con il sequestro o con la distruzione delle coltivazioni.
Ora, seppure la legge non citi in alcun modo la cannabis light - dicesi canapa - è pur vero che il parere evocato dal collega Manfrin - reso il 10 aprile 2018 dal Consiglio Superiore di Sanità e del Ministero della Salute in riferimento ai prodotti contenenti o costituiti da infiorescenze di canapa - afferma che non può essere del tutto esclusa la pericolosità. A questo proposito, per giungere ad alcune riflessioni e arrivare a formulare delle conclusioni sull'argomento, vorrei riferire alcuni dati relativi all'utilizzo della cannabis a scopo medico, che sono messi a disposizione da parte dell'azienda USL e sono collocati nel contesto della struttura semplice Terapia del dolore, che è la struttura autorizzata alla prescrizione delle preparazioni di cannabis medica FM2, rimborsabili dal Servizio Sanitario Nazionale. Esiste comunque una differenza importante tra la cannabis medica e quella cosiddetta light ed è il contenuto in percentuale dei suoi due principali componenti: THC e il CBD, il cannabidiolo; mentre il primo è responsabile degli effetti psicotropi che agiscono sulla psicosi, come sottolineava la collega Russo, il secondo, il CBD, ha effetti sedativi e antinfiammatori.
La cannabis light che contiene tra lo 02 e lo 06 percento di THC è uno dei due componenti ed è proprio quello responsabile dei cosiddetti effetti ricreativi. Per fare un paragone, la cannabis d'importazione olandese ha una componente di THC molto elevata pari al 22%. Sebbene la componente psicotropa della cannabis sia nettamente più bassa di quella medica, si concorda nel ritenere non univoca la dichiarazione d'innocuità, in quanto l'assunzione ripetuta di bassi dosaggi, in presenza di patologie che ne facilitino l'accumulo, rendono possibile raggiungere le concentrazioni maggiori sopra descritte e quindi andare incontro a diversi effetti collaterali, tra cui proprio la dipendenza, come ha ben anticipato poco fa il collega Restano. Relativamente alla dipendenza da cannabinoidi, e più in generale dalle droghe, l'USL ha inoltre messo a disposizione alcuni dati che inviterei a esaminare con attenzione. Nel 2018 sono pervenute al SERD 157 segnalazioni: nella fascia da 0 fino a 15 anni una percentuale del 3,8%, tra 16 e 19 anni il 14,1%, tra 20 e 24 anni la percentuale del 12,74%, va a scendere tra 25 e 29 anni con una percentuale del 4,46% e tra 30 e 39 anni del 5,10%. Si presuppone che questa discesa determini l'uso di qualcosa di più pericoloso. L'Assessorato e il SERD, andando alle azioni da intraprendere nel percorso futuro, stanno pianificando una serie d'iniziative finalizzate alla prevenzione, che saranno implementate attraverso la pianificazione di apposite iniziative e campagne di comunicazione con particolare attenzione al mondo della scuola, e per questo ci sarà una fattiva collaborazione con la collega Certan, con la quale ci siamo già relazionati. Il fatto che ci siano dei negozi dove si vende il CBD controllato dalla coltivazione alla lavorazione, quindi secondo alcuni quasi privo di sostanze inquinanti e con il contenuto di THC stabilito dalla legge, da parte di chi commercia si sostiene che metta al riparo dalla comparsa di psicosi o effetti collaterali, pur mantenendo l'obbligo di non vendere ai minori di 18 anni. Per noi resta comunque l'affermazione che non può essere esclusa la pericolosità.
Allargando l'attenzione ad altri fenomeni delle dipendenze - scusate ma è necessario farlo - la stessa attenzione dovremmo porla per l'alcol e per la nicotina, che hanno effetti devastanti sui costi della sanità pubblica, e non dimenticando l'azzardopatia, che troverà una ulteriore risposta in questo Consiglio. In settimana, si è parlato di nascite: per quanto riguarda la gravidanza e l'allattamento, l'uso di nicotina riguarda oltre il 25% delle donne in gravidanza con rischi piuttosto significativi. Nel primo trimestre, un aumento del rischio di aborto spontaneo, nel secondo e terzo trimestre un aumento del rischio d'insufficienza placentare, di basso peso alla nascita, di restrizione della crescita fetale, di parto pre-termine e di altre manifestazioni, anche più gravi. Riguardo agli adolescenti - l'uso di nicotina - dal momento che la maturazione del cervello continua fino oltre i 20 anni, l'uso di sostanze durante questo periodo critico può avere effetti specifici sullo sviluppo e sull'organizzazione neuronale. L'abitudine al fumo della sigaretta inizia in adolescenza e spesso porta con facilità all'utilizzo di altre sostanze. Secondo un'indagine effettuata dall'Istituto Superiore di Sanità, il 18% dei ragazzi tra i 15 e i 24 anni fuma abitualmente e i dati scientifici testimoniano che vengono compromessi il circuito della gratificazione, la memoria e la concentrazione, con costi elevati per la società. Devo dire che, dal mio punto di vista, dalla nicotina al fumo di cannabis e alla canna il percorso è abbastanza breve. Ho vissuto per tanti anni in mezzo ai giovani, e di queste cose ne ho viste non poche. Poi, ci sono le intossicazioni epatiche, acute, l'alcoldipendenza e sostanzialmente la ricerca dello sballo con l'alcol e con il fumo che rischia di fungere da ponte verso le sostanze psicoattive illegali. Alla luce di quanto detto, ribadisco che la presenza di negozi per la vendita di cannabis light, dal punto di vista strategico preservano solo gli assuntori dal contatto con la criminalità, ma per il resto, personalmente, sono molto, molto perplesso, nonché contrariato. In realtà il passaggio dalla cannabis light al "cannone" può essere in qualche modo favorito da questa grande voglia di sballo, soprattutto nei giovani, fino alla voglia di emulare anche comportamenti più pericolosi che portano a maggiori complicazioni. Il vero problema, per quanto riguarda la marijuana, ritengo sia proprio il concetto di modica quantità. So che è un argomento dibattuto in questo momento in Parlamento, ma che non vede grande sintonia. Personalmente, io su questo punto sono concorde con il ministro Salvini che vuole abolire il concetto di modica quantità. Sono ormai 11 anni che in Italia non è convocata la conferenza nazionale sulla droga e con l'avvento delle nuove droghe - soprattutto le droghe sintetiche e gli ingenti quantitativi di cocaina che vengono immessi sul mercato - credo sia opportuno che venga convocata quanto prima. Per quanto riguarda il lavoro di questo Assessorato, ci impegneremo fortemente nel 2019 e coinvolgerò appunto la collega Certan in questo percorso che deve produrre azioni d'informazione, di sensibilizzazione, di approfondimento dell'uso di sostanze quali alcol, droghe e sostanze pericolose, oltre che del fenomeno dell'azzardopatia, decisamente allarmante anche nei giovani. Una prima iniziativa si è conclusa il mese scorso, ha riguardato la settimana della prevenzione con un efficace riscontro di partecipazione da parte degli alunni, da parte delle scuole e da parte delle famiglie. Proseguirà quindi questa nostra importante battaglia contro ogni forma di dipendenza, soprattutto nei giovani e nei confronti delle famiglie. Per quanto riguarda la cannabis, sono in sintonia con la scienza che afferma che, in riferimento ai prodotti contenenti o costituiti da infiorescenza da canapa, non può essere del tutto escluso il pericolo.
Alla luce delle considerazioni fino a qui illustrate, mi avvio, quindi, a concludere. È evidente che si tratti di un'ampia disciplina che riguarda diversi ambiti competenziali tra cui, per quanto concerne il consumo umano dei prodotti, la tutela della salute, l'alimentazione e la tutela della concorrenza, che è invece competenza esclusiva dello Stato. La tutela della concorrenza entra in campo proprio sulla base delle concessioni ai negozi. Nessuna Regione, al momento, per quanto abbiamo approfondito anche con l'ufficio legale, risulta aver oggi legiferato in materia, contrariamente a quanto avvenuto per l'uso terapeutico della cannabis, relativamente al quale molte Regioni hanno disciplinato le modalità. Per quanto riguarda la commercializzazione della cannabis light, occorre un ulteriore approfondimento in ordine ai margini d'intervento del legislatore regionale, atteso che oltre alla materia della tutela della salute e dell'alimentazione, in quanto in contrasto, verrebbe, relativamente all'introduzione di limiti alla modalità di commercializzazione dei prodotti, proprio la materia della concorrenza. Ferma restando la rilevanza ai fini della predetta valutazione, occorre infatti considerare che è stato presentato un decreto del Ministero della Salute che individua i livelli massimi di THC ammessi negli alimenti ed entro detti limiti anche la commercializzazione dei prodotti. Lo schema di questo decreto è stato notificato alla Commissione Europea il 30 ottobre 2018, occorrerà, quindi, attendere l'approvazione in via definitiva del decreto, ma se dovesse permanere la predetta lacuna, il limite costituito dalla tutela della concorrenza nell'ambito della gestione di prodotti sarà da valutare. In conclusione - mi scusi, Presidente, ancora un minuto - ritengo che aver affrontato questo tema sia un elemento estremamente positivo. Il nostro ruolo è quello di diffondere buoni e sani stili di vita, no alcol, no fumo, no droga, sì attività motoria e sì alla dieta mediterranea. Io credo che questo importante e ampio argomento possa essere affrontato con più tranquillità, con più calma, con maggiori approfondimenti nel contesto della Commissione competente, magari con una o più sedute, affrontando le diverse tipologie, quindi, con l'impegno di andare in Commissione ad approfondire questa tematica, magari anche con il contributo dei tecnici. Chiedo ai sottoscrittori della mozione di ritirarla; lo dico in questo senso, pur condividendo il fatto che noi, ovviamente, su questo discorso di avvicinamento a fenomeni che possono essere preoccupanti per i nostri giovani, non siamo d'accordo.
Dalle ore 19:11 assume la Presidenza il vicepresidente Rollandin.
Rollandin (Presidente) - Ha chiesto la parola il collega Manfrin, ne ha facoltà.
Manfrin (LEGA VDA) - Innanzitutto ringrazio quest'Aula per il dibattito che è stato sicuramente interessante - al di là degli excursus della storia della canapa dal 1500 a oggi, che potevamo anche evitare - ma quello che ritengo sia utile è comprendere la necessità d'intervenire in un settore come quello delle dipendenze e dei rischi connessi a queste dipendenze che, certo, lasciati un po' gestire a se stessi, possono presentare un pericolo. Quanto dichiarato dall'assessore Baccega corrisponde a verità, un solo particolare: effettivamente l'assessore Baccega diceva che è difficile tutelare con una normativa in quel senso, cioè stabilendo le distanze, perché si andrebbe a intervenire su un problema di concorrenza, che è materia di interesse esclusivo dello Stato. In realtà, come è stato fatto anche per l'azzardopatia, la tutela della salute pubblica, sotto la quale ricade un intervento normativo che vada a stabilire delle distanze minime da osservare da dei luoghi d'interesse da parte di chi commercia quel tipo di sostanze, ricade invece nelle competenze regionali, tant'è vero che se effettivamente venisse inteso nel senso della concorrenza, neanche le normative che difendono le fasce deboli della popolazione dal gioco d'azzardo potrebbero avere luogo. In realtà, avendo come obiettivo la tutela della salute pubblica, queste possono chiaramente essere emanate. Ma effettivamente, - e ringrazio anche il collega Restano per l'intervento, tra l'altro è anche parte interessata, conosce bene la materia per questioni professionali -, come abbiamo spesso detto in quest'aula, affrontare certe materie richiede un apporto scientifico, richiede un approfondimento, che era quello peraltro che era anche oggetto di questa mozione; nell'impegnativa non c'è scritto di portarlo in Commissione, ma chiaramente era sottointeso, però ringrazio l'Assessore per avere esplicitato questa offerta. L'unica cosa che chiedo - visto che è presente anche il presidente della Quinta commissione Bianchi che potrà confermarmi che questo percorso potrà cominciare a breve - è che questo percorso non s'inizi a distanza di tempo ma siccome la materia è importante e la necessità di trovare una soluzione anche, e quindi approfondirla, è assolutamente necessario che questo percorso di confronto in Commissione inizi in breve tempo.
Quindi, a fronte di questo impegno, concordemente con quanto già condiviso con il collega sottoscrittore, ritireremo la mozione, se c'è questo impegno da parte dell'Assessore.
Presidente - La parola al collega Barocco.
Barocco (UV) - Je voulais écouter les propositions de l'Assesseur avant d'intervenir. Bon je voudrais aussi... je concorde avec la proposition de l'Assesseur mais je me dois de faire quelques affirmations pour remettre, disons, les pendules à l'heure. Bon, c'est vrai, le chanvre était l'une des cultivations les plus répandues dans notre vallée, mais son emploi n'était pas orienté vers la fumée ou pour faire quelque chose de récréatif, c'était surtout pour arriver à compléter les trousseaux de mariage de nos épouses, ou des épouses de nos grands-pères. Parce que le chanvre, une fois mûr, on le faisait macérer dans des piscines d'eau et puis on le tissait, et dans la communauté de Champorcher je crois qu'il y a même aujourd'hui des souvenirs, et pas seulement des souvenirs, mais en effet il s'agissait d'une activité économique. Au-delà de la plaidoirie du chanvre, à Quart on n'est pas obscurantistes, la comunità di Quart si è fatta queste preoccupazioni perché questo negozio, che tra l'altro è un distributore automatico h24, quindi con delle difficoltà per individuare e per identificare il maggiorenne, anche se le tecnologie potrebbero venirci in aiuto, c'è tutta una serie di abitudini o di male abitudini che potrebbero superare questo problema, ma qui non mi dilungo. Il problema è che - non voglio entrare in tecnicismi ma è un subentro a un'attività economica che esisteva - le procedure autorizzative sono piuttosto veloci e con una Scia la cosa viene regolata. Questo fatto ha creato preoccupazione, perché questo negozio si trova al centro del borgo del Villair di Quart, dove, in un raggio di circa 150 metri, esistono tutti gli ordini di scuola, e anche la biblioteca. Quindi nessun oscurantismo ma una legittima preoccupazione delle famiglie e delle mamme dei bambini di Quart, che in quella zona frequentano anche un parco giochi. È vero che la consigliera Pulz non si riferiva alla comunità di Quart, ma mi sentivo in diritto di dire.
Io la penso come l'Assessore, la modica quantità vede delle interpretazioni che sono un po' forse troppo labili. Nella farmacopea mondiale sono presenti numerosi vegetali che possono essere usati e sono usati, ma sempre sotto prescrizione medica. Questo è un altro soucis, comunque, per farla breve, penso che la proposta dell'Assessore sia da accogliere e penso anche che con i professionisti, tecnici dell'Assessorato e della USL si possano svolgere gli opportuni approfondimenti perché, tra l'altro, ma solo per aggiungere un elemento di complessità, recentemente la Cassazione ha parzialmente modificato il suo parere sul commercio e ha rilasciato una sentenza che liberalizza o conferma la liberalizzazione della vendita di cannabis light, quindi ulteriori elementi di complessità che devono essere approfonditi.
Presidente - La parola al collega Lucianaz.
Lucianaz (LEGA VDA) - Mi sia solo consentito aggiungere un piccolo contributo per l'importanza che ha per il futuro dei nostri figli il contatto con le droghe leggere o meno, anche per il fatto che ci sono aspetti agricoli, aspetti commerciali, aspetti economici che probabilmente possono essere legati a questa coltura. Trovo interessante il fatto che se ne dibatta in Commissione e apprezzo gli interventi di tutti i colleghi che mi hanno preceduto. Sappiate che la canapa è stata coltivata in Valle D'Aosta fino al secondo dopoguerra - in tanti Comuni ci sono toponimi, come Nex e Dzénevro, che lo testimoniano - e volevo ricollegarmi al discorso interessante del collega Restano per dire che in Val d'Aosta c'è un bravo preparato coltivatore di canapa, che segue pedissequamente tutti i regolamenti, e che mi dice di produrre canapa di ottima qualità - sicuramente migliore a suo dire di quella prodotta a Firenze di cui c'è il monopolio statale - ma che ha difficoltà a prendere contatto con l'Istituto della Sanità, o comunque con le strutture competenti, per proporre il suo prodotto. Quindi diamoci pure da fare che io credo ci sia parecchio da investire anche in questo senso.
Presidente - La parola al collega Bianchi.
Bianchi (UV) - Solamente per dire che mercoledì quando ci riuniremo in Commissione calendarizzeremo l'incontro con l'Assessore che era già in ogni caso pattuito. Quindi massima disponibilità a discutere in Commissione.
Presidente - Quindi è ritirata la mozione. Il Consiglio prende atto.