Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 514 del 20 marzo 2019 - Resoconto

OGGETTO N. 514/XV - Interpellanza: "Azioni per contrastare i pericoli da elettrosmog a favore della salute della popolazione valdostana".

Rini (Presidente) - Punto 19 all'ordine del giorno. Per l'illustrazione la parola alla collega Pulz.

Pulz (ADU VDA) - Con questa interpellanza Ambiente Diritti Uguaglianza Valle d'Aosta vuole richiamare l'attenzione pubblica sulla preoccupante problematica della diffusione globale dei campi elettromagnetici per la telefonia, ma anche per la televisione, per rendere sempre più all'avanguardia in generale i nostri mezzi di comunicazione e, quindi, sull'allarmante questione dell'elettrosmog a partire dalla transizione verso la tecnologia 5G, che è già in atto e che si intende commercializzare dal 2020. Il termine 5G, come forse tutti sappiamo, sta a indicare la rete di quinta generazione che coinvolgerà a breve, con l'installazione di nuovi ripetitori, così dice la tabella del Ministero per lo sviluppo economico, anche tre comuni valdostani, Bionaz, Cogne e Perloz, a loro insaputa, come hanno dichiarato i tre sindaci a fine gennaio a Bobine Tv che ha voluto rilanciare la notizia e anche dedicarle uno spazio di approfondimento.

Con la delibera n. 231 dell'8 maggio 2018 l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha definito le procedure che regolamentano l'assegnazione delle frequenze 5G. Tale delibera prevede letteralmente che, entro 36 mesi dalla disponibilità nominale delle frequenze, ciascun aggiudicatario dei lotti di frequenza in banda 700 Megahertz FDD è tenuto ad avviare il servizio commerciale utile a soddisfare i requisiti operativi standard, necessari a permettere ad almeno l'80 percento della popolazione nazionale la corretta fruizione di servizi 5G, tali da garantire lo sviluppo di applicazioni per tutti gli scenari di impiego attesi. L'asta per l'assegnazione di tutte le bande si è già conclusa il 2 ottobre 2018 e il Governo italiano ha incassato 6,5 miliardi di euro. Il giro complessivo degli affari che gli operatori internazionali ricaveranno dal 5G è di 619 miliardi di dollari, questo l'ho letto su La Stampa solo domenica scorsa. Gli aggiudicatari dei lotti di frequenza sono specificatamente tenuti a raggiungere, con l'avvio del servizio commerciale, almeno il 90 percento della popolazione dei comuni indicati in questa apposita tabella diffusa dal MISE e tra i 120 comuni italiani indicati vi sono appunto anche i nostri tre comuni di Bionaz, Cogne e Perloz.

Questa situazione ci preoccupa alquanto, visto che il Consiglio d'Europa, con la risoluzione n. 1818 del 27 maggio 2011, aveva già sottolineato i pericoli per la salute umana, ma anche animale e vegetale, rappresentati dell'elettromagnetismo in particolare proprio del 5G, oggetto di studi allarmanti che stanno animando il dibattito pubblico a livello internazionale. Il Consiglio d'Europa ha richiamato gli stati membri alla necessità di valutazioni di rischio che siano maggiormente orientate verso il principio di prevenzione e di precauzione. Tali rischi sono stati poi ripetutamente denunciati con forza in diverse sedi da più di 180 scienziati e medici di 36 paesi al mondo, che chiedono una moratoria sull'installazione. Tra l'altro ci sono anche i medici dell'ISDE e alcuni sono valdostani. Costoro sono preoccupati dell'installazione di questa rete 5G, finché non ci saranno studi indipendenti, ovvero non più finanziati dalle compagnie telefoniche stesse, in un palese conflitto di interessi.

Nell'appello internazionale presentato all'ONU che si intitola "Stop 5G dalla terra e dallo spazio", i medici scienziati scrivono: "Se i piani del settore delle telecomunicazioni per il 5G si realizzeranno, nessuna persona, nessun animale, nessun uccello, insetto o pianta saranno in grado di evitare l'esposizione, non vi sarà alcuna possibilità di fuga da nessuna parte del pianeta". L'Organizzazione mondiale della Sanità, in accordo con lo stesso Consiglio d'Europa, ha sottolineato come i campi elettromagnetici di tutte le frequenze rappresentino uno degli inquinanti più comuni e in rapido aumento nell'ambiente, perché i livelli di esposizione, come possiamo facilmente immaginare, stanno costantemente crescendo insieme ai rapidissimi sviluppi tecnologici. Se ne è ancora discusso in modo molto accorato nel recentissimo primo meeting nazionale dal titolo "Emergenza politica di precauzione", svoltosi poco più di quindici giorni fa a Roma e promosso dall'Alleanza italiana Stop 5G.

Già con l'emissione spinta dei 4G con le tecnologie wireless un'enorme quantità di energia elettromagnetica è stata introdotta negli ambienti di vita quotidiana, con caratteristiche di pervasività e pure di ubiquitarietà. Sappiamo che la tecnologia wireless è classificata come cancerogena di classe 2B dall'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, organo dell'OMS per lo studio dei cancerogeni ambientali e dei loro effetti biologici. Interpelliamo quindi il Governo regionale per avere informazioni ulteriori in merito a questo inserimento dei comuni di Bionaz, Cogne e Perloz nella tabella del MISE, di cui nemmeno i tre sindaci sono stati ufficialmente informati, e per conoscere le azioni che l'Assessorato all'ambiente, ma anche l'Assessorato alla salute e l'Assessorato all'istruzione, intendano mettere in campo al fine di contrastare i pericoli da elettrosmog, a favore della salute della popolazione valdostana, in particolare per quella categoria di persone (sono soprattutto i bambini e gli adolescenti) che sono le prime vittime dell'elettrosensibilità, questa patologia grave che è in crescente aumento in tutto il mondo.

La sentenza innovativa del Tar del Lazio che è stata pubblicata solo il 15 gennaio 2019, quindi abbastanza recente, ha obbligato i Ministeri all'ambiente, alla salute e all'istruzione, università e ricerca a provvedere entro sei mesi a una campagna informativa rivolta a tutta la popolazione sulle corrette modalità per l'uso della telefonia mobile, con informazioni precise sui rischi per la salute soprattutto dei ragazzi e per l'ambiente, al fine, come c'è scritto nella sentenza, di salvaguardare il diritto alla salute costituzionalmente sancito all'articolo 32.

Presidente - Per la risposta la parola all'assessore Chatrian.

Chatrian (ALPE) - Cercherò di rispondere nel merito ai quesiti che la collega mi ha posto. Nell'interpellanza si fa riferimento alla delibera dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni con la quale l'autorità stessa ha concluso l'asta per l'assegnazione delle bande disponibili per l'implementazione della tecnologia 5G, evidenziando che il Ministero per lo sviluppo economico ha individuato nel territorio nazionale - è il MISE che lo ha fatto - 120 comuni tra cui Bionaz, Perloz e Cogne, nei quali l'aggiudicatario del bando è tenuto a raggiungere almeno il 90 percento della popolazione. Nel bando del MISE vengono definiti gli obblighi di copertura del servizio 5G a seconda della banda di frequenza assegnata. Ovviamente lo scopo finale è la copertura per tutta l'Italia, tuttavia vengono definite delle priorità: nel caso della banda 700 Megahertz tutti i comuni con più di 30 mila abitanti e tutti i capoluoghi di provincia, quindi nel nostro caso rientra Aosta, e il 90 percento della popolazione dei comuni indicati in una tabella riportata come allegato, per la quale non viene specificato il criterio di scelta, e dove sono indicati i tre comuni valdostani citati nell'interpellanza. Quindi per rispondere in maniera schietta, concreta e pragmatica alla prima domanda della collega, la Regione non è stata coinvolta in questa scelta, credo al pari di qualsiasi altra regione o ente locale. Però, essendo il problema di natura sanitaria collegato all'utilizzo di tali frequenze e apparati di carattere quantomeno nazionale, o sennò oserei dire globale, il nostro auspicio è che il MISE, nell'individuare le proprie scelte strategiche, si sia confrontato con i competenti Ministeri della salute e dell'ambiente riguardo all'eventuale adeguamento dei limiti di emissione e alla necessità di rivedere la normativa concernente le trasmissioni in banda millimetrica.

Per quanto riguarda invece la seconda domanda, la Regione, con la collaborazione dell'ARPA, mantiene un costante controllo dei livelli delle radiazioni elettromagnetiche generate dalle diverse fonti (elettrodotti, impianti radio e televisivi, trasmissione dati, eccetera) parimenti potenzialmente dannose per la salute umana. A livello nazionale e regionale sono vigenti norme che disciplinano il controllo preventivo e di emissione dei valori di campo elettromagnetico generato da sistemi per le radio telecomunicazioni, per la protezione della popolazione da esposizioni indebite. La nostra legge regionale, la n. 25 del 2005, all'interno del procedimento autorizzativo prevede l'espressione del parere preventivo da parte dell'ARPA sul rispetto dei limiti. La legge quadro nazionale, che è la n. 36 del 2001, indica nelle agenzie per la protezione dell'ambiente gli enti preposti al controllo delle emissioni. Il sistema nazionale per la protezione dell'ambiente, che mette in rete l'istituto superiore alla protezione dell'ambiente e tutte le ARPA, sta affrontando il problema delle modalità per eseguire le stime previsionali e i monitoraggi sul territorio dei segnali 5G, sempre nel rispetto delle leggi tecniche di settore che sono in fase di emanazione a livello internazionale, quindi non nazionale. L'ISPRA ha partecipato il 26 febbraio, quindi qualche settimana fa, a nome del sistema delle ARPA a una audizione della IX Commissione parlamentare, trasporti, poste e telecomunicazioni proprio sul tema del 5G, volta alla definizione di tali modalità. Al momento dell'installazione di tali nuovi impianti e in coerenza con le metodiche stabilite dal sistema nazionale per la protezione dell'ambiente, sarà avviata una specifica campagna di monitoraggio del livello di emissioni di tali sistemi di trasmissione dati, proprio per verificare la presenza di eventuali esposizioni potenzialmente pericolose per la cittadinanza, derivanti da radiazioni elettromagnetiche emesse da apparati 5G.

Termino dicendo che sicuramente la questione è molto delicata e non va nella maniera più totale sottovalutata. Abbiamo la nostra agenzia, oltretutto con del personale molto qualificato, e abbiamo la possibilità di verificare, vista la delicatezza, quelle che sono le emissioni. Io penso che da questo lato la nostra agenzia stia facendo il suo mestiere al meglio e comunque, come dicevo in premessa, è un tema assolutamente da non sottovalutare. Per quanto riguarda la prima domanda penso di avere risposto nel merito, così come mi è stato comunicato da parte degli addetti ai lavori.

Presidente - Per la replica la parola alla collega Pulz.

Pulz (ADU VDA) - Grazie Assessore per le puntuali informazioni che ci ha fornito. Noi crediamo che si debba cercare e trovare il punto di equilibrio tra le straordinarie e rapidissime innovazioni tecnologiche che creano progresso, che però allo stesso tempo ci espongono a un far west di impianti nocivi per la salute umana, ma anche animale, ma anche vegetale. Noi non siamo certo contro il progresso, ma non per il progresso a tutti i costi, soprattutto se c'è in gioco la salute. Crediamo che la politica abbia in questo una grossa responsabilità, soprattutto per il rispetto del principio di precauzione e per il principio che tutta la popolazione va sensibilizzata, a partire da indicazioni precise su come gestire nella vita quotidiana la convivenza con tutti questi campi elettromagnetici in tutti gli ambienti possibili.

Certo, la nostra regione non può affrontare da sola questa enorme problematica, ma crediamo che debba prendere immediatamente contatti con il MISE attraverso l'ARPA e quant'altro e con il Governo italiano in generale, perché anche la nostra regione faccia sentire la sua voce forte e chiara! O siamo autonomi solo quando non serve? Scusate questa piccola punta polemica, perché qui stiamo parlando, come piace dire alla collega Nasso, di un brodo che in questo caso però è un brodo elettromagnetico senza precedenti nella storia dell'umanità, nel quale rischia di affogare la salute di tutti.

La tecnologia 5G è ancora priva di sufficiente sperimentazione e qui il famoso principio di precauzione non è in alcun modo contemplato, né dalle aziende fornitrici che chiaramente ci guadagnano tantissimo, né dai governi ospitanti. Sulle conseguenze dei campi elettromagnetici tutto il mondo scientifico è allertato, allarmato: vi sono allo studio leggi a livello nazionale per ridurre l'esposizione dei cittadini e a esse dovremmo ispirarci, forse anche noi a livello locale, per garantire la salute di tutti a partire dalle nuove generazioni. Noi vogliamo una "Valpelline 5G free" - scusate per il campanilismo, ma in questo caso è sano - e più in generale una Valle d'Aosta 5G free, anche perché parliamo delle nostre località di vita quotidiana, di località turistiche e pure di un parco nazionale, quello del Gran Paradiso, non in assoluto, ma almeno finché non vi saranno evidenze scientifiche maggiori e certezze in merito agli effetti appunto della nuova tecnologia 5G.

Presidente - Grazie collega. Possiamo sospendere i lavori. Ci rivediamo alle ore 15:30, grazie.

La seduta termina alle ore 12:56.