Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 496 del 19 marzo 2019 - Resoconto

OBJET N° 496/XV - Communications du Président de la Région.

Rini (Présidente) - Point n° 2 à l'ordre du jour. La parole au Président Fosson pour ses communications.

Fosson (GM) - Com'è noto, venerdì 15 marzo scorso, l'Amministrazione regionale è stata interessata da una perquisizione operata dalla Guardia di Finanza su mandato della Procura della Repubblica. È stato acquisito quanto ritenuto utile dagli inquirenti relativamente ai rapporti tra Amministrazione regionale e alcuni istituti di credito in merito al Casino de la Vallée di Saint-Vincent per atti che risalgono al 2014.

Per quanto riguarda la circostanza delle eventuali criticità o, peggio, di una mancata collaborazione che sarebbero emerse tra Amministrazione regionale e Procura della Repubblica riguardo al reperimento di informazioni di interesse di quest'ultima, ho dato mandato all'Avvocato Dirigente della Regione di verificare questa situazione. Sottolineo - e dico sottolineo - che il sistema attuale dei rapporti con le Autorità giudiziarie fa perno sull'Avvocatura regionale, la quale si fa prioritariamente carico di interloquire con le strutture dell'Amministrazione regionale al fine di fornire un riscontro tempestivo, efficiente e proceduralmente corretto alle richieste degli Organi di giustizia - Corte dei Conti, Polizia giudiziaria, Procura penale -, sistema che era già stabilito precedentemente e che noi abbiamo mantenuto in toto. L'obiettivo di questo mandato dato all'Avvocatura regionale è innanzitutto di verificare la necessità di eventuali e conseguenti provvedimenti interni. In secondo luogo è comunque necessario verificare se il sistema dei rapporti tra la Regione e gli uffici giudiziari necessiti di essere ancora migliorato. L'Avvocatura ha naturalmente chiesto un incontro con il Procuratore per verificare l'accaduto.

Permettetemi di precisare che, dal mio insediamento ad oggi, non mi risulta che ci siano state criticità di questo tipo e tantomeno mancanza di collaborazione voluta. Tutte le richieste pervenute dagli uffici giudiziari sono state prontamente riscontrate nello spirito di leale e proficua collaborazione. Sono per questo stupito, perché ho sempre pensato e voluto collaborare in tutto con l'Autorità giudiziaria, ma sono anche deciso a comprendere se e dove ci siano state queste criticità e di chi siano le responsabilità. Visto però la non precisazione dei tempi e dei fatti del Procuratore, suggerirei, a chi ha parlato di responsabilità della mia Giunta su questo, di essere molto più prudente nell'attribuire responsabilità a questo governo, tanto più che siamo al governo da due mesi e mezzo e questi sono fatti che risalgono al 2014. Darci delle responsabilità su questo penso sia prematuro e molto imprudente, non sapendo cosa infatti è successo.

Aggiungo che durante la perquisizione di venerdì è stata anche acquisita l'interpellanza del Consigliere Gerandin, discussa nella seduta del 9 ottobre 2014, in quanto inerente al tema della perquisizione. Voglio capire - e su questo voglio anche lavorare -, perché nell'ambito di tutte le competenze prefettizie che abbiamo svolto in questi due mesi e mezzo c'è stata un'ampia, precisa, sollecita collaborazione con tutte le Procure e le Forze dell'ordine. Per quanto riguarda, infatti, il procedimento 143 TUEL rispetto al quale - voi lo sapete benissimo - noi non possiamo rivelare quanto stiamo facendo, voglio però annunciare - e questo posso farlo, perché parlare di procedura è possibile - e rassicurare tutti, ringraziando coloro che sono stati i più rispettosi di questo lavoro svolto finora, che oggi la tempistica di cosa dobbiamo fare nei prossimi giorni dipende dal fatto che siamo in attesa di indicazioni dal Ministero dell'interno, che vi rammento essere il titolare delle competenze di cui io sono delegato per l'articolo 44 del nostro Statuto. Pertanto in questo momento la competenza decisionale è in carico al Ministero degli interni, al Ministro Matteo Salvini, che deve dare una seconda delega al Prefetto su come muoversi. Tutto il resto mi sembra superficialità e populismo.

Sulla questione delle lettere cosiddette di "patronage", confermo e ribadisco quanto già detto in conferenza stampa: noi, come Giunta, non ne sapevamo nulla. Non sono mai transitate in Giunta in quei primi mesi del 2014, tant'è vero che non è mai stato fatto un atto amministrativo, una delega o un qualcosa di scritto. Pertanto, alla domanda precisa del giornalista: "Voi eravate in Giunta nel 2014?", io e il collega Testolin abbiamo risposto che non ne sapevamo nulla, per quanto Assessori dell'allora Giunta.

In merito a quanto detto dall'Assessore Perron, il quale ha affermato che l'Esecutivo ne era a conoscenza - poi non più ripetuto -, lo stesso Perron esprime una mera opinione, perché lui in quel periodo non era in Giunta. Chi era in Giunta in quel periodo sa benissimo che non se n'era parlato: mai abbiamo visto quelle lettere e nessun atto amministrativo allora è stato fatto. Altra cosa: non abbiamo mai pensato di dire che non se n'era parlato, "non se n'era parlato in Giunta". Altra cosa, la questione è stata discussa in Consiglio molto tempo dopo nella seduta del 9 ottobre 2014. Noi non abbiamo ravvisato in tale occasione ragioni per dubitare degli elementi forniti in quella sede dall'Assessore Perron, e cito testualmente le parole dell'Assessore Perron: "Il testo formulato nelle stesse non rappresenta un impegno vincolante per l'Amministrazione e le banche interessate. Di questo hanno pienamente conoscenza.". L'Assessore Perron in quella risposta diceva ancora che gli impegni assunti dal Presidente rientrano pienamente nell'ambito della legittimità del suo incarico, è per quello che ho cercato di mettere in risalto che i punti precedenti risultano opportuni anche sul piano delle strategie politiche riguardanti la Casa da gioco di Saint-Vincent. Ecco perché io, allora Assessore alla sanità, e anche altri colleghi, anche colleghi dell'opposizione hanno valutato le affermazioni di Perron suffragate sicuramente da pareri specifici come valide e consistenti. Altra cosa non posso dire altrettanto di lei, Consigliere Gerandin, che le lettere le aveva e non capiamo cosa ne abbia fatto, non condividendo la linea dell'Assessore Perron.

Affermo infine che stiamo lavorando nel rispetto massimo della trasparenza e della legalità in un momento di grandi difficoltà.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Cognetta.

Cognetta (MOUV') - Presidente, apprezzo il fatto che abbia introdotto lei l'argomento - cosa che in passato non aveva fatto -, ma apprezzo meno quello che ha detto, perché di fatto non si capisce in questa vicenda chi dice delle fesserie, ovvero se le dice lei o se le dice Perron, che tra l'altro non si può difendere in quest'Aula. Questo apre uno scenario divertente a questo punto, perché pare che Perron, che all'epoca non faceva parte della Giunta, sapesse più cose della Giunta di lei che era in Giunta. Caspita! Se è vero questo, allora mi chiedo quella Giunta lì cosa facesse e lei, che ne faceva parte, esattamente cosa ci stava a fare! Mi scusi, Presidente, io non vorrei fare polemica con lei su chi ha ragione e chi ha torto, perché ci sono uffici che stanno lavorando alacremente su questo, per capire se è lei che dice cose non vere o se è qualcun altro. Io spero vivamente che non sia lei, ma se scopriamo che è lei, poi dovremo fare ammenda, no? È vero, Presidente?

Per quanto riguarda poi quello che infine millanta rispetto a chi presenta o non presenta documenti che conosce e che sa in un certo modo che possono configurare dei reati, io le ricordo che tutti quanti in quest'Aula sapevamo e tutti quanti in quest'Aula potevamo presentare queste cose. Allora forse c'è stata anche una truffa nella comunicazione, non so se è chiaro, forse c'è stata anche una truffa nella comunicazione, cosa che accade spesso dai banchi del governo quando raccontano cose che probabilmente non sono vere, che poi devi andare a scavare chissà come per scoprire che, invece, è esattamente il contrario di quello che dichiara il governo. Allora non ribalti la palla da questa parte, per cortesia! Si assuma le sue responsabilità in quanto componente di quel governo, perché se anche è rimasto all'oscuro vuol dire che allora lei in quel governo lì non valeva nulla.

Presidente - La parola al collega Gerandin.

Gerandin (MOUV') - Vede, Presidente Fosson, io penso che lei oggi abbia aperto queste sue comunicazioni con una delle pagine più tristi della politica valdostana. Pazienza dire che io, in quanto Consigliere, probabilmente avrei dovuto fare di più, ma vede, io ho fatto quello che potevo all'epoca, ho fatto una richiesta di accesso agli atti. Lei sa benissimo che i "116" non possono essere divulgati. A me dispiace che lei, in quanto Presidente Prefetto, non si sia magari cautelato per tempo per questi atti chiesti dalla Procura e che io ho avuto tramite "116" e mi dispiace anche che... Guardi, Presidente, io non l'ho interrotta... La prego, Presidente Rini, io non ho disturbato il Presidente Fosson, per cui chiedo di non essere disturbato...

(interruzione del Presidente Fosson, fuori microfono)

Presidente - Lasci terminare il collega Gerandin.

Gerandin (MOUV') - No, non posso terminare, chiedo di non essere disturbato! Le dico semplicemente - pur sentendo tanti "non ricordo" o "se c'ero, magari non ho capito" o "se c'ero, dormivo" - che mi dispiace di questa vicenda e che magari avrei potuto fare qualcosa di più in quanto Consigliere, ma torno a dire che non è neanche facile. Quello che stanno indagando in questo momento in Procura l'ho detto nell'ottobre 2014. Però quello che più mi dispiace è stato leggere le motivazioni per le quali la Guardia di Finanza si è introdotta negli uffici del Palazzo regionale, quando si è parlato di "straordinaria dimensione e modalità" perché vi era una più che fondata ragione di ritenere che gli organi della Regione autonoma Valle d'Aosta non hanno un atteggiamento collaborativo e che in tale modo vi siano elevate probabilità di dispersione di rilevanti elementi di prova. Quando si dice che la Guardia di Finanza ha avuto carta bianca con l'autorizzazione esplicita a perquisire gli uffici della Giunta, del Presidente, del Capogabinetto anche attraverso la rimozione di eventuali ostacoli fissi che eventualmente si frapponessero al regolare svolgimento delle operazioni di perquisizione locale, io penso che siamo di fronte ad uno stacco totale di collaborazione tra quella che può essere un'indagine e quelle che sono le istituzioni. A me dispiace che accada questo, in questo momento e, per carità, magari non ho fatto anch'io quello che potevo. Probabilmente in questo momento c'è qualcuno che sta indagando e che non ha neanche capito il suo grande spirito di collaborazione che lei ha rilasciato.

Detto questo, voglio arrivare ai fatti. Lei mi dice che a quella mia interpellanza il collega Perron rispose specificatamente dicendo che erano atti legittimi, nelle facoltà dell'allora Presidente. Ora io le ricordo che alla mia prima domanda - leggo testuali parole - il collega Perron rispose anche: "Io, collega, non facevo parte della Giunta in quel periodo, ma penso di poter dire la verità dicendo che l'esecutivo era assolutamente a conoscenza dell'atto in questione". Ora io sarei piuttosto imbarazzato al posto del collega Testolin nel dire "non sapevo niente", di fronte a un atto fatto da un suo collega di partito, all'epoca Presidente, come sarei imbarazzato al posto del collega Baccega, che all'epoca era Assessore alle finanze, per cui teoricamente avrebbe dovuto quantomeno approfondire questo aspetto e questo passaggio, così come sono sicuramente imbarazzato dal fatto che 16 Consiglieri degli attuali 18 di maggioranza erano presenti in quel Consiglio, per cui tutti ne erano a conoscenza. Che lei dica "io non ne sapevo nulla" mi dispiace. Mi dispiace poi di avere ragione anche su questo, glielo dico in tutta sincerità: al punto 4 della mia interpellanza io le proposi pure una dignitosa via d'uscita, perché comunque rimango convinto dell'illegittimità di queste lettere. Le chiesi se è intenzione del governo regionale prendere le distanze dai contenuti di detta corrispondenza con un atto ufficiale nel quale venga comunicato alle banche che nella pubblica amministrazione, quando non sussistano atti o presupposti giuridici autorizzativi, le garanzie che le sono state comunicate non impegnano l'Amministrazione regionale, ma solo esclusivamente chi le ha sottoscritte. Bene, all'epoca nessuno intervenne. Ora qualcuno mi dirà: "non potevo intervenire perché era un'interpellanza", ma nessuno, dopo aver saputo questo, si è premurato di predisporre un atto in cui si prendevano le distanze. A mio parere - torno a dire - voi non solo ne eravate a conoscenza, ma non avete preso nessuna distanza a seguito di questo.

Concludo, Presidente, mi permetterà un attimo, anche perché potrei addirittura citare la questione del personale. Comunque, detto questo, le dico in tutta sincerità che rimango basito dal fatto che in quest'Aula non c'è stata su questa vicenda nessun rispetto, né per i cittadini, i quali magari devono rivolgersi a una banca per un mutuo e ti chiedono di firmare fino alla terza generazione come garanzie - e qua qualcuno si è permesso di scrivere delle lettere a titolo personale -, né come Consiglio. Presidente, mi rivolgo a lei, perché noi abbiamo un articolo molto preciso che dice che qualora si debba garantire o sottoscrivere per una società in cui la partecipazione è superiore al 50 percento - e questa è legge regionale - la competenza è del Consiglio. Pertanto noi con quelle lettere non abbiamo rispettato né i cittadini, né il Consiglio.

Presidente - Grazie collega, anche per la lezione che dà alla Presidenza del Consiglio. Le assicuro che siamo sempre fermi sull'osservanza delle regole. C'è chi è preposto a fare tutte le analisi e, se ciò è accaduto, chi ha posto in essere certi comportamenti se ne assumerà le responsabilità. Trasformare quest'Aula in un'aula di tribunale, come stiamo sentendo negli ultimi momenti, credo non faccia del bene all'istituzione che rappresentiamo. Le dico solo questo, collega. Dopodiché le garantisco che ognuno risponde per sé e delle proprie azioni; vale per tutti, per ognuno di noi.

La parola al collega Sammaritani.

Sammaritani (LEGA VDA) - Presidente, condivido perfettamente questa sua dichiarazione di intenti che consiste nel non trasformare quest'Aula in un'aula di tribunale. Qui si fa amministrazione e si fa anche politica, è su questo che mi vorrei soffermare, al di là del dato tecnico.

Credo che il collega Gerandin abbia ben spiegato e ben fatto capire come invece qui stiamo facendo a gara non tanto per fare dei processi, quanto per lavarsi le mani di quanto è successo in passato. Noi non c'eravamo e non voglio entrare in questioni che non conosco perfettamente, quindi mi asterrò dal fare ulteriori considerazioni, se non per prendere atto con una certa disarmante preoccupazione che effettivamente chi dice spesso di non sapere nulla sa invece perfettamente tutto. È proprio a questo proposito che miravo con la nostra interrogazione a risposta immediata, proprio sulla forma.

Non voglio sicuramente fare degli attacchi personali a questo Presidente della Regione, però una cosa mi è dispiaciuta, perché di fronte ad un bliz della Guardia di Finanza, di fronte ad un provvedimento del genere, di fronte a dichiarazioni di un Pubblico Ministero, che normalmente non le fa così a caso e che dice che non c'è collaborazione da parte della pubblica amministrazione, questo è estremamente grave e preoccupante. Allora, di fronte ad un tale atteggiamento, quantomeno a fatti di questo genere, io credo che un governo regionale per prima cosa dovrebbe fare degli accertamenti rapidissimi e, questa volta sì, una conferenza stampa, non come quelle per pubblicizzare quello che si fa, che a volte contano quasi niente. Questi sono i momenti in cui invece non bisogna prendere tempo ma rispondere subito, dare delle risposte immediate a chi sta qua fuori e che continua a pensare sempre più che forse qui dentro c'è qualcosa di non tanto trasparente, che forse negli armadi e nei cassetti ci sono scheletri che qualcuno deve nascondere. Se facciamo così, se continuiamo a far passare questa immagine, io credo che chi sta fuori di qua abbia ragione a pensare questo e abbia anche ragione a pensare che forse chi si è installato al governo qualche mese fa e poi è stato fatto cadere probabilmente non doveva stare lì, perché altrimenti i cassetti prima o poi li apriva. È questa la cosa preoccupante.

Io credo che, nel momento in cui qualcuno si è insediato qua nove mesi fa e ha dichiarato subito che il Palazzo doveva diventare trasparente e che ci doveva essere massima collaborazione con l'Autorità giudiziaria, probabilmente a qualcuno qui dentro deve essere corso un brivido freddo sulla schiena. Ecco perché presumibilmente ci sono state poi tutte le manovre successive ed è questo che mi preoccupa.

Chiederei pertanto al Presidente di fare in fretta a fare questi accertamenti, perché io speravo che qui oggi il Presidente arrivasse dicendo: "La richiesta era avvenuta in questi termini" oppure: "La richiesta era generica e quindi perché dare queste lettere?", insomma un qualcosa di un pochino più concreto. Qui, invece, mi sembra tutta fuffa. Cerchiamo di essere un pochino più attenti a questi dettagli, perché non sono soltanto dettagli. La forma, come qualcuno dice a volte, è sostanza, quindi diamo sostanza a queste cose e soprattutto diamo risposte a chi sta fuori.

Presidente - La parola alla collega Spelgatti.

Spelgatti (LEGA VDA) - È incredibile tutto quello che sta accadendo, ma è ancora più incredibile la risposta da lei data a quella che sarà poi l'interpellanza che abbiamo presentato sulla questione dell'operazione "Geenna", sulle sue funzioni prefettizie e su come sta svolgendo le sue funzioni prefettizie. Sappiamo già che, come al solito, lei non vuole discutere questa nostra interpellanza, si nasconderà sempre dietro a un dito, dietro le funzioni prefettizie, dietro al fatto che di quello che svolge come Prefetto non se ne può parlare in quest'Aula. Allora lo accenniamo noi, in questo momento.

Lei continua a sostenere che sostanzialmente le responsabilità del suo immobilismo totale dipendono in maniera fantomatica dal Ministero, oggi ha addirittura detto dal Ministro Matteo Salvini. Le pongo una domanda: ma lei ci dice in quale data ha fatto la richiesta delle deleghe prefettizie? Se l'ha fatta, quando l'ha fatta? Vogliamo sapere esattamente la data, quella della richiesta ufficiale, perché qua non si sa con chi lei stia parlando e cosa stia facendo. C'è solo un dato, perché i dati parlano chiaro e i dati sono oggettivi: il Prefetto di Reggio Calabria ha ottenuto la delega da parte del Ministero degli interni e ha già disposto l'accesso ispettivo antimafia il 20 febbraio. A San Giorgio Morgeto non ci sono Amministratori arrestati e quindi all'interno delle istituzioni non vi sono Amministratori toccati in maniera così pesante com'è avvenuto in Valle d'Aosta dall'indagine. Per un'indagine che si svolge tutta in Valle d'Aosta il Prefetto di Reggio Calabria è intervenuto immediatamente e, ripeto, per fatti che lambiscono quelle che possono essere le istituzioni di San Giorgio Morgeto.

Qui le cose non stanno andando avanti e bisogna smetterla di nascondersi dietro un dito. Ci sono tutti i valdostani che stanno aspettando una risposta sotto questo profilo. È il giochino che avete sempre fatto quello di scaricare sempre le responsabilità. Quando noi eravamo al governo, di tutto ciò che voi avevate fatto negli anni precedenti la responsabilità era nostra perché non avevamo risolto il problema con la bacchetta magica. E così continua anche a dire oggi su tutte le altre questioni: "ah no, sono fatti del 2014"... peccato che nel 2014 eravate sempre voi! Bisogna smetterla con questo continuare a scaricare le responsabilità su fantomatici altri, quando si sa benissimo che le responsabilità sono vostre! Soprattutto vi ripeto che tutti i valdostani stanno aspettando delle risposte.

La risposta più importante da dare comunque in questo momento, in cui trovo assolutamente come minimo indecoroso - usiamo un termine piuttosto neutro rispetto a quelli che vorrei utilizzare e che preferisco non utilizzare in questa sede - tutto quello che sta accadendo, l'unica cosa che dovreste fare tutti quanti è unirvi a noi e dare le dimissioni, cercare di dare una dignità a questo Consiglio, perché fino a quando questo Consiglio continua a rimanere in piedi non c'è una reale democrazia in questa Valle d'Aosta. È assolutamente terrificante l'immagine che stiamo dando della Valle d'Aosta non solo a tutti i valdostani, ma anche fuori dalla Valle d'Aosta. Tutto questo sta pure compromettendo pesantemente tutte le battaglie fatte per decenni per l'autonomia e quant'altro. Pertanto io invito nuovamente il Presidente Fosson e tutti gli altri Consiglieri - di maggioranza e di minoranza - a dare le dimissioni, perché chi non si aggiunge a LEGA e MOUV' nel voler dare le dimissioni è assolutamente complice di questo sistema. Le responsabilità le ha anche ogni singolo Consigliere che non dà le dimissioni, che non torna al voto e non ridà una dignità a quest'Aula, quindi se ne assumerà tutte le responsabilità.

Presidente - La parola al collega Bianchi.

Bianchi (UV) - Sinceramente non entrerei nel merito dell'accaduto, vale a dire sulle lettere, se dovevano essere scritte o no, in quanto c'è un'indagine in corso. L'indagine andrà avanti e dall'indagine si capirà se queste lettere potevano essere fatte o no.

Mi soffermerei invece sull'ordinanza, laddove si parla di "non collaborazione". Sono contento che il Presidente Fosson abbia anticipato che l'Amministrazione regionale cercherà di fare trasparire ed evidenziare se non c'è stata collaborazione. Io chiedo vivamente questo al governo, al Presidente, anche al Presidente del Consiglio: che venga fatta chiarezza, perché se non c'è stata collaborazione, deve essere fatta chiarezza e si deve sapere perfettamente chi non ha dato collaborazione. Su questo sono in linea con quanto diceva il collega Sammaritani. A mio avviso il dunque della discussione di oggi è questo: se non c'è stata collaborazione, visto che dal 2014 ad oggi si sono succeduti cinque governi, molto probabilmente sei con quelli di questa legislatura. L'ordinanza è generalizzata, non si parla di chi non ha collaborato o come ha collaborato. Sarebbe importante fare chiarezza, anzi, è indispensabile. Ben venga quindi l'incontro da parte dell'Avvocatura regionale con il tribunale. Io penso pertanto che il tema che oggi dobbiamo discutere all'interno di quest'Aula è questo: se non c'è stata collaborazione, chi non ha dato la massima collaborazione alle Autorità andrà chiaramente incontro a quello che gli spetterà.

Presidente - La parola al collega Marquis.

Marquis (SA) - Ritengo che su questo tema il Presidente Fosson abbia espresso in modo molto chiaro qual è la posizione della maggioranza, una maggioranza che ci tiene a fare chiarezza, chiarezza che credo desideri ciascuno di noi all'interno del Consiglio regionale. Mi spiace però sentire delle speculazioni politiche su questo argomento, perché se c'è qualcuno che non ha collaborato deve essere evidenziato.

Io posso portare la mia piccola esperienza per quel tratto di strada in cui ho avuto delle responsabilità di governo e ritengo di aver sempre adempiuto - in prima persona, con la Giunta, con gli uffici - a una massima collaborazione, così come credo lo abbiano fatto gli altri. Se però così non è, è giusto che venga evidenziato. Non condivido però entrare nel merito in Aula su questioni dando delle patenti da una parte di buoni, dall'altra parte di cattivi, da una parte di chi vuole evidenziare la trasparenza e dall'altra parte gli opachi. Vi posso garantire che mi sento molto trasparente e in questa direzione ho sempre lavorato e continuerò a lavorare. Sul Casinò nel mese di dicembre, proprio a questo riguardo - lo voglio dire all'Aula - ho presentato un "116" per capire tutta una serie di procedure messe in atto e, ancora oggi, non ho avuto risposta. Spero di avere risposta dalla società, perché credo che bisogna fare chiarezza su tutto, in modo inequivocabile. Così come mi spiace quanto è uscito dall'informazione riguardo all'impegno che ci siamo presi la scorsa settimana, nell'ultimo Consiglio regionale, quello di intraprendere un lavoro di verifica di tutta l'attività di ristrutturazione e di gestione degli appalti esternalizzati. Il giorno dopo è uscito un articolo titolato: "bocciata la nostra proposta". Voglio dire a tutti che la Commissione ha già assunto l'impegno, ha iniziato a lavorare per fare la massima chiarezza e trasparenza. Probabilmente i giornali hanno male interpretato il pensiero dei colleghi di opposizione a questo punto, perché sono anche loro partecipi nella Commissione con lo stesso obiettivo dei colleghi di maggioranza: fare chiarezza.

Un piccolo passaggio mi è dovuto, collega Gerandin. Lei ha detto che chi siede nei banchi della Giunta deve essere informato su tutto, sennò non conta nulla... sì, lo ha detto prima... o il collega Cognetta... lo ha detto lei, collega Gerandin. La invito a far sbobinare le sue parole, perché so quello che dico. Le posso garantire che chi ricopre dei ruoli di governo è impegnato a dare il suo contributo nella maniera che gestisce e non sempre può essere a conoscenza di come vengono sviscerate le tematiche di competenza di altri colleghi, tant'è che le posso fare un esempio di cosa è successo pochi giorni fa all'interno della Commissione CVA. Un suo ex collega, Assessore del governo precedente, ha dichiarato che nel mese di agosto è stata intrapresa un'interlocuzione per una collaborazione tra una società interessata anche all'acquisizione di CVA e lei ha detto in Commissione che non ne sapeva niente. Allora io mi chiedo: ma lei dormiva in quel governo nella qualità di Vicepresidente, se non ne sapeva niente di una cosa di questa rilevanza? Questo sta a significare che, al di là della fuffa e delle inutili chiacchiere che si fanno troppo spesso qui dentro, esiste il buon senso. Il buon senso dovrebbe essere applicato. Pertanto mi vorrei soffermare solamente sotto gli aspetti sostanziali, più che fare dell'inutile demagogia su questi argomenti.

Credo che la Procura bene faccia a fare tutti gli approfondimenti del caso su una vicenda risalente al 2014. Noi ci auspichiamo che quanto prima si possa addivenire alla massima chiarezza, che venga messo in evidenza tutto quello che non va relativamente anche a tale questione, poiché l'interesse comune è quello di dire ai valdostani le cose come stanno.

Presidente - La parola al collega Bertin.

Bertin (RC-AC) - Ritorno brevemente sulla questione della mancata collaborazione da parte dell'Amministrazione regionale nei confronti dell'Autorità giudiziaria, cosa che ritengo estremamente grave. Oggi mi aspettavo che ci fosse già stato comunicato qualcosa in tal senso, poiché sono...

(brusio in Aula)

Presidente - Scusate però, si chiede rispetto quando si parla, vi chiedo di lasciare parlare anche il collega Bertin. Per cortesia, si fa fatica a sentire quello che dice!

Bertin (RC-AC) - Riprendo brevemente. Poiché queste accuse di mancata collaborazione con l'Autorità giudiziaria sono estremamente gravi, credo che bisogna al più presto fare chiarezza su questo aspetto. Mi aspettavo già oggi qualcosa in tal senso, poiché è dovuta la collaborazione tra la nostra Amministrazione e l'Autorità giudiziaria. Un'ombra di questo genere sui rapporti tra il Palazzo di giustizia e l'Amministrazione regionale è estremamente grave. Mi auguro - mi aspettavo fosse stato già fatto anche oggi - che tutto venga al più presto chiarito e che, se ci sono responsabilità, si assumano rapidamente delle azioni. Sollecito da questo punto di vista una certa celerità, anche per quanto concerne gli aspetti riguardanti l'inchiesta "Geenna" che in parte toccano anche le funzioni prefettizie esercitate dal Presidente della Regione. Facciamo in fretta. Qui torno sulla questione della mancata collaborazione, che ritengo estremamente grave, affinché l'Amministrazione regionale si accerti al più presto se ci sono state responsabilità e si agisca.

Presidente - La parola al collega Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Anch'io rimango effettivamente basito nell'ascoltare certe dichiarazioni, a partire dal Presidente Fosson per seguire i membri di questa "onorevole maggioranza". È evidente che già dal momento in cui... lo abbiamo trattato nello scorso Consiglio, in virtù del fatto che la data famosa di sospensione dell'allora Consigliere Sorbara ricade prima dell'inaugurazione di questo nuovo governo della vecchia politica... dicevo, c'è veramente un problema di delegittimazione che parte dall'arresto del Consigliere Sorbara e che segue seguendo tutto lo stillicidio di notizie giudiziarie che ogni settimana e ogni mese investe questa Amministrazione.

Quello che mi colpisce maggiormente è la vostra abilità nel cercare di far finta di niente. Viene arrestato un Consigliere, veniamo qui in Aula e si dice: "sì, però non facciamo nomi, non diciamo partiti, non diciamo cose, poteva succedere a tutti, vediamo un po' come si può trattare questa cosa con dichiarazioni generiche di principi in cui condividiamo il fatto che la mafia è brutta è cattiva" e si fa finta di niente. Poi arrivano indagini, perquisizioni, processi, sentenze e si fa finta di niente: "sì, però questa non è mica un'aula di tribunale, non è che se ne può parlare, non è che si può discutere dei fatti che coinvolgono questa Amministrazione, questo Consiglio e chi lo governa, perché questa non è un'aula di tribunale e quindi quello che succede ovviamente non ci tocca". È quindi evidente il vostro tentativo di cercare di non entrare nel merito di nulla, perché se entraste nel merito di qualcosa è palese che lo sottolineereste, e sottolineeremmo una volta di più ai valdostani chi sono i soggetti e da chi è composta la maggioranza che sta governando attualmente questa Regione.

Il collega Bianchi - faccio un esempio su tutti perché ha appena parlato - ci ha detto: "bisogna verificare se non vi è stata collaborazione". Collega Bianchi, io non uso parole mie, non mi permetto, ma le leggo cosa c'è scritto sul decreto firmato dall'Autorità giudiziaria riguardante questa indagine e questa perquisizione che dice: "Vi è una più che fondata ragione di ritenere che gli organi della Regione non abbiano un atteggiamento collaborativo e che in tal modo si disperdano o comunque vi siano elevate probabilità di dispersione di rilevanti elementi di prova". Non lo scrivo io, lo scrive l'Autorità giudiziaria. È quindi troppo facile cercare di astrarsi e dire: "ma non ci tange, vediamo di chi saranno le responsabilità". Qui ci sono dei fatti ben precisi. Allora è evidente, ancora oggi, ancora una volta di più, che è necessario sottolineare che chi oggi prende tempo, chi oggi rinvia la discussione, chi oggi cerca di dire: "sì, ma trattiamo dell'amministrazione quotidiana" prende tempo, ma prende anche in giro i valdostani.

Presidente - La parola alla collega Pulz.

Pulz (ADU VDA) - A nostro avviso l'inchiesta sulle garanzie per il Casinò è solo l'ennesima conferma del sistema di potere che ha dominato e, purtroppo, rovinato la nostra Valle d'Aosta in questi anni; un sistema centrato su un uomo solo al comando, situazione che già di per sé è molto pericolosa, un uomo a cui bastava una lettera per impegnare tutta la Regione. Oggi è quindi naturale che sia quest'uomo, il nostro collega Augusto Rollandin, ad essere chiamato a rispondere per tutti. È logico, ma non è giusto, perché Rollandin, come dimostrano le numerose inchieste che continuano a scuotere la politica valdostana e di fronte alle quali effettivamente sembra che noi non possiamo dire e fare nulla, non ha fatto tutto da solo. Innumerevoli persone hanno accettato questo stato di cose e ne hanno beneficiato a lungo, diventandone così complici e dimostrandosi evidentemente inadeguati al loro ruolo pubblico o privato. Rollandin è diventato il simbolo del malgoverno valdostano, ma non può diventarne il capro espiatorio.

Ora, per cambiare veramente, ribadiamo anche noi che ce ne dobbiamo tornare tutti a casa per ridare la parola agli elettori, che speriamo finalmente spalanchino gli occhi e abbiano il coraggio di creare tutti insieme non un supposto cambiamento, ma proprio una necessaria e urgente svolta storica. Oggi assistiamo con un sentimento di impotenza alle fasi finali della crisi del Casinò, provocata anche dal suddetto sistema, ma crediamo sia legittimo chiederci se questo stesso sistema, con le stesse persone di prima, protagonisti e comprimari, siano in grado di affrontare altri dossier, altrettanto o ancor più delicati e strategici per il futuro della nostra comunità, come il dossier sulla CVA, a cui soltanto ieri abbiamo dedicato un'intensa e preziosa giornata di lavoro con audizioni di alto livello, sebbene leggermente - solo a tratti, per carità - ci sono sembrate un po' filogovernative.

In conclusione, per noi non è solo Rollandin a essere delegittimato, ma questo intero sistema che in questi decenni è stato da lui incarnato.

Presidente - La parola all'Assessore Baccega.

Baccega (UV) - Voglio raccogliere il suo appello, Presidente Rini, e anche quanto ribadito dal collega Sammaritani. Più volte si è sottolineato in quest'Aula, quando si parlava di Casinò, di non trasformare l'Aula del Consiglio regionale in un'aula di tribunale, ma siamo di nuovo sul pezzo, siamo di nuovo qui.

Per coloro che non c'erano nel 2013, quando siamo arrivati noi per la prima volta e altri che compongono questo Consiglio, è giusto fare un piccolo percorso di storia di questa lunga, tremenda e annosa vicenda, vicenda che vede molte persone con le proprie risorse sequestrate, con la prima casa sequestrata e tutti i beni immobili. Il percorso giudiziario non si è ancora concluso, ma comunque rimangono in capo a molte persone di questo Consiglio queste situazioni davvero drammatiche. Nel 2013 siamo arrivati e c'era un Casinò ristrutturato al 60 percento. Mancavano le risorse per completare i lavori e dare alla Valle d'Aosta il Casinò pronto con tutte le sue strutture pianificate dall'acquisto del Grand Hotel Billia, pianificate da un Piano di sviluppo che era in itinere, e quella maggioranza, quella Giunta dell'epoca con 18 a 17, decise di andare avanti. Furono contratti dei mutui chiari, inequivocabili, che davano risposta a quel percorso. Ma perché quel percorso? È lì l'assunzione di responsabilità amministrativa, collega Sammaritani, perché nel 2013 c'erano 840 famiglie che potevano finire in mezzo alla strada, all'epoca c'erano 840 dipendenti tra Casinò e Grand Hotel Billia. Quella fu l'assunzione di responsabilità: completare i lavori. Il 13 dicembre 2013 il Casinò riaprì con tutte le sue strutture complete. Quella fu una grande assunzione di responsabilità, quello fu il percorso che avviò quella maggioranza. Da lì si scatenò l'inferno.

Riguardo a coloro che mi dicono che mi dovrei imbarazzare... collega Gerandin, lei si deve imbarazzare. Lei deve tutto a quel movimento di cui faceva parte, la sua carriera politica è nata lì! La mia coerenza non mi imbarazza nel modo più assoluto, stia certo! Lei si deve vergognare, non io!

Rispetto a quello che alcuni colleghi dicono, che i valdostani aspettano delle risposte, ci sono stati due processi. Il primo processo è stato quello della Corte dei Conti: la giustizia contabile ha preso camionate di roba, camionate di documenti per andare ad istruire quel processo! Successivamente vi è stato un processo penale: altre camionate di documenti che sono arrivati alla Procura della Repubblica per far sì che qualcuno fosse condannato. Siamo stati assolti, grazie a Dio, perché il fatto non sussiste! E allora dico: forse tre lettere sono sfuggite? Non posso pensare che fossero nascoste, perché di quelle tre lettere giustamente in questo Consiglio ad un certo punto se n'è parlato, ma dopo. Ora, essere accusati di mancata collaborazione, questo aspetto vorrei fosse chiarito. Vorrei che ci dicessero in che cosa è mancata questa collaborazione. Quando siamo stati chiamati abbiamo sempre dato la massima disponibilità. Io, all'epoca, fui anche interrogato per una questione e diedi tutta la collaborazione possibile immaginabile. Ora giustamente dobbiamo chiarire questo aspetto, e allora che si chiarisca una volta per tutte!

Colleghi, questa grande richiesta di dimissioni, questa grande richiesta di ritorno al voto... dopo mesi e mesi di immobilismo politico noi chiediamo di tornare al voto, invece di rilanciare sulle cose da fare? Ma è di questo che ci si deve vergognare!

Presidente - La parola al collega Aggravi.

Aggravi (LEGA VDA) - Non avrei voluto parlare, poiché, come ben sapete, quando si parla o si cita il fatto che quest'Aula possa diventare un tribunale a porte aperte non mi piace intervenire, anche perché un tribunale a porte chiuse io l'ho subito a suo tempo insieme a dei validissimi dirigenti regionali.

Ritengo però necessario rispondere al collega Marquis, è un po' il nostro destino dai tempi dal bilancio. Riguardo alla Commissione d'inchiesta che avevamo chiesto sui lavori, abbiamo semplicemente sottolineato quanto avevamo detto in Aula. L'intenzione di dare mandato ad una specifica Commissione sui lavori del Casinò era una forma di maggiore autotutela per l'organo Consiglio regionale, in quanto in questa Commissione sarebbero stati presenti tutti i gruppi, si sarebbe terminato il lavoro. Per carità, può farlo la Commissione, ma ripeto: la formula dell'autotutela la voglio sottolineare, soprattutto al termine di un percorso che la Casino ha avuto e sta avendo e che avrebbe potuto produrre una documentazione ad hoc e specifica sul più importante investimento fatto dal socio su una società che - oggi lo ricordiamo - si trova in concordato.

Per quanto riguarda poi la vicenda relativa a quanto detto sulla Commissione speciale CVA, ovvero che un ex Assessore - je suis ici - ha detto... no, no, ma ci tengo a dirlo e a sottolinearlo per una formula anche di autotutela personale e per sfatare un mito, perché qui si parla tanto di quotazioni, di grandi operazioni, di strategie e poi non si conoscono le regole del mercato. Ora, nessuno ha interloquito in cachette per vendere un asset della Regione. Uno ha agito secondo le regole del mercato e secondo la regolamentazione delle società quotate in cui chi viene interessato da informazioni price sensitive - e penso che, dopo l'audizione di domani, sapremo tutti chi ha partecipato e cosa sono le informazioni price sensitive - si deve comportare secondo le regole e quindi non dire neanche alla propria madre quello che sta facendo. Perché? Perché qualsiasi azione posta in essere da una società quotata che non è dichiarata al mercato può avere una certa influenza e può avere delle fattispecie di reato.

Sfatiamo un altro mito: non si parla e non si è parlato di nessuna vendita, ma di un avvio di potenziali trattative secondo le regole del mercato. Se poi queste potenziali trattative non si avvieranno, nulla succede, ma non mischiamo e non diamo a intendere informazioni scorrette verso i cittadini. Perché? Perché stiamo parlando di regolamentazione molto seria e molto seriosa. Mi rendo conto che spesso la speculazione politica può essere utile, ma in questo caso assolutamente no. Nessuno ha lavorato per vendere un asset importante della Regione. Ci si è semplicemente mossi secondo le regole del mercato, secondo le regole esistenti che io spero, se si sceglierà questa strada, verranno rispettate, perché è finito il tempo di fare come si pensa di fare.

Presidente - Collega Gerandin, chiede la parola per fatto personale?

Gerandin (MOUV') - Sì, per fatto personale.

Presidente - Prego.

Gerandin (MOUV') - Non voglio sicuramente trasformare quest'Aula in un tribunale, come detto da qualcuno. Mi sono limitato a parlare di cose che ho affermato nel 2014. Nel 2014 ho detto queste cose in quest'Aula e ci tengo a precisare che non era un'azione... anzi, probabilmente la mia iniziativa aveva un valore leggermente diverso, nel senso che - e lo ribadisco al punto 4 - avevo anche proposto una modalità per uscire dall'equivoco, ma qualcuno, torno a dire, sicuramente la Giunta dell'epoca o qualcun altro, ha ritenuto che non fosse necessario correggere un atto.

Detto questo, volevo solo chiarire con il collega Marquis che c'è una grande differenza tra "interlocuzioni" e "atti formali". Io ho sempre e solo parlato di atti formali dei quali ho avuto accesso tramite un "116", mai di interlocuzioni, perché penso - lei è stato Assessore e anche Presidente - che probabilmente non abbia messo ogni volta a conoscenza tutto l'esecutivo delle interlocuzioni. Diversa è la cosa riferita agli atti formali, sui quali all'epoca ero convinto che non ci fossero dei presupposti, anche perché, dall'esperienza che ho avuto come Sindaco - noi abbiamo fatto mutui con la Cassa Depositi e Prestiti, con istituti di credito -, non esiste il fatto che un Sindaco o qualcun altro prenda carta e penna e su carta intestata del Comune - in questo caso della Regione - metta un protocollo dicendo che vengono garantite una serie di linee di credito, soprattutto linee di credito - secondo me è corretto che la gente lo sappia - non di qualche centinaia di migliaia di euro, ma di 19 milioni, qua parliamo di 19 milioni.

Voglio concludere riferendomi a quanto è stato detto e sollevato da qualcuno riguardo al mio percorso politico. Io sono onorato del mio percorso politico, l'ho già sostenuto nella precedente legislatura e lo sostengo ancora ad oggi. Assessore Baccega, penso che chi mette in discussione l'appartenenza politica di un movimento a cui ho appartenuto e che ritengo prestigioso come l'Union Valdôtaine non offende me, ma offende gli appartenenti a questo movimento, quelle persone oneste che comunque quando si sono rese conto che, al di là degli ideali, qualcosa stava cambiando all'interno di quel movimento e hanno percorso altre strade. Questa è la verità. Pertanto nello spirito sono onorato di averne fatto parte. Probabilmente ho cominciato a dire qualcosa di diverso quando mi sono accorto che la gestione era leggermente diversa rispetto agli ideali. Pertanto se me lo ricorda mi fa un favore e probabilmente offende quelle persone che negli anni hanno fatto altri tipi di scelte. Riguardo al voto, sinceramente io non ho nessuna intenzione di richiederlo, Presidente, perché penso che la gente si sia già fatta un'idea.

Sono assolutamente d'accordo con quello che diceva prima la collega Pulz: queste operazioni hanno più soggetti, perché c'è chi le pensa, chi le scrive, chi le condivide e alla fine c'è una persona che le firma. Detto questo, rimango dell'idea che quest'atto era inopportuno e illegittimo, e a volte c'è anche un po' più di stima verso chi si prende la responsabilità di sottoscriverlo rispetto a qualcuno che magari ne prende le distanze.

Presidente - La parola alla collega Morelli.

Morelli (ALPE) - Nous avons appris la nouvelle de la perquisition et nous avons lu avec beaucoup de consternation les déclarations du Procureur quant à un prétendu manque de collaboration de la part des organes de l'Administration. Ce sont des affirmations très graves. Nous ne nous permettons pas de juger de ses déclarations, mais nous partageons avec le Président Fosson la nécessité de vérifier les motivations de ces affirmations pour faire émerger d'éventuelles responsabilités. Entre autres, on ne comprend pas de ces déclarations à qui le Procureur s'adresse, s'il s'agit de responsabilités politiques, administratives ou techniques. Il est donc absolument nécessaire de vérifier dans le fond la question.

Nous partageons les déclarations du Président Fosson quant à la nécessité et à la garantie d'une loyale collaboration entre l'Administration régionale et la Magistrature, on ne pourrait imaginer rien de différent. Nous croyons que l'attitude du Président soit correcte et, en tant qu'ALPE, nous soutenons donc l'intention d'approfondir dûment et rapidement - comme quelqu'un l'a évoqué - la teneur et le fondement de ces affirmations.

Nous repoussons fermement les insinuations de certains collègues quant à la volonté qui serait expression de cette majorité de cacher des éléments qui pourraient être dangereux pour quelqu'un à l'intérieur de cette majorité. Celles-là aussi ce sont des affirmations graves, qui devraient s'appuyer sur des faits réels, et qui m'étonnent de la part de collègues qui sont normalement très prudents et très modérés, mais qui probablement sont en train de glisser un peu dans l'instrumentalisation politique. D'ailleurs les campagnes électorales s'approchent et certaines attitudes deviendront la coutume. Ainsi que je ne comprends pas certaines affirmations de la part d'autres collègues que j'interprète même comme une sorte d'excusatio non petita.

Restons-en aux faits: nous sommes sûrs qu'il est de l'intérêt des institutions et de nous tous de faire la clarté nécessaire, c'est ce qu'ALPE a toujours voulu dans ces années de permanence au Conseil de la Vallée et, en ce sens, nous apprécions l'engagement du Président Fosson que, nous sommes sûrs, il saura porter à terme dans le plus bref délai. Permettez-moi de conclure sur cet appel désormais constant et continu aux élections qui vient d'une part politique. Nous sommes en train de travailler encore à une loi électorale qui devrait essayer de garantir une certaine stabilité à notre Région, après avoir garanti le secret du vote. On a comme l'impression que cet appel continu aux élections cache en réalité la volonté d'aller voter avec la vieille loi. Permettez-moi de douter de l'honnêteté de cet appel. Je crois que nous avons encore du travail à faire sur la loi électorale, après quoi nous pourrons décider quoi faire.

Presidente - La parola al collega Vesan.

Vesan (M5S) - Volevo intervenire anch'io relativamente alla posizione del nostro movimento su quanto è stato discusso in quest'Aula, sostanzialmente sull'invito a tornare al voto che abbiamo testé ricevuto.

La posizione del nostro movimento relativamente alle questioni giudiziarie credevo fosse chiara, ma è bene ribadirla. Siamo fermamente convinti che da un punto di vista penale ognuno risponda per le proprie azioni e continuiamo quindi a ritenere assolutamente corretta l'azione che abbiamo portato avanti in questi mesi - tristemente inascoltata - di richiesta di dimissioni da parte di chi è coinvolto in procedure giudiziarie, mentre ben diversa da questo è la dichiarazione relativa alla legittimità di questo Consiglio.

Il fatto che ci sia un Consigliere arrestato per questioni legate alla criminalità mafiosa è una triste cosa e probabilmente fa fare una pessima figura a tutti quanti noi, ma questo non vuol dire che le 34 persone qui presenti - diciamo 35, contando anche la surroga da parte del Consigliere Barocco - siano automaticamente dei criminali e che quindi questo Consiglio non abbia più nessuna legittimità per operare. In fondo, quando in quest'Aula abbiamo votato per la surroga da parte di Barocco, quello che ci è stato chiesto formalmente è se volevamo che venisse riservato un posto in quest'Aula ad una persona arrestata per implicazioni con la criminalità organizzata o se, invece, avrebbe dovuto subentrare a lui un'altra persona che non aveva problemi di legittimità da questo punto di vista. Il nostro voto è andato quindi in tal senso, perché noi ci teniamo alla legittimità di quest'Aula; il voto per mantenere il posto a Sorbara sarebbe stato invece l'esatto contrario.

Per quanto riguarda il rinnovo di questo Consiglio, noi siamo assolutamente favorevoli; riteniamo che questo Consiglio non rappresenti la volontà dei valdostani, però è molto, molto importante chiarire quali sono le condizioni per tale rinnovo. Ne ha appena parlato la collega Morelli parlando della nuova legge elettorale. La nuova legge elettorale è stato un grosso sforzo, da noi particolarmente insistito, per quello che riguarda la segretezza del voto. Abbiamo rimandato tutte le discussioni sulla governabilità ad un altro momento, ribadendo che la segretezza e il mancato controllo del voto è la materia più importante per tutto questo Consiglio per quanto concerne la legge elettorale. Questo perché se non c'è la segretezza del voto e c'è la possibilità di controllo del voto, vuol dire rioffrire alla criminalità organizzata la possibilità di mettere nuovamente le mani su questo Consiglio. Andare al voto in queste condizioni, secondo noi, è tutto il contrario del rispetto della legalità e sicuramente tutto il contrario dell'onorabilità e della legittimità di questo Consiglio. Pertanto, pur non votando alcun tipo di fiducia a questo governo, noi non rassegneremo le dimissioni da quest'Aula finché non sarà vigente la nuova legge elettorale che garantirà ai cittadini valdostani il fatto che siano loro ad eleggere un nuovo Consiglio e non sia di nuovo, invece, purtroppo - magari con maggiore ampiezza di intervento - la criminalità organizzata.

Oltre a questo volevo chiarire ancora un punto relativamente all'intervento del Consigliere Aggravi, ormai il nostro è un dibattito quasi continuo. Chiedo scusa per avere indirizzato nei suoi confronti questa osservazione. Le discussioni sulle regole del mercato sono assolutamente importanti e la segretezza e il rispetto delle proposte di mercato hanno un valore indubbio, però noi, in questo Consiglio, sostanzialmente sottostiamo alle leggi che noi stessi abbiamo approvato. Nel momento in cui si è fatta viva nei suoi confronti un'offerta di acquisto da parte di CVA o comunque di trattativa e di approfondimento, era ancora vigente l'allora legge regionale n. 20 sulle partecipate. La competenza su direzione e coordinamento delle partecipate era di quest'Aula e quindi era quest'Aula che doveva esprimersi nei confronti dell'approfondimento o meno di questa proposta, e non la figura - per quanto importante - dell'Assessore delegato. Con questo ho concluso per non prendere altro tempo.

Presidente - La parola al collega Restano.

Restano (GM) - Intervengo pure io sulla questione, innanzitutto per portare la mia solidarietà al Presidente Fosson, che stimo e sostengo.

Sicuramente le motivazioni portate alla base del decreto di perquisizione e sequestro ci hanno colpito e sono molto forti. La mancanza di collaborazione tra istituzioni è un elemento che ci fa riflettere. Sono sicuro che queste motivazioni saranno suffragate da elementi probatori o perlomeno il Magistrato inquirente abbia il fumus che siano stati posti in essere comportamenti atti a non permettere di accedere a tale documentazione. Ciò detto, credo che il Presidente Fosson abbia risposto chiaramente ad alcune sollecitazioni, vale a dire nel suo intervento ha chiarito e sottolineato quale sia stato il sistema dei rapporti tra l'Amministrazione regionale e l'Amministrazione della giustizia in Valle d'Aosta, rapporti che fanno perno sull'Avvocatura regionale che si fa carico di interloquire con le strutture giudiziarie affinché venga dato tempestivo riscontro a tutte le richieste da parte della Magistratura e della Polizia giudiziaria. Onestamente ha sottolineato che questo sistema è già stato posto in essere anche dalle amministrazioni che lo hanno preceduto. Ha altresì espresso la ferma volontà di chiarire la vicenda e di collaborare con la Magistratura. Detto questo, nella precedente legislatura io c'ero: si sono alternati parecchi governi, e non è chiaro, credo, da quanto ho appreso dai giornali, chi non abbia manifestato la volontà di collaborare fattivamente con la Magistratura. Ritengo quindi che all'interno di quest'Aula in alcuni casi si è cercato di additare qualcuno senza averne le prove, prove che ad oggi peraltro credo non abbia neppure la Magistratura inquirente, altrimenti avrebbe proceduto in altra maniera.

Ritengo però doveroso fare un'ulteriore precisazione. Per quanto siano scarse le mie conoscenze nel campo della procedura penale, vi sono su alcuni atti dei modi di esprimersi tipici di chi svolge questo genere di attività quando delega alla Polizia giudiziaria certi interventi, e mi riferisco alla possibilità data dalla Polizia giudiziaria di rimuovere ostacoli fissi o mobili qualora qualcuno non collabori fattivamente. È una questione esclusivamente procedurale e tecnica. Se andiamo a vedere - e qui ci sono degli avvocati che esercitano la professione -, su quasi tutti i decreti di sequestro e di perquisizione ritroviamo la stessa frase. Non che voglia sdrammatizzare la portata dell'atto che ha investito quest'Amministrazione, però direi che dobbiamo leggere attentamente l'atto, con molta pacatezza, calma e riflessione, confrontarci e cercare di porre in essere tutte le attività che possono essere utili a chi indaga per chiarire la vicenda. Allo stato attuale non vi sono ancora delle condanne, ma sono solo in corso degli accertamenti. Dobbiamo collaborare con chi sta lavorando, sperando che nel breve periodo venga chiarito il tutto.

Questa vicenda di cui stiamo discutendo ovviamente ha dei risvolti politici e - come ha detto chi mi ha anticipato - porta alcuni di noi ad invocare le elezioni. Su questo vorrei soffermarmi ancora pochi secondi. Ad oggi, posso dirlo con estrema chiarezza perché sono forse la voce più critica all'interno dell'attuale maggioranza, la crisi di governo non servirebbe a niente. Ringrazio i Cinquestelle che hanno chiarito la loro posizione, però sfido chiunque di quelli che invocano a vanvera le elezioni a mettere 17 firme. In cinque anni che abbiamo passato qua a sentire gente che diceva "elezioni, elezioni" non si è mai vista una firma, quando ci saranno le 17 forse si aggiungerà una diciottesima.

Presidente - La parola al collega Sammaritani.

Sammaritani (LEGA VDA) - Abbiamo detto a più voci che questo non è un tribunale e naturalmente, invece, come spesso accade - ma è anche giusto che sia così, tutto sommato si tratta di dialettica che è importante in un confronto - c'è chi difende e c'è chi accusa. È scontato che sia così. Naturalmente chi difende fa parte della maggioranza e chi accusa, tutto sommato ancora in senso buono, è chi fa parte dell'attuale minoranza, dell'opposizione.

Ci sono stati interventi che forniscono tanti spunti. Il primo di tutti è quello del collega Bianchi. Sono d'accordo su certe cose, ma non lo sono invece su un tema importante, vale a dire sul fatto che, come spesso accade, ci si trincera dietro alle indagini penali in corso. Innanzitutto questo è già un bruttissimo segnale, perché di indagini penali qua mi sa che ce ne sono anche un po' troppe ultimamente, anzi, è già da un po' di anni che ce ne sono tante. Non so se siamo ai vertici di questa classifica, ma credo di sì. Credo che poche Regioni vedano tante indagini penali in corso come la nostra negli ultimi anni e questo non è certo un merito. Dire che quando c'è l'indagine penale si blocca tutto, si crea una bolla e nessuno può più toccare queste cose, nessuno può più parlare per esempio di queste lettere di patronage - che io non ho ancora nemmeno visto, quindi mi astengo dall'entrare nel merito -, ma ci sono dei piani diversi. Non confondiamo come al solito i piani, perché c'è un piano penale, ce n'è uno amministrativo, ce n'è uno politico e ce n'è uno civile.

A me, da attuale Consigliere di questa Regione, piacerebbe sapere per esempio qual è la portata civile di queste lettere di patronage. Quanto impegnano la Regione? Che significato hanno? Che peso hanno dal punto di vista civilistico? Del penale non me ne frega nulla, del fatto che qualcuno possa essere imputato non me ne frega niente, non mi interessa. Io non voglio far fare la politica ai Magistrati. È ora di finirla. La politica la dobbiamo fare noi, l'amministrazione la dobbiamo fare noi. Non dobbiamo demandare ai Magistrati, perché poi magari qualche volta ci lamentiamo che i Magistrati sbagliano, che fanno accuse sbagliate, che condannano anche gli innocenti (e capita). Cerchiamo di evitarlo. Facciamo un passo prima, facciamo il nostro mestiere, non facciamolo fare ai Magistrati. Il nostro mestiere adesso è quello di governare. Stiamo governando? Non mi pare! Gli ultimi Consigli di quest'anno sono stati tutti qua a discutere di queste cose, tant'è che oggi siamo qua a farci una "tre giorni" per smaltire l'arretrato, quindi vuol dire che qualcosa non funziona.

È inutile che diciamo che non si deve andare al voto, ma certo che si deve andare al voto, per forza, e anche prima possibile, perché se stiamo qui ancora due anni a discutere di come rendere governabile con una legge elettorale questa Regione, probabilmente ci trascineremo a non fare niente, a stare in questa inerzia ancora per degli anni! Ecco perché per esempio la LEGA e MOUV' chiedono questo. È ora di farla finita, ci vuole il cambiamento. Sinceramente a voi sembra che questo governo sia un cambiamento? Non c'è stato cambiamento, è stato solo parziale. Il segnale di cambiamento c'è stato, gli elettori ce lo hanno dato, ma i numeri di questa Regione sono talmente piccoli per cui i fenomeni sono diversi dal resto d'Italia. Qui il voto molto spesso è personale, altrimenti sicuramente ci sarebbe stato molto più cambiamento. Ce n'è stato tanto, perché entrare in sette con una sola votazione mi sembra sia già un notevole cambiamento. Chiaramente molti non l'hanno voluto capire, ma è normale che non lo capiscano, non fa comodo! Se andassimo adesso alle elezioni il cambiamento ci sarebbe, ne sono quasi certo, ma se invece non ci vogliamo andare... Mi dispiace che come al solito i Cinquestelle diano una lettura un po' diversa dei fatti, a mio avviso travisata, ma non per cattiveria, non per volontà, bensì forse per mancanza di un po' di fiuto, comunque questo non spetta a me valutarlo.

Questo è - come diceva la collega Pulz - esattamente il problema del sistema. Il sistema c'è stato, era un sistema personalistico. Qualcuno a quanto pare - questo delle lettere di patronage è un indice chiaro - diceva, disponeva, faceva un po' da solo, ma probabilmente non del tutto da solo. Qualcuno dietro c'era, qualcuno che sapeva c'era di sicuro, è questo il problema. Nei reati - non voglio richiamare questo, non mi interessa - c'è la condotta omissiva, vale a dire il non fare, il lasciar fare a qualcun altro e qui la colpevolezza è nella stessa misura, nello stesso modo. Non gettiamo quindi al capro espiatorio certe responsabilità, perché c'è tutto un sistema che purtroppo è andato avanti. È questo che noi vogliamo cambiare attraverso il voto il più presto possibile, questo il discorso che noi facciamo in questo momento. Mi spiace, collega Morelli, io apprezzo molto la sua serenità, la sua capacità di intervento, ma la politica in questi casi bisogna farla, perché io credo sia un interesse di tutta la nostra Regione.

Dalle ore 10:41 assume la presidenza il Vicepresidente Distort.

Distort (Presidente) - Ha chiesto la parola la collega Spelgatti.

Spelgatti (LEGA VDA) - È triste vedere come il Movimento 5 Stelle si sia trasformato di punto in bianco in un partito democristiano nel momento stesso in cui si rischia di perdere la poltrona. Questo è un fatto estremamente grave. Se un Movimento 5 Stelle dice che non vuole tornare a elezioni, che bisogna aspettare assolutamente ottobre per la nuova legge elettorale, allora ci si domanda: ma la LEGA è invece impazzita, visto che sono stati i primi a essere beneficiati dalla segretezza del voto? Sono impazziti? No, non siamo impazziti.

Il dato è molto semplice: grazie a tutto il lavoro che ha fatto la Magistratura, oggi il problema della segretezza del voto è estremamente limitato, ma per fattori esterni. È estremamente limitato, e io voglio vedere alle prossime elezioni quali saranno i partiti che si muoveranno per andare a controllare il voto! Mi auguro che lo facciano e mi auguro che scattino immediatamente le manette. Spero che per la prossima tornata elettorale saremo tutti intercettati, pedinati. Perdita di libertà? Sicuramente. Avete qualcosa da nascondere? No. Io non ho niente da nascondere. Mi dispiace se qualcuno sente le mie chiacchierate o discussioni con mio marito, ma ad un certo punto nella vita va bene anche perdere la libertà nel momento in cui ci si mette in gioco per questioni molto più importanti. Direi che, a fronte di tutto il lavoro svolto dalla Magistratura e a fronte del fatto che avremo i fari puntati addosso, credo che il problema del controllo del voto ormai sia ampiamente superato. Ci saranno delle eccezioni e mi auguro che verranno presi. Pertanto non nascondetevi dietro al fatto di dire: "dobbiamo aspettare necessariamente la nuova legge elettorale". Qua si tratta soltanto di guadagnare dei mesi per stare seduti su una poltrona.

Ripeto: noi non abbiamo paura di tornare ad elezioni e se qualcuno non verrà rieletto non ha importanza, ognuno di noi torna a fare il proprio lavoro, io torno a fare l'avvocato. Ricoprire queste poltrone, stare seduti qua non è un fatto personale. Noi abbiamo un mandato che i cittadini ci hanno dato. Se non possiamo espletare correttamente questo mandato - e non lo si può rispettare correttamente nel momento in cui c'è una maggioranza delegittimata, ci sono problemi di 'ndrangheta, ci sono trentamila processi che pendono su membri di questo Consiglio - non c'è dignità in tutto questo, non c'è una maggioranza solida, non c'è una maggioranza che sta in piedi. C'è la stessa maggioranza che va avanti da quarant'anni con una sospensione di pochi mesi in cui ci siamo stati noi. Tutto questo non è possibile che vada avanti, pertanto c'è fretta di tornare al voto, perché qui il tempo scorre e tutto sta implodendo su sé stesso.

La Valle d'Aosta ha bisogno di un governo stabile. Avere paura di tornare ad elezioni è decisamente da codardi, vale per qualunque persona che è qua, all'interno di questa maggioranza, e che non dia davvero le dimissioni. Ripeto, le nostre ci sono sul piatto e firmeremo tranquillamente qualunque documento per arrivare alle 18 firme (ce ne sono già 10). Ringrazio la collega Pulz perché, nonostante ci separino visioni ideologiche importanti, su alcune questioni rilevanti ha dimostrato che in realtà siamo sempre molto allineati. Bisogna tornare ad elezioni.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Aggravi.

Aggravi (LEGA VDA) - Vicepresidente, chiedo la parola per fatto personale, visto che la vicenda tra me e il collega Vesan continua.

Volevo semplicemente specificare. Prima ho detto che qualcuno ha da intendere e invece qualcun altro dice cose non vere. È bene che si sappia, per tutela del sottoscritto e trasparenza del governo di cui ho fatto parte, che quanto è avvenuto non sono fatti e atti di direzione e coordinamento, ma gestione di informazioni privilegiate. Il vostro partito, che fa sempre riferimento all'online, sul sito www.consob.it può trovare la regolamentazione di riferimento al di là della legge n. 20 e, soprattutto, degli interessantissimi documenti esplicativi sulla gestione di informazioni privilegiate che possono specificarle e farle capire come è stata gestita questa attività. Nulla di più. Non si è parlato di vendita, non si è parlato di operazioni di qualsivoglia modalità. Perché? Perché, come vedrà in questi documenti che le ho citato, qualsiasi tipo di quelle attività avvengono successivamente alla manifestazione di interesse. La manifestazione di interesse è avvenuta non sotto la Giunta Spelgatti, ma nella Giunta successiva e ad oggi - che si sappia o che si sia detto - non si è proceduto da nessuna parte, non si è fatto alcun tipo di valutazioni. Si è semplicemente gestita secondo le regole del mercato una potenziale informazione privilegiata e quindi si sono seguite le regolamentazioni di riferimento. Tutto il resto è ancora da definire o magari non verrà mai definito. Noi abbiamo gestito un'informazione privilegiata.

Presidente - Ha chiesto la parola la Consigliera Nasso.

Nasso (M5S) - Innanzitutto volevo fare due considerazioni politiche sulle comunicazioni, perché le precedenti sembravano più un'arringa difensiva del Presidente Fosson. Sicuramente le indagini in corso si riversano sulla politica; è così, è naturale, visti i protagonisti e tutto ciò che tocca profondamente chi sta fuori. È un sistema di cui si stanno forse raccogliendo i cocci, che dura da tanti anni, quaranta, pochi più, pochi meno. È davvero importante che si cominci a collaborare su tutti e da tutti i fronti.

Le parole del Sostituto Procuratore, che qualcuno ha letto prima di me, che ha "fondata ragione di ritenere che gli organi della Regione autonoma Valle d'Aosta non abbiano un atteggiamento collaborativo e che in tal modo si disperdano rilevanti elementi di prova", sono davvero inquietanti. Mi ripeto: rispetto a ciò che ho detto tante volte in quest'Aula, una delle più grandi paure su cui dovremmo lavorare è la disaffezione verso la politica, che purtroppo sta avvenendo in maniera sempre più forte. È inquietante quello che è successo, è di nuovo un ennesimo fatto in cui questo Palazzo si confonde con il tribunale e tutto dovrebbe mettere, diciamo così, un seme per un cambio di rotta. Questa era una considerazione molto superficiale, non volevo andare troppo nello specifico.

Per quanto riguarda quanto detto dalla collega Spelgatti, mi vedo ovviamente costretta a risponderle, sembra un tête à tête fra me e lei. Io non ce l'ho con lei e mi dispiace davvero sentire cose assolutamente assurde. Lei dice che il suo nemico è questo Governo, questo sistema radicato da quarant'anni, però qui in Aula il suo nemico è sempre il Movimento 5 Stelle: noi siamo la rovina di tutto. Probabilmente è già un pezzetto di campagna elettorale, e va bene, vista la situazione nazionale dove state crescendo e ci state abbassando nei sondaggi, ma qual è il suo nemico? Il Movimento 5 Stelle o il sistema radicato dei quarant'anni? Lo decida.

Quanto al cambio di rotta, lo ha deciso - questo un pochino lo rivendico, anche se non ne faccio parte - la I Commissione, la quale ha fatto approvare in quest'Aula la legge elettorale che garantisce la segretezza del voto. Il tanto decantato "sistema delle triplette" piace sicuramente a un sistema mafioso, può essere, è vero, anzi è sicuro, ma forse piace anche ad alcuni partiti che stanno crescendo sul territorio valdostano. Credo proprio che il sistema delle triplette a voi piaccia molto ed ecco spiegata la fretta. Ricordo bene che voi, quando eravate al governo, avreste fatto veramente carte false pur di pescare qualcuno in più per avere un numero più elevato e non solo 18, ve lo assicuro. Quindi qual è il vostro nemico? Sono un po' stufa, ora siamo addirittura diventati democristiani... Secondo me state un po' perdendo di vista la reale situazione di quell'Aula. Sul fatto delle poltrone stia tranquilla, state tranquilli che noi abbiamo tutti un lavoro fuori e torneremo a farlo con grande fervore. Fra l'altro ricordo e ne approfitto per dire che noi, che siamo qui sicuramente con uno stipendio vantaggioso rispetto a coloro che stanno fuori, ci stiamo tagliando lo stipendio. A voi forse converrebbe stare qui più a lungo, visto che avete un debito importante di 49 milioni da risanare in tanto tempo con lo Stato italiano, in ottant'anni, adesso non ricordo precisamente. Voi, quindi, siete forse più interessati per questo motivo.

Direi di riportare la discussione reale ad oggi. Come ho già detto, quando saranno indette nuove elezioni... ma va bene, andiamo tutti in campagna elettorale, ma che bello, però adesso riportiamo un po' alla discussione reale. Il vostro nemico non è il Movimento 5 Stelle, cari amici della LEGA.

Presidente - Ha chiesto la parola il Presidente Emily Rini.

Rini (GM) - Intervengo come Consigliera del Gruppo Misto.

Come il Consigliere Aggravi, non avrei voluto intervenire oggi, ve lo dico veramente. Vengo da un paio di giornate belle che mi avevano fatto tornare quell'entusiasmo che, devo dire la verità, un po' era scemato. Sono giorni che incontro le persone che hanno fiducia in me, che rappresento in quest'Aula, le persone che si riconoscono negli ideali che ho e che cerco di portare avanti a testa bassa in quest'Aula, ma soprattutto fuori. Poi, ahimè, arriva il giorno del Consiglio e si torna di nuovo indietro e l'entusiasmo passa di nuovo e passa perché sono due ore che stiamo discutendo di un tema che sinceramente non mi appassiona. Che non appassioni la Consigliera Rini credo che poco importi e poco faccia notizia, però credo di dire il giusto quando dico che è un tema che non appassiona per niente neanche le valdostane e i valdostani. Eppure torniamo sempre qui a trasformare quest'Aula in un'arena, soprattutto in un'aula di tribunale, chi con toni più pacati, più educati, più coerenti e anche più conditi da quella giusta politica che va fatta in quest'Aula e chi, invece, ahimè, scade un pochino.

Non me ne voglia, collega Gerandin, ma mi rivolgo a lei con l'educazione che credo mi ha sempre contraddistinta e le chiedo se le sembra opportuno in quest'Aula, se le sembra un'azione positiva - non solo per quest'Aula e per l'istituzione che tutti, compreso lei, rappresentiamo, ma per la nostra comunità, quella dei valdostani - gettare fango su tutto e su tutti come ha fatto questa mattina. Ha richiamato dei fatti che evidentemente lei conosce meglio di altri, ha dato pagelle e si è portato - glielo dico con molta umiltà - un pochino oltre in certe considerazioni. Ha parlato di membri che facevano parte della maggioranza, di azioni, di atti messi in campo. Collega, glielo dico davvero con il massimo rispetto, ha parlato anche di tutta quella che è la storia e condivido anche un passaggio che ha fatto la collega Spelgatti. Ha detto che determinate persone non sono qua da oggi. Lei, collega Gerandin, è stato eletto per la prima volta a Brusson nel 1980. Io non ero ancora nata in quell'anno lì. Quindi, collega, vendersi proprio come il nuovo che avanza e che porta una ventata di aria fresca... c'è chi lo può fare e c'è chi, coerentemente, invece, dovrebbe dire perché non ha portato certe idee che aveva, certi modi di fare. Ha ricordato il suo passaggio, giustissimo, legittimo, che l'ha portato a fuoriuscire da un movimento di cui ha detto lei condivide ancora gli ideali. Io ho vissuto un percorso analogo e anch'io condivido ancora gli ideali unionisti nel cuore. Dei percorsi mi hanno portata a fare scelte diverse, però gettare fango e prendere in giro i valdostani dipingendo una realtà che non è questa, ricostruendo le cose in maniera approssimativa, perché lei ha ricordato dei passaggi... non entro nella vicenda, perché non ne conosco i dettagli, ma ha ricostruito dei dettagli in maniera del tutto superficiale.

Torno sul fatto che ognuno di noi deve essere fiero del proprio passato. Io lo sono, vado a testa alta, nel mio percorso politico ho sempre fatto tutto sempre e solo pensando al bene della comunità che rappresentiamo, di chi ci ha dato la fiducia, ma anche di chi non ce l'ha accordata, cercando di essere una persona seria. Basta trasformare quest'Aula in un'aula di tribunale, basta fare allusioni! Bisogna fare nomi e cognomi e, se si conoscono determinate situazioni, bisogna denunciarle. Ogni tanto sento parlare dei tappeti, che bisogna alzare i tappeti... no, bisogna sbatterli i tappeti, forte! Bisogna fare chiarezza per tutti noi, perché tutti qui abbiamo una dignità personale e politica.

Torno sulla politica, se me lo concede, Vicepresidente, hanno fatto tutti tanti interventi, quindi credo di poter continuare e terminare anch'io. Ognuno di noi ha una storia. Non veniamo in quest'Aula a dipingere un'altra realtà. Collega Gerandin, abbiamo condiviso pure dei percorsi insieme nell'Union Valdôtaine, facendo parte - credo non ci sia nulla di strano - della medesima corrente all'interno dell'Union Valdôtaine. Lei nel 2008 è stato eletto Presidente di uno dei massimi organismi in Valle d'Aosta: il Celva. Lei rappresentava tutti i Sindaci, rappresentava il territorio e aveva tutte le opportunità per portare avanti certe idee. Quindi non veniamo oggi qui a gettare fango su tutto ciò che è stato, perché anche lei è stato e io non mi permetterei mai di gettare fango sul suo operato. Le chiedo di fare altrettanto, di avere rispetto di quello che abbiamo fatto, di chi c'era e di non interpretare il pensiero altrui, ma di interpretare il suo.

La collega Spelgatti ha detto una cosa corretta: i valdostani aspettano delle risposte. È vero. Ho iniziato e vorrei concludere con lo stesso passaggio: i valdostani vogliono da noi delle risposte, vogliono vedere la serietà. Vogliono vedere che, al di là di una continua campagna elettorale che sembra davvero non avere mai fine, si vada a sviscerare gli argomenti, i temi. Oggi sono già passate due ore. I valdostani che ci ascoltano - spero siano pochi - vedono quest'Aula trasformarsi in un'aula di tribunale dove "io sono più brava di te", "no, tu sei più bravo di me", "ma io sono arrivato prima", "io sono arrivato dopo"... ai valdostani questo non interessa! Ai valdostani interessa parlare di salute, di ambiente, di scuola, di Valle d'Aosta, di valdostani! Ci sono degli organi preposti che stanno facendo le giuste doverose indagini e chiudo su questo.

Condivido appieno quanto detto dal collega Restano e lo ringrazio, come ringrazio il Presidente Fosson, perché ha esordito dicendo che sarà lui per primo, giustamente, a chiedere che venga fatta chiarezza su quel passaggio che anch'io ritengo gravissimo. Come Consigliera regionale, ma soprattutto come valdostana, chiedo che si faccia chiarezza su questa fase, perché sentire che vi sarebbe una presunta "mancanza di collaborazione" ci preoccupa! Questo Palazzo - lo si diceva già negli anni - deve essere davvero di vetro, ci deve essere una collaborazione totale da parte di chi è eletto, da parte degli uffici, da parte di tutti e quindi che venga fatta luce su questo. Grazie, Presidente, le chiedo di tenerci aggiornati su questo, perché da valdostana - lo ripeto, non da eletta e non da rappresentante del Consiglio - mi sta a cuore questa vicenda. Lo dicevo prima, i tappeti non vanno puliti e alzati, vanno sbattuti! Se c'è qualcosa che non va giustamente deve venire fuori, ma nelle sedi opportune. Basta trasformare quest'Aula in un tribunale. Torniamo a fare politica, se ne siamo capaci. Se ne siamo capaci, le persone di buona volontà, che hanno degli ideali, che credono in qualche cosa, si mettono intorno a un tavolo, mettono fuori le idee migliori, poiché non hanno un colore politico le idee migliori, hanno un'essenza. Allora troviamoci su questo, non stiamo qui a giudicare e a fare sempre i primi della classe. Ognuno guardi sé stesso, guardi la propria storia personale prima di parlare e di accusare gli altri! Concludo con questo, perché abbiamo delle grandi responsabilità.

La nostra Regione, la nostra Valle d'Aosta sta vivendo sicuramente una fase difficile. È proprio nei momenti di difficoltà che nella storia i valdostani e le valdostane hanno saputo fare la differenza. Io chiedo alle persone che sono in quest'Aula - lo ha detto prima il collega Restano molto bene - e che hanno voglia di fare la differenza - non perché sono i più bravi, perché qua non c'è il più bravo e il più cattivo, siamo tutti eletti dal popolo, tutti rappresentiamo delle idee e dei valori - mettiamoci in campo, ma mettiamoci in campo seriamente. Basta speculare su certi fatti, basta usarli per fare compagna elettorale, basta! Torniamo a parlare di tematiche, perché è questo quello che ci chiedono i valdostani e penso di poterlo dire a nome di tutti.

Condivido - e chiudo davvero - quanto detto dal collega Vesan. Sento spesso evocare le elezioni. Sì, se non si troverà una sintesi, se non si riesce a dare delle risposte ai valdostani, certo, che si torni al voto, ma che si torni con la nuova legge, perché in quest'Aula tutti hanno detto che la vecchia legge in qualche modo poteva favorire certi meccanismi. Giusto? Il primo atto che ho fatto in questa legislatura è stato quello di presentare un solo articolo che andasse a ripristinare il voto con lo spoglio centralizzato, perché ne sono fermamente convinta. Pertanto che nessuno pensi di fregare i valdostani andando a votare con la vecchia legge. Se si deve tornare al voto, si torna al voto con la nuova legge, che garantisca un voto libero e sereno.

Presidente - Ha chiesto la parola la collega Spelgatti, per il terzo intervento.

Mi permetto soltanto di fare un inciso riguardo al ruolo che investo in questo momento. Ricordo che quest'Aula si muove su un duplice principio. Il primo è quello di dare massima disponibilità, massima luce agli interventi di ognuno per la ricchezza di tutta l'attività del Consiglio, e questo indipendentemente dal numero degli interventi. Ricorderei comunque che l'altra dinamica è dare spazio a tutte le persone, a tutti i componenti e, soprattutto, ai punti che abbiamo in programma, per cui chiederei semplicemente la capacità di sintesi negli interventi.

Collega Spelgatti, per quale motivo lei chiede la parola? Prego, la parola per fatto personale.

Spelgatti (LEGA VDA) - Volevo rispondere alla collega Nasso, visto e considerato che ci ha accusato e ha accusato me di attaccare il Movimento 5 Stelle. Rispondo che mai c'è stata la volontà fondamentalmente di attaccare il Movimento 5 Stelle fino a quando il Movimento 5 Stelle, di punto in bianco, non è diventato la stampella di questo governo. Pertanto noi, per attaccare questo governo, chiaramente dobbiamo attaccare anche il Movimento 5 Stelle, visto e considerato che questo governo se oggi è qui è stato grazie a certi passaggi che hanno fatto e che continuano a fare in questo momento non dando le dimissioni.

La collega Nasso poi ha anche fatto delle illazioni sul fatto che noi abbiamo tentato di fare carte false per stare in maggioranza. Ora, la storia parla chiaro: se allude al fatto che abbiamo cercato di portare voi in maggioranza, voi Movimento 5 Stelle, sì, è verissimo, ma non dobbiamo vergognarcene e questo non significa fare carte false. Molto semplicemente avremmo avuto piacere di governare questa Regione insieme a voi. Se questo vuol dire fare carte false per stare in maggioranza... ecco, su tante cose sono assolutamente calma e mi scorrono via lisce come l'olio. Nel momento in cui mi si accusa di aver fatto carte false per stare in maggioranza, visto e considerato tutto quello che abbiamo fatto, le scelte anche molto dure che abbiamo fatto, il fatto che oggi sediamo qua sui banchi della minoranza parla chiaro, mi fa saltare la mosca al naso e quindi divento suscettibile. Visto che intervengo soltanto per fatto personale, non posso dire altro. Avrei voluto rispondere qualcosa alla collega Rini, ma non importa.

Presidente - Il collega Gerandin chiede per la terza volta di intervenire... per quale motivo? Fatto personale. Diamo la parola "per fatto personale".

Gerandin (MOUV') - Molto brevemente, senza nessun tono polemico.

Semplicemente per ricordare alla Presidente Rini - in questo caso Consigliera, comunque io la citerò come Presidente - che quanto ho espresso in questo contesto è nulla di più di quanto si è discusso ad ottobre 2014. Non ho aggiunto nessun elemento in più, non ho fatto valutazioni politiche in più. Ho semplicemente detto che, essendosene discusso in quest'Aula, a me pareva quantomeno strano che ci fossero persone che dicevano di non esserne a conoscenza.

Adesso mi rivolgo a lei come Presidente. Mi fa davvero un po' specie il fatto che lei, in qualità di Presidente, dica: "non conosco i dettagli", perché questi sono atti verbalizzati, ogni passaggio che ho citato è verbalizzato, per cui sono verbali di Consiglio. Non ho aggiunto alcun elemento in più. Le parole che ho citato sono quelle dette all'interno di questo contesto, non ho citato nulla di più.

Presidente - Le chiedo di attenersi al fatto personale.

Gerandin (MOUV') - Il fatto personale... mi ha detto praticamente che ho cercato di ridurre quest'Aula in un tribunale e non è assolutamente questo. Io ho ripetuto i dubbi che avevo all'epoca e che ho assolutamente mantenuto. Non mi interessa fare il primo della classe, perché comunque già all'epoca proposi una via d'uscita che mi pareva potesse essere attuabile; essendo comunque appena susseguente alle lettere di patronage, penso potesse essere una via d'uscita dignitosa per la Regione, per chi le ha scritte e soprattutto per la Giunta di allora. Non mi piace speculare sui fatti, com'è stato detto, per il semplice motivo che non toccherà sicuramente a me capire quali saranno le conseguenze. Il collega Sammaritani però ha detto molto bene: vi potrebbero essere delle responsabilità civili su queste lettere che interesserebbero tutti i valdostani.

Ha poi ricordato che all'epoca sono stato Presidente del Celva. Sono assolutamente onorato di aver ricoperto quella carica. Sono stato eletto dai Sindaci valdostani, ma voglio anche ricordare che probabilmente l'iniziativa all'epoca era frutto anche di quell'esperienza vissuta in qualità di Amministratore degli Enti locali. Lo dico in tutta sincerità: negli anni in cui sono stato Sindaco e Presidente del Celva non ho mai visto un Sindaco che abbia preso carta, penna, carta intestata del Comune e numero di protocollo per scrivere lettere con formule a garanzia di un qualsiasi accesso. Ho ricordato poi alla Presidente Rini, quando diceva che a suo parere c'era una mancanza di rispetto di quest'Aula, la legge n. 12 del 10 aprile del 1997, la quale dice che - per quanto concerne gli aumenti di capitali, le acquisizioni dirette o qualsiasi atto a sostegno di una società -, qualora la partecipazione alla società non superi il 50 percento del capitale, l'acquisizione è disposta dalla Giunta regionale, sennò la competenza è del Consiglio, per cui era riferito a quello.

Concludo riprendendo il fatto dei tappeti, del prendere in giro i valdostani. Nessuno vuol prendere in giro i valdostani, ci mancherebbe. Penso che l'attività ispettiva - e torno a dire, ho detto queste cose in tempi non sospetti, nel 2014 - fosse invece riferita al fatto di evitare di prendere in giro i valdostani e l'ho detto prima: a qualunque cittadino valdostano, se dovesse rivolgersi ad un istituto di credito, chiedono garanzie fino alla terza generazione. Allora io penso che se le regole valgono per il privato, a maggior ragione devono valere per il pubblico. Non sono io che prendo in giro i valdostani, casomai è qualcuno che, magari in buona fede, tenta comunque di eludere le regole che dicono che qualunque titolo di garanzia debba essere deliberato o dalla Giunta o dal Consiglio, a seconda degli atti a cui ci riferiamo. Questo è quanto volevo dire, nessun tono polemico. Non volevo sicuramente aggiungere nulla di più e tutto quello che ho detto è esattamente quanto è stato verbalizzato nel 2014.

Presidente - Ha chiesto la parola la Presidente Rini. Ricordo che è il suo terzo intervento, perché le abbiamo dato doppio tempo già per il precedente. So che lei rispetta più di tanti altri in quest'Aula il Regolamento, quindi non ho bisogno di sfondare una porta aperta. Prego, collega Rini.

Rini (GM) - Non voglio che sembri assolutamente un "botta e risposta", ma visto che tendo sempre ad assumermi le responsabilità, probabilmente non mi sono espressa bene.

Collega Gerandin, non ho mai detto che non conosco gli atti del Consiglio regionale. Ho detto che non conosco gli atti delle indagini, non conosco i dettagli e la ratio di quelle lettere, perché allora, nel tempo in cui sono state inviate, mi pare che ero Presidente del Consiglio e non le conosco. Lei è andato molto oltre: lei ha detto che chi faceva parte della Giunta, i diretti interessati, i Consiglieri si devono vergognare. Io non mi vergogno, glielo ripeto. Vado a testa alta sul mio passato per costruire un futuro dignitoso e rispettoso, come ho sempre cercato di fare. Ognuno di noi svolge le proprie mansioni qua dentro con il proprio ruolo e, ripeto, ognuno di noi si assume le responsabilità delle azioni che pone in essere. Noi rappresentiamo la politica. In quest'Aula dobbiamo fare gli Amministratori. Fortunatamente c'è una Magistratura che opera bene e che fa il suo lavoro. Non sostituiamoci, anche perché non ne abbiamo le capacità e le competenze. Ognuno faccia il suo e cerchi di farlo bene. Questa era la ratio del mio intervento.

Mi sono permessa di citarla perché lei è andato oltre nelle dichiarazioni richiamando l'attività degli allora Consiglieri. Mi sono permessa di ricostruire e quando ho detto di non prendere in giro i valdostani l'ho detto nel senso di non vendersi come nuovi. Guardi che non sempre il nuovo è meglio, non sempre il nuovo è bello o positivo, ma si può vendere per nuovo chi è nuovo. È un dato di fatto! Chi fa politica dal 1980 non può incarnare il nuovo che avanza. Ho solo detto questo con il massimo rispetto, senza voler offendere nessuno, sia ben chiaro. Tutto qui.

Lei è stato eletto Presidente del Celva con i voti dei Sindaci e, ovviamente, dell'Union Valdôtaine. Li ricordo bene quei passaggi, perché facevamo parte della stessa corrente all'interno dell'Union Valdôtaine. Chiudo dicendo che mi ha chiamata "Presidente". Io ho l'onore di fare il Presidente e di rappresentare quest'Assemblea quando svolgo le funzioni di Presidente, ma ho anche un diritto, soprattutto un dovere: quello di fare il Consigliere regionale e di rappresentare le persone che mi hanno dato la fiducia e che mi vogliono sostenere. Pertanto, quando intervengo, ovviamente parlo come Consigliera regionale del Gruppo Misto. Concludo solo sulle garanzie che ha citato. Le conosco bene, perché anche noi quando ci muoviamo nel privato so quali sono le garanzie, chi ha ristrutturato casa le conosce bene; quindi, anche qua, prendo lezioni da tanti ma non da tutti.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Daudry; ne ha facoltà.

Daudry (UVP) - Il mio intervento, a nome del gruppo UVP, è il primo. Lo dico come una battuta: i colleghi hanno sollevato il problema che l'Aula non riesce a lavorare, che bisogna aggiungere il terzo giorno. Vorremmo però dire che qui c'è il rischio che ogni volta iniziamo le comunicazioni dicendoci "buongiorno" e rischiamo di finirle augurandoci "buon appetito". Quanto ha richiamato prima il collega Lucianaz andava sicuramente in questa direzione, perché quando eravamo in Jura abbiamo parlato proprio della riorganizzazione dei lavori. Ci rendiamo tutti conto, al di là del dibattito politico o meno, che dobbiamo lavorare in un modo diverso. Però, a nome della maggioranza, dobbiamo anche dire che non dobbiamo fare confusione sotto questo punto di vista, perché la Giunta sta lavorando, i dossier stanno andando avanti. È quindi piuttosto una riflessione quella che dobbiamo fare noi, in quest'Aula.

Il secondo aspetto che vogliamo sottolineare è che in queste ultime due sedute ha ripreso corpo il dibattito del Casinò, che per un certo periodo era venuto meno, e abbiamo visto come è tornato il fiato alle trombe. Nella scorsa seduta abbiamo parlato della Commissione speciale, che nell'oggetto come maggioranza abbiamo assolutamente accolto, tant'è che il lunedì mattina successivo al Consiglio ci siamo trovati in II Commissione per affrontare le problematiche relative ai lavori e alle forniture dandoci un metodo di lavoro condiviso da tutti i presenti. Abbiamo sentito un po' meno il dibattito quando si è parlato della questione legata all'autorizzazione a dismettere i beni. Oggi siamo di nuovo qui a parlare di queste cose. Non siamo però degli stolti, lo vogliamo dire con molta fermezza. C'è una grossa differenza: un conto è parlare delle questioni inerenti alla Casa da gioco - e anche questa maggioranza si è posta in una situazione assolutamente di apertura rispetto alle proposte pervenute da voi -, un altro è parlare delle dichiarazioni che arrivano dalla Procura della Repubblica e che guardiamo anche noi con grandissima attenzione. Il valore che quest'Aula è una casa di vetro, il valore che dobbiamo essere trasparenti, il valore dell'accessibilità degli atti per tutti - ne parleremo anche in un'altra iniziativa della Pulz - è un valore che appartiene a tutti e 35, evidentemente anche alla maggioranza. Ringraziamo tutti i colleghi che l'hanno sottolineato. Ringraziamo anche il Presidente Fosson, che con l'introduzione di queste lunghe comunicazioni l'ha sancito chiaramente: vale per tutti. Poiché è un valore che ci appartiene, che vogliamo portare avanti fortemente, diciamo chiaramente - e utilizziamo anche noi l'espressione "ai valdostani", lo diciamo soprattutto a loro -, che siamo anche noi in attesa di capire e che siamo assolutamente a disposizione. Su questo non si discute.

Altro aspetto è che quest'Aula, oltre ad avere ogni tanto un po' la funzione di un fac-simile dell'aula di tribunale, ha anche la funzione di essere un fac-simile delle sedi dei movimenti e dei partiti. Su questo vogliamo essere chiari. Gli appelli ai voti sono arrivati come sempre da destra e da sinistra, anche dal centro, ma, più che l'appello voto, la questione del tornare ad elezioni.

Noi crediamo però che non dobbiamo sostituirci una volta al tribunale e una volta ai movimenti. Chiediamo che questo dibattito venga affrontato e portato anche all'interno di quelle sedi, perché il Consigliere regionale deve essere onnicomprensivo di tutto lo scibile in Valle d'Aosta, per cui ribadiamo quanto già detto da tanti colleghi. Sicuramente il nostro compito è quello di concentrarci affinché venga garantita la segretezza del voto e la governabilità. Per quanto riguarda la questione voto-non voto, cosa fare, cosa non fare, se si rimane in Aula oppure no, su questo daremo sicuramente come gruppo UVP il nostro contributo, ma lo faremo in seno al nostro movimento.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Ferrero.

Ferrero (MOUV') - Oggi dobbiamo riscontrare un salto di qualità nella patogenesi di questa maggioranza, in questo processo degenerativo. Siamo passati dal "faccia finta di niente" al "arrestano un Consigliere, ma sì", "c'è la 'ndrangheta in Consiglio, ma sì, facciamo finta di niente". Oggi c'è il salto di qualità: "a loro insaputa"; era Scajola il primo che aveva coniato questo detto "a loro insaputa".

Io faccio un discorso generale, non è riferito, per carità, ai colleghi. Se dovessi scegliere se fare la figura del connivente o del fesso, io sceglierei la figura del fesso, perché tutto sommato è una figura che in certi casi ti garantisce in linea generale. Si continua anche in questa occasione, come nelle altre, ad avere una specie di comportamento ambiguo. Da un lato - e mi riferisco all'autorizzazione alla vendita dei beni del Casinò - si dice che non ci sono problemi, che tutti possono votare, anche i dipendenti del Casinò che sono qui dentro possono votare, e poi, in sede di votazione, si chiede la votazione segreta per nascondersi dietro al fatto di essere individuati. Io non so per quanto si voglia continuare in questa direzione. Certamente non facciamo processi, ma ho sentito anche parole inquietanti da parte di qualcuno che sembra che il processo lo facesse alla Magistratura e, in questo caso, mi pare decisamente inopportuno andare a fare dei rilievi alla Magistratura dopo quello che abbiamo visto, sentito, e che sicuramente ancora sentiremo. È offensivo per la vostra intelligenza dire o che non c'eravate o che non vi siete accorti o che non eravate al corrente. Questo è l'ulteriore segnale dell'inadeguatezza di chi sta ricoprendo attualmente ruoli di governo. Non voglio andare avanti, tanto molto è già stato detto.

Una cosa però veramente mi ha colpito per l'inopportunità: la dichiarazione del collega Marquis, che ha detto: "io mi sento trasparente". Collega Marquis, anch'io al mattino mi sento Brad Pitt, poi mi sveglio e faccio colazione.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Marquis... può esplicitare se è per fatto personale o se è per un intervento?

Marquis (SA) - Per fatto personale e per secondo intervento, visto che sono intervenuti più colleghi.

Presidente - Giusto per capire. Prego, ne ha facoltà.

Marquis (SA) - Apprezzo l'umorismo del collega Ferrero, che è sempre bravo a farci sorridere dentro l'Aula. Probabilmente lui, a parte l'indole, dedica anche molto tempo alla preparazione degli interventi. Caro collega, credo che noi abbiamo sempre agito con senso di responsabilità. Qui non ci sono né conniventi, né fessi, ma ci sono persone che hanno dovuto gestire situazioni difficili ed assumersi delle responsabilità. Mi rendo conto che dall'altra parte è facile fare il teatrino, fare queste battute che possono far sorridere, ma penso che non risolvano assolutamente il problema dei valdostani e delle valdostane. Noi siamo stati eletti per assumerci delle responsabilità. Le posso garantire che anche pochi giorni fa c'è stata un'autorizzazione a procedere alla vendita dei beni del Casinò e ci sono state delle persone in Commissione che sono uscite e non hanno votato. È facile venire qui dentro a fare la reprimenda a tutti, ma state dentro a votare nell'Aula! Assumetevi la responsabilità, abbiate il coraggio di dire: "sono d'accordo" o "non sono d'accordo"! È facile scappare e non assumersi le responsabilità! Io credo che non sia questo il cambiamento che vogliono i valdostani, perché diversamente ci potremmo ritrovare, se si va a nuove elezioni, in 35 persone che poi escono, perché non sono in grado di decidere quando è ora. Qui bisogna assumersi l'impegno.

Guardate che la questione del Casinò l'abbiamo affrontata con grande delicatezza e consapevoli di questa tematica dei riverberi che aveva sotto il profilo sociale, sotto il profilo dell'importanza di questa partecipata per la Regione. Non auguro a nessuno di trovarsi come ci siamo trovati noi nel 2013 a dover gestire un percorso, un pezzo di strada, ma quando si prende il testimone si deve andare avanti, non si può lasciare la valigia ferma alla stazione! È questo il problema, caro collega Ferrero. Noi siamo delle persone che nel bene o nel male - credo in modo molto onesto, fino a prova contraria - abbiamo assunto delle responsabilità. Nel 2017 ce ne siamo fatti carico, e qui riprendo le parole di un collega del suo gruppo. Nel momento che abbiamo approvato la nuova legge sul Casinò c'erano due strade: portare i libri in tribunale o predisporre un nuovo Piano di risanamento. In quell'occasione venne detto: "abbiamo percorso l'unica strada percorribile". Questo significa assumersi delle responsabilità e questo lo si vede quando ce ne facciamo carico. Io rispetto il vostro lavoro, il lavoro di chi fa opposizione, ma gradirei anche che chi fa opposizione la faccia in modo serio e non venga qui per deridere coloro che si assumono delle responsabilità con grande difficoltà.

Stamattina qualcuno ha parlato di responsabilità civili, politiche e amministrative. È chiaro che queste problematiche hanno un sacco di riverberi e una multidimensionalità. Però chi è avvocato dovrebbe sapere bene, e credo che questo lo sappiano tutti i valdostani, che il giorno che hanno bisogno di un avvocato costui ti chiede: "fammi vedere i documenti, sennò non posso dirti cosa possiamo fare di questa pratica". Penso che qui non abbiamo i documenti. Lasciamo fare alla Magistratura quello che deve fare e poi esprimiamoci. È inutile venire qui a fare dei processi, a fare mille considerazioni. Condivido che abbiamo perso tre ore, perché in cinque minuti avremmo potuto esprimere in modo semplice la nostra preoccupazione a riguardo di quanto abbiamo appreso dai giornali e poi potevamo passare ad affrontare le delibere e le iniziative che contengono i problemi veri. Invece probabilmente si privilegia il teatrino. I valdostani non hanno bisogno di questi teatri, hanno bisogno di vedere risolti i loro problemi.

Il Tomasi di Lampedusa diceva che se vogliamo che tutto rimanga com'è bisogna che tutto cambi. Ora credo che sotto questo profilo il cambiamento non debba avvenire nel sostituire dei soggetti, ma deve avvenire dentro di noi. Ciascuno ha la propria responsabilità.

Dalle ore 11:29 riassume la presidenza la Presidente Emily Rini.

Rini (Presidente) - La parola al collega Ferrero per il secondo intervento.

Ferrero (MOUV') - Solo per dire al collega Marquis che, per carità, abbiamo semplicemente individuato due sensibilità completamente diverse. Per lei la trasparenza è nascondersi dietro ai voti segreti, va bene; probabilmente lei esprime questa sensibilità, ma non è la mia. Se uno è trasparente, dà pubblicamente atto che prende certe posizioni, non si nasconde. Capisco che voi siate già stati scottati per tutta una serie di questioni che saranno poi decise in sede opportuna dalla Magistratura contabile o, magari, dalla Magistratura ordinaria - questo lo vedremo, non spetta a me -, però dovete avere il coraggio delle vostre azioni. Il coraggio non lo si manifesta con un voto segreto, lo si manifesta con un voto che è coerente con la posizione che avete sempre tenuto. Lei dice: "noi continueremo ad andare avanti". Andate avanti così, andate avanti così, avete ragione, perché faciliterete il cambiamento.

Presidente - La parola al collega Vesan per il secondo intervento.

Vesan (M5S) - No, Presidente, chiedo la parola per fatto personale relativamente all'accusa di codardia per attaccamento alla poltrona rivolta al nostro movimento - e quindi a ognuno di noi parlando della singola poltrona - da parte della collega Spelgatti. Il voto del nostro movimento è stato assolutamente coerente con le posizioni che abbiamo sempre manutenuto. Nessun attaccamento alla poltrona può essere rivolto a chi fa parte del nostro movimento, che è qui solo da questa legislatura, che non è stato candidato in precedenza e che partecipa ad un movimento nel quale l'attaccamento alla poltrona è rigorosamente vietato per statuto. Abbiamo anche cercato in tutte le maniere di fare inserire norme in tal senso all'interno della legge elettorale, che purtroppo sono affondate rispetto alla scarsa attenzione da parte degli altri. Fra gli altri che ci hanno dedicato scarsa attenzione su questo punto c'è anche il suo movimento, con il quale per due volte ci siamo confrontati per verificare la possibilità di costruire contestualmente una maggioranza con la nostra partecipazione, ma che ogni volta si è arenato anche su problemi di questo tipo.

Veniamo alla questione legata al fatto che la mia collega ha accusato di fare carte false per rimanere al potere. Per "carte false" non si intendeva naturalmente il fatto di essersi confrontati con noi, ma il fatto di avere dichiarato, fin dal giorno delle elezioni, di non essere disponibile a creare nessuna maggioranza con l'Union Valdôtaine e poi, quando cominciavano a mancare i voti e a vacillare la maggioranza, di aver dato disponibilità a rivedere queste posizioni con un'apertura nei confronti delle rimanenti forze politiche al fine di garantire forse la "sua poltrona". Pertanto, sulla scorta di questo, rigettiamo ogni accusa in tal senso.

Presidente - La parola alla collega Spelgatti per fatto personale.

Spelgatti (LEGA VDA) - C'è un limite veramente a tutto. Se voi per difendere le vostre posizioni cercate di rimescolare le carte della storia, sappiate che la storia la si trova sui giornali, la si trova nelle dichiarazioni che sono state fatte qua, la si ritrova soprattutto nei fatti. I fatti parlano chiaro, quindi non andate a fare delle illazioni rispetto a ciò che non è mai accaduto, perché c'è veramente un limite di decenza.

Mi dispiace che stiate letteralmente scadendo. Evidentemente siete scivolati su un terreno per voi molto pericoloso e comunque ne risponderete al vostro elettorato di tutto questo. Il fatto di essere diventati la stampella di questo governo è gravissimo. Adesso cercate di arrampicarvi sui vetri incavolandovi con noi perché vi facciamo notare tutto questo, però c'è un limite alla decenza e c'è un limite alle cose che si possono dire e non dire. Questo limite è dato semplicemente dalla verità dei fatti, pertanto non vado avanti oltre. I valdostani hanno vissuto con noi questo periodo, sanno esattamente quello che abbiamo fatto e che abbiamo detto. Oltretutto siamo una comunità piccolissima e la fortuna è che da questa comunità non si scappa, perché tutti ci conosciamo, tutti sanno tutto; di conseguenza, non si può giocare sottobanco senza che poi le cose non vengano fuori. Direi che su quello che noi abbiamo fatto, abbiamo detto e su come ci siamo comportati non ci possa essere alcuna ombra.

Presidente - La parola al collega Restano per il secondo intervento.

Restano (GM) - Mi permetto di intervenire, per cercare di cogliere alcuni elementi positivi di questa discussione, che magari riguardano essenzialmente ed esclusivamente il Gruppo Misto, ma politicamente mi sento di dirlo.

È emerso che il Gruppo Misto forse tanto misto non lo è più, perché in questo periodo abbiamo avuto modo di condividere un percorso, che è alla base - riprendo il suo intervento - dei valori dei valdostani, soprattutto alla base della necessità che condividiamo e che spero condividano tanti colleghi all'interno di questo Consiglio: la necessità di dare delle risposte, di essere seri, di portare avanti i dossier. Lei ha detto: "sviscerare argomenti e temi che riguardano la popolazione valdostana". È stata un'apertura al dialogo e alla collaborazione che apprezziamo molto e penso sia foriera di un percorso che ci possa portare insieme alla creazione di un gruppo che misto non sia più, ma che abbia una sua identità e che possa essere utile per portare avanti dei discorsi politici con chiunque li voglia fare, che però siano nel solco della costruzione e non della distruzione.

Presidente - Ha chiesto la parola l'Assessore Testolin.

Testolin (UV) - Ho aspettato ad intervenire per avere una panoramica il più possibile ampia delle valutazioni che sono state espresse all'interno di quest'Aula, in questa lunga mattinata. Si è mischiato un po' di tutto, ripicche personali, tant'è vero che ci si è trovati in schermaglie trasversali, in valutazioni che sono diciamo esulate dalle dichiarazioni dirette del Presidente della Regione, il quale, a mio avviso, ha voluto sottolineare forse l'aspetto principale di questo dibattito mattutino: trovare delle soluzioni che ci permettano di dare con chiarezza ai valdostani e a tutti i nostri interlocutori - siano essi la popolazione, le associazioni, la Magistratura o altri uffici - delle risposte rendendole accessibili all'opinione pubblica in maniera molto chiara e semplice, cosa che purtroppo non ho trovato all'interno di molte affermazioni espresse questa mattina.

Dispiace che venga sempre trascurato l'aspetto di responsabilità e di serietà che ci si mette nel governare questa Regione e che personalmente mi permette di alzarmi tutte le mattine, di fare colazione, di capire che mi chiamo con il mio nome e di esserne comunque sempre contento e fiero. Credo che ognuno di noi, in cuor suo, possa sapere cosa fa per mettersi a disposizione del mandato che gli elettori ci hanno dato e quello che, invece, non riesce a fare perché ci sono situazioni che vengono molte volte modificate e offuscate ad arte, rendendole opache agli occhi della cittadinanza in primis. Dispiace sentire all'interno di quest'Aula che ci siano persone che possono accusare, fare delle illazioni, dare dei giudizi personali, al di là di conoscere o meno situazioni da loro non vissute. Questo a me sinceramente infastidisce, ma infastidisce perché io sono assolutamente cosciente di quello che conosco e di quello che non conosco, di quello che ho fatto e di quello che non ho fatto e, se devo dimostrarlo a qualcuno, sarà mia premura farlo. Credo invece che il dare giudizi gratuiti non serva a fare chiarezza, al di là del ruolo che ognuno di noi riveste. Ci sono momenti della vita in cui ci si adopera in maniera particolare - riprendo le parole di qualche collega che mi ha preceduto - per cercare di impegnarsi al massimo e dare delle risposte nell'ambito nel quale si sta lavorando con assoluta dedizione, con tempistiche che ognuno di voi sicuramente può immaginare - perché magari le ha vissute - o che comunque impongono la necessità di avere soprattutto chiarezza in merito agli argomenti che si toccano in prima persona. È quindi con tutta serenità che si può assolutamente affermare che qua qualche tuttologo evidentemente c'è. Io non faccio parte di quella categoria. Cerco di avere la possibilità di fare il meglio in quello che sono chiamato a fare e di avere una visione per quanto possibile complessiva nel momento in cui questa possibilità mi viene data. Non mi permetto assolutamente di creare ad arte situazioni che possono essere male interpretate.

Raccolgo a questo proposito l'affermazione del collega Aggravi, che io sottoscrivo in pieno, ma che vale per tutti trasversalmente tra minoranza e maggioranza. Su certi argomenti che non si conoscono o si conoscono poco, o si dà un'interpretazione del tutto personale, la si virgoletta e si dice: "questo è quello che penso io" o altrimenti non bisogna mettere in caciara situazioni che non possono essere politicizzate perché sono più tecniche, sono più puntuali, sulle quali, se non si conoscono, sarebbe meglio fare un po' di silenzio.

Presidente - La parola al collega Bertin.

Bertin (RC-AC) - Non voglio aggiungere niente a questa discussione di ormai tre ore, che ha affrontato argomenti estremamente diversi l'uno dall'altro, trasformando questo Consiglio in un talk show televisivo il cui titolo potrebbe magari essere: "Non è il Consiglio" (potremmo chiamarlo così, riprendendo trasmissioni famose di talk politici).

Qui va evidentemente affrontata una questione regolamentare. È inutile venire qui ad annunciare delle iniziative regolamentari. Tra l'altro ricordo al Presidente del Consiglio che sono già state formalizzate da tempo alcune modifiche al Regolamento del Consiglio ed è così che si procede, non è che si viene qui e si annuncia, ma si depositano e poi si discutono. È sempre più urgente intervenire anche per regolamentare queste discussioni che si trasformano francamente in talk show che alla fine non hanno più neanche un filo logico e si perde pure il senso della discussione. Non so quanto possa essere di interesse per i cittadini.

Presidente - La parola all'Assessore Bertschy.

Bertschy (UVP) - Mi scuso se intervengo dai banchi della maggioranza del governo. Alla conclusione di tutti gli interventi, in particolare di quello del collega Restano, e proprio nell'interesse del governo e del Presidente stesso, credo sia utile sollecitare i movimenti ai quali apparteniamo a completare i ragionamenti politici che sono in corso.

Il nostro nuovo Presidente ha lanciato un messaggio molto chiaro. È necessario rifondare l'area autonomista, ripartire dai valori, dai principi e abbandonare forse i simboli. Non vorremmo farlo all'interno di una maggioranza a velocità diverse, quindi forse è ora che fuori da questo Palazzo, oltre a parlare di altre questioni, si parlasse anche di politica e non si pensasse troppo alle europee, che sono, sì, un momento importante, ma noi, come eletti, abbiamo bisogno di poter fare un lavoro sereno qua dentro, sapendo quali sono gli orizzonti nei quali i nostri movimenti ci vogliono portare. Sollecito da qui in avanti a riprendere gli argomenti, a portare una discussione seria su una rifondazione che è necessaria, perché è inutile abbandonarsi alle logiche dell'arrivo del voto populista. Il voto è un voto degli elettori. Gli elettori votano quello in cui credono e, finché non daremo di nuovo un esempio chiaro dei contenuti e una visione politica strategica come area autonomista, sarà difficile dare un modello e un seguito al lavoro che facciamo qui. Il lavoro del governo è molto complesso. Credo che i colleghi e la stessa Presidente Spelgatti che ci ha preceduto sanno quanti argomenti difficili ci sono da trattare. Non si può stare appesi ad un governo senza avere una visione politica alle spalle.

Come gruppo UVP e come Assessori di questo governo sollecitiamo pertanto ad una capacità da parte dei nostri movimenti di dare una visione, un futuro che è necessario nell'interesse della comunità valdostana e dei valdostani.

Presidente - Non ci sono altre richieste.