Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 485 del 7 marzo 2019 - Resoconto

OGGETTO N. 485/XV - Interpellanza: "Notizie in merito all'adozione di provvedimenti urgenti per la riduzione delle emissioni di CO2".

Rini (Presidente) - Punto n. 35 all'ordine del giorno. La parola al collega Mossa.

Mossa (M5S) - Torniamo a parlare nuovamente di questo argomento che, a nostro avviso, non dovrebbe mai essere perso di vista.

Ridurre le emissioni di CO2 non basterà, in futuro dovremmo anche rimuoverle. Uno studio del Potsdam Institute è esplicito nell'affermare che, nonostante tutti i possibili sforzi per decarbonizzare il mix energetico mondiale, si dovranno utilizzare le tecnologie per catturare le emissioni residue di anidride carbonica, altrimenti il pianeta si surriscalderà di più di 1,5-2 gradi. Le emissioni negative non sono più una scelta, ma una necessità. Fra i tanti studi che cercano di modellare il futuro climatico del nostro pianeta, quello pubblicato su Nature è il più esplicito nel sostenere che bisognerà rimuovere miliardi di tonnellate di anidride carbonica dall'atmosfera per avere qualche possibilità di limitare a 1,5-2 gradi il surriscaldamento globale entro la fine del secolo, onorando così gli accordi di Parigi sul clima. Secondo i ricercatori della Potsdam Institute il nostro salvadanaio di CO2 spendibile senza riscaldare eccessivamente la terra potrebbe essere molto esiguo, intorno ai 200 miliardi di tonnellate di anidride carbonica per rimanere su un percorso di decarbonizzazione compatibile con l'obiettivo di 1,5 gradi di aumento delle temperature rispetto ai livelli pre-industriali. Per dare un'idea, se continuassimo ad emettere CO2 come stiamo facendo esattamente oggi, arriveremmo a circa 4 mila miliardi di tonnellate cumulative alla fine di questo secolo.

Il punto è che i governi di tutto il mondo devono impegnarsi a tagliare molto più velocemente le emissioni già entro il 2030 rafforzando i contributi volontari predisposti finora. È sbagliato ridurre - come spesso avviene - il dibattito sulla transizione energetica al confronto carbone versus eolico e solare restringendo il campo alla produzione di energia elettrica pulita. Ci sono settori, come il riscaldamento degli edifici, le attività delle grandi industrie, ad esempio cementifici e acciaierie, e i trasporti in cui è molto più difficile azzerare l'utilizzo dei combustibili fossili. Di conseguenza, anche impegnandosi al massimo livello possibile per rettificare il mix energetico, fare efficienza e ridurre i consumi rimarrà un notevole surplus di anidride carbonica associata all'impiego di gas, petrolio e carbone stimato in circa mille giga tonnellate al 2100.

Quello che ci resta da fare - e lo dobbiamo fare oggi, perché siamo già in ritardo - è spegnere definitivamente l'interruttore dell'emissione di CO2. Non basta aspettare che a prendere i provvedimenti siano le direttive dell'Unione europea, l'accordo di Parigi o il governo nazionale che, ricordo, sta già emettendo degli ecobonus fino a 6 mila euro per l'acquisto di macchine elettriche ed ibride, ma dobbiamo rimboccarci le maniche anche noi, a livello regionale e locale, per ridurre drasticamente queste emissioni.

Consideriamo che le giovani generazioni, ispirate dalla giovane Greta Thunberg, l'attivista sedicenne svedese diventata nota per l'intervento alla Conferenza mondiale sul clima, ci stanno dando una grande lezione di maturità e coscienza manifestando preoccupazione per l'assenza di provvedimenti seri a difesa dell'ambiente affiancandosi ai coetanei di Belgio, Germania, Paesi Bassi, Svezia, Svizzera e a quelli australiani che per primi, a novembre dello scorso anno, hanno aderito allo sciopero scolastico. Prendiamo esempio da queste nuove generazioni e facciamone tesoro.

Noi riteniamo che questa Regione non solo non stia prendendo i provvedimenti necessari e adeguati ma, anzi, si ha l'idea che stia addirittura tornando indietro sui suoi passi. Lo dimostra il fatto che anche il gruppo CVA, nonostante sia stato fondato con la chiara visione di tutelare l'ambiente ed il territorio, orientamento di fondamentale rilievo oggi più che mai, ha invece trascurato e stravolto gli obiettivi mettendo al centro delle priorità e di tutte le attività l'incremento del valore per i propri azionisti, quindi il mero profitto economico. Per quanto sopra, occorrono azioni drastiche, concrete, ma soprattutto immediate per ridurre le emissioni di CO2. Quali sono le intenzioni e le azioni che il Governo regionale intende adottare in merito?

Presidente - La parola all'Assessore Chatrian per la risposta.

Chatrian (ALPE) - Ringrazio il collega, perché mi dà e ci dà la possibilità di fare un buon aggiornamento su cosa si sta facendo in maniera fattiva, su cosa abbiamo avviato durante il DEFR e, soprattutto, quali sono le azioni e le misure che il piccolo sistema Valle d'Aosta cerca di mettere in campo per contribuire a quello che lei poc'anzi ha evidenziato.

Il tema del cambiamento climatico è di grandissima attualità ed è spesso oggetto di importanti confronti di natura politica: tra i più importanti citerei quelli avuti in occasione dell'ultima Conferenza sul cambiamento climatico in Polonia, a dicembre 2018. È necessario innanzitutto precisare che, secondo la maggior parte degli esperti mondiali, l'innalzamento delle temperature del globo terrestre è dovuto alle azioni che l'uomo ha messo in atto a partire non negli ultimi anni o negli ultimi decenni, ma almeno dalla rivoluzione industriale ed i suoi effetti sono difficilmente reversibili in scale temporali contenute. L'Europa, anche attraverso gli impegni assunti nel 2015 alla Conferenza sul cambiamento climatico di Parigi, sta attuando importanti ed effettive politiche di contenimento delle emissioni. Il raggiungimento degli obiettivi viene però attualmente ostacolato dalle posizioni di Paesi molto importanti e impattanti come gli Stati Uniti, la Russia, l'Australia. Deve essere chiaro che ogni azione di mitigazione delle emissioni di anidride carbonica (CO2) condotta a livello locale, seppur importante dal punto di vista etico e dal punto di vista delle ricadute sulla qualità dell'aria, non potrà produrre effetti significativi in termini di contenimento delle temperature a livello locale e globale.

Vengo un po' a noi. L'Amministrazione regionale sarà dunque chiamata a mettere in atto, oltre alle misure di mitigazione evocate nell'interpellanza - abbandonare le fonti fossili e puntare sulle energie rinnovabili e sul riconcentramento energetico -, anche e soprattutto misure di adattamento proprio al cambiamento climatico. Possiamo quindi declinarle le due azioni, les deux niveaux. Ringrazio nuovamente il Presidente del Consiglio Valle per l'occasione data durante l'evento del 17 dicembre scorso intitolato "Cambiamenti climatici e montagna. Conseguenze, opportunità e scenari futuri del cuore dell'Europa", che ha permesso di illustrare gli scenari climatici elaborati a livello locale nell'ambito di un progetto regionale coordinato proprio dal nostro Dipartimento dell'ambiente. Questi dati scientifici aggiornati sono stati oltretutto illustrati proprio il 17 dicembre. Ringrazio anche i colleghi che mi danno la possibilità di mettere in evidenza quali sono le azioni che stiamo mettendo in campo.

Entrando nel merito dell'interpellanza, faccio presente che il Governo regionale è molto sensibile al tema del cambiamento climatico e alla riduzione delle emissioni di CO2; anche questa Assemblea lo è, tant'è vero che abbiamo approvato l'ordine del giorno proposto a dicembre da questa maggioranza con cui abbiamo definito ambiziosi obiettivi relativi alla certificazione "carbon free" del territorio regionale e al perseguimento di una regione "fuel fossil free" entro il 2040, traguardi riportati nel DEFR con relativa copertura economica.

L'Amministrazione regionale ha peraltro avviato già da tempo varie azioni di contenimento dell'emissioni di CO2, fra le quali citerei la realizzazione di impianti di teleriscaldamento, l'incentivazione per la sostituzione di autoveicoli maggiormente inquinanti, ma soprattutto, e probabilmente la parte più importante a livello di ordine di grandezza - poi se avrà bisogno le fornirò i dati regionali - l'efficientamento energetico degli edifici e la diffusione di colonnine di ricarica per la mobilità elettrica. Anche la prossima posa di dorsali del metanodotto contribuirà nell'immediato alla riduzione delle emissioni da riscaldamento domestico, importante per le vallate laterali, sia per abbattere le emissioni, ma anche per garantire dei servizi a chi per scelta abita in montagna. Tali azioni, oltre che migliorare la qualità dell'aria, hanno anche contribuito nel corso degli anni a ridurre in modo sensibile le emissioni di CO2 pro-capite a livello regionale. Le do qualche dato se le interessa e qualche soprattutto raffronto: basti pensare che rispetto ad una media annuale italiana pari a 11 tonnellate a persona, il valore regionale si attesta attorno ad 1 tonnellata a persona. La distribuzione del territorio regionale dell'emissione di gas climalteranti è generalmente correlata alle attività antropiche, quindi la parte antropizzata, ed è quindi concentrata soprattutto nella valle centrale. Per l'anidride carbonica è da notare l'importante ruolo dell'ecosistema forestale e dell'assorbimento della CO2. Questo è un passaggio nettamente importante. Pensate che l'assorbimento raggiunto raggiunge l'84 percento delle emissioni complessive (sto parlando del piccolo sistema Valle d'Aosta all'interno comunque di un perimetro molto, molto più ampio). Anche per questo motivo le emissioni pro-capite di CO2 e di gas serra sono nettamente inferiori alla media nazionale.

Pertanto, a fronte di una situazione decisamente meno preoccupante rispetto a quanto accade a livello internazionale, la nostra piccola Regione sta realizzando, mediante l'attuazione del Piano aria e del Piano energetico ambientale, una serie di azioni volte a migliorare ulteriormente il quadro delle emissioni. È poi in fase di predisposizione il Piano regionale dei trasporti che verrà valutato anche in funzione della conformità con tali obiettivi. Ritengo dunque che la Regione stia già da tempo sviluppando azioni concrete. Mai dobbiamo fermarci su quello che è stato fatto, soprattutto dobbiamo avere la capacità e la forza di aumentare le misure e le azioni per poter ridurre ulteriormente le differenze con i nuovi obiettivi recentemente fissati proprio nel DEFR. Penso che il Governo regionale abbia dato un chiaro indirizzo politico per quello che possiamo fare all'interno della nostra piccola Regione. Dobbiamo ricordarci che noi possiamo fare la nostra piccola parte, è fondamentale e importante l'azione che si intende mettere in campo.

Concludo facendo presente che l'Amministrazione regionale sta lavorando anche sul fronte dell'adattamento al cambiamento climatico, come dicevo in premessa. I dati illustrati nell'incontro del 17 dicembre che ho citato prima sono infatti frutto di un lavoro già avviato da tempo per la definizione di affidabili scenari locali di cambiamento climatico e costituiscono la base informativa per delineare i contenuti della futura strategia regionale di adattamento al cambiamento climatico in avvio di definizione.

Ancora due considerazioni legate ai macro-dati sulle emissioni di CO2 stimate per il 2016-2017 in Valle d'Aosta: per quanto riguarda i trasporti la percentuale è del 37 percento, quella dell'industria è del 12 percento e quella di altre sorgenti è dell'1 percento, mentre più del 50 percento è attribuibile al riscaldamento domestico. Questo per quanto riguarda le emissioni stimate CO2 in Valle d'Aosta. Confrontando invece le emissioni pro-capite con il dato nazionale, il rapporto è di 11 tonnellate in Italia e di 1 tonnellata in Valle d'Aosta. Se le interessa, le farò sapere anche altre informazioni e altri ordini di grandezza che rappresentano bene la fotografia ad oggi, senza dimenticarci quali sono le azioni che vorremmo mettere in campo ulteriormente. Riguardo ai dati che abbiamo potuto valutare dettagliatamente sul riscaldamento degli immobili, lì c'è spazio e modo per poter diminuire ulteriormente le emissioni, mettendo probabilmente ulteriori sostegni, ma soprattutto creando determinate condizioni per la parte antropizzata, quindi per il patrimonio immobiliare già esistente. Sfida sì, ma non impossibile, che però deve avere una prospettiva di medio-lungo termine.

Termino, Presidente. I dati che ho cercato di mettere in evidenza sono proprio la fotografia aggiornata all'oggi. Questo ci conforta, ma non solo rispetto al dato nazionale o europeo, perché il nostro contributo, con i nostri piccoli numeri, può comunque determinare quella differenza che, nello stesso tempo, è anche sintomo culturale, di qualità ambientale e di qualità della vita.

Presidente - La parola al collega Mossa per la replica.

Mossa (M5S) - Assessore, lei è confortato dai risultati dei dati scientifici, ma noi lo siamo un po' meno, perché, come le ho già detto, anche spegnendo oggi l'interruttore dell'emissione di CO2, questo non basterebbe per ridurre l'aumento della temperatura del pianeta. Se tutti nel mondo dicessero nel nostro piccolo di ridurre l'emissione di CO2 non servirebbe tantissimo, e forse è questo il ragionamento sbagliato, perché dovremmo tutti ragionare all'inverso. L'utilizzo del metano non riduce l'emissione di CO2 perché ogni molecola di metano produce una molecola di CO2.

Per quanto riguarda gli incentivi per l'acquisto di macchine elettriche e ibride, nonostante noi avessimo presentato una mozione nel luglio 2018, attualmente la proposta di legge è ancora all'esame della Commissione e sono passati otto mesi. Pertanto tutta questa urgenza purtroppo noi non la vediamo, mentre invece ci sono veramente da prendere azioni significative ed immediate.

Per quanto riguarda la sua risposta, anche se ben articolata a mio avviso è stata evasiva ed insufficiente, e le azioni necessarie al fine di tutelare il nostro ambiente, l'aria che respiriamo tutti, noi ed i nostri figli, sembrano quasi un problemino di poco rilievo. Ma sì, che fretta c'è? Mentre tutto il mondo si sta muovendo in tal senso - e per fortuna abbiamo dei giovani coscienti di cui sono molto orgoglioso, dai quali abbiamo molto da imparare, perché stanno marciando e protestando in tutto il mondo per chiedere seri provvedimenti da parte di tutti i governi e a tutti i livelli al fine di salvare il nostro pianeta - noi siamo, come al solito, dormienti come aragoste dentro una pentola che pensano di fare un bel bagno caldo finché, quando si rendono conto che non si tratta di un bagnetto caldo, sarà troppo tardi per salvarsi. Se non prendiamo seriamente questo problema, sarà troppo tardi anche per noi.