Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 352 del 5 febbraio 2019 - Resoconto

OBJET N° 352/XV - Communications du Président de la Région.

Rini (Presidente) - Punto n. 2 all'ordine del giorno.

La parole au Président Fosson.

Fosson (GM) - Io comincerei, come ha già detto il Presidente del Consiglio, con questo minuto di silenzio per ricordare le vittime di questo grave incidente aereo e di vicinanza alle loro famiglie.

(un minuto di silenzio in Aula)

Fosson (GM) - A proposito dell'inchiesta denominata "Geenna", voglio informare questo Consiglio sul cammino che abbiamo intrapreso. Ci saranno su questo iniziative specifiche, ma per l'importanza e per informare tutti i Consiglieri, vorrei sottolineare proprio fin dall'inizio quanto è stato fatto. Tutto questo a seguito anche della mozione di sostegno alla lotta contro la criminalità e alla ferma condanna a ogni rapporto e influenza di associazioni mafiose che è stata votata all'unanimità in questo Consiglio il 23 gennaio.

Il nostro percorso è stato questo: in data 24 gennaio, solo un giorno dopo, ho scritto alla Cancelleria della dottoressa Salvadori, il giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Torino, una lettera di richiesta di trasmissione del provvedimento di adozione delle misure coercitive per gli adempimenti previsti dal decreto 235 del 2012, la cosiddetta "legge Severino", a carico dei tre Amministratori incarcerati. Il 25 gennaio, con delibera n. 90, la Giunta ha nominato un difensore, con modalità che dirò più specificamente fra qualche minuto nell'iniziativa dei colleghi; questo intanto per difendere l'immagine della Regione, ma poi anche per seguire attivamente tutto il percorso che si sta delineando nel Tribunale di Torino. In data 28 gennaio, poiché non era ancora pervenuta nessuna ordinanza ufficiale, per la ferma consapevolezza della necessità di intrattenere rapporti istituzionali e di legale collaborazione, ho informato il Ministro dell'interno di quanto era successo e della nostra posizione e ferma decisione di dare corso ai procedimenti di cui trattasi nelle eventualità previste dall'articolo 143 del disegno di legge 267. Il Gabinetto del Ministro, il giorno dopo, il 29 gennaio, a firma del Capogabinetto mi ha dato conferma della piena disponibilità ad assicurare una massima collaborazione in questo percorso, dandoci anche come riferimento preciso un Prefetto a cui rivolgerci. Sempre il 29 gennaio veniva fatta richiesta da parte del ministero di fornire gli elementi da trasmettere allo stesso e in urgenza, per consentire al Ministro la risposta all'interrogazione parlamentare dell'Onorevole Tripodi. Il 30 gennaio lo stesso Ministro Salvini risponde all'Onorevole Tripodi, in aula, alla Camera, confermando la leale collaborazione con le competenze prefettizie valdostane. Venerdì scorso, 1 febbraio, ci siamo ancora relazionati telefonicamente con il Prefetto del Ministero degli interni che ci ha confermato come anche - oltre ai due decreti legge - una circolare del Ministro preveda che, in assenza di un'ordinanza ufficiale del tribunale, non ci può essere alcuna sospensione.

Tutto questo per dimostrare che la nostra attività è pronta e decisa nell'intraprendere tutti i percorsi previsti dalle leggi in questione, rinunciando sicuramente ad ogni possibile inerzia e ritardo nell'applicazione di quanto di nostra competenza in questa situazione così grave. Vi confermo che al momento, questa mattina, nonostante tutti questi solleciti e l'azione dell'avvocato a cui noi abbiamo dato delega, non è ancora pervenuta alla Presidenza della Giunta e alla Prefettura nessuna ordinanza ufficiale del Tribunale di Torino.

Presidente - Nessuna richiesta di intervento? Ha chiesto la parola il collega Restano.

Restano (GM) - Vorrei intervenire sulle dichiarazioni del Presidente della Regione per sottolineare un fatto avvenuto proprio in merito a quanto recentemente è accaduto. Il Deputato della Valle d'Aosta, Tripodi, ha interpellato il Ministro dell'interno circa le procedure da seguire. In tale occasione il Ministro, nella sua risposta, ha sottolineato la linearità di quanto posto in essere dal nostro Prefetto-Presidente e a questo punto noi, come detto dal Presidente Fosson, siamo in attesa delle indicazioni da parte della magistratura. Nella sua replica il Deputato ha affermato la sua contrarietà al fatto che il Presidente rivesta anche le funzioni prefettizie. È proprio su questo punto vorrei porre la vostra attenzione.

Noi non ci riconosciamo nelle dichiarazioni del Deputato Tripodi. Le rispettiamo, ma vogliamo sottolineare, come Gruppo Misto, Area Civica-Pour Notre Vallée e Rini che non condividiamo questa dichiarazione. La Valle d'Aosta, sulla posizione di Prefetto-Presidente pone il suo particolarismo ed è uno dei piliers della nostra autonomia. Credo che tutti i valdostani non si riconoscano in queste dichiarazioni. Vogliamo quindi affermare in maniera forte, precisa e determinata che il comportamento del nostro Prefetto in questa occasione è stato corretto, lineare come sottolineato dal ministero, e non è in contrapposizione con i due ruoli, perché questa è una delle prerogative principali ed essenziale della nostra Regione e continueremo a sostenerla.

Présidente - La parole à la collègue Spelgatti.

Spelgatti (LEGA VDA) - Lega Valle d'Aosta ha sempre sostenuto che non fosse possibile scindere e non sia corretto scindere le funzioni prefettizie da quelle del Presidente della Giunta. Il fatto che poi purtroppo in Valle d'Aosta questo tipo di sistema abbia comportato delle aberrazioni, magari per come è stato utilizzato o comunque, al di là di come è stato utilizzato, degli accadimenti per cui chiaramente ci sono delle storture - è più corretto dire "storture del sistema" - non significa che tale prerogativa non sia assolutamente fondamentale e non sia assolutamente da difendere. Questa non è soltanto una posizione della Lega Valle d'Aosta, è la posizione complessiva della Lega, che ha sempre lottato contro le posizioni del Prefetto, perché le funzioni prefettizie rappresentano comunque delle ingerenze sui vari territori. Noi abbiamo questa prerogativa, che è una prerogativa sacrosanta della nostra autonomia, e quindi è assolutamente da difendere.

Approfitto però per dire, visto che è stato trattato anche un altro tema, quello della possibile e futura costituzione di parte civile nel procedimento penale di cui si stava parlando, come mai stessa posizione non l'abbiate presa per un altro procedimento penale altrettanto grave, che vede comunque coinvolto un altro membro di questo Consiglio. Lì non abbiamo visto la Regione costituirsi parte civile.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Ferrero.

Ferrero (MOUV') - Sulla corrispondenza tra la carica di Prefetto e di Presidente della Regione io sono felice di sentire che i colleghi hanno pressoché delle certezze. Però, andando a vedere anche quanto di recente è stato detto dal Procuratore della Repubblica, che la corrispondenza Prefetto-Presidente incide sulla prevenzione, io sarei un pochino più prudente, perché purtroppo le esperienze e i coinvolgimenti di questi anni pongono comunque dei seri dubbi sul fatto che, in alcune occasioni, persone coinvolte in alcuni fatti abbiano ricoperto quella carica e non si sa poi con che risultati, se positivi o negativi, questo diventa difficile da affermare.

Ognuno è libero di avere le proprie posizioni, però io raccomanderei un approfondimento, perché, dato che siamo nell'era dei costi-benefici, forse anche noi dobbiamo esaminare quali sono i costi di aver avuto certi Prefetti e quali sono stati i benefici.

Presidente - La parola al collega Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Sulla questione ovviamente si è già correttamente e perfettamente espressa la collega Spelgatti. Io vorrei fare un passo indietro rispetto a quanto affermato invece dal Presidente Fosson, ovvero sulla questione dell'ordinanza e la conseguente sospensione di un membro di questo Consiglio.

Ad oggi siamo in una situazione che ci vede senza una maggioranza, siamo 17 Consiglieri di opposizione e 17 Consiglieri di maggioranza. Nello scorso Consiglio, Presidente Fosson, lei disse che non si sarebbe fatto logorare, che non avrebbe allungato il brodo e non sarebbe stato lì per 20 giorni come abbiamo fatto noi. Ora io prendo atto che siamo indicativamente al 14º giorno (il 13º cade oggi), che ovviamente non ci sono certezze sull'arrivo, sull'eventuale sospensione, e comunque ci sarebbe anche da discutere ampiamente sull'eventuale sostituzione. Vi chiedo pertanto quali sono le vostre intenzioni a questo proposito. La vostra intenzione è di continuare ad andare avanti con questi numeri? La vostra intenzione è di continuare ad aspettare un'ordinanza che arriva o non arriva? Oppure avete intenzione di fare dei ragionamenti differenti?

Présidente - Le collègue Gerandin a demandé la parole.

Gerandin (MOUV') - Torno sulle dichiarazioni del Presidente Fosson in merito all'incarico che la Regione, l'Esecutivo ha dato ad un avvocato per tutelare la propria immagine.

Presidente, volevo chiederle qualche elemento in più, perché in tutta sincerità io ho ricevuto parecchie comunicazioni da cui si evince che questo ruolo non è chiaro. È una cosa un po' anomala. Questa tempestività a seguito di una serie di comunicazioni sul metodo di gestione della cosa pubblica, sull'infiltrazione della 'ndrangheta e sul collegamento politica-'ndrangheta da cui quest'Aula ha preso le distanze, non è un percorso chiaro e occorre poi anche capire che ruolo ha questo avvocato. Ebbene, dall'opinione pubblica può essere letta come un'intimidazione, nel senso di dire: "fate attenzione che non esca proprio tutto, che non esca, sennò andate a ledere l'immagine della Regione". Io le riferisco quello che scrivono; guardi, ho qui una lettera e, se vuole, gliene leggo qualche passaggio. Né io personalmente, né come movimento abbiamo strumentalizzato questo incarico, però le chiedo chiarezza, Presidente. Le chiedo chiarezza perché, se la percezione da parte dell'opinione pubblica fosse quella di una sorta di intimidazione, sarebbe davvero l'antitesi di quel documento che abbiamo approvato all'unanimità.

Noi siamo convinti che, pur essendo questo un momento difficile per l'immagine della Valle d'Aosta, non si possa pensare di coprire e nascondere ciò di cui la politica dovrebbe vergognarsi, se fosse tutto provato. Pertanto noi chiediamo chiarezza, la volontà di essere assolutamente trasparenti. Presidente, io le chiedo quindi di elencare in quest'Aula, in questo contesto, qual è il mandato effettivo che è stato dato a questo avvocato: parteciperà già a tutela dell'immagine della Regione, all'udienza preliminare? Sono queste le domande che ora vengono poste dalla gente, perché è preoccupata, perché vuole che esca davvero tutto e si chiuda questa pagina triste per la Valle d'Aosta.

Présidente - La parole au collègue Bertin.

Bertin (RC-AC) - Riprendo anch'io quello che stava dicendo adesso il collega Gerandin: è importante fare chiarezza su questo aspetto, perché ci sono alcune anomalie. In passato personalmente ho più volte chiesto la costituzione in giudizio su fatti del genere, per danno d'immagine alla Valle d'Aosta. Tra l'altro ricordo che molti Comuni italiani lo hanno fatto d'ufficio. In passato questa Regione - credo che anche lei se ne ricorderà, visto che era uno dei componenti dell'allora Giunta e maggioranza - ha purtroppo sempre rifiutato di costituirsi. Nello specifico vorrei qualche informazione supplementare su questa costituzione, molto anticipata, di per sé; non la vedo negativamente, ma sia chiaro che una certa confusione nell'opinione pubblica si sta instaurando.

Sulla questione Prefetto-Presidente farei un invito generale: non chiamiamolo più Prefetto-Presidente, lo dico da vetero-autonomista, non esiste la figura del Prefetto-Presidente, esiste soltanto un Presidente che esercita in Valle d'Aosta alcune funzioni che altrove sono esercitate dai Prefetti, il che è ben diverso. La natura della responsabilità del Presidente della Giunta non cambia, rimane sempre soltanto Presidente della Giunta. In Valle d'Aosta, peraltro, molte di queste funzioni prefettizie sono esercitate dal Questore. Iniziamo con lo smettere con questa confusione di chiamare Presidente-Prefetto, perché è errato giuridicamente e anche politicamente.

Presidente - La parola al collega Marquis.

Marquis (SA) - Anch'io volevo fare due considerazioni su quanto è stato espresso dai colleghi, in particolare riguardo all'affermazione dell'Onorevole Tripodi in occasione dell'iniziativa parlamentare che è stata sottoposta pochi giorni fa.

Io credo che le funzioni prefettizie riconosciute al Presidente della Regione siano la rivendicazione che è stata fatta settant'anni fa da chi ci ha preceduto, e quindi sia il frutto di sacrifici e ragionamenti fatti con lo Stato, rivendicazioni sulle quali ci si è spesi molto. Fa specie che un rappresentante delle istituzioni si permetta di creare, in funzione della propria visione, del pregiudizio a una Regione intera, senza consultarsi con il massimo organo amministrativo della Regione, vale a dire il Consiglio regionale. Quando si ricoprono ruoli di responsabilità non si parla in nome e per conto proprio, ma in nome della comunità che si rappresenta, e credo che questo ce lo insegna il percorso che è stato fatto per l'ottenimento e il riconoscimento della nostra specialità. Negli anni 1945-1946-1947 c'è stato un grande confronto con lo Stato, ma se si legge il percorso intrapreso si vede anche che i rappresentanti al Parlamento hanno avuto un contatto continuo di confronto con il Consiglio regionale e portavano la posizione del Consiglio regionale. Io credo che non ci si possa confrontare in questo modo con lo Stato quando si assumono ruoli così importanti. Bene si farebbe a venire in Consiglio regionale e a confrontarsi - in un momento ufficiale o anche in momenti informali -prima di andare a prendere posizioni che potrebbero arrecare grosso danno e pregiudizio istituzionale alla Valle d'Aosta. Credo che questo comportamento vada censurato, quantomeno non condiviso da parte dell'Aula.

Presidente - La parola al collega Bianchi.

Bianchi (UV) - Anch'io volevo fare due considerazioni, anche se chi mi ha preceduto - i colleghi Marquis e Bertin - ha già evidenziato in maniera chiara quale sia la funzione del Presidente della Giunta con funzioni prefettizie.

Mi soffermerò pertanto a fare una considerazione più sul piano politico, cercando di rispondere, per quanto possa, al collega Manfrin. Sul discorso della maggioranza, su cosa si voglia fare o non fare, secondo me la risposta se la dà già da solo, perché non tanto tempo fa - parliamo solamente di qualche mese fa - c'era una Giunta con quattro Assessori e forse otto Consiglieri di maggioranza ed è andata avanti dei mesi! Oggi mi sembra un po' prematuro chiedere a questa maggioranza che cosa voglia fare in futuro.

C'è poi un metodo per screditare la Giunta sotto il piano politico: c'è la mozione di sfiducia; quindi, se ci sono i numeri, si presenta una mozione di sfiducia. Dall'altra parte, se si vuole invece andare alle elezioni, ci devono essere 18 firme da parte di 18 Consiglieri. Io mi fermerei qui.

Presidente - La parola alla collega Nasso.

Nasso (M5S) - Vorrei fare anch'io due considerazioni sulle comunicazioni del Presidente Fosson e su quanto detto finora. Sicuramente in via ufficiale l'ordinanza Geenna ancora non gli è pervenuta, ma in via ufficiosa immagino di sì, quindi possiamo già cominciare a lavorare in quella direzione.

Ho ascoltato attentamente le parole del collega Restano, che ha sempre la "pomposa attitudine" di pensare di parlare per tutti i valdostani. Nel programma delle elezioni politiche del 4 marzo, dove l'Onorevole Tripodi ha preso circa 16.000 preferenze - ma non è questo il problema -, era già scritta questa volontà, questo indirizzo politico di levare la carica prefettizia al Presidente. Sono quindi rispettabili le sue considerazioni, ma che lei parli a nome di tutti i valdostani personalmente mi sembra esagerato, perché le assicuro che non tutti i valdostani la pensano come lei. Dietro la giustificazione un po' spicciola di difendere l'autonomia sostenendo la carica di Presidente con funzioni prefettizie - e bene ha detto Bertin, il quale ci ha un po' corretti quando sbagliamo la terminologia -, io penso si nasconda sempre l'ennesima volontà di controllare, controllare e controllare in una Regione che ha i numeri della Provincia di Vercelli. Tutto è migliorabile, anche le scelte di settant'anni fa, come dice Marquis; sono migliorabili tutte le scelte, anche quelle che prendiamo in questi giorni.

Concludo dicendo che anche noi vorremmo avere più notizie rispetto a questa figura di garante dell'immagine che tutti i valdostani, noi compresi, pagheranno.

Presidente - La parola alla collega Spelgatti.

Spelgatti (LEGA VDA) - Caro collega Bianchi, nella vita ci va anche un po' di dignità e c'è un limite ai paragoni che si possono fare. Sì, vero, noi abbiamo resistito come dei disperati, con una maggioranza assolutamente inesistente, e questo a partire da pochissimo dopo la nostra elezione, visto che abbiamo "toccato il dossier Casinò" e visto che immediatamente si è formata la maggioranza trasversale, che poi è quella che oggi siede qui e che potremmo chiamare "la maggioranza Casinò", vale a dire di coloro che volevano dare soldi al Casinò senza i presupposti di legge. Di conseguenza è partita ovviamente una guerra senza esclusione di colpi. Noi l'abbiamo portata avanti nei mesi in cui abbiamo governato, certamente a colpi di maggioranza in Giunta, perché questa è stata la situazione in cui ci siamo trovati a lavorare e tutto quello che abbiamo potuto fare: l'accordo con lo Stato, la questione Casinò, la questione Tzamberlet, la contrattazione collettiva, il bando affitti e quant'altro. È vero, questo lo abbiamo fatto in pochi mesi e stavamo aspettando una maggioranza alternativa: "e fatela questa maggioranza Casinò"! Abbiamo resistito fino a quando effettivamente l'avete fatta e noi avevamo detto: "dopo l'approvazione del bilancio, se non fate la maggioranza Casinò, noi staccheremo la spina, daremo le dimissioni e andremo ad elezioni". Siete riusciti a fare questa maggioranza Casinò. Non c'erano problemi da parte nostra di processi per la 'ndrangheta. Noi abbiamo semplicemente detto: "portiamo le questioni, andiamo avanti fino all'approvazione del bilancio, dopodiché staccheremo la spina"; è un atto di responsabilità e nel frattempo abbiamo lavorato. Non c'erano questioni di 'ndrangheta.

Questo Consiglio non è più legittimato a stare in piedi. Se chiedete a noi di fare una mozione di sfiducia costruttiva, quindi di scalzarvi e di tornare noi, lo abbiamo già detto fin dal primo momento: non succederà mai. Prima di tutto noi non riteniamo legittimato questo Consiglio, sennò saremmo rimasti a governare tranquilli, avremmo potuto governare, allargare la maggioranza, avremmo potuto continuare a fare i giochi di palazzo. I giochi di palazzo a noi non sono mai interessati e non ci interessa tornare a governare in queste condizioni, perché deve essere fatto serenamente, soprattutto in condizioni tali da poter rispondere a quello che i cittadini ci hanno chiesto nel momento in cui ci hanno votato. Se non ci sono questi presupposti, stare lì a coprire quella poltrona a noi non interessa, a me personalmente non ha mai interessato e ne abbiamo dato la dimostrazione.

State tranquilli, noi non vi facciamo la mozione di sfiducia costruttiva, state pure qui voi. Ritenete che sia dignitoso, rispondente al volere dei cittadini continuare a ricoprire queste poltrone e stare seduti in quelle poltrone? Fatelo pure! Noi non veniamo a prendere il vostro posto, perché così la Valle d'Aosta non è governabile. Noi vogliamo andare a casa, tornare alle urne e vogliamo dare la parola ai cittadini, affinché siano loro a decidere chi deve governare; potranno essere tutte altre persone, compreso noi, quindi non facciamo questo punto.

Secondo: le firme e le dimissioni della Lega sono sul tavolo, ma lei sa benissimo quante ce ne vogliono e che ci vuole comunque la maggioranza di 18 Consiglieri per poter dare le dimissioni. Chiaramente non è che noi leghisti ci dimettiamo e lasciamo tutto in mano agli altri. Ripeto: le nostre dimissioni sono comunque sul tavolo, appena riusciamo a trovare le 18 firme noi ci siamo. Ovviamente riteniamo che l'unico atto di responsabilità, a fronte di questa situazione così grave, sia che il Presidente della Regione dia lui le dimissioni, che questo apra la crisi di governo e con questo si possa andare alle urne. Noi siamo pronti a questo, con la legge elettorale o senza la legge elettorale, non ci interessa. Qui bisogna dare una risposta ai cittadini e soprattutto bisogna agire presto, perché ogni giorno che passa è un giorno in più in cui la Valle d'Aosta continua ad andare a picco. Bisogna poter governare questa Regione, chiunque lo farà in futuro.

Présidente - Le collègue Sammaritani a demandé la parole.

Sammaritani (LEGA VDA) - Oltre naturalmente a condividere in pieno quanto ha appena affermato la collega Nicoletta Spelgatti, mi piacerebbe fare un attimo di riflessione a proposito delle funzioni prefettizie. Gli spunti sono già stati dati, ma vorrei dire una cosa in particolare. In effetti, all'esito delle elezioni politiche, io mi ero un po' preoccupato della primissima dichiarazione che aveva fatto l'Onorevole Tripodi a proposito della distinzione tra le funzioni prefettizie e quella di Presidente della Giunta; mi ero naturalmente preoccupato da persona che abita in Valle d'Aosta e che evidentemente ha intenzione di proseguire nel cammino, nel percorso dell'autonomia.

Devo dire, come è già stato espresso in parte dalla collega Spelgatti nel precedente intervento, che non solo la Lega Valle d'Aosta, ma anche la Lega a livello nazionale ha sempre propugnato questa teoria, cioè l'eliminazione dei Prefetti dalle Province, dalle zone territoriali, perché certi tipi di funzioni prefettizie sono proprio l'esplicazione di una forma di autonomia anch'essa. La nostra idea è questa, non tanto quella di dividere, di razionare, di separare le funzioni prefettizie e istituire la figura del Prefetto come organo di governo inserito sul territorio anche in Valle d'Aosta, ma il contrario: far sì che quello che avviene in Valle d'Aosta avvenga anche nelle altre Regioni.

Vi è poi la solita considerazione che mi fa un po' specie. Devo dire che qui me ne viene in mente una tra le tante, per esempio che sul discorso delle Olimpiadi a Roma si dica: "non facciamo le Olimpiadi a Roma, perché altrimenti sicuramente bisognerà fare degli appalti e, se ci sono gli appalti, ci saranno infiltrazioni mafiose". È evidente che tutte le funzioni e tutti i ruoli possono essere giocati in modo diverso. Si possono fare le cose correttamente come andrebbero fatte, ma ci si può anche permettere di farle male, si può permettere che ci siano delle infiltrazioni. Pertanto, se diciamo che la politica, l'Amministrazione si arrende preventivamente a queste situazioni, che già in via preventiva rinuncia a fare delle cose perché probabilmente ci potrebbe essere il rischio di alcune storture, infiltrazioni o un esercizio cattivo delle funzioni istituzionali, allora dobbiamo dire che forse non ha neanche molto senso stare qui.

Il nostro ruolo è proprio questo, come avevo detto nell'ultimo Consiglio: noi dobbiamo presidiare, dobbiamo fare attenzione, dobbiamo svolgere le nostre funzioni con assoluta correttezza e attenzione, null'altro. Non arrendiamoci, facciamo sì invece che l'autonomia venga preservata, che le funzioni prefettizie rimangano e permangano unite e congiunte a quelle del Presidente della Giunta, perché è un presidio di autonomia fondamentale per la Valle d'Aosta e per tutte le Regioni che stanno combattendo questa battaglia nel resto d'Italia.

Presidente - La parola al collega Manfrin per un secondo intervento.

Manfrin (LEGA VDA) - Vedi, collega Bianchi, io comprendo il vostro nervosismo in questo momento, comprendo che si debba cercare di sopperire alle mancanze politiche con ulteriori parole, però la fine anticipata di questa legislatura non è stata evocata da noi. Dal 4 dicembre ad oggi noi abbiamo sempre chiesto che si tornasse a ridare la parola ai cittadini.

Il senso del mio intervento, proprio a seguito dell'intervento del Presidente della Regione, era questo: nello scorso Consiglio, quando in un grande abbraccio ci siamo tutti uniti a votare contro quella cosa brutta che era la 'ndrangheta, il Presidente ha pronunciato parole importanti e, con sorprendente ostentazione di plutocratica sicumera - plutocratica perché ricca di parole, ma povera di fatti -, ha detto che non si sarebbe chiaramente fatto logorare per 20 giorni come abbiamo fatto noi e che quindi avrebbe preso le necessarie decisioni prendendo atto della mancanza della sua maggioranza.

Se il termine di 20 giorni è quello che è stato evocato, io mi sono permesso di ricordare che 20 giorni sono quasi passati e, ad oggi, non mi pare si sia ristabilita la sua maggioranza e mi permetto di aggiungere che, se anche si ristabilisse, ci sarebbero comunque dei problemi da affrontare pure in quest'Aula. Come giustamente ha detto la collega Spelgatti, è evidente, anche soltanto nel confronto quotidiano con tutti i cittadini che vivono al di fuori di questo palazzo - ma fin dal 4 dicembre, questo - che la richiesta dei valdostani sia quella di ridare loro la parola, perché innanzitutto non si riconoscono in un governo - ovviamente fatto dalla vecchia politica - che ha riportato all'interno di quest'Aula e del palazzo certe logiche che si speravano superate. Dall'altra parte è pure evidente che questi sconvolgimenti tellurici, che chiaramente hanno interessato tutta la politica valdostana, devono sfociare in un momento, quello più alto, più democratico, che permetta appunto ai valdostani di dire: "bene, allora chi ci ha governato oggi va benissimo, quelli che hanno governato da quarant'anni a questa parte hanno fatto un ottimo lavoro e questi arresti non cambiano nulla, continuiamo ad avere fiducia in loro" oppure magari dire: "visto quello che è stato fatto e visto quello che è stato messo assieme a seguito del voto, forse noi vorremmo una Valle d'Aosta diversa". Noi vogliamo una Valle d'Aosta diversa e i valdostani anche, per cui arroccarvi in queste posizioni non vi porterà certo bene.

Présidente - La parole au collègue Lucianaz.

Lucianaz (LEGA VDA) - Scusate i postumi della Fiera di Sant'Orso, ci stiamo riprendendo. Allora, questa sicuramente non è un'aula di tribunale, quindi non si vuole condannare nessuno, ma si possono condannare gli atti politici e gli atteggiamenti di certe persone. Tutta la solidarietà va a Marco Sorbara, che spero non se la passi troppo male, però è anche compito nostro fare delle considerazioni politiche e, perché no, etiche su certi atteggiamenti.

Quello che fa specie oggi è il silenzio. Io spero che da parte del governo qualcuno prenda la parola, poiché vi ho sentiti a luglio, nei mesi scorsi, con quanta veemenza avete attaccato la maggioranza dell'epoca perché non interveniva in Aula, non dava risposte e non parlava. Quello che mi sconvolge è l'assenza totale di prese di posizione in questo momento drammatico per la Valle d'Aosta, perché il 23 gennaio rimarrà nella storia della Valle d'Aosta e purtroppo il Presidente è Fosson, la tegola è capitata a lui. Rimarrà nella storia come la prima data dell'infiltrazione mafiosa nella nostra Regione e non solo nel Consiglio regionale. Questa macchia non ce la toglieremo mai.

La colpa è quindi di chi prima di noi era qui e non ha fatto abbastanza, pur essendo sicuramente in grado di fare qualcosa in più e, a noi, il dovere di migliorare questa situazione. Infatti io chiederò al mio gruppo concretamente di fare azioni affinché ci sia più controllo dal punto di vista politico e amministrativo su questo "cancro economico e sociale" che è la 'ndrangheta. Sicuramente non solo un osservatorio, ma ben di più bisogna fare, a cominciare dalle imprese che puzzano di questi contatti con questo mondo criminale, occorre un'attenzione particolare economica e finanziaria. Mi fa specie che sia stata criticata la Deputata Tripodi perché è intervenuta; al contrario, il Senatore Lanièce è stato totalmente muto e a me spiace, perché tutta l'Italia è al corrente di che cosa è la Valle d'Aosta, siamo stati sulla prima pagina di tutti i giornali e di tutti i telegiornali.

Io trovo che l'Union Valdôtaine e i suoi membri abbiano detto ben poco. Mi spiace, ma quando si strappavano le vesti per l'accusa di schifo, del marcio che c'era in Valle d'Aosta, ebbene, il marcio è questo. In campagna elettorale io dicevo "poer" (traduzione dal patois: "sporco") e dicevo anche parole peggiori, però la realtà è questa: l'Union Valdôtaine, secondo me, deve fare molto di più che sospendere due membri in attesa dell'evolversi della situazione. Qua non va niente bene, ma non lo dico per il presente, lo dico per quello che ha rappresentato l'Union Valdôtaine dal 1945 ad oggi. Con un po' di coscienza rendetevi conto del ruolo che ha avuto questo partito, la cui immagine adesso è purtroppo seriamente compromessa a causa di questi fatti sconcertanti.

Finisco solo con il "testone", monsieur Rollandin. Non so come dirlo, ma per quarant'anni ha comunque gestito - a quanto pare nel bene e nel male - questa Valle d'Aosta, ha gestito il riparto fiscale, ha gestito tutta questa trasformazione. Secondo me lei Rollandin è seriamente responsabile di questa situazione se non ha fatto abbastanza o, peggio ancora, se non era al corrente, visto che è stato Prefetto e Presidente. A mio giudizio, lei passerà alla storia come l'uomo che ha permesso o comunque non ha impedito questo schifo che si è inserito nella nostra società. Io spero che lei abbia modo di scusarsi, perché quello che mi fa specie - e termino, Presidente - è che non ho sentito una parola di scuse da parte dell'Union Valdôtaine e di chi era prima nell'Union Valdôtaine quando questi fatti già si conoscevano. Vi chiedo sinceramente di chiedere scusa, almeno a nome dei valdostani, per aver permesso che succedesse tutto questo.

Presidente - Pur ovviamente nella libertà di espressione del pensiero di ognuno, io invito a utilizzare quest'Aula come luogo di democrazia partecipata e non come un'aula di tribunale per esprimere considerazioni che esulano totalmente dalla nostra attività.

Ha chiesto la parola la collega Morelli.

Morelli (ALPE) - Vorrei iniziare con l'affrontare la questione della tutela del buon nome della Regione; io credo che sia stata una decisione molto saggia e, per quanto mi riguarda, le persone che ho incontrato l'hanno intesa e condivisa in modo diverso rispetto a quanto diceva il collega Gerandin.

Vi è la necessità che le responsabilità all'interno di questa vicenda siano ricondotte alle singole persone che ne sono responsabili, e non alla Regione in quanto istituzione, e non alla comunità valdostana in quanto popolo, in quanto insieme di individui. Credo che una distinzione vada fatta: se c'è del marcio - e c'è del marcio - questo va estirpato. Su questo credo siamo d'accordo. Da parte della comunità e da parte delle istituzioni vi deve essere la volontà di estirparlo e di andare fino in fondo, ma il buon nome della nostra Regione credo vada tutelato e in questo senso va interpretato il passaggio fatto dalla Presidenza della Regione.

L'attribuzione delle competenze prefettizie al Presidente della Regione ha radici abbastanza lontane, risale al decreto luogotenenziale ed è stato confermato dallo Statuto di autonomia, perché fa parte dell'autonomia valdostana. Risale ad una visione non dico federalista, perché sarebbe troppo, ma a una visione regionalista che sta alla base di questo Statuto. Io credo che forse, da parte di qualcuno che insiste sulla separazione delle due funzioni, vi sia anche un pochino una mancanza di cultura politica, di conoscenza storica dei fatti. Che poi vi possano essere dei pessimi Prefetti, come dei pessimi Presidenti, come dei pessimi Consiglieri, questo è un fatto che attiene al comportamento delle singole persone, non al fatto che le due funzioni siano riunite. Si tratta quindi di ruoli svolti correttamente, come per tutti i ruoli istituzionali.

Quanto allo schifo di cui parlava il Consigliere Lucianaz, io credo vi sia stata una sottovalutazione generale della situazione, non solo da parte della politica ma anche della comunità, forse perché risulta difficile ammettere che anche nel proprio territorio, nella propria Regione a cui si è profondamente legati, possano svilupparsi fenomeni come quello mafioso. Concordo però sul fatto che se si vuole estirpare bisogna guardare in faccia la realtà e andare fino in fondo. Io credo sia quello che le istituzioni, ma anche i singoli cittadini debbano fare, perché probabilmente la sottovalutazione dei singoli cittadini è anche un po' da imputare a qualche interesse personale, ad un lasciar vivere su cui forse dobbiamo interrogarci tutti.

Siamo 17 a 17, ma la situazione è molto diversa rispetto a quando la precedente maggioranza non aveva più i numeri. All'interno della scorsa maggioranza vi è stato un travaglio interno e i numeri sono venuti meno perché non c'era la condivisione su certi temi. Qui, invece, è intervenuto un fattore esterno. Credo che la Giunta sia nella condizione di continuare a lavorare e anche di poter lavorare bene. Per quanto riguarda poi nel merito i provvedimenti - e parlo sempre indipendentemente dai numeri 17 a 17 - io credo che sia buona norma cercare la condivisione e cercare di trovare i punti comuni per portare avanti bene le azioni amministrative.

Presidente - La parola al collega Luboz.

Luboz (LEGA VDA) - Je débuterai par une phrase qui est très chère à tous les valdôtains et que j'estime devrait être très chère surtout à tous les Unionistes amis: "Il faut être très bas pour regarder très haut". C'est un paradoxe qui cache cependant une vérité: nous avons atteint le fond de notre bassesse. Quando Émile Chanoux scrisse questa frase era in pieno fascismo, la Valle d'Aosta aveva perso la sua identità, stava perdendo la sua lingua e si prospettavano tempi bui e oscuri. Spesso nel Teatro popolare si raccontano, vengono narrate e recitate pièces teatrali che hanno anche una forte valenza politica e sociale. Anni fa una compagnia teatrale aveva immaginato una Valle d'Aosta nel futuro ed aveva citato questa frase di Émile Chanoux, e in un passaggio si era detto che vent'anni di fascismo avevano fatto meno male alla Valle d'Aosta e ai valdostani - allora erano 40 anni di autonomia, adesso sono 70 - che non 70 anni di autonomia. A volte mi sento di condividere questo pensiero, perché il fascismo probabilmente aveva messo insieme i valdostani di valore, quelli che avevano scritto poi la Carta costituzionale della Valle d'Aosta.

L'autonomia ci ha diviso profondamente per interessi personali, di movimento, per interessi legati a tante lobby. Questi interessi sono entrati nella politica, nell'economia, nella Valle d'Aosta, sono entrati anche attraverso questo cancro che è stato dimostrato esserci e che è operante attualmente in Valle d'Aosta.

Io mi auguro che questo 23 gennaio, quattro giorni prima della data della memoria, possa essere ricordato in futuro in Valle d'Aosta come data simbolo, affinché questa intera Assise regionale prenda posizione per combattere veramente tutti quanti insieme, poiché è inammissibile che in una concentrazione così piccola di 130.000 abitanti, pari a un quartiere di una grande città, ci possa essere tanta crisi politica e anche delinquenziale. Non vado oltre. Mi auguro veramente che ci sia una presa di coscienza da parte di tutti.

Présidente - La parole au collègue Ferrero.

Ferrero (MOUV') - In questa atmosfera surreale, oggi io mi sarei aspettato assolutamente le dimissioni dell'attuale maggioranza. Era un atto dovuto. Questo tergiversare diventa veramente pesantissimo. Non so che cosa vi spinga ad andare avanti, lo saprete voi, magari ce lo spiegate, ma ormai il motore l'avete lasciato per strada.

Bisogna precisarlo, questa non è un'aula di tribunale ma, al di là di qualsiasi considerazione che lasciamo da parte, i casi sono due: una parte della politica era collusa e l'altra parte della politica che voi rappresentate era distratta. Capite che nel migliore dei casi fate la figura di coloro che, di fronte ad un incendio che ha già avvolto tutta la casa, non si muovono finché non sentono le fiamme sotto il sedere. A livello di credibilità e di efficacia della vostra azione, quindi, in un senso o nell'altro andiamo veramente a cadere molto male. Non so se è necessario che arrivi il criminale con la coppola e il fucile per accorgersi che ci sono certe cose. Ebbene, se non ve ne accorgete, c'è un problema, ma è un problema grandissimo che avete voi.

Capite che la questione dei 17 a 17 non è tecnica, è etica. Io mi rivolgo al Presidente Fosson, di cui ho stima per l'esperienza, la professionalità e la sensibilità che in alcuni casi ha manifestato, per vedere di interrompere questa fase di maggioranza. Io ho sempre detto "facciamo calare un po' i toni". Presidente Fosson, tantissime volte non è stato lei il problema, ma lo sono le sue cattive compagnie.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Marquis.

Marquis (SA) - Abbiamo cominciato con delle comunicazioni, ma sta diventando un dibattito, a seguito dei vari rilanci che ci sono stati da parte dei colleghi intervenuti su questo argomento.

Ritengo doveroso esprimere ancora alcune considerazioni. Sono rimasto molto colpito dal fatto che si cerchi, a fronte di un evento drammatico che ha colpito la Valle d'Aosta il 23 gennaio, di speculare politicamente sopra. Mi fa specie che ci possa essere una configurazione dell'Aula dove c'è qualcuno che ha la maglia bianca e gli altri che hanno la maglia sporca. Ci sono movimenti portatori della pulizia e altri movimenti che - lo si dice indirettamente - sono quelli che hanno rovinato e distrutto la Valle d'Aosta.

Io credo che l'onestà sia un valore individuale, non un'appartenenza a un movimento. Sempre più vedo che domina la ricerca di un consenso di breve periodo, invece che il raggiungimento di obiettivi lontani. Forse è di questo che oggi la Valle d'Aosta ha bisogno: ha bisogno di guardare avanti in modo strutturato per uscire da questa situazione di difficoltà, ma non è attraverso la speculazione emozionale dei fatti giornalieri, cercando di enfatizzarli all'opinione pubblica, che si risolvono i problemi e si offre un servizio alla nostra comunità.

In particolare, mi dà fastidio vedere quanto avviene anche a livello nazionale, quotidianamente. Oggi la politica ha perso il senso del pensare al bene comune, di trovare delle soluzioni ai problemi della gente. Io capisco che le parole siano interpretabili e che ciascuno offra il suo giudizio nell'analisi di un argomento, ma in questi giorni vediamo che addirittura chi dice che esiste una galleria di chilometri sotto una montagna e chi dice che non esiste la galleria. Mettiamoci d'accordo! Io credo che questo non sia fare politica e fare del bene ad una comunità. Credo che dobbiamo diventare tutti più seri, pur non sottovalutando quello che è successo in questi giorni.

Io ritengo che il Presidente Fosson abbia agito in nome della responsabilità del ruolo assegnatogli, che non abbia sottovalutato questa circostanza ma che, nel contempo, abbia realizzato che non si possano prendere posizioni e fare scelte affrettate in una situazione di difficoltà. Io credo che un capitano su una nave non possa abbandonare la nave: deve portarla al porto. Credo che qui dentro, in quest'Aula, noi abbiamo l'obiettivo principale di riconoscere quello che è successo, però cercando di dare una garanzia di continuità, una speranza alla Valle d'Aosta, facendo tutte le analisi del caso, un'analisi di coscienza, facendo una verifica di quanto è successo anche in modo approfondito. Però, se vanno estirpate delle erbe, non vuol dire che dobbiamo mettere il diserbante su tutto il prato.

Credo che la Valle d'Aosta - e lo ribadisco - non sia una Regione marcia, perché questo offende la nostra comunità. Che ci siano delle malattie, dei mali che, se non curati e non estirpati, rischiano di creare problemi più grandi in futuro, penso sia sotto gli occhi di tutti, siamo tutti in grado di poterlo affermare. Io però credo che occorra fare un passo avanti: smettiamola di speculare su questi argomenti, siamo seri, la Valle d'Aosta ha bisogno di serietà, non di politici che vengono dentro quest'Aula a speculare miseramente sulle difficoltà che vive la nostra comunità oggi!

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Vesan.

Vesan (M5S) - Il collega Marquis ha appena fatto un intervento per stigmatizzare coloro che parlano sulla scorta dell'emotività, dell'informazione riportata dalla cronaca e poi, in tutto il suo intervento, non ha parlato praticamente di altro. Possiamo discutere in quest'Aula, se vogliamo, sulla distinzione fra i tunnel esplorativi e i tunnel destinati al transito dei treni ad alta velocità, ma probabilmente non è una nostra competenza. Poi ha parlato di strumentalizzazione, di responsabilità personali, e via dicendo.

È vero, Consigliera Morelli: le responsabilità penali sono assolutamente individuali, infatti la magistratura pone azioni in campo per le persone coinvolte nei reati, ma per quello che riguarda le infiltrazioni mafiose ci sono azioni, come il commissariamento, di cui purtroppo si parla a livello nazionale e di cui, invece, qui in Valle d'Aosta tutti fanno finta che come soluzione non esista, azioni che incidono espressamente sulle istituzioni. Il voto contrario in quest'Aula alla creazione di un osservatorio sulla criminalità organizzata, ripetutamente proposto dal Consigliere Bertin - mi spiace che non ci sia -, è stato fatto non solo da persone, ma anche da forze politiche; forze politiche che ancora siedono in quest'Aula e che, relativamente alle possibili infiltrazioni della criminalità organizzata, hanno sempre preferito far finta di niente, oppure hanno preferito non porsi il problema in modo preciso e puntuale.

Secondo noi le responsabilità delle forze politiche in quest'Aula ci sono e proprio il Consigliere Marquis, il quale ribadisce la posizione di avvoltoi di coloro che cavalcano strumentalmente queste indagini, dimentica che il Vicesindaco di Saint-Pierre, rappresentante del suo stesso movimento, è stato eletto grazie ai voti della 'ndrangheta, quello su cui sta indagando la magistratura in questo momento. Se non vogliamo parlarne e dire che non c'entra niente, che è solo il candidato ad essere esposto e che il partito è pulito, va bene, continuiamo a fare così. Continuiamo a tenere la testa sotto la sabbia facendo finta che con quest'Aula e con i Consigli comunali della Valle d'Aosta le associazioni mafiose non c'entrino nulla!

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Rollandin.

Rollandin (UV) - Le Président Fosson avait débuté, lors de ses communications, en disant qu'à présent on a pas de nouveautés par rapport à ce que nous connaissons, aux faits déjà discutés et analysés. Les différentes interventions ont mis en évidence deux aspects: sans doute l'effet qu'on connaît après ce que nous savons et nous avons pu connaître, c'est-à-dire ce que les journaux nous ont rapporté, ce qu'on connaît par rapport à ces faits dramatiques. Je crois qu'il y a justement l'exigence de pouvoir mieux connaître ce qui s'est passé pour prendre des décisions conséquentes qui iraient même dans la direction de ce qui s'est passé aux différents niveaux, mais cela n'empêche pas qu'il y ait un peu d'attention et de disponibilité avant de prendre des attitudes conséquentes sans connaître ou bien en connaissant peu les faits.

À ce propos je crois que le jugement sur les personnes qui, dans l'éventualité, ont eu d'attitudes portant à la condamnation, on est les premiers à le faire, soit comme mouvement que comme individu. Le fait d'avoir eu la possibilité de gérer pendant des années, d'être en quelque sorte dans les différents gouvernements, je crois qu'il n'empêche pas qu'il y ait un peu plus de cohérence dans ce qui est l'attitude vis-à-vis du passé. Il y a eu des moments difficiles comme des moments où on a eu des succès importants. Les différents gouvernements ont essayé de faire le possible pour donner un développement à la Vallée d'Aoste et je crois qu'il est sous les yeux de nous tous. Sans doute on se retrouve à nouveau dans un moment difficile et cela n'empêche pas qu'il y ait sans doute l'exigence de faire toute l'attention possible sur ce phénomène que personne ne veut cacher, nous n'avons pas cette attitude.

Toutefois je crois que les accusations que le collègue vient de faire sont un peu exagérées. Je ne crois pas devoir le faire en cette occasion, mais je le ferais à d'autres, et je rappellerai ce qu'on a fait pendant ces années. Personnellement j'ai toujours répondu sur ce que j'ai fait, sur les actions comme oralement. Très souvent, lorsqu'on gouverne, il y a des moments où on peut faire certaines choses qui, par la suite, peuvent être mises en quelque sorte en doute de la part de quelqu'un: c'est justement là le moment de dire la raison pour laquelle on a pris certaines décisions. C'est ce qui est en train de se passer au différents niveaux.

Aujourd'hui je ne crois pas que ce soit le bon moment pour intervenir sur l'ensemble. J'ai toujours eu une attitude cohérente envers les principes de l'Union Valdôtaine comme envers les principes de notre Région et des martyrs qui, très souvent, sont mentionnés ici. Je les connais très bien, comme je connais ce qu'ils ont voulu partager dans notre Vallée. Nous devons porter de l'avant les mêmes idéaux avec force, tout en sachant qu'on peut avoir parfois des difficultés et des personnes ayant des attitudes qui ne sont pas conformes à cela. C'est le moment d'intervenir et c'est ce que nous voulons faire tous ensemble.

Presidente - Collega Ferrero, le ricordo che il Regolamento prevede brevi interventi. Lei è già intervenuto due volte, cerchiamo di regolamentare i lavori dell'Aula. Se è una questione personale per la replica, le do la parola.

Ferrero (MOUV') - Solo una battuta velocissima, ma dopo la lectio magistralis del collega Rollandin è d'obbligo dare un chiarimento.

Il metodo "faccia finta di niente", del "abbiamo fatto qualcosa di buono in passato", a noi non interessa, non l'avete capito? A noi non interessa! Il problema è un altro e non è neanche giudiziario: il problema è che certi politici, tutti i politici, non devono avere certe "frequentazioni". È quello il problema, e non è risolvibile dicendo "abbiamo fatto qualcosa di buono in passato", perché certe cose non possono avvenire, sono incompatibili con la politica! Si può andare indietro a vedere e dire "abbiamo fatto qualcosa di buono", e per fortuna che avete fatto anche qualcosa di buono, ma una politica che "frequenta"... io non parlo di reati, ma il semplice fatto di avere queste frequentazioni è una politica inaccettabile, è una politica che veramente, come ha detto il collega Lucianaz, fa schifo.

Non cerchiamo di mescolare le cose: la questione giudiziaria la gestiscono i giudici, ma la questione etica la gestisce la politica! Deve essere ben chiaro che il Consiglio adesso è spaccato in due parti: una parte che una sensibilità etica e una parte che ha un'altra sensibilità etica sulla questione delle "frequentazioni". Anche i movimenti che fanno parte della maggioranza e che non sono stati coinvolti direttamente nell'inchiesta si mettano a riflettere, si mettano una mano sulla coscienza, perché non è solo colpevole chi prende le mele, ma anche chi regge il sacco!

Presidente - Non ci sono altre richieste di intervento? Ha chiesto la parola l'Assessore Testolin.

Testolin (UV) - Il bon ton vorrebbe che scendessi ai banchi ma, per motivi più legati al fisico, parlerò da qua.

Cercherò di rispondere ad una variegata situazione di pensiero, all'interno della quale ognuno ha cercato di esprimere a suo modo delle considerazioni, dettate da sentimenti diversi, a mio avviso. Io cerco di farlo a modo mio, per sottolineare ancora una volta che lo strapparmi le vesti da quella parte del bancone non era dettato da una posizione particolare, ma da un credo profondo. Mi stupisce che lei, collega Lucianaz, metta in dubbio questo credo, perché lei conosce bene le situazioni sul territorio, la tanta gente che ha sempre lavorato per il piacere di dare delle risposte nei piccoli Comuni, come nei grandi Comuni, come all'interno della Regione, con tanto spirito di dedizione e tanto attaccamento alla terra natale o che l'ha accolta nel tempo, per cercare di dare risposte che fossero a beneficio di tutta la comunità. Per questa gente io lavorerò sempre e mi presenterò sempre con la stessa faccia e con le stesse idee che hanno animato e stimolato nel tempo questo modo di agire e di comportarmi. Non mi vergognerò mai di aver partecipato nel tempo e di essere ancora membro di un movimento che è lì da settant'anni, perché di cose buone ne ha fatte tante, al di là di quello che dice il collega Ferrero.

Qualche sbaglio ci sarà stato, e riprendo le parole della collega Morelli: ognuno si porta appresso le responsabilità personali e gli sbagli personali che eventualmente ha fatto nel suo percorso. Questo non deve compromettere in alcun modo le visioni più ampie, visioni politiche che non possono venire tacciate o compromesse solo perché c'è qualcuno che non si comporta bene. Io sarò sempre assolutamente promotore e fautore di questo tipo di atteggiamento e non ho paura di dirlo, neanche da quando sono al Governo. Giustamente ognuno cavalca il suo cavallo di battaglia. Chi vuole politicamente tacciare una parte politica o un'altra di percorsi che sono degni di dover dare le dimissioni, oppure altre conseguenze che possono anche essere comprensibili perché dettate da opportunità che evidentemente qualcuno pensa di cavalcare, non lo fa per il bene della comunità valdostana tutta, a mio avviso, ma piuttosto pro domo sua. Anche questi, secondo me, non sono atteggiamenti che vanno nell'ottica di dare delle risposte serie, come diceva il collega Marquis, in un momento molto delicato.

A mio avviso, in questo momento e tutti assieme, dobbiamo tenere un profilo basso, lavorare e cercare di dare le risposte che si possono dare, perché il momento è particolarmente difficile, aspettando che ci siano indicazioni chiare, che si possano definire le mancanze o le situazioni non corrette.

Sia personalmente che come movimento, noi abbiamo condannato certi tipi di atteggiamento. Personalmente io non ho da nascondere alcun tipo di contatto o frequentazione. Penso di farlo sempre nella maniera più trasparente e corretta possibile. Evidentemente, se c'è qualcuno che da certi tipi di frequentazioni ha tratto dei benefici o ha fatto cose che non andavano fatte, deve essere punito. Questo lo dice il buonsenso, lo dice ogni singolo Consigliere, lo dice quest'Aula che l'ha detto e l'ha sottoscritto con una mozione, lo dicono i movimenti seri, quelli che sono lì da settant'anni e non quelli che sono nati l'altro ieri! Lo dice tutta la gente di buonsenso e lo dice anche l'opinione pubblica regionale. Noi abbiamo bisogno di dare un segnale anche di unità, in questo momento, al di là del simbolino che ci rappresenta in quest'Aula.

Penso che prima di tutto bisogna lavorare per la Valle d'Aosta e sinceramente la prima idea che mi è venuta in mente il 23 gennaio, la mia prima preoccupazione non è stata né per me, né per il mio movimento, ma per tutta la Regione, quello sì, perché quando da fuori ci si vede non più come una Regione unita, non più come qualcosa da imitare, mi preoccupo. Di questo però non faccio una questione personale o per forza una situazione da cavalcare per dare contro a qualcuno; piuttosto faccio dei pensieri per riuscire a lavorare in maniera ancora più incisiva, per stravolgere un pensiero comune e per dare dei segnali positivi.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Bertin.

Bertin (RC-AC) - La discussione sta assumendo caratteristiche particolari rispetto a come era iniziata. Volevo soltanto aggiungere qualche considerazione, anche alla luce del dibattito che si è svolto.

Certamente le responsabilità penali sono individuali, ma poi esistono delle responsabilità politiche che non sono individuali. Le frequentazioni pericolose tra la politica e certi ambienti non sono di oggi e la mancanza in questi anni di una chiara presa di distanze da queste cose non può essere dimenticata. Il risultato è questo: o la politica mette un argine... ma tutta la politica, perché oggi l'obiettivo è infiltrarsi in certi partiti, però domani può essere un altro, perché questi non è che guardano chi è loro simpatico, guardano qual è l'interesse. Rispondere non è soltanto una questione individuale, è una questione politica, e lo dico da tempo.

Presidente - Ha chiesto la parola il Presidente Fosson.

Fosson (GM) - Io penso sia comunque un onore essere qui, in questo momento, a cercare di uscire da questa situazione, che è gravissima. Nessuno vuole minimizzare quanto è successo, però siamo sicuri - come diceva il collega Testolin molto bene - che sia necessario uscire da questa situazione facendo chiarezza.

La situazione è molto grave, però non è ancora chiara, l'ha detto bene anche lei, Consigliere Ferrero. Se noi sapessimo veramente quali sono le effettive responsabilità riguardo alle posizioni da prendere, e che prenderemo appena queste saranno chiare, forse questo momento di passaggio sarebbe già superato. Io pensavo, quando ho parlato di "venti giorni", che questa chiarezza sarebbe stata fatta molto prima, ma questo non è successo.

La Consigliera Nasso, con la sua voce dolce, ci dice che sui social c'è già l'ordinanza: è vero, l'abbiamo letta tutti, l'hanno letta anche i giornali, però le autorità a cui ci riferiamo, per essere oggettivi e nel retto, ci dicono che finché non c'è un'ordinanza firmata dal tribunale tutto il resto non si può fare. Può essere una sopraffazione, un andare incontro alla dignità di molte persone. Noi ci siamo mossi e abbiamo fatto di tutto, abbiamo esercitato tutte le nostre competenze affinché su questo si faccia chiarezza e si porti avanti la verità, sapendo che il Consiglio regionale è in una situazione difficile, così come lo sono certi Comuni della Valle d'Aosta.

Vede, collega Gerandin, io avevo preparato la risposta ad un'iniziativa con risposta immediata riguardo alla nomina dell'avvocato, ma la faccio qui volentieri. Questa nomina è stata tutto tranne che volerci mettere in una situazione di intimidazione o di poca trasparenza, ma soltanto in una situazione di collaborazione con le Forze dell'Ordine per fare molta più chiarezza. Infatti la delibera n. 90, se la si legge, dice: "...che i reati ipotizzati siano particolarmente gravi, che l'esistenza di strutture riconducibili alla criminalità sul territorio della regione, con ipotizzati legami con appartenenti alle istituzioni, sia, oltre che motivo di indubbia preoccupazione, una circostanza suscettibile di arrecare gravissimo nocumento all'immagine della Regione Autonoma Valle d'Aosta, sia come istituzione, sia come ente esponenziale della collettività valdostana, e che pertanto la Regione, nel procedimento penale in questione, sia persona offesa dei reati contestati". Su tale presupposto, queste sono le finalità: "Al fine di poter valutare con piena cognizione le ipotesi di reato e i profili risarcitori eventualmente connessi, nonché al fine di essere partecipe al procedimento sopracitato, in considerazione del rilevante interesse pubblico dell'Amministrazione regionale alla tutela della legalità nell'ambito delle istituzioni, nonché della società civile e del tessuto economico del proprio territorio, la Giunta ha nominato l'avvocato Renzo Cocchi del Foro di Torino quale difensore di persona offesa." - è un professionista già conosciuto e utilizzato dalla Regione - "Non si tratta, quindi, di una mela tutela dell'immagine dell'ente, ma di una partecipazione al procedimento, nell'interesse della collettività che la Regione rappresenta, con la facoltà che il Codice di procedura penale riconosce alla persona offesa quale, ad esempio, presentare memorie, essere informata sullo stato del procedimento e valutare con maggiore cognizione di causa eventuali profili risarcitori da far valere quale parte civile nel caso in cui alle indagini faccia seguito un rinvio a giudizio". Per rispondere a quello che diceva il Consigliere Gerandin, ma anche a quanto mi chiedeva sicuramente con competenza l'avvocato Sammaritani: "Il legale incaricato ha avuto, in data 28 gennaio, un colloquio col Procuratore dottor Saluzzo, con il Procuratore aggiunto dottoressa Loreto e con i sostituti Procuratori assegnatari delle indagini, che hanno manifestato apprezzamento per la formalizzazione dell'intervento della Regione adesivo all'azione dei magistrati inquirenti, finalizzata all'accertamento dei fatti e all'individuazione delle responsabilità. In data 31 gennaio il legale ha ricevuto l'originale dell'atto della delega e in data 1° febbraio ha depositato istanza di accesso alla documentazione, sul quale relazionerà alla Regione non appena possibile". Questo chiaramente sotto impulso, sostegno e spinta di tutta l'Avvocatura regionale, perché noi vogliamo fare le cose in modo trasparente e corretto, senza minimizzare nulla.

Se noi ci fossimo arroccati, forse questo sarebbe stato giudicato un tentativo di separazione e intimidazione. Abbiamo attivato in questi giorni tutti i possibili rapporti istituzionali e di collaborazione con le Forze dell'Ordine perché, come detto, questo è un momento molto grave che noi non vogliamo assolutamente sottovalutare.

Per quanto riguarda il Prefetto-Presidente della Regione, come ha ben detto la collega Morelli, questo deriva dal decreto legislativo luogotenenziale del 1945. È stato dato come riconoscimento e possibilità di autonomia maggiore alla Valle d'Aosta. Noi pensiamo che questo sia un valore aggiunto. Si può sbagliare, non saremo gli unici Prefetti o gli unici Presidenti della Giunta che hanno sbagliato, ma questa è una grande attribuzione che è stata data a tutti i valdostani. Ringrazio il gruppo della Lega che ha riconosciuto e ha sostenuto questo fatto.

Presidente - Il collega Sammaritani chiede ancora la parola. Vi chiedo di contenere un po' la discussione per riuscire ad andare avanti. Il Presidente Fosson è poi già entrato nel merito di una risposta, quindi magari lasciamo il dibattito in seno a quel punto già iscritto all'ordine del giorno. Prego, collega Sammaritani.

Sammaritani (LEGA VDA) - Chiedo scusa, ma approfitterò del fatto che il Presidente Fosson ha già affrontato il tema dell'interrogazione a risposta immediata che noi abbiamo presentato, perché evidentemente ho un po' più di tempo rispetto a quanto ne avrei successivamente. Comunque probabilmente dopo la ritirerò.

Devo dire invece, a differenza di quanto sostiene il Presidente della Giunta, che noi non siamo affatto convinti di questa scelta fatta dalla Giunta. Intanto non siamo convinti perché manca una certa coerenza, come ha già segnalato la collega Spelgatti, poiché non sempre ci si costituisce. O ci si costituisce sempre, o non lo si fa mai. Mi piacerebbe che ci fosse sempre una condotta lineare in questo tipo di scelte. Io personalmente credo che ci si debba costituire sempre, perché così noi abbiamo fatto quando ne abbiamo avuto l'occasione, nei pochi mesi in cui siamo stati al Governo, poiché l'immagine della persona offesa o della persona danneggiata - che tra l'altro sono due figure un po' diverse - deve sempre essere tutelata.

In questo caso, invece, io ho tanto l'impressione che questa sia stata una scelta esclusivamente politica e per nulla tecnica, nel senso che è presto, è stato prematuro, siamo nella fase delle indagini preliminari. Nella fase delle indagini preliminari anche la parte offesa può fare molto poco, soprattutto in un procedimento come questo e di tale gravità, con reati di un certo tipo nella possibile individuazione delle fattispecie. L'articolo 90 del Codice di procedura penale prevede che, sì, la parte offesa possa essere già presente in tale fase, che possa presentare delle memorie e dare degli indirizzi alle indagini, ma credo che in un ambito come questo sia ben difficile che la Regione possa fare tutto ciò. Per chiedere le copie degli atti basta molto meno, non c'è bisogno di spendere 15.000 euro. Basta prendere l'avvocatura interna che abbiamo, abbiamo tre validissimi avvocati che possono tranquillamente fare un'istanza di copie di atti. Devo dire che è stata un'azione scomposta, dettata probabilmente dall'emozione del momento e forse anche da una ricerca di quel consenso a breve termine di cui parlava il collega Marquis; un consenso che questo Governo evidentemente non ha e che forse non ha mai avuto, figuriamoci se non si poteva cogliere quest'occasione.

Io rilancerei la palla a proposito di questi tentativi speculativi. Non sono nostri i tentativi speculativi, noi ci preoccupiamo di una sostituzione grave, quindi dobbiamo prenderne atto. È evidente che siamo in opposizione e quindi forse siamo più attenti a queste cose. La reazione di questo Governo, peraltro, è stata scomposta, addirittura prematura, secondo me un po' "populista", termine che a me piace poco, ma che in questo caso va invece usato. È una sorta di "strategia della distrazione", quella di cui parlava Chomsky in passato. Come diceva il collega Rollandin - ed è giusto, dal punto di vista tecnico - aspettiamo, siamo ancora agli inizi, chissà cosa succederà. In teoria pensate che dopo le indagini preliminari il Pubblico ministero potrebbe ancora addirittura dire che i reati non ci sono e forse nemmeno arrivare alla richiesta di rinvio a giudizio. In questo caso è ben difficile che ciò accada, viste anche le misure cautelari applicate, però in teoria è così, quindi sì, è giusto, aspettiamo. Questa è una strategia distrattiva.

Altra strategia distrattiva, invece, è quella posta in essere da questo Governo: state tranquilli, abbiamo già fatto tutto, abbiamo nominato un avvocato, abbiamo investito una bella somma e adesso tuteleremo l'immagine della Regione. In fase di indagini preliminari non si tutela nessuna immagine, evidentemente, va già bene se la si tutela in fase di udienza preliminare, figuriamoci in questa fase! Pertanto, Presidente, direi proprio che è una scelta non corretta, e me ne rammarico, perché non è opportuna in questo momento.

Come dico, senza nulla togliere al collega che è stato nominato, abbiamo un efficiente Ufficio legale con avvocati che possono patrocinare anche esternamente la Regione. Per fare una copia di atti si sarebbe potuto spendere zero e incaricare uno di questi tre legali. Se poi proprio si doveva scegliere uno del libero Foro, anche in Valle d'Aosta abbiamo circa 200 avvocati; io qui tutelo un po' la categoria, me lo permetterete, da ex Presidente dell'Ordine degli avvocati. Mi vengono in mente almeno venti nomi che avrebbero potuto benissimo fare un'istanza di richiesta di copie degli atti.

Come gruppo della Lega noi diciamo pertanto che siamo veramente contrari a questa scelta.

Presidente - Colleghi, diamo quindi per discusso anche il punto n. 3.03 dell'ordine del giorno.

Collega Gerandin, sempre su questo tema? Se i colleghi sono d'accordo, ampliamo la discussione politica perché i fatti sono stati delicati e gravi. Vi chiedo però di contenere gli interventi. Prego.

Gerandin (MOUV') - Ho parlato una volta, ho fatto una domanda e il Presidente, che ringrazio, mi ha risposto.

Posso dire che, per quanto mi riguarda, sono assolutamente in linea con quanto espresso dal collega Sammaritani. Io penso che la difesa d'ufficio che lei ha provato a fare su questo incarico non abbia convinto nessuno, in quest'Aula; nessuno ne era convinto già da prima, ma penso che neanche la sua maggioranza ora ne sia convinta. Abbia pazienza, ma quello che ha detto prima il collega Sammaritani è il panorama vero e reale di quello che è successo negli anni in Valle d'Aosta! Siamo ancora in sede di indagini preliminari e, prima ancora di una richiesta di rinvio a giudizio, già pensiamo di mettere in piedi delle norme di tutela dell'immagine della Valle d'Aosta, utilizzando risorse dei valdostani, quando nel pregresso ci sono stati dei rinvii a giudizio dove la Regione neanche si è presentata come parte civile?

A noi pare davvero una fuga in avanti e quei dubbi che mi vengono scritti... guardi bene che sto leggendo quello che viene scritto, sono comunicazioni che vengono scritte normalmente, questa preoccupazione non era sul fatto che lei abbia fatto un'illegittimità - attenzione, nessuno parla di questo, perché credo sia assolutamente nelle possibilità e nei termini del Governo regionale fare una nomina del genere, per cui nessuno entra nel merito dell'atto illegittimo - ma che era quanto mai inopportuno. Come si fa a dire che viene letto come un atto intimidatorio, quando siamo ancora in una fase preliminare, quando si dice che noi vorremmo essere a conoscenza, presentare memorie, partecipare al procedimento... ma chi ha mai visto una cosa del genere in una fase assolutamente preliminare? Non ha convinto nessuno con questa difesa, e siamo assolutamente in linea con quanto ha espresso il collega Sammaritani: è un atto quantomeno inopportuno, perché la chiave di lettura è di ben altro stampo.

Presidente, lo dico in tutta sincerità: io penso che in questo momento la nostra priorità, la priorità della Valle d'Aosta, non sia salvare l'immagine nascondendo la sostanza dei fatti, ma approfondire perché escano tutti i fatti. Dopodiché avete fatto una serie di interventi uno dietro l'altro in cui dicevate che le responsabilità penali sono personali: è chiaro che bisognerà tutelare l'immagine della Regione, magari chiedendo i danni a chi ha rovinato questa immagine dal punto di vista personale, ma non si difende l'immagine della Valle d'Aosta nella fase delle indagini preliminari, quando pare che quello che è emerso sia una parte di quel minestrone di cui si parla in giro, che - torno a ripeterlo - dai cittadini viene letto come un tentativo di "influenzare" - chiamiamola così -, l'azione della magistratura. Per quel che ci riguarda, in questo momento era utile rimanere in disparte, lasciare che la magistratura facesse il suo corso, dopodiché l'immagine si tutelava dopo.

Concludo dicendo che sono assolutamente d'accordo con il collega Bertin quando dice che qui non siamo di fronte ad una sola responsabilità di carattere personale, ma siamo di fronte a responsabilità di carattere politico. Nello scorso Consiglio io ho detto "attenzione, io voto la questione del prendere le distanze" e sono assolutamente convinto di quello che si è votato in quest'Aula, ma le responsabilità non sono uguali per tutti, in quest'Aula. In questa politica, qualche partito ha fatto come gli struzzi: ha messo la testa sotto la sabbia.

Presidente - Collega Bertin, per cosa?

Bertin (RC-AC) - Ormai il dibattito è aperto. Riprendendo la questione che avevo sollevato...

Presidente - Mi permetto di interromperla, anche perché i colleghi di maggioranza lo sottolineano. Dato che il Presidente è entrato nel merito di un punto iscritto all'ordine del giorno, giustamente i colleghi hanno poi preso la parola. Cerchiamo però di contenerci tutti e di limitarci alle comunicazioni del Presidente della Regione, perché altrimenti, se uno apre la discussione, ovviamente bisogna dare diritto di replica agli altri membri del Consiglio. Vi chiedo di contenere i tempi e poi passiamo ai punti successivi. Prego, collega.

Bertin (RC-AC) - Sarò velocissimo. Come dicevo in precedenza, anche riagganciandomi a quanto diceva il collega Gerandin, era poco chiara quell'operazione di nomina immediata dell'avvocato, e oggi me l'ha confermato il fatto che, come giustamente sottolineato dal collega Sammaritani, questa è un'operazione di immagine, di propaganda. In passato, in caso di giudizi e anche su mozioni e risoluzioni presentate in questo Consiglio che avevo presentato all'epoca, si è sempre preferito non costituirsi in giudizio.

Questa pseudo-costituzione anticipata ha molto della risposta propagandistica, ma il problema è che tali fenomeni non vanno contrastati rispondendo a spot pubblicitari, inseguendo la cronaca: bisogna avere un'azione coerente e seria, sempre. Non deve essere soltanto una risposta così, quando succede qualcosa, altrimenti si fa soltanto un'operazione di immagine, ma niente di più.

Presidente - Possiamo chiudere la discussione sulle comunicazioni del Presidente? Bene.