Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 265 del 20 dicembre 2018 - Resoconto

OGGETTO N. 265/XV - Ritiro di risoluzione: "Definizione dei criteri per la concessione in uso della Sala Maria Ida Viglino di Palazzo regionale".

Distort (Presidente) - Punto n. 40.01 all'ordine del giorno. La parola alla Consigliera Pulz per la presentazione.

Pulz (IC) - Venerdì 21 dicembre, alle ore 20:30, presso la Sala Maria Ida Viglino del Palazzo regionale i reporter e autori Tony Capuozzo e Gian Micalessin presenteranno "L'odio in nome di Allah, l'Isis a fumetti", in collaborazione con il Circolo Proudhon di Aosta. Rilevato che per intervenire durante la serata è stato scelto anche il Consigliere Andrea Manfrin in qualità di capogruppo della Lega di Salvini Valle d'Aosta, nonché di giornalista pubblicista - perlomeno così recita il manifesto - e poi modera Giuseppe Manuel Cipollone - che ci onora della sua presenza in tribuna - promotore del Circolo Proudhon, nonché egli stesso collaboratore della Lega di Salvini Valle d'Aosta.

Rileviamo che è stato concesso il patrocinio a questa iniziativa da parte della Regione Valle d'Aosta, perlomeno sui manifesti c'è il logo che così fa sospettare. Ci permettiamo di ricordare che quando Impegno Civico ha organizzato la serata di presentazione, una sorta di prima nazionale del nuovo libro del professor Claudio Vercelli dell'Università Cattolica di Milano "Neofascismi", libro che abbiamo poi presentato e moderato la serata la collega Minelli ed io, lo stesso gruppo aveva chiesto al Cerimoniale della Presidenza della Regione la disponibilità della Sala Maria Ida Viglino e la risposta, che peraltro abbiamo profondamente condiviso, era stata che il Palazzo regionale non può essere il luogo idoneo per la propaganda politica.

Vorrei precisare immediatamente che l'intento di questa risoluzione non è assolutamente quello di mettere in discussione l'operato dell'Ufficio del cerimoniale, con cui nel mio precedente lavoro come direttrice dell'Istituto Storico della Resistenza della Valle d'Aosta ho sempre collaborato con il massimo della soddisfazione reciproca. D'altronde la stessa risposta l'avevamo ricevuta dal Comune di Aosta, a cui avevamo chiesto il patrocinio: niente patrocinio al movimento politico. Pertanto Impegno Civico umilmente ha affittato e pagato una sala d'hotel per la durata della conferenza.

Con questa risoluzione noi ci permettiamo quindi di chiedere al Governo regionale che si impegni affinché siano definiti con la massima precisione i criteri adottati per la concessione della Sala Maria Ida Viglino. Già il solo rievocare questo nome a me ha sempre messo una sorta di trepidazione e di grande ammirazione, non è una sala qualsiasi, solo a cominciare dal nome. Poi chiediamo che si vigili affinché quel luogo non si presti ad alcun tipo di strumentalizzazione, perché qui il problema è stato che non si può mettere a disposizione dei movimenti politici la sala poiché non è luogo di propaganda, ma poi ci sono associazioni - che possono accedere alla sala - che di fatto hanno nomi talmente ambigui da nascondere il loro reale schieramento politico.

Presidente - La parola al Presidente della Giunta.

Fosson (GM) - Collega Pulz, la domanda per la concessione della Sala Maria Ida Viglino - che è cara a tutti, i più vecchi hanno anche avuto la fortuna di averla come professoressa di matematica - è regolamentata da una modalità ben precisa: l'articolo 3 prevede che gli enti pubblici e le associazioni culturali riconosciute con legge regionale possono avere accesso alla sala, mentre l'articolo 5 dice che i locali non possono essere concessi a partiti e movimenti, come diceva lei. Rispetto agli uffici che hanno validato le domande (non accettandone una ed accettando l'altra), c'è una completa dissonanza e diversità: la domanda rifiutata era presentata da una forza politica, quindi rientrava nell'articolo 5 e, nonostante vi fosse stato suggerito di richiedere la sala come Istituto Storico della Resistenza, questo non è stato fatto; l'altra domanda è stata invece accettata proprio perché presentata a nome di un'associazione culturale.

Lei ha visto che le risoluzioni presentate al mattino non ci danno il tempo di verificare se la domanda fatta da un'istituzione culturale si è poi svolta in altro modo. Io le chiederei quindi, proprio perché non abbiamo i tempi di verificarlo - e c'è la nostra disponibilità a chiarire in termini più precisi le modalità di questo regolamento - di ritirare tale risoluzione con l'impegno di verificare in futuro questi dati e questa accessibilità, come le ho detto.

Dalle ore 19:09 assume la presidenza la Presidente Emily Rini.

Rini (Presidente) - Prima di dare la parola alla collega Pulz su questo tema mi preme fare una precisazione. Sono certa che ci sia stata un'incomprensione, ma su una testata giornalistica locale è apparso l'intervento del collega Manfrin dove ha portato l'esempio che lui interviene a questa serata così come la Presidente Rini ha introdotto la conferenza sui cambiamenti climatici. Io invito i Consiglieri a non confondere le situazioni diverse e a portare rispetto al nostro ruolo. Io sono intervenuta alla conferenza sui cambiamenti climatici nel ruolo di Presidente del Consiglio, perché l'iniziativa era patrocinata dalla Presidenza del Consiglio, così come in futuro interverranno alle conferenze patrocinate e organizzate dalla Presidenza i Vicepresidenti Rollandin e Distort o i Consiglieri Segretari Vesan o Restano. Invito quindi a non fare disinformazione, perché questo lede l'organismo che tutti noi, a diverso titolo, rappresentiamo.

La parola alla collega Pulz.

Pulz (IC) - Ancora due parole per dire che la nostra risoluzione ha veramente soltanto l'intento di chiarire quali siano le regole, in quanto le regole stesse e il loro rigoroso rispetto crediamo siano la base essenziale della democrazia.

Non possiamo nascondere la nostra indignazione per questo patrocinio da parte della Regione Valle d'Aosta e nientemeno per la concessione della citata Sala Maria Ida Viglino. Inoltre, chiunque conosca il pensiero, e magari abbia anche studiato i saggi di Pierre-Joseph Proudhon, filosofo economista e sociologo francese, famoso per il motto "la proprietà è un furto", sa bene quanto egli si stia arrovellando nella tomba per il maldestro collegamento del suo nome, che evoca ad un insegnante di filosofia immediatamente il socialismo utopistico e la critica al suo pensiero da parte di Karl Marx, a molte delle iniziative del circolo che a questo illustre personaggio si richiama. Malgrado l'epoca di grande confusione e di capogiro lessicale che ci tocca vivere, dove le parole e i concetti perdono il loro senso originario e ciò che è falso si confonde facilmente con il vero e viceversa, non tutti cascano in questo tranello teso e sanno alimentare il loro spirito critico, finalità che la scelta da parte della Regione di sostenere questa ed altre simili iniziative non favorisce in alcun modo la cittadinanza. Stiamo infatti parlando di un pot-pourri ideologico, come giustamente è stato definito - non da me - il Circolo Proudhon. Si tratta di un progetto che cerca di far passare contenuti ben precisi, senza però chiamarli con il loro nome. È una realtà che rivisita il linguaggio della sinistra facendo passare contenuti di destra. Comunque ognuno è libero di far passare i contenuti che vuole, però non utilizzando questa sala di tutta la cittadinanza e dal nome così evocativo.

Io credo che dobbiamo vegliare sulle operazioni intellettualmente disoneste, qualora l'unico obiettivo sia quello di confondere il pubblico che poi diventa sempre più acritico, in una fase in cui la cattiva maestra televisione già ci rovina. Non ho intenzione di procedere con questo dibattito, perché è già stato molto impegnativo il precedente, per quanto ricco, quindi accolgo senz'altro l'invito del Presidente Fosson.

Ritiro questa risoluzione, ma vorrei anche condividere un impegno: che ci si ritrovi, credo in I Commissione, per discutere del regolamento dell'uso della Sala Maria Ida Viglino, per discuterne serenamente e tornare poi in Consiglio a ricordarci che le regole e il loro rispetto sono la linfa della democrazia.

Il Consiglio prende atto del ritiro.