Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 256 del 20 dicembre 2018 - Resoconto

OGGETTO N. 256/XV - Interpellanza: "Organizzazione di incontri sul fenomeno del cyberbullismo nelle scuole".

Rini (Presidente) - Punto 23 all'ordine del giorno. La parola alla consigliera Russo per l'illustrazione.

Russo (M5S) - Partirei con una descrizione del fenomeno del cyberbullismo con il quale si intende qualunque forma di pressione, aggressione, ricatto, diffamazione e trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni realizzati per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on line il cui scopo intenzionale è quello di isolare un minore o un gruppo di minori, ponendo in atto abuso, un attacco dannoso o la loro messa in ridicolo. Questo fenomeno interessa, alla luce delle ultime ricerche ISTAT e del CENSIS, sempre più i nostri ragazzi come vittime, testimoni e soggetti attivi. Stalking, diffamazione e ingiurie sui social sono purtroppo all'ordine del giorno in Italia. L'utilizzo inconsapevole e superficiale del Web e il fatto che l'età dei ragazzi nell'uso degli strumenti tecnologici si sia notevolmente abbassata costituiscono il problema principale. Inoltre, i dati del rapporto di Eurostat e del rapporto ISTAT "Benessere equo e sostenibile" del 2016 evidenziano come il nostro Paese sia tra gli ultimi per le competenze digitali dei ragazzi.

È presente a livello nazionale una legge, la n. 71 del 29 maggio 2017, che reca "Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo". Alcune Regioni italiane, tra le ultime Piemonte e Puglia, si sono dotate anche di leggi in materia di prevenzione e contrasto dei fenomeni del bullismo e del cyberbullismo. Alla fine del 2017 inoltre il MIUR ha creato il CONACY (Centro nazionale di coordinamento a supporto dei casi di cyberbullismo scolastico) con proposte di attività di recupero delle vittime e dei bulli stessi. È presente inoltre sul territorio nazionale il CNAC (Centro Nazionale Anti Cyberbullismo) a sostegno psicologico e legale delle vittime degli attori di bullismo e delle loro famiglie.

Anche la nostra Regione, nel rispetto dei principi e dei valori di cui alla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, della Costituzione e di quanto previsto dalla legge nazionale che ho citato prima, ha, secondo noi, il dovere di continuare a investire risorse umane ed economiche al fine di sostenere interventi e azioni di prevenzione, gestione e contrasto del fenomeno di bullismo in tutte le sue manifestazioni, compreso il cyberbullismo; interventi che devono avere un carattere multidisciplinare traducibili in varie azioni. Per noi i principali piani sono: la promozione di iniziative culturali, sociali, ricreative e sportive per i ragazzi sui temi del rispetto reciproco e delle diversità, dell'educazione all'affettività e alla gestione dei conflitti; la realizzazione di corsi di formazione per il personale scolastico e per gli educatori; l'attivazione di programmi di sostegno, anche con progetti personalizzati rivolti ai minori vittime, ma anche alla responsabilizzazione degli autori e degli spettatori degli stessi atti, che hanno uguale responsabilità; l'attivazione di programmi di sostegno rivolti alle famiglie delle vittime e degli autori di atti di bullismo e di cyberbullismo e la promozione di progetti atti a sostenere lo sviluppo di una piena cittadinanza digitale, attraverso l'acquisizione di competenze sull'uso responsabile del Web e dei social network. I programmi di sostegno e i progetti sono finalizzati e sono da attuare in collaborazione con le competenti figure professionali, con le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, le Aziende sanitarie regionali, i servizi sociali ed educativi e le associazioni attive, nonché con il coinvolgimento delle forze dell'ordine. Potrebbe inoltre essere interessante, e la vicina Regione Piemonte lo ha già fatto, istituire un osservatorio sul fenomeno del cyberbullismo e affidarlo al CORECOM.

Fatte queste premesse, interpelliamo l'Assessore per sapere: quanti interventi e in quali scuole sono stati organizzati incontri sul tema, nell'anno scolastico 2017/2018; quali interventi sono previsti per l'anno scolastico 2018/2019, vale a dire quello in corso; se vi è l'intenzione di intensificare l'attività di formazione e informazione prevalentemente per le famiglie, coinvolgendo alta, media e bassa Valle.

Presidente - La parola all'assessore Certan per la risposta.

Certan (ALPE) - Ringrazio la collega Russo per la qualità delle sue interpellanze e anche per l'approfondimento e il dettaglio con i quali le pone. Concordo con lei sulle premesse e credo davvero che questo argomento sia il tema attuale per quanto riguarda i nostri giovani e le future generazioni. Da una parte, come ha ricordato lei, esso offre delle occasioni, degli spunti e anche delle competenze innumerevoli e davvero anche delle opportunità irrinunciabili, ma dall'altra parte sicuramente è necessario che siano fatte delle azioni e soprattutto siano convogliate le competenze digitali, in maniera che siano utilizzate in modo proficuo e positivo e non in modo dannoso. Devo peraltro dire che purtroppo l'uso errato non avviene solo per quanto riguarda i giovani, ma lo vediamo anche negli adulti. Questa educazione dovrebbe essere fatta in primis sugli adulti che, in qualche modo, sono un esempio per i giovani. Quindi sicuramente è un tema molto complesso.

Andando nei dettagli e rispondendo in modo puntuale ai tre punti, avrei unificato la risposta. La Sovrintendenza agli studi si occupa di formazione dei dirigenti scolastici, dei docenti e fornisce alle istituzioni scolastiche un catalogo degli enti e delle associazioni disponibili a effettuare interventi nelle classi. L'organizzazione di questi interventi è realizzata quindi dalle istituzioni scolastiche, in particolare dai collegi docenti nell'ambito della loro autonomia. Infatti, in caso di episodi di bullismo e di cyberbullismo il dirigente scolastico si attiva per coinvolgere figure istituzionali del territorio (Sindaci, polizia, carabinieri) che intervengono nella classe per sensibilizzare gli studenti.

Fino al 2015 abbiamo aderito alla campagna nazionale, come Assessorato all'istruzione dell'Amministrazione regionale, "Una vita da social", curata dalla segreteria del Dipartimento della pubblica sicurezza della questura di Aosta e dal Servizio di polizia postale. L'iniziativa, realizzata dalla Polizia di Stato in collaborazione con il MIUR e con l'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza, era destinata ai docenti e agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado. Nel 2015 la campagna ha coinvolto circa quattrocento alunni e a partire da tale data il progetto non è più stato proposto. Sul fronte della formazione, come Assessorato è stato organizzato un seminario sul tema del cyberbullismo che si è tenuto il 24 ottobre 2017 nella sala del palazzo regionale con le scuole e gli insegnanti.

Per quanto riguarda la sua domanda circa i dati dell'anno scolastico 2017/2018, sono stati effettuati numerosi interventi in materia di bullismo e cyberbullismo ad opera della polizia postale e dei carabinieri. Nel dettaglio nel corso dell'anno scolastico la polizia postale ha effettuato trentanove incontri in quindici istituzioni scolastiche, coinvolgendo ottantotto classi, per un totale di 1777 studenti. Con riferimento all'anno scolastico in corso, in riscontro a una circolare della Sovrintendenza del 28 settembre scorso, sono pervenute a oggi alla Polizia postale cinque richieste di intervento che si svolgeranno nei prossimi mesi e il loro numero potrebbe anche aumentare per ulteriori richieste di incontro con le classi da parte delle istituzioni scolastiche. I dati appena illustrati sono significativi dell'attenzione e direi anche della richiesta di aiuto che il settore scolastico ha per questo tema, anche per fare in modo di tutelare sempre di più e salvaguardare gli studenti valdostani.

In particolare per quanto è del terzo punto, "se vi è intenzione di intensificare l'attività di formazione", credo che lei abbia dato degli spunti interessanti, soprattutto per quanto riguarda l'educazione digitale. Questo tema è stato e sarà argomento della conferenza sulla legalità che viene organizzata dalla Presidenza della Regione in collaborazione con gli Assessorati alla sanità, all'istruzione, a tutte le forze dell'ordine, conferenza che viene fatta annualmente e che ha questi temi come argomento; credo che sia importante avere un confronto su questo. In questo momento non sono in grado di dirle se verranno organizzate e dove, ma credo che sia una richiesta veramente molto importante quella che lei fa e che terrò in considerazione.

Infine vorrei sottolineare che nel mio ruolo precedente abbiamo depositato alla Presidenza del Consiglio un progetto di legge per avere la funzione di Garante per l'infanzia e per l'adolescenza anche in Valle d'Aosta unificata con la figura del Difensore civico. È una richiesta fattaci dal Tribunale dei minori di Torino, poiché la Valle d'Aosta non lo ha ancora. È una richiesta sollecitata proprio dal Tribunale dei minori, poiché molte di queste attività, quali quelle che lei ha citato, è importante farle anche in relazione e soprattutto in sinergia con queste che non sono pure figure istituzionali, ma che è importante avere come figure di riferimento.

Presidente - La parola alla consigliera Russo per la replica.

Russo (M5S) - Dalla risposta mi sembra che assolutamente questo fenomeno sia monitorato, sia controllato e i dati che mi ha fornito sul passato, come anche quelli futuri, mi rassicurano. La rete è una risorsa straordinaria, dobbiamo veramente aiutare i ragazzi a saperla usare con attenzione, con delicatezza e noi adulti dobbiamo migliorare ancora molto nella comunicazione. Adulti sia in famiglia che chiaramente adulti a scuola.

L'unico aspetto che volevo sottolineare rispetto alla mia interpellanza è che forse di questo complesso fenomeno un aspetto che viene sottovalutato è quello della famiglia, perché credo che i genitori debbano avere gli strumenti da passare ai figli per guidarli nel viaggio, in Facebook e nel Web. Quindi forse tramite la scuola si può ancora fare questo passaggio per migliorare la gestione del fenomeno.