Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 215 del 10 dicembre 2018 - Resoconto

OGGETTO N. 215/XV - Disegno di legge n. 5: "Disciplina dello svolgimento delle prove di francese all'esame di Stato del secondo ciclo di istruzione in Valle d'Aosta".

Rini (Presidente) - Possiamo passare al punto 6 dell'ordine del giorno. La parola al Consigliere Distort per la presentazione.

Distort (LEGA VDA) - Il presente disegno di legge disciplina lo svolgimento delle prove di francese all'esame di Stato del secondo ciclo di istruzione in Valle d'Aosta, abrogando la legge regionale 3 novembre 1998, n. 52, che aveva introdotto la quarta prova, in attuazione di quanto previsto dall'articolo 21 della legge n. 59/1997. La nuova disciplina si rende necessaria a seguito delle novità introdotte a livello statale dal decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 62, relativamente allo svolgimento dell'esame di Stato del secondo ciclo di istruzione. Tale nuova disciplina si inserisce nell'ambito della competenza legislativa della Regione in questa materia, ulteriormente rafforzata dalle norme di attuazione approvate con il decreto legislativo 3 marzo 2016, n. 44.

Di seguito si elencano le novità introdotte dal decreto legislativo n. 62/2017 a livello statale, rispetto a cui si articolano i contenuti del presente disegno di legge: istituzione di prove a carattere nazionale prodotte dall'INVALSI volte a certificare i livelli di apprendimento conseguiti in italiano, matematica e inglese; ammissione all'esame di Stato, a condizione che lo studente abbia partecipato alle prove a carattere nazionale predisposte dall'INVALSI; riduzione da tre a due delle prove scritte (una di lingua italiana, una relativa ad una disciplina di indirizzo), con conseguente eliminazione della terza prova scritta pluridisciplinare; revisione della prima prova scritta che accerta la padronanza della lingua italiana o della diversa lingua nella quale si svolge l'insegnamento, nonché le capacità espressive logico-linguistiche e critiche del candidato; infine, pubblicazione dei quadri di riferimento per la redazione e lo svolgimento delle prove e di griglie di valutazione per l'attribuzione dei punteggi al fine di uniformare i criteri di valutazione delle diverse commissioni di esame.

Alla luce degli elementi esposti contenuti nel decreto legislativo nazionale, il modello di legge proposto dal presente disegno prevede quindi prima l'esame di Stato, oltre alle prove predisposte a livello nazionale dall'INVALSI per verificare le competenze acquisite in italiano, matematica e inglese, una prova regionale di lingua francese che accerta i livelli di apprendimento della predetta lingua attraverso prove di posizionamento (B2, C1) sulle abilità di comprensione scritta e orale e di produzione scritta e orale, coerenti con il quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue il (QCER). Poi, durante l'esame di Stato, una terza prova di francese, le cui tipologie e modalità di svolgimento sono definite con decreto dell'Assessore regionale competente in materia di istruzione da emanarsi entro il mese di agosto di ogni anno scolastico; il rilascio di una certificazione di conoscenza della lingua francese all'interno del diploma di esame di Stato valida per l'accesso all'impiego pubblico regionale. Tale modello risponde a diverse esigenze: in primo luogo, la revisione della legge regionale n. 52/1998 si impone al fine di garantire un ancoraggio allo standard internazionale di riferimento per le certificazioni linguistiche (QCER) pubblicato nel 2001; la valorizzazione delle competenze linguistiche in lingua francese degli studenti valdostani, attraverso un riferimento al livello conseguito dal candidato rispetto alla griglia QCER riportato sulla certificazione, faciliterà il riconoscimento della predetta certificazione in contesti lavorativi o di studio nazionali e internazionali. In secondo luogo, la conferma dell'abbinamento tra la prova scritta di italiano e la prova scritta di francese, già prevista nella legge regionale n. 52/1998, rispetto anche al dettato statutario che parifica le due lingue della nostra regione. È confermata inoltre la volontà di riconoscere validità al superamento della prova di francese per l'accesso all'impiego del comparto unico regionale o negli enti dipendenti o strumentali della Regione.

Infine, in coerenza con quanto previsto dall'articolo 17 del decreto legislativo n. 62/2017 e al fine di garantire uniformità di accertamento e di valutazione dell'abilità di comprensione e produzione scritta e orale all'interno dell'esame di Stato, le griglie di valutazione per l'attribuzione dei punteggi alla prova scritta e orale di francese saranno definite con decreto dell'Assessore regionale competente in materia di istruzione.

La novità più rilevante del modello risiede nella prova regionale di lingua francese, requisito di ammissione all'esame di Stato. Tale prova permette di certificare il livello di competenza linguistica del candidato sulla base del QCER (il sistema di classificazione delle competenze linguistiche messo a punto dal Consiglio d'Europa). Si tratta di uno strumento trasparente e condiviso fondato su tre fasce di competenze linguistiche e suddivise a loro volta in due livelli, per un totale di sei livelli complessivi. Le prove saranno costruite con item e griglie di valutazione di difficoltà progressiva che permetteranno di verificare il posizionamento del candidato rispetto a più livelli. La gradualità delle prove permetterà di valorizzare le competenze linguistiche e comunicative di tutti gli alunni, dai più deboli alle eccellenze, indipendentemente dagli indirizzi di studio dello studente.

Per l'anno scolastico 2018/2019 il presente disegno di legge intende mantenere inalterate le tipologie della prova scritta di francese prevista dalla legge regionale n. 52/1998 e individuate dall'ordinanza dell'Assessore regionale competente in materia di istruzione; risulta infatti opportuno passare in modo progressivo e in tempi meno ristretti al nuovo modello per non penalizzare gli studenti e per consentire ai docenti di adeguare gradualmente l'azione didattica. La prova di lingua francese, prevista in analogia con le prove INVALSI, entrerà pertanto in vigore a partire dall'anno scolastico 2019/2020, quando arriveranno in classe quinta gli studenti che hanno già sperimentato la prova regionale di lingua francese al termine della classe seconda. L'introduzione del nuovo modello sarà preceduta e accompagnata dalla costituzione di gruppi di lavoro composti da docenti di francese, rappresentativi di tutte le istituzioni scolastiche. I gruppi di lavoro procederanno alla definizione condivisa del formato delle prove e delle griglie di valutazione, in analogia con quanto già sperimentato per le prove regionali relative agli altri gradi di scuola.

Nello specifico, il presente disegno di legge si compone di quattordici articoli, tra i quali si pone l'attenzione in particolare all'articolo 2, che contiene gli elementi di maggiore novità e che ha raccolto le maggiori osservazioni nel corso dei dibattiti di Commissione e che ha generato, di conseguenza, la maggior parte degli emendamenti accolti nel testo all'esame di quest'Aula in data odierna. Si precisa poi che in presenza di studenti con disturbi specifici dell'apprendimento (DSA) e per quelli con disabilità per i quali sia stato predisposto un piano educativo individualizzato, valgono le norme già esistenti previste a livello nazionale per le prove INVALSI e per l'esame di Stato.

Intendo infine ringraziare il personale del Dipartimento Sovrintendenza agli studi dell'Assessorato istruzione e cultura per la collaborazione nella stesura di questa relazione e intendo altresì ringraziare tutte le figure che, nelle diverse mansioni, hanno contribuito ad approfondire e arricchire il disegno di legge sul cui oggetto si sviluppa la presente relazione. Mi riferisco ai componenti della V Commissione, così come ai rappresentanti di categoria che, prendendo a cuore il tema, hanno dato il loro contributo per approfondirne i lineamenti.

Con questo ritengo di aver esposto il disegno di legge in uno spazio di tempo coerente con la disponibilità di attenzione degli ascoltatori. Vi ringrazio per l'attenzione.

Presidente - Dopo la relazione del collega apro la discussione generale. La parola alla Consigliera Pulz.

Pulz (IC) - L'esame di Stato, come abbiamo già detto più volte in Commissione, non è che il punto di arrivo di un lungo percorso che, per quanto riguarda lo studio del francese in Valle d'Aosta, parte dalla scuola dell'infanzia e dura dunque sedici anni. Questa legge n. 5/2018, a mio avviso potrebbe, anzi "dovrebbe" essere l'occasione per ripensare tutto il curriculum e spronare i colleghi di francese e quelli di DNL, disciplina non linguistica insegnata anche in lingua francese - gruppo di cui ho fatto parte per oltre dieci anni come insegnante di storia e filosofia -, quindi spronare tutti a rivedere il loro approccio per renderlo sempre meno nozionistico e dogmatico, più dinamico e incentrato sulle reali esigenze comunicative, scritte e orali, richieste dalla nostra società attuale.

In questa legge io vedo un atout particolare nel riferimento al Cadre commun européen de référence pour les langues, perché la certificazione che lo studente otterrà alla fine del percorso di scuola secondaria superiore gli consentirà di posizionarsi, rispetto agli standard europei, sia individualmente che come parte di una classe e di un'istituzione scolastica, che potrà così misurare esattamente il livello delle competenze raggiunto. Tale posizionamento avverrà in modo rigoroso, scientifico, al di là dei giudizi di valutazione, che possono anche subire a volte dei pregiudizi e contenere un margine eccessivo di soggettività. Sta poi chiaramente alle università riconoscere o meno la validità di quel titolo che sarà rilasciato dalla Sovrintendenza agli studi della Valle d'Aosta. E questo processo del riconoscimento - come lo definirebbe il filosofo Hegel - non è facilmente controllabile, nonostante gli sforzi, e questo lo sa bene chi, come me, ha lavorato per tanti anni insieme alla Sovrintendenza al projet ESABAC, dalla fase sperimentale avviatasi in Valle d'Aosta nel 2004 fino all'accordo interministeriale franco-italiano del 2009 per il riconoscimento del diploma binazionale, che però nemmeno all'Università della Valle d'Aosta è sempre stato ritenuto valido, quando invece per esempio presso la FAO di Roma è ritenuto titolo assolutamente valido anche la tradizionale certification rilasciata dalla scuola valdostana. In questo processo di cambiamento, con l'introduzione della legge n. 5/2018, vanno coinvolti a fondo i docenti di francese, che infatti fanno già parte della commissione regionale che ha recentemente avviato i lavori, ma devono essere anche adeguatamente informati tutti gli altri protagonisti della scuola, quindi tutti gli altri insegnanti insieme agli allievi e alle loro famiglie. La legge non deve essere calata dall'alto come troppo spesso succede nella scuola, con gli effetti di protesta che ben conosciamo, ma deve essere presentata e discussa opportunamente nelle diverse sedi per far capire quale sia in fondo il senso di un sovraccarico di lavoro per tutti: alunni e professori.

L'altro atout che vedo in questa legge è l'uniformità delle griglie di valutazione, per cui si tenta di affermarne una loro oggettività, sempre ovviamente relativa e mai assoluta, ma finora non sufficientemente garantita dalle commissioni d'esame. Vi assicuro che so di che cosa parlo, perché ne ho fatto parte per vent'anni. Quanto all'articolo 11, relativo alla spendibilità del titolo per i concorsi regionali, sarebbe secondo me interessante poter stabilire la corrispondenza tra i vari livelli del quadro europeo raggiungibili e i diversi livelli previsti nei concorsi regionali per regolamentare meglio la materia secondo il Cadre commun européen.

In conclusione, per non tediarvi, dico che voterò a favore di questa legge, non solo per la sua urgenza perché le scuole vanno debitamente informate per tempo, per poter formare gli alunni, a fronte di notizie purtroppo ancora incerte a livello nazionale per la prova orale dell'esame di Stato, ma la voto anche perché, dopo tante audizioni e riflessioni approfondite in V Commissione, mi pare che si tratti ora in definitiva di una legge discreta, sebbene purtroppo discussa in un clima politico molto difficile che non ha aiutato nessuno per quel sano confronto aperto che avrebbe invece senz'altro meritato.

Trattandosi di scuola, dove la valutazione contraddistingue quasi ogni azione educativa, mi auguro vivamente che i risultati vengano costantemente monitorati e che si possa eventualmente rivedere la legge, magari tra cinque anni, alla luce delle riflessioni che ne saranno emerse, per poter continuare a tutelare insieme questo enorme valore aggiunto nella scuola valdostana che è lo studio di una lingua e di una cultura con una modalità che vuole sempre essere inclusiva e non separatista, come invece purtroppo accade in altri contesti italiani.

Presidente - La parola al Consigliere Rollandin.

Rollandin (UV) - Je crois que la collègue Pulz a déjà mis en évidence le parcours suivi par la Commission compétente. Je remercie le collègue Distort, qui a repris, point par point, ce qui s'est passé pendant toutes ces séances où on a écouté les différentes observations des professeurs et aussi des étudiants afin de comprendre à quel niveau on était à ce propos. Ceci pour ce qui concerne le problème de la langue française, de comment peut-on essayer de faire comprendre la richesse de cette langue pour notre petite Région, surtout d'avoir de plus en plus la possibilité de certifier la connaissance réelle du français, afin qu'il y ait, pour les familles et pour les étudiants, la conscience d'avoir en quelque sorte une possibilité en plus pour passer à différents niveaux de travail, d'occupation ou d'enseignement. Cela, en sachant d'avoir un certificat valable qui nous donne la possibilité de faire comprendre qu'on est sérieux et qu'on a fait des efforts importants pour arriver, petit à petit, au bout de cette chose.

J'ai parlé aussi avec l'Assesseur compétent pour vérifier si à ce moment des approfondissements étaient encore possible. Les temps sont très étroits, les questions bureaucratiques et ministérielles doivent être présentées dans un certain délai, et donc je partage à mon tour ce qu'a dit la collègue: aujourd'hui c'est un résultat remarquable. On pourra améliorer certains passages dans cette période et voir comment pourrait-on encore mieux placer cette certification dont on a beaucoup parlé. Dans ce sens aujourd'hui on est à même de dire qu'on a fait des pas de l'avant pour la reconnaissance du français, ce qui va s'ajouter à tout ce qu'on essaie de faire, chaque jour, pour saisir les bonnes raisons qui mènent les enseignants à s'efforcer afin de faire comprendre qu'est-ce-que c'est le français pour notre Région et, en même temps, pour donner la possibilité aux étudiants d'être concernés jusqu'au bout, de percevoir l'effort global qu'on fait dans l'école valdôtaine.

Présidente - La parole à la collègue Russo.

Russo (M5S) - Io sarò sintetica, però avevo piacere di riassumervi le risultanze della discussione su questa legge in Commissione. Prima di tutto è chiaro - l'ha già detto il collega Distort nell'introduzione del disegno di legge - che alle spalle di questa proposta c'è un quadro normativo articolato che l'attuale testo ben riassume, in particolare il decreto n. 62/2017, ma io aggiungerei anche gli articoli 38, 39 e 40 del nostro Statuto e il decreto dell'Assessore del 15 ottobre 2018, il quale ben definisce, nel particolare, le modalità con cui si svolgeranno le varie prove INVALSI nei vari ordini di scuola.

In questa legge io vedo degli aspetti positivi: vedo un'ulteriore valorizzazione della lingua francese, che viene allineata, dal punto di vista della valutazione, alle altre tre importanti materie che si insegnano nella nostra scuola (italiano, matematica e inglese); vedo un'occasione di nuova vivacità e dinamicità della lingua francese nelle scuole e soprattutto vedo, al contrario di quello che molti colleghi hanno detto in Commissione, che i ragazzi avranno sicuramente un'ulteriore occasione di crescita nelle competenze specifiche trasversali richieste dallo svolgimento di queste prove, nonché un rafforzamento della propria resilienza e capacità di adattamento alla realtà e alla difficoltà. Credo che il superamento delle prove anche all'interno della scuola aiutino in tutti i sensi il rafforzamento degli alunni, anche se questi possono opporre resistenza. Gli insegnanti potranno sicuramente facilitare la gestione della prova facendo attenzione e riflettendo sulle simulazioni in classe, dove per "simulazione" intendo semplicemente la simulazione di come verrà fatto l'INVALSI, non tanto nella preparazione dei temi che saranno trattati. La simulazione sicuramente aiuterà i ragazzi a tranquillizzarli e a fornire loro una dimestichezza sufficiente per affrontare la prova con tranquillità.

Vorrei solo dare due sollecitazioni sul concetto di valutazione. Il termine "valutazione" non piace agli adulti, non piace ai ragazzi, spaventa, irrigidisce e, inoltre, in questo caso si somma anche ad un probabile aumento del carico di lavoro per le insegnanti. Qua però parliamo di valutazione formativa che serve a documentare lo sviluppo dell'identità personale di ogni studente e promuove l'autovalutazione di ciascuno in relazione all'acquisizione di conoscenze, abilità e competenze. Ogni istituzione scolastica deve per forza saper certificare l'acquisizione delle competenze di ogni allievo, anche al fine di favorire l'orientamento per la prosecuzione degli studi.

Come ho già detto prima, riteniamo comunque inutile prevedere specifiche sessioni di insegnamento dedicate alle prove INVALSI o, ancora peggio, assegnare simulazioni da effettuare a casa o estendere i programmi di insegnamento, perché questo, oltre a sovraccaricare gli studenti, sovraccaricherebbe probabilmente anche le famiglie con una serie di ansie aggiuntive rispetto alla gestione dei figli e dei compiti a casa. Ritengo che un lavoro prolungato sui test INVALSI a risposta multipla potrebbe addirittura rivelarsi dannoso, mentre invece credo che l'accoglienza degli insegnanti rispetto a questa nuova prova e la loro modalità di scelta di come verrà proposta la prova farà la differenza.

Presidente - La parola alla Consigliera Minelli.

Minelli (IC) - Devo dire che la mia voce è un pochino discordante in questo momento, dopo questa serie di dichiarazioni favorevoli alla legge. Non ho intenzione di ripetere tutto ciò che ho detto in Commissione, poiché gli interventi sono stati molti e articolati, sono convinta anch'io della necessità di una legge che vada a rivedere la promozione dello studio della lingua francese nella nostra regione.

Questa legge però, nella fattispecie, a mio avviso non interviene sulla necessità di aiutare la nostra Regione a migliorare le competenze dei ragazzi: si parla di una legge che riguarda l'esame di maturità e l'adeguamento delle prove regionali alle prove INVALSI. A mio avviso c'è un equivoco di fondo che permane, anche dopo tutte le discussioni svolte, anche dopo gli emendamenti che ho visto, quello che risiede nel fatto di avere per le prove INVALSI nazionali delle prove di posizionamento anonime mentre qui si tratta di prove che prevedono una valutazione e quindi sono prove nominative. Io credo sarebbe stato più utile pensare ad adeguarsi con le prove regionali attraverso semplici prove simil INVALSI che potevano dare un quadro della situazione riguardo l'apprendimento della lingua francese nella nostra regione, portarle avanti per un certo periodo, per alcuni anni, monitorare la situazione e poi intervenire in maniera più scientifica su quella che deve essere una didattica innovativa e che dia veramente la possibilità di migliorare il livello dei nostri studenti, attualmente molto basso. All'articolo 2, che è stato il più discusso, l'emendamento proposto cita: "l'Assessore in materia di istruzione definisce con proprio decreto, eventualmente in convenzione con enti certificatori, tipologie e modalità per l'effettuazione e la certificazione della prova regionale". La legge nazionale n. 62, all'articolo 19, comma 7, recita che questo deve avvenire senza maggiori oneri per la finanza pubblica. Ora io credo che questa legge non può pensare di andare avanti e di essere senza maggiori oneri per la finanza pubblica, dovranno essere sicuramente destinate delle risorse per tutto questo, risorse indubbiamente necessarie, ma ritengo che in questo momento la scuola valdostana abbia veramente bisogno di risorse finanziarie pubbliche per risolvere anche tutta un'altra serie di problemi, quindi mi sembra quanto meno poco rispettoso della situazione reale il destinare del denaro in questo senso.

Ancora una volta si interviene esclusivamente sulle competenze linguistiche, ma la nostra scuola ha ancora molto altro su cui bisogna intervenire. A mio avviso, la legge che doveva essere di adeguamento per l'esame di maturità doveva prevedere delle prove che fossero in tutto e per tutto simili all'INVALSI. Altra cosa è pensare ad una certificazione - questo sì, ne abbiamo dibattuto tanto in Commissione - spendibile per i nostri studenti, ma secondo me deve essere svincolata in questo momento dall'esame di maturità. Ho avuto l'impressione che si sia proceduto troppo in fretta con il fatto che bisognasse in qualche modo approvare la legge prima del gennaio o del febbraio 2019 per adeguarsi alla normativa nazionale e, secondo me, si è perso di vista quello che poteva essere invece un impianto più ragionato e più meditato; di conseguenza io, su questa legge, mi asterrò.

Presidente - La parola al Consigliere Sammaritani.

Sammaritani (LEGA VDA) - Intervengo soltanto a proposito di quest'ultimo intervento della collega Minelli, perché abbiamo già avuto modo in Commissione - e poi anche in occasione di una spiegazione personalizzata da parte dell'Assessorato che conducevo fino a poco tempo fa - di parlare di questo "presunto malinteso" in ordine alla valutazione che viene fatta delle prove INVALSI. In realtà, a seguito del decreto legislativo n. 62/2017, una delle innovazioni è proprio il fatto che per essere ammessi all'esame di Stato occorre superare preventivamente le prove INVALSI in italiano, matematica e in inglese. È proprio questo il malinteso da cui prende spunto il ragionamento della collega e cioè che le prove INVALSI sarebbero sempre anonime: non è così ed è stato spiegato abbondantemente. Le prove INVALSI sono anonime laddove si deve arrivare a fare delle valutazioni di ordine statistico, quindi vengono conglobati tutti i dati e c'è un certo aspetto di non nominatività della riconducibilità della prova alla persona, ma laddove poi invece la prova INVALSI serve come condizione di ammissione all'esame, evidentemente non può essere anonima, perché altrimenti non ci sarebbe più motivo di fare la prova.

La prova che invece noi abbiamo istituito in ambito pari a quella dell'INVALSI in francese è una sorta di parificazione di questo tipo di condizione di ammissibilità all'esame di Stato, quindi niente di anomalo e niente di strano rispetto alle condizioni di ammissibilità per le altre materie. Questa è la ragione di tale norma. Non c'è stata nessuna fretta, soltanto che per poter arrivare ad esperire tutto il procedimento che ci doveva portare all'emanazione di un DPR i tempi erano abbastanza stretti, quindi si è percorsa questa strada cercando di accelerare il più possibile, perché naturalmente, una volta che sarà licenziata da questo Consiglio, la legge dovrà poi passare al vaglio del Parlamento e del Ministero, a Roma, quindi è evidente che noi perderemmo la possibilità di gestire questo procedimento che sarà demandato agli organi di Roma, i quali ce lo dovranno poi restituire nella forma definitiva del DPR.

Presidente - La parola alla Consigliera Morelli.

Morelli (ALPE) - J'interviens sur ce dessin de loi, brièvement, juste pour reprendre quelques considérations qui ont été déjà faites par les collègues qui m'ont précédé. Suite à ce débat sur ce dessin de loi, qui a été proposé afin de mettre sur un même plan d'égalité les épreuves préalables - donc les épreuves INVALSI - prévues pour les autres matières avant l'examen de maturité, et suite au débat qui s'est vérifié en Ve Commission, qui était très intéressant et qui a vu l'apport de la part de beaucoup de collègues mais même d'enseignants que nous avons eu la possibilité d'écouter, il y a eu un pas de l'avant. Ce pas de l'avant n'est probablement pas le meilleur résultat, mais tout de même est un point à faveur de la langue française, je crois, et de la perception que les jeunes ont très souvent de la langue française.

Avec cette certification ont permet une reconnaissance de la connaissance de la langue française qui est utilisable à niveau national et international. Je crois qu'il s'agit de quelque chose de positif, qu'il faut l'apprécier, et dans ce sens je remercie tous les collègues qui se sont penchés sur cet argument de manière vraiment constructive pour parvenir à un résultat, qui - je le répète - probablement n'est pas le meilleur, mais on pourra y travailler encore. Toutefois, il valorise davantage la connaissance de la langue française souvent perçue simplement comme une charge onéreuse de la part des étudiants, tandis que c'est un patrimoine. Le fait de pouvoir utiliser cette certification pour les études successives et pour d'autres cas qui pourraient se vérifier dans la vie successive des élèves est quelque chose que nous apprécions.

Présidente - La parole au collègue Lucianaz.

Lucianaz (LEGA VDA) - Seulement pour partager l'avis de mes collègues. Je crois qu'en Commission on a très bien travaillé. Je voudrais surtout remercier pour l'appui des dirigeants des écoles et des jeunes qui représentaient la Consulta, comme pour celui des dirigeants de l'Administration régionale. Je crois qu'on a fait de notre mieux. Je remercie aussi le rapporteur qui a fait une relation très pertinente. Merci à tout le monde.

Présidente - La parole à l'Assesseur Certan.

Certan (ALPE) - À mon tour je tiens à remercier tous ceux qui se sont penchés sur ce dessin de loi, tous les dirigeants scolaires, mais aussi ceux des bureaux de l'Administration régionale, qui ont suivi ce dessin de loi dès juillet 2017, puisqu'il a eu un iter assez long. Cela avait commencé au niveau de Ministère de l'Éducation, c'est là qu'on avait entamé la possibilité d'un changement de l'examen d'État. En juillet 2019 le déroulement de l'épreuve d'État changera et passera de quatre à trois épreuves pour nos étudiants ; donc c'était important au niveau national de passer de trois à deux, c'était important d'adapter et de revoir le système d'une façon un peu plus ponctuelle et scientifique.

Je crois que cette nouvelle formule d'examen, que ce dessin de loi est important pour la garantie de notre Région et pour l'épanouissement de notre plurilinguisme. Je remercie à ce propos tous ceux qui l'ont suivi comme le collègue Sammaritani, qui, dans cette période, a essayé d'introduire aussi des nouveautés.

J'ai lu toutes les interventions effectuées en Commission et je crois qu'au cours de cette discussion le panorama s'est éclairci, petit à petit, bien qu'il y avait à propos de ce dessin de loi un petit peu de confusion. Je crois qu'il est essentiel de distinguer, beaucoup des collègues l'ont fait et je les remercie pour cela, parce qu'ils ont bien différencié les deux épreuves.

C'est vrai, ce dessin de loi introduit d'abord une nouvelle formule de l'examen d'État pour juillet 2019, mais il anticipe aussi une autre nouveauté qui est très intéressante, à mon avis, et sur laquelle, collègue Minelli, vous ne me voyez pas partager votre pensée. Je crois qu'il s'agit d'un pas de l'avant, c'est-à-dire qu'on ne s'est pas adaptés à une traduction tout court des prove INVALSI en français, mais on a essayé de faire un pas de l'avant, pas tellement du point de vue didactique ou pédagogique, mais d'un point de vue linguistique: on a fait vraiment une nouvelle formule qui, à mon avis, a fait du bien à l'école valdôtaine. C'est vrai, pour ce qui concerne le cadre des certifications dans le panorama européen, comme vous savez, la certification est un peu celle que quelques élèves accompagnés par certains enseignants faisaient avant - pas tous, mais quelques élèves -, avec un parcours parallèle à l'Alliance française ou à d'autres institutions. Cela parce que pour avoir une certification européenne il est nécessaire que ceux qui jugent ces compétences linguistiques - ce ne sont pas des compétences culturelles, mais de la langue - doivent être des juges autonomes et tiers, donc pas des enseignants de classe. Voilà la grande distinction des deux moments.

Je suis de l'avis que ce pas de l'avant est important, tous les élèves valdôtains auront un encadrement: A1, A2, B1, B2, C1, C2, c'est-à-dire qu'on les encadrera dans les compétences européennes. Certainement, pour avoir la certification DELF et DALF, qui est la plus importante au niveau européen et international, il faudra être encadré dans les niveaux B2, C1 ou C2, les niveaux les plus hauts. Toutefois, je crois quand même important reconnaître tous les efforts du parcours - comme Madame Pulz le rappelait -, un parcours assez long de bilinguisme et, nous dirions aussi, de plurilinguisme. Cela est un aspect très important. Il est vrai aussi que les deux moments et les deux examens ne sont pas superposés, mais il s'agit de deux moments différents: l'épreuve qu'on fait au mois d'avril est comme l'essai qu'on fait pour l'épreuve de l'examen d'État. Elle aura un résultat et elle sera certifiée. Par contre, l'épreuve de l'examen d'État est réglée par une loi nationale qui définit les connaissances du programme, la loi prévoit que l'examen soit axé sur tout le programme de la cinquième année de l'école secondaire. Ce n'est donc pas une compétence linguistique, il y a des élèves qui ont de très bonnes compétences linguistiques mais qui n'ont rien étudié du programme de l'examen de l'année, ou aussi le contraire. Voilà pourquoi je juge important de bien distinguer cette différence, que je trouve positive et complémentaire. Je reprends aussi les mots du rapporteur, le Conseiller Distort, et je le remercie pour son introduction.

J'aimerais également souligner qu'il est important de voter aujourd'hui cette loi, parce que nous avons un examen à la fin de cette année scolaire qui a encore besoin, d'un point de vue juridique, d'être encadré, donc je crois que l'urgence de la votation d'aujourd'hui est assez évidente.

Pour ce qui est des considérations faites, je crois que ce ne seront pas ces ressources - que peut-être cette loi demandera - qui porteront à la faillite du budget régional; je crois, au contraire, qu'il y a encore une possibilité d'amélioration. Je suis d'accord sur les interventions qui m'ont précédé, de ne pas perdre le contact avec les enseignants qui ont suivi ce travail en Commission et aussi de ne pas perdre un travail d'évaluation avec les établissements scolaires, mais je dirais que l'épreuve de cette année, celle que dans la loi est appelée "régionale", du mois d'avril, sera facultative. Toutefois, à mon avis la loi donnera déjà des premiers indicateurs qu'on ne doit pas sous-estimer, mais, au contraire, on devra les employer, si nécessaire, pour l'améliorer encore plus. Je pense que pour porter réellement les deux langues sur un même pied d'égalité il serait intéressant de réussir à porter aussi la langue italienne à la certification européenne. Ce n'est pas une provocation, ni un aspect banal, parce qu'au niveau européen, le fait d'avoir la connaissance des langues, d'avoir une certification sur cette connaissance, est tout à fait important. Donc, il s'agirait plutôt de porter les prove INVALSI au niveau de l'examen du mois d'avril, d'épreuve régionale, comme on la défini dans la loi.

Je déclare, au nom de la majorité, que nous soutenons ce dessin de loi.

Presidente - Se non ci sono altre richieste di intervento, possiamo procedere all'esame del testo di legge. Non ci sono dichiarazioni di voto. Si esamina il nuovo testo approvato dalla V Commissione consiliare, quindi possiamo passare all'esame dell'articolato.

Articolo 1. Non ci sono richieste di intervento, quindi lo metto in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Esito della votazione:

Presenti: 33

Votanti : 33

Favorevoli: 32

Astenuti: 1 (Minelli)

Il Consiglio approva.

Articoli 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13 e 14: stesso risultato.

Per l'allegato, la Tabella A, apriamo la votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Esito della votazione:

Presenti: 35

Votanti : 33

Favorevoli: 33

Astenuti: 2 (Bertin e Minelli)

Il Consiglio approva.

Metto ora in votazione la legge nel suo complesso. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Esito della votazione:

Presenti: 34

Votanti : 32

Favorevoli: 32

Astenuti: 2 (Bertin e Minelli)

Il Consiglio approva.