Oggetto del Consiglio n. 201 del 21 novembre 2018 - Resoconto
OBJET N° 201/XV - Communications du Président de la Région.
Fosson (Président) - Point 2 à l'ordre du jour. La parola al Presidente della Regione.
Spelgatti (LEGA VDA) - Vorrei comunicare quanto avete appreso già dai giornali: venerdì scorso, alla presenza del ministro Tria, abbiamo sottoscritto questo importante accordo tra la Regione autonoma Valle d'Aosta e lo Stato, quindi abbiamo dato finalmente certezza alle risorse della finanza pubblica. Per questo ricordo che già un lavoro importante era stato svolto dalle Giunte precedenti, in particolare dalla Giunta Viérin, laddove, nelle proposte di accordo che erano state fatte, era stato raggiunto un accordo in relazione alle somme che la Regione avrebbe dovuto pagare allo Stato per il 2018, il 2019 e a seguire. Queste somme sono state confermate dalle Ragionerie e tengo però a precisare che anche su queste somme siamo riusciti a mantenere esattamente gli importi che erano già stati proposti dalla Giunta Viérin, nonostante nel frattempo si sia innestato un ulteriore problema a seguito della perdita del contenzioso sanitario da parte della Regione. Ci venivano richieste delle somme da parte della Ragioneria dello Stato ammontanti e quantificate più o meno in 17 milioni di euro all'anno, somme che invece noi contestavamo, perché la nostra Ragioneria ritiene che si aggirassero intorno ai 14 milioni di euro, ma per fortuna siamo riusciti a mantenere esattamente le stesse cifre, come contributo alla finanza pubblica, che erano state proposte dalla Giunta Viérin.
Sul resto abbiamo ottenuto una restituzione pari a 130 milioni di euro: 10 milioni vengono restituiti sulle somme a valere nel 2019, gli importi quindi scalano da 122 milioni di euro che sono dovuti a 112, e poi gli altri 120 milioni ci verranno restituiti nei prossimi sette anni in finanziamenti, sia diretti che indiretti.
Abbiamo anche chiuso con soddisfazione la richiesta da parte nostra di ottenere la clausola di salvaguardia che avevano già ottenuto le autonomie di Trento e Bolzano e quindi questo è un ulteriore cappello che abbiamo cercato di portare a casa, per tutelare la Valle d'Aosta da manovre future che comunque lo Stato può sempre fare. Quindi questo accordo è stato sottoscritto e siamo molto contenti.
Presidente - La parola al consigliere Testolin.
Testolin (UV) - Considerando che su questa tematica ci sono già state delle esternazioni da parte dei gruppi sia dell'Union Valdôtaine che dell'Union Valdôtaine Progressiste, considerata comunque una spiegazione con dei toni assolutamente corretti da parte del Presidente questa mattina, non stiamo a ribadire in maniera troppo forte quello che abbiamo già cercato di esprimere attraverso le nostre istanze sia in Commissione sia attraverso gli organi di stampa. Ci limitiamo a sottolineare che, a nostro avviso, l'accordo concluso rimane al ribasso e con una poca attenzione alle prerogative della nostra comunità. A fronte di una situazione molto critica creatasi per delle scelte che l'attuale Governo nazionale sta assumendo in materia finanziaria e che stanno portando verso delle problematiche importanti per la comunità italiana in quanto all'affidabilità dei propri conti, temiamo che quella clausola, che ci vede obbligati, nel momento in cui lo Stato ci richieda delle ulteriori risorse, a implementare il quantum dovuto di un 10 percento o di un 20 percento, a seconda che queste richieste arrivino anche dall'Europa, possa pregiudicare quanto firmato da lei, Presidente, in quel di Roma pochi giorni fa.
Quindi ribadiamo, senza entrare nel dettaglio e senza entrare nuovamente in polemica, il nostro punto di vista che deriva dalla conoscenza di questo problema. Lo ha ribadito lei: abbiamo affrontato questa tematica già nella scorsa legislatura, quando il contenzioso era ancora limitato a 144 milioni di euro e facendo una proposta più favorevole alla nostra Regione. Prendiamo atto di questa situazione e avremo modo di vedere quelle che saranno le ricadute ulteriori rispetto a quanto già era stato chiuso dal precedente Governo, anche con l'aiuto dei parlamentari, per stabilizzare nel tempo le cifre dovute a Roma, in modo da dare poi una valutazione definitiva dell'accordo chiuso tra la Regione autonoma Valle d'Aosta e lo Stato italiano.
Presidente - La parola al Presidente della Regione.
Spelgatti (LEGA VDA) - Ritengo sia necessario a questo punto fare un po' di ordine e di chiarezza definitiva sulla questione. La clausola di salvaguardia che noi abbiamo voluto è relativa proprio al fatto che lo Stato in qualsiasi momento può fare tutte le manovre che ritiene e il fatto che un giorno lo Stato si sia alzato e abbia richiesto 244 milioni ne è la prova definitiva. Gli unici che si sono salvati da queste manovre sono state le Province autonome di Trento e Bolzano, grazie alla clausola di salvaguardia. Noi abbiamo portato a casa la stessa clausola di salvaguardia, che mette un tetto a quello che può essere richiesto da parte dello Stato: c'è un 10 percento sulle somme dovute, quindi sui 100 milioni, legato a eventuali esigenze di finanza pubblica, oppure un altro 10 percento nel caso ci siano delle manovre a livello europeo. Infatti si dice: "Nel caso in cui siano necessarie manovre straordinarie volte ad assicurare il rispetto delle norme europee in materia di riequilibrio del bilancio pubblico", quindi una cosa o l'altra. Questo è semplicemente per mettere un tetto.
Poniamo definitivamente la parola "fine" a questa risposta che voi continuate a dare in relazione al fatto che la vostra proposta fosse fatta soltanto sulla prima parte del contenzioso, perché i documenti parlano chiaro. E non solo i documenti ma anche i fatti parlano chiaro, perché tutti quanti si ricordano che nel 2017 era stato fatto da parte della Regione un bilancio senza tenere conto dei 100 milioni che lo Stato pochi giorni dopo avrebbe richiesto. Lo Stato quindi a dicembre 2017 ha richiesto questi 100 milioni che non erano stati inseriti a bilancio, di conseguenza immediatamente dopo si è dovuto correre per cercare di ripianare il buco di bilancio di 100 milioni. Siamo al 9 febbraio 2018, ci sono le lettere del presidente Viérin in cui tra l'altro si dice: "In tale ottica il concorso onnicomprensivo dalla Valle d'Aosta alla finanza pubblica, anche con riguardo agli enti locali del proprio territorio, sarebbe determinata in via definitiva - e sono esattamente le cifre che abbiamo portato a casa e che abbiamo confermato - 194,7 milioni per il 2018, 122 milioni per il 2019, 102 per l'anno 2020 e per l'anno 2023. Per contro, con la sottoscrizione dell'accordo, a titolo transattivo a saldo e stralcio di ogni reciproca pretesa, lo Stato riconoscerebbe alla Regione un trasferimento aggiuntivo di 60 milioni nell'anno 2018 e di 10 milioni negli anni dal 2019 al 2023". Quindi la proposta prevede che, a seguito del primo contenzioso dei 144 milioni di euro, della manovra di bilancio dei 100 milioni, la proposta transattiva è quella complessiva di 110 milioni.
Pochi giorni dopo, il 19 febbraio, c'è una lunga lettera in cui si spiega tutta la problematica in relazione a quei 100 milioni che ci sono stati chiesti e si dice: "Per chiudere, ciò posto non si vede come possa ora assumersi l'illegittimità della determinazione del contributo alla finanza pubblica di cui alle leggi regionali in oggetto, quantomeno stando alle osservazioni qui riscontrate per l'anno 2018, pretendendo la doverosità dell'accantonamento in applicazione dell'articolo 16, comma 3, del decreto-legge n. 95/2012, in pendenza di un contenzioso che addirittura ne mette in discussione la debenza da parte regionale per l'annualità trascorsa 2017, non risultando possibile, nelle more della definizione del descritto contenzioso, pretendere un accantonamento aggiuntivo per l'anno 2018, quando non è ancora certo da parte dello Stato poterlo pretendere per l'annualità pregressa". Quindi va avanti dicendo: "Confidando pertanto nella bonaria e leale soluzione della questione, in ragione della sua estrema rilevanza per la tenuta complessiva della finanza regionale, si porgono cordiali saluti".
C'è la lettera del 20 febbraio in cui si dice che si sta procedendo per i 100 milioni di euro a disporre la temporanea e cautelativa limitazione delle autorizzazioni di spesa. C'è la lettera del 21 febbraio in cui si dice: "Si fa seguito alla precorsa corrispondenza concernente l'oggetto per significare sin d'ora l'impegno di questa Regione a recepire in tempi brevi con legge di variazione del bilancio regionale per gli anni 2018/2020 il maggior onere per il concorso regionale al risanamento della finanza pubblica. Resta ferma la volontà dello scrivente di addivenire alla regolazione in via definitiva dei rapporti finanziari con lo Stato, avuto altresì riguardo al contenzioso pendente relativo all'accantonamento aggiuntivo per l'anno 2017, come più volte rappresentato". In ultimo la lettera del 22 febbraio in cui si dice che "la Giunta regionale deve procedere in tempi brevi alla predisposizione della legge di variazione di bilancio della Regione per gli anni 2018/2020, per rideterminare il maggior concorso della Valle d'Aosta al risanamento della finanza pubblica, come già indicato" e fa riferimento a tutte le lettere precedenti. "A tale scopo è quanto mai necessario e improcrastinabile poter definire rapporti finanziari tra la Regione e lo Stato sulla base del progetto di accordo a voi trasmesso - il primo che vi ho letto - con note dell'8 e 9 febbraio 2018, anche in relazione al contenzioso pendente sull'accantonamento aggiuntivo per l'anno 2017, per il quale l'udienza pubblica è fissata innanzi al Tar del Lazio il 7 marzo prossimo". Lo Stato non ha mai risposto, non ha mai dato nessuna risposta e, di conseguenza, si è proceduto pochi giorni dopo (il 26) con l'impugnativa anche degli ulteriori 100 milioni, visto che lo Stato non ha accettato l'accordo. Di conseguenza la questione penso che sia chiusa definitivamente.
Riconosco che è stato fatto un ottimo lavoro tra le Ragionerie, un lavoro anche estremamente difficoltoso, in relazione alla stabilizzazione delle cifre che finalmente sono state riportate a equità, perché i criteri che erano stati applicati - in particolare i criteri SIOPE, ma non andiamo nel tecnico - erano assolutamente penalizzanti soprattutto per la Valle d'Aosta e non erano equi rispetto ai contributi che sono stati chiesti alle altre Regioni. Quindi sottolineo il lavoro fatto dalle Giunte precedenti, in particolare dalla Giunta Viérin che ha portato a casa il risultato di ottenere queste cifre a regime, che sono cifre ritenute assolutamente eque.
Sul discorso del contenzioso pregresso la vostra proposta prevedeva certamente - come voi direte - 60 milioni di euro tutti subito e gli altri da avere negli anni successivi come denaro contante (mettiamola in questa maniera). A prescindere dal fatto che quella era la base della trattativa e che comunque complessivamente queste cifre cubavano 110 milioni, noi ne abbiamo comunque portate a casa, ma non è merito di nessuno, è chiaramente soltanto il fatto che in questo momento c'è una situazione politica che favorisce ovviamente la Valle d'Aosta. Quindi non ci sono meriti particolari da parte di nessuno e nessuno vuole dire di essere stato più bravo di altri, si deve semplicemente dire che comunque questi soldi sono stati portati a casa. La nostra base delle trattative era chiaramente ben più alta: anche noi siamo partiti da basi di trattative di cifre ancora più alte rispetto a quello che voi avevate proposto, ma siamo riusciti a portare a casa queste somme. È chiaro che lo Stato non ti restituisce soldi in contanti, soprattutto in un momento delicato come questo, in un momento così difficile per sue le finanze. A parte i primi 10 milioni di euro che ci vengono ridati in questo momento, gli altri vengono restituiti in finanziamenti, in possibilità di effettuare dei finanziamenti e questo ti permette di liberare altre risorse, perché quello che dovevi finanziare con le risorse regionali lo finanzi con le risorse che ti vengono messe a disposizione dallo Stato. Per questo abbiamo voluto che i finanziamenti fossero diretti e indiretti.
Io chiedo semplicemente onestà intellettuale rispetto a un argomento così importante per la Valle d'Aosta, senza voler dire che qualcuno è stato più bravo di altri. Semplicemente la situazione politica in questo momento ha sicuramente favorito la Valle d'Aosta. Ci fosse stato qualcun altro al posto mio, sarebbe riuscito a portare a casa lo stesso risultato. Quindi non si vuole mettere una bandierina o di dire chi è stato più bravo di altri. Si riconosce anche tutto il lavoro fatto fino adesso, perché comunque questo ha permesso di riportare le cifre dei contributi dovuti a regime a un livello. E questo non è stato un risultato nostro, ma è stato un risultato precedente. Noi abbiamo soltanto ottenuto in più il fatto di riuscire a evitare i danni delle sentenze sul contenzioso dello Stato in relazione alla sanità, però poco cambia. Sul contenzioso pregresso le cifre sono quelle, parlano chiaro, quindi secondo me c'è poco da discutere.
Presidente - La parola al consigliere Viérin.
Viérin (UVP) - Non volevamo intervenire, come ha anticipato il collega Testolin, su un argomento su cui ci siamo già espressi, ma dalle ultime parole della Presidente, che su questo non ci sarebbe da discutere, siamo stati invitati invece a discutere, proprio per precisare alcune questioni che non avremmo precisato, se non fossero state riesumate, con un approccio peraltro secondo noi abbastanza approssimativo, soprattutto - come ci insegnavano spesso a scuola - nel paragonare pere e mele. Si possono paragonare certe situazioni, non solo politiche ma di cifre, però bisogna ricostruire le vicende con la dovizia e soprattutto con l'onestà intellettuale che lei, Presidente, ha richiamato.
Abbiamo ascoltato con attenzione la risposta che gli uffici le hanno preparato, molto tecnica. Noi staremmo su un piano politico, perché crediamo che quello fatto dai tecnici sia un lavoro che ha una rilevanza tecnica. Per quanto ci riguarda, chiederemmo, Presidente, qualche minuto in più proprio per poter rispondere o comunque per argomentare alcune considerazioni che ci hanno accomunato ad altri colleghi, semplicemente per poter esternare delle considerazioni che noi riteniamo legittime, anche se lei, Presidente, dice che non c'è discussione da fare.
Noi ci siamo permessi di evidenziare alcuni limiti di questo accordo. Al di là di definire quanti soldi sono stati portati a casa, noi preferiamo dire a quanti soldi si è rinunciato e a fronte di che cosa, perché chiaramente, quando si va nella direzione di addivenire a un accordo con lo Stato, se c'è un accordo bisogna che ognuno rinunci a qualcosa per cercare di superare i limiti. Intanto ci permettiamo di dire che, ricostruendo tutto il passato, lei si è dimenticata di dire che nella proposta che noi avevamo inviato allo Stato era allegata una norma di attuazione, ossia un qualcosa che salvaguarda l'accordo per il futuro, perché la Valle d'Aosta in questo momento rinuncia a cifre importanti a fronte di una legge ordinaria, mentre la nostra proposta, con la norma di attuazione allegata, andava a blindare un accordo che per il futuro poteva essere modificato solo con una ulteriore norma di attuazione. Questo per dire che nei passaggi che lei ha ricostruito si è dimenticata di citare la norma di attuazione.
Citando ciò che era stato fatto non volevamo dire quello che noi avevamo fatto, ma forse si è anche dimenticata, anche se en passant lo ha ricordato, che nella manovra dello Stato già per quest'anno erano stati recuperati 45 milioni di euro, per il 2019 ne abbiamo recuperati 100 milioni e per il 2020 120 milioni, quindi 265 milioni sono stati recuperati nel lavoro che abbiamo fatto in quei mesi, che oggi saranno già a disposizione reale per il bilancio, perché inseriti in una norma dello Stato che prevedeva il triennio.
L'altro limite che noi c'eravamo permessi di sottolineare in Commissione è che lo Stato vincola quei fondi a una certa parte di bilancio e non al resto, quindi noi ci siamo permessi di dire che avremmo preferito che le somme ottenute fossero state non vincolate. Il terzo limite era, anche rispetto alla nostra proposta, che quei 60 milioni di euro da utilizzare subito erano una possibilità di risolvere immediatamente le problematiche della nostra comunità. Noi crediamo che questo verrà evidenziato nel bilancio: la vera considerazione di bontà o meno di questo accordo noi lo vedremo nel bilancio che voi vi accingete a scaricare. E lì vedremo effettivamente se la Valle d'Aosta avrà più risorse, quante saranno nell'utilizzo per l'anno prossimo e dove queste risorse verranno inserite nei vari settori, perché è questa la vera realtà. Quindi, quando avremo modo di vedere come e quale bilancio voi avrete costruito, in modo molto sereno ci confronteremo non solo sul merito delle scelte che voi metterete nei settori, ma anche sul quantum. Se giustamente, come lei diceva, è un accordo molto buono, dovrà avere, nella spalmatura di cui abbiamo letto le cifre, una traduzione reale di ciò che sarà.
Chiederei al Presidente del Consiglio che il presente dibattito non diventi una plurima possibilità di intervento del Presidente della Regione, perché noi non saremmo intervenuti, essendoci già abbastanza espressi su questo.
Sulle materie sanitarie altri diranno, perché anche la ricostruzione di quel pezzo è molto statalista rispetto alle prerogative della nostra Regione. Noi crediamo che, al di là della certezza di queste cifre, sia da risolvere in prospettiva la questione finanziaria al rialzo con una possibilità effettiva di investimenti sulla nostra Regione, che diano la possibilità a chi amministra di investire le risorse adeguate, ricordando che, al di là del limite SIOPE, anche e soprattutto il quantum che noi possiamo utilizzare è una possibilità commisurata alla crescita possibile e probabile della nostra Regione. Noi, in modo legittimo, c'eravamo permessi di evidenziare alcuni limiti che, secondo noi, questo accordo aveva, non pensando di suscitare questa reazione, soprattutto cercando di paragonare ciò che gli uni avevano cercato di fare, rapportato a ciò che poi è stato fatto. Anche perché la verità sarà proprio nel momento del bilancio. E ricordando anche che i 265 milioni che noi siamo riusciti l'anno scorso a recuperare sulle cifre che lo Stato chiedeva, sono una base di partenza di cui altri oggi godono i risultati e che è giusto ricordare.
L'altra questione è che, al di là degli accordi che vengono sanciti, lo Stato e le Amministrazioni parlano per atti normativi e per leggi. Aspettiamo che lo Stato produca la propria finanziaria, che ci siano le cifre inserite e ci sarà poi una variazione di bilancio successiva l'anno prossimo per andare a colmare quel gap di cui lei ha parlato. Ricordiamo che noi l'anno scorso eravamo in piena costruzione del bilancio e con lo Stato eravamo in discussione sulle cifre. È per questo che avevamo previsto una certa cifra in modo antecedente rispetto al bilancio dello Stato, ma questa cifra non è arrivata nelle speranze che noi avevamo di invertire le cifre: invece di farci abbuonare 45 milioni per quest'anno, 100 milioni e 120 milioni, avevamo chiesto che potesse essere invertito l'ordine e soprattutto che ci fosse un reale utilizzo di queste cifre.
In modo molto sereno, Presidente, le diciamo che ci siamo semplicemente permessi di evidenziare dei limiti. Se poi questo viene tradotto come un'impossibilità di discutere, perché il "verbo", la parola è legge, questo è un altro approccio a cui noi non ci rifacciamo. Anche in modo propositivo in Commissione abbiamo semplicemente cercato di riportare il nostro contributo, perché quella finanziaria non è una questione di partito, non è una questione di legame di amicizia. La questione finanziaria è una questione della nostra comunità e quindi giustamente chi in quel momento ricopre un ruolo e ha la possibilità di risolvere un problema, si assume, nel bene e nel male, la responsabilità di avere portato un risultato, che poi viene giudicato dai colleghi in modo mediato e con le proprie sensibilità in modo positivo, negativo, con le sfumature che ognuno di noi cerca di mettere all'interno di questa considerazione. Quindi su questo ci siamo espressi e aspettiamo che il bilancio traduca realmente la possibilità di utilizzo delle risorse dei valdostani nel prosieguo dell'attività amministrativa, indipendentemente da chi amministrerà in quel momento.
Presidente - La parola al Presidente della Regione per delle precisazioni.
Spelgatti (LEGA VDA) - Vorrei precisare alcune questioni. Il fatto che sia realizzato con legge ordinaria: al di là del fatto che tra tutti i suoi carteggi non risulta il discorso delle norme di attuazione, ma comunque sia la legge ordinaria è più che sufficiente, perché vale il principio dell'intesa e, di conseguenza, non c'è assolutamente bisogno di avere una norma di attuazione. Ci avevamo ragionato anche noi di eventualmente pensare a un discorso di norme di attuazione, anche se non è necessario, però sottolineo che era letteralmente impossibile, visto che questo Consiglio si è rifiutato di nominare i membri della Commissione paritetica. In ogni caso non è un problema, perché, vale il principio delle intese: sono norme di rango costituzionale e il principio delle intese è sancito a livello costituzionale, quindi siamo tranquilli.
Sul discorso della sanità c'è poco da discutere. Non è che la Valle d'Aosta rinuncia a qualcosa, è che la Valle d'Aosta ha perso i contenziosi in via definitiva davanti alla Corte costituzionale, quindi c'è poco da discutere. Di conseguenza, adesso lo Stato chiede di compartecipare, ma il problema è stato risolto, perché siamo riusciti a lasciarli dentro le cifre che erano state concordate precedentemente.
Sul discorso di avere la restituzione dei soldi sotto forma di investimenti, anch'io avrei chiaramente voluto una quantità enorme di soldi tutti e subito, infatti la proposta iniziale alla base della trattativa era esattamente questa, poi chiaramente in una trattativa ci si deve fare delle reciproche concessioni, però il risultato finale è che abbiamo portato a casa 20 milioni di euro in più rispetto alla sua prima proposta come base di trattativa a cui lo Stato non ha risposto. Sono comunque contenta che perlomeno abbiamo chiarito - infatti lei non ha più rimesso in discussione il fatto - che la sua proposta era relativa a entrambi i contenziosi, per entrambe le cifre dei 144 milioni e dei 100 milioni. Le riconosco sicuramente il fatto che nel frattempo erano state chiarite ed erano state riportate a livelli di correttezza le cifre che venivano richieste dallo Stato. Io sto parlando del contenzioso. I piani sono mescolati: un conto sono le cifre che vengono chieste a regime (quella è una partita), mentre la partita del contenzioso è un'altra cosa. La partita del contenzioso riguarda i 144 e i 100 milioni, proprio perché è una definizione di contenzioso, cioè del pregresso. La partita di chiusura delle cifre a regime era stata chiusa in maniera assolutamente corretta, e io questo lo riconosco.
Presidente - La parola al consigliere Viérin per delle precisazioni
Viérin (UVP) - Le precisazioni sono due. La prima, Presidente, non ci metta in bocca cose che non abbiamo detto, perché noi ribadiamo che il suo accordo è molto diverso e in parte lo abbiamo ribadito nel primo intervento. Le ricordiamo che la nostra proposta era antecedente al secondo contenzioso, poi lei potrà ribadire quello che vuole. Non si preoccupi di quello che hanno proposto altri, si preoccupi dei soldi a cui ha rinunciato lei per la Valle d'Aosta. Quindi dei 244 milioni che la Valle d'Aosta contestava allo Stato, oggi voi avete accettato quelle cifre che lei ha citato. Noi avevamo fatto una proposta, prima di quel secondo contenzioso, chiedendo 60 milioni di euro subito. Questa è la ricostruzione.
La seconda cosa è che, nel cercare gli atti nei cassetti e nel Protocollo, probabilmente ci sono state delle sviste. Le faremo avere la norma di attuazione che è allegata alla proposta che è stata inviata all'epoca al viceministro Morando e al Presidente del Consiglio. Così lei avrà una ricostruzione completa e potrà effettivamente farsi un'idea giusta.
Presidente - La parola al consigliere Bertschy.
Bertschy (UVP) - Interveniamo nei toni di questa mattinata, quindi senza cercare per forza di avere ragione o di volere prevaricare rispetto all'opinione altrui. Noi abbiamo detto in maniera chiara che questo è un accordo che ci aspettavamo, che chi andava a governare doveva definire nei tempi e nei modi che riusciva a concludere in termini politici. Quindi la soddisfazione per aver concluso un accordo credo faccia parte di tutte le componenti politiche. Poi un accordo può essere valutato bene o male, a seconda di quello che contiene. Questo è un accordo che per noi è debole, non porta a casa il risultato che ci saremmo aspettati dalla Lega. Non perché la Lega ha poteri maggiori di altri, ma perché la Lega aveva annunciato, così come i vostri alleati di governo, che in questo contenzioso avremmo avuto molta più forza nel sostenere le nostre ragioni.
È un accordo invece che, a nostro avviso, poteva essere raggiunto da qualsiasi altra forza politica, perché è un accordo rinunciatario, e vengo alla parte che riguarda la sentenza che lei dice noi abbiamo perso. Lo Stato ci ha richiamato con quella sentenza a mantenere quei principi che fanno parte della nostra possibilità, data dall'articolo 116 della Costituzione, comma 1: la nostra autonomia differenziata. Noi, rispetto a questo, altrimenti non saremmo una Regione a Statuto speciale, non possiamo subire accordi unilaterali con lo Stato. Nel metodo e nella leale collaborazione si devono fissare le trattative politiche. La sentenza della Corte ci ha richiamato alla leale collaborazione, ma lo Stato non ha possibilità di imporci unilateralmente la sua modifica di legge.
La legge che è contestata, la legge finanziaria del 2015, l'articolo 680, se non ricordo male, prevedeva, in autocoordinamento con le altre Regioni ordinarie, l'obbligo di trovare un accordo, ma non l'obbligo da parte nostra di sostenere questo accordo, perché da parte dello Stato si sarebbero dovute trovare con le Regioni a Statuto speciale accordi bilaterali, che non sono arrivati e per questo noi non avevamo obblighi. Quello che mi preoccupa è che politicamente voi siete partiti da una base di partenza di debolezza, perché avete ritenuto che lo Stato potesse imporci queste cifre. Non è così. E mi dispiace in questo senso che non ci sia una difesa più autonomista da parte non tanto vostra, ma anche del nostro gruppo dirigente. Lo Stato non ci può imporre quelle misure! Se andiamo a fare un accordo, pensando che lo Stato lo possa fare, questo non va.
Lo dico perché ci siamo documentati anche noi, non lo dico per dire. Se vuole, abbiamo un parere. Non lo facciamo per fare polemica, però questo vale per tale partita come per le altre. Se partiamo dal principio che lo Stato ci può ancora imporre delle cose, al di là di quanto e come, noi rimaniamo più deboli su un piano di trattativa. Quindi la leale collaborazione è quella che deve unire la possibilità di un accordo, ma vale per noi come per lo Stato. Lo Stato in questi anni, rispetto a tutta una serie di situazioni, di leale collaborazione non ne ha dimostrata e mi stupisce anche che altre forze politiche abbiano in questo senso valutato positivamente quanto raggiunto.
Detto questo, finalmente c'è possibilità di programmare (a nostro avviso, poco e soprattutto poco nell'immediato) e vi chiederei, ma credo lo stiate facendo, di valutare quello che è previsto in finanziaria. L'articolo 63 della finanziaria di quest'anno prevede una cifra che non è quella prevista dall'accordo: 123 milioni di euro. Immagino che stiate pensando o stiate lavorando a un emendamento, perché lo stesso Stato non sta, nella sua programmazione finanziaria, tenendo in considerazione quello che ha da poco sottoscritto. Quindi in questi termini ci stanno le discussioni qua in Aula. Noi avremmo bisogno di risorse fresche oggi, non tanto risorse in contanti, ma risorse fresche per poter agire sul nostro bilancio, attivare quella manovrabilità fiscale della quale ci siamo dotati con la normativa di attuazione che abbiamo raggiunto, e provare a creare sviluppo nei prossimi anni. Purtroppo invece lo Stato fa questo per sé stesso, dimenticandosi del nostro territorio e della nostra piccola regione.
Presidente - La parola alla consigliera Pulz.
Pulz (IC) - Vorrei fare alcune riflessioni un po' più ampie tornando un attimo alla questione del contenzioso Stato-Regione. Riflessioni che implicano di tornare un po' indietro, perché credo che si debba permettere a tutti di seguire esattamente quello che stiamo dicendo.
Parlo del 2012, quando il Governo Monti approva, nell'ambito del decreto-legge chiamato spending review, una norma che impone a tutti, Regione Valle d'Aosta compresa, un contributo al risanamento della finanza pubblica. Il problema, almeno per qualcuno, è il contributo in sé, perché prevede un accantonamento sulle somme della compartecipazione erariale (per intenderci, i nostri dieci decimi), tesi estremistica questa che non tiene affatto conto dei doveri inderogabili di solidarietà sul piano dei rapporti finanziari. Eppure qui un problema c'è e riguarda il quantum. Il decreto prevede che a regime debbano essere le norme di attuazione degli Statuti a fissare l'importo dovuto da ciascuna Autonomia speciale nell'ambito dell'importo complessivo posto a carico delle Regioni. Nel frattempo si rimanda a un accordo sancito dalle Autonomie speciali in sede di Conferenza permanente.
Ma, come si sa, la regola del divide et impera ha sempre la meglio, le Autonomie speciali non si mettono d'accordo e quindi, come prevede lo stesso decreto-legge, è lo Stato a decidere unilateralmente con decreto ministeriale da emanare il 15 febbraio di ciascun anno. Lo fa - e cito - "in proporzione alle spese sostenute per consumi intermedi desunte per l'anno 2011 dal SIOPE (Sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici)". Un criterio questo che chiaramente è iniquo per le piccole realtà come la nostra, che porterà ad assegnare alla Valle d'Aosta una quota del 9,2 per cento, quando il criterio dell'incidenza del PIL, riconosciuto generalmente come criterio più equo in quanto sostanzialmente progressivo, assegnerebbe alla Valle d'Aosta una quota del 2,2 per cento.
Il contenzioso instaurato dalla nostra Regione sin dal 2012 è quindi giusto ed è condivisibile, ma, alla luce della giurisprudenza della Corte costituzionale, era ben difficile, nonostante alcuni argomenti certamente validi, sperare che si potesse arrivare ad avere ragione a trecentosessanta gradi. La Corte costituzionale ha sempre detto che le Autonomie speciali, anche se nel frattempo passate al regime di equilibrio del bilancio, rimangono soggette agli obblighi di risanamento della finanza pubblica. Che la strada maestra fosse, quindi, quella della ricerca dell'accordo in cui, com'è noto, ciascuna delle parti deve rinunciare a qualcosa, era già chiaro. E lo sanno bene l'UV, l'UVP e anche il PD che nella passata legislatura riuscirono a ottenere dal Governo centrale uno sconto sulle somme calcolate. Ricordiamo infatti che la legge di bilancio 2018 ha confermato il contributo, ancorché con importi in progressiva riduzione. La logica conseguenza di questo compromesso era l'accordo sul contenzioso pendente, con regolamentazione a regime del contributo.
Noi possiamo discutere all'infinito sulle somme: si poteva avere di più, si poteva avere di meno, esattamente come si poteva ottenere di più o di meno nella legge di bilancio 2018; si possono fare mille divertenti esercizi di fantapolitica. Dall'incontro tra Lega regionale e Lega nazionale forse ci si poteva aspettare di più per la Valle d'Aosta, ma, se al posto della Lega regionale ci fosse stato ad esempio l'Union Valdôtaine o qualcun altro, chi lo sa come sarebbe andata? Cambiando i protagonisti forse sarebbero cambiati i risultati: non lo sappiamo, questa è fantapolitica. Ma ci chiediamo: serve a qualcosa impostare così la discussione? Serve a spiegare ai cittadini la situazione in cui ci troviamo, il margine di manovra di cui disponiamo in questi tempi che sono obiettivamente difficili? La realtà è che la possibilità per lo Stato di chiederci di partecipare al risanamento della finanza pubblica esiste, così come esiste la norma della legge n. 196 del 2016, secondo la quale lo Stato può addirittura intervenire unilateralmente per assicurare il rispetto degli obblighi di finanza pubblica e l'equilibrio di bilancio, anche in caso di sentenze della Corte costituzionale. Anche se avessimo cioè vinto davanti alla Corte costituzionale, lo Stato avrebbe potuto intervenire per chiederci con una nuova norma lo stesso importo. Questo può anche non piacerci, ma dobbiamo partire da qui, se vogliamo parlare responsabilmente di questo argomento. Bisogna ricercare l'accordo, non illudersi di continuare a coltivare contenziosi che potevano portarci anche a sbattere la testa contro il muro, se ci piace.
Oggi questo accordo lo abbiamo e non ne abbiamo un altro. Il giochetto di chi è più autonomista, di chi avrebbe voluto di più, di chi avrebbe potuto di più e di chi pensava di ottenere di più è deleterio, così come sarebbe assurdo se d'altra parte la Lega - e sembra non farlo - si presentasse come la salvatrice della petite patrie, quando è chiaro a tutti che semmai in questo caso si è riusciti a ristabilire solo un po' di equilibrio in una situazione che ha messo già a dura prova le finanze regionali.
Noi crediamo che sarebbe nobile, se, nell'affrontare questo argomento, riuscissimo a conciliare le giuste rivendicazioni relative all'equità dei contributi con il principio di solidarietà, perché non dobbiamo dimenticare che i sacrifici, non sempre giustificabili, per il risanamento della finanza pubblica ricadono su tutti i cittadini e su tutte le Regioni italiane. A noi piacerebbe che si bloccassero un po' questi battibecchi tra vecchia e nuova maggioranza per poter ragionare finalmente insieme su che cosa fare davvero dei soldi che ci rimangono, e non sono pochi per fortuna! Magari potremmo così evitare, con la programmazione seria, gli errori gravissimi di chi ci ha governato in passato, senza alcuna progettualità e senza lungimiranza e pensando a rispettare, oltre allo Statuto, la nostra Costituzione che valorizza sì le autonomie, ma non gli egoismi, così come valorizza l'uguaglianza, ma non le discriminazioni che nella distribuzione delle risorse la Lega si ostina a portare avanti sia a livello centrale che nelle amministrazioni locali.
Presidente - La parola all'assessore Certan.
Certan (ALPE) - Io ho votato in Giunta questa delibera che, almeno a me, è stata presentata due minuti prima della votazione; anzi, cinque minuti prima, perché abbiamo avuto l'occasione di poter audire i coordinatori del Legislativo e delle Finanze. L'ho votato anche perché, come ha ripetuto lei in Aula oggi, non c'è niente da discutere. Questo è stato l'atteggiamento con il quale lei ha proposto questa delibera: prendere o lasciare, tanto io comunque vado a firmarlo e i numeri li ho. Non mi stupisce oggi la sua affermazione e credo che sia stato un po' il suo modus operandi in questa Giunta; forse è anche questa una delle ragioni per le quali oggi lei perde dei pezzi. Però non è oggi questo l'argomento.
Ripeto in aula quanto ho detto in Giunta: credo che da un punto di vista tecnico questo accordo possa essere considerato pulito, come ha detto lei, possa essere considerato positivo, poiché ci sta. In un momento di incertezze, ci sono delle certezze. C'è una divisione in annualità. In un momento di poche risorse o comunque di recessione ci sono delle entrate (poche), che almeno sono certe. Direi anche che, in un momento in cui si sono sommati diversi contenziosi su diversi piani, c'è stata la chiusura di tutti i contenziosi. Quindi direi che, da un punto di vista tecnico, con la spiegazione dei nostri tecnici e dei nostri coordinatori - che ci tengo anch'io a ringraziare per il loro lavoro, ci mancherebbe! - non posso che dire sia stato puntuale e anche positivo, da un punto di vista tecnico. Da un punto di vista politico - ripeto quanto ho detto e sostenuto in Giunta - invece, è stato un accordo al ribasso. La dimostrazione è che, quando ne avevamo parlato le prime volte, avevate detto che, pur chiedendo voi molto di più, l'Assessore alle finanze aveva detto che ci si stava muovendo sui 160 milioni di euro.
Non intervengo, ma sottolineo e ringrazio il consigliere Bertschy che ha precisato perfettamente il passaggio sulla sanità. Credo anche che - ha ragione la collega Pulz - con i se e con i ma non si vada da nessuna parte. Certo è che sul passaggio della sanità, se davvero questi investimenti o comunque questi soldi, queste risorse per la sanità, che erano dovute sicuramente allo Stato, ci fossero state, oggi noi le troveremmo sul bilancio sulla parte di investimenti, cosa che invece non è. Sarebbe stato equo allora, visto che si recuperavano dei soldi, lasciarli sulla sanità. Questo non è stato fatto e indica il perché non è stato possibile: queste risorse erano ritenute possibili, ma non c'era stato nessun accordo bilaterale, come prevedevano invece la legge e il regolamento.
Presidente - La parola al consigliere Bertin.
Bertin (IC) - Un breve intervento per una questione estremamente complessa che richiederebbe ovviamente molto più tempo per essere analizzata nel dettaglio. Certamente un fatto positivo c'è: d'ora in poi se non altro il contenzioso è stato definito e avremo, temporaneamente almeno, se non subentrano altre novità, una certezza delle entrate e la possibilità se non altro, diversamente da quanto si è fatto negli ultimi anni, di poter programmare in parte la nostra attività, sempre che non si manifestino nuove richieste o nuove variazioni. Questo è un fatto certamente positivo.
Detto questo, rispetto alle aspettative che erano state create in ragione della situazione politica in Valle d'Aosta e a Roma, questo accordo non può essere considerato come estremamente positivo. Addirittura una delle giustificazioni della nascita di questa maggioranza Spelgatti era, sostenuta anche dagli alleati, proprio giustificata dal fatto che la presenza della Lega a Roma, come ad Aosta, avrebbe avuto un effetto positivo sulla chiusura di questo accordo, creando aspettative che poi sono andate deluse, ma riabilitando, da parte anche di alcuni movimenti autonomisti facenti parte della sua maggioranza, la vecchia politica del rubinetto (se siamo con voi apriamo, se non siamo con voi chiudiamo) che, come avevamo già evidenziato nella discussione generale quando si è inaugurata la legislatura, è estremamente negativa.
Questa evidenzia una cosa che ripeto da tempi non sospetti: i rapporti con lo Stato non vanno impostati dal punto di vista politico e personale, perché poi alla fine i risultati non cambiano. Lo dico da tempo, per cui non posso essere accusato di fare delle polemiche del momento. I rapporti tra lo Stato e la Regione devono essere impostati in modo diverso, devono essere rapporti istituzionali e non legati a rapporti personali e addirittura di amicizia, perché si è dimostrato per l'ennesima volta che alla fine non cambia niente. O si ha la capacità di avere un rapporto serio e istituzionale con lo Stato e con questo impostare un lavoro, altrimenti puntare su una riabilitazione della politica del rubinetto e su rapporti personali e politici abbiamo visto in passato, e lo vediamo oggi, che non serve a niente e non dà grandi risultati.
Presidente - La parola al consigliere Rollandin.
Rollandin (UV) - Je crois que les différentes interventions ont mis en évidence un aspect important: le thème du financement à notre Région est à la base de la survie de l'autonomie. Donc, je profiterai du moment du débat sur le budget pour intervenir plus dans le détail de ce qu'a été dit à propos de cet accord.
Je crois que mon intervention soit liée surtout à certaines affirmations faites de la collègue Pulz. On banalise l'autonomie au point de dire que n'est pas une question d'autonomie, mais plutôt une question générale, qu'il faut voir les autres, que la Cour Constitutionnelle ne compte rien, que l'État ne peut quand même intervenir, mais je dois dire que n'est pas ainsi! Heureusement la Cour Constitutionnelle s'est prononcés et c'est une des raisons pour lesquelles le fait de devoir à l'État une certaine partie allait terminer en 2007-2008, selon l'interprétation que nous donnons, et c'était la raison pour laquelle on a arrêté de donner cette partie à l'État. Alors, il y a un argument très délicat, comme sur les interventions qu'ont été faites dans le temps. Nous serons à même dans le débat sur le budget d'illustrer ceux qu'ont été les investissements faits pendant cette période, qui étaient justement liés au fait qu'on avait la possibilité d'avoir des économies qui étaient faites, dans certains secteurs, pour aller faire des investissements.
Io credo che sia importante chiarire questo tema, altrimenti non ci capiamo più su quello che sta succedendo: perché si è fatto l'accordo, perché secondo noi questo accordo è al ribasso. Lo abbiamo detto fin dall'inizio e spiegato le motivazioni e poi lo faremo più attentamente durante questa discussione, perché, se lasciamo perdere certi interventi che si collegano con il discorso del SIOPE, è chiaramente - lei lo ha detto bene - un assurdo che certi interventi per la Regione Valle d'Aosta siano assolutamente non dovuti e quindi è logico che, per sostenere queste parti e per avere ragione, noi abbiamo dovuto fare ricorso alla Corte costituzionale, perché non si può immaginare che noi paghiamo quattro volte quello che pagano il Veneto o il Friuli. Queste sono le ragioni per le quali noi ci siamo da sempre trovati nella situazione di dover fare ricorso. E il ricorso portava a una cifra di 244 milioni di euro: oggi ne abbiamo 110 milioni, spalmati in sette anni. È una scelta che è stata fatta e che noi non condividiamo, ma avremo l'occasione e la possibilità di dimostrare perché questo tipo di impostazione non può essere sostenuta da una Regione a Statuto speciale, con l'autonomia che ha la nostra Regione.
Presidente - La parola al collega Lucianaz.
Lucianaz (LEGA VDA) - Bonjour à tout le monde, c'est la première fois que je prends la parole dans cette assemblée pour dire justement qu'heureusement on parle d'autonomie et que la Lega est bien sûr à faveur de tous les pas qu'on peut faire sur l'autonomie, en particulier l'autonomie financière. Donc, je crois que c'est surement dû aux accords du 1948, quand on a accepté un statut, qui ne prévoyait pas des règles fixes sur l'autonomie financière et tous les problèmes qui découlent delà, ne sont que la confirmation.
Je suis convaincu que la Lega est d'accord avec tous les autonomistes qui se proclament dans cette salle, pour bien étudier et renforcer nos principes autonomistes, si on veut rester un petit peu fidèles à cette belle page que la collègue Morelli nous a raconté aujourd'hui et pour rappeler ce qu'ont fait les valdôtains, il y a plus de soixante-dix ans et quelques.
Presidente - La parola alla consigliera Minelli.
Minelli (IC) - Vorrei integrare quanto detto dalla collega Pulz e rispondere alle osservazioni del collega Rollandin. Io non credo che ci sia una banalizzazione dell'autonomia e del valore che noi attribuiamo all'autonomia della Valle d'Aosta nelle osservazioni che sono state fatte. Credo invece che ci sia una visione, se vogliamo dire così, un po' diversa. Io ho avuto l'impressione, non tanto in questi mesi quanto in questi anni di governo autonomista, che il principale obiettivo e la linea di azione fossero improntati a una sorta di difesa a oltranza di quelli che devono essere dei diritti ma che alle volte sono dei privilegi. Credo sia giusto difendere i diritti, non credo che sia giusto puntare su quelli che sono invece dei privilegi. Io sono convinta che la visione più corretta dell'autonomia deve essere quella di un'autonomia responsabile, aperta ai principi di solidarietà. Senza entrare nel merito di quanto si sarebbe potuto ottenere di più da questo contenzioso, perché siamo partiti tutti dal presupposto, l'ha detto la stessa presidente Spelgatti, che l'obiettivo principale era quello, se possibile, di avere più denaro, la situazione è questa e, visto che spesso si ricorda che bisogna parlare per atti, rimaniamo a quelli che sono gli atti. Il fatto di aver ottenuto questa clausola di salvaguardia che da adesso in avanti stabilisce una quota fissa di quello che lo Stato chiederà alla Regione e quest'ultima dovrà versare, a me sembra la cosa più importante e che permetterà all'Amministrazione di organizzarsi di conseguenza.
Faccio presente anche, per rispondere all'osservazione della collega Certan che dice che i soldi sono troppo pochi: i soldi sono sempre troppo pochi, perché di soldi c'è bisogno per fare le cose, però è anche vero che la nostra Regione riceve 1300 milioni di euro all'anno dallo Stato, oltre ad altri finanziamenti diversi. Pochi giorni fa è uscito uno studio nazionale che parlava delle quote di denaro che lo Stato dà alle Regioni pro capite: è chiaro che noi abbiamo dei numeri più bassi rispetto alla popolazione, però gli studi in questo senso fanno riferimento proprio ai rapporti; rispetto a ciò io non credo che noi siamo in una situazione in questo momento più disagiata rispetto ad altre Regioni. E convinta come sono che dobbiamo difendere sì l'autonomia ma, allo stesso tempo, partecipare alle spese di uno Stato di cui facciamo parte, ritengo che la clausola di salvaguardia sia da salutare in senso positivo. Sul totale della somma che ci portiamo a casa credo che sia opinione di tutti che sarebbe stato meglio ottenere di più, ma non penso che fossimo nelle condizioni, indipendentemente da chi ha condotto la trattativa, di ottenere altro da questo.
Presidente - La parola al consigliere Chatrian.
Chatrian (ALPE) - Due considerazioni più di natura politica, che non tecnica. Io penso che, nel momento in cui si firmano degli accordi con lo Stato, ci sia sempre da discutere. Penso che all'interno di quest'Aula ci sarà la possibilità, nei prossimi mesi, nei prossimi anni di tornare a discutere e confrontarsi, soprattutto nel momento in cui si decide di prendere una certa strada e di firmare degli accordi comunque importanti per il nostro sistema regionale.
Un primo elemento è la fragilità. Perché fragilità? Qual è il rischio dal punto di vista politico e per la nostra autonomia? Il rischio è che i nostri cittadini dovranno far fronte a tale crisi economica con l'aumento della tassazione disposta dallo Stato, quindi c'è un rischio ed è un rischio reale. Il secondo è che noi dovremo ridurre i servizi e fare i conti con la carenza di risposte ai bisogni da soddisfare a livello locale, in un momento in cui i bilanci di Regione ed enti locali vengono ulteriormente ridotti, dovendo concorrere al risanamento della finanza pubblica.
Nessuno, per quanto ci riguarda, mette in dubbio che nel modello federale, anche se non lo è, una Regione a Statuto speciale debba concorrere, ma la questione è sul come. Nel momento in cui le regole del gioco lo Stato le modifica a monte, principalmente con la tassazione, noi indirettamente, ma a questo punto direttamente, saremo penalizzati senza se e senza ma e dovremo andare a spiegarlo a chi per scelta ha deciso di abitare in montagna, nei paesini piccoli con pochi servizi, dove avremo grandissima difficoltà a garantire i servizi essenziali. Questo è ciò che ci aspetta nei prossimi mesi e nei prossimi anni, se in maniera unilaterale lo Stato deciderà di modificare la tassazione del Paese. Noi avremo, a questo punto e con questo accordo, una certezza: è già stato deciso il nostro sostegno a concorrere per sempre! Non so se avete avuto modo di vedere quella tabella che, dal nostro punto di vista, spiega molto bene quale sarà il contributo certo della Regione autonoma Valle d'Aosta.
Secondo noi, questo è un accordo al ribasso. Lo diciamo senza fare nessuna polemica. Si poteva fare di più dal punto di vista finanziario? Forse sì, ma la Presidente ci ha spiegato che ha cercato di fare il possibile. Dunque oggi si sancisce che la Valle d'Aosta dovrà contribuire per sempre in quella maniera, anche se le regole saranno modificate e se a monte le tassazioni saranno nettamente diverse. Sarà difficile, ne sono sicuro - immagino ne siate consci - poter garantire servizi essenziali, laddove i numeri sono piccoli, ma dove il pubblico deve comunque garantire - e poi ci riempiamo la bocca in questo Consiglio di parole come piccole comunità, petite patrie, piccoli Comuni - quei servizi essenziali che già ora la Regione autonoma Valle d'Aosta ha delle grosse difficoltà a garantire. Poi, al di là della questione finanziaria, la sfida nei prossimi mesi e dei prossimi anni di come eventualmente garantire questi servizi essenziali, magari con nuove formule, nuove idee, nuove possibilità che forse ci obbligheranno a fare delle scelte non drastiche, ma delle scelte giuste e utili per i numeri più piccoli, e qui rientra la solidarietà all'interno del nostro modello. Solidarietà verso lo Stato sì, poi però ci vuole solidarietà fra Regione e Comuni piccoli e centri piccoli, perché altrimenti, se contribuiamo a ridurre il debito dello Stato centrale, dovremmo anche essere capaci di tenere in piedi le nostre piccole comunità.
Presidente - La parola all'assessore Gerandin.
Gerandin (MOUV') - Esprimerò il mio giudizio personale, essendo comunque una battaglia che negli anni ho portato avanti in quest'Aula, ma la cosa più importante è che a giudicare la bontà o meno di questo accordo dovranno essere i cittadini valdostani, che ne hanno già sentito parlare per vari anni e che un'idea se la saranno fatta sulla bontà o meno di questo accordo.
Parto da una premessa. Sarebbe auspicabile da parte di tutto il Consiglio che un accordo salvaguardato dal principio dell'intesa, venga in prospettiva ulteriormente tutelato con la normativa di attuazione. Sarebbe un auspicio su cui tutti in quest'Aula dovrebbero lavorare, al di là della collocazione politica in Parlamento.
Per quanto riguarda i contenuti ci terrei a sottolineare due cose. Uno è il discorso del contributo finanziario che dovremo fare negli anni e che, non ho problemi a riconoscerlo, è un lavoro iniziato dal presidente Viérin e dalla sua Giunta che, con un accordo con il viceministro Morando all'interno della finanziaria, aveva tracciato le prospettive per il contributo della Regione al risanamento della finanza pubblica. Altra storia il discorso del contenzioso, su cui io non vorrei soffermarmi troppo, perché penso che, quando si parla di risolvere un contenzioso, dobbiamo tenere conto di una realtà come la Valle d'Aosta la cui autonomia finanziaria è sempre debole perché, a differenza di Trento e Bolzano dove la riscossione dei tributi avviene direttamente da loro e poi viene versata allo Stato, è sempre assoggettata all'umore della parte politica, alle finanziarie e a quant'altro, per cui il viaggio è inverso. Se lo Stato con manovre finanziarie che non ci tutelano non ci riconosce i giusti trasferimenti, dal punto di vista economico e finanziario siamo sempre in difficoltà. Questo ci tengo a sottolinearlo, perché è una differenza sostanziale.
Ricordo anche che c'è una norma dello Stato che è un appiglio giuridico per dire che, qualora anche ci fossero dei pareri negativi o comunque lo Stato soccombesse di fronte a sentenze della Corte costituzionale, quest'ultimo può dire: non li do perché devo rispettare le regole europee. Questi sono dei passaggi che purtroppo troppe volte lo Stato fa e questo ci indebolisce ulteriormente. Per cui, ripeto che la bontà dell'accordo la giudicheranno i valdostani.
La cosa che voglio sottolineare, perché l'ho detto tante volte in quest'Aula, è che ci sono alcuni aspetti chiaramente positivi. La prima domanda che mi pongo è come mai questo accordo viene fatto solo nel 2018, considerato che le altre Autonomie speciali, Trento e Bolzano, l'hanno fatto nel 2014 e tutte le altre Regioni a statuto speciale, Friuli, Sardegna e altre, l'hanno concluso nel 2015. Per cui il mio primo rammarico è relativo soprattutto alla tempistica: perché non si è fatto questo accordo quando l'hanno fatto gli altri? Questo ha un significato molto particolare, a mio parere, perché ricordo le cifre: noi nel 2014, in assenza di accordo, abbiamo contribuito al risanamento della finanza locale per 237 milioni, nel 2015 per 245, nel 2016 per 240 e nel 2017 per 207 milioni di euro. Io penso che, se un rammarico può esserci, deve essere quello del perché non siamo riusciti a farlo prima; questo è un quesito che continuo a pormi. Poi penso che ognuno, quando si trova nel difficile ruolo di amministrare, debba, soprattutto quando tratta con lo Stato, arrivare a delle soluzioni immediate. Certo che, se avessimo potuto portare a casa di più, sarebbe stato importantissimo! Per cui i rapporti politici, se hanno portato a chiudere questo accordo, ben vengano. C'erano anche prima dei raccordi politici, ma peccato che non ci siamo neanche mai seduti a un tavolo per chiudere un accordo.
Detto questo, io non voglio assolutamente polemizzare oltre e ho detto che saranno i cittadini a valutare. Io però ho una convinzione e di questo ne sono certo: questo accordo obbligherà chiunque sarà al Governo a lavorare, una volta tanto, con una programmazione, nel senso che avrà sicuramente una certezza di risorse, potrà lavorare per tempo su un DEFR, per tempo su un bilancio e soprattutto potrà programmare. In conclusione ritengo che magari avere subito queste risorse sarebbe stato meglio, ma averle in conto investimenti, per quanto mi riguarda, è un bene per la Valle d'Aosta, perché significa che saremo obbligati a investire e non solo a spendere in spesa corrente.
Presidente - La parola al consigliere Testolin.
Testolin (UV) - Ognuno ha espresso i suoi punti di vista, però bisognerebbe riportarli anche a una storicità di quanto accaduto nel tempo e, partendo dalla fine, dall'intervento del collega Gerandin, credo che vada ribadito come nel 2014, 2015 e 2016 vigeva un patto di stabilità che imponeva a tutte le Regioni di restituire una parte di risorse, che veniva stabilita in base a dei principi che non erano assolutamente equi. Sono principi che andavano rivisti in quella sede, e tuttora è da rivedere questa ripartizione tra le Regioni a Statuto speciale.
Detto questo, non è una mancanza di volontà, ma è una circostanza che ci ha obbligati. Partendo da qua e per andare a specificare alcuni interventi di altri colleghi, ritengo oltremodo importante chiarire come nel tempo le norme di attuazione, che sono state un po' il trait d'union per cercare di realizzare da un punto di vista pratico quello che la nostra autonomia ci concede da un punto di vista giuridico e per quelle che sono le responsabilità di amministrare in maniera autonoma in merito a determinati argomenti, sono quelle che ci hanno permesso nel tempo di dare delle risposte puntuali. Non sono dei privilegi, non sono dei regali, ma sono una assunzione di responsabilità che con il trasferimento dei dieci decimi o nove decimi, a seconda dei casi, ci permettono di amministrare la nostra Regione, come abbiamo fatto nel tempo, dando delle risposte puntuali che, da qua in avanti, dovranno essere magari ridimensionate. Dobbiamo prendere atto, e ne parleremo anche dopo nella variazione di bilancio, che queste criticità si manifestano quotidianamente quando si pensa di fare dei grandi investimenti, ma se non ci sono risorse alla base è difficile avere la possibilità di dare tutte quelle risposte che avremmo voglia di dare.
Chiudo con una battuta, sul discorso di tracciare questa possibilità di utilizzare le risorse suppletive che fanno parte di questi 120 milioni. Noi ribadiamo che non siamo soddisfatti, ma possiamo permetterci di dirlo, quando questi diventano un surrogato dei 20 milioni di euro di "Italia sicura", che dovevano essere delle risorse che lo Stato ci aveva promesso e che ci aveva indicato come spendibili sul nostro territorio, proprio per dare quelle risposte alla sicurezza del nostro territorio, che in questo momento deve fare fronte a enormi criticità anche da un punto di vista idrogeologico e ambientale. Mi sembra anche di capire che questa necessità di utilizzare tali fondi sia un po' per pararsi le spalle nei confronti di una inadempienza da parte dello Stato che ha promesso prima e ci ha fatto programmare con tutta una serie di interventi, con tutta una serie di carteggi e con tutta una serie di richieste, tutta una serie di attività che dovevamo attuare sul nostro territorio e che purtroppo non abbiamo potuto mettere in campo, perché a un certo punto ci hanno detto che queste risorse non c'erano più. Mi sembra che anche questo tipo di aspetti, al di là di spiegazioni argomentate in maniera anche un po' incomprensibile per chi ci ascolta - mi permetta, Presidente -, probabilmente dovrebbero essere fonte di riflessione per contrattare in maniera più decisa e funzionale ad avere delle risposte e dei ritorni più importanti per la nostra Regione, ma in base alle nostre prerogative e le nostre possibilità di ottenere qualcosa, e non svendendo magari un accordo, che io capisco che ci dia un minimo di tranquillità dal punto di vista dei numeri, che però non ci tutela assolutamente da un punto di vista né politico né delle nostre prerogative costruite nel tempo.