Oggetto del Consiglio n. 3281 del 7 marzo 2018 - Resoconto
OGGETTO N. 3281/XIV - Interrogazione: "Notizie dell'esistenza di un protocollo specifico per le donne vittime di violenze che si rivolgono al Pronto Soccorso".
Grosjean (Président) - Point n° 13 à l'ordre du jour. La parole à l'Assesseur Bertschy pour la réponse.
Bertschy (UVP) - Il Consigliere Padovani chiede se il protocollo specifico per le donne vittime di violenza che si rivolgono al Pronto Soccorso è attivo: sì, esiste un protocollo aziendale e, se ha piacere, le posso dare copia, in modo che abbia la possibilità di leggere tutto quello che viene organizzato e articolato in questi casi gravi e preoccupanti. Esiste un protocollo aziendale dal 2009 sulla gestione - a partire dal Pronto Soccorso - della violenza sessuale nei confronti di soggetti di sesso femminile ed è tuttora in corso di validità. Tale protocollo definisce le modalità operative di presa in carico della persona rispetto alle attività e alle professionalità da attivare nel Pronto Soccorso, alle dimissioni o al ricovero e al follow-up. A questo si aggiunge un protocollo operativo sottoscritto nel 2004 tra l'Assessorato della sanità, salute, e politiche sociali e l'azienda (Struttura Medicina d'urgenza) che definisce la procedura per collocare con urgenza una donna residente in Valle d'Aosta, sola o con figli minori, nell'ambito del servizio L'Arcolaio di prima accoglienza per donne sole o con figli minori.
Aggiungo anche che recentemente, con il DPCM 24 novembre 2017, sono state approvate le linee guida nazionali per le aziende sanitarie e le aziende ospedaliere in tema di soccorso e assistenza sociosanitaria, percorso per le donne che subiscono violenza. Si tratta di linee guida di indirizzo e orientamento per le aziende sanitarie e ospedaliere in tema di soccorso e assistenza sociosanitaria alle donne vittime di violenza, che dovranno trovare applicazione entro e non oltre un anno dalla loro entrata in vigore (il DPCM è stato pubblicato il 30 gennaio 2018). Il percorso dovrà garantire una tempestiva e adeguata presa in carico delle donne a partire dal triage fino all'eventuale accompagnamento ai servizi dedicati presenti sul territorio per elaborare un progetto per la fuoruscita della violenza. Gli attori della rete, il Servizio sanitario nazionale, i Centri antiviolenza, le Case rifugio, le Forze dell'ordine, la Procura della Repubblica e gli enti territoriali potranno formalizzare protocolli operativi di rete strutturati che garantiscano il raccordo operativo e la comunicazione tra la struttura sanitaria ospedaliera e i servizi territoriali.
Le Regioni devono adoperarsi affinché le aziende ospedaliere diano attuazione alle linee guida. A tal fine le strutture competenti dell'Assessorato hanno già dato comunicazione all'azienda di intraprendere il percorso di recepimento del nuovo atto e vigileranno sulla sua attuazione che comporterà una revisione del protocollo del 2009. Tale obiettivo è stato recepito anche dal Forum permanente contro le molestie e la violenza di genere, organismo interistituzionale istituito con la legge regionale 25 febbraio 2013, n. 4, e nella predisposizione del nuovo Piano triennale antiviolenza 2018/2020 porrà attenzione sia alla formulazione di protocolli operativi, adeguandoli alla rete già esistente, sia alla progettazione di iniziative formative dedicate al personale sanitario, compreso quello convenzionato dedicato, insieme alle reti antiviolenza territoriali e alla presa in carico sociale e sanitaria delle donne che subiscono violenza.
Seconda domanda: "quali siano i dati e i risultati di tale protocollo". Il protocollo consente una presa in carico coordinata tra i vari professionisti delle donne nelle associazioni in parola. L'articolo 1, comma 2, della legge regionale 25 febbraio 2013, n. 4, specifica che per "violenza di genere" si intende "qualsiasi forma diretta o indiretta e qualsiasi grado di violenza sessuale, fisica, psicologica ed economica, di minaccia di violenza, di molestia, di stalking e di persecuzione rivolte contro le persone in ragione della loro identità di genere, indipendentemente dall'orientamento religioso, sessuale e dall'etnia e dalle persone coinvolte vittime o artefici della violenza". I dati relativi alle donne prese in carico per la violenza di genere sono riferiti al 2015, 2016 e 2017, e sono differenziati in codice. Per quello che riguarda il 2015 sono i seguenti: codice giallo 9 interventi, codice verde 85, codice bianco 78, per un totale di 172; nel 2016 in codice giallo erano 9, in codice verde 43, in codice bianco 69 per un totale di 121; nel 2017 in codice verde erano 39, in codice bianco 52 più un'altra casistica, per un totale di 98. Le lascerò la risposta, perché credo che non riesca a prendere appunti. Sono indicate anche le nazionalità riferite al Pronto Soccorso, di modo che si possa avere un dato anche riguardo a questo elemento, e poi gli esiti delle dimissioni, come sono state portate avanti le cure e tutto il completamento dell'attivazione del protocollo.
Si precisa infine che nel dicembre 2017 alcune strutture dell'Ospedale Umberto Parini, tra cui il Pronto Soccorso - credo che questo dato possa essere riferito, poiché si sta ponendo all'attenzione in termini politici ma anche in termini sanitari e sociali - hanno ottenuto la conferma di due bollini rosa per il biennio 2018/2019 da parte dell'Osservatorio nazionale sulla salute della donna che è impegnato nella promozione e nella tutela della salute femminile. Nello specifico non è riferito evidentemente a questo, ma è un tema che negli obiettivi di gestione dell'azienda è fortemente all'attenzione delle direzioni, dei medici e di tutte le strutture ospedaliere. Le lascerò la risposta con le tabelle affinché abbia i dati precisi, sarà sicuramente più semplice per lei poterli analizzare.
Président - La parole au collègue Padovani pour la réplique.
Padovani (CC-MOUV) - Grazie Assessore per la risposta.
Colgo l'occasione per dire come mai ho fatto questa iniziativa: perché la violenza di genere, che giustamente come ha detto lei può essere di vario tipo (psicologica, fisica, sessuale o altro) è una questione estremamente grave - ce lo raccontano anche i numeri da lei citati nella sua risposta - poiché ben sappiamo che non tutte le persone che la subiscono hanno il coraggio e la forza di denunciarla. Sappiamo di tanti casi che non vengono denunciati per paura o per debolezza da parte di chi la subisce, casi che non permettono di denunciare e di risolvere questa grave questione.
La ringrazio e le sono molto grato per la disponibilità a fornirmi i dati per iscritto; sono dati molto ampi e lunghi, quindi mi è molto utile averli per poi predisporre eventualmente nuove iniziative.