Oggetto del Consiglio n. 3168 del 24 gennaio 2018 - Resoconto
OGGETTO N. 3168/XIV - Interpellanza: "Situazione occupazionale dei dipendenti dell'ex stabilimento Lavazza di Verrès".
Farcoz (Président) - Point n° 30 de l'ordre du jour. La parole au collègue Gerandin pour l'illustration.
Gerandin (CC-MOUV) - Un tema ormai ricorrente quello della Lavazza, nel senso che è stato oggetto di iniziative, ricordo quella del 22 giugno 2016, quella del 22 ottobre 2016, che ho condiviso con il collega Roscio. Sembrerà strano, Assessore, ma le prime due domande che le pongo sono esattamente le stesse che ho posto nell'interpellanza discussa il 22 ottobre 2016.
La vicenda Lavazza penso che sia a conoscenza di tutti, ha cessato la produzione il 21 luglio 2016 e dopo quella data oltre 40 dipendenti hanno usufruito della cassa integrazione straordinaria a partire da gennaio 2016 con decreto del Ministero, emanato a maggio del 2016, con scadenza fissata al 20 gennaio 2017. È un percorso molto triste per una realtà industriale, che - dispiace ricordarlo - era una realtà industriale in attivo, per cui non era la classica fabbrica in perdita che doveva essere chiusa, faceva parte di una multinazionale. Tutti pensavamo che avesse addirittura la possibilità di ampliare, perché si è parlato per un periodo di nuovo stabilimento, di ampliamento di stabilimento e quant'altro.
Torniamo su questo argomento perché già il 22 giugno 2016 si parlava di manifestazioni di interesse che c'erano. Nell'ottobre 2016 (leggo le risposte) in questo stabilimento in cui Lavazza - mi pare di ricordare, mi corregga se sbaglio, Assessore - paga ancora l'affitto dei locali, mi diceva l'allora Assessore Donzel che "ci sono macchinari per la produzione di caffè di proprietà dell'Amministrazione regionale per un valore superiore a 2 milioni di euro". Si era detto di certe difficoltà che c'erano di relazionare con la Lavazza, che aveva iniziato a smontare... però c'era una sorta di disponibilità, sempre manifestata da parte di Lavazza di lasciare almeno visitare, con tutta una serie di cautele, questi stabilimenti. Veniva detto in risposta ad ottobre 2016 che, proprio per risolvere delle situazioni così delicate come quelle dello stabilimento Lavazza, era stata fatta la legge n. 8/2016, "che permette di finanziare i grandi investimenti attraverso un meccanismo di bando, che stiamo redigendo e portando a termine proprio in questi giorni, esiste oggi allo studio un progetto che ha delle ricadute occupazionali...", di modo da permettere di dare una risposta a queste persone. Ora, sappiamo che i numeri non sono più 40, nel senso che qualcuno ha fatto altri tipi di scelte, però noi volevamo fare proprio il punto della situazione e capire qual era lo sviluppo di questo stabilimento, perché comunque viene ribadito in tutte le risposte che mi sono state date che ci sono manifestazioni di interesse soprattutto di investitori esteri. Ci viene anche ribadito che comunque bisogna rispettare una sorta di privacy, per cui non tutte le cose possono essere esternate, tutto vero.
Noi non è che vogliamo pregiudicare alcun tipo di trattativa, però siamo ormai a quasi due anni dall'inizio di questa vicenda, vorremmo capire lo stato dell'arte della situazione occupazionale dei dipendenti dello stabilimento Lavazza, anche perché si parlava di possibilità di utilizzo del Fondo sociale europeo per la riqualificazione e ricollocazione. C'erano tante prospettive aperte, però erano quelle prospettive che ad un certo punto impongono la necessità di fare un punto della situazione per capire se questo stabilimento ha prospettive, se c'è la possibilità eventualmente di riutilizzarlo, ricollocarlo, trovare la possibilità di rivitalizzarlo e soprattutto qual è la situazione di questo personale. Sicuramente mi risponderà che tanti hanno fatto altre scelte, che qualcuno ha accettato anche il trasferimento mi pare di ricordare a Gattinara, comunque ci sono ancora delle famiglie che sperano che questo stabilimento riprenda a vivere.
Presidente - La parola all'Assessore Guichardaz per la risposta.
Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Il dossier Lavazza, com'è noto, come lei ha evocato, ha una genesi antica. La chiusura dell'azienda risale al 2015 e nel frattempo ciascun Assessore che si è succeduto ha cercato di affrontare il problema immaginando soluzioni diverse a seconda anche delle prospettive di rilancio o meno del settore del caffè e dell'azienda. Quando mi sono insediato, non ho avuto particolari consegne dai miei predecessori, tant'è che ho dovuto in parte ricostruire i rapporti e gli "abboccamenti" che nei mesi precedenti erano stati messi in atto. Non è facile, mancando alcune parti non scritte o coperte da riserbo, ricostruire in aula il dossier Lavazza. Posso però dire che il nostro indirizzo è di chiudere il più presto possibile il rapporto con Lavazza, che, come noto, non ha alcun interesse a riattivare la produzione, ma che comunque - non va dimenticato - ha un contratto di locazione fino al 2022, ciò nell'ottica di recuperare ad un uso più consono lo stabile, che è attualmente inutilizzato dalla Lavazza, la quale ha come unico impegno contrattuale di lasciare le strutture sostanzialmente come le ha trovate, naturalmente al netto del normale degrado dovuto al passare degli anni e all'utilizzo.
Considerato che le principali linee di produzione sono state completamente smantellate dalla Lavazza, rimangono una serie di attrezzature di proprietà regionale e della stessa Lavazza, che non sono purtroppo di alcun interesse commerciale essendo state costruite molto tempo fa e per le peculiari lavorazioni che avvenivano proprio nello stabilimento di Verrès. Considerato che ad oggi non è stato manifestato né a me, né a VdA Structure alcun interesse per l'insediamento di una nuova attività di lavorazione analoga a quella di Lavazza, che peraltro ci avrebbe permesso magari di riassorbire, anche attraverso delle clausole sociali, parte del personale e che le trattative pregresse non hanno trovato seguito, non posso svelare in questa sede il contenuto - come ricordava lei prima - di queste trattative e neppure gli interlocutori, ma credo che voi ne siate parzialmente a conoscenza, perché sono state anche queste in parte condotte giustamente dal precedente Assessore alle attività produttive. Dicevo che, considerato che non è stata manifestata alcuna intenzione da parte delle industrie del caffè (molto poche peraltro) di riprendere la lavorazione interrotta e che sono sostanzialmente tramontate altre ipotesi immaginate dai miei predecessori, abbiamo aperto un dialogo con Lavazza per capire le loro intenzioni ed eventuali spazi di trattativa. Ci siamo ritrovati all'inizio proprio del mio mandato con i vertici nella sede torinese e abbiamo intrapreso - questo glielo posso dire - una seria interlocuzione di cui non possiamo, per gli ovvi motivi che lei ha evidenziato prima di riservatezza e di opportunità - motivi, tra l'altro, formalmente assunti proprio con un contratto di riservatezza proprio dal mio predecessore -, dare qui conto. Garantiamo però che stiamo perseguendo ogni possibile percorso per recuperare all'uso più consono la struttura, fermo restando - è bene ribadirlo ancora una volta - che con Lavazza vi è un contratto regolare di locazione valido fino al 2022 e che questo non può essere risolto unilateralmente.
Riguardo ai primi due quesiti, questa è la situazione così com'è stata riportata dagli uffici: a seguito di procedura di mobilità, sono stati licenziati in totale dalla Luigi Lavazza S.p.A. 48 lavoratori, di cui 36 si sono presentati ai centri per l'impiego regionali, di questi 36 lavoratori 7 risultano occupati a tempo determinato; 1 a tempo indeterminato; 1 ha già avviato un'attività autonoma; 3 lavoratori prossimi alla pensione, o molto vicini ai requisiti pensionistici non hanno usufruito dei servizi specialistici perché non interessati; 1 interessato ad avviare un'attività in proprio non ha rinnovato il patto di servizio con i centri per l'impiego; 23 lavoratori hanno partecipato a laboratori di accesso ai servizi e ad almeno un colloquio di incontro domanda/offerta, con conseguenti segnalazioni alle aziende in caso di richieste di personale.
Parallelamente al ragionamento sulla struttura che le ho evidenziato prima, stiamo immaginando ulteriori strumenti di politica attiva; abbiamo coinvolto per questo anche la Chambre des entreprises, le rappresentanze sindacali e datoriali per reindirizzare la formazione professionalizzante, o riprofessionalizzante, così da colmare quel difetto di comunicazione tra imprese e soggetti formatori che ho potuto verificare nei primi giorni del mio insediamento. Immaginare strumenti di politica attiva senza la consapevolezza delle reali necessità da parte delle aziende è del tutto inefficace.
Volevo infine accennare al fatto che i nostri uffici stanno alacremente lavorando per ripristinare gli incentivi all'occupazione, come vi avevo già accennato in un'altra occasione con risorse provenienti in buona parte dai fondi europei. Preannuncio che a brevissimo potremo attivare un piano programmato di incentivi che tenga conto anche di situazioni di inoperosità forzata dovuti a crisi aziendali come quella di Lavazza. In ogni caso, collega Gerandin, io sono disponibile a rispondere in modo più puntuale e più articolato anche proprio nella sede anche più riservata della commissione ad eventuali altri dubbi che lei può manifestare, non c'è alcun problema da parte mia.
Président - La parole au collègue Gerandin pour la réplique.
Gerandin (CC-MOUV) - Penso che sia una triste pagina, sono sicuro che lei sia d'accordo con me. È davvero una triste pagina, perché quando si sentono questi numeri... provo a seguire la traccia che mi ha elencato, quando mi dice che tutti gli Assessori hanno immaginato delle soluzioni... ma oggi siamo a due anni e mezzo da questa crisi e non c'è nulla di concreto, non mi interessa dire chi è più o meno colpevole. Lei mi ha detto di non aver ricevuto nessuna consegna dai suoi predecessori, ma, quando io fatto delle iniziative, chi mi ha risposto (l'allora suo compagno di percorso politico) ha detto ben altre cose: ci ha detto che c'erano contatti, c'erano manifestazioni di interesse, si parlava di gruppi esteri, sembrava quasi che il percorso fosse non solo tracciato, ma che fosse ben definito. Dico questo, ma lo dico con rammarico, non mi importa assolutamente nulla di dire chi è più colpevole, però quando di fronte a una dichiarazione dell'allora Assessore, che mi ha quantificato il valore dei macchinari in una cifra superiore a 2 milioni di euro, lei mi dice che sono rottamaglia, che probabilmente dovremo pagare qualcosa per smaltirli, penso che qua non ci sia più un discorso di visione politica, qua mi sa tanto di informazioni di comodo date per probabilmente superare il contesto molto delicato. Io non posso che ringraziarla di quello che mi ha detto. Sinceramente la ringrazio, perché per la prima volta forse abbiamo un'operazione verità su questo percorso. Forse bisogna un po' di più preoccuparsi, perché comunque era dominio di tutti che il 20 gennaio del 2017 sarebbe scaduta la cassa integrazione. Adesso lei mi risponde che cii sono 36 iscritti del Centro per l'impiego, qualcuno ha dovuto aggiustarsi e probabilmente ha fatto di necessità virtù, ma ci sono ancora 23 lavoratori che hanno fatto un colloquio e lei mi dice giustamente: "queste persone se non sono riqualificate, se non hanno corsi di formazione, come le impieghiamo?". Io sono preoccupato e avverto amarezza, perché quando mi si dice che si vuole chiudere il rapporto con la Lavazza, che ha un contratto fino al 2022, che è facoltà eventualmente della Lavazza tenerci in ostaggio fino a quell'anno, l'importante è che paghino l'affitto, questa è materia contrattuale sulla quale non può fare nulla né lei, né io e significa che il rischio è che ci teniamo quel monumento fino al 2022, poi quando Lavazza sarà fuori, avremo uno stabilimento improduttivo in centro al paese di cui non avremo neanche idea di cosa farne.
Non mi interessa neanche parlare più di tanto, io penso che i fatti valgano più delle parole in questo caso e la ringrazio perché forse per la prima volta abbiamo qualche elemento di verità. Mi dispiace dirlo, perché nelle iniziative che ho fatto prima probabilmente qualcuno mi ha raccontato un mondo di fantasia, un mondo di gestioni molto personalistiche delle problematiche, dove le vere vittime sono i lavoratori. Non è così che si fa politica, non è così che si cerca di fare gli interessi dei lavoratori! Ricordo chi in quelle occasioni, rispondendomi, faceva l'offeso, perché i sindacati avevano chiuso un accordo a cui non aveva partecipato, ma forse a giusta ragione non l'avevano convocato, perché se questa è l'attenzione che aveva per i lavoratori, magari era meglio se la politica stava fuori da ogni tipo di accordo! Mi dispiace, io penso che sia una preoccupazione e un dispiacere condiviso da tutto il Consiglio, perché questo è il fallimento della politica!