Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 3166 del 24 gennaio 2018 - Resoconto

OGGETTO N. 3166/XIV - Interpellanza: "Motivazioni della chiusura delle liste di prenotazioni sanitarie".

Farcoz (Président) - Point n° 28 de l'ordre du jour. La parole au collègue Chatrian pour l'illustration.

Chatrian (ALPE) - Come gruppo, abbiamo voluto presentare questa iniziativa su un tema che questo Consiglio ha avuto modo di affrontare non tante volte, penso poche volte, un tema di livello nazionale. Solo qualche giorno fa proprio il quotidiano La Stampa descriveva la criticità che tutte le Regioni hanno per quanto riguarda le liste di attesa, le difficoltà di dare delle risposte dal punto di vista pubblico ai pazienti, ai propri cittadini. Vorrei rileggere qualche passaggio che proprio il quotidiano fa a livello nazionale mettendo in luce principalmente due concetti: il primo "che ci sia qualcosa - questo quanto dichiara il giornalista - di opaco nel rapporto tra visite a pagamento e gestione delle liste d'attesa lo indica il rapporto annuale sugli ospedali, curato proprio da un centro specializzato"; il secondo, invece, un modo per aggirare le liste d'attesa sembra che sia quello, confermato dall'ISTAT, che il 9,7 percento delle famiglie italiane (2,7 milioni di assistiti) richiede una visita a pagamento prima di affrontare terapie o operazioni chirurgiche. "Un modo per aggirare le liste d'attesa, perché il medico che fa la visita a pagamento è poi in grado di agevolare gli interventi successivi - questo è un po' quello che mette in evidenza il giornalista - altrimenti i tempi sono lunghi, specie nei casi di risonanza, TAC e mammografia, per le quali si supera anche un anno, sei mesi, un anno e mezzo. Che pagare in sanità non sia spesso una libera scelta lo dimostra un altro dato del rapporto AIOP: la prima causa indicata dal 46,5 percento degli assistiti e di ben 40 miliardi di spesa sanitaria privata è da far risalire proprio alle liste troppo lunghe". È una criticità che esiste a livello nazionale ed esiste anche a livello regionale. Abbiamo voluto predisporre questa iniziativa per conoscere e sapere lo stato dell'arte, la fotografia, cosa succede, cos'è successo e cercare di capire le motivazioni che ci sono a monte di criticità, di cause, se a monte c'è la mancanza di programmazione. Lo scorso Consiglio abbiamo avuto modo con il collega Bertschy di affrontare diversi temi della sanità valdostana, quindi la volontà di questa iniziativa è di capire se esistono innanzitutto delle criticità legate alle liste d'attesa. Su questo abbiamo contezza che ci sono delle criticità soprattutto in certi reparti e le motivazioni... se è una motivazione di poca programmazione, se è una motivazione di poca organizzazione o di non essere in grado ad organizzare comunque il lavoro per poter dare delle risposte puntuali al paziente, o se è invece una mancanza di fondi, o se è invece una mancanza di risorse umane nei posti giusti, nei settori mancanti e se a monte non c'è stata una programmazione.

C'è una legge nazionale che comunque vieta la sospensione delle liste. Praticamente non si possono chiudere le agende, le liste, nel senso che un paziente valdostano se ha un'impegnativa del proprio medico, deve poter accedere alla lista, che sia pubblica o che sia per il tramite di un medico intramoenia (privato), in modo da poter avere la possibilità di fare la sua visita in tempi stretti. Oltretutto, oltre ad esserci una legge nazionale che ci obbliga a non chiudere le liste e le agende, c'è anche una delibera di Giunta regionale. Noi abbiamo non legiferato, ma abbiamo invece deliberato. Il Governo regionale nel 2011 ha deliberato e ha declinato gli obblighi, le casistiche, i criteri, i programmi, le agende chiuse, il perché eventualmente si deve sospendere l'erogazione di un servizio, le motivazioni e soprattutto i punti di caduta. Sinceramente noi siamo un po' preoccupati, perché in Valle d'Aosta ci sono delle presenze di prenotazioni chiuse. Ci sono delle agende chiuse, ma a tutti i livelli. A livello dei quattro poliambulatori e anche a livello centrale di ospedale e dell'altro centro in via Guido Rey. Ai cittadini valdostani quindi non è stato consentito prenotarsi per una visita o per una prestazione strumentale, perdendo di fatto il diritto garantito per legge di accedere alle cure. Sapendo a priori, a monte che le liste erano chiuse su determinati settori, gradiremmo quindi capire dall'Assessore competente: "se nel triennio ultimo ci sono state chiusure di liste di prenotazioni e - soprattutto - le motivazioni della chiusura", quali sono queste motivazioni; "se fra i motivi delle chiusure rientrano le carenze d'organico e, se sì, se si tratta di carenze programmabili". Se parliamo di pensionamenti, parliamo di aspettative o altre cessazioni dal servizio che erano programmabili, che si sapevano già a monte, anche perché la nostra azienda è composta da figure apicali: Direzione generale, personale, dipartimenti e poi via via c'è una gerarchia ben chiara che obbliga il responsabile a mettere in evidenza a tutti i superiori se ci sono delle criticità e se si sa già - siamo al 24 gennaio 2018 - che fra tre anni quattro cardiologi andranno in pensione... da oggi si deve già sapere e quindi bandire dei concorsi in modo da non creare dei disguidi alle famiglie e ai cittadini. Ci deve essere quella minima organizzazione del buon padre di famiglia, soprattutto qua non stiamo parlando di buon padre di famiglia, ma di manager, di dirigenti, di persone che dovrebbero organizzare e programmare.

La terza domanda che facciamo al Governo è: "quali interventi o sanzioni in applicazione della normativa nazionale e regionale sono stati adottati dall'Amministrazione regionale o dall'USL". Lo Stato ci obbliga a non chiudere le liste, il cittadino valdostano deve avere sempre la possibilità di prenotarsi. Se così non è stato, la domanda che vorremmo porre al collega è di chi è la responsabilità e, se c'è un responsabile o i responsabili, se sono stati sanzionati, sennò perché non sono stati sanzionati.

La quarta domanda: "in caso di carenza di organico preventivabile quali sono i motivi per cui non si è proceduto preventivamente alla sostituzione, a chi devono essere ascritte eventuali responsabilità manageriali e organizzative".

Chiudo facendo ancora un ultimo passaggio importante. L'Azienda USL ha una sua autonomia. Indubbiamente all'interno dei passaggi che facevo poc'anzi: Direzione generale, Ufficio personale, Capo della struttura, Capo del dipartimento, a monte c'è la politica, c'è il Consiglio regionale, c'è l'Assessore e c'è il Governo regionale che ha un compito: quello di creare le condizioni. Se ci sono delle criticità, chi mette in campo eventualmente delle risorse, chi eventualmente dà una risposta puntuale alle criticità dell'azienda? Deve essere il Governo regionale. Chi ha in mano l'indirizzo, chi mette il carburante e soprattutto dove mettere il carburante tocca alla politica che deve dare l'indirizzo all'azienda, anche perché l'azienda avrà segnalato tutte queste criticità per il tramite del Direttore generale, del Capo dipartimento, del Capo della struttura, della Direzione generale e dell'Ufficio personale alla politica, al Governo regionale. Questa è un po' la fotografia, per quanto ci riguarda, dell'iter amministrativo, ma l'obiettivo è di conoscere da parte del Governo regionale, invece, la nostra fotografia per quanto riguarda le liste, i motivi delle chiusure, se ci sono state le chiusure delle liste e quali sono le azioni che l'azienda intende mettere in campo.

Président - La parole à l'Assesseur Bertschy pour la réponse.

Bertschy (UVP) - Grazie collega Chatrian. Come giustamente fa osservare lei, è un tema importante, delicato e che attiene ad una buona organizzazione dell'azienda, funzionale a garantire servizi efficienti ai cittadini. L'interpellanza è molto precisa a riguardo delle problematiche che possono derivare dalla chiusura delle prenotazioni e delle agende. Nella sua presentazione ha fatto un discorso più generale sulle liste di attesa, che credo si possa rimandare ad una discussione puntuale su ogni argomento, le liste d'attesa sono da anni tema di discussione. Come diceva giustamente lei, la delibera è del 2011, ma da anni all'azienda vengono assegnati obiettivi per lavorare sulle liste d'attesa e diciamo che questi obiettivi non sempre hanno portato a quell'efficienza che si immaginava.

Per quello che ci riguarda, ci sono due presupposti che vanno migliorati per poi venire alle sue domande puntuali: da un lato, l'organizzazione, l'erogazione funzionale sul territorio di più presidi, di punti di erogazione delle visite specialistiche; dall'altro, un'appropriatezza da parte in particolare di medici di medicina generale di queste visite, perché ancora oggi la confusione che a volte si determina nel cittadino è data dalla categoria di iscrizione della visita; tra il programmabile e l'urgente passa una bella differenza e a volte un cittadino è convinto di avere diritto ad una prestazione in certi termini, ma se gli viene assegnata attraverso una tempistica differente da quella che si aspettava, quando poi va a fare la prenotazione, non risponde alle sue esigenze. Stiamo lavorando quindi in questo senso anche per migliorare l'informazione e i rapporti tra territorio e specialisti per far sì che diventi sempre più efficiente questo aspetto, come stiamo lavorando per garantire un Centro unico di prenotazione vero e proprio, perché ancora oggi all'interno del servizio sono numerose le agende che ogni specialista si apre e questo non permette un'efficiente erogazione del lavoro che deve essere reso ai cittadini.

Detto questo, nell'interpellanza si cita il problema legato alle chiusure delle liste d'attesa, che è cosa diversa dalla sospensione dei punti di erogazione della prestazione del servizio. Io credo e immagino - in questo senso ho lavorato anche per la risposta - che si intenda come chiusura la sospensione, perché la chiusura di una lista d'attesa senza assegnazione del servizio è una violazione della legge, che non può essere che oggetto di una fortissima segnalazione e sanzione.

Per quanto riguarda la nostra situazione, dopo anni che sono stati assegnati questi obiettivi, a dicembre 2016 l'azienda si è dotata di un regolamento per la prenotazione delle visite che ad un certo un certo punto evidenzia e regolamenta l'attivazione e la sospensione in erogazione delle prestazioni specialistiche ambulatoriali, un regolamento che indica in maniera precisa cosa c'è da fare in queste situazioni e dall'anno scorso c'è evidenza di quello che succede. Voi chiedete un triennio, negli anni passati non abbiamo evidenza, per quanto riguarda il 2014 e 2015, di quest'attività di questa organizzazione. In quest'ultimo periodo questo avviene e direi che fa parte della buona organizzazione che si sta cercando di mettere in campo. Oltre a questo, si è disciplinato all'interno di questo regolamento, nel caso di sospensione dei servizi, di non creare dei problemi e soprattutto dei costi maggiori ai cittadini. In caso di sospensione del servizio, il regolamento prevede una precisa attivazione di procedure che permettono, o attraverso lo spostamento del punto di erogazione della visita, o attraverso l'attivazione della libera professione, che il cittadino ottenga, nei tempi dovuti e programmati per il suo intervento, la lista. In questa prima fase di applicazione del regolamento c'è stata nell'autunno scorso una nota fortissima di richiamo da parte del Direttore generale a far sì che a questo regolamento venga applicato, adottato e che vengano messe in atto da parte dei direttori di struttura le necessarie procedure per far sì che tutto questo non comporti dei problemi ai cittadini.

Nella prima domanda si chiede: "se nel triennio ultimo ci sono state chiusure di liste di prenotazione e le motivazioni delle chiusure", chiusure non ce ne sono state, ci sono state delle sospensioni e possiamo rendicontare quello che è successo nel 2017, perché di prima non c'è evidenza (il regolamento è del tardo 2016). Queste sospensioni hanno riguardato aree che sono andate in difficoltà vuoi per problematiche sopravvenute, vuoi per difficoltà di organizzazioni di servizio. A monte già dall'anno scorso, ma da quest'anno si starà ancora più attenti, è importante che l'azienda pianifichi, rispetto alla sua capacità di organizzazione dei carichi di lavoro, i servizi che può sostenere per i cittadini, nel senso che, al di là delle carenze di organico, bisogna costruire una piattaforma di organizzazione delle visite che permetta all'Azienda di sostenere le visite che con il proprio organico può sostenere e che indichi metodologie differenti, quindi prestazioni differenti di servizi per andare a sostenere le visite che, con la propria forza lavoro, non riesce a sostenere. Va migliorata quindi - ed è oggetto di attenzione da parte dell'Azienda in questo momento - anche l'organizzazione sull'anno della capacità di risposta lavorativa. Nel triennio precedente quindi ci sono state delle sospensioni, se vogliamo citarne alcune: su Cardiologia su Donnas, su Dermatologia, su Oculistica per dei brevi periodi, su Ortopedia, Reumatologia e Radiologia. Le sospensioni però sono state regolamentate e quelle che non sono state regolamentate sono state oggetto di richiamo nell'ottobre 2017, se i motivi delle chiusure, che io intendo sospensioni, sono dovuti alla carenza...

(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)

... non potevano parlare a quel punto di erogazione... ma chiusure della lista non risultano dagli atti che sono a disposizione della Direzione, su questo, se ci sono dati più precisi, evidentemente bisognerà intervenire, anche perché c'è un regolamento.

"A cosa sono dovute queste chiusure, se ne siamo a conoscenza e come intendiamo porre rimedio": le chiusure in generale sono dovute all'organizzazione del lavoro, ma soprattutto ad una programmazione che d'ora in avanti sarà triennale sulle risorse, sul personale, sulla fuoriuscita dei pensionamenti e sulle difficoltà che si vivono in certi settori, quindi una programmazione dei concorsi triennale, non più annuale e una programmazione anche delle borse di studio su base triennale. Tra l'altro, abbiamo, con il bilancio approvato, portato da due a quattro le borse di studio per le specializzazioni di giovani medici. Gli interventi messi in atto glieli ho evidenziati, quindi una nota di richiamo a tutti i direttori di struttura e una valutazione caso per caso di quello che sta succedendo.

L'ultima questione, l'organizzazione e la disciplina della libera professione per non far restare fuori dai servizi i cittadini: "in caso di carenza di organico preventivabile, quali sono i motivi per cui non si è proceduto preventivamente alla sostituzione, a chi devono essere ascritte eventuali responsabilità manageriali e organizzative". Evidentemente, per quello che mi riguarda e anche la direzione strategica, si lavora da qualche mese per il futuro. Sulle carenze di organico e sulle difficoltà organizzative, su alcune si stanno facendo delle valutazioni, perché la mancanza e assenza di alcuni concorsi e soprattutto l'attenzione rispetto a certi servizi poteva sicuramente essere data prima. In questo momento si sta cercando di recuperare e soprattutto di attivare tutte quelle procedure che servono per evitare di trovarsi nella stessa situazione. Crediamo che, con una programmazione triennale di ambo le questioni - quella dei concorsi e quella delle borse di studio -, si possa cominciare a lavorare diversamente per il futuro.

Président - La parole au collègue Chatrian pour la réplique.

Chatrian (ALPE) - Cercherò di soppesare gli aggettivi, perché l'ultima volta mi ha ripreso che avevo esagerato, dicendo che eravamo all'anno zero, ma su queste liste di attesa non so che tipo di aggettivo utilizzare. Ho capito nella sua risposta le difficoltà che ha avuto nel rispondere, purtroppo, a questa nostra iniziativa. Probabilmente c'è tanto da fare su questo, collega Bertschy. Io penso che sia il momento di spiegare alla comunità e ai valdostani che siamo scarsi. Mi spiace dirlo, mi sembra di aver capito molto bene dalla sua risposta che le criticità sono numerose.

Per quanto riguarda la prima domanda, io non so come intende lei "chiusura delle liste" o "sospensione delle liste". Io le faccio quattro esempi, nel senso che le persone, i cittadini non potevano prenotarsi. I cittadini valdostani non potevano prenotarsi nel 2017 in tanti settori, collega Bertschy. Nel settore della Dermatologia principalmente un semplice cittadino valdostano non poteva prenotarsi, se può verificare gentilmente... non poteva prenotarsi nell'Oculistica, nella Radiologia e nell'Ortopedia.

Ad un certo punto si è chiusa l'agenda a Donnas di Cardiologia, una considerazione che vorrei fare è: perché a Donnas? Uno si chiede: ci sarà una programmazione, per quale motivo è stato chiuso a Donnas e non a Châtillon? È difficile capire, nel mentre perché chiudono a Donnas e ad Aosta, invece, abbiamo due ambulatori aperti. Le liste d'attesa chiudevano a Donnas o a Châtillon, ma ad Aosta erano aperti tutti e due gli ambulatori. Uno si chiede se ci sia qualcuno a monte che programma, che organizza, che crei le condizioni al cittadino e non vorrei mai che ci fossero cittadini di serie A e di serie B. Quelli del territorio sono di serie B e quelli vicini alla cintura di Aosta sono di serie A. Sono tutti elementi, collega Bertschy, che le do come spunto per fare meglio. Il nostro obiettivo è sempre dire: "ci sono delle criticità, non stiamo andando bene, altri sono più bravi di noi, dobbiamo essere un po' più bravi e soprattutto dobbiamo fare meglio". Le liste quindi erano chiuse nel 2017 su tanti reparti, o utilizziamo il termine del collega "sospese", ma il risultato è lo stesso: il cittadino di Chamois che voleva prenotarsi per la Dermatologia, in certe settimane non ha potuto in tutta la Valle d'Aosta, quindi la criticità, ahimè, c'è.

La seconda domanda era molto puntuale, mi è spiaciuto che non mi abbia risposto, perché se alla prima domanda la risposta è: "sì, ci sono delle criticità e le liste erano sospese, o chiuse", perché non ci ha spiegato quali sono i motivi delle chiusure o delle sospensioni. Si tratta di una carenza di programmazione? In parte lei lo ha detto. Probabilmente siete stati scarsi a programmare, probabilmente siete stati scarsi ad organizzare. Sto parlando del 2017, non andiamo a scomodare il 2000, 2005, 2010, parliamo del passato recente 2017, però una risposta più puntuale sul punto n. 2 l'avrei gradita. Se lei non ci risponde al punto n. 2: di chi è la responsabilità e perché nessuno ha programmato...la sintesi è una mancanza di programmazione, una mancanza di organizzazione. Chi ci perde? Il cittadino, soprattutto quello delle fasce sociali basse, come ha detto molto bene lei, perché sovente non conosce perfettamente la macchina pubblica e amministrativa e quindi alla fine va a pagare delle prestazioni che invece dovrebbero essere pubbliche.

Alla terza domanda lei mi dice che i motivi delle chiusure non rientrano nelle competenze, quindi nessuna sanzione.

Per quanto riguarda la quarta domanda: "in caso di carenza di organico, quali sono i motivi per cui non si è proceduto preventivamente...", sembra che non ci siano dei responsabili. Nessuno è responsabile, perché ci sono delle zone carenti, nessuno è responsabile perché le liste sono lunghe e le attese sono lunghe e per di più le liste erano bloccate e chiuse.

Ancora una considerazione per quanto riguarda la CUP, è proprio su quello che probabilmente numerosi medici stanno sollecitando i dirigenti dell'Azienda a dire se abbia senso la Centrale unica di prenotazione, o se non sia meglio che i singoli dipartimenti o le singole strutture si organizzino per dare delle risposte puntuali ai cittadini che oggi non hanno. Io penso che su quello sia utile ragionare, ragionare se ha senso la centralizzazione, o se invece ha senso che ogni singola struttura dia delle risposte puntuali al paziente.

L'ultima battuta. Ho fatto una piccola prova per capire di che cosa stiamo parlando, Cardiologia: per fare un ecocardiogramma, ho telefonato l'altro ieri, la prima disponibilità è al 31 maggio a Morgex, la seconda disponibilità è il 5 giugno a Châtillon e la terza disponibilità è il 23 luglio ad Aosta. Io penso che forse dobbiamo essere un po' più bravi, un po' più coraggiosi e dobbiamo fare la differenza dove abbiamo competenza, mettiamo tante risorse e soprattutto cerchiamo di spiegare ai valdostani che c'è tanto da fare e si deve fare soprattutto meglio.