Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 3163 del 24 gennaio 2018 - Resoconto

OGGETTO N. 3163/XIV - Interpellanza: "Revisione delle disposizioni relative all'accertamento della conoscenza della lingua francese per l'assunzione di medici specialistici".

Grosjean (Président) - Point n° 25 de l'ordre du jour. La parole au collègue Cognetta pour l'illustration.

Cognetta (M5S) - Questa interpellanza nasce da lontano: esattamente dal dicembre 2015, quando il mio collega Ferrero presentò un'interpellanza analoga chiedendo la modifica delle disposizioni relative all'accertamento della lingua francese per chi doveva ricoprire incarichi dirigenziali in settori tecnici e manageriali della pubblica amministrazione. In quell'occasione l'allora Presidente Rollandin disse che non c'erano delle buone ragioni per derogare da quanto veniva fatto fino a quel momento, perché è vero che ci sono livelli diversi tra un insegnante che deve conoscere e, di conseguenza, insegnare il francese e altre situazioni, ma un medico deve altresì colloquiare con un paziente eventualmente francese e farsi capire e comprendere quali sono i problemi. Fin qui non c'è nulla da dire, tranne il fatto che su un quotidiano on line - è un articolo dei primi di gennaio di quest'anno - il Direttore generale dell'USL dice che effettivamente il francese andrebbe rivisto, cioè la questione del francese di fatto è un ostacolo per avvalerci di professionalità che arrivano da fuori Valle in certi ambiti dell'USL, che sicuramente non sono coperti a tutt'oggi e che faticano ad essere coperti proprio perché spesso lo scoglio rimane il francese. Qui non si dovrebbe fare una questione esclusivamente politica "francese sì/francese no", il problema è tecnico secondo il mio punto di vista. Se noi abbiamo dei problemi all'interno dell'USL, all'interno delle risposte che dobbiamo dare ai cittadini rispetto a delle malattie o comunque a dei problemi che hanno e questi professionisti trovano difficoltà a venire a lavorare da noi, mi chiedo e le chiedo, Assessore, se non sia il caso di rivedere quest'ostacolo, quanto meno nella misura in cui viene chiesto un livello tale per cui diventa difficile da superare per chi non ha conoscenza, non ha fatto gli studi qui. Io penso che tutta questa materia andrebbe in qualche modo rivalutata, quindi do ragione al Direttore generale dell'USL, secondo il quale "il francese andrebbe rivisto e forse in questo momento, in cui c'è un po' più di serenità dal punto di vista politico, si può rimettere mano alla questione". Ora, la serenità non so dove l'abbia vista, però se dice che c'è, io concordo e quindi le chiedo sostanzialmente che cosa avete intenzione di fare.

Président - La parole à l'Assesseur Bertschy pour la réponse.

Bertschy (UVP) - Per quanto riguarda la discussione sulla frase citata dal Direttore generale sulla serenità, credo che la stessa sia stata estrapolata da un contesto molto più articolato da quello dell'esposizione del lavoro che sta facendo in azienda. Il tema del francese ciclicamente, che poi torna anche all'interno dell'aula consiliare, è un tema oggetto di discussione e di approfondimento credo anche in altri territori: per esempio, a Bolzano sui tempi determinati sono state trovate soluzioni che vanno in quella direzione, ma è rimasta la prova di francese per i tempi indeterminati.

L'appeal che il modello sanitario deve ritrovare, anche per recuperare l'attenzione dei professionisti, a nostro avviso, va al di là della semplice prova di tedesco, che è una lingua che si può e si vuole difendere come rapporto anche di identità per il nostro territorio e che, come tutti sappiamo, rispetto alla differenziazione delle prove è di altra natura rispetto all'accesso di altri posti di lavoro. In questo caso, rispetto alla questione che ponete, il lavoro che stiamo cercando di fare, insieme alle forze sindacali e alla Direzione strategica, è un'analisi complessiva della necessità che c'è di ritrovare elementi che permettano ai professionisti di guardare con più attenzione ai nostri concorsi. È vero però che l'anno scorso sono state bandite circa 20 procedure concorsuali, con un'ottantina di candidati e 32 non si sono presentati, se ne sono presentati 48 di cui 5 non hanno passato la prova, quindi, rispetto a chi si è presentato, l'elemento di sbarramento è un elemento molto debole. Quello che stiamo cercando di fare è capire se chi non si è presentato ha visto in questo elemento di sbarramento, il problema per ottenere la prova concorsuale. Quello che emerge in questo momento che sono stati banditi tanti concorsi in altri territori è che comunque la perifericità del nostro presidio e la presenza anche di una popolazione più ristretta, che non consente la libera professione in maniera così marcata rispetto ad altri territori, sono gli elementi che più forse mettono in difficoltà l'attenzione verso il nostro modello sanitario, però questo non vieta di fare un ragionamento complessivo tra le cose che si stanno discutendo che riguardi anche questo argomento, soprattutto per certe situazioni. Noi riteniamo che al momento non ci sono motivi per derogare, non ci sono motivi sufficienti. Verranno assunti due cardiologi, due anestesisti, in quest'ultimo periodo è stato fatto il concorso da primario per l'Anestesia, è stato riorganizzato il Reparto di dermatologia, che, tra l'altro, era stato oggetto di tutta una serie di problemi l'anno scorso. Ci sono quindi medici in fuga, ma sono anche arrivate professionalità che stanno prendendo servizio e altre che prenderanno servizio.

À ce moment donc nous croyons qu'il n'y a pas de suffisantes et de bonnes motivations pour déroger.

Président - La parole au collègue Cognetta pour la réplique.

Cognetta (M5S) - Assessore, nelle sue parole si evince che tecnicamente aggiunge un problema ad un problema, è esattamente il contrario. Se qui siamo poco attrattivi, perché siamo periferici - come ha detto lei - e siamo anche poco attrattivi perché ci sono pochi abitanti, quindi non c'è la possibilità di fare grande libera professione, aggiungiamoci pure l'esame di francese e penso che i problemi aumentino anziché diminuire. Io capisco che lei deve mantenere una posizione ideologica rispetto alla sua collocazione all'interno dell'arco costituzionale, però il problema resta, perché, quando uno si prende un certo tipo di malattia e il professionista sa parlare il francese, ma non riconosce la malattia, uno poi se lo attacca il francese. È questo quello che, ahimè, ogni tanto può accadere, perché i professionisti non vengono a fare l'esame e quello può creare qualche problema nell'ambito della selezione. Senza nulla togliere al Direttore generale, che anche, secondo me, sta facendo un lavoro soddisfacente, ma il punto non è questo: il punto è che se non gli si danno gli strumenti per migliorare la qualità del lavoro che fa, non è che può fare lui la scelta del francese, la scelta del francese, Assessore, dovremmo farla noi. Voi continuate a far finta di nulla, pensando che così in qualche modo avete la "riserva indiana" di professionisti che potete tutelare, ma non funziona così. I problemi sono molto più grandi, dovreste ad un certo punto passarvi una mano sulla coscienza e mettere al primo posto la salute dei valdostani e al secondo la sistemazione degli amici con il francese, tutto qui. Ci sono mille modi per mediare questa cosa: si possono fare dei corsi dopo che sono arrivati e poi far loro fare il concorso; si possono fare dei concorsi di livello più basso; si possono fare concorsi solo per quanto riguarda l'orale e non lo scritto visto che ci deve parlare con il paziente e non deve scrivere. Ci sono milioni di modi per risolvere il problema salvaguardando le posizioni ideologiche. Il problema però rimane e noi non lo affrontiamo, perché dobbiamo difendere il francese, non ha un grande senso, Assessore, questa risposta, mi dispiace.