Oggetto del Consiglio n. 3027 del 22 novembre 2017 - Resoconto
OGGETTO N. 3027/XIV - Interpellanza: "Intendimenti in merito alla presentazione di un provvedimento legislativo per la regolamentazione delle figure professionali di onicotecnico e di lashmaker".
Rosset (Presidente) - Punto n. 10 dell'ordine del giorno. Per l'illustrazione, ha chiesto la parola il collega Cognetta, ne ha facoltà.
Cognetta (M5S) - Ci sono diverse figure professionali per le quali non c'è una codifica specifica; esistono sul mercato tantissime professioni che purtroppo vivono questo problema, in particolare mi occupo di due situazioni: una è quella dell'onicotecnico, una persona che lavora per le unghie (ricostruzione e altre questioni relativamente alle unghie), e l'altra è quella del lashmaker, che si occupa dell'estensione delle ciglia, queste due figure professionali non hanno una codifica. Nella regione Lazio ce l'hanno, ce l'ha in particolare l'onicotecnico che, guarda caso, invece in Friuli Venezia Giulia entrambe queste professioni sono escluse dal lavoro dell'estetista, perché spesso succede che l'estetista si mette anche a fare questo tipo di operazioni, anche se la differenza sostanziale tra queste due professioni e l'estetista è che queste due non toccano l'epidermide, non toccano la pelle, mentre l'estetista invece può fare operazioni che la toccano e che sono più invasive.
Considerato che laddove non c'è regolamentazione, c'è un po' di Far West e quindi, sia da un punto di vista fiscale che da un punto di vista della salute, può succedere di tutto; considerato che ad Aosta c'è però un minimo, lei saprà sicuramente che c'è un barlume di regolamentazione per quanto riguarda l'onicotecnico, chiedo all'Assessore competente di interrogarsi se ha intenzione di fare una legge che regolamenti queste due figure professionali. Anche perché sono figure che, per accedere ad una qualifica corretta, hanno bisogno sostanzialmente di un anno: sei mesi di corso, più altrettanti di stage, quindi di pratica, perché non sono proprio cose fatte in maniera molto semplice, anche se tanti si improvvisano e questo chiaramente lede la professionalità di chi invece ha una capacità e magari ha fatto degli studi.
Presidente - Per la risposta, ha chiesto la parola l'Assessore Guichardaz, ne ha facoltà.
Guichardaz (PD-SIN.VDA) - L'attività di estetista è regolamentata dalla legge n. 1/1990. L'articolo 1 definisce la declaratoria, se la possiamo definire così, il profilo professionale dell'estetista, ricomprendendo in questo tutte le prestazioni - si detta proprio così -, i trattamenti eseguiti sulla superficie del corpo umano, il cui scopo esclusivo prevalente sia quello di mantenerlo in perfette condizioni, di migliorarne e proteggerne l'aspetto estetico, modificandolo attraverso l'eliminazione e l'attenuazione degli inestetismi presenti. L'attività di lashmaker, ovvero l'applicazione - come ha accennato lei - di extension per ciglia, è una professione emergente che non è stata ancora oggetto di regolamentazione, la quale presuppone (su questo siamo d'accordo) comunque nozioni di tipo anatomico, mediche e, tra l'altro, un'ottima capacità di concentrazione per evitare danni alla salute del cliente. Il lashmaker utilizza, tra l'altro, materiali tipo colle particolari ed extension che devono essere certificati e ad altissima qualità proprio per evitare danni alla zona oculare che, com'è noto, è una zona del corpo estremamente delicata ed esposta.
Relativamente all'attività di onicotecnico va fatta una distinzione a seconda che si tratti di applicazione di unghie artificiali e quella di ricostruzione di unghie artificiali: nel primo caso la mera applicazione di protesi è considerata attività artigianale, mentre la ricostruzione viene considerata come una prestazione eseguita sulla superficie del corpo umano e quindi assimilabile a quelle proprie dell'attività di estetista di cui alla legge n. 8/1990. Se vuole, le lascio poi un approfondimento che richiama una serie di pareri di alcune commissioni regionali per l'artigianato, di fatto gli organi amministrativi di tutela del settore dell'artigianato, che, in modo abbastanza univoco, attestano che le attività di onicotecnico rientrano a pieno titolo nella professione per la quale occorre titolo di estetista.
Come lei giustamente ha fatto rilevare, la Regione Lazio prevede un corso regionale finalizzato alla formazione della figura professionale di onicotecnico. Tale corso - mi dicono gli uffici - ha una durata di 200 ore, vale esclusivamente per l'apertura di un "nail center" nel Lazio. La Regione Veneto ha previsto invece specifiche disposizioni sull'attività di onicotecnico attraverso un provvedimento del Consiglio regionale del Veneto all'interno del collegato alla legge di stabilità regionale del 2017. Le norme sono state impugnate tramite il Dipartimento per gli Affari regionali, per quanto riguarda la legittimità costituzionale del provvedimento approvato in Consiglio regionale, proprio dalla Confartigianato imprese di Varese in quanto l'introduzione di nuove figure professionali spetterebbe allo Stato e non alle singole Regioni.
Una questione, peraltro, di cui abbiamo dibattuto qualche anno fa quando parlavamo di altre figure professionali, sulle quali le Regioni non possono regolamentare perché sono di pertinenza esclusiva dello Stato. Attualmente pertanto tutte le Regioni italiane, tranne il Lazio e il Veneto, hanno adottato una linea di comportamento uniforme considerando l'attività di onicotecnico quale parte integrante dell'attività di estetista, in attesa che l'attuale legge nazionale sull'estetica sia modificata non soltanto per l'attività di tecnico delle unghie ma anche per attività emergenti come quelle di make-up artist e lashmaker. Interpellata, tra l'altro, a tale proposito la Chambre Valdôtaine, alla quale abbiamo chiesto un parere, abbiamo avuto conferma che anche la Valle d'Aosta ha adottato questa linea.
Solo un'annotazione rispetto al suo richiamo alla Regione Friuli Venezia Giulia per segnalare che nel suo repertorio delle qualificazioni regionali i servizi alle persone, gestione, erogazione di trattamenti e servizi di trattamenti estetici e di acconciatura sono delle attività di realizzazione dei trattamenti estetici e di benessere fisico, che comprende l'esecuzione - scrive proprio il repertorio - "di principali trattamenti dermo-estetici per il viso e per il corpo, anche con l'ausilio di macchinari", pertanto, pur non essendo contemplata la specifica attività di lashmaker, la medesima è compresa nell'attività svolta dall'estetista. Se le interessa, io ho fatto fare una ricerca dagli uffici abbastanza articolata, potrà sicuramente anche servirle per completare le informazioni che io oggi le ho dato un po' sommariamente per non entrare troppo nello specifico.
Presidente - Per la replica, ha chiesto la parola il collega Cognetta, ne ha facoltà.
Cognetta (M5S) - Assessore, ha centrato il punto. Il fatto è che viene tutto demandato all'estetista e qui c'è un errore tecnico secondo me: che il campo d'azione dell'estetista è talmente vasto che chi vuole occuparsi solo di lavorare con le unghie deve per forza diventare estetista. È una cosa che non ha senso, se io voglio fare solo un pezzetto, oppure se io voglio soltanto lavorare sull'estensione delle ciglia, anche lì devo fare il corso da estetista, che è lunghissimo, ma non è attinente, perché mentre l'estetista non fa una formazione specifica, perché fa una piccola parte a volte all'interno del corso di estetista (ma non basta), dall'altra parte, invece, c'è bisogno di una grossa specializzazione. Io capisco che a livello nazionale si è scelta una strada, ma se il Lazio è riuscito a fare un'altra strada, vuol dire che in qualche modo potremmo farla anche noi. Cosa ha fatto il Lazio sostanzialmente? Ha fatto un corso di formazione specifico, lo ha creato e con questo protocollo ha di fatto definito sostanzialmente ciò che è quel lavoro, senza creare una professione ex novo, ma dicendo sostanzialmente che, per fare quel tipo di lavoro, devi seguire quel corso, in sostanza ha aggirato la norma. Comprende? È chiaro che le estetiste in questo caso avrebbero un po' meno lavoro, però è anche vero che così sblocchiamo il lavoro a persone che adesso lo stanno facendo: intendo quello dell'onicotecnico e del lashmaker, perché non è neanche giusto preservare solo una categoria rispetto ad altre.
Il fatto che poi l'associazione di categoria, l'associazione da lei interpellata, abbia dato questo indirizzo specifico, non è di per sé esclusivo come ragionamento, perché ci sono anche persone che non sono rappresentate da categorie, come accade per i sindacati e come accade per tante altre cose. Chi si è rivolto a me quindi sostanzialmente lamentava anche questo: il fatto che non trovava un'associazione di categoria che in qualche modo desse il "la" ad un certo tipo di ragionamento. È un po' questo: bisogna capire sul territorio cosa succede e poi, al di là delle istituzioni che sono formalizzate e cristallizzate su certe situazioni, capire invece come si evolve il mercato e cercare di seguirlo, o quanto meno di normarlo, che sarebbe il nostro lavoro poi di fatto.