Oggetto del Consiglio n. 3018 del 22 novembre 2017 - Resoconto
OGGETTO N. 3018/XIV - Comunicazione e presa d'atto delle dimissioni rassegnate dal Signor Ego Perron dalla carica di Assessore al bilancio, finanze, patrimonio e società partecipate. (Reiezione di un ordine del giorno)
Rosset (Presidente) - Punto n. 4 all'ordine del giorno.
Il Presidente della Regione, con lettera in data 13 novembre 2017, protocollo 8985/GAB., mi ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7, comma 5, della legge regionale 7 agosto 2007, n. 21, e dell'articolo 9, comma 5, del Regolamento interno per il funzionamento del Consiglio regionale, la lettera in data 10 novembre 2017 con cui il signor Ego Perron rassegna le proprie dimissioni dalla carica di Assessore al bilancio, finanze, patrimonio e società partecipate. L'articolo 7, comma 5, della legge regionale 7 agosto 2007, n. 21, e l'articolo 9, comma 5, del Regolamento interno per il funzionamento del Consiglio regionale prevedono che le dimissioni degli Assessori, presentate al Presidente della Regione, sono trasmesse al Presidente del Consiglio, che ne dà comunicazione al Consiglio nella prima sessione o adunanza utile, e diventano efficaci dalla data di presa d'atto da parte del Consiglio regionale da effettuarsi nella medesima adunanza, e che il Presidente della Regione assuma ad interim le funzioni assessorili fino all'elezione del nuovo Assessore. Si propone, pertanto, che il Consiglio prenda atto delle dimissioni rassegnate dal signor Ego Perron dalla carica di Assessore al bilancio, finanze, patrimonio, società partecipate ed assuma gli eventuali provvedimenti conseguenti.
Come previsto e concordato nella riunione della Conferenza dei Capigruppo, gli interventi consentiti per ogni singolo Consigliere sono di dieci minuti per il primo intervento e di cinque minuti per il secondo. Ci sono richieste di intervento?
Ha chiesto la parola il Consigliere Borrello; ne ha facoltà.
Borrello (AC-SA-PNV) - Questa XIV legislatura passerà alla storia per tanti avvenimenti che si sono susseguiti, però, ahimè, poco di carattere politico. Anzi, nel corso del mio intervento cercherò di sottolineare gli aspetti di carattere politico, affinché questa non sia, e non diventi, un'aula di tribunale. Sono state diverse le occasioni all'interno delle quali noi abbiamo avuto la necessità di dover parlare della commistione tra aspetti di carattere giudiziario e di carattere politico. Non è sicuramente facile, non è sicuramente attribuibile alla nobile funzione di questo Consiglio regionale il fatto di dover fare delle analisi di carattere giudiziario, per poi andare a fare considerazioni di carattere politico.
Per coerenza, rispetto alla mia posizione dall'inizio di questa legislatura, dico e confermo quanto ho sempre detto: io sono garantista e lo sarò fino ai tre gradi di giudizio. Penso che questo sia un aspetto importante da sottolineare, sia a livello politico, ma anche a livello personale. L'auspicio, a trecentosessanta gradi, è che tutti coloro che interpretano il ruolo politico possano dimostrare nelle sedi opportune la propria estraneità. In diversi momenti durante questa legislatura abbiamo avuto modo di chiedere, attestare, prendere atto delle dimissioni dal punto di vista politico, anche a seguito di avvenimenti paralleli. Quindi come non apprezzare le dimissioni del collega Perron? Le apprezziamo, però mi permetterete, colleghi, di "contestualizzare". Utilizzo questo termine perché è à la une nei comunicati stampa ed è utilizzato anche da colleghi e rappresentanti di partiti politici. Bisogna contestualizzare come sono avvenute le dimissioni, che - ripeto - sono apprezzate dal punto di vista politico. Non ci possiamo nascondere dietro un percorso amministrativo, legato a chi ha delle responsabilità di Giunta. Sappiamo benissimo qual era il termine della scadenza della delibera di Giunta regionale sull'onorabilità e quindi, parallelamente ad un discorso legato all'opportunità politica del collega Perron di dare le dimissioni, c'era una problematica di carattere tecnico. Da qui la concitata giornata di venerdì 10 ottobre, che - ripeto - nessuno aveva mai voluto si verificasse dal punto di vista politico. Allora bisogna dare il giusto peso anche alle sentenze, perché - come ho già detto più volte - le sentenze si applicano, non si discutono e bisogna dare loro il giusto valore. Le abbiamo vissute all'interno di questa legislatura con diversificazioni puntuali per quanto riguarda alcuni colleghi: vi sono sentenze alle quali si applica la "Severino" e sentenze alle quali non la si applica. È una norma che io contesto a livello nazionale (l'ho contestata all'epoca e continuo a contestarla), ma oggi è quella di riferimento, quindi il peso delle sentenze deve essere riconosciuto per quello che viene codificato all'atto della sentenza stessa. Le dimissioni del collega Perron sono pertanto apprezzate, perché in questa legislatura non sempre è avvenuto questo, non sempre. Possiamo fare degli esempi: a seguito di una sentenza all'interno della quale è stata applicata la "Severino", dei colleghi Assessori non si sono dimessi. Da qui non si possono avere pesi e misure differenti.
Qui chiudo il discorso di carattere politico giudiziario per entrare nell'aspetto più di carattere politico, che ritengo sia la cosa principale all'interno di quest'aula. Ci chiediamo un po' tutti chi assumerà il ruolo di Assessore alle finanze. L'auspicio che noi portiamo all'attenzione dell'aula è che il Presidente della Giunta assuma ad interim questo ruolo, visto l'esiguo lasso temporale che ci rimane prima di arrivare alle elezioni.
L'auspicio che quindi dichiaro all'aula è questo: io penso sia opportuno che questo ruolo, come già successo in altre occasioni e in precedenti legislature, possa essere assunto dal nostro Presidente della Regione. Dico questo perché non vorrei che il tutto venisse confuso con una gestione di posti di potere da mettere magari sul tavolo analizzando anche il ruolo del Presidente del Consiglio. Non vorrei che il tutto venisse banalizzato in un discorso di assegnazioni di caselle all'interno dei ruoli apicali di questo Consiglio regionale. Sono consapevole del fatto che una maggioranza deve tenere conto degli equilibri interni, della politica. Nell'analisi delle responsabilità dei ruoli probabilmente state facendo delle riunioni, delle considerazioni. Bisognerà capire se il collega Baccega è già in quota Union e tutta una serie di considerazioni di carattere generale per andare a definire gli equilibri interni della maggioranza. Sono sicuro che a breve andrete a verificare le vostre considerazioni nella speranza e con l'auspicio che il tutto venga poi ricondotto ad interim al Presidente della Giunta, il quale avrà sicuramente le capacità e le competenze per portare avanti quel ruolo.
Negli ultimi mesi, politicamente parlando ho sentito parlare di "progetto politico", che voi avete definito del "42 percento", un progetto politico elettorale; progetto politico che a distanza di solo un mese ha già avuto, ahimè per fattori esterni, delle defezioni. Pertanto quel progetto politico - ripeto: legittimo - ad oggi è molto debole, proprio perché nell'arco temporale di un mese la squadra titolare ha già avuto delle problematiche. Forse ci sarà qualche rimpianto per la scelta di ottobre, scelta che, per quanto ci riguarda, ha ripristinato un sistema che in questi giorni è all'attenzione dell'opinione pubblica, con un'azione della magistratura che definisce - per quanto leggiamo sui giornali - dai "contorni inquietanti". È un sistema che noi non condividiamo.
Non voglio entrare negli aspetti di carattere puntuale, non ho mai fatto dei passaggi sulle persone e non lo farò, perché non rientra nel mio modo di affrontare il mio impegno politico. Però una considerazione rispetto al sistema la voglio fare, perché nell'arco di questa legislatura molte volte, all'interno di quest'aula, si sono fatti dei dibattiti. Mi ricorderò sempre un'azione molto incisiva dei colleghi del PD rispetto ad alcune nomine. Ripeto: le nomine sono legittime e coloro che vengono nominati hanno tutti i requisiti, quindi non è una questione personale, ma politicamente parlando alcune nomine hanno avuto livelli di tensione elevati all'interno di quest'aula. Recentemente, per quanto riguarda la "salva-precari", è stata nominata una persona che ha sicuramente titoli di grande qualità, ma che i colleghi del PD avevano fortemente criticato. State ricostituendo quel sistema, siete parte attiva, siete le stampelle di quel sistema, e noi non lo condividiamo. Su questa nomina mi ricordo una battuta di un collega molto critico del PD, il quale aveva detto: "dalla culla alla tomba". Due settimane fa i colleghi del PD, parte integrante ed organica della Giunta, hanno codificato nuovamente questa nomina. Noi contestiamo questo tipo di ragionamento, contestiamo questo modo di fare politica e valorizziamo e rivendichiamo la bontà del progetto del cambiamento del marzo 2017. Tale progetto aveva una finalità che è stata interrotta nei suoi obiettivi e oggi noi lo portiamo nuovamente all'attenzione di quest'aula, ritenendo fondamentale che la politica non venga condizionata e caratterizzata dagli aspetti di carattere giudiziario, ma che diventi parte attiva dei ragionamenti che quest'aula deve portare avanti.
Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Cretier; ne ha facoltà.
Cretier (PD-SIN.VDA) - A me piace molto la chiarezza, ma certi discorsi non riesco a seguirli, quindi vedrò schematicamente di leggere quello che ho scritto per essere sul pezzo e non divagare sulle solite questioni.
Il collega Perron ha già deciso sul da farsi presentando le sue dimissioni e la sua dichiarazione, per il rispetto delle istituzioni, ha già chiuso definitivamente la questione. Oggi si vuole solo e soltanto portare in Consiglio una discussione per poter comunque esprimere dei giudizi laconici, che nulla hanno a che vedere con l'attività consiliare. Il collega Perron, senza esitare, ha rimesso il mandato di Assessore e non si sottrae neppure alla discussione, conscio delle responsabilità assunte il 17 ottobre. La giustizia ha fatto il suo corso, non siamo noi che possiamo decidere con le nostre iniziative. La giustizia ha un suo percorso e un suo metodo di ricerca di fatti e di prove. Però si ha comunque la possibilità di difesa - come ha detto il collega Borrello - fino alla terza fase di giudizio.
Non siamo noi che dobbiamo vestirci da giustizieri, da innocentisti o colpevolisti, a seconda dell'appartenenza politica. Non siamo un collegio giudicante che deve per forza esprimere un parere, non siamo in una Commissione speciale che deve valutare l'operato dei singoli Consiglieri o Assessori, o di uomini e donne che hanno legittimamente delle debolezze. Penso che queste discussioni siano inopportune e tardive. Le tante illazioni che sento giornalmente su altri fatti sono molto fastidiose, poiché non sono mai supportate dai fatti, perché con la giustizia, quando arriva l'atto finale e le indagini sono chiuse, scattano i procedimenti. La cultura del sospetto è una brutta piaga nella nostra società, sempre di più imperversa nei rapporti umani, ma non possiamo essere noi a fomentarla ogni giorno.
Ho scoperto che c'è anche un populismo di estrema sinistra, inviti a manifestazioni di piazza con toni decisamente inaccettabili e inadeguati. Il mandato di Consigliere ci permette di effettuare azioni ispettive, non investigative, è un altro termine. La sola cultura del sospetto non porta da nessuna parte, anzi, sicuramente è la disfatta della buona politica, quella che serve, ma a volte in questo Consiglio si trascinano fatti personali che nulla hanno a che vedere con il mandato dei cittadini.
Non penso di far cambiare idea a nessuno, ma forse un ragionamento approfondito non guasterebbe da qui alla fine della legislatura. L'azione propositiva dei Consiglieri va rispettata e sostenuta. Un buon esempio di politica va condivisa, ma se ogni seduta del Consiglio, ogni Commissione e ogni riunione ha come preambolo le ipotesi e le continue illazioni, scusate, io non ci sto, mi rifiuto di pensarla così e di lavorare così. Forse sono un idealista, come ho già detto tempo fa, pazienza! Scusate se la penso così, ma là fuori la pensano diversamente. Diamo un segnale di coerenza e di parvenza di serietà occupandoci di come risolvere i tanti problemi che assillano i cittadini.
Presidente - Ha chiesto la parola l'Assessore Baccega; ne ha facoltà.
Baccega (EPAV) - Pensavo che questo argomento in qualche modo fosse superato dagli eventi e che il dibattito potesse confluire in una logica di apprezzamenti nei confronti del collega, che immediatamente, appena uscito dall'aula di tribunale, aveva dichiarato la sua disponibilità a rimettere il mandato da Assessore. Per questo ovviamente gli va, da parte nostra, un apprezzamento speciale per il senso di responsabilità che ha dimostrato.
Qui tutti si professano garantisti, però poi vediamo che negli atti si chiedono anche le dimissioni a chi non è neanche indagato. C'è qualcosa che non funziona. Troppo spesso abbiamo fatto sì che quest'aula si trasformasse davvero in un'aula di tribunale, usando anche temi e toni esageratamente sprezzanti nei confronti dei colleghi. Io credo - e poi concludo, perché voglio essere molto breve da questo punto di vista - che gli aspetti giudiziari, che bene o male hanno coinvolto quasi tutti i gruppi, debbano essere dibattuti in un'altra sede. Credo che ognuno di noi, qualora coinvolto, debba potersi difendere serenamente senza avere quelle pressioni mediatiche che troppo spesso hanno cassa di risonanza all'interno di quest'aula. L'invito che faccio è quindi a tenere i toni della politica accettabili e andare nella direzione di consentire ai nostri colleghi di potersi difendere serenamente, sulla base dei documenti in loro possesso, sulla base degli atti che realmente si possono avere.
Ribadendo al collega Perron tutta la stima per l'atteggiamento tenuto, credo sia opportuno che quest'oggi questo Consiglio dia all'esterno una dimostrazione diversa da quella che è stata improntata con l'intervento dell'opposizione poco fa.
Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Chatrian; ne ha facoltà.
Chatrian (ALPE) - Per quanto ci riguarda, questo punto della presa d'atto delle dimissioni rassegnate dal signor Ego Perron è una premessa robusta, importante: nulla di personale.
Provo a ricapitolare: a fine febbraio di quest'anno c'era una Giunta dimissionaria, non c'era più la maggioranza. Abbiamo creato un'alternativa di Governo non eletto dal popolo, ma che - ribadisco - secondo me e secondo noi era un passaggio necessario, da fare. Per il mio percorso, per la mia storia era più facile non accettare la carica di Assessore, non accettare degli incarichi, stare un po' alla finestra. Invece mi sono assunto responsabilità pesanti, sapendo che avrei subito anche degli attacchi di natura personale che in politica ci possono anche stare; l'avevo messo in conto, colleghi, ma le bugie no.
Ciò detto, provo a mettere in fila alcune considerazioni. Temi non facili da affrontare, ma voglio fare anche un po' di chiarezza in merito alla campagna di "distrazione di massa" messa in atto da alcuni solerti Presidenti di movimento, e da alcuni giornali imparziali, per cercare di sviare l'attenzione dalla vicenda del collega Perron, mettendo il mio nome e la mia vicenda personale sullo stesso piano della sua. Voglio chiarire una volta per tutte quanto ha fatto più volte in quest'aula la nostra Capogruppo Morelli, perché puntualmente ha reso edotto il Consiglio regionale sulla situazione del gruppo ALPE, e vorrei mettere in evidenza le fondamentali differenze delle nostre rispettive situazioni. Su di me sono state emesse due sentenze: una di proscioglimento, l'altra di condanna per finanziamento illecito al partito a titolo di concorso, reato per cui non è prevista alcuna sospensione o decadenza dalla carica politica. Sottolineo questo passaggio: nessuna sospensione o decadenza. Sul mio capo non pende alcun divieto di esercitare una carica pubblica, né alcun divieto a rappresentare legalmente la Regione, tant'è che ho potuto assumere l'incarico di Assessore alle finanze, e tant'è che la Giunta regionale ha potuto adottare, senza problemi, un atto imposto dalla normativa nazionale in materia finanziaria (il decreto legislativo n. 385/1993), con cui si è accertata la mia onorabilità, correttezza e competenza professionale. Si tratta di un atto con cui la Giunta attesta che il Presidente della Regione e l'Assessore alle finanze possono rappresentare la Regione nelle società partecipate con diritto di voto in misura superiore al 10 percento; è il legale rappresentante, quello che firma, quello che rappresenta una comunità: Finaosta, Aosta Factor, Valfidi. Prima della sua adozione venne svolta un'istruttoria che prevede, fra l'altro, la verifica delle sentenze subite e dei procedimenti penali in corso.
Le dimissioni da Assessore del collega Perron, dunque, più che un atto di responsabilità - scusatemi - come solerti colleghi di Giunta e di movimento si sono premurati di definire la sua decisione, sono un atto dovuto per la legge Severino, che prevede la sospensione dalla carica elettiva per diciotto mesi a carico di coloro che riportano una condanna come la sua. Sul collega Perron è stata emessa una condanna in primo grado per "induzione indebita a dare o promettere utilità", la vecchia concussione, insomma, reato per cui è stabilita la sospensione dell'incarico di Assessore e Consigliere regionale. Il nesso fra condanna e sospensione è automatico, non vi è alcun margine di discrezionalità.
La differenza fra le nostre rispettive posizioni, di fronte alla legge, è dunque più che evidente. Chi cerca di confondere l'una con l'altra è perlomeno in malafede, per non dire peggio. Io sono accusato di avere finanziato il mio movimento come gruppo consiliare dei cinque eletti (Bertin, Louvin, Cerise e Morelli); non sono accusato di aver messo in tasca i soldi che spettavano al gruppo consiliare di ALPE! Non mi sono mai permesso di utilizzarli, né per pranzi, né per cene, né per viaggi, né per pagarmi i contributi previdenziali. Nessuno mi può accusare di aver utilizzato la mia posizione di potere per indurre altri a dare o promettere alcunché; non ho fatto pressioni su nessuno per ottenere vantaggi di natura personale.
Per depotenziare la notizia della condanna di Perron si tira in ballo il sottoscritto, cercando di diffondere quell'opinione secondo cui siamo tutti uguali. Probabilmente si vuole parlare di me per non parlare di ciò che negli ultimi giorni ha disgustato i cittadini valdostani. Se pensate di delegittimarmi, credetemi, mi date il vigore e mi date forza, soprattutto in questo momento. In particolare, in questi giorni si distingue il Presidente del movimento di maggioranza relativa in questo tiro al piccione, l'ex Consigliere ed ex Assessore Pastoret, che però mi pare sia anche un ex educatore, perché fa di tutta l'erba un fascio e distribuisce a destra e a manca le pagelle con i voti, ovviamente alti per gli studenti preferiti, a cui si perdona tutto e di più, e bassi per quelli non allineati, per quegli antipatici che si mettono quasi in castigo dietro la lavagna. Non è molto corretto per chi dovrebbe educare i cittadini non solo al rispetto delle regole, ma anche a distinguere la pula dal riso o la crusca dal grano, e a non fare soprattutto di tutta l'erba un fascio! Ma in un momento così delicato qualcuno ci azzecca a confondere le idee e a spostare sovente l'attenzione (o pensava di azzeccarci). Per il resto, sono convinto che le persone intelligenti sapranno cogliere la differenza sostanziale: tutti utili, nessuno indispensabile.
Io termino questo breve intervento, ma dal nostro punto di vista il dato politico è chiaro: è una Giunta nata con lo slogan della ritrovata stabilità, ma che perde un pezzo strategico - posso dirlo e posso permettermelo - dopo solo ventotto giorni. Il futuro per i valdostani, a mio parere, purtroppo non si preannuncia molto più sereno.
Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Restano; ne ha facoltà.
Restano (AC-SA-PNV) - Aujourd'hui pour moi c'est difficile d'intervenir, j'ai de la peine à parler: nous sommes en train de nous confronter sur les démissions de la charge d'Assesseur du collègue Perron, un ami. On le fait après vingt-quatre jours qu'a été publié sur un quotidien national, La Repubblica, un article qui définit la Région un exemple de "malagestione". On nous portait des exemples de dossiers: celui du Casino, de CVA, de l'aéroport, du Skyway, des autoroutes, et après on rappelait les suspensions suite à la loi Severino.
In effetti è imbarazzante intervenire, è difficile, alla luce dei tanti articoli scritti sui fatti avvenuti. Va ricordato che il Consiglio ha fatto in parte il proprio lavoro, sono state fatte delle Commissioni. La II Commissione ha affrontato in maniera importante il dossier Casino e ancora oggi echeggiano nelle orecchie dei commissari le parole dell'Amministratore unico Frigerio: "era il sistema a decidere", perché così dichiarò il dottor Frigerio. La stessa Commissione speciale sulla CVA, diretta dall'attuale Assessore Nogara, fece un lavoro esemplare e sviscerò tutta la materia giungendo a conclusioni importanti. Dobbiamo però anche ricordarci che queste Commissioni ebbero forse l'opportunità di lavorare sull'onda di una sentenza del Consiglio di Stato che diede un impulso ai Consiglieri e ai commissari, diede l'opportunità di acquisire dei documenti che forse fino a quel giorno il "sistema" definito da Frigerio non permetteva di avere in mano e di poterli visionare. Chi ha condotto queste importanti battaglie nella prima parte della legislatura - lo dobbiamo ammettere - sono i colleghi del PD, i colleghi dell'ALPE, del Cinque Stelle e dell'UVP.
Oggi, dopo questi importanti fatti, cosa accade? Viviamo una situazione un po' paradossale, che ha dell'incredibile: abbiamo il Presidente della Giunta, al quale va dato atto che sta cercando di modificare le cose e, per ovvi motivi di equilibri politici, deve sostenere il peso delle dimissioni del collega Perron. Deve anche farsi carico delle inchieste e delle indagini in corso che non lo riguardano, ma che per certi versi rischiano di coinvolgerlo politicamente: deve sostenere l'imbarazzo della mozione sulle vicissitudini dell'Assessore Rini che discuteremo fra poco. Oggi abbiamo in Giunta il collega Nogara, l'uomo che ha guidato la Commissione d'inchiesta sulla CVA che, sempre per i soliti equilibri politici (anche comprensibili), ha votato insieme al suo gruppo contro la creazione di una Commissione come quella che lui aveva magistralmente diretto, che ci darebbe proprio l'opportunità di dimostrare come le affermazioni del quotidiano La Repubblica non siano veritiere. Perdiamo un'opportunità, ed è una situazione che io definirei "contraddittoria".
Io credo fortemente nella volontà dei colleghi dell'UVP di fare chiarezza in una situazione imbarazzante. Si trovano a svolgere questa missione avendo a fianco i colleghi dell'Union Valdôtaine ai quali devono chiedere chiarezza. In effetti, è proprio per questo che a volte sembrano un po' disorientati, lo abbiamo rilevato nella discussione della Commissione d'inchiesta sulle partecipate dello scorso Consiglio. Tutti, tanti fuori di qua, si chiedono dove sia finito il Partito Democratico; se lo chiedono gli elettori che alle primarie hanno chiaramente comunicato e manifestato il loro distacco dal partito e dalla politica, con un calo delle presenze importante, distacco peraltro già sancito da recenti sondaggi. Dove sono finiti questi strenui difensori della legalità? Sono terminate le famose arringhe, quelle che nei primi anni di legislatura tutti si ricordano? Il PD si è perso, si è trasformato, è diventata la più importante stampella dell'Union.
Devo dire che anche nell'Union Valdôtaine nel tempo qualcosa si è mosso. Nel 2014 sei Consiglieri firmarono un documento: "Liberi di dire". Oggi quel documento è più che mai attuale, perché preannunciava una crisi, una situazione che stava per esplodere, e dopo le cose sono andate come tutti sappiamo. Un anno fa, insieme al collega Fosson, siamo usciti dal gruppo unionista e anche in quell'occasione abbiamo detto qualcosa. Però, pur manifestando la nostra disponibilità al Comité fédéral, a continuare un confronto dopo una forte azione come quella, non siamo più stati ascoltati; non siamo stati chiamati nelle sezioni unioniste, veniva comodo così! Pensate che oggi nei quotidiani leggiamo che, a fronte di tutti questi fatti, non si ritiene neanche opportuno convocare un Congrès, non c'è tempo; non c'è tempo per il congresso, gli eventi prendono il sopravvento, per così dire! Sembra facile dare la colpa a chi ha il coraggio di esprimersi e a chi ha il coraggio di parlare. Qualcuno lunedì scorso ha detto che è meglio dire una brutta verità piuttosto che una bella bugia (è stato detto a Bosses). Le brutte verità sono difficili da dire, ci si assume delle responsabilità, ci si espone, si ritrova il proprio nome scritto sui muri e si viene condannati anzitempo. Ma forse questa era lungimiranza, quando quei sei firmarono quel documento; era un guardare avanti, la volontà di esprimersi, la volontà di cambiare le cose.
Guardate, ciò che più preoccupa il gruppo che rappresento è avere letto degli articoli di giornale apparsi in questi giorni, in cui personaggi coinvolti in inchieste invocano il ritorno di vecchie gestioni, di vecchie maggioranze per sistemare le cose e per riprendere il proprio posto di potere. Abbiamo sempre ben presente quanto scritto sull'articolo de La Repubblica e ricordiamo alcune affermazioni di persone della maggioranza, di alcuni colleghi e di alcuni Assessori che, con orgoglio, pochi giorni fa hanno affermato: "siamo tornati indietro, abbiamo riportato le lancette à l'heure" oppure mi dicono che girano SMS con scritto: "sono ritornato al mio posto"... ma il posto non è nostro, il posto è dell'Assessore! Noi siamo solo di passaggio. È proprio di fronte a questi comportamenti che mi viene da urlare "no". No, bisogna cambiare, dobbiamo andare avanti! Non importa chi oggi è in maggioranza e chi è in opposizione in questo momento, dobbiamo guardare avanti, si devono ribaltare le cose. Non serve una Regione che distribuisce ricchezze e favori a poche persone, dobbiamo investire per generare lavoro e ricchezza per tutti. Noi vogliamo una regione che valorizzi i giovani, che dia potenziale alle imprese e le attragga. Che fine hanno fatto i soldi investiti negli anni Novanta? Di questi è rimasto troppo poco. Ha ragione Alessandro Cavaliere, quando scrive "siamo stati tutti complici di questo sistema", assecondando, accondiscendendo, chiedendo, raccomandando. Noi, del PNV, abbiamo fatto la nostra parte, l'abbiamo fatta con coraggio e oggi la stiamo facendo insieme ai colleghi di Stella Alpina.
Non serve dibattere la posizione di Perron, non serve a niente, è un fatto irrilevante nell'insieme delle cose. Però permettetemi una piccola considerazione: questa maggioranza ha alcuni componenti con tanta buona volontà, ma secondo me ad oggi non è in grado di portare avanti il cambiamento.
Presidente - Prima di dare la parola ad altri eventuali richiedenti, comunico che è pervenuto un ordine del giorno; chiederei di distribuirlo, considerato che è attinente alla presa d'atto delle dimissioni. Nel frattempo chiedo se ci sono altre richieste di intervento. Ha chiesto la parola la Consigliera Morelli; ne ha facoltà.
Morelli (ALPE) - Oggi, per l'ennesima volta in questa legislatura, ci troviamo ad affrontare temi che sono poco amministrativi e molto politici. Devo dire che ho apprezzato in modo particolare l'intervento del collega Restano; è un intervento di politica alta, e sarebbe bello poter sempre intervenire in questo modo, sarebbe giusto. Però credo che oggi ci tocchi un compito un po' più ingrato.
Mi dispiace che il collega Perron, che è un po' l'oggetto di questa discussione, sia uscito, ma credo che comunque avrà modo di apprendere quanto io mi accingo a dire. Dal punto di vista personale ho sempre apprezzato, nel collega Perron, in Consiglio regionale, un forte senso istituzionale. Sarà perché la sua frequentazione di quest'aula conta una ventina d'anni, e quindi una certa esperienza la si acquisisce, un'esperienza ragguardevole (il doppio della mia), o sarà perché ha ricoperto la funzione di Presidente del Consiglio, comunque dal collega Perron io non ricordo di aver mai sentito in Consiglio regionale utilizzare toni forti o frasi sconvenienti. Ha sempre dato prova di moderazione, di una certa attenzione nel scegliere le parole e di un rispetto, di un bon ton istituzionale. Quindi - direte voi - il collega Perron, colpito da una condanna, dà le dimissioni e si merita la riconoscenza di tutti i suoi colleghi e alleati, ben sapendo che la realtà non è proprio così. Devo dire che questo atteggiamento ipocrita da parte del collega Perron mi ha sorpreso, come mi ha sorpreso da parte di altri esponenti politici. Tutti sanno, ma tutti fanno finta di non sapere, quindi bravo, Perron, che ha dato le dimissioni! E sono rimasta ancor più sorpresa dal contenuto della sua intervista all'uscita dal tribunale, perché il collega Perron ha perso evidentemente il suo bon ton istituzionale e, condannato in primo grado a tre anni di reclusione per induzione indebita a dare o promettere utilità, il collega Perron tira in ballo il collega Chatrian e la sottoscritta, come se noi ci trovassimo in una situazione analoga alla sua! Non solo: come se fossimo in una posizione più grave della sua, perché lui si dice pronto a dare le dimissioni e noi, invece, occupiamo ostinatamente i nostri scranni e il collega Chatrian ha avuto addirittura l'ardire di fare l'Assessore!
Oggi è il caso di fare un po' di chiarezza. Non ritornerò sugli argomenti che ha già ampiamente sollevato il collega Chatrian, ma la sostanziale differenza di comportamento (che viene additata anche dal Presidente dell'Union Valdôtaine) è giustificata da una sostanziale differenza di gravità di reato e di pena. La legge, nel caso del collega Perron, stabilisce la sospensione dell'incarico di Assessore e anche di Consigliere regionale, perché la legge Severino agisce in questo modo. L'atto concreto di cui parla quando afferma: "il rispetto per le istituzioni si manifesta con atti concreti; dopo la condanna non ho esitato un solo minuto a rimettere il mandato", sappiamo che è quindi un atto vincolato. Non aggiungerò altro. Però forse non è superfluo ribadire qualcosa che ha già anticipato il collega Chatrian: che nessun Consigliere di ALPE è stato ritenuto colpevole di aver intascato anche un solo euro o di aver approfittato del proprio ruolo per curarsi i suoi affari personali, altrimenti - e i colleghi lo sanno bene, tutti - noi saremmo stati sospesi dal Consiglio regionale.
Noi non abbiamo mai fatto mistero della nostra vicenda, perché riteniamo che sia profondamente ingiusta, poiché riguarda delle spese che la Corte d'Appello ha ritenuto di finanziamento al partito. Io stessa, dal momento in cui abbiamo ricevuto l'avviso di garanzia, ne ho dato subito comunicazione in Consiglio: mi sono alzata in quest'aula e, prima di tutti gli altri colleghi che avevano ricevuto lo stesso avviso di garanzia, l'ho detto, così come è stato per tutti i passaggi successivi, compresa la sentenza di condanna a quattro mesi di reclusione per finanziamento al partito dataci dalla Corte di Appello, dopo l'assoluzione in primo grado. Non ne abbiamo mai fatto mistero, ritenendo la sentenza ingiusta e incomprensibile, come probabilmente anche il collega Perron ritiene ingiusta la sua sentenza. Nel nostro caso, però, è stato scritto anche dal tribunale di Aosta, che per il nostro gruppo afferma: "i reati contestati non sussistono e appare anzi incomprensibile la richiesta di rinvio a giudizio". Questi sono atti, sono parole scritte in una sentenza, non sono una mia opinione. Come sapete, abbiamo presentato ricorso in Cassazione e ci auguriamo di poter finalmente vedere chiarita la nostra situazione, così come lo auguriamo, io personalmente lo auguro, al collega Perron.
Collega Perron, lei però sa bene che la situazione è diversa. Non vado oltre, ma glielo dico francamente: speravo di non dover arrivare in Consiglio regionale a parlare così crudamente di situazioni personali, ma quando si viene attaccati pubblicamente in modo becero, perché gli attacchi del vostro Presidente dell'Union Valdôtaine (di questa Union Valdôtaine) sono stati beceri e quando anche lei, collega Perron, fa delle affermazioni disoneste intellettualmente, e lo sa bene... poi capisco che in quel momento uno cerchi di discolparsi e di difendersi, ma lei sa bene che si è comportato in modo disonesto intellettualmente. Avete falsato la realtà in modo pretestuoso e questo non possiamo lasciarlo passare, quindi era necessario un momento di chiarezza. È un atto dovuto nei confronti dei valdostani. Io dissento dal collega Cretier quando dice che questi temi, ahimè, non interessano. I valdostani si aspettano che parliamo dei problemi che li toccano tutti i giorni e io credo che questi temi interessino eccome la comunità!
Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Norbiato; ne ha facoltà.
Norbiato (AC-SA-PNV) - Anch'io partecipo e contribuisco a dare efficacia alla presa d'atto delle dimissioni rassegnate dall'Assessore regionale al bilancio e finanze il 10 di questo mese, in conseguenza della condanna a tre anni di reclusione subita a termine del processo di primo grado per induzione indebita a dare o promettere utilità; condanna che, a norma della legge Severino e al termine dell'iter procedurale, lo vedrà estromesso dal Consiglio regionale.
Lei, collega Perron, in passato è stato Presidente del movimento dell'Union Valdôtaine presso il quale ho militato per molti anni, mentre oggi io mi trovo all'interno di una coalizione politica a lei avversa. Sarebbe facile per me brandire la spada infuocata del giustiziere e soddisfare istinti più o meno nobili di vendetta; invece, nulla di tutto questo. Dal punto di vista personale le assicuro tutta la mia solidarietà e l'augurio che lei possa rapidamente dimostrare la sua innocenza.
Diverso è invece il mio giudizio politico su quanto sta emergendo, attraverso l'inquietante e sconcertante quadro che sta affiorando e investendo pesantemente la politica valdostana. L'inquietudine è ancor maggiore se i messaggi che fuoriescono da questo Palazzo sono nell'ottica della non trasparenza del nostro operato. Mi sto riferendo alla sonora bocciatura da parte dell'attuale maggioranza - di cui lei è Presidente del gruppo più importante - in merito all'opportunità di pubblicizzare i fruitori degli assegni vitalizi dei Consiglieri, di cui parleremo più avanti nel corso di questa seduta, nonché - argomento di straordinaria attualità - al respingimento della proposta di una Commissione consiliare speciale per verificare gli appalti di lavori gestiti dalle società partecipate; sì, proprio quelle partecipate che sono nel mirino della magistratura inquirente e che stanno sconquassando i palazzi della politica.
Tornando al punto in discussione, vorrei concludere invitando tutti, in particolare i Consiglieri del gruppo da lei presieduto, a riflettere bene prima di lanciare accuse di tradimento nei confronti di chi, come il sottoscritto - e come già ricordato - durante la sua lunga militanza ha sempre servito il Mouvement, sin quando ricorrevano le condizioni per farlo. La fedeltà e la fiducia sono elementi che bisogna conquistarsi nei fatti nel sistema di potere che, da quanto sta emergendo, ha caratterizzato il governo della nostra Regione in questi ultimi anni; è sufficientemente esaustivo per giustificare le prese di posizione a cui abbiamo assistito ultimamente. Mi auguro che quanto enunciato possa essere argomento di riflessione da parte di tutti noi.
Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Padovani; ne ha facoltà.
Padovani (GM) - Quando entrai ormai quel famoso 10 marzo, qualche collega e qualche giornalista mi disse: "ne vedrai di tutti i colori". Francamente qualcosina di quello che sta succedendo in queste settimane avrei preferito non vederlo.
Adesso stiamo discutendo della presa d'atto delle dimissioni del collega Perron da Assessore, dimissioni che sono state commentate da alcuni movimenti di maggioranza - permettetemi di dirlo - quasi fossero un atto eroico. Io penso che siano un atto dovuto. Sono un garantista assoluto, quindi per me, collega Perron, lei è innocente fino alla Cassazione, però quando interviene una sentenza che comprende tra le conseguenze l'intervento della cosiddetta "legge Severino", io penso che le dimissioni da Assessore siano un atto dovuto, quindi non occorre dire che "è un atto politico straordinario"... ho letto anche cose simili, ma per me sono un atto dovuto. Forse sembra un atto straordinario perché qualche ex Assessore scelse altre strade.
Mi collego a quanto ha detto prima la collega Morelli. Io ho sentito la sua conferenza stampa fuori dal tribunale e devo dirglielo, come lei sa sono molto franco: le sentenze si applicano e non si commentano. A me francamente un pezzo della sua conferenza stampa è sembrato un po' come il risentire il Berlusconi dei vecchi tempi, è la prima cosa che ho pensato. Glielo dico perché sa che sono molto franco e molto diretto: non era un complimento, a scanso di equivoci non era un complimento. Questo si collega a quello che stiamo leggendo in questi giorni sui giornali.
Collega Cretier, questa non è "cultura del sospetto". Io penso che i sospetti non li abbiamo instillati noi, qui i sospetti li ha la magistratura, basta leggere i giornali, collega Cretier, e penso che lei li abbia letti come noi. Qui non c'è nessuna cultura del sospetto, qui si legge, sempre sui giornali, di un sistema che la magistratura ha definito "inquietante", di un sistema di corruzione, di malapolitica, di malagestione che io francamente non avrei voluto vedere. Collega Cretier, lei dice che noi abbiamo la cultura del sospetto, ma a me francamente viene invece da pensare che quella famosa "questione morale" che nel 1981 lanciava l'allora Segretario del Partito Comunista Italiano, Enrico Berlinguer, oggi in Valle d'Aosta si riproponga in maniera violenta e davvero prepotente. Forse dovremmo riprendere quelle parole, perché sono davvero di grande attualità oggi, in Valle d'Aosta.
Ora non c'è il collega Guichardaz e mi dispiace, ma sentirà - presumo, perché sarà qui nei dintorni - che quando si discuteva di questa nuova/vecchia maggioranza, di questo progetto del 42 percento, lui disse: "questo non è un controribaltone, questo è il ristabilimento di una situazione ex ante". Siete andati parecchio indietro, però, perché - mi pare lo dicesse prima il collega Restano, ma anche il collega Borrello - alla presidenza della "salva-precari" avete messo una persona che il vostro ex Segretario, forse futuro Segretario, nel 2012 contestò molto duramente. Si citava prima un detto che mi pare fosse questo: "dalla culla alla tomba". Ora, siccome le nomine si fanno in Giunta, vorrei capire che cosa ne pensa il collega Guichardaz, perché se nel 2012 il PD - giustamente, secondo me - contestava un sistema che si stava mettendo in piedi, oggi che cosa ne può pensare di questa "riedizione" di questa persona nella salva-precari.
Collega Cretier, lei probabilmente prima citava un mio post su un social quando parlava- ora non ricordo le parole precise - di strali, di lanci, di chiamata delle truppe cammellate sotto il Palazzo. Guardi, non voleva essere né una chiamata alle armi, né il lancio della presa del Palazzo d'inverno, niente di tutto questo, ma parafrasando il subcomandante Marcos, che diceva: "Lo sentite là fuori questo silenzio? È il rumore del vostro mondo che sta crollando", se non capite il silenzio, probabilmente capirete il rumore che faranno le persone che oggi pomeriggio verranno a dirci di non poterne più del sistema che voi avete contribuito a rimettere in piedi.
Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Gerandin; ne ha facoltà.
Gerandin (GM) - Chi mi ha preceduto ha già detto tante cose nel merito. Ripercorrendo un po' la vicenda del collega Perron, quando qualcuno ha voluto sottolineare che le dimissioni erano un atto di responsabilità, io penso semplicemente - e concordo con il collega Padovani - che non solo è stato un atto di responsabilità, ma è un atto dovuto, opportuno, collega Perron, non è neanche un atto eroico, glielo dico in tutta sincerità. Questo perché se non altro ci ha evitato di riaprire una pagina che ritengo poco consona a questo Consiglio. Precedentemente un Assessore ha mantenuto il posto fino a quando non è stato notificato il decreto. Ora io dico che la prima anomalia è questa, per cui, se devo ringraziare il collega Perron, lo ringrazio per averci evitato l'ennesima brutta figura di dover aspettare il decreto prima che qualcuno abbandonasse la poltrona di Assessore. Se non altro questo la Valle d'Aosta se l'è risparmiato, l resto è un atto dovuto.
Attenzione, ci sono tante differenze riguardo alle responsabilità dell'applicazione della "Severino"; alcune impongono che comunque ci sia la decadenza per quel che riguarda il ruolo, ma anche la decadenza dal Consiglio regionale. La "Severino" è una legge che si applica. Sono anch'io dell'idea, come chi mi ha preceduto, che comunque fino all'ultimo grado di giudizio una presunzione di innocenza ci sia. Mi auguro che tutti coloro che hanno avuto a che fare in questo Consiglio abbiano la possibilità di dimostrarla. Però io dico basta, non facciamo falsi miti, "quell'atto di responsabilità" - come lo chiamate - non provate neppure a venderlo come cambiamento e trasparenza amministrativa, è un atto dovuto e basta! Il cambiamento e la trasparenza amministrativa, quello che i cittadini ci chiedono, sono ben altra cosa.
Non voglio entrare oltre nel merito della vicenda, voglio più che altro esaminare la delicata questione politica di questo momento. Se questo Consiglio non può di certo essere quell'organo in cui si emettono sentenze, io continuo a ripetere e continuo ad essere convinto che questo Consiglio sia il luogo preposto per fare chiarezza e per dare indicazioni sulla vera trasparenza amministrativa: è quello che ci chiedono i cittadini in primis. Dico questo perché è ben altro quello che i cittadini in questo momento si aspettano: si aspettano un profilo basso, delle risposte ai problemi che hanno quotidianamente, si aspettano meno proclami, meno annunci stampa, meno selfie, si aspettano di risolvere i problemi. Di conferenze stampa e di annunci a go-go la gente veramente non ne può più, lo dico in tutta sincerità. Pertanto, chi (come me) ha condiviso un percorso in cui si sono prese decisioni anche difficili dal punto di vista personale, ma che avevano come fine il provare a portare un po' di chiarezza a chi ha condiviso questo percorso, ad altri della coalizione (parlavamo a suo tempo di "polvere e macerie sotto i tappeti"), ebbene, in questo momento quei tappeti che coprono polvere e macerie sono presidiati, sono tenuti a bada da quelle persone che, come me, avevano predicato questo cambiamento e questa trasparenza.
Ai cittadini bisogna spiegare come mai si è cambiato idea, perché, se non si è cambiato idea, è il momento di fare chiarezza e trasparenza, ma non per andare a mettere in piedi una Santa Inquisizione. Non è quello che ci interessa. Ci interessa invece capire come mai quelle famose partecipate (una volta era più il Casinò, ultimamente è la CVA) che sono state dipinte da chi, come me, ha fatto quel percorso come un sistema per raccogliere consensi, in questo momento vengono calcolate "intoccabili". Qualcuno spieghi ai cittadini perché ha votato contro a fare chiarezza sulle procedure di affidamento dei lavori al Casinò e sulle procedure di assunzione in CVA. Qualcuno ha cambiato idea? Me lo si dica! Basta con queste storie: prima avanti tutta, poi indietro tutta, la gente non capisce più! Pertanto, in questo momento, in cui io mi auguro che non sia la magistratura a fare le liste delle prossime regionali - lo dico in tutta sincerità - ma che sia la politica a riappropriarsi dei termini della buona amministrazione, ci va un po' più di chiarezza.
Lo dirò anche quando parleremo delle richieste delle dimissioni dell'Assessore Rini: il problema non è essere o meno colpevoli in questo momento, in questo momento il problema della Valle d'Aosta è avere in politica quella trasparenza che i cittadini chiedono, tutti le pari opportunità. Noi abbiamo parlato per anni di meritocrazia, cosa succede? Creiamo strutture per piazzare dirigenti a iosa, per sistemare tutti gli apparati di partito. È questo il futuro della Valle d'Aosta? Io me lo chiedo, perché non penso sia questo.
Qua, collega Perron, al di là della sua vicenda personale, si impone una riflessione politica su che Valle d'Aosta vogliamo per il futuro, e non è mettendo la testa sotto la sabbia, come - mi dispiace dirlo - ha fatto il suo movimento che, a mio parere, avrebbe dovuto avere un sussulto di orgoglio, perché quando si parla di un sistema dove le responsabilità non sono più personali, ma si indica una forza politica (la forza politica di riferimento di una maggioranza) come parte di un sistema, pensateci, perché io sono convinto che la stragrande maggioranza che vi ha votato non l'abbia fatto per fare una forza politica di sistema che magari (mi auguro non sia così) trova le scappatoie o crea privilegi per qualcuno. Non è così. Io sono convinto che chi vi ha dato il consenso lo abbia fatto in buona fede nei principi e negli ideali dell'Union Valdôtaine.
Forse è venuto il momento di voltare pagina. Ve lo dico proprio perché, pur avendo preso le distanze da questo movimento, per quello che mi riguarda personalmente, i principi di questo movimento rimangono un patrimonio che - come vi ho sempre detto - non appartiene a voi, ma ai valdostani che hanno a cuore il bene e l'autonomia e il futuro della Valle d'Aosta.
Presidente - Non ci sono altri iscritti ad intervenire. Possiamo chiudere la discussione generale? Ci sono altri interventi? Ha chiesto la parola l'Assessore Perron; ne ha facoltà.
Perron (UV) - Solo per qualche considerazione. Posso capire che questa possa essere considerata un'occasione ghiotta, ma ritengo che catapultare in quest'aula un dibattito su questioni giudiziarie non faccia bene alla politica nel suo complesso. Questa è un'opinione personale. Ritengo che questo avvantaggia soltanto chi si fa interprete dell'antisistema. Oggi parliamo di me, anche in quest'aula lo subisco io, ma auguro a nessuno di voi di trovarsi in questa condizione.
Non voglio ripercorrere la vicenda BCC, perché è nota a tutti. Quello che voglio dire invece con forza è che io, ancora oggi, ritengo di non avere abusato in alcun modo del mio ruolo, di non aver oltrepassato i confini di un corretto comportamento pubblico e che considero questa sentenza ingiusta e sbagliata, a mio modo di vedere esageratamente dura. Spero di poter conoscere molto presto le motivazioni, perché ricorrerò fino all'ultimo grado di giudizio per tentare di dimostrare la mia innocenza. Detto questo, oggi c'è una sentenza che mi dichiara colpevole. Non ho esitato sin dal primo istante a dire che rimettevo il mio mandato e l'ho fatto senza pretendere delle medaglie. E l'ho fatto, colleghi - su questo vorrei essere molto chiaro - non perché la legge mi obbligasse, perché potevo rimanere in carica fino al momento in cui sopraggiungeva la sentenza della "Severino". Lo ripeto: ho fatto volontariamente una scelta e non voglio nessuna riconoscenza morale, nessuna medaglia per questo. Ho fatto un atto responsabile, credo in linea con la mia coscienza, non volendo mettere in primo luogo il mio movimento, la mia maggioranza e la Giunta in una condizione di difficoltà. Quindi ho rimosso sin da subito questo imbarazzo per permettere alla politica di fare tutte le valutazioni del caso.
Se ho apprezzato molti toni ragionevoli e pacati, mi permetto di dire che non ho apprezzato - e lo dico con molta serenità e tranquillità - questa ricostruzione da Pubblico Ministero del gruppo ALPE, perché confrontarci qui su qual è il grado di sentenza più grave credo non aiuti in nessun modo la politica e i cittadini a capire. Ho evidenziato, questo sì, e lo voglio fare ancora oggi, una sostanziale diversità di comportamento tra il sottoscritto e altri. Nel momento in cui sono stato condannato in primo grado non ho esitato un istante a dimettermi. Ho fatto notare che altri (credo non sia segreto), pur in presenza di una condanna di secondo grado... peraltro qui si è sottilizzato sulle questioni giuridiche circa l'uso di denaro pubblico, procedura nella quale il nostro gruppo ed il sottoscritto erano stati assolti in primo grado e in secondo grado nella sentenza riguardante i gruppi consiliari... e credo di essere nel diritto di poterlo fare, ho evidenziato una differenza di comportamento con altri. Tutto lì. È un giudizio politico. Quindi, se mi permettete, sentirci e prenderci dei rimproveri da chi non è nella condizione di poter dare lezioni ad altri è veramente incredibile.
Per il resto, non ho molto da aggiungere. Io aspetto con molta serenità l'evolversi della situazione; credo che il mio passaggio non abbia pregiudicato in alcun modo l'evolversi delle situazioni, né degli atti amministrativi. Ringrazio il mio gruppo, il Presidente Rollandin, come l'attuale Giunta, e il Presidente Viérin per la fiducia accordatami in questo periodo. Per il resto, io credo di essermi comportato all'insegna del rispetto delle istituzioni e di averlo fatto sin da subito. Credo di aver lavorato e operato per non creare in alcun modo imbarazzo alla maggioranza che mi ha sostenuto e che mi aveva dato fiducia.
Presidente - Ci sono altri interventi? Non ve ne sono. Ha chiesto la parola il Consigliere Roscio; ne ha facoltà. Vi chiederei, per cortesia, di prenotarvi. Non ripeto più due volte la prossima volta.
Roscio (ALPE) - Ringrazio il collega Perron, perché penso non sia semplice intervenire personalmente su una questione del genere. Sinceramente con il mio intervento non vorrei neanche esprimere giudizi o commentare la vicenda, è già sufficiente quella che penso essere una difficoltà personale su questo tema.
Lei ha detto, collega - giusto un piccolo passaggio - che avrebbe potuto aspettare che arrivasse la "Severino" e invece non l'ha fatto. Mi sembra di dovergliene dare atto, però deve anche riconoscere che non tutti i reati prevedono l'applicazione di tale legge. Per cui, quando si fanno degli accostamenti, forse bisognerebbe essere un po' più precisi, anche perché la legge Severino aveva degli scopi ben precisi nell'intento del legislatore, derivava da studi precisi, da stime fatte a livello di Unione europea, in cui si faceva notare che l'Italia aveva un problema grave con la corruzione, la malagestione della cosa pubblica, che in pratica mangiava un bel pezzo del prodotto interno lordo proprio dovuto a questo. Ecco il motivo da cui è scaturita questa legge, che oggi ha le sue conseguenze.
È già stato ricordato da altri colleghi: si prevede la sospensione, la decadenza, l'incandidabilità per certi tipi di reati quando si arriva alla condanna. In questi giorni la stampa ha riportato diversi episodi, ha riportato fatti, ha delineato un contesto di intrecci pericolosi tra alcuni esponenti politici di spicco - di cui si fanno nomi e cognomi, ma che non ripeterò qui, perché ormai sono stranoti - e precisi referenti del mondo delle partecipate regionali e di fornitori delle stesse. Quello che viene riportato dai giornali e che riprendono poi le ordinanze del tribunale sono reati gravi, dimostrano chiaramente una conoscenza diretta delle persone coinvolte: si riportano proprio episodi di intercettazioni, si riportano verbali presi - immagino - nelle sedi del tribunale, che dimostrano una disinvoltura e una spregiudicatezza nei comportamenti; spesso si riporta che "certe scelte erano fatte con l'avallo da parte dei vertici politici regionali" (riporto testualmente le parole).
In passato diversi scandali hanno posto il nostro Paese in situazioni di imbarazzo, hanno posto la questione morale, e sono ancora attuali adesso, perché emerge un elemento quasi patologico nella vita politica italiana (e la politica valdostana sembra non esserne esente), soprattutto per il fatto che questo comportamento patologico era coperto dalle ideologie. Per questo sistema è stato coniato un neologismo (cleptocrazia) che forse non è sufficiente cercare di combattere con le prescrizioni, con le sanzioni, con le leggi. Forse servirebbe - quello che richiamava anche il collega Padovani - il consolidamento di un sistema di valori che dovrebbe incarnare chi ricopre la carica pubblica, per cui ricoprire una carica pubblica dovrebbe essere motivo di gratificazione già di per sé. Questi casi riportati dai giornali sono deprecabili, ma sono sempre accaduti in ogni Paese, penso non sia una novità odierna, però quello che emerge e che danneggia le istituzioni è l'utilizzo delle istituzioni per scopi privati. Da quello che emerge, ci si serve della posizione pubblica per scopi privati. C'è veramente un'occupazione delle istituzioni e si causa così una deformazione della democrazia. Le istituzioni dovrebbero essere depositarie dell'interesse generale, mentre invece i partiti portano avanti una visione propria del bene comune, che non è per forza coincidente con l'interesse generale. I partiti chiedono il consenso, ma non per forza rappresentano il bene generale; invece le istituzioni dovrebbero avere un compito più alto, dovrebbero guardare al futuro. La società guarda al presente, le istituzioni dovrebbero pensare di più al futuro, altrimenti se le persone singole o i partiti occupano le istituzioni l'equilibrio si rompe e la democrazia si deforma.
Altri colleghi hanno già ricordato quello che è accaduto nel precedente Consiglio, dove si è discusso sull'istituzione di una Commissione consiliare che facesse chiarezza sui comportamenti e la corretta gestione delle società partecipate controllate dalla Regione. Il dibattito è stato ampio, e ricordo che si è concluso con un'astensione dicendo che il tempo non sarebbe stato sufficiente. Anzi, in qualche caso si è detto che erano richieste pretestuose e che anche in passato si era fatto un utilizzo pretestuoso delle Commissioni d'inchiesta. Quello che invece dal nostro punto di vista va detto, è che gli strumenti ordinari, come possono essere le Commissioni ordinarie, purtroppo non sempre hanno sortito un effetto. Per situazioni speciali forse servono strumenti speciali. Anche il Presidente Viérin la volta precedente ha dichiarato che servono strumenti giusti. Ad oggi a noi non è dato sapere quali siano questi strumenti giusti, e non è chiaro se quello che è accaduto si ritiene un fatto ordinario, perché a nostro avviso non sono fatti ordinari questa pluralità di eventi che si sono succeduti. Le parole del Sostituto Procuratore mostrano un coinvolgimento in fatti precisi di amministratori, fornitori e politici che fanno male e nuocciono a tutta la Valle d'Aosta. Purtroppo, però, l'atteggiamento del Governo tutto, ad oggi è stato improntato ad un tentativo di confondere, di depistare, di banalizzare. Si è fatta di tutta l'erba un fascio: tutti sono colpevoli, tutti sono uguali. Si è fatto passare tutto come un gioco delle parti fine a sé stesso e una strumentalizzazione della minoranza. Forse bisognerebbe uscire da questo atteggiamento. Almeno noi crediamo che quello che è successo sia un danno per tutti. Non si vogliono fare attacchi personali. Mi ricollego a quello che è stato già citato, alcuni articoli emersi a livello nazionale sulla Valle d'Aosta che fanno della Valle d'Aosta un luogo di privilegio, mostrano una Valle d'Aosta e le Autonomie speciali come una sede di privilegi immotivati, di cattiva gestione, dove l'intreccio tra politica e partecipate è all'ordine del giorno, dove vi sono privilegi illegittimi e voto di scambio. Credo che essere rappresentato in questo modo faccia male ad un valdostano; eppure è come fuori veniamo rappresentati, anche a causa di queste vicende.
Penso che uno dei pochi strumenti che hanno le Autonomie per fronteggiare questo attacco è dimostrare con i fatti che il modello invece funziona, che è in grado di confrontarsi e che il meccanismo è virtuoso. Però ad oggi tale maggioranza non dà segnali in questo senso. Poco tempo fa il Presidente della Provincia di Trento, Ugo Rossi, riguardo al sistema delle Autonomie ha dichiarato: "se lo Stato fornisce un servizio al costo di cento, le Autonomie lo possono fare con novanta e il risparmio va a beneficio dello Stato. Le Autonomie sono intese come un modello a cui tendere, non una palla al piede da eliminare. In questo senso le Autonomie sarebbero un modello da imitare, utile allo Stato e non sede di privilegi immotivati". È emerso, invece, dai fatti riportati sui giornali, che purtroppo oggi ci sono scorciatoie per qualcuno, ma non per tutti, e questo fa del male all'intero sistema. È deleterio per tutta la Valle d'Aosta, perché soprattutto aumenta il sospetto fuori che scoraggia le persone, che toglie la speranza ai cittadini, li allontana sempre di più dall'istituzione, mina quel buon funzionamento a cui bisognerebbe tendere. Per quello che emerge, sembra che non serva essere bravi, non contano le competenze, le conoscenze, ma conta di più l'appartenenza. Sembrerebbe un modello di società che è agli antipodi rispetto al nostro modo di intendere che penso sia condiviso. La Commissione d'inchiesta poteva essere uno strumento, forse non era l'unico, forse neanche quello perfetto, ma si è deciso di non fare nulla anziché prendere le distanze da certi eventi e certi fatti.
L'attuale maggioranza ha già dichiarato, che avrebbe (e ha) ripristinato lo status quo. Noi pensiamo che la conseguenza di questo atteggiamento sia un danno per tutti.
Presidente - Se non ci sono altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale.
Ha chiesto la parola l'Assessore Marguerettaz; ne ha facoltà.
Marguerettaz (UV) - Questa mattina sono entrato in aula con la curiosità di capire quali artifici sarebbero stati messi in campo per dimostrare che da una parte ci sono i buoni e dall'altra ci sono i cattivi. Vedete, per quanto mi sforzassi, non avrei mai immaginato delle evoluzioni così ardite. Qualcuno ha dichiarato, in buona sostanza, che per alcuni le sentenze sono ingiuste, mentre per gli altri ovviamente sono giuste. Qualcuno ha detto: "io non ho mai messo in tasca dei soldi", la brutalizzo, perché qualcuno ha messo in tasca dei soldi? Qualcuno ha detto: "abbiamo avuto coraggio". Credetemi, in Valle d'Aosta ci sono tanti che dicono: "che coraggio che hanno! Un coraggio veramente da leoni", ma non quello dell'Union Valdôtaine. Noi abbiamo un sistema - abbiamo avuto modo di dirlo - può darsi un sistema che ha delle zone grigie, un sistema legislativo che probabilmente deve essere migliorato, l'abbiamo detto quando abbiamo avuto un'ondata di condanne di secondo grado per un uso illecito di fondi pubblici. E quando qualcuno dice che ci sono degli utilizzi privati, il gruppo ALPE l'avete fatto diventare patrimonio dell'UNESCO? Il gruppo ALPE è diventato improvvisamente un bene pubblico? Non vorrei e non voglio, scadere... però se ci mettiamo a leggere le sentenze, quando c'è stata la condanna per un utilizzo di fondi pubblici per un interesse privato, ovvero quello di un gruppo politico, non siamo andati a vedere dove avete comprato i beni, così ci siamo spiegati. Perché se vogliamo alzare i toni, siamo tutti capaci. Quando qualcuno ha detto che il 13 marzo c'è stata un'operazione coraggiosa, un'operazione il cui obiettivo era quello di "moralizzare"; Consigliere Borrello, mi pare che in quella data il movimento della Stella Alpina fosse stato toccato in modo pesante, oppure la memoria le fa difetto?
Noi qua abbiamo un approccio simpatico, e riparto dal mio discorso iniziale: qualcuno non ha bon ton, perché a volte rimprovera a qualcun altro certi passaggi. Collega Morelli, può darsi che abbiamo un eloquio un pochettino più rigoroso rispetto al suo, ma si rilegga pure i discorsi: lei con garbo, con un lessico gentile ci ha accusato di ogni ingiustizia, di ogni illecito. Quando noi siamo di fronte a delle indagini della magistratura, ci sottoponiamo all'attività inquirente, cerchiamo di far valere le nostre ragioni, siamo tutti convinti che, fino a prova contraria, ci sia la buona fede in tutti. Siamo tutti convinti e non ci auguriamo nessuna condanna né in queste indagini, né nelle successive. Ora, i vostri interventi da un lato dicono che stiamo perdendo credibilità, perché l'opinione pubblica ormai guarda con sospetto l'attività della pubblica amministrazione, ma siete voi stessi che alimentate il sospetto. L'attività che viene portata avanti dagli esponenti politici, dal Governo è un'attività in questo momento difficile, impegnativa, però non possiamo immaginare di essere i portatori del verbo della giustizia, e che tutti gli altri sono dei delinquenti.
Io apprezzo l'intervento che è stato fatto dal collega Perron, perché ha detto di non volere nessuna medaglia, ha preso atto di una condanna in primo grado, nell'ordine delle cose lui ha ancora due gradi di giudizio, mentre voi avete una condanna in secondo grado, quindi, quando si ricorre in Cassazione, il ricorso non è più nel merito, mentre se vogliamo qua ci siamo lanciati con un bilancino a dire qual è la condanna più grave e qual è quella meno grave; ci siamo lanciati - l'ho detto già la volta scorsa - nell'evidenziare che con queste condanne, con queste indagini siamo finiti sulle prime pagine dei giornali. Io torno a dire che, quando ci sono state le condanne per l'uso illecito dei fondi pubblici, siamo finiti su tutti i giornali, ma qualcuno si ricorderà le prime pagine. Io non voglio mettere in croce nessuno, collega Chatrian, ma è stato detto: "il rinnovamento passa per la nomina di un Assessore condannato". Non l'abbiamo scritto noi! E non abbiamo neanche speculato in queste situazioni. Non possiamo dire: "avete letto i giornali?", ma allora non leggevate i giornali? Vi ricordate le trasmissioni su Raiuno la domenica pomeriggio, l'Arena? Io credo che, se è vero quello che avete detto, si debba essere un po' più prudenti, cercare di utilizzare questa fine legislatura per occuparsi dei problemi dei valdostani e non per avere la bandiera del più puro e del più onesto! Io credo che sia indispensabile questo tipo di approccio, per cui vi invito a prendere atto delle dimissioni che sono state date da Perron e di evitare speculazioni, ma anche biechi sciacallaggi.
Presidente - Ha chiesto la parola il Presidente della Regione; ne ha facoltà.
Viérin (UVP) - Ho ascoltato con attenzione il dibattito e, al di là delle dimissioni dell'Assessore Perron, qui il dibattito si è sviluppato in modo più ampio, quindi ci darà la possibilità, come altri hanno fatto, di esprimere alcune considerazioni.
Io concordo con quanto è stato detto in aula, che è giusto che ognuno possa esprimere su questi temi la propria opinione. Sarebbe interessante anche, come qualcuno ha fatto, rivangare le posizioni di questa legislatura. Ricordo ai colleghi che sono entrati il 10 marzo che la legislatura non è iniziata il 10 marzo e che anche la politica in questi anni ha avuto una sua storia, e che ancora l'avrà. È giusto quindi che ognuno parametri la propria esperienza al momento in cui è entrato in quest'aula, ma, rispetto ad altri interventi in quest'aula, sarebbe veramente interessante vedere su questi argomenti quali sono state le posizioni, perché non abbiamo solo discusso di alcune questioni in questi mesi, ma dall'inizio della legislatura.
Credo quindi che la cosa da evitare - altri colleghi lo hanno detto - sia la politica della "melma nel ventilatore" o, parafrasando alcuni colleghi che ogni tanto ci fanno la battuta, o fanno una certa battuta, "chi chiede giustizia sarà giustiziato", ma anche occorre darci in termini di dibattito, soprattutto poi di azioni da mettere in campo, delle regole. È giusto che ci sia un dibattito, ma poi bisogna darsi dei modi per decidere eventualmente su alcuni argomenti come comportarci.
È chiaro che dispiace sentire l'amarezza di certi colleghi. Il collega Chatrian ha espresso un'amarezza, ma il clima che si crea e che si è creato in quest'aula è stato creato da diversi argomenti in questa legislatura, non è che possiamo prendere solo questo passaggio! Per mettere un po' d'ordine, per quanto riguarda la mia visione delle cose, credo che bisognerà, e bisogna, dividere in tre gli argomenti di discussione: uno è la politica, l'altro è l'amministrazione e l'altro è la questione etica.
Per quanto riguarda la politica, alcuni hanno sollevato: "ma il progetto politico...", il progetto politico è fatto da persone e ognuno di noi in un momento o nell'altro all'interno di questo progetto politico ricopre certi ruoli, ma bisogna saper separare il progetto politico, il ruolo delle istituzioni, dalle posizioni personali, collega Borrello, ma questo vale sempre. Se si crede in un progetto politico, le persone sono una conseguenza del progetto politico, ma il progetto politico, se vuole durare negli anni, viene prima delle persone. È per questo che noi avevamo tentato quest'estate di fare un progetto politico al di là delle persone, che altri non hanno accettato, perché probabilmente si metteva in discussione proprio il ruolo delle persone: questa è la politica. Noi abbiamo una visione sulla volontà di mettere assieme i valdostani, non tutti l'hanno avuta o, meglio, l'hanno avuta ma poi, quando magari hanno capito che la propria persona non era proprio valorizzata in quel progetto, hanno cambiato idea, ma ci sta, è legittimo.
Secondo volet: l'amministrazione, che ha programmi, progetti. Dal 10 marzo in avanti avevamo messo in campo dei programmi e dei progetti, abbiamo avuto delle visioni diverse su alcuni temi: penso ai collegamenti, al dibattito sui vaccini o ad altre questioni, ma l'Amministrazione è parametrata a dei programmi. Il programma è stato approvato in questo progetto politico, ne discende... e nelle premesse di questo programma politico abbiamo inserito anche il cambiamento su cui il collega Gerandin - poi ci tornerò - si è espresso, poi parleremo anche di che cos'è il cambiamento.
Poi c'è l'etica, di etica ne abbiamo parlato in diverse occasioni in questa legislatura. È stato ricordato, quando c'è stata tutta la vicenda dei gruppi, che ci ha portato in quest'aula, ma anche sui media, per diversi anni, a vedere la classe politica delegittimata. Ne abbiamo parlato - non è stato accennato nel dibattito - sulla questione degli avvisi alla Corte dei conti sul Casinò, è stata oggetto di dibattito in quest'aula, trasversale: io sto parlando di problemi trasversali, non di appartenenza ai gruppi politici, che ce n'è stato un po' per tutti.
Le altre questioni. Abbiamo vissuto in questi ultimi mesi la questione dei 25 mila euro, degli avvisi, delle questioni che qualcuno ha definito imbarazzanti, collega Borrello. Certo, tante questioni imbarazzanti, ci sono questioni che hanno una rilevanza e altre meno, e come giudicare quali hanno una certa rilevanza e altre meno? Altre vicende. Noi abbiamo sempre mantenuto un profilo basso. Quando dico: "noi", parlo anche a nome del gruppo dell'UVP, scindendo un attimo il ruolo che ricopro. Abbiamo sempre mantenuto un profilo basso, i colleghi Borrello e Restano dicevano: "garantista", giusto, "garantista in un certo atto e poi ne discuteremo un altro", garantista significa essere garantisti sempre: ecco perché dico che bisogna darci delle regole per dire che cosa vuol dire essere garantista. Che cos'è? Intanto, quando si è garantisti, si scinde un'indagine da un avviso di garanzia, che vuol dire che c'è la formalizzazione dell'indagine. Si è indagati, quindi c'è un primo atto formale e ne abbiamo parlato all'inizio della legislatura di questo e dicevamo sempre di darci delle regole, quindi l'avviso di garanzia può essere un metro di giudizio. Se uno non è neppure indagato, che cos'è? Se ne rileva l'opportunità... come viene giudicato? Altrimenti chi decide che cosa? "Ci sono delle condanne e poi vi può essere un altro parametro" è stato detto, ma ci sono anche qui delle condanne di serie A o di serie B, è stato oggetto di dibattito. Diciamocelo, ci sono delle condanne che sono condanne, poi i reati possono essere più o meno gravi, è giusto.
Per venire alle dimissioni dell'Assessore Perron, dispiace che sia stato interpretato così, ma nessuno ha parlato di eroe, nessuno ha enfatizzato questa cosa, ma credo sia stato per noi legittimo dire che era un atto per senso di responsabilità, perché aveva saputo in quel momento separare il proprio ruolo dalla propria posizione personale. Altrimenti se le dimissioni non erano sufficienti, ci chiediamo che cosa bisognava fare. Oltre alle dimissioni, uno che cosa può fare poi? Annullarsi, scappare? Dico questo perché noi abbiamo semplicemente sottolineato il fatto che l'Assessore un minuto dopo si è dimesso e l'abbiamo detto anche qui con un profilo basso. Ci sono quindi persone più pure, ci sono persone meno pure, ci sono persone che hanno la verità, altre che non l'hanno. Noi abbiamo sempre mantenuto una posizione di equilibrio equidistante, sapendo che il momento richiede di essere garantisti, ma anche di dare segnali fuori da quest'aula che la politica non è così, come spesso alcune indagini chiaramente o sentenze hanno rappresentato in generale in questi decenni, in questi anni, in questo periodo, ma dobbiamo garantire anche una certa possibilità di dirci quali possono essere nel futuro i metri di giudizio e i parametri da applicare, perché non possono cambiare questi a seconda dell'appartenenza in maggioranza o in minoranza, al Governo o all'opposizione. Decidiamo qual è la regola e procediamo e credo che il tema sia stato introdotto.
È chiaro che il clima, si parlava di conferenze stampa... dipende da che clima vogliamo avere, perché se è il clima del muro contro muro, noi non lo condividiamo. Al di là di questo fatto, l'abbiamo detto, noi siamo per riunire certe sensibilità, per cercare di mettere assieme i valdostani, ma ci sono argomenti che probabilmente ancora ci dividono. È chiaro che poi bisogna anche fare attenzione alla credibilità della politica, perché organizzare serate - io ho avuto modo di dirlo a qualcuno di voi - sul futuro con la classe dirigente del passato diventa difficile. Quando il collega Gerandin dice che bisogna essere chiari con la gente, è vero, ma bisogna esserlo sempre.
Le nomine. È chiaro che bisogna darsi delle regole. Io condivido quando si dice - quante volte l'abbiamo detto -: "diamoci delle regole". Visto che si parla di cambiamento e visto che da un mese abbiamo cercato di portare alcuni messaggi, lo abbiamo detto prima, alcune nomine, anzi le nomine che sono state fatte, hanno cercato di seguire criteri tecnici, ne abbiamo anche parlato. Io credo che questi siano messaggi di cambiamento. Ci siamo confrontati sulla famosa questione della pubblicazione del bando sul Forte di Bard, non va bene? È trasparenza. Su alcune scelte che si faranno... chiedo un attimo solo per terminare, Presidente, perché credo che la questione sia effettivamente delicata. È giusto che questo Consiglio si interroghi, ma che metta tutte le questioni sul piatto, perché le campagne mediatiche di cui si parlava le abbiamo viste in certi manifesti di questo periodo, non sono state lanciate da altri! Questo è alimentare il clima o rasserenarlo? Andare a fare conferenze con certi temi sapendo benissimo che è meglio che non ci diciamo certe cose su certi temi che sono affrontati, ma perché veramente o si incarna un cambiamento totale, radicale anche in persone che sono nuove totalmente, sennò alla fine in questa legislatura, e non solo, le persone sono queste, non possono rappresentare tutto ciò che è l'inizio di un anno zero ad una certa data che si fissa: ecco perché noi rilanciamo, e mi sono riconosciuto in certi toni dei colleghi, per esempio il collega Fosson, il collega Restano, sulla pacatezza e la moderazione. Credo che da lì si debba ripartire se vogliamo elaborare sia da un punto di vista politico, che da un punto di vista amministrativo alcune considerazioni per costruire il futuro, perché, ripeto, con la politica secondo me, della melma nel ventilatore, si può stare, ma è chiaro che bisogna poi capire quali sono i parametri di giudizio e non cambiarli ogni volta a seconda degli interlocutori e dei ruoli che si assumono.
Concludo dicendo che io non mi riconosco in alcuni atteggiamenti proprio per questa cosa, proprio perché noi non possiamo cambiare opinione, avere metri e parametri diversi con questioni di serie A e questioni di serie B, anche perché fuori, visto che si è parlato dei cittadini, i cittadini non fanno distinzione. Noi non abbiamo cambiato idea ai colleghi che ci chiedevano. Sulle partecipate abbiamo lavorato sulla legge n. 20 tutti assieme, questa legge non è di qualcuno. È stata una risposta frutto di questa legislatura. Cercheremo ogni giorno, e io posso dirlo, perché da un mese e più a questa parte stiamo cercando di dare messaggi diversi, messaggi che vanno nell'ottica di ciò che è stato detto: della meritocrazia, della trasparenza, ma non confondiamo, anche quando i colleghi parlano di posti dirigenziali, perché i posti dirigenziali sono rimasti quelli e le scelte discrezionali che prevede la legge sono altra cosa. Anche qui per non confondere e fare di tutta l'erba un fascio, perché erano già le stesse cose che abbiamo sentito sempre in questi mesi da alcuni colleghi. Dico quindi che c'è e ci sarà la possibilità... è chiaro che il clima è già pre-elettorale, quindi ognuno qui cerca di fare un po' il proprio gioco, noi lo riconosciamo. Le elezioni a ridosso, sia politiche che regionali, scalderanno ancora ulteriormente questo clima, però cerchiamo di scindere una posizione elettoralistica di populismo, da quello che è invece un dibattito serio su argomenti seri. Noi siamo per dare messaggi diversi fuori da quest'aula, per fare tutto il possibile. In questo senso ci impegniamo tutti i giorni, con tutte le nostre energie per mettere in pratica queste cose di cui abbiamo parlato in questi anni e noi - ognuno con il proprio ruolo, ognuno con le proprie sensibilità - in questo senso lavoreremo.
Presidente - Qualcuno intende illustrare l'ordine del giorno? Ha chiesto la parola il collega Gerandin; ne ha facoltà.
Gerandin (GM) - Una breve illustrazione perché penso che sia molto chiaro e leggibile. Oggi ci accingiamo con l'ordine del giorno di cui stiamo discutendo alla presa d'atto delle dimissioni dell'Assessore Perron al bilancio, finanze, patrimonio e partecipate. A noi pareva opportuno condividere, proprio nel senso che diceva prima il Presidente, quello che può essere un percorso che ci avvicina alle elezioni, tenuto conto che siamo a fine legislatura, il tempo è relativamente breve, tenuto conto che abbiamo una scadenza che, ahimè, viene di settimana in settimana prorogata: quella della presentazione del bilancio. Abbiamo in questo periodo avuto un ruolo penso determinante del Presidente nei rapporti con lo Stato, legati alla discussione con lo Stato dei rapporti finanziari. Ora, ci viene davvero difficile capire come mai, o se è intenzione... può darsi che questo anticipi solo l'intenzione di questa maggioranza, ma noi vorremmo condividere, se questa è la sua intenzione, la decisione di non sostituire l'Assessore dimissionario. Noi riteniamo che un interim al Presidente in questo momento sia il messaggio più consono per i cittadini valdostani, perché il tempo di discussione del bilancio è imminente. Metteremmo solo in piedi una struttura che poi deve per forza di cose approfondire i rapporti e quant'altro. Mi pare pertanto una cosa del tutto ovvia per due motivi: 1, la scadenza del bilancio, i rapporti che ha tenuto fino ad oggi il Presidente con i vari livelli di governo e quant'altro; 2, l'approssimarsi della scadenza della legislatura, per cui sarebbe del tutto inutile. Tenete conto che comunque, anche per quel che riguarda il Consiglio, c'è una scadenza che, rispetto alla scadenza naturale, è ancora anticipata, per cui io penso che sarebbe un bel messaggio, sennò dovremo chiedere, per una quarta o quinta volta che cambiamo l'Assessore alle finanze in questa legislatura, di nuovo alla Banca d'Italia se ci sono i requisiti di onorabilità e quant'altro. Non voglio tornare su questo aspetto, ma evitateci di nuovo un passaggio del tutto incomprensibile.
Presidente - Ha chiesto la parola il Presidente della Regione; ne ha facoltà.
Viérin (UVP) - Quest'ordine del giorno dà la possibilità di chiarire alcune questioni al di là della determinazione. Intanto crediamo che la democrazia sia fatta da regole scritte, nel senso che l'interim è una situazione di eccezionalità nella normalità che si vive, almeno noi la vediamo così l'amministrazione, è giusto poi che altri abbiano visioni diverse. Avevamo lottato - e lo abbiamo anche detto - per ridurre il numero degli Assessori; quando c'è stata la possibilità di fare un cambiamento, è stato fatto, su questo ci si era confrontati e si era deciso di mantenere all'interno di quella codificazione... Dico anche soprattutto per chi è arrivato il 10 marzo che abbiamo all'epoca fatto certe scelte per dire che quest'Assessorato aveva, come in passato, una valenza strategica importante anche per il mondo delle partecipate proprio per le sfide di cui, tra l'altro, si è parlato anche negli interventi di questa mattina.
Io credo che l'interim che oggi c'è sia una situazione che vada a supplire un periodo. Vorrei anche dire per chi ci ascolta che non c'è nessuna struttura che si aggiunge quando si sostituisce un Assessore (chi ha amministrato, lo sa): c'è la sostituzione dell'Assessore stesso, anzi l'ossimoro è il periodo in cui il Presidente deve anche occuparsi di un altro Assessorato che non è nelle sue funzioni, questo credo sia l'abc della democrazia, almeno per come la vediamo noi. È chiaro che siamo a fine legislatura o, meglio, mancano ancora circa sette mesi alla fine della legislatura, sei-sette mesi da qui alla tarda primavera, ma crediamo anche che le sfide... non tanto e non solo il bilancio su cui poi dirò, c'è anche un'iniziativa dei colleghi che stiamo portando avanti, ma per tutte le altre questioni che quell'Assessorato - e chi è stato in quell'Assessorato lo sa - ha in termini di competenze... Abbiamo spesso anche detto che non va bene concentrare nelle mani del Presidente tutta una serie di cose, perché non va bene che il Presidente sia qui, sia lì, sia dappertutto e poi però deve prendersi anche l'interim; allora "des deux l'une", come dice il collega Chatrian, che ce lo ricorda spesso. Per quanto ci riguarda, i crismi della democrazia sono quelli che, quando c'è un Assessore dimissionario, ci sia una sostituzione, la politica farà le proprie valutazioni per la sostituzione di questa figura e in questo senso procederemo.
Questo non ha in alcun modo procurato dei ritardi al bilancio. Vorrei anche dire che la data che è stata fatta slittare per il bilancio è stata concordata con i Capigruppo e proprio, collega Gerandin, era stato uno degli spunti per dire: vediamo a che punto siamo. È sempre stato fatto a dicembre il bilancio, ma abbiamo detto: invece di farlo a inizio dicembre, lo facciamo slittare e la data l'avevamo messa a disposizione, è stata poi scelta dalla Conferenza dei Capigruppo, che è la data del 18. Io ho scritto una lettera al Presidente Rosset dicendo che, come concordato dai Capigruppo, si poteva scegliere tra la settimana del 11 o quella del 18. È chiaro che il bilancio è un'operazione da costruire assieme al DEFR, che non era stato fatto, e soprattutto è un bilancio che nasce in concertazione con gli Enti locali, con le organizzazioni sindacali, con le categorie, per andare a costruirlo anche con i collegati afferenti, e che, secondo noi, darà una prospettiva, che è la stessa prospettiva di rilancio evocata anche questa mattina, quindi non è che siamo stati irrispettosi. C'è stata anche tutta la questione finanziaria con lo Stato da risolvere. Anche qui quindi va bene che ci sia in qualche modo la possibilità di fare un po' di campagna elettorale, ma i ritardi del bilancio sono in qualche modo conseguenti anche... e non paralizzeranno, non creeranno nessun disagio. Chiederemmo anche un po' di sensibilità nei confronti degli uffici, perché anche dopo la vostra presentazione, io mi sono confrontato con gli uffici, c'è anche una questione informatica, c'è anche una questione di costruzione di tutta una serie di procedure (chi è stato lì, lo sa). Noi non abbiamo nessun interesse a ritardare il bilancio. Appena sarà pronto, lo scaricheremo in Giunta e lo porteremo subito all'attenzione delle commissioni. Ieri, anzi lunedì ho di nuovo espresso questa esigenza per dare a tutti la possibilità di avere il confronto necessario per approfondire. Noi però crediamo che le questioni siano scisse, in questo senso ripetiamo che la necessità oggi di avere un interim è una questione provvisoria e lo diciamo anche proprio per ragioni pratiche di mole di lavoro. Se esistono delle deleghe, in qualche modo è giusto che gli Assessori le esercitino.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Bertin; ne ha facoltà.
Bertin (GM) - Ci troviamo a sette mesi dalla fine della legislatura con un Assessore che ha dato le dimissioni. Tra l'altro, mi sembra che si stia creando un po' di confusione su queste dimissioni. Sembra che quasi ci sia una competizione, come per avere delle medaglie, pare che non si possano avere delle medaglie, le dimissioni sono non tanto una scelta nel caso specifico, ma un'applicazione della legge, quindi nessuna medaglia. Fatto sta che siamo in questa situazione a pochi mesi dalla fine della legislatura.
Nella passata legislatura ricordo anche al Presidente Viérin che l'interim è stato preso dall'allora Presidente Rollandin su diversi dicasteri e per molto tempo, per cui l'eccezionalità è tutta relativa. Peraltro, in questo caso si giustificherebbe un interim fino alla fine della legislatura, meno negli altri casi a cui facevo cenno prima. Molte Regioni non hanno quest'Assessorato del bilancio e delle finanze, personalmente ritengo che le partecipate potrebbero essere tranquillamente affidate ad un altro dicastero, anche perché alla fine sappiamo che il bilancio e le finanze sono gestite dalla Presidenza, poiché, quando si chiude un bilancio, alla fine la sintesi viene fatta da chi rappresenta la Giunta. Pertanto anche su questo aspetto personalmente credo che vada tenuta in considerazione una riduzione del numero degli Assessorati. Per quanto riguarda l'interim, mi sembra la scelta più normale a questo punto.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Chatrian; ne ha facoltà.
Chatrian (ALPE) - Vorrei sottolineare e fare qualche considerazione in più, dopo aver ascoltato attentamente i colleghi intervenuti prima sull'ordine del giorno, una scelta di natura politica vostra di questa maggioranza, quindi noi abbiamo proposto una strada, scelta che compete a voi. Mi sembra di aver capito quindi che ci sarà la possibilità di nominare un nuovo Assessore tra qualche settimana.
Vorrei declinare qualche passaggio in più, invece, dalle parole del Presidente Viérin. Ha colto bene, Presidente. Io questa mattina ero, e sono, amareggiato nell'affrontare il punto n. 4. Sono molto orgoglioso di essere molto lontano dalla posizione di Marguerettaz, ma perché vedo una Valle d'Aosta diversa, conosco una Valle d'Aosta diversa e vorrei una Valle d'Aosta diversa. Non do pagelle, non faccio una lezione di università, perché l'ho finita 17 anni fa, quello che ci tengo a ribadire - e lo spunto del Presidente mi dà questa bella possibilità - è che il Presidente Pastoret ha voluto confondere le acque, perché il sottoscritto - e lei, Presidente Viérin, lo sa - ha accettato quella sfida che per me è stata una sfida non facile. Per i più bravi sicuramente le sfide sono tutte banali, per il migliore è tutto banale, ma chi è una persona semplice le sfide robuste le affronta mettendo in campo tutte le sue energie, mettendo in campo il suo sapere, mettendo in campo le capacità, cercando anche di farsi consigliare magari per prendere delle strade alternative. I migliori, quelli che sanno sempre tutto, che da 15 anni governano la Valle d'Aosta ci spiegano come funziona il sistema Valle d'Aosta e come tale sistema va molto bene.
Vorrei cogliere però sempre nelle parole del Presidente Viérin un passaggio fondamentale, perché oggi ho voluto con tanta amarezza intervenire, ma i valdostani devono sapere che ci sono delle differenze sostanziali, ma è la legge a dirlo. Il collega Perron, nulla di personale, fra qualche settimana dovrà abbandonare il Consiglio regionale. Il collega Chatrian, invece, si è assunto e ha assunto una carica come Assessore il 13 marzo. Non avremmo voluto intervenire, lo dico con una certa serenità, sia il sottoscritto che la collega Morelli, ma occorre spiegare la differenza, perché nel momento in cui il Presidente di un movimento che ha fatto 15 anni il Consigliere e l'Assessore regionale risponde ad una domanda nel merito: "noi siamo diversi, perché il nostro Assessore ha dato le dimissioni"... no, non è così, sono sospesi di diritto dalle cariche indicate dall'articolo 7, comma 1, è la legge che lo dice, è il percorso che lo dice. Ecco perché noi oggi abbiamo cercato di spiegare, probabilmente non a quest'aula ma all'esterno, dopo aver sentito veramente delle interviste ingiuste, scorrette volutamente, ma perché si voleva annacquare, portare fuori strada quello che era il tema, la situazione, invece all'interno del percorso che è stato fatto c'è solo un tratto che ci accomuna, sia per me che per la collega Morelli, che per Perron: si tratta di sentenze non definitive. L'unica cosa che ci accomuna è quella, però il nostro obiettivo oggi era di spiegare soprattutto ai valdostani che la differenza è sostanziale e che il Presidente di un movimento, del movimento più rappresentativo ancora oggi in questo Consiglio regionale, volutamente ha portato fuori strada lo stato dell'arte.
Sul documento economico-finanziario e sul bilancio non abbiamo fatto polemica né in II Commissione, né nella Conferenza dei Capigruppo: abbiamo solo chiesto nell'ultimo incontro in commissione e anche nella Conferenza dei Capigruppo se il prima possibile riuscivate a scaricare e ad approvare come Giunta il bilancio. Questo per far sì che ci siano le condizioni, la possibilità di analizzarlo e fare un bel dibattito politico sereno di che Valle d'Aosta vogliamo per il 2018-2020, come vogliamo declinare e allocare le risorse, le scelte, le politiche fiscali, le azioni, di modo che sia un bilancio di prospettiva e non un bilancio per le elezioni.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Gerandin; ne ha facoltà.
Gerandin (GM) - Semplicemente per riprendere un po' le fila del discorso dopo l'intervento del Presidente. Presidente, lei ha fatto bene a ricordare che sono stato peraltro uno di quelli che hanno suggerito in commissione di spostare i termini di approvazione del bilancio. È assolutamente corretto, anche perché ricordiamo ai valdostani che era previsto per il 5, 6, 7 e 8 dicembre, per cui erano dei tempi assolutamente impossibili. Mi pare di essere stato anche all'interno della commissione tra coloro che hanno suggerito, visto che comunque non ci sono i tempi tecnici per approvare un DEFR prima, di presentare il DEFR assieme al bilancio. Se tutto va bene - almeno mi pare di aver capito così - il bilancio verrà licenziato dalla prossima Giunta, significa che noi ce l'avremo il 27. Tenuto conto che il Consiglio è fissato per il 18, anche per l'iscrizione all'ordine del giorno avremo meno di 18 giorni per esprimere il parere, proprio in quell'ottica che lei diceva che è un atto così importante, che deve essere condiviso con il mondo sindacale, Enti locali e quant'altro. Presidente, pertanto l'anomalia è quella che, rispetto al mese normale di tempo che hanno le commissioni, ci troveremo con un tour de force. Non è questo però il problema che le dicevo, lei diceva che non è creiamo un apparato in più, però, di fatto, un nuovo Assessore comporta segreterie nuove, segretari particolari e chi più ne ha più ne metta. Questo di fronte ad un arco temporale di sei mesi - perché questo è il termine entro cui, volenti o nolenti, verranno chiamati gli elettori ad esprimersi nuovamente - era esclusivamente un discorso di opportunità. Non avrei chiesto questo se fosse mancato un anno alla fine della legislatura, ma tenuto conto che siamo alla scadenza per la predisposizione del bilancio - per cui questo Assessore non avrà nulla da dire, non aggiungerà una virgola in più a questo bilancio, che lei ha detto essere già in mano ai tecnici, che sarà scaricato dai tecnici - è esclusivamente piazzare una poltrona, se il problema è piazzare una poltrona, è un problema politico. Lei mi ha risposto che i patti si rispettano. Ha detto lei che i patti politici si rispettano, per cui sicuramente è opportuno che vengano rispettati i patti. Ma alla Valle d'Aosta in questo momento dei patti politici poco importa, si vuole un segnale diverso, per cui è proprio nell'interesse di evitare ai valdostani il quinto - mi pare - Assessore in cinque anni... neanche cinque anni. Magari cambierà ancora se questo è il criterio con cui si va avanti in questo periodo... per cui era per evitare di nuovo questa brutta pagina. Lei si è recato a Roma, ha avuto dei contatti, per cui sicuramente sa in questo momento quali sono gli interlocutori romani.
Detto questo, mi pare un segnale doveroso in questo momento in cui i cittadini veramente non capiscono dove vanno a finire, perché qua, tra nomine e poltrone, veramente siamo al paradosso! Non lo so, mi pare un atto di buona amministrazione, di buona politica che non aggiungerebbe nulla, non toglierebbe nulla al suo Governo. Tra l'altro, poi non so se è uso comunque avere anche una documentazione, una rassegna stampa sui passaggi a Roma, vorrei evitare di nuovo di scomodare Morando, Bressa per rifare di nuovo la rassegna stampa per l'ennesima volta.
Presidente - Ha chiesto la parola il Presidente della Regione, per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.
Viérin (UVP) - Anche per precisare visto che le cose se si raccontano, si devono raccontare nel modo giusto, perché è chiaro che siamo in periodo elettorale e si sente: si sente qui, si sente nelle cose che si fanno. Se vogliamo parlare anche di conferenze stampa, credo che siano più le conferenze stampa che gli interventi in quest'aula in questo periodo, quindi bisogna fare una conferenza stampa ogni volta che bisogna parlare di qualcosa. Al di là di questo, vorrei solo ricordare che la sostituzione..., poi le posizioni sono legittime, ognuno porta avanti la propria posizione, poi però se siamo ancora legittimati ad avere un'idea, noi crediamo che l'idea non sia questa e che non sia stata rappresentata in modo corretto, collega Gerandin. Qui non c'è nessuna poltrona da piazzare. Se si ritiene, come diceva il collega Bertin, che l'Assessorato delle finanze non sia più un Assessorato utile, bisognava già farlo il 10 marzo forse. Perché non è stato fatto? Era un Assessorato inutile quello del collega Chatrian? Probabilmente... io non lo so, io non lo avevo inteso così. Il numero di Assessorati vogliamo ancora ridurlo? Quando avrete la possibilità di amministrare, dimostrerete con quanti Assessori... noi l'abbiamo ridotto, abbiamo confermato le scelte del 10 marzo, vogliamo ancora ridurre? Ne parleremo. Ad oggi questa legislatura e questo programma di governo ha sette Assessori e il Presidente. Abbiamo fatto le nostre scelte, non c'è nessuna poltrona da piazzare, perché c'era un Assessore, viene sostituito, le segreterie ci sono, le segreterie in questo periodo in cui io sono ad interim sono le persone assegnate alla segreteria, quindi non bisogna neanche dire le cose come non sono.
Per i tempi del bilancio, io mi limito a dire che i tempi del bilancio quest'anno sono anche particolari per la questione finanziaria dei 144 milioni. Vedremo poi durante la discussione del bilancio se ci sarà ancora qualcuno che non sarà soddisfatto, che in qualche modo se la questione si risolverà... questa sarà risolta, perché siamo in campagna elettorale e quindi bisognerà dimostrare che il lavoro che è stato fatto non è stato fatto bene. Qui non siamo più in un periodo della legislatura dove si fanno considerazioni ponderate e giuste secondo noi, ma ogni spot elettorale corrisponde ad un intervento. Qui quindi si tratta di capire se vogliamo sostituire un Assessore, come legittimamente questo avviene, è sempre avvenuto, se non per periodi brevi, e portare a compimento questa legislatura nella sua normalità; se vogliamo fare poi altre scelte per il futuro, le faremo.
La concertazione del bilancio, collega, sarà giusto un momento molto importante di approfondimento. Abbiamo anche preso tempo in questo periodo per fare una concertazione preventiva, per evitare di farla dopo e continuare a modificare un documento sul quale abbiamo lavorato e che abbiamo limato, portandolo già mediato di tutta una serie di istanze: dagli Enti locali alle categorie, alle organizzazioni sindacali, cercando di trovare con loro delle sintesi a monte per facilitare il lavoro a valle. Noi quindi in questo senso respingiamo e respingeremo quest'ordine del giorno.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Rollandin; ne ha facoltà.
Rollandin (UV) - Pour ce qui est de l'ordre du jour, je crois que les arguments qui ont été présentés ont quelques faiblesses pour soutenir qu'il n'est pas nécessaire d'avoir un Assesseur. Évidemment, on peut sous-évaluer le travail qui doit être fait, un Assesseur qui va profiter de cette période pour mettre... toute une série de thèmes. Il n'y a pas seulement le thème du budget; le budget a été créé et concerté par l'Assesseur et le Président; je crois qu'au contraire, la partie liée à toute l'activité de l'Assessorat est bien plus large et plus importante que pas seulement le budget, à part le fait que le budget doit être géré par la suite, il y a toute une série de conséquences de l'approbation du budget qui doivent être suivies de la part de l'Assessorat.
Permettez-moi seulement deux mots pour ce qui a été une série de reliefs qui ont été faits à propos des affirmations du Président du mouvement de l'Union Valdôtaine. Je crois qu'il a dit seulement la vérité, l'aspect lié à des comportements différents.
Il fatto che l'Assessore Perron abbia dato la sua disponibilità subito a lasciare il posto quando tutti hanno detto anche in quest'aula che non era obbligatorio, c'erano i tempi collegati con l'applicazione della "Severino" e il fatto che qualcuno è stato condannato in secondo grado non sono delle cose non vere. Non ha fatto cenni di nessun altro tipo, ha detto le differenze di comportamento che ci sono state, con una tempistica che credo oggi tutti hanno sottolineato. Non penso quindi che sia da ricollegarsi o attaccarsi a questo aspetto per dire che uno è meglio dell'altro, qui si è detto quello che è successo.
Ora, su questo tema non credo che sia da innescare un dibattito, che penso interessi a pochi. Interessa soprattutto capire che cosa si vuole fare per una serie di tematiche, che forse dovrebbero inserirsi in questo contesto con la stessa ampiezza, abbiamo preso mezza giornata per prendere atto delle dimissioni già presentate e molte volte argomenti molto più seri passano come una lettera alla posta. Io credo quindi che oggi noi dobbiamo prendere atto di un fatto, senza fare altri processi, dare dei giudizi. È un primo grado che, come tutti ci siamo augurati, potrà essere oggetto di un'ulteriore valutazione, che porterà a riconoscere alcuni fatti che noi ci auguriamo.
Presidente - Posso mettere in votazione l'ordine del giorno? Dichiaro aperta la votazione. La votazione è chiusa.
Presenti: 34
Votanti : 13
Favorevoli: 13
Astenuti: 21 (Baccega, Bertschy, Bianchi, Contoz, Cretier, Fabbri, Farcoz, Follien, Grosjean, Guichardaz, Isabellon, Lanièce, Marguerettaz, Nogara, Péaquin, Perron, Rini, Rollandin, Rosset, Testolin, Viérin)
Il Consiglio non approva.
Il Consiglio pertanto prende atto delle dimissioni rassegnate da Ego Perron dalla carica di Assessore al bilancio, finanze, patrimonio e società partecipate e prende atto che il Presidente della Regione assume ad interim le funzioni assessorili e assume gli eventuali provvedimenti conseguenti.
Il Consiglio prende atto delle dimissioni rassegnate dal Signor Ego Perron dalla carica di Assessore al bilancio, finanze, patrimonio e società partecipate, che diventano quindi efficaci; dà atto che il Presidente della Regione assume ad interim le funzioni assessorili fino all'elezione del nuovo Assessore.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Restano; ne ha facoltà.
Restano (AC-SA-PNV) - Da più parti ho ricevuto dei messaggi durante questo dibattito che mi indicavano come il collega Contoz non abbia risposto in aula alla mia sollecitazione, ma si sia premurato di rispondere ad una televisione qua fuori. Allora io le chiedo, per cortesia, di ripetere in aula, così magari ci confrontiamo, quanto ha detto la televisione, perché è interessante. Non stiamo gestendo la bocciofila di Saint-Vincent, è una cosa seria! I problemi del traforo e dei trasporti sono cose serie! Noi glielo abbiamo chiesto di convocare la commissione. Poi riprenderò la parola dopo, perché merita un dibattito, Presidente.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Contoz; ne ha facoltà.
Contoz (UV) - Prendo la parola perché plurisollecitato e ringrazio il collega Restano. Ripeto: io sono stato nominato Presidente della commissione senza avere delle grandissime esperienze e ho chiesto a chi era più esperto di me come dovevo comportarmi in questo caso. Sono andato negli uffici, dove sono andato a vedere l'ultimo verbale firmato dalla Signora Morelli, dove c'era scritto: "organizzazione dei lavori". Ho chiesto se c'era qualcosa di urgente, "ci sono tante cose urgenti...", è chiaro che ce ne sono tante. Io sono andato a rispondere in televisione esclusivamente perché il collega Restano è andato in televisione, allora io ho risposto a quello che lui ha detto. Adesso gli rispondo anche qui giustamente, perché ho detto che è stato Assessore sei mesi, e dagli uffici mi hanno detto: "in genere i Signori della minoranza, soprattutto nel caso di Restano che è stato Assessore, ti porteranno seimila problemi" e io ho detto: aspettiamo. Ho chiesto poi al collega Marguerettaz, che era Assessore, il quale mi ha detto: "abbiamo un sacco di cose che bollono in pentola, però aspettiamo un attimino che così faremo quello che dobbiamo fare". Allora io mi sono permesso di prendere un lasso di tempo, perché è inutile convocare delle commissioni per parlare delle cose a metà, ho detto: prendiamo un attimino di tempo. Non che non voglia lavorare, giustamente ho fatto notare che sono qui apposta per lavorare come tutti gli altri, quindi non mi sono mai tirato indietro sul lavoro, sicuramente. Porti quindi pazienza, adesso abbiamo il giorno, faremo al più presto questa convocazione, lo ripeto. I motivi sono arrivati... lei ha detto prima che mi dava delle notizie, delle cose buone da portare, aspetto... sicuramente lo faremo. Le stesse cose le ho dette in televisione.
Presidente - Basta, per favore! Non possiamo continuare tutta la mattina su un batti e ribatti sulla convocazione o meno! Verrà convocata la commissione, finito, è inutile che continuiamo!