Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 3008 del 7 novembre 2017 - Resoconto

OGGETTO N. 3008/XIV - Interpellanza: "Stato di attuazione dell'incarico conferito a Finaosta per l'acquisizione delle quote azionarie della società RAV".

Rosset (Presidente) - Punto n. 33 all'ordine del giorno. Per l'illustrazione, ha chiesto la parola il consigliere Marquis, ne ha facoltà.

Marquis (AC-SA-PNV) - L'iniziativa che è stata presentata è un po' per fare il punto sulla situazione dell'autostrada della RAV. Dalla seconda metà degli anni Duemila questo è un tema ricorrente che arriva in aula e che viene affrontato soprattutto verso la fine dell'anno, quando si è in concomitanza con gli aumenti tariffari. In questi anni, qualcosa è stato fatto per cercare di mitigare questo problema: si è lavorato per ottenere la gratuità della tangenziale Aosta est/Aosta ovest per i possessori di telepass, e anche per istituire lo sconto per i pendolari, tra utenze e percorrenze fisse.

Sicuramente questo non è ancora abbastanza, riguardo al comune sentire dell'opinione pubblica, riguardo alle tariffe, e anche per quello che concerne tutto quello che attiene allo sviluppo turistico della nostra regione. Le tariffe attuali, e le loro dinamiche dipendono da regole introdotte dal Ministro Di Pietro nel 2006, e sono delle regole ferree che vengono disciplinate attraverso una convenzione unica che disegna l'assetto tariffario di tutte le autostrade della rete italiana.

L'adeguamento annuale delle tariffe è definito secondo delle regole precise, alla base di un piano economico-finanziario della società che, per quanto concerne la RAV, ha una durata e una scadenza al 2032. Le regole prevedono che il piano debba essere aggiornato ogni cinque anni; l'ultimo piano approvato è stato quello del 2009-2013, sul quale peraltro i consiglieri d'amministrazione, di nomina della Regione, si erano espressi in modo negativo perché avevano già preconizzato lo scenario in cui oggi ci troviamo. Il piano 2014-2018 della società RAV è ancora in fase di valutazione e di discussione, e questo la dice in modo significativo su quale è la difficoltà della situazione.

In considerazione della crisi che ha colpito il Paese, negli ultimi anni il Ministro, d'imperio, ha bloccato gli aumenti tariffari, o perlomeno li ha riconosciuti in una misura frazionale rispetto alle tariffe che dovevano essere riconosciute per legge alle società. La RAV, in questi anni, in base a quello che gli era dovuto, ha accumulato un credito nei confronti dello Stato di qualche decina di milioni di euro. Il piano finanziario della società per essere equilibrato, a oggi, secondo le regole attuali, può fare leva su un'unica possibilità, che è quella dell'incremento tariffario e questa è una ragione che ci preoccupa molto, è una ragione per cui avevo incontrato, unitamente al collega Restano e ai parlamentari, il Ministro Delrio negli scorsi mesi per arrivare a una definizione di questa problematica. Il Ministro Delrio ci aveva rappresentato che occorreva trovare una soluzione diversa rispetto a quella degli incrementi tariffari e occorreva che gli azionisti ne discutessero. È proprio per questa ragione che avevamo presentato un ordine del giorno per valutare l'acquisizione delle quote societarie da parte della Regione. Sicuramente si tratta di un'operazione complessa, un'operazione che deve trovare la sua ragion d'essere su determinati presupposti, sui quali deve concorrere anche lo Stato, con la sua buona volontà, deve concorrere la società e deve concorrere anche la controllante.

Sostanzialmente nel mese di luglio è stata presentata una proposta da parte della controllante - che è la Società italiana Traforo del Monte Bianco - per provare a esplorare la via di un passaggio di quote in mano completamente pubblica, e questo perché? Perché la soluzione oggi - di grossa difficoltà della RAV - è quella che comporta una gestione operativa positiva: ci sono 19 milioni di euro d'incasso all'anno, circa 10 milioni, 10 milioni e mezzo di spese, però ci sono 11 milioni di ammortamenti che devono essere riportati a bilancio ogni anno e quindi da qui discende la situazione di oggettiva difficoltà. È possibile solo provvedere alla riduzione degli ammortamenti attraverso un allungamento della concessione. L'allungamento della concessione, per le regole, è possibile solo qualora l'azionariato sia completamente in mano pubblica, e questa è la via - in corso di definizione - che ha seguito l'Autostrada del Brennero.

Quindi questo è uno dei presupposti che dovrebbe essere concordato con lo Stato. L'altro presupposto è che il tesoretto - che oggi fa capo alla Società italiana Traforo del Monte Bianco, ma che è congelato, che non può essere utilizzato, che è stato riconosciuto come extragettito tariffario - dovrebbe essere in parte corrisposto alla società RAV per mitigare l'aspetto tariffario.

Qualora si verificassero queste due condizioni, si potrebbe fare un ragionamento di valutare l'acquisizione, un'acquisizione che potrebbe essere portata avanti e gestita in autofinanziamento da parte della società, perché la società, al di là di tutto - è rilevabile dai bilanci - dispone di una liquidità superiore ai 100 milioni di euro di cassa, e quindi, attraverso la disponibilità finanziaria, liquida e con una dilazione della parte rimanente da riconoscere al socio uscente, potrebbe realizzarsi e concretizzarsi un piano finanziario che consentirebbe di conseguire, già nei primi anni, dei dividendi a favore della Regione.

Si tratta di un'operazione complessa, un'operazione per la quale è stato dato mandato a Finaosta di valutare, chiaramente, le condizioni tecniche economiche, perché non è così semplice da valutare a livello politico. Ci rendiamo conto che non sono questioni che possono essere affrontate in due giorni, però l'obiettivo di questa interpellanza è un po' fare il punto della situazione e capire se ci sono state delle evoluzioni in questo breve periodo in cui si è insediato il nuovo Governo o se è prevedibile che prossimamente ci possano essere delle novità su questo argomento.

Presidente - Per la risposta, ha chiesto la parola il Presidente della Regione, ne ha facoltà.

Viérin (UVP) - Com'è stato sottolineato, questa è una questione annosa e soprattutto fondamentale per la nostra regione, una regione turistica, una regione dove il transito e i grandi flussi devono essere commisurati anche a una politica tariffaria che possa essere consona a una lotta di rivendicazione che la Valle d'Aosta da anni fa sull'evitare che ci siano continui aumenti e che questi aumenti penalizzino in qualche modo i flussi, e soprattutto l'attrattività anche - al di là delle politiche per i residenti - per chi percorre la nostra Valle, quindi le questioni sono legate.

Verrò alla risposta su che cosa è stato fatto a seguito della richiesta con delibera che dava attuazione a un ordine del giorno sul bilancio 2016.

Sicuramente la prima cosa che ci teniamo a dire è che la partita è aperta sugli aumenti tariffari, sui due versanti: sia sulla parte autostradale a valle che per quanto riguarda la RAV. E formalizzeremo in questi giorni - abbiamo avuto dei colloqui - la nostra volontà di evitare questi rincari e dobbiamo anche dire che una possibilità che questi rincari non arrivino ci può essere, ma ci può essere nella misura in cui si fa un ragionamento d'insieme.

Per quanto riguarda la questione SAV, abbiamo in mente di formalizzare questa richiesta, affinché si possa poi far inserire questo ragionamento all'interno di uno più ampio, e speriamo nella disponibilità; sappiamo che - com'è stato ricordato - ci sono degli accordi da prendere fra azionisti.

Per quanto riguarda la questione RAV, la delibera a cui si fa riferimento è una delibera arrivata nell'ultima riunione del Governo regionale, con la richiesta in qualche modo di incaricare Finaosta - dando mandato in base a quell'ordine del giorno - per verificarne la fattibilità. Visto che successivamente al cambio del governo, c'era stata giustamente la richiesta di sapere a che punto era la questione, sicuramente, per quanto riguarda la continuità amministrativa, questa azione è stata inoltrata a Finaosta. Noi abbiamo detto a Finaosta di verificare questa possibilità. Bisogna anche dire che Finaosta ci ha risposto, evidenziando, però, dei limiti a quello che l'Amministrazione ha richiesto, perché con nota ricevuta dalla Presidenza della Regione il 2 novembre scorso, Finaosta - a lettera del suo presidente Massimo Lévêque - ci ha comunicato che il 30 ottobre, come da indicazioni, il consiglio d'amministrazione della società ha accettato il mandato della deliberazione, ma ha precisato nella sua nota (che renderò disponibile) che, considerata la complessità dell'incarico e - cito - "l'assenza di risorse economiche trasferite per fare fronte a eventuali interventi consulenziali esterni, le risultanze dell'incarico non potranno che essere costituite da una prima ricognizione sulla problematica, riservando poi a una fase successiva, da concordare con la Regione, approfondimenti e valutazioni di maggior dettaglio". Questo lo diciamo, perché Finaosta ci dice: "siete stati bravi a chiederci questa cosa, ma non ci avete trasferito le risorse". Un lavoro puntuale su questo argomento necessita di risorse e anche di risorse abbastanza ingenti, e di una tempistica che non può essere dettata dai tempi della cosiddetta "politica". Quindi la soluzione transitoria è: Finaosta ci fa una prima ricognizione, dando poi mandato a una fase successiva. Però, noi riteniamo che non si possa ragionare semplicemente in termini tout court di acquisto di queste azioni senza capire, per esempio, che evoluzione hanno i flussi di traffico. Sappiamo benissimo che tutta una parte di flussi di traffico si sta spostando verso il Fréjus; vorremmo capire che tipi di investimenti la società vuole fare sul Tunnel du Mont-Blanc; vorremmo capire anche, a tutela dell'Amministrazione, se non dei soci privati, qual è la vera prospettiva degli aumenti tariffari. Perché se semplicemente si dice "la Regione vuole valutare di acquistare le azioni" però non c'è una politica tariffaria che non prevede gli aumenti, noi non ci stiamo. La Regione, anche in questo caso, deve far valere le proprie prerogative. Poi aspettiamo ancora che cosa ci risponderà la società alla richiesta di pagare e liquidare le azioni privilegiate.

Sono tutte questioni aperte, per dire che non è che la Valle d'Aosta è terra di conquista e che noi dobbiamo rinunciare alle nostre prerogative, che poi ogni anno ci sono gli aumenti tariffari. Siamo disponibili a fare dei ragionamenti, ma vorremmo capire, nella profonda logica storica del maîtres chez nous che è vero che in termini numerici non siamo soci con delle maggioranze tali da far incidere le nostre decisioni, ma neanche vogliamo rinunciare alle prerogative della nostra comunità. Questo vale nei rapporti di rispetto e di equilibrio tra amministrazione pubblica e soci privati.

La Valle d'Aosta deve oggi effettivamente mettere una parola, se non definitiva, codificata in termini di certezze, per capire qual è il ruolo che noi vogliamo giocare in queste società. Altrimenti, chiaramente, perché acquistare delle azioni, se poi questa scelta non ha un rilievo nell'insieme di una politica tariffaria, che deve essere concordata anche e soprattutto con l'Amministrazione regionale? Noi siamo a tutela degli interessi pubblici e, giustamente e legittimamente, i soci privati hanno degli interessi privati. Si parlava di 100 milioni di liquidità, quindi è chiaramente una risorsa molto interessante per i privati. Questo per dire che sta nelle corde di valutare, è giusto; dobbiamo anche, però, valutare nell'insieme di un ragionamento che deve continuare a vedere la Regione - o far ritornare un po' la Regione - con un potere discrezionale di evitare questi aumenti tariffari, altrimenti continueremo a essere presenti nei consigli d'amministrazione, ma continueremo a essere "mortificati" nelle audizioni che si fanno in commissione, dove i nostri rappresentanti dicevano: noi siamo i vostri rappresentanti, ma non abbiamo la possibilità di far valere i nostri diritti, o meglio, i rapporti di forza non sono equilibrati. Salvo, poi, essere noi quelli che devono in qualche modo intervenire per acquistare delle azioni, di un qualcosa che, però, in prospettiva deve avere un valore e una valenza inserita in una politica di traffico internazionale, di valorizzazione delle nostre prerogative.

Questo per dire, partendo dalla risposta puntuale, che sicuramente il mandato è stato confermato e Finaosta ci dice: "fateci fare una prima ricognizione", ma è un po' come per il discorso che abbiamo fatto sulla quotazione in Borsa, e su altri temi: andiamo a vedere le carte, dopodiché tutti assieme decideremo, ma decideremo in base a una convinzione.

Concludiamo quindi dicendo che la nostra attenzione è massima sugli aumenti tariffari e da ora a fine anno questo sarà il nostro impegno; il messaggio è stato dato anche ai nostri rappresentanti in questo senso.

Ripeto, se da un lato le notizie che ci arrivano da SAV sono in questi giorni più confortanti sull'idea che probabilmente riusciremo a evitare gli aumenti, su RAV questo - com'è stato evidenziato nell'iniziativa - non è ancora codificato.

Il nostro messaggio è stato: "continuiamo a ragionare su queste ipotesi attraverso questo mandato, dateci anche voi la disponibilità, però, a evitare gli aumenti delle politiche tariffarie nel rispetto della nostra comunità e soprattutto dei nostri flussi, flussi che spesso, a causa degli aumenti tariffari esosi, ci fanno dire che abbiamo l'autostrada più cara d'Italia, aumenti che hanno penalizzato, o penalizzano, anche i flussi turistici della nostra Valle".

Presidente - Per la replica, ha chiesto la parola il consigliere Marquis, ne ha facoltà.

Marquis (AC-SA-PNV) - Prendo atto con favore che viene data continuità all'iter amministrativo di questa pratica, sicuramente una pratica complessa che deve partire da una prima ricognizione, che deve essere esaminata sotto diverse dimensioni - quella dei volumi di traffico, dalle prospettive di evoluzione della società, delle percorrenze e delle dinamiche tariffarie e anche sotto il profilo economico - e, proprio per questa ragione, che deve essere interessata poi da approfondimenti del caso, Finaosta.

Riteniamo che bisogna sicuramente prestare molta attenzione a questo dossier, perché il 31 dicembre incombe, se per SAV al momento non sembrano esserci dei grossi problemi, posso dire che la società (la RAV) ha già rappresentato la richiesta dell'aumento tariffario. È una richiesta pesante perché c'è un incremento tariffario del 14,50 percento rispetto all'anno passato e cumulato, rispetto agli ultimi anni, dell'80 percento, perché negli scorsi anni erano stati fatti dei ricorsi al TAR, che aveva dato ragione alla società e quindi adesso viene avanzata questa richiesta di aumento.

Io credo che ci sia la necessità di trovare una soluzione. Alle regole attuali, questa può essere una delle soluzioni, l'importante è fare dei passi avanti. Non lasciare ferme queste pratiche sui tavoli e trovarsi ogni tanto, in concomitanza degli aumenti tariffari, a interessare il dibattito del Consiglio regionale. Credo che per lo sviluppo turistico della regione, per lo sviluppo della mobilità interna, ci sia la necessità di risolvere questo tema una volta per tutte, perché dobbiamo essere proprietari delle nostre vene e delle nostre arterie, dove scorre il traffico e c'è soprattutto la necessità di ridurre le tariffe.

Allo stato attuale, con le concessioni in essere, non potranno che esserci annualmente degli aumenti tariffari e pertanto occorrono delle soluzioni concrete e la politica è chiamata a trovarle. Questo nell'interesse della comunità valdostana.