Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 3007 del 7 novembre 2017 - Resoconto

OGGETTO N. 3007/XIV - Interpellanza: "Revisione della legge regionale n. 18/2015, recante misure di sostegno al reddito".

Rosset (Presidente) - Punto n. 32 all'ordine del giorno. Per l'illustrazione, ha chiesto la parola il consigliere Padovani, ne ha facoltà.

Padovani (GM) - Con questa interpellanza torniamo a parlare delle misure d'inclusione al reddito, sia regionali che nazionali, perché il 29 agosto di quest'anno il Parlamento nazionale ha approvato una misura che si chiama "Reddito d'inclusione sociale (REI)", che entrerà in operatività a tutti gli effetti il 1° dicembre, sempre di quest'anno.

Cosa prevede questo provvedimento? Prevede due cose: un provvedimento economico, che sarà erogato mensilmente - che andrà da un minimo di circa 190 euro mensili (per una persona sola), fino a quasi 490 euro per un nucleo con cinque o più componenti familiari - e una componente, invece, erogata in servizi alla persona che dovrebbe essere valutata in base alle reali esigenze del nucleo familiare.

Considerato che esiste un contributo regionale, così come stabilito dalla legge n. 18 del novembre 2015, modificata con il provvedimento cosiddetto "omnibus" nell'agosto, con modifiche che io allora ritenevo, e continuo a ritenere, necessarie, ma che non lo completano, che non lo rendono del tutto efficace;

considerate anche le diverse problematicità che sono state rilevate da quando questo provvedimento regionale è entrato in vigore, sono state evidenziate dai sindacati, dall'Alleanza contro la povertà, dall'Università della Valle d'Aosta e da altri esperti;

considerati anche i risultati dopo la sperimentazione, risultati dei quali poi io ho chiesto un 116, che presumo arriverà a breve, perché dovrebbero esserci i dati definitivi del 2016 di un gruppo di monitoraggio, e non so se esistono dei dati temporanei del 2017, a oggi ovviamente; evidenziati questi problemi e il fatto di questa novità del REI, che dovrebbe entrare in vigore tra neanche un mese;

chiedo se è intenzione della Giunta, dell'Assessore competente, rivedere la legge n. 18/2015, in modo da renderla più improntata sulle politiche attive del lavoro, poiché - è una delle critiche più frequenti a questa legge - pare, vedendo i risultati della prova dell'esperimento, che questo contributo che dovrebbe accompagnare nella ricerca di un lavoro, poi effettivamente abbia portato a conclusione, e quindi abbia portato a trovare un lavoro pochissime persone, e già poche hanno ricevuto questo contributo.

Poi si chiede anche se, e con quale strategia e azioni concrete e con quali risorse, il Governo regionale intenda armonizzare il provvedimento regionale con quello nazionale, in modo da riuscire a elaborare un intervento in grado di essere complementare e sinergico. Perché, se non si riuscisse a creare una sinergia, a trovare il modo di armonizzare l'intervento regionale con quello nazionale, si creerebbero probabilmente anche delle disparità di trattamento tra le persone, che magari usufruiscono di una e non dell'altra, di tutte e due, di nessuna. Si creerebbero comunque dei problemi, se non si riuscissero ad armonizzare i due provvedimenti.

Poi, l'ultima domanda, che è più di carattere teorico: viste tutte le critiche che sono state fatte, visto il fatto che questo provvedimento - così com'è stato gestito fino ad oggi -, non è riuscito a incontrare i reali bisogni dei cittadini, se magari la Giunta attuale ha ipotizzato anche l'affidamento dei servizi di questi provvedimenti a soggetti diversi dagli attuali per migliorarne l'efficacia.

Presidente - Per la risposta, ha chiesto la parola l'assessore Guichardaz, ne ha facoltà.

Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Ringrazio il collega Padovani, perché la sua interpellanza ci permette di spiegare e di meglio evidenziare una recente iniziativa della Giunta regionale, che va proprio nella direzione da lei auspicata: diminuire la portata assistenzialistica - se la vogliamo definire così - della legge regionale n. 18/2015, riportando il focus sullo spirito originario della norma, che è quello di favorire in qualche modo il reinserimento nel mondo del lavoro delle persone escluse per le ragioni più diverse.

Come noto, la nostra legge sull'inclusione attiva e di sostegno al reddito è già stata in parte modificata, come lei ha ben spiegato prima, con il collegato alla legge finanziaria n. 24/2016, la quale, all'articolo 19, ha reso possibile l'utilizzo dei finanziamenti anche per promuovere misure di politiche del lavoro collegate all'attuazione dei cosiddetti "patti di inclusione". Ed è proprio ai sensi di quella norma che nella seduta di Giunta di ieri, su proposta congiunta dell'Assessore alle politiche sociali e del sottoscritto, è stata approvata una delibera che prevede un avviso pubblico per la presentazione di progetti personalizzati rivolti a persone che versano in situazioni di povertà sociale, che nelle intenzioni dovrebbero consentire loro di acquisire nuove competenze o d'incrementare quelle già possedute, in modo tale che gli interessati possano risultare più competitivi di fronte a nuove eventuali opportunità lavorative. I progetti potranno essere presentati da enti locali, da organizzazioni non di volontariato, da altre organizzazioni non lucrative di utilità sociale, aventi sede operativa stabile nel territorio regionale. La misura, inoltre, prevede una forma di cofinanziamento da parte dei soggetti partecipanti, in modo da sperimentare una modalità di cooperazione con responsabilità pubblico-privata coerente con una visione di welfare generativo.

Per quanto alla seconda domanda, ricordo che la legge regionale n. 13/2017 - mi scuso, lei citava quella, non ha citato la precedente (la Finanziaria 2016) - il collegato alla variazione di bilancio che lei citava, che è stato approvato da questa estate, ha introdotto proprio una modifica - come diceva lei prima - la legge regionale n. 18/2015, consentendo la cumulabilità della misura regionale con il SIA nazionale e, da ultimo, con il REI in vigore dal 1 gennaio 2018.

La legge regionale n. 18/2015, per la sua natura sperimentale, com'è noto, cesserà di avere efficacia alla fine dell'anno prossimo (il 31 dicembre 2018), e nel lasso di tempo che ci separa da allora, credo che avremo modo noi, e chi verrà dopo di noi, di valutare come legiferare al meglio su tale materia, proprio al fine di garantire, come negli auspici anche suoi, la maggiore armonizzazione tra la normativa statale e quella regionale.

La terza domanda credo che trovi poi di fatto risposta nella prima. In effetti, la deliberazione di cui ho accennato prevede l'affidamento dei servizi ai soggetti diversi dall'Amministrazione regionale e in particolare ai soggetti del terzo settore. Saranno loro ad avere un ruolo fondamentale; si spera che la cosa abbia poi un seguito e un successo, proprio nell'inserimento dei beneficiari nel contesto socio-lavorativo.

Presidente - Per la replica, ha chiesto la parola il consigliere Padovani, ne ha facoltà.

Padovani (GM) - Io ringrazio l'Assessore per la risposta. Non avevo letto della modifica dell'attuale Giunta, la leggerò con attenzione, cercando di capire se sia compatibile con quello che io penso debbano essere le finalità di questa legge. Legge che - io già l'ho detto tempo fa e continuo a ribadirlo - probabilmente, prima che scada il tempo della sua sperimentazione, deve vedere una riforma generale, una riforma che sia completa. E per farlo, si deve coinvolgere certamente il terzo settore, ma si devono coinvolgere anche tutta un'altra serie di associazioni, di sindacati e di enti (è già successo anche in altre Regioni), che hanno adottato una misura contro la povertà; che aiutino e si coordinino anche con l'Amministrazione regionale per far funzionare nel miglior modo possibile questo tipo di misure, che io ritengo fondamentali soprattutto in un periodo come questo, di grandissima crisi economica e di grandissima difficoltà degli strati più poveri della popolazione, anche valdostana ovviamente.