Oggetto del Consiglio n. 2832 del 21 giugno 2017 - Resoconto
OGGETTO N. 2832/XIV - Continuazione e chiusura della discussione generale congiunta della proposta di legge n. 109: "Disciplina sperimentale della procedura di scrutinio centralizzato dei voti per l'elezione del Consiglio regionale della Valle d'Aosta, ai sensi dell'articolo 15, secondo comma, dello Statuto speciale. Modificazioni alla legge regionale 12 gennaio 1993, n. 3 (Norme per l'elezione del Consiglio regionale della Valle d'Aosta)" e della proposta di legge n. 110: "Disposizioni in materia di elezione del Consiglio regionale della Valle d'Aosta, ai sensi dell'articolo 15, secondo comma, dello Statuto speciale. Modificazioni alla legge regionale 12 gennaio 1993, n. 3 (Norme per l'elezione del Consiglio regionale della Valle d'Aosta)".
Rosset (Presidente) - Con 28 Consiglieri presenti possiamo iniziare i lavori. Siamo in discussione generale sulle proposte di legge n. 109 e n. 110, iscritte rispettivamente ai punti n. 33.02 e n. 33.03 dell'ordine del giorno. Ha chiesto la parola il collega Cognetta, ne ha facoltà.
Cognetta (M5S) - Siamo il gruppo che non ha partecipato alla stesura di questa legge: non ha partecipato ai lavori perché sinceramente tutta questa discussione, secondo noi, non è una discussione che andava fatta in questi termini. Siamo assolutamente contrari al premio di maggioranza, non importa a quale livello di percentuale. Pensavamo che il proporzionale che abbiamo avuto fino ad oggi fosse una legge più giusta e più corretta. Un'altra cosa che non ci piace è lo spoglio centralizzato, per noi la cosa più importante sarebbe stata avere un'unica preferenza. Tra l'altro, è un emendamento presentato dal collega Bertin, che sicuramente appoggeremo, ma è l'unico. Comunque sia, io credo che, tutto sommato, la legge di prima, ancorché con dei correttivi - come già spiegato - relativi alla preferenza unica, andasse più che bene. Forse era un po' elevata la soglia d'ingresso, ma questa è una discussione che si poteva fare sicuramente a fronte di una maggiore rappresentatività. Andiamo invece nella direzione opposta: mettendo un premio di maggioranza, di fatto scontentiamo le opposizioni e quindi di fatto riduciamo lo spazio a chi sarà in opposizione, quasi come se non avessimo visto che in questa legislatura all'aumentare della maggioranza aumentassero i problemi, riusciamo a fare delle leggi che vanno sempre in antitesi rispetto a quello che accade. C'era una maggioranza a 18 all'inizio di questa legislatura, che bene o male è andata avanti per un certo periodo, poi si è allargata a 21 e hanno cominciato ad avere qualche problema. Quando invece ha avuto l'allargamento più grande, è cambiato il Governo definitivamente.
Avere quindi 18 Consiglieri, 21 o 27 non è che dà una grande stabilità di Governo possiamo dire chiaramente, né tanto meno cambierebbe qualcosa se ci fosse stata magari l'indicazione, come si tende a fare, diretta del Governatore che - ricordiamolo - questa è l'unica Regione che non esprime direttamente il Governatore, io la trovo una cosa positiva. Io penso che il proporzionale, dove poi si decide tra Consiglieri chi deve essere chi governa sia una cosa sicuramente migliore di avere delle larghissime maggioranze, che poi di fatto annichiliscono l'opposizione. È vero che si ha meno governabilità, se vogliamo chiamarla così, ma è anche vero che si hanno maggiori discussioni. Ci sono più voci che parlano e questo dovrebbe essere arricchente. Spesso lo è se si fa in maniera corretta, ma, come tutte le cose, in Valle d'Aosta, a fronte di cose positive o, meglio, con degli esempi positivi poi facciamo delle cose negative. Adesso quindi gridiamo alla maggiore stabilità, anche in passato non c'erano premi di maggioranza e le Giunte sono cadute ugualmente.
Io non so se questa legge sia veramente stata compresa e accettata da tutti fino in fondo, una cosa però la penso: che forse l'unica cosa buona che sortirà dall'approvazione di questa legge saranno le elezioni anticipate. Stando a quanto è stato dichiarato fino adesso, se si approva questa legge, andremo ad elezioni anticipate e quindi forse una cosa buona ne esce: le elezioni anticipate, poi cosa sortirà dalle urne è un altro discorso. Di sicuro questa legge non migliorerà la rappresentatività del popolo: non la migliora né verso l'alto, né verso il basso.
Voi pensate così di aver risolto il problema del controllo del voto facendo lo spoglio centralizzato. La preferenza unica, secondo me, sarebbe stata l'unica vera alternativa, alternativa che non avete voluto intraprendere perché chiaramente ricomincerete o, meglio, continuerete con le cordate dei tre voti, come avete sempre fatto. Alla fine si nota molto chiaramente che è proprio il posto in cui ci si siede che fa cambiare l'idea politica che si ha e non il fatto che è l'idea politica che ti porta avanti. A seconda di dove ci si siede, si riesce a cambiare l'idea politica, cosa che per adesso non ci appartiene, poi magari un giorno cambieremo posto anche noi e anche noi cambieremo idea, questo non lo so.
Una cosa però l'avete dimostrata tutti: dicevate delle cose e adesso ne fate delle altre, in completo accordo. Noi non abbiamo partecipato sicuramente, perché avevamo capito che c'era questo accordo, e sicuramente perché è inutile con due voti fare dei discorsi o dei distinguo su una legge elettorale, che poi coinvolge tutta la cittadinanza, quindi ben venga il vostro accordo, buon pro vi faccia. Io spero che i cittadini fuori capiscano che è semplicemente un ulteriore modo per fregarli, ma con una questione tecnica migliore di quella che c'è fino ad oggi e se capiranno fino in fondo come vi siete comportati, probabilmente queste modifiche non serviranno a nulla ai fini elettorali: non avrete l'auspicato 42, 45 o 50 percento, quello che avete messo, per il premio di maggioranza e quindi saremo esattamente dove siamo.
Presidente - Ha chiesto la parola la collega Morelli, ne ha facoltà.
Morelli (ALPE) - Permettetemi intanto di cominciare il mio intervento con dei ringraziamenti non di rito a tutti i Commissari della I Commissione, in particolare al collega Bertin che n'è il Presidente. So bene che il collega Bertin non è entusiasta del risultato del lavoro della commissione. Gli obiettivi erano sicuramente maggiori e più alti, però, in un lasso di tempo così breve, in una situazione come questa, io credo che si sia fatto quanto si è potuto fare e il risultato che si è ottenuto è un risultato di compromesso sicuramente, ma è un compromesso che adempie ai due punti principali, che, come maggioranza insediatasi nel mese di marzo, ci eravamo prefissi: cercare di garantire la governabilità, ha ragione il collega Cognetta, non è matematico garantire la governabilità, ma quanto meno uscire dal rapporto 17/18, probabilmente favorisce la governabilità.
L'altro punto era garantire la segretezza e la libertà del voto. Lo ha detto bene il relatore Bertin poc'anzi: in realtà piccole come i nostri Comuni è difficile garantire la segretezza del voto. Come si sarebbe potuto fare per ovviare a questo problema? Le soluzioni erano diverse: si è parlato del voto elettronico, ma non è realizzabile in breve; la preferenza unica che, come movimento, noi abbiamo sostenuto sempre, partecipando anche ad un referendum su quel tema. Si è trovata la soluzione dello spoglio centralizzato: una soluzione di compromesso sicuramente, ma che crediamo possa garantire la segretezza e il non controllo del voto mantenendo le tre preferenze, che, dal nostro punto di vista, è sicuramente una pecca. Probabilmente un compromesso sulle due preferenze si sarebbe dovuto trovare; avrebbe, tra l'altro, anche accorciato i tempi di spoglio che con le tre preferenze ovviamente e con soli quattro centri di spoglio saranno decisamente più lunghi rispetto a quanto sappiamo, rispetto a quanto conosciamo. Quella dello spoglio centralizzato è una sperimentazione che sicuramente dovrà essere fatta con tutte le cautele necessarie. Il collega Baccega si è augurato che vi siano scrutatori seri, noi crediamo che gli scrutatori siano sempre seri, gli scrutatori vengono presi da un elenco, dove di solito ci sono dei requisiti a cui rispondere, quindi riteniamo che gli scrutatori saranno sicuramente seri. Bisognerà sicuramente fare tutte le operazioni che non sono semplici, sono piuttosto complesse: lo prevede questa nuova legge, con la massima attenzione e la massima puntualità.
Questa legge va poi a toccare un altro tema, che devo dire che, come maggioranza, non ci eravamo prefissi: quello della rappresentanza di genere. Qui vi sono visioni diverse, personalmente non considero il fatto di avere aumentato di dieci punti percentuali la presenza delle donne nelle liste un fatto positivo. Credo che si debba uscire da questa concezione delle percentuali e invece cercare di raggiungere la parità nelle liste, non matematica, ma un 40-45 percento garantirebbe sicuramente una maggiore rappresentanza, che sarebbe poi solo giusta e democratica, dal momento che la società è composta più o meno in eguale misura da donne e uomini, anzi, sono più le donne, come mi fa notare giustamente il collega Fosson. Il fatto di arrivare al 30 percento, rispetto al 20 percento precedente, quindi continua a ghettizzare in qualche modo e a non affrontare il problema. In questo senso è apprezzabile l'emendamento che hanno presentato i colleghi Padovani e Guichardaz. Non siamo invece d'accordo sulla doppia preferenza di genere, perché riteniamo che, nel momento in cui vengono garantite pari condizioni di partenza, poi l'elettore deve essere libero di scegliere.
Ripeto: questa non è la legge ideale, sicuramente. Ognuno di noi l'avrebbe scritta in modo diverso, ma riteniamo che possa essere un compromesso. Ci auguriamo che comunque la presenza femminile nelle liste, al di là delle percentuali per le prossime elezioni regionali, sia maggiore. Credo che se consideriamo la partecipazione delle ragazze al Conseil régional des jeunes valdôtains, le prospettive sono piuttosto buone, lì la parità era garantita, le ragazze hanno sicuramente dato un buon contributo. In questo senso, quindi, il nostro appoggio a queste due proposte di legge è un appoggio sicuramente favorevole.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Follien, ne ha facoltà.
Follien (UV) - Je prends la parole à mon tour, très brièvement, pour donner une petite contribution à la discussion sur ce très important projet de loi et, en tant que membre de la Ie Commission, je veux, moi-même à mon tour, remercier tous les membres et remercier le Président de la Commission, Alberto Bertin. Je veux même remercier les bureaux du Conseil, Madame Trucco, qui nous a été très utile pour une suggestion et les éclaircissements d'ordre juridique et surtout la Dirigeante, Madame Vallet, qui est venue plus d'une fois pour nous éclaircir et pour nous donner quelques réponses. Je veux même dire qu'ils ont bien travaillé, parce qu'ils ont permis, dans un très bref délai, d'arriver à élaborer des modifications à la loi 3 et même à produire un projet de loi pas facile avec le soi-disant dépouillage centralisé.
Permettetemi di fare alcune considerazioni su questo passaggio legislativo, che ha determinato, a mio avviso, dei dati positivi e degli aspetti migliorativi rispetto alla precedente legge. Modifiche che erano in parte quelle contenute in quella che era una bozza di proposta di modifica del gruppo dell'Union Valdôtaine, bozza che era stata anche in parte condivise con i colleghi di EPAV e del Partito Democratico, con cui ci si era confrontati, anche con alcune visioni diverse, e che ha permesso, insieme al testo di lavoro prodotto dalla commissione e alla proposta dell'UVP sulla quale - parlo come Union Valdôtaine - c'erano le maggiori convergenze, maggiori convergenze dovute probabilmente ad una visione generale complessiva che andava nella stessa direzione. A proposito di questo, mi permetto di ringraziare il Consigliere Fabbri, che, come membro della commissione, ha da subito cercato un dialogo costruttivo per riuscire a costruire un percorso che riuscisse ad elaborare un qualcosa che fosse condiviso avendo dei numeri forti poi.
Modifica di legge che porta, secondo me, degli aspetti innovativi. La questione di genere è affrontata: si passa dal 20 al 30 percento, quindi anche qua una proposta di compromesso importante. Viene eliminato il ballottaggio, si inserisce un premio di maggioranza con una soglia del 42 percento, soglia che garantisce la governabilità, ma che rispetta anche la volontà e l'esito del voto. Sono mantenute le tre preferenze, a mio avviso, questo è un punto di forza, una garanzia di pluralismo nella scelta e anche di ricambio degli eletti. La preferenza unica che ha il suo perché, a mio avviso, penalizza però la distribuzione sul territorio: i bacini di voto più ampio sarebbero quelli favoriti e al tempo stesso sicuramente non garantisce il famoso inserimento dei giovani, di chi si presenta per la prima volta alle elezioni: il cosiddetto "ricambio". In più credo che sia stato valido anche il fatto di mantenere la soglia di sbarramento, questo garantisce che non ci sia un eccessivo spezzettamento del quadro politico e un rischio a volte di balcanizzazione del Consiglio.
Sullo scrutinio centralizzato interverrò se interverranno poi i colleghi nel prosieguo, voglio solo per motivare il nostro voto di astensione in I Commissione. Voto di astensione che non voleva essere - come abbiamo già detto durante la commissione - una bocciatura con un sistema proposto che aveva degli aspetti innovativi e che direi interessanti, però dei dubbi a seguito delle audizioni e degli approfondimenti che erano stati fatti rimanevano e rimangono, anche sull'applicazione di questa legge erano emerse numerose criticità. Probabilmente anche per i tempi che avevamo a disposizione, non si è riusciti a coinvolgere e non si è riusciti quanto meno a capire quali potevano essere le criticità rispetto agli altri soggetti, che poi devono mettere in atto questa legge: penso agli Enti locali, al tribunale e alle forze dell'ordine che sono preposte a fare un servizio molto importante e delicato quando c'è un'elezione. Queste criticità che vedevamo quindi rimangono e ci lasciavano perplessi, però vi era l'impegno di ragionare su questo nuovo metodo di scrutinio, non ci siamo sottratti e credo che non ci sottrarremo.
Credo che i tempi ci saranno, visto che comunque i tempi per fare gli approfondimenti erano stretti, però c'era l'impegno comunque a fare un percorso condiviso. Per quanto mi riguarda e credo anche per gli altri membri dell'Union, il voto sarà un voto favorevole, mantenendo però tutta una serie di criticità e di dubbi che abbiamo sollevato, che verranno poi rianalizzati dai colleghi nel prosieguo della discussione.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Vicepresidente Fosson, ne ha facoltà.
Fosson (UV) - Anch'io faccio due considerazioni in aggiunta a quanto hanno già detto gli altri Consiglieri, gli altri membri della I Commissione. Come ha già detto qualcuno, non esiste una legge elettorale perfetta, ideale che rispetti tutte le esigenze, soprattutto che soddisfi quei legittimi desideri di affermazione che ogni forza politica ha, per cui questa è sicuramente una legge di mediazione, di accordo.
Consigliere Cognetta, lei ha ragione: se non c'è l'accordo, non si fa la legge. Infatti vede bene che a Roma non c'è l'accordo, non si fa la legge, non si va a votare prima, quindi noi abbiamo già fatto dei passi avanti. Abbiamo la possibilità di avere una nuova legge.
Comunque, è una legge di mediazione. Ringrazio il collega Follien che ha ben illustrato tutto il percorso, ma soprattutto in questa mediazione dobbiamo ringraziare il Presidente Bertin, che con grande tenacia e - mi permetto di dire - con professionalità, ha portato avanti questa mediazione che non lo soddisfa completamente. È però un passo avanti che viene da questa mediazione, è un passo avanti a cui arriviamo anche - ed è l'altro ringraziamento - attraverso il lavoro cospicuo, sperimentale ma molto utile degli uffici guidati dalla dottoressa Vallet.
Due osservazioni. Le difficoltà in uno spoglio centralizzato esistono, tant'è vero che ancora giustamente il collega Bertin ha voluto separare le due proposte di legge proprio per rendere più sperimentale e verificabile il primo problema dello spoglio centralizzato. Ci sono delle difficoltà, ma le difficoltà si affrontano quando si vuole arrivare ad un risultato e il risultato era togliere ogni possibilità, o comunque la maggior parte delle possibilità per un controllo di voto, che esiste, che è presente in Valle. Soprattutto quella specificità che bene elencava Bertin, nel senso che in un comune piccolo, come in realtà geografiche piccole, i piccoli numeri e le tre preferenze arrivano spesso a facilitare questo controllo del voto. Questa esigenza, condivisa da tutti, quindi ha portato a questa soluzione di mediazione utile, che sicuramente anche per gli elettori questo è un meccanismo, soprattutto se spiegato, che sarà ben accolto dagli elettori che avevano paura, in queste realtà che dicevo, di vedere ben stabilito il loro modo di votare, quindi questa è una mediazione positiva. Le altre possibili soluzioni esistevano, ma non c'era su queste una mediazione, anche perché la preferenza unica - io su questo sono d'accordo - avrebbe penalizzato i presenti in lista di realtà geografiche molto piccole. Secondo me, quindi lo spoglio centralizzato, anche con le sue difficoltà, sicuramente è un superamento rispetto ad una delle grandi difficoltà e problematiche che la precedente legge elettorale aveva.
La questione di genere. Mi permetto di dire alla collega Morelli, vicino alla quale fortunatamente siedo, che l'aver spostato dal 20 al 30 percento l'obbligatorietà di presenze femminili in lista sicuramente dimostra un'attenzione, una stima al genere femminile e alla sua grande possibilità di rappresentanza sociale e politica. Non è un obbligo, nel senso che è un minimo: laddove la rappresentanza femminile vuole essere più ampia, può arrivare al 45-50 percento. Si dà quindi la possibilità e la sensibilità alle varie liste politiche di aumentare questi numeri, ma il fissare un minimo alla presenza femminile nelle liste mi sembra sicuramente ancora un atto di rispetto verso le elettrici, verso le donne che abitano in Valle d'Aosta.
Sulla percentuale, sull'altra esigenza che avevamo di dare una maggiore governabilità, i numeri non solo in Valle d'Aosta, ma anche nelle legislature nazionali lo dimostrano perché nel 2008 il Presidente Berlusconi aveva una maggioranza molto ampia all'inizio, poi però questa maggioranza molto ampia si è persa per strada, quindi non è matematico che avere dei numeri in più in maggioranza giustifichi, però oggettivamente permette una maggioranza in cui si possa dialogare, in cui ci si possa confrontare più ampia, quindi una possibilità di dare stabilità alla Valle d'Aosta. Il 42 percento - qui mi dispiace che non ci sia l'amico e Consigliere Cognetta - non è un maggioritario, nel senso che 42 percento sarà difficile da raggiungere, per cui è ancora molto probabilmente un affermarsi del proporzionale, perché in questa realtà politica arrivare al 42 percento non sarà semplice. Io pensavo che quella forchetta che il collega Fabbri aveva presentato con l'UVP, di due percentuali al 39 percento avere 20 Consiglieri e al 42 averne 21, forse era la più rappresentativa. Questa è una legge di mediazione, che ci porta a condividere un percorso e questo non è da poco in questa situazione politica valdostana. Forse si poteva fare di più, forse si poteva anche non fare niente, invece è stato fatto, con una certa concretezza quindi io penso che sia stato fatto un lavoro comunque positivo e dichiaro il nostro sostegno a queste due proposte di legge.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Fabbri, ne ha facoltà.
Fabbri (UVP) - I ringraziamenti al nostro Consigliere Bertin e alla commissione li ho già fatti stamattina, li rinnovo molto volentieri, così come li rinnovo a tutti i funzionari e i dirigenti che ci hanno assistito in questo lavoro.
La soddisfazione io credo sia quella di avere una legge condivisa dal più ampio numero possibile di Consiglieri, perché le leggi elettorali fanno parte di un bene comune e quindi la condivisione, come dicevo, di un ampio numero di Consiglieri è un aspetto senz'altro estremamente positivo. È chiaro che, come tutte queste leggi, sono frutto di un compromesso e quindi le sensibilità, dopo lunga discussione, dopo aver ascoltato le ragioni dell'uno, le ragioni dell'altro, sono state mediate e siamo giunti a questo risultato.
Io metterei l'accento su due aspetti, che, secondo me, sono estremamente positivi, in parte sono già stati accennati, però vorrei riprenderli e svilupparli leggermente. Secondo me, questa legge elettorale si rivolge soprattutto alla partecipazione e alla consapevolezza degli elettori. Se gli elettori avranno la pazienza di sviscerare questi pochi punti della legge, si accorgeranno che è demandata a loro la scelta fondamentale tra avere una rappresentanza maggioritaria piuttosto che una rappresentanza proporzionale. L'ho detto stamattina, lo ripeto. Infatti il 42 percento di preferenze da parte degli elettori rispetto a un gruppo o ad una lista di gruppi vuol dire che la popolazione, gli elettori vertono verso un sistema più maggioritario. Se a loro non aggrada questo, si apre un'Assemblea più proporzionale, quindi la responsabilità di questo è in mano agli elettori ed è un punto, secondo me, estremamente importante, fondamentale.
Per quanto riguarda poi la preferenza di genere, noi, come UVP - sono autorizzato a dirlo -, addirittura teoricamente pensiamo che non ci sarebbe bisogno di questa preferenza di genere, perché la persona vale al di là del proprio genere. Capiamo comunque che l'invito ad una maggiore rappresentatività nella lista nelle condizioni attuali favorisce l'avvicinamento del genere a questo impegno civile. Chi mi ha preceduto ha messo giustamente in luce il punto della soglia minima e quindi le preferenze delle varie liste o gruppi di liste sono sicuramente autorizzate ad aumentare finché vogliono questo genere di rappresentanza, per cui anche in questo senso, secondo me, è anche un aspetto liberale di questa legge e non coercitivo, che, a nostro avviso, è particolarmente importante.
Per quanto riguarda poi la legge sperimentale dello spoglio centralizzato, a nostro avviso, ottiene lo scopo che si prefigge: quello di rendere in qualche modo meno controllabile il voto. Questa storia della controllabilità del voto probabilmente in alcuni casi si può verificare, però diciamo che noi rendiamo liberi gli elettori nella loro espressione, nella loro volontà di voto, liberi anche da quei millantatori che alle volte fanno intravedere la possibilità qualche volta di controllare o di dirigere il voto, personaggi squallidi che purtroppo sappiamo esserci. Questa legge - e mi riferisco sempre allo spoglio centralizzato -, a mio avviso, è anche una forte espressione di autonomia e di vitalità della nostra autonomia. Non è una legge facile nella sua applicazione, avrà dei momenti difficili, sappiamo che i nostri uffici sono attrezzati e hanno la capacità di superare questi momenti difficili, ma torno a ripetere che è un'espressione di autonomia e di coraggio da parte di questo Consiglio. L'aver affrontato una novità che non ha precedenti, come diceva nella relazione il Consigliere Bertin, è un indice di coraggio da parte di questo Consiglio; è un indice di vitalità della nostra autonomia.
Con questo ringrazio tutti quelli che hanno lavorato insieme e speriamo che, da questo punto di vista, anche solo se incide nella forma e magari non nella sostanza, sia anche un invito all'elettore visto che si sentirà più libero nella sua espressione, visto che si sentirà più coinvolto nell'esprimere la propria opinione verso il maggioritario o verso il proporzionale; io mi auguro che sia un invito verso l'elettorato a partecipare sempre di più alle elezioni.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Contoz, ne ha facoltà.
Contoz (UV) - Ho fatto parte della I Commissione e quindi alcune considerazioni mi sembrano d'obbligo. Ho partecipato a tutte le riunioni della I Commissione e sono d'accordo su alcune cose, mentre su altre non sono d'accordo. Mi sembra giusto esprimere le mie idee, come ho sentito che altri hanno espresso qui. Sono d'accordo sul 42 percento, perché non succeda più quello che è successo in questa legislatura: 17 a 18, che ha portato al marasma che è successo. Io sono convinto, anche se il collega Cognetta dice di no, che qualcosa in meglio potrebbe succedere: per esempio, non sono tanto d'accordo sul 30 percento alle donne, perché le donne devono votarsi fra di loro, facendo in questa maniera qui, secondo me, si discriminano ancora di più. Ha ragione Morelli però dicendo che c'erano tante donne al Consiglio dei giovani, solo che c'è un piccolo dettaglio: non si sono votate, hanno solo alzato la mano per partecipare.
Sulle tre preferenze personalmente io avrei preferito una preferenza, come d'altronde il collega Bertin, però mi adeguo a quello che dice la maggioranza.
Per quello che riguarda lo spoglio centralizzato, come hanno già parlato prima i miei colleghi Baccega, Farcoz e Follien, secondo me, è una buona cosa, perché toglie la possibilità di controllare il voto. Su questo sono d'accordo, anche se tecnicamente è molto difficile, ma io ho piena fiducia negli uffici e nelle spiegazioni che ci ha dato la dottoressa Vallet, quindi io spero che le cose vadano nella giusta direzione.
Anche se non sono soddisfatto al 100 percento, come d'altronde il collega Bertin, Presidente di commissione, comunque voterò "sì" ad entrambe le proposte di legge, perché non voglio essere io a fermare l'iter di una legge elettorale, che, secondo me, il popolo voleva e finalmente ha trovato d'accordo la maggioranza delle forze politiche. Come ha già detto qualcun altro, quindi non è una legge perfetta, ma il frutto di una mediazione fra le forze politiche e quindi ci sarà il mio "sì".
Volevo infine invitare il Consiglio, visto che si parla di legge elettorale, a prendere in considerazione l'opportunità di introdurre un limite di mandati, cosa che approfondirò nel prossimo Consiglio.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Cretier, ne ha facoltà.
Cretier (PD-SIN.VDA) - Io non sono membro effettivo della I Commissione, ma ho partecipato lo stesso per assimilare le varie posizioni dei partiti e per trasferirle al mio di partito, in modo da capire le varie posizioni. Io sinceramente, forse per il fatto che sono l'ultimo arrivato, non ho visto nessun tipo di accordo preventivo, è stata una bella discussione, moderata, moderata puntualmente dal Presidente Bertin, ognuno con la propria posizione, di partito o personale, lasciando spazio agli interventi anche al sottoscritto non essendo commissario effettivo. Secondo me, la partecipazione è un atto di democrazia esplicita. Vorrei aggiungere che il nostro gruppo è composto da soli due Consiglieri, che si suddividono gli impegni e se anche non ho firmato l'emendamento, vi è un pieno accordo preventivo sulle scelte fatte e mai improvvisate. Credo che lo spoglio centralizzato sia un passaggio epocale in Italia, credo che sia un bene per gli elettori. Sugli altri punti delegherò il mio Capogruppo per la presentazione.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Bertin, ne ha facoltà.
Bertin (ALPE) - La commissione in questo relativamente breve lasso di tempo si è riunita 14 volte. Avevamo un calendario molto stretto, poi si aggiunge la natura statutaria di questa legge che richiede quorum elevati e anche delle tempistiche particolari. Vi è anche la possibilità di sottoporre a referendum confermativo queste leggi statutarie e pertanto i tempi sono diversi rispetto alle leggi ordinarie, tempi ridotti che hanno condizionato anche la natura dell'intervento, che non poteva essere generale, ma che doveva obbligatoriamente riguardare soltanto alcuni aspetti.
Per quanto mi riguarda, sono favorevole ad un cambio di forma di governo. Diversamente dal collega Cognetta, sarei per un'elezione diretta dell'Esecutivo, scindendo l'Esecutivo dalla rappresentanza, un diverso voto tra l'Esecutivo e il voto per chi ci rappresenta, ma questo approccio è - direi - impossibile da tradurre in un tempo così limitato e pertanto ci si è poi dovuti concentrare su un intervento praticabile che ha riguardato soltanto alcuni aspetti.
In questo periodo, in ragione proprio della complessità della materia elettorale e delle implicazioni ad essa collegate, abbiamo richiesto, ho richiesto anche l'intervento di figure tecniche perché c'era bisogno di approfondimenti e di confronti piuttosto impegnativi. Si è cercato in questo periodo di mettere tutti nelle condizioni di poter fare una scelta consapevole considerati anche gli aspetti costituzionali e procedurali non sempre semplici. In questo senso abbiamo sentito in commissione la costituzionalista dell'Università di Genova Lara Trucco, esperta di sistemi elettorali e di giurisprudenza costituzionale, collegata ai sistemi elettorali. Ci tengo a ringraziare la professoressa Trucco per la grande competenza e disponibilità che ha avuto nei confronti della commissione.
Come sappiamo, la Corte costituzionale è intervenuta recentemente in ben due occasioni proprio riguardo alle questioni elettorali: prima relativamente al cosiddetto "Porcellum" e poi sull'"Italicum". Per la prima volta la Corte costituzionale è intervenuta in materia elettorale, ciò che ha comunque condizionato gli interventi successivi, che deve condizionare gli interventi successivi. Pertanto questo aspetto, non secondario della costituzionalità, è stato preso in considerazione in commissione attraverso anche un supporto di tipo tecnico da parte di un costituzionalista.
Lo stesso discorso vale per le questioni riguardanti lo spoglio centralizzato, con il quale abbiamo potuto confrontarci con l'Ufficio elettorale regionale, in particolare con le dottoresse Vallet e Bottani, che ci hanno illustrato la complessità di questa scelta e le problematiche ad essa connesse. Due sono stati poi gli interventi legislativi che abbiamo prodotto: uno riguardante lo spoglio centralizzato; come detto, è un intervento complesso e - concordo con il collega Fabbri - è stata anche l'occasione di utilizzare la nostra autonomia per sperimentare una nuova via su questo aspetto. Certo, resta il fatto che, per quanto mi riguarda, la via maestra principale sarebbe stata la preferenza unica, discorso sul quale ritorneremo più avanti, sul quale c'è anche un emendamento. Questo è stato un ripiego, ma l'unico possibile per andare avanti nell'obiettivo di liberare da qualunque tipo di condizionamento l'elettore e per rendere il più possibile il voto segreto e libero come previsto dalla Costituzione, questo era possibile fare e questo è stato fatto.
La legge elettorale riguarda le regole comuni, le regole di tutti, pertanto non si può procedere senza avere i numeri. Come Presidente della commissione, per senso dell'istituzione, mi sono adoperato a non ostacolare e a facilitare un'ampia convergenza su queste regole comuni. Non sempre è facile, come abbiamo potuto assistere anche a livello nazionale, trovare un accordo su questi meccanismi. Questi due provvedimenti legislativi verranno approvati da una larga maggioranza di questo Consiglio, quindi questo ritengo sia un fatto comunque positivo. Da questo punto di vista, potrei dirmi soddisfatto; in un certo senso, missione compiuta o quasi. Sul piano però politico e più personale, non nascondo - l'ho reso evidente in più occasioni - la mia delusione rispetto a una parte di questo intervento legislativo. Le mie posizioni politiche sull'argomento elettorale, istituzionale sono conosciute da tempo e devo dire che non posso nascondere la mia delusione. Per senso di responsabilità istituzionale, ho cercato di sdoppiare l'opinione personale rispetto a un lavoro che si deve svolgere, anche proprio in relazione al fatto che stiamo parlando di regole comuni. Ho cercato di sdoppiarmi in questo senso mettendo anche in un certo modo da parte le convinzioni personali, cercando almeno che una riforma questo Consiglio riuscisse a farla, una riforma, certo, sulla quale ho ancora molte perplessità. Non tanto sull'aspetto dello spoglio centralizzato, poiché questa era l'unica possibilità realistica per intervenire in questo delicato processo democratico, del quale bisogna garantire il più possibile la libertà d'espressione del voto ai cittadini.
Anche un intervento limitato come quello che andiamo a realizzare avrebbe dovuto, a mio avviso, però, prendere in considerazione anche alcuni altri aspetti: innanzitutto l'annosa questione delle preferenze. Le preferenze multiple sono un elemento che personalmente considero negativo nel processo democratico. Si sarebbe dovuti intervenire in questo senso, anche perché avrebbe - come sottolineato - anche velocizzato lo stesso spoglio centralizzato. Da questo punto di vista, mi ero impegnato e mi sono impegnato e speso nel cercare almeno una convergenza sulle due preferenze, neanche questo è stato possibile e non nascondo - come detto in molte occasioni - una delusione.
Anche la questione di genere - e riprendo quanto hanno detto anche gli altri colleghi - mi sembra affrontata in modo marginale. Certamente non è con questo intervento che cambiamo qualcosa. La Valle d'Aosta è stata fra le prime Regioni ad intervenire in questo settore introducendo un limite del 20 percento di donne nelle liste, cercando di favorire una presenza delle donne. Siamo stati i primi e oggi, da questo punto di vista, siamo tra le ultime Regioni e questo ci deve fare riflettere: ultime Regioni anche soltanto dal punto di vista proprio degli strumenti legislativi, intervenute in questo settore, oltre ad avere una presenza di donne in Consiglio regionale estremamente ridotta, che certo non è un aspetto che fa onore per una Regione come la nostra e che tempo fa era stata addirittura tra le prime ad intervenire proprio per favorire una presenza di genere equilibrata all'interno delle istituzioni. Addirittura, da questo punto di vista, facciamo oggi un passo indietro quando vediamo che l'approccio nazionale è quanto meno intorno al 40 percento. Questi sono aspetti che prima o poi dovranno essere ripresi perché non è certamente sufficiente, come la questione delle preferenze multiple non può essere abbandonata ad una questione per una scelta dello spoglio centralizzato che certo interviene nel controllo di voto, ma che non interviene su altri aspetti nei quali la preferenza unica evidentemente incide rendendo il voto, se vogliamo, più pulito e meno soggetto a condizionamenti tra le varie questioni di lista, che vuol dire poi nel risultato finale la selezione politica. Si è invece preferito confermare le tre preferenze e portare avanti un provvedimento in questo senso al di sotto delle aspettative e anche della necessità di introdurre dei cambiamenti strutturali nella selezione del personale politico. Certo, saranno da riprendere in futuro questi argomenti, al momento questo Consiglio purtroppo altro non poteva fare e, se vogliamo, è anche lo specchio di questa legislatura.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Ferrero, ne ha facoltà.
Ferrero (M5S) - Inizio con i concetti espressi alla fine dal collega Bertin: si fa quel che si può. In un certo senso si respira un clima un pochettino surreale su questa legge elettorale, perché ci sono state grandi felicitazioni sul lavoro svolto dalla commissione e poi scopriamo che lo stesso Presidente della commissione ha presentato cinque emendamenti, ma non cinque emendamenti qualunque...
un Consigliere (fuori microfono) - ...tecnici...
Ferrero (M5S) - ...tecnici? Lo chiamate tecnico? Non mi pare che sia molto tecnico. Allora o mi è stato dato un testo che è errato, oppure io qui leggo al punto n. 1: "il numero massimo delle preferenze è di una". Mi pare che questa sia una questione sostanziale, non tecnica. Una preferenza invece delle tre è un punto sul quale per anni si è discusso, che adesso venga considerato emendamento tecnico, per carità, prendo atto che è un emendamento tecnico, ma, a mio avviso, cambia di molto la sostanza di quello che è poi effettivamente il resto della considerazione. Comunque, per carità, a parte l'emendamento tecnico, dobbiamo tenere conto che i sistemi maggioritari sono sistemi - e lo guardiamo anche sul vocabolario - che schiacciano le minoranze e quindi andare in quella direzione per una Regione, che ha fatto sempre della tutela delle minoranze un cavallo di battaglia anche in quel senso appare un pochettino strano.
C'erano ben altre cose che dovevano essere affrontate a livello di rappresentatività, perché qui, mantenendo una soglia di sbarramento così alta, mantenendo il limite delle 1000 firme per l'ingresso di nuove liste, sostanzialmente si chiude il club. Se ci sono nuove forze politiche, nuovi movimenti che vogliono entrare in Consiglio, si trovano di fronte una muraglia da superare e mi ricordo ancora quando raccoglievamo le firme all'epoca: 1000 firme in Valle d'Aosta, che poi devono essere almeno 1200, da raccogliere non sono poche, che sono da raccogliere con una procedura che poi prevede la presenza di notai o comunque di rappresentanti ben individuati. Questo vale a dire: manteniamo il club chiuso a quelli che stanno in Consiglio, se ci sono nuove forze politiche, sbarriamo loro la strada, perché anche un 5 percento - e anche alle ultime elezioni abbiamo avuto un caso che si avvicinava - non è poco: un 5 percento di rappresentanza all'interno del Consiglio regionale, magari saranno tre o quattro forze politiche, è un arricchimento.
Giustamente è stato fatto notare che il maggioritario non dà garanzia di governabilità. È una garanzia ipotetica, ma quello che si vuole fare...e abbiamo assistito anche in questi giorni: si è creato sostanzialmente un nuovo comitato elettorale, una nuova coalizione elettorale. Qui quindi si vuole ricondurre tutto alla logica dei due blocchi: i due blocchi prendono tutto e schiacciano tutto, per cui se si dovesse dare l'effettivo titolo alla legge, la si dovrebbe chiamare la legge "eserciti della salvezza", perché si tendono ad incamerare nelle due coalizioni gli sbandati, i diseredati, i disoccupati e i deviati: deviati nel senso che hanno preso un'altra direzione rispetto alla forza politica di appartenenza. È ovvio che convergeranno tutti in una delle due forze, sennò non avranno delle chance di elezione. Se questo è un buon segnale, io penso di no. Almeno per come penso, per come pensiamo, per il concetto di rappresentanza che abbiamo, preferiremmo, contro anche il nostro interesse, che ci siano nuove forze politiche che arrivano in Consiglio, che sono facilitate, che non trovano questi ostacoli. In questa direzione, a nostro avviso, doveva soprattutto andare la legge elettorale: legge elettorale che invece è stata confezionata - ormai sembra facile capirlo - ad uso e consumo di chi ha già attualmente fatto delle coalizioni, che sono state fatte sulla base di numeri, perché non si sa ancora quali sono i programmi, quali sono i progetti, quali sono i principi che legano le coalizioni, quindi la solita somma di numeri priva di una direzione, ma con le idee molto chiare riguardo alla legge elettorale: mettiamo fuori tutti gli altri. È un peccato quindi, era un'occasione che si poteva cogliere per fare una riforma complessiva della legge.
Mi spiace sinceramente anche per alcuni rappresentanti di ALPE, che hanno fatto capire come stiano ingoiando un rospo...non diciamo un rospo: una pillola un po' amara. Su questioni del genere far prevalere delle logiche di maggioranza, piuttosto che delle logiche di principi e parlare anche magari di suddivisione dei compiti nel momento in cui una persona ricopre il ruolo di Presidente della commissione ma poi non vuole influenzare con le proprie idee l'andamento generale però, è una posizione che io rispetto ma assolutamente non condivido. Ci sono questioni di principio che hanno una direzione ed è una direzione unica: la direzione è di far convergere, in una Regione come la nostra che della tutela delle minoranze ha sempre fatto un cavallo di battaglia, il maggior numero di voci possibili, poi sui principi e sui progetti ci si confronta e si fanno le maggioranze. I comitati elettorali, vedrete, non porteranno neanche al risultato che è auspicato.
Presidente - Per il secondo intervento la parola al Consigliere Bertin, ne ha facoltà.
Bertin (ALPE) - Semplicemente per un chiarimento rispetto al collega Ferrero. I cinque emendamenti sono emendamenti tecnici che arrivano dagli uffici, mentre l'emendamento sulla preferenza unica è un emendamento essenzialmente politico, che, tra l'altro, è fatto su un'altra proposta di legge, non su quella dello spoglio centralizzato.
Presidente - Altri interventi? Ha chiesto la parola il collega Perron, ne ha facoltà.
Perron (UV) - Può sembrare la materia elettorale una materia solo ed esclusivamente per addetti ai lavori, così non è. Perché la materia elettorale è una materia delicata, che trascina dietro di sé anche le regole della rappresentatività ed è affidato alla materia elettorale il compito, anche non facile, di tradurre in quello che deve essere un risultato. La presenza in Consiglio regionale è un risultato del comune sentire, dell'opinione degli elettori in un certo periodo, delle donne e degli uomini che esercitano un diritto fondamentale previsto dalla Costituzione.
Inizierò a fare alcune considerazioni sul primo progetto di legge, anticipando che sono considerazioni su un progetto di legge che - non me ne voglia il relatore, il collega Bertin, a cui tutti hanno fatto dei complimenti - ci appassiona molto poco. Si introduce un principio fortemente nuovo rispetto alle abitudini dell'elettorato valdostano anche solo nelle letture dei risultati. Le elezioni regionali, per certi aspetti, sono le nostre vere elezioni: quelle che universalmente e trasversalmente i cittadini sentono più di altre elezioni e scatenano certamente sempre una sorta anche di passione nella lettura dei risultati nei nostri Comuni, nelle nostre sezioni elettorali.
Il relatore ha detto: "introduciamo un procedimento di scrutinio centralizzato in grado di garantire con maggiore efficacia la segretezza del voto e, conseguentemente, una grande libertà di espressione dell'elettore. Lo scrutinio centralizzato persegue una maggiore qualità del processo democratico, mettendo nelle condizioni l'elettore di esprimere il proprio voto con maggiore libertà e segretezza". Sarà, collega Bertin. Noi rispettiamo, ma abbiamo per certi aspetti anche delle opinioni diverse, nel senso che non crediamo che l'elettore valdostano sia mai stato messo nella condizione di non poter esprimere liberamente il proprio voto. Non crediamo nemmeno - lo dico con molta serenità - che ci sia, o ci sia stato anche nei piccoli Comuni quel controllo del voto, inteso come una privazione della libertà democratica dell'elettore che trascina con sé da sempre una lettura negativa, quasi a testimoniare che nei piccoli Comuni avvenga o succedano delle cose all'insegna della non trasparenza o all'insegna di un sistema, dove tutto sia controllato, tutto sia gestito, tutto non avvenga nel rispetto delle regole democratiche. Noi non crediamo che sia così, crediamo invece da sempre nella maturità dell'elettore, crediamo nella sua libertà. Crediamo anche che sia sempre stata mantenuta e garantita la libertà dell'elettore, anche nei piccoli Comuni, quando anche decide autonomamente di poter esprimere con grande convinzione le tre preferenze.
Ora, noi affrontiamo questa discussione con una proposta che, nel momento in cui la presentiamo, nasce già con delle criticità, nel senso che se per certi aspetti abbiamo l'onere di poterla presentare come primi, non abbiamo nessun riferimento precedente in Italia di ciò che può essere successo in territori analoghi per poter capire e valutare delle difficoltà anche di tipo tecnico. Veniva citato il Canton Ticino, che peraltro, se non ricordo male, ha un'organizzazione collaudata in tal senso ben diversa da quella che dovrà essere la nostra. Io credo che questo porterà un allungamento dei tempi notevole per gli esiti della votazione. Temo - ma spero di no - comporterà un possibile aumento di rischi e anche di errori, nel senso che le schede verranno maneggiate più volte da più persone anche nella fase del trasporto, quindi noi anticipiamo sin da subito di voler chiedere che tutto questo processo ovviamente dovrà avvenire con il massimo rispetto delle regole, con il massimo rispetto della trasparenza e con la più grande attenzione possibile dovuta alla delicatezza delle operazioni che si andranno ad immaginare.
Voglio aggiungere un'altra riflessione, anche molto personale, che è un ragionamento circa la mancanza di collegamento con il territorio. Con questo nuovo sistema noi andiamo in un certo senso a privare non soltanto la politica, ma anche i cittadini, anche l'opinione pubblica di poter avere una lettura dei dati di ciò che succederà in un certo contesto. Noi qui ipotizziamo quattro macro zone, ma io mi chiedo per quale motivo dobbiamo annacquare tutto in un calderone unico: penso alla zona della Media Valle, dove da Jovençan - se non ho capito male - fino al Breuil tutto verrà concentrato in un unico spoglio (Fénis piuttosto che Chambave) e dove in ogni singolo Comune non ci sarà la possibilità di avere una lettura non dei dati personali - su questo possiamo anche trovarci d'accordo - ma neanche di avere una lettura politica Comune per Comune del risultato. Ma per quale motivo dobbiamo introdurre un meccanismo di questo genere, che non permette a nessuno di poter capire un movimento in un Comune che risultato ha avuto, se è stato premiato, se è stato penalizzato dagli elettori, se c'è stata una crescita in termini elettorali. Tutto questo verrà completamente annacquato e il tutto verrà riportato con un'unica lettura globalizzata di una zona intera. Nella Bassa Valle, da Montjovet fino a Gressoney, non sulle preferenze personali, ma anche nei voti di lista non ci sarà più la possibilità di capire se il movimento dell'Union Valdôtaine, visto che parlo io, nel Comune "X" piuttosto che "Y" ha avuto una crescita, ha avuto una perdita di voti, quale dato politico c'è stato in un certo Comune. Questa francamente, ma lo dico senza nessuna polemica, è una riflessione ad alta voce. Io non credo che il dover garantire la segretezza del voto, che ha un suo ragionamento, che posso anche condividere, debba trasformarsi automaticamente in una non conoscenza totale di tutto ciò che avviene in un determinato territorio. Mi pare un ragionamento molto forte, che andiamo ad introdurre come novità, ma lo dico come elemento di valutazione molto personale Presidente Marquis, mi rivolgo a lei, perché sarà lei che dovrà gestire con gli uffici elettorali questa operazione. Io dico: se ci fosse la possibilità, pur mantenendo questa impostazione, di avere durante lo spoglio una modalità tecnica, mantenendo i principi e le filosofie di legge che vogliamo impostare, di avere una lettura dei dati non sulle preferenze personali, ma sui movimenti di lista, credo, nei confronti di un giusto dovere di informazione pubblica dell'opinione pubblica, possa essere un elemento da tenere presente.
Detto questo, l'Union Valdôtaine si riconosce nel lavoro che è stato fatto in questa fase, lo hanno già detto i miei colleghi. Noi ci riconosciamo in questo correttivo introdotto che dovrebbe garantire una governabilità per il movimento, per lo schieramento che vince, se non ho capito male, anche solo di un voto rispetto ad un altro, perché in un ipotetico caso - non ho capito, ma chiedo a chi è più bravo di me - in cui ci fossero due blocchi, due schieramenti ed entrambi superassero il 42 percento chi ha avuto un voto in più è lo schieramento che ottiene il premio di maggioranza? In questo senso - ma non so se la legge lo specifica, non mi sembrava, va da sé...già altre volte poi i correttivi che davamo per acquisiti non si sono trasformati come tali - se esiste un correttivo, mi sembra condiviso, che introduce la possibilità di avere un premio di maggioranza e che evita la situazione 17 a 18 e dà allo schieramento che, seppur di un voto, vince rispetto ad un altro quel premio di governabilità per poter amministrare durante tutta la legislatura, noi siamo assolutamente a favore.
Non immaginiamo che l'universo femminile debba essere tutelato con una sorta di logica da "riserva indiana", perché è vero che in Consiglio regionale ci sono poche presenze femminili rispetto a quelle maschili, ma credo che quelle che sono presenti esprimono dei numeri, esprimono una qualità, sono elette senza una riserva. Tuttavia, se c'è una sensibilità che chiede di accrescere il numero delle persone in lista per poter sensibilizzare l'opinione pubblica in questa direzione, noi diamo un giudizio positivo su questo.
Ci riconosciamo - colleghi, lo dico senza "se" e senza "ma" - nel concetto delle tre preferenze. In questo senso non voglio rievocare le discussioni fatte anche in quest'aula in altre epoche, noi riconosciamo nel principio delle tre preferenze, nella possibilità dell'elettore di poter scegliere un giusto elemento di trasparenza e di democraticità che permette, per le diverse motivazioni che sono state rievocate, la possibilità di poter scegliere e quindi siamo d'accordo con questo.
Come - non me ne voglia il collega Padovani - ci riconosciamo nel fatto di mantenere una soglia minima di accesso al Consiglio regionale. Collega Ferrero, io capisco le difficoltà, ma la sua presenza qui è testimone del fatto che, con uno sforzo evidentemente organizzativo, nel momento in cui c'è un movimento che però raccoglie un certo consenso all'interno della collettività valdostana, è giusto che trovi un giusto spazio e una giusta rappresentatività all'interno del Consiglio regionale. Lo dico per dire che non penso, rievocando passaggi non di questa legislatura, ma di altre legislature precedenti, che in quest'aula debba trovare spazio colui il quale o coloro i quali rappresentano nella collettività valdostana poco più di sé stessi. Ritengo sia corretto invece che all'interno di quest'aula siedano rappresentanti che esprimono un certo bacino elettorale e trovano nella società valdostana una giusta e democratica rappresentatività.
Nel complesso l'Union Valdôtaine, pur mantenendo quelle perplessità che i commissari hanno anche evidenziato - ed era motivo tecnico per cui i nostri rappresentanti in commissione non avevano sottoscritto questa procedura - non si sottrae ad un contributo positivo, nel senso di trovare una larga intesa sulle regole della democrazia. Secondo noi, alcune perplessità di tipo tecnico sulle procedure permangono. Ripeto però che noi non ci sottraiamo da un contributo positivo ad un ragionamento complessivo condiviso che in questo periodo è stato fatto sulla materia elettorale, pertanto annuncio il voto favorevole del nostro gruppo sulle due proposte di legge.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Gerandin, ne ha facoltà.
Gerandin (GM) - Io volevo fare alcune breve considerazioni, anche perché su un testo con una larga condivisione c'è il rischio di ripetersi. Volevo ringraziare in primis il collega Bertin, che ha avuto la pazienza di provare a mettere insieme un testo che, almeno dalle dichiarazioni di chi mi ha preceduto, avrà una larga condivisione, per cui sarà un testo che suppongo abbia larghi consensi. Ringrazio anche i membri della I Commissione, con cui abbiamo collaborato: la dottoressa Vallet dell'Ufficio elettorale, l'avvocato Trucco. Proprio due brevi considerazioni, perché - dicevo - è inutile ripetersi, quando un testo ha una larga condivisione, il rischio è ripetersi. Mi fa un po' specie che ci sia così tanto stupore per il fatto che questo disegno di legge abbia delle modifiche che tanti ritengono minimali. È ovvio, io in tutta sincerità penso che questo testo di legge sia anche frutto di comunque una maggioranza e un Governo che ha dei numeri limitati, con comunque delle posizioni, anche verso questa legge elettorale, diverse, per cui a me pare talmente ovvio dire che, quando c'è debolezza, si presuppone condivisione e poi ovviamente si fa di necessità virtù.
La mia considerazione voglio farla più che altro in quello che, a mio parere, è e rimane il valore aggiunto di questa modifica, seppur minimale. Io lo dico senza "se" e senza "ma", perché l'ho sempre detto: la cosa peggiore per la politica valdostana, a mio avviso, sarebbe tornare alle elezioni con l'attuale legge elettorale. È stato un fallimento assoluto, perché probabilmente chi l'ha predisposta mai avrebbe immaginato di arrivare ad una situazione di 18 e 17. Questa legislatura ha avuto la sfortuna di arrivare a questi numeri e penso che il teatrino che questo Consiglio ha espresso alla collettività valdostana in quattro anni sia probabilmente il peggio di quelle che sono state negli anni le varie legislature.
Detto questo, era necessario evitare comunque che ci fosse la possibilità, e io dico, dall'analisi del contesto politico adesso, mi piace dirlo perché ogni tanto si ragiona un po' anche di quelli che possono essere i numeri, io ho la quasi certezza che, senza questa modifica di legge, il prossimo panorama sarebbe stato di nuovo 18 a 17, perché in questo momento nessuna coalizione ha i numeri necessari per arrivare al 50 più 1 percento. Si andava al ballottaggio, chi vinceva aveva 18 e tutti gli altri se ne spartivano 17, per cui sarebbe stato un replay pari pari dell'attuale configurazione, poi potevano cambiare i soggetti, ma non cambiava il risultato.
Detto questo, chi mi ha preceduto ha detto che ci sono due aspetti importanti: uno è quello di provare a garantire governabilità. Quando si parla di governabilità, se si raggiungerà la soglia del 42 percento, io mi auguro che chi vinca, chiunque sia, abbia la forza di...e ci si prenda almeno l'impegno di rispettare l'esito delle elezioni. Questo sarebbe già un passo avanti, nel senso che comunque, non essendoci più il 18 a 17, ma essendoci il 21 a 14, io penso che un impegno politico da chi comunque ha condiviso questo testo affinché vengano rispettati gli esiti delle elezioni, non ci siano più Governi né di scopo, né dettati da esigenze particolari... penso che il fatto che chi vince governa, chi perde debba fare cinque anni di minoranza sia un messaggio che potrebbe in parte tranquillizzare i valdostani.
C'è un altro aspetto che ci tengo a dire: sempre guardando i numeri, ho qualche timore che poi sia veramente una legge maggioritaria, io ho la vaga impressione che - e tranquillizzo anche i colleghi del Movimento Cinque Stelle - questo sia un proporzionale mascherato. Allora è chiaro che si aprirà una partita totalmente diversa, una partita in cui ci dovrà essere soprattutto la serietà di chi eventualmente dovrà mettere in piedi un Governo nell'interesse dei valdostani, che abbia soprattutto una condivisione dei programmi nel loro interesse.
Per quello che riguarda lo spoglio centralizzato, è una bella esperienza, un'esperienza innovativa, che anche qua è stata frutto del fatto che questo Consiglio non aveva i numeri per esprimere né l'una, né le due preferenze, per cui, quando non si hanno i numeri, largo alla fantasia, per cui lo spoglio centralizzato è sicuramente una bella esperienza, che, a mio parere, sicuramente rafforzerà la segretezza e la libertà di voto. Ha qualche pecca, io concordo con quello che diceva prima il collega Perron, perché si avranno quattro situazioni sul territorio valdostano, ci saranno quattro letture, ma si perderà sicuramente una lettura un po' più territoriale, ma torno a dire: di necessità virtù. È ovvio che questa è una legge frutto di compromessi, pertanto non voglio dilungarmi oltre, ma penso che sia una soluzione, seppur minimale, ad un male assolutamente peggiore che era riproporre una seconda edizione del 18 a 17.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Rollandin, ne ha facoltà.
Rollandin (UV) - Je crois que les observations que les collègues ont déjà faites...le Chef de groupe, pour ce qui nous concerne, a déjà présenté les appréciations sur les deux textes qui sont à la base de ce discours. Je crois, en effet, que surtout de la part de quelqu'un de ce Conseil il y a eu le bon sens de vouloir essayer de trouver une large majorité, de trouver un accord sur cette loi et, en effet, celui-ci a été un effort considérable.
Per quanto riguarda le osservazioni sul nuovo sistema per verificare come fare lo spoglio, credo sia all'esame, è un unicum, nessuno ha esperienza in tal senso, nessuno può dire né bene, né male, speriamo che funzioni nel senso auspicato.
Per il resto, il collega Gerandin diceva: "speriamo che non ci siano esperienze simili a questa legislatura che sta per finire". Io concordo soprattutto sull'esigenza, credo che tutti possono anche sottolineare che è stato difficile, tant'è che non si è messo nulla, perché è quasi impossibile dire come immaginare che se c'è un raggruppamento di un certo tipo, quel raggruppamento rimane tale perché i componenti rimangono in quella zona: questo è un po' il punto di cui è un po' difficile parlare, è ancora più difficile da eseguire, si sono cercati tanti metodi, tutti falliti. Non so cosa succederà nel futuro, ma sicuramente questo rimane un punto interrogativo perché, senza questo tipo di buon senso tradotto in mantenimento di un impegno, che quando diciamo: "noi l'impegno con gli elettori l'abbiamo preso, abbiamo detto che...", evidentemente poi questi lettori non si incontrano più, perché evidentemente non si sa più che cosa dire. Questo è un punto interrogativo che rimane grande, non so come si risolverà nella prossima legislatura, anche con tutti questi meccanismi, con tutte le trappole, trappoline, trappoloni, quando ci sono i tutori, quando ci sono quelli che lavorano da fuori, quando ci sono i manager, tutte figure che ufficialmente non compaiono, ma che poi di fatto agiscono e interagiscono con un'Assemblea sempre più svuotata di buon senso.
Presidente - Non ci sono altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale. Ha chiesto la parola il Presidente della Regione, ne ha facoltà.
Marquis (SA) - Ho apprezzato i toni e le considerazioni che sono state fatte da tutti i colleghi che sono intervenuti su questo argomento e credo che il lavoro fatto sia stato un lavoro importante all'interno della commissione. Così come hanno fatto gli altri, mi unisco anch'io ai ringraziamenti al Presidente della commissione per la passione e l'impegno che ha messo in questo periodo per riuscire a trovare una convergenza tra le forze politiche che hanno partecipato ai lavori. Credo sia una responsabilità da parte di tutti cercare di predisporre le regole che sono alla base dei processi democratici per poter confrontarsi e per poter garantire delle elezioni che siano il più rappresentative possibile del risultato e dell'espressione della comunità valdostana. Alla base di tutto c'è il cercare di dare governabilità alla Regione, di non ripetere degli errori e delle esperienze che sono state vissute.
Io credo che, nonostante lo sforzo sia apprezzabile, non si possa pretendere che la legge elettorale da sola assicuri la stabilità del Governo e della politica. La stabilità dipende anche dalla capacità di dare una risposta ai fattori esterni che possono mutare, come la situazione economica, la coesione economico-sociale, la sicurezza; le sfide del cambiamento inducono necessità anche di adattamento delle linee politiche, che dovrebbero essere prese in carico dal Governo eletto se questo è in grado di assumere il compito. Credo, quindi, che stiamo vivendo una fase epocale in cui occorre fare delle riflessioni a 360 gradi e interrogarsi anche sul ruolo che la politica deve assumere, sul ruolo che i Consiglieri eletti devono avere di fronte alla comunità che rappresentano.
Quanto ai contenuti, credo che ci sia da sottolineare lo sforzo fatto per garantire la segretezza del voto e quindi è stata proposta un'esperienza che è un unicum non solo in Valle d'Aosta, ma anche in tutta Italia. Una situazione sicuramente sfidante, resa possibile grazie al nostro Statuto, che all'articolo 15 garantisce una competenza primaria per quello che concerne il sistema elettorale in funzione delle nostre specificità territoriali. È un unicum che ha delle esperienze pregresse, com'è stato detto, nel Canton Ticino, nella Confederazione elvetica, ma è un sistema anche di derivazione anglosassone: vi sono numerose esperienze in Inghilterra, nel Regno Unito e nella Scozia che applicano lo spoglio centralizzato, addirittura si riescono a gestire più di 70.000 elettori in un'unica sede.
Per quanto concerne le problematiche sollevate da alcuni colleghi che sono intervenuti...
Presidente - Scusi collega, per cortesia!
Marquis (SA) - ...per quanto concerne la situazione sollevata da alcuni colleghi a riguardo della possibilità di risolvere tecnicamente il problema di avere una rappresentazione dei voti di lista delle singole realtà territoriali, questa è una verifica che possiamo fare con gli uffici, se si può andare in questa direzione, perché ritengo anch'io condivisibile il problema sollevato. Potrebbe essere di aiuto alla politica anche per capire quali sono i risultati delle azioni politiche portate avanti nel tempo.
Per quello che concerne il decreto legislativo n. 110, quello che, a mio avviso, è da sottolineare con favore è il portare al 30 percento la percentuale di genere rispetto al 20 percento. È un passo in avanti, ancorché non sia risolutivo rispetto a quelle che possono essere le aspettative di tutta la comunità.
Per quanto concerne il premio di maggioranza, partiamo dall'esperienza pregressa di questa legislatura. Credo che il 42 percento possa essere una percentuale equa per garantire i 21 seggi qualora un partito, un movimento o un gruppo, una coalizione lo riesca a raggiungere, a perseguire; diversamente, evidentemente si passa al sistema proporzionale. Lo sforzo fatto è uno sforzo di mediazione e credo che questo sia importante: aver avuto la capacità di condividere le medesime preoccupazioni, rinunciando ciascuno ad una parte dei propri desiderata per riuscire ad arrivare a condividere un testo, che in questo momento credo sia la migliore condizione possibile in un ambito come quello che abbiamo vissuto e affrontato.
Presidente - Non ci sono altri interventi.