Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2829 del 21 giugno 2017 - Resoconto

OGGETTO N. 2829/XIV - Disegno di legge: "Primo provvedimento di variazione al bilancio di previsione finanziario della Regione per il triennio 2017/19 e riconoscimento di debiti fuori bilancio ai sensi dell'articolo 73, comma 1, lettere a) ed e) del decreto legislativo 23 giugno 2011, N. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, N. 42)".

Rosset (Presidente) -Possiamo distribuire le risoluzioni. Nel frattempo, passiamo al punto n. 33 all'ordine del giorno.

Ha chiesto la parola la consigliera Morelli. Ne ha facoltà.

Morelli (ALPE) - Con il presente disegno di legge si propone una variazione al bilancio di previsione finanziario della Regione per il triennio 2017/19, al fine di far aderire gli stanziamenti previsti alle esigenze evidenziatesi nel corso del primo trimestre per importi in aumento di euro 267.392,50 di competenza e di euro 75.392,50 di cassa, che trovano compensazione con adeguate variazioni in diminuzione. La variazione di bilancio si rende necessaria in particolare per l'acquisizione attraverso una procedura a evidenza pubblica di un servizio di supporto all'elaborazione del piano regionale dei trasporti, previsto dalla legge regionale n. 29/97, documento considerato altamente complesso e specialistico che richiede elevate e diversificate professionalità esulanti dalle competenze della struttura competente in materia di trasporti. La spesa prevista ammonta a 200 mila euro. L'articolato prevede, inoltre, il riconoscimento di debiti fuori bilancio per un importo complessivo di 2.006.232,82 euro che, secondo le disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, devono trovare apposita forma legislativa, ai sensi dell'articolo 73 comma 1 del decreto legislativo 23 giugno 2011 n. 118. Il decreto in questione prevede, infatti, che il Consiglio regionale riconosca con legge la legittimità dei debiti fuori bilancio derivanti, fra gli altri, da sentenze esecutive e da acquisizione di beni e servizi in assenza del preventivo impegno di spesa. Nella fattispecie, le sentenze esecutive comprendono: la sentenza della Corte d'Appello a favore della ditta Agnese Carlo spa, in esito a una controversia relativa alla progettazione e all'esecuzione dei lavori di ristrutturazione della Torre dei balivi, per un importo di 529.676,47 euro; l'esecuzione del lodo arbitrale del 25 settembre 2014 con cui la Regione è stata condannata a corrispondere ad AVDA spa il corrispettivo per la gestione aeroportuale per il triennio 2010/12 e l'adeguamento per gli anni 2013 e 2014, nonché il compenso dell'interruzione di agibilità dello scalo per novanta giorni nell'inverno 2010, per un importo totale di 580.676,22 euro, a fronte della richiesta avanzata da AVDA di 10 milioni di euro; oltre ad altre spese legali e a maggiori oneri relativi a contenziosi diversi.

Per quanto concerne l'acquisto di beni e servizi, gli importi maggiori si riferiscono a 366 mila euro di rimborso a INVA, per oneri legati allo svolgimento delle funzioni di Centrale unica di committenza, per il quale la struttura competente dell'Assessorato alle opere edili ha effettuato nel 2016 la prenotazione senza perfezionare poi l'impegno relativo, e a 309.213 euro per la convenzione con la casa di riposo Père Laurent, per la quale la struttura competente dell'Assessorato alla sanità, dopo aver prenotato la somma nel 2016, ha poi ritenuto erroneamente di non dover provvedere a perfezionare l'impegno definitivo.

Il disegno di legge si compone di quattro articoli. L'articolo 1 dispone la variazione alla parte spesa del bilancio di previsione finanziario per il triennio 2017/19; l'articolo 2 aggiorna in aumento le autorizzazioni di spesa recate da leggi regionali; l'articolo 3 riconosce la legittimità dei debiti fuori bilancio della Regione, derivanti da sentenze esecutive e da acquisizioni di beni e servizi in assenza d'impegno di spesa, che devono essere oggetto di approvazione da parte del Consiglio; l'articolo 4 reca la dichiarazione d'urgenza.

A conclusione della relazione, mi sia permesso di esprimere un auspicio relativamente al fatto che i debiti fuori bilancio, ancorché contemplati dalla legge, non debbano essere una prassi a cui fare ricorso frequentemente. Non mi riferisco evidentemente ai debiti fuori bilancio relativi alle sentenze esecutive, perché l'esito delle cause dei contenziosi evidentemente non è prevedibile, ma per ciò che concerne l'acquisizione di beni e servizi senza relativo impegno di spesa è auspicabile - une fois ne soit pas coutume - perché sono spese prevedibili e alla prenotazione di spesa deve fare seguito l'impegno che perfeziona il tutto. Le dimenticanze evidentemente possono verificarsi, ma è auspicabile evitarle.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Cognetta. Ne ha facoltà.

Cognetta (M5S) - Volevamo ribadire il nostro voto contrario a questo provvedimento. Non tanto sull'articolo 2, per il quale invece voteremo a favore, che è quello relativo all'impegno rispetto alla legge sui trasporti, che ci sembra un impegno invece da sostenere.

Per quanto riguarda il resto, per quanto riguarda quindi tutta la questione relativa ai debiti fuori bilancio, già in passato ci siamo espressi in maniera negativa rispetto a questa situazione e al protrarsi di errori che continuamente vengono fatti e poi devono essere sanati da quest'aula. E vedendo che, nonostante i solleciti fatti dagli uffici e dall'Assessore precedente rispetto agli uffici, nonostante il cambio di gestione, nonostante tutto quello che è successo, continuano a verificarsi ammanchi nelle procedure di importi così importanti, perché parliamo non di quattro spiccioli. Errori ci possono stare, quando si tratta di 10 mila, 15 mila, 7 mila: importi che possono sfuggire. Ma quando invece parliamo di importi di 3/400 mila euro, mi sembra che qualcuno forse non faccia completamente il proprio dovere. Di conseguenza, credo che il nostro segnale, che dovremmo dare in quest'aula, è di non avallare certi errori così importanti, soprattutto quando succedono poi negli anni. E non è la prima volta che accade. Quindi al di là della procedura, che capisco sia una procedura tecnica, che sia una procedura che va gestita in questo modo, noi abbiamo la libertà e l'onestà intellettuale di non votare questo provvedimento a parte tutto ciò che è stato detto.

Per quanto riguarda l'emendamento, ne faremo una discussione successiva, quando verrà presentato e arriveremo al punto.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Fabbri. Ne ha facoltà.

Fabbri (UVP) - Il gruppo UVP voterà favorevolmente a questo decreto legge, che è stato così ben illustrato dalla collega Morelli, la quale ha evidenziato come, in base alle nuove disposizioni della legge n. 818, sia un atto dovuto votare in Consiglio questi provvedimenti, soprattutto i debiti fuori bilancio. Sono - l'abbiamo detto più di una volta - dei passaggi, dei bocconi un po' amari da trangugiare, proprio perché sono il segnale, laddove non ci sono delle variazioni minime, che alcune volte le gestioni di impegni di spesa dovrebbero essere fatte un po' più correttamente. Ricordiamo che la stessa struttura interna contabile della Regione ha emanato più di una volta dei provvedimenti, richiamando questo aspetto e invitando gli uffici a non ricadere più in queste situazioni, almeno là dove è possibile, sono aspetti spiacevoli. Si capiscono determinate esigenze di urgenza, non si capiscono invece le esigenze dovute a una programmazione e agli impegni di spesa non così puntualmente esaminati. Ci sono sentenze esecutive che riguardano la maggior parte di questi tipi di debiti fuori bilancio che analizziamo oggi e di fronte a queste sentenze non ci si può certo tirare indietro. Per cui questa è una cosa che va in qualche modo sanata. Torno a ripetere, il nostro movimento voterà a favore di questo decreto legge, invitando poi le strutture a fare in modo che non si ripetano frequentemente.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Cretier. Ne ha facoltà.

Cretier (PD-SIN.VDA) -. Volevo solo evidenziare il voto disgiunto (astensione), ma in accordo con il gruppo, essendo questi provvedimenti precedenti all'entrata in Consiglio.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Perron. Ne ha facoltà.

Perron (UV) - Il va de soi qu'on ne peut que partager le souhait que le rapporteur faisait, dans le sens que ce qu'on va voter et approuver ne doit pas devenir coutume. C'est ce qu'on avait en quelque sorte déjà mis en évidence dans les passages précédents quand, pour la première fois, suite à des modifications sur les procédures de loi qui allaient régler la gestion des comptes de la Région, on devait présenter à la salle du Conseil régional la nécessité de régler ces dettes hors budget.

Condividiamo che sia necessario uno sforzo supplementare, l'avevamo in qualche modo già fatto nostro. Nell'ambito di una macchina così grande e così complessa, a volte qualcosa scappa, quindi ci sono delle cose, anche per temporalità, che sopravvengono dopo, che francamente è difficile programmare una copertura preventiva della spesa e pertanto ci troviamo oggi nella condizione obbligatoria di dover procedere in tal senso. Noi voteremo a favore di questo provvedimento.

Ricordo, ma lo dico in punta di piedi, la lapidazione - in quella fase di gestione della II Commissione che gestiva l'aula più del Consiglio - la lapidazione alla quale fummo e fui sottoposto per aver presentato una prima proposta di sanatoria e di chiusura dei debiti fuori bilancio.

Ricordo anche un intervento molto duro del mio successore, che su questa materia all'epoca ci tirò ampiamente le orecchie sulla non capacità di far funzionare la macchina regionale. Oggi ci troviamo mesi dopo nella stessa condizione. Ma lo dico con nessuna polemica, è fisiologico, è con la constatazione dei meccanismi di una macchina così complessa che le rivolgiamo l'invito di intensificare gli sforzi per farla funzionare e programmarla al meglio, anche nella gestione della spesa. Il nostro sarà un voto favorevole alla proposta di legge.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Gerandin. Ne ha facoltà.

Gerandin (GM) -. Solo per allinearmi a quanto detto dal collega Perron, nel senso che io forse sono stato tra quelli che non hanno fatto sconti in II Commissione. Ma per il mio modo di pensare, per il mio modo pregresso che ho avuto verso la pubblica amministrazione, e non faccio sconti neanche in questo momento, perché io ritengo che il riconoscimento dei debiti fuori bilancio sia comunque un passaggio che non è sintomo di trasparenza, non è sintomo di buona amministrazione.

Ricordo, perché mi piace ricordare che è ormai la quarta volta - se non la quarta, la terza volta - che riconosciamo debiti fuori bilancio, e se nella prima occasione c'era ancora magari qualche scusante, in questo momento scusanti non ce ne sono più. Nel senso che il principio con cui si gestisce nella pubblica amministrazione, vale a dire la prenotazione dell'impegno di spesa, è una cosa che dovrebbe essere retaggio, soprattutto dovrebbe essere un valore aggiunto nella gestione della pubblica amministrazione. Ricordo anche che c'erano stati una serie di richiami da parte dei responsabili del Dipartimento, il coordinatore Bieler che ha scritto anche lettere ai vari responsabili economici, dicendo: "mi raccomando, fate i controlli, questa deve essere l'ultima volta". Purtroppo di "questa ultima volta" non abbiamo ancora visto la fine. Per cui nella pubblica amministrazione il riconoscimento dei debiti fuori bilancio è una pagina che non dovrebbe mai esistere, perché significa che comunque qualcuno non ha fatto il proprio dovere, o comunque l'ha fatto con scarsa attenzione.

Presidente - Non ci sono altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale.

Ha chiesto la parola l'assessore Chatrian. Ne ha facoltà.

Chatrian (ALPE) - Vorrei ringraziare la II Commissione per l'operato su questo disegno di legge e la relatrice Morelli, e tutti i colleghi che hanno voluto approfondire questa prima variazione di bilancio.

Tre le considerazioni che vorrei fare. La prima riguarda un po' il cuore di questa variazione di bilancio, perché permetterà al collega Restano di dare corso al programma regionale dei trasporti, che deve essere concepito come uno strumento che affronti il tema della mobilità in maniera trasversale, complessiva e strategica, analizzando tutte le esigenze e coordinando i diversi attori che concorrono a costituire l'offerta di mobilità. Si tratta quindi di un documento altamente complesso e specialistico. È quindi intenzione della Regione acquisire, attraverso una procedura ad evidenza pubblica, il servizio di supporto necessario all'elaborazione della bozza del programma regionale ai trasporti e per finanziare tale attività, quantificabile in circa 200 mila euro lordi, è necessario provvedere ad una variazione di bilancio. Questo è il primo elemento, l'elemento più robusto all'interno di questa prima variazione di bilancio.

Il secondo, lo suddividerei in due tranche i debiti fuori bilancio di cui al primo allegato conseguenti all'esecuzione di sentenze, e gli altri debiti fuori bilancio, quelli che un tempo venivano approvati o in Giunta o tramite provvedimenti dirigenziali. Apro una parentesi: il Dipartimento del bilancio, a più riprese ha emanato delle circolari, chiare e dettagliate, a tutte le strutture regionali, in cui veniva evidenziata la necessità di rispettare le regole sugli impegni di spesa, in particolare riguardo alla verifica che gli importi siano adeguati a fare fronte alle intere obbligazioni e per la loro intera durata.

All'interno dell'allegato D ci sono due o tre interventi pesanti, dal punto di vista economico, dove c'è stata la prenotazione della spesa e poi non c'è stato l'impegno. Praticamente c'è stata la delibera di Giunta e poi non è stato adottato il provvedimento dirigenziale di impegno. Queste cose non devono più succedere. La questione, lo dico anche per chi ci ascolta, è tutta tecnica per quanto riguarda l'allegato D. Come Assessorato, - ricordo che oggi stiamo parlando praticamente di debiti fuori bilancio del 2016 - cercheremo di sensibilizzare tutte le strutture regionali a porre maggiore attenzione: alla prenotazione della spesa deve seguire l'impegno tramite provvedimento dirigenziale.

Per quanto riguarda le sentenze esecutive di cui all'allegato C, pur accettando le sollecitazioni del collega Gerandin a portare a zero i debiti fuori bilancio - credo sarà difficile arrivare a questo risultato su questo tipo di debiti, perché nel momento in cui si arriva a sentenza si è già in altra annualità di bilancio: a quel punto è d'obbligo arrivare in Consiglio e quindi approvare il debito. Comunque nelle prossime settimane, come Assessorato, faremo un'ulteriore circolare dove andremo a declinare i dettagli che erano già stati ben esplicitati e dettagliati nelle due circolari inviate ad aprile 2016 e il 23 agosto 2016.

Presidente - Ci sono richieste di intervento? Se non ci sono interventi, procediamo con l'articolato. Articolo 1. Dichiaro aperta la votazione.

Presenti: 34

Votanti : 33

Favorevoli: 31

Contrari: 2

Astenuti: 1 (Cretier)

Il Consiglio approva.

Articolo 2. Dichiaro aperta la votazione.

Presenti: 34

Votanti : 33

Favorevoli: 33

Astenuti: 1 (Cretier)

Il Consiglio approva.

Articolo 3. Abbiamo l'emendamento 1 del Presidente della Regione. Ha chiesto la parola l'assessore Chatrian. Ne ha facoltà.

Chatrian (ALPE) - Solo per illustrare brevemente l'emendamento. A seguito di ulteriori sentenze, l'emendamento va a cambiare l'articolo e inserire ulteriori poste in bilancio a seguito di sentenze. Quindi viene modificato il totale dell'allegato C che ammonta ora a 1,298 milioni di euro.

Presidente - Non ci sono interventi, possiamo mettere in votazione l'articolo 3 con l'emendamento? Dichiaro aperta la votazione.

Presenti: 34

Votanti : 33

Favorevoli: 31

Contrari: 2

Astenuti: 1 (Cretier)

Il Consiglio approva.

Articolo 3 bis con l'emendamento del Movimento 5 Stelle. Ha chiesto la parola il consigliere Cognetta per illustrare l'emendamento. Ne ha facoltà.

Cognetta (M5S) -. L'emendamento è tecnicamente molto semplice e chiede una cosa, anch'essa mi sembra molto semplice. Chiede di abrogare il comma 1 dell'articolo 27 della legge regionale n. 21/2016 che recita: "La Regione è autorizzata ad adottare ogni atto necessario per la quotazione in mercati regolamentati della società controllata Compagnia Valdostana delle Acque (CVA) S.p.A.". In sostanza, con questo emendamento si chiede di interrompere - momentaneamente credo io, perché potete sempre ripresentare un emendamento che invece continua la quotazione in un'altra legge e in una futura legge di bilancio - la quotazione in Borsa. Ricordo a quest'aula che sulla quotazione in Borsa non è stato fatto nessun tipo di ragionamento, è passata in Commissione in maniera estremamente veloce e rapida, senza nessun approfondimento, a parte una breve audizione dei vertici di Finaosta, dove ci dissero che la quotazione era una serie di passaggi, che sicuramente avrebbe portato dei benefici e che c'era un vincolo, che era quello della famosa legge Madia. Vincolo che oggi sappiamo non esserci più e a questo punto dovremmo fare una scelta di campo.

Teniamo presenti due cose molto importanti. La prima è che noi stiamo prendendo, come Consiglio, una decisione che riguarda il futuro dei Valdostani nei prossimi venti, trenta o quarant'anni e penso che dovremmo riflettere tutti a fondo prima di prendere una decisione del genere. La seconda, invece, è di carattere più commerciale e tecnico. Le società petrolifere mondiali in Italia stanno di fatto dismettendo la loro rete di distribuzione al dettaglio, in sostanza si stanno alienando le pompe di benzina; è notizia di questi giorni, ma lo vedete anche sul nostro territorio, stanno cambiando marchio, perché stanno passando dalle società più grandi a quelle più piccole, perché stanno dismettendo un business che conoscevano e stanno andando verso un business che invece noi abbiamo in mano in questo momento, quello dell'energia pulita. Non so se lo sapete, ma il gruppo Total Erg, che è il gruppo francese più grande per l'energia, ormai ha come core business, le energie rinnovabili. Mentre vediamo questa operazione a livello mondiale, noi immaginiamo di dismettere una quota della nostra società di energia pulita in cambio di che cosa? Di un po' di soldi forse, che non sapremo come investiremo. Io penso che si potrebbero fare tanti altri ragionamenti. Potremmo cercare delle joint-venture con aziende più grandi; potremmo cercare di passare alla vendita dell'energia anche attraverso altri canali; potremmo sfruttare quel minimo inizio, quel timido inizio di colonnine che abbiamo fatto sul territorio e potremmo farlo diventare un business per la nostra CVA. Invece, senza toccare nulla di tutto questo, senza coinvolgere neanche gli operatori, gli investitori privati, piccoli, che magari vorrebbero investire nella nostra società, decidiamo di dare tutto in mano a Finaosta e lei poi deciderà che cosa fare per il bene di tutti. Forse.

Vi chiedo con questo emendamento di riflettere, di prenderci una pausa di riflessione, se la vogliamo chiamare così, e ripeto, il Governo potrà in qualunque momento approvare una sua legge e mettere nuovamente in moto questa procedura. Non ci costa nulla da un punto di vista economico, ma permette a tutti di avere maggiori informazioni e prendere delle scelte più consapevoli.

In questo momento io sono formalmente contrario alla quotazione in Borsa di CVA. Non ne capisco i contorni, non ne vedo i vantaggi. Magari poi, approfondendo, potrei anche cambiare idea. Potrei rendermi conto di essermi sbagliato, che invece le cose potrebbero anche essere positive per la Valle. Ma finché non analizzo e non ho modo di analizzare, di capire e di comprendere fino in fondo quali sarebbero nel dettaglio i vantaggi - economici, occupazionali, di sviluppo della società, di sviluppo della Valle d'Aosta? - non credo che sia opportuno procedere in questa direzione. Quindi in questa legge, che è una legge di variazione di bilancio, è stato presentato dal nostro gruppo un emendamento che interrompe la quotazione in Borsa.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Ferrero. Ne ha facoltà.

Ferrero (M5S) - Ad integrazione di quanto detto dal collega, io mi permetto di fare un ragionamento, che va forse più in direzione politica. Vi professate tutti autonomisti, l'acqua è un bene comune. Io leggo dal sito del Consiglio, se non è cambiato qualcosa ultimamente, all'articolo 3 c'è anche una potestà di emanare da parte della Regione norme per quanto riguarda lo sfruttamento ad uso idroelettrico delle acque. Sinceramente sono quasi imbarazzato, è il Movimento 5 Stelle che deve difendere lo Statuto speciale, che deve difendere l'autonomia? Qualcosa che è inserito nello Statuto speciale, che è la nostra piccola carta costituzionale, viene disatteso nel momento in cui si è creata una società partecipata, e qui bisogna dare atto che l'ha creata con lungimiranza, perché qualcuno ha capito che c'era veramente un settore, che è quello dell'oro blu, noi l'abbiamo chiamato "oro blu" (l'acqua), che era il settore del futuro. E adesso questa società, che con tutte le sue pecche, con il fatto che è diventata un contenitore di clientelismo e di procedure poco chiare, con tutte le sue pecche rappresenta però un valore aggiunto, una risorsa per la nostra Regione, viene svenduta o viene venduta? Non è una parziale svendita anche di quello che era il dettato dello Statuto speciale questo? Ci danno delle competenze, ci danno la possibilità di fare qualcosa in un determinato ambito e qui noi lo cediamo? Ma perché? Il concetto di "acqua pubblica" in una regione come la nostra, in una regione che si dice a Statuto speciale, una Regione speciale deve avere un peso che è decisamente superiore a quello che c'è nelle altre Regioni. Abbiamo fatto qualcosa di buono, abbiamo fatto qualcosa che funziona e ce ne disfiamo? Ma abbiamo altre partecipate, di cui ci dobbiamo disfare, in cui abbiamo dimostrato come politica e come Amministrazione di non essere in grado di fare la gestione. Una si chiama Casino de la Vallée. Ma chi butta alle ortiche i gioielli e tiene la paccottiglia? Ma perché dobbiamo fare questa azione? Sinceramente mi viene un sospetto, ma spero che il mio sospetto poi sia disatteso dalle vostre dichiarazioni o da qualche dichiarazione che vada nel senso di "pensiamoci un attimo, che cosa stiamo facendo, stiamo facendo qualcosa di valido?".

La seconda considerazione è questa. I soldi, il denaro che verrebbe dalla vendita - perché è importante anche questo - dove lo mettiamo? Lo mettiamo genericamente nelle tasche di una qualsiasi Giunta regionale - non dico quella che c'è adesso - che se lo spende per i cavoli suoi a fare le campagne elettorali o "preelettorali"? O gli diamo già una destinazione e diciamo di voler vendere CVA, per elettrificare la ferrovia? Vogliamo vendere CVA, perché vogliamo restituire alla sanità valdostana quei 20 milioni di euro che erano stati tolti? Vediamo adesso, ancora di recente, con l'esternalizzazione di alcuni servizi, la nostra sanità è in grave difficoltà! Vogliamo metterli effettivamente nelle tasche dei cittadini, o vogliamo fare un'operazione elettorale? Anche questo è un altro interrogativo che si pone. Però a voi che vi professate autonomisti, che avete il nome in francese anche del partito, dico forse non basta avere il nome in francese della forza politica. Forse quando si tratta di fare le scelte, bisogna dimostrare di essere veramente Valdôtains. Teniamo questa risorsa, teniamo questa "operazione CVA", che è stata un'operazione comunque vantaggiosa e rispettosa dello Statuto. Non svendiamo questo gioiello di famiglia, ma non vendiamolo neanche, proprio perché sulle acque abbiamo fatto già abbastanza danni con le concessioni trentennali.

Presidente - Ricordo che siamo in discussione sull'emendamento del Movimento 5 Stelle. Ha chiesto la parola il consigliere Gerandin. Ne ha facoltà.

Gerandin (GM) - Intervengo con assoluto interesse su questo emendamento, in quanto io penso che concerna preoccupazioni comuni a chi ha interesse al futuro della Valle d'Aosta. Ad integrazione di quanto è stato detto, affermo che, in un'operazione come questa, la grande novità è che non c'è più l'obbligo per legge di procedere, per cui a questo punto è una scelta esclusivamente politico-amministrativa, ma deve essere una scelta fatta nell'interesse dei Valdostani.

Per cui intervengo io che non ho votato questo articolo, di cui si chiede la cancellazione del comma 1. Intervengo io che ho sollevato, assieme ad altri colleghi, dubbi e perplessità su questo processo, che sino ad oggi ha riguardato il processo di quotazione di CVA. Intervengo io che, assieme ad altri colleghi, ho condiviso una risoluzione che sarà discussa al posto della mozione, in cui tante di quelle cose dette dai colleghi Cognetta e Ferrero devono trovare una giusta risposta.

Deve esserci questo momento di riflessione, una pausa. Deve essere una pausa di riflessione che, a nostro parere, deve riguardare un bene pubblico che qualcuno ha sottolineato così importante, e noi crediamo che i significati simbolici della "questione acque" nel contesto valdostano - come qualcuno ha ricordato - e che si ha nel libero pensiero dei Valdostani, vadano ben al di là del valore meramente economico.

Siamo anche convinti che dovremo esaminare a fondo per verificare se ci siano vantaggi per questa operazione, se tale quotazione è nell'interesse per il presente e per il futuro dei Valdostani. Però noi abbiamo presentato questa risoluzione, in cui si chiede questa pausa di riflessione, di non procedere verso questo processo di quotazione. C'è un però, nel senso che siamo alla vigilia di acquisire il piano strategico e il piano industriale e sarebbe veramente incomprensibile non avere tutti gli elementi per valutare questo tipo di operazione, soprattutto perché mi pare che CVA abbia già speso oltre 1,2 milioni per questo processo di quotazione, per cui avere le carte per decidere a me pare una cosa opportuna in questo momento. Proprio perché se dovessero esserci delle perplessità... poi è chiaro che se non dovesse essere una quotazione nell'interesse dei Valdostani, ma nell'interesse della politica o per cercare delle risorse per fare la campagna elettorale, avremmo anche noi gli stessi dubbi. Però abbiamo l'obbligo di approfondire questo.

A noi interessa capire qual è la percentuale di quotazione, qual è la possibilità di crescita di CVA dopo la sua quotazione in Borsa. Capire se queste risorse - che deriveranno da questa eventuale quotazione in Borsa - saranno utilizzate in conto investimenti per un piano di effettivo rilancio e crescita della Regione.

Pertanto noi abbiamo presentato e sosterremo una risoluzione che dia indicazioni affinché non ci siano ulteriori incarichi di consulenza, provider, advisor, coordinator, società ed altri atti che portino al processo di quotazione in questo momento, ma chiederemo che dopo l'acquisizione del piano strategico e del piano industriale sia data ampia informazione e illustrazione ai Valdostani, perché noi pensiamo che il valore di questa società sia un valore che è implicito e appartiene ai Valdostani, e che la politica è solo l'elemento per valorizzare o meno, ma il discorso "acqua" appartiene ai Valdostani e noi su questo ci siamo, affinché la politica possa decidere. E soprattutto dopo che ci sia un'informazione e un'illustrazione oggettiva ai Valdostani, effettuata anche da soggetti terzi. A noi non basta che ci siano eventualmente solo i diretti interessati alla quotazione, in questo caso Finaosta, CVA ed eventualmente la politica. Noi chiediamo che ci siano soggetti terzi che ci dicano se questo piano industriale e questo piano strategico siano nell'interesse del futuro della Valle d'Aosta. Pertanto noi sosteniamo questa risoluzione, ci asterremo.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Contoz. Ne ha facoltà.

Contoz (UV) - Intervengo solamente perché la penso come il collega Gerandin. In un momento, secondo me, molto particolare, io prima di prendere - parlo a titolo personale -delle decisioni, vorrei chiarire diverse cose. Quindi anch'io mi asterrò.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Nogara. Ne ha facoltà.

Nogara (UVP) - La cosa che mi dà maggiormente fastidio per quello che abbiamo sentito finora, è il fatto che sembra che in quest'aula si giochi sempre e comunque contro gli interessi della Valle. Per quanto riguarda l'UVP sulle acque abbiamo sempre fatto di tutto e di più per tutelarle, valorizzarle e per mantenerle in Valle d'Aosta. Le affermazioni del consigliere Ferrero mi sanno tanto di affermazioni populistiche, perché sono sempre le solite cose: voi userete i soldi per la CVA, per pagarvi la campagna elettorale. Io penso che ognuno debba guardare a casa sua per le cose che fa ed essere poi al limite condannati se si fa un qualcosa che non deve essere fatto. Noi siamo sulla linea - penso - di tutti i consiglieri presenti in quest'aula. Qui non si parla di vendere delle acque, non si parla di vendere un bel niente, qui si parla di sapere se la Valle d'Aosta da questa operazione può trarre dei benefici e capire se una quotazione in Borsa, che non venga fatta, possa creare dei danni. Io non sono uno specialista, come penso che non lo sia lei, come non lo siate voi; io penso che siamo tutti qui ad attendere la documentazione che ci dovrà senz'altro, e nel più breve tempo possibile, fornire la CVA. Questa è la volontà di tutti. Io mi aspetto in Commissione, mi aspetto in quest'aula un confronto tra tutti noi, senza che nessuno poi alla fine - o con dei voti di astensione o con dei voti contrari - si tiri fuori dalla discussione e se ne vada; che ci si metta qua e si discuta su queste cose. Questo è quello che dobbiamo fare noi qui in Valle. Questo è il primo passaggio.

Il secondo passaggio importantissimo è informare i Valdostani di quello che si sta facendo, perché noi dobbiamo scremare da un discorso probabilmente tecnico e non di così facile comprensione, per poter trasmettere poi a chi sta fuori, a chi è sul territorio, a chi ha combattuto anche per le acque. Ha detto giustamente lei, Ferrero: i Valdostani hanno sempre combattuto per la proprietà delle acque. Le abbiamo pagate quante volte? E nessuno vuole svendere le acque per fare non si sa cosa. Poi ha perfettamente ragione: il secondo passaggio è capire che - se c'è un beneficio finanziario - cosa ne fa la Valle d'Aosta di questi soldi. Ha ragione. Si può parlare, ce lo dite sì, si può parlare effettivamente di ferrovia, si può parlare di tutte le cose che sono importantissime per la Valle d'Aosta.

Parlare, sì, però anche lei parla, parla, parla, ma bisogna essere retti sempre in tutti i comportamenti e in tutte le cose. Perciò non mi fa nessuna paura parlare di queste cose, anzi, che dobbiamo, una volta acquisiti tutti i documenti, non solo tenerceli qua tra di noi, ma riportarli anche all'esterno. Ed è la volontà di questa maggioranza di farlo. Penso che sia la volontà di tutti qua dentro quest'aula, e non tolgo nessuno.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Cognetta. Ne ha facoltà.

Cognetta (M5S) - Forse non è stato compreso fino in fondo lo spirito della presentazione di questo emendamento. Sembra strano, ma qui si prendono le decisioni prima di fare gli approfondimenti. Questa legge, quella a cui fa riferimento l'emendamento, è stata approvata a dicembre 2016 e adesso invece chiediamo gli approfondimenti. E c'è qualcosa che non va, perché all'epoca c'era la "scusa" della "Madia", che bisogna assolutamente fare tutto di fretta, di corsa. Non dimentichiamoci, però, che CVA è da un po' di anni che si stava preparando per quotarsi. E qui ce lo possiamo dire: in CVA hanno fatto una serie di operazioni per arrivare poi pronti per la quotazione. Ci sono i verbali delle Commissioni su domande specifiche fatte da me all'allora amministratore Trisoldi, cui chiedevamo quando ci sarebbe stata la quotazione della CVA, e che rispose: "Appena ce lo dirà il Governo". Ma stavano già lavorando per quel fine. Le acquisizioni dei parchi eolici fatte in giro servivano per differenziare il prodotto di vendita della CVA, lo hanno ammesso loro stessi. Se non vogliamo entrare nel campo della semplice speculazione politica, potrei parlarne tranquillamente per i prossimi giorni come fanno invece i miei colleghi, qui in quest'aula in continuazione, pur essendo in maggioranza, ora ci sarebbe da fare un discorso di estrema logica. Se io sono contrario, allora tout court dico che non va bene; tout court dico: "chissà cosa ci farete con quei soldi". Se, invece, avanzo delle proposte e chiedo: "questi soldi che fine faranno, come verranno impegnati, come verranno spesi?", questo non è populismo. Forse è più populista chi, anziché votare questo emendamento, si astiene dicendo che è meglio invece valutare in maniera più approfondita la decisione, ma intanto la decisione è presa e va avanti. Perché vorrei ricordare a tutti che c'è una legge che prevede la quotazione e che, se non viene interrotta da un altro strumento amministrativo di pari grado, la quotazione va avanti, se ne frega di quello che noi dal punto di vista politico scriviamo e facciamo. Quindi si può tranquillamente votare questo emendamento.

Sto dicendo quello che voglio dire. Il collega Nogara mi domanda: "cosa sto dicendo!". Esattamente ciò che dice il collega Nogara. Lei ha la sua posizione, io ho la mia, collega. Scusi se mi permetto.

Dicevo, quindi votare una mozione più avanti, che ci farà fare degli approfondimenti, ma senza interrompere l'iter legislativo, non serve assolutamente a nulla, se non a qualcuno, per marcare il territorio pur essendo in maggioranza. E questo non ha un grande senso, né politico né logico, secondo noi. Si vota semplicemente un emendamento, che blocca la quotazione, e si fanno tutti gli approfondimenti che si vuole in Commissione. Non si gioca su questo tavolo e sull'altro tavolo. O si sta di qua o si sta di là. Mi sembra abbastanza facile da comprendere. Se non vogliamo dare delle colpe alla Giunta rispetto a ciò che farà dei soldi, io potrei anche avanzare altre ipotesi. Noi ci votiamo una cosa oggi e qualcuno, un grande investitore che sa già cosa succederà fra due o tre anni rispetto al mercato dell'energia delle fonti rinnovabili, farà dei grossi guadagni alle nostre spalle. Questo è altamente probabile. Non sto parlando di inciuci politici, qui, locali. Possiamo andare molto più in là. Potremmo ragionare sul fatto che, se CVA viene quotata, magari c'è qualcuno in Finaosta che avrà dei grossi guadagni da un punto di vista degli stipendi. Potrebbe essere una possibilità anche questa. E noi siamo qui che invece ragioniamo su altre cose. È un'ipotesi, ripeto, ma perché non ve le fate tutte quante queste ipotesi, prima di arrivare a prendere decisioni così importanti?

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Fabbri. Ne ha facoltà.

Fabbri (UVP) - Io vorrei che fosse ben chiara una cosa, perché le cose vanno dette fino in fondo e bisogna dire esattamente come stanno le cose. Non è vero che il processo di vendita in parte della CVA è conseguente a quell'articolo di legge che abbiamo approvato con l'ultima Finanziaria. Non è vero, perché verrà proposto un piano di sviluppo dell'azienda dopo aver discusso quel piano a livello consiliare, a livello della Commissione, del Consiglio e - come diceva giustamente il collega Gerandin - dopo aver informato i Valdostani verrà presa l'ultima decisione

Quindi il processo di privatizzazione non va avanti, se non dopo una decisione politica che verrà presa da noi. Questa è una cosa che bisogna mettere bene in chiaro. Dopo aver considerato tutti gli aspetti positivi e quelli negativi, se sarà un piano di sviluppo effettivo per la nostra Regione, oppure se non lo sarà, a quel punto verrà decisa l'azione di privatizzazione, di vendita di parte della CVA. Non prima. Questo a onor del vero.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Ferrero. Ne ha facoltà.

Ferrero (M5S) -. Io rispetto completamente le idee degli altri colleghi, quindi non voglio fare nessun tipo di polemica. La nostra idea è che, se si parte con questo genere di operazioni, tanto vale che facciamo una cosa direttamente: monetizziamo lo Statuto speciale. Diciamo: "la competenza che ci hanno dato su questo settore, vale 200 mila euro e noi la vendiamo". "La competenza che ci hanno dato su un altro settore, 100 mila euro, e la vendiamo". Ma vi pare una cosa logica? Vi siete strappati i capelli per anni a chiedere competenze allo Stato centrale, alla solita "Roma ladrona" e adesso quando le competenze arrivano, ce se ne disfa per ottenere dei soldi, moneta?

Questo l'avevamo già notato in passato, ma su una questione come l'acqua pubblica -per la quale il Movimento 5 Stelle ha una sensibilità particolare - sinceramente è inaccettabile. È questo che noi non accettiamo. Non si tratta di posizioni preconcette, l'acqua è pubblica, lo Statuto prevede una gestione, ci dà anche delle norme in più rispetto alle altre Regioni, e noi cosa facciamo? L'acqua la facciamo scorrere verso rivoli che non si sa dove andranno a finire, in un momento dove - ha ricordato bene il collega - effettivamente le fonti rinnovabili sono il futuro. Nel momento in cui le compagnie petrolifere abbandonano il settore e cercano degli sbocchi altrove, noi vendiamo. A che pro? Quindi si tratta di una questione, per quanto ci riguarda, effettivamente politica e anche di tutela del nostro Statuto speciale e di una certa condotta che, a livello di coerenza, dovrebbe essere tenuta da chi si professa autonomista.

Presidente - Ha chiesto la parola il Presidente della Regione. Ne ha facoltà.

Marquis (SA) - Essere Valdôtain credo che significhi innanzitutto difendere lo Statuto, difendere i Valdostani e assicurare le condizioni di sviluppo della Valle d'Aosta. Questo è un tema di straordinaria importanza, che non può essere trattato in modo superficiale. Qui si fa confusione tra proprietà delle acque, diritto allo sfruttamento, vendita delle acque. Credo che occorra fare un minimo di chiarezza. Lo Stato ha riconosciuto alla Valle d'Aosta la titolarità delle concessioni delle grandi derivazioni, in virtù dello Statuto, con un atto che prevede questa disponibilità sino al 2049. La Regione ha dato poi e riconosciuto in subconcessione a CVA le derivazioni di tutte le centrali, che scadono il 31 marzo 2029. Il decreto Bersani del 1999 stabilisce che le subconcessioni a scadenza devono essere riassegnate mediante gare pubbliche, a cui potranno partecipare anche aziende di carattere extra-nazionale. Quindi occorre innanzitutto distinguere cosa significa la proprietà delle acque e poter gestire l'utilizzo e lo sfruttamento delle derivazioni, perché non possiamo utilizzare dei termini impropri che ci portano fuori pista, creano delle difficoltà di interpretazione e non ci mettono nelle condizioni di poter fare delle scelte consapevoli.

Detto questo, il problema credo che vada inserito in un quadro di ordine più generale. Nel mese di novembre è stata intrapresa una procedura, a seguito dell'approvazione della Finanziaria, che ha disposto d'intraprendere questo percorso di quotazione in Borsa. Percorso di quotazione che corrisponde a tutta una serie di atti, che avrebbe dovuto portare al loro completamento per il 23 del mese di settembre, data in cui era prevista la presentazione di partecipazione al mercato azionario.

Ora, è vero che è venuto meno l'obbligo dovuto all'approvazione del correttivo del decreto Madia, ma è anche vero che noi siamo lungo la strada di un percorso, nella quale dobbiamo esercitare delle scelte consapevoli. Tra poco verrà messo a disposizione il piano strategico industriale della società, che è quel documento che dovrà mettere il Consiglio regionale (l'azionista) e i potenziali investitori nelle condizioni di poter valutare un'operazione, che deve avere nei suoi contenuti quelle che sono le linee guida dello sviluppo di questa società in un arco temporale pluriennale. All'interno di questo piano strategico di sviluppo dovranno essere individuate le aspettative della società in termini di sua valorizzazione, di ritorni all'azionista e quindi di prospettive di crescita. Dovranno essere altresì raffrontate le prospettive tra un percorso di quotazione e le prospettive che invece avrebbe la società perseguendo l'attuale modalità di gestione. Quindi il Consiglio è chiamato, nell'ambito della procedura, a effettuare delle scelte e sicuramente da qui a breve dovrà essere chiamato a fare queste valutazioni, perché diversamente la quotazione non si può fare, se non c'è l'approvazione del Consiglio. Non è una delega che è stata data in bianco alla società CVA. È l'azionista che si deve esprimere su questo argomento e deve o promuovere o bocciare questo tipo d'iniziativa. Quindi credo che l'azionista, dal momento che deve difendere i Valdostani, deve esercitare delle scelte consapevoli. Oggi non ci sono le condizioni per effettuare delle scelte in questo momento, votando questo emendamento. Quindi ritengo che sia altamente irresponsabile nei confronti dei Valdostani, allo stato attuale, votare un emendamento così come è stato presentato.

A mio avviso, è corretto che il Consiglio regionale faccia tutti gli approfondimenti su questa materia. Così come è corretto che si coinvolga, anche attraverso un percorso di partecipazione, la popolazione, perché anche la popolazione, i cittadini valdostani devono capire quali sono le opportunità di questa società. Oggi viviamo un momento in cui le società non riescono a mantenere lo status quo nell'ambito economico: o crescono o regrediscono. Quindi dobbiamo guardare con attenzione a questa nostra azienda, che è la più grande azienda valdostana la quale, grazie a un'operazione di lungimiranza che è stata portata avanti nel 2000, quando sono state acquistate ventisei centrali dall'ENEL, ha intrapreso un percorso che ha dato delle grandi soddisfazioni alla Valle d'Aosta, sia sotto il profilo di dividendi che poi sono arrivati all'azionista, sia sotto il profilo delle imposte che sono arrivate come gettito fiscale alla Valle d'Aosta, alla Regione, e sia anche come opportunità di lavoro alla comunità valdostana. Noi crediamo che in futuro questa società debba sapere ancora fornire grandi soddisfazioni alla Valle d'Aosta, quindi credo che le scelte vadano orientate con questo intento. Pertanto, come maggioranza, rispetto a questa proposta ci asterremo e non la appoggeremo.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Rollandin. Ne ha facoltà.

Rollandin (UV) - Je crois que le thème des eaux est un thème qui a engagé ce Conseil depuis sa naissance. Le rappel au Statut peut être correct, à condition de connaître ce que dit le Statut. Malheureusement ce n'est pas le droit aux eaux que nous avons, mais l'utilisation des eaux à certaines conditions. Et cela est la raison pour laquelle on a lutté pendant ces années pour avoir des règlements d'actuation qui puissent de plus en plus donner la possibilité à la Région de gérer les eaux. Et encore, dernièrement, il y a eu un règlement d'actuation qui a élargi la possibilité de gérer toute une série de parcours liés aux eaux.

Detto questo, credo che il tema evocato con questo emendamento - e che correttamente è anche stato detto - si riferisce al fatto che questo comma è stato inserito nella legge Finanziaria quando si era ancora in regime "Madia", che prevedeva esplicitamente che ci fosse l'obbligo della cessione, da parte di chi aveva questa società, del 35 percento. Oggi sappiamo che questa regola non è più attuale, perché è stata abrogata. Quindi non c'è più l'obbligo.

Indubbiamente una società come la CVA - lo voglio ricordare ed è stato detto - ha un potenziale e per fortuna ha avuto anche la capacità di trovare motivazioni per allargare il suo campo in altri settori, tenendo conto che in Valle non possiamo sfruttare come vorremmo l'eolico, per evidenti ragioni ambientali: abbiamo quei tre pali che fanno da segnale per dire: "avremmo voluto, ma di più per il momento non si può", quello è un sistema chiuso e quindi si deve andare fuori regione per attivare questo sistema.

Qual è il punto che sicuramente non può essere collegabile con questo tema, con il fatto di non accettare più di quotare in Borsa? Il problema è che la quotazione in Borsa non necessariamente vuol dire, ad oggi, di renderlo in qualche modo utilizzabile, e ricordo che, nell'interesse generale, dobbiamo guardare anche i piccoli azionisti, i piccoli proprietari che potrebbero diventare soci. Questa è la vera possibilità e la vera sfida che ci dovrebbe essere nel momento in cui ci deve essere un piano, che deve essere conosciuto e deve essere portato all'attenzione.

Per cui credo che su questo ci torneremo, perché - come è stato annunciato - ci saranno anche le risoluzioni, quindi credo che la questione delle acque, su cui da sempre abbiamo cercato di tenere duro, sia un discorso d'attualità, sul quale deve essere fatta un'importante osservazione: non abbiamo purtroppo la certezza di poter continuare con le concessioni che scadranno, alcune nel 2029; non sono automaticamente rinnovabili, ed è quella la potestà che ci manca, che anche il Trentino e l'Alto Adige stanno cercando di avere. Purtroppo quello è un cappio definitivo e decisivo, per cui se viene un'altra società e compra la centrale, noi ci troviamo senza le centrali che abbiamo utilizzato fino alla scadenza delle concessioni. Con una serie di dubbi interpretativi anche su che cosa pagare per pagare l'immobile: il bagnato, il non bagnato.

C'è tutta una serie di problemi. Però il vero handicap è che alla scadenza della concessione noi non è che diciamo: "rinnoviamo". C'era stato un tentativo di fare quello che avevamo provato a fare per Autostrade, a dire: "facciamo in modo che noi continuiamo, prolunghiamo, aumentiamo la concessione facendo una serie di lavori, intervenendo sulla sicurezza delle stesse". Non è stato approvato a livello europeo. Questa è un po' la ragione per cui noi riteniamo che questo emendamento non sia opportuno in questo momento. Diverso è il tema di una valutazione più attenta sulle possibili attenzioni a questa tematica che sicuramente deve essere discussa, e lo faremo a breve.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Bertin. Ne ha facoltà.

Bertin (ALPE) - Questo dell'utilizzo delle acque è un argomento molto importante e, come si sottolineava in precedenza, le acque nell'immaginario valdostano hanno un valore molto rilevante che deve essere tenuto in considerazione. I Valdostani concepiscono l'acqua come un bene comune e questo è un fatto che va tenuto in considerazione. Proprio perché parliamo di un argomento sensibile, già mesi fa, in tempi non sospetti, quando si è iniziato a parlare di questo argomento per la quotazione di CVA, si era sollevata la questione della necessità, prima di fare un passo di tale importanza, di analizzare ogni dettaglio; per questo emendamento, tra l'altro, nel caso della Finanziaria noi non abbiamo votato, perché era un'iniziativa di maggioranza dell'epoca, quando ci si rispondeva che c'era l'obbligo della quotazione, obbligo dovuto alla legge Madia, in quanto l'alternativa era vendere. Oggi questo obbligo non c'è più e va al più presto aperto un ampio confronto con tutta la cittadinanza per capire cosa significa questa quotazione in Borsa, quali sono le conseguenze e quali i fatti. Certamente non può essere fatto, come si è tentato di fare in un certo momento, facendolo passare come un obbligo di legge in fretta e furia: quotata la società, prendiamo il tesoretto e lo usiamo per i nostri obiettivi. Questo non si potrà fare e non si farà. Tra l'altro, riprenderemo l'argomento con una risoluzione presentata proprio a questo fine, questo è un argomento fondamentale che deve coinvolgere tutti. E la decisione, semmai deve essere presa, deve essere una decisione consapevole non soltanto da parte di questo Consiglio, ma di tutta la comunità.

Questo sarà un grande affare finanziario, ma anche da un punto di vista politico, sarà un argomento ricorrente di questo periodo.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Padovani. Ne ha facoltà.

Padovani (GM) - Anche io, come è stato già detto da tutti i colleghi intervenuti, ritengo il tema delle acque un tema fondamentale per la nostra regione, un tema importantissimo da affrontare in questo Consiglio. Anche io, come altri Consiglieri intervenuti, mi asterrò su questo emendamento, perché penso che su questa questione vada fatta un'ulteriore valutazione del lavoro svolto fino ad ora. Come ha annunciato prima il Presidente della Giunta, ci sarà a breve il piano industriale di CVA, che ci dirà - presumo - che cosa si vorrà fare in questa quotazione, come vorrà essere fatta, quali saranno i tipi di azione che si vorranno vendere, quale sarà la percentuale e poi, come detto da molti colleghi, nel caso in cui si farà questa quotazione, che cosa si vorrà fare dei soldi che si guadagneranno da questa operazione.

Penso, ma questo lo pensano un po' tutti, che questi soldi non dovranno essere utilizzati per fare campagne elettorali, ma serviranno e dovranno servire per opere di utilità pubblica. Io penso che prima di decidere, si debba arrivare a un confronto e che il confronto debba essere con le Valdostane e i Valdostani, e in questo senso va la risoluzione che abbiamo presentato insieme ai colleghi Gerandin e Bertin.

Per questo, mi astengo su questo emendamento e mi riservo di dire altre cose poi in discussione nella risoluzione.

Presidente - Non ci sono altri interventi, possiamo mettere in votazione l'emendamento del Movimento 5 Stelle. Dichiaro aperta la votazione.

Presenti: 35

Votanti: 2

Favorevoli: 2

Astenuti: 33 (Baccega, Bertin, Bertschy, Bianchi, Borrello, Certan, Chatrian, Contoz, Cretier, Fabbri, Farcoz, Follien, Fosson, Gerandin, Grosjean, Guichardaz, Isabellon, Lanièce, Marguerettaz, Marquis, Morelli, Nogara, Norbiato, Padovani, Péaquin, Perron, Restano, Rini, Rollandin, Roscio, Rosset, Testolin, Viérin)

Il Consiglio non approva.

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Articolo 4. Dichiaro aperta la votazione.

Presenti: 34

Votanti : 34

Favorevoli: 32

Contrari: 2

Il Consiglio approva.

Allegato A, stesso esito.

Allegato B, stesso esito.

Allegato C. C'è un emendamento del Presidente della Regione. Ha chiesto la parola l'assessore Chatrian. Ne ha facoltà.

Chatrian (ALPE) - Una piccola modifica, con questo emendamento si aggiungono i riferimenti e gli importi conseguenti a tre nuove sentenze, il cui esito è stato assunto nelle ultime settimane, ciò che comporta un incremento anche del totale dei debiti fuori bilancio a seguito di sentenze, portando l'importo dell'allegato C a 1,298 milioni di euro.

Presidente - Possiamo mettere in votazione l'allegato C con l'emendamento illustrato.

Dichiaro aperta la votazione.

Presenti: 34

Votanti : 34

Favorevoli: 32

Contrari: 2

Il Consiglio approva.

Allegato D, stesso esito.

Metto in votazione il disegno di legge n. 103 nel suo insieme. Dichiaro aperta la votazione.

Presenti: 34

Votanti : 34

Favorevoli: 32

Contrari: 2

Il Consiglio approva.