Oggetto del Consiglio n. 2616 del 23 febbraio 2017 - Resoconto
OGGETTO N. 2616/XIV - Interpellanza: "Interventi per il contenimento dei tempi di attesa per l'effettuazione di determinate visite specialistiche".
Rosset (Presidente) - Punto n. 7 dell'ordine del giorno. Per l'illustrazione, ha chiesto la parola la collega Morelli, ne ha facoltà.
Morelli (ALPE) - Torniamo su un argomento che preoccupa i cittadini, preoccupa le associazioni. Abbiamo visto di recente anche una presa di posizione di un'associazione di consumatori che richiama l'USL a rispettare i tempi di attesa, perché in effetti, nonostante rispetto ad alcuni anni fa la situazione sia migliorata, permangono delle criticità in alcuni settori. Criticità che abbiamo potuto verificare direttamente sul sito dell'USL, dove vengono regolarmente pubblicati - e questo bisogna riconoscerlo -, in onore alla trasparenza, i tempi di attesa, che sono ancora lunghi e superano ancora il limite massimo, in particolare per alcune specialità: mi riferisco alle visite specialistiche di dermatologia, gastroenterologia, oculistica, pneumologia e le visite antalgiche, questo a quanto risulta dai dati pubblicati sul sito dell'USL. Sappiamo che da tempo si sta cercando di porre rimedio a questa situazione - c'è una delibera del 2011 che prevede un piano operativo - ma evidentemente permangono ancora delle difficoltà, quindi volevamo con l'Assessore fare un po' il punto della situazione e capire come si sta affrontando il problema.
Presidente - Per la risposta, chiede la parola l'Assessore Viérin, ne ha facoltà.
Viérin L. (UVP) - Ringrazio la collega Morelli che ci dà l'opportunità di discutere di uno degli argomenti che ricade tra le priorità che nell'esposizione in V Commissione ci eravamo dati come Assessorato che con massima urgenza bisogna risolvere. Concordo quindi sia con le premesse che con le considerazioni che la collega fa, perché oggi un sistema sanitario, al di là di tanti altri parametri, si misura nella sua efficacia anche e soprattutto per i tempi di risposta e di attesa, che sono correlati, che il sistema stesso fornisce all'utente. Tra l'altro, sono disposizioni comprese e discusse a livello nazionale con delle disposizioni ben precise, che poi demandano alle Regioni delle situazioni che spesso non sono solo situazioni inerenti ai professionisti presenti, perché in questi mesi con assiduo lavoro, assieme alla parte dirigenziale e tecnica, mi sono approcciato a questa problematica cercando di capire, al di là di tutto, che cosa fosse nell'organizzazione che potesse essere migliorato per essere efficaci, perché la parte organizzativa è la parte preponderante nella soluzione delle liste di attesa, e le dirò perché.
Intanto diciamo che negli obiettivi che abbiamo messo in azienda - è una delibera di qualche settimana fa - abbiamo messo tutta una serie di priorità che vanno soprattutto nella direzione della riduzione del tempo delle liste d'attesa. La settimana scorsa abbiamo anche portato in Giunta la questione dell'accordo sindacale sulle risorse aggiuntive per la sanità: il famoso "Braghetto" di cui si parla ogni anno, che nacque prendendo il nome da questo Assessore veneto, che erano risorse aggiuntive legate all'abbattimento delle liste d'attesa.
Noi nella discussione di queste risorse da destinare all'azienda e al mondo dei professionisti della sanità abbiamo richiesto che ci fosse un accordo, che poi è stato raggiunto con le organizzazioni sindacali del settore, che fosse collegato ad obiettivi ben precisi settoriali principalmente inerenti l'abbattimento dei tempi delle liste d'attesa, perché questa questione spesso avveniva come negli anni si era formalizzata: un po' come una risorsa aggiuntiva a pioggia, senza andare ad individuare invece quali erano gli obiettivi di queste risorse. Io quindi le darò poi anche copia di una lettera che abbiamo inviato all'azienda sulla richiesta di adozione di misure organizzative amministrative urgenti e contingenti volte ad adeguare l'offerta di talune prestazioni chirurgiche specialistiche ambulatoriali finalizzate a ridurre i tempi di attesa, assieme agli obiettivi che sono nella delibera, assieme magari alla delibera su queste risorse aggiuntive, che sono un po' il corollario, che però non è sufficiente per andare invece ad analizzare la parte organizzativa.
Il problema delle liste d'attesa è un problema che è ricomprendibile all'interno della parte offerta e della parte domanda perché spesso - e ne abbiamo discusso anche con i medici di medicina generale - quello che avviene...è importantissima nella prima presa in carico l'individuazione del codice di priorità. Il primo problema che si manifesta nelle liste d'attesa quindi è che il codice di priorità deve essere perfettamente esatto, nel senso che con un codice di priorità urgente non esiste lista d'attesa. Tra l'altro, noi abbiamo l'esigenza qui in Valle di modificare anche una delibera, perché, rispetto alle disposizioni nazionali, abbiamo delle previsioni sui tempi d'attesa che sono in dicotomia con quello che avviene fuori e che potrebbero essere migliorative.
Le liste d'attesa, che sono un problema del servizio sanitario pubblico, anche se con intensità diverse, quindi fanno parte di questo piano del Governo, però sono poi le Regioni che devono organizzarsi. Questo per dire che tutte le prescrizioni sono primi accessi e devono avere questo codice di priorità e il quesito diagnostico, quindi la ragione clinica, per capirci, o la malattia sospetta per la quale si richiede la prestazione. Solo la presenza sulla prestazione medica del codice di priorità dà diritto al cittadino di esigere il rispetto del tempo massimo di attesa, che è dato dal piano nazionale, che per ciascuno dei quattro codici prevede dei tempi massimi di attesa. La prima cosa quindi quando il medico di medicina generale prescrive in base ad un codice, scatta quel tempo di attesa massima e spesso dobbiamo lavorare sulla congruità dei codici. Gli accessi successivi, quindi i controlli, previsti dal piano nazionale devono essere visite o esami strumentali di routine che non prevedono un tempo massimo, perché il piano nazionale presume che la persona sia già presa in carico dal servizio, quindi anche questo è importante, di qui la dicotomia del nostro sistema.
Il significato di tempo massimo di attesa collegato al codice di priorità è che fino a quel tempo di attesa il medico ritiene che il cittadino non rischi di aggravare la propria situazione, quindi il piano nazionale stabilisce che, quando il cittadino chiama il CUP per la prenotazione, il servizio sanitario regionale garantisce la prestazione entro quel tempo massimo. Il problema che spesso non viene veicolato in modo giusto - ecco un altro problema organizzativo da mettere in campo - è che se uno rinuncia ad una certa prestazione in un certo punto, magari territoriale, perde quella priorità, però bisogna spiegarglielo bene perché magari uno, rispetto alla presa in carico principale del territorio ad Aosta, viene dirottato sul territorio...se rinuncia e se non gli si spiega che, se rinuncia, perde quella priorità, il tempo di attesa si allunga. Questi sono spunti, spesso sono le piccole cose che...è nei rivoli delle piccole disposizioni che si perdono i grandi temi delle liste d'attesa.
Per venire invece alla questione delle risposte, su qual è la situazione delle liste d'attesa, dicevo che questi sono i problemi organizzativi, quindi sicuramente stiamo facendo una ricognizione anche di differenziazione sul territorio delle possibilità di visite e di accesso, cercando territorialmente di lavorare ad una soluzione migliorativa. L'altra è quella dei professionisti, prendiamo l'Oculistica per esempio: noi eravamo in una situazione che lei ha ricordato, l'abbiamo anche presentato alla stampa, abbiamo fatto uno spostamento al Beauregard cercando di essere più funzionali, il nuovo Primario (dottor Orsi) adesso arriverà anche finalmente il secondo (dottor Biletta) che è stato autorizzato dal sistema sanitario piemontese a venire nel nostro sistema...avevamo il 100 percento di fuga sulla cataratta, oggi viene fatta in Valle d'Aosta. C'è quindi anche un risparmio sulla mobilità sanitaria e c'è un'efficacia e un'efficienza sui tempi d'attesa, quindi sedute operatorie tutti i giorni, avendo il professionista, perché c'erano effettivamente delle liste d'attesa inaccettabili, oggi, arrivato il 1° dicembre, in 2 mesi abbiamo ridotto di 4 mesi le liste d'attesa, quindi erano di 18, sono passate a 14, in 2 mesi sono 4 mesi. Facendo una proiezione, quindi è sufficiente capire come si abbattono le liste d'attesa. I tempi d'attesa delle visite sono comunque ridotti rispetto al monitoraggio precedente. Le prime visite oggi sono a 4 mesi sia negli ambulatori che nelle altre sedi del territorio, quindi la riduzione di 4 mesi ogni 2 mesi ci fa presumere che lì il problema andrà risolto, soprattutto con l'arrivo del secondo professionista.
Per quanto riguarda la terapia antalgica, le prime visite sono a 36 giorni sia nell'ambulatorio di Aosta (Beauregard), che in quelli di Donnas e Morgex, dove vengono indirizzati i pazienti di Aosta: ecco perché è importante non rinunciare alla sede territoriale, ma spiegarlo bene. La situazione di sforamento rispetto al tempo massimo di attesa è molto contenuta: da gennaio 2017 un anestesista è stato incaricato di effettuare alcuni turni al mese in aggiunta all'organico esistente per ridurre i tempi di attesa della Bassa Valle e quindi si va in situazione migliorativa.
Per quanto riguarda le visite gastroenterologiche, le prime visite sono di tre mesi in quanto, rispetto al periodo precedente, vi è un dirigente medico in meno, però il concorso è già pianificato per il mese di marzo. Qui il problema è il professionista che viene risolto. Due medici sono passati a tempo parziale, ma l'ambulatorio è unico all'Ospedale Parini.
Per quanto riguarda le visite pneumologiche, le prime visite sono a due mesi, per cui sono stati distaccati in questi giorni dei medici dall'attività di reparto per rinforzare l'équipe che si occupa delle visite specialistiche ambulatoriali e la situazione è migliorativa.
Per la Dermatologia, invece, c'è un problema anche nell'atto aziendale, perché la struttura prevista è una struttura semplice e non ci sono professionisti che hanno quell'appeal per venire a ricoprire quel ruolo e negli accordi che stiamo facendo con il privato convenzionato stiamo cercando di dare una soluzione allo stesso che è urgente, che verrà formalizzato in questi giorni, anzi dobbiamo ringraziare il privato convenzionato perché fa un investimento che oggi la sanità pubblica non può fare perché non ha i professionisti che accettano. Anche lì nel monitoraggio che stiamo facendo - ci eravamo impegnati in V Commissione - il fatto di riuscire ad avere una struttura complessa con anche altri studenti valdostani, perché stiamo monitorando anche i 57 studenti di medicina valdostani e il loro avanzamento nel percorso di studi per far collimare il PAL e i concorsi con quello che i nostri ragazzi stanno studiando...Presidente, solo un minuto perché ci sono delle risposte importanti.
Due precisazioni importanti. Le prime visite possono al momento della prescrizione ricevere dal proprio medico un codice di valutazione di priorità e quello noi con i medici lo stiamo sollecitando. Le visite prestate invece in regime di libera professione intramoenia dai medici ospedalieri per le specialità in questione rappresentano una percentuale decisamente contenuta rispetto a quelle erogate dagli stessi in regime istituzionale: 7,3 per l'Oculistica, 8 per la Pneumologia, 0 per la Dermatologia e 28 per la Gastroenterologia.
Per quanto riguarda la seconda domanda su come vogliamo agire, le ho detto: professionisti organizzativi, medici di Medicina generale e le modifiche anche nelle delibere, perché se il primo accesso avviene continuativo come viene fuori, non c'è poi ogni volta la presa in carico del sistema anche sui secondi accessi e vengono fissate dopo il primo accesso automaticamente le visite, pensiamo alla bariatrica dove ci sono spesso degli interventi. Infine, se in sede di programmazione sugli obiettivi, come le dicevo, le lettere, gli atti di indirizzo e il Braghetto sono stati calibrati così.
In conclusione, per quanto riguarda la quarta domanda, l'andamento delle visite specialistiche e dei controlli diagnostici è in media stabile. Bisogna però dire che non è che il fabbisogno di visite ed esami si modifica: si modifica soprattutto al variare dell'offerta, non tanto al variare per ragioni epidemiologiche da un anno all'altro, quindi questo è un altro dato importante.
In conclusione, collega, il problema delle liste di attesa è risolvibile con dei miglioramenti organizzativi principalmente, sicuramente a livello di professionisti e anche di organizzazione territoriale, che effettivamente, con tutte le risorse che abbiamo e con una sanità che effettivamente è distribuita sul territorio, possa dare delle risposte migliorative in questo senso.
Presidente - Per la replica, chiede la parola la collega Morelli, ne ha facoltà.
Morelli (ALPE) - Grazie, Assessore, per la risposta molto articolata, completa direi. Sicuramente il problema delle liste di attesa è risolvibile e giustamente lei dice che la prima cosa da affrontare è la fase della prescrizione. Con la correttezza prescrittiva già si andrebbe ad intervenire per evitare che ci sia un abuso di visite specialistiche, problema che ha un po' caratterizzato anche il nostro sistema sanitario di questi ultimi anni. In questo senso la mia ultima domanda di conoscere l'andamento prescrittivo andava proprio in questa direzione, nel senso che bisogna cercare di lavorare con i medici di Medicina generale, dando loro le informazioni corrette e facendo sì che a loro volta possano dare le informazioni corrette ai cittadini. Naturalmente l'assunzione di professionisti è necessaria laddove mancano, sappiamo che non è cosa facile, non è cosa immediata, ma è assolutamente necessario affrontare questo problema.
Ha parlato di intramoenia che si mantiene in una percentuale contenuta. Questo è un problema che noi avevamo sollevato, anche memori di certi abusi degli anni passati. Abbiamo visto che la Regione Lombardia, per cercare di arginare in qualche modo il problema delle liste di attesa, ha introdotto un sistema che mi pare di capire è il sistema della LPA che avevamo cioè dare la possibilità ai cittadini, pagando solo il ticket, di accedere all'intramoenia. Naturalmente poi il compenso dei professionisti è a carico del servizio sanitario pubblico, questa in caso di emergenza è una possibile soluzione. Evidentemente è una soluzione che va monitorata, che va utilizzata bene per evitare quelle situazioni che, come ricordo, c'erano state alcuni anni fa, di professionisti che arrivavano a triplicare e forse addirittura qualcuno a quadruplicare il proprio stipendio, quindi sono misure tampone nell'attesa di arrivare ad una normalizzazione. Naturalmente il privato convenzionato, le convenzioni quindi con strutture private che possano sopperire alle carenze del pubblico...perché è vero che il criterio delle liste d'attesa è un parametro che in sé non è esaustivo, va un po' contestualizzato, però è evidente che è un dato che i cittadini percepiscono immediatamente e dover aspettare magari tre mesi per una visita pneumologica ci sembra troppo. Comunque, è bene che si stia lavorando nella direzione di risolvere il problema e che si cerchi anche di avere una visione di coordinamento, che ci sia una struttura che in particolare monitora, segue e cerca di coordinare le altre strutture per cercare di risolvere questo problema.