Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2564 del 25 gennaio 2017 - Resoconto

OGGETTO N. 2564/XIV - Interrogazione: "Azioni di monitoraggio realizzate per verificare le modalità di coesistenza fra lupo e attività agricola-pastorale".

Presidente - Punto n. 10 all'ordine del giorno. Ha chiesto la parola l'assessore Testolin, ne ha facoltà.

Testolin (UV) - In merito al quesito dell'interrogazione, "quali azioni di monitoraggio in continuo e di altre misure sono state realizzate al fine della coesistenza del predatore con l'attività agricola-pastorale", si sottolinea come il territorio regionale sia costantemente monitorato da personale del Corpo forestale della Valle d'Aosta. Attualmente il monitoraggio avviene in maniera sistematica attraverso l'utilizzo di ventotto transetti distribuiti sull'intero territorio regionale, che sono percorsi dagli agenti del Corpo forestale almeno due volte al mese, al fine di raccogliere ogni possibile elemento utile a stabilire la presenza del predatore. Tutti i dati raccolti sono poi inviati alla Struttura flora, fauna, caccia e pesca per la loro elaborazione. Dall'ultimo rilevamento effettuato nelle scorse settimane, risulta essere presente sul territorio regionale un numero di esemplari in linea con i dati già comunicati in Consiglio regionale negli scorsi mesi.

Il programma di monitoraggio è in fase di ulteriore potenziamento e lo stesso potrà contare a regime sulla collaborazione tecnica di un esperto del settore, al fine di predisporre un protocollo di monitoraggio genetico specifico per la Valle d'Aosta, gestire le analisi genetiche e implementare la formazione specialistica, sia del personale regionale che di ulteriori altri soggetti interessati, e di sviluppare strategie ad hoc in merito ai sistemi di prevenzione per gli allevatori sulla base delle esperienze acquisite sia a livello alpino che appenninico.

La conoscenza del numero e della distribuzione dei lupi è fondamentale per poter procedere alla definizione delle tipologie di misure preventive da sostenere attraverso i contributi, al fine di determinare i risarcimenti dei danni provocati dagli animali predatori, così come peraltro previsto dalla legge n. 17 del 2010. Si fa inoltre presente che il monitoraggio esaustivo dei lupi presenti sul territorio è una delle condizioni previste dal nuovo Piano nazionale di gestione del lupo, che dovrebbe essere approvato il prossimo mese e che sarà elemento assolutamente necessario, tra l'altro per poter sottoporre al Ministero competente eventuali altri richieste di intervento in merito alla gestione del lupo stesso. Peraltro, è notizia giornalistica di oggi che ieri è stato approvato in via tecnica questo piano di gestione del lupo, che prevede tra gli altri ventidue punti, tra cui anche la possibilità di introdurre in casi particolari il contenimento dello stesso. Per questo pensiamo che l'attività svolta in questi mesi, che si protrarrà in futuro, possa essere assolutamente in linea con le indicazioni del Ministero così come attualmente evidenziate.

Per quanto concerne il secondo punto, "quali sono stati gli esiti delle indagini in merito all'uccisione dell'esemplare di lupo", come già segnalato nelle comunicazioni diffuse nei giorni scorsi e puntualmente riprese dagli organi di stampa locali, le competenti strutture dell'Assessorato e l'Istituto zooprofilattico sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta, con annesso CERMAS, hanno portato a determinare le attività di indagine ed esame di laboratorio effettuati sulla carcassa del lupo femmina trovato morto il 9 gennaio scorso a Introd. Rispetto a quanto inizialmente ipotizzato dal primo esame visivo del personale intervenuto sul luogo del ritrovamento, che aveva inizialmente fatto presumere come causa del decesso un colpo d'arma da fuoco, ipotesi peraltro plausibile anche agli occhi del personale più esperto, gli esami di laboratorio e l'attività di indagine hanno consentito di accertare che le cause del decesso sono dovute a un trauma accidentale per un ramo che ha perforato il torace dell'animale, provocando un grave pneumotorace e la conseguente morte del lupo. Tale ipotesi è stata peraltro suffragata dalle attività di indagine svolte e dalla determinazione del luogo dell'incidente.

Colgo questa occasione per ringraziare tutto il personale che ha operato sin da subito nell'attività di indagine e per sottolineare come la stretta sinergia tra le strutture dell'Assessorato, del Corpo forestale, del CERMAS e dell'Istituto zooprofilattico sperimentale abbia consentito di chiarire in tempi brevi gli sviluppi della situazione e di dare prontamente contezza della dinamica, del tutto accidentale, di questo evento.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Roscio, ne ha facoltà.

Roscio (ALPE) - Grazie Assessore per i chiarimenti. Partirei dall'ultimo punto, quello sulle cause della morte: era necessario avere chiarezza, ma alla fine non è il tema vero della questione, che forse interessa anche al di là dell'episodio singolo. Questa vicenda ha assunto dei contorni un po' strani: sembrava in un primo momento si trattasse di un abbattimento, mentre adesso l'Assessore ci ha parlato di un evento accidentale. Ma indipendentemente dalle cause che possono avere portato alla morte di questo esemplare, va detto che per sua natura il lupo è un animale un po' particolare, perché tende più a dividere l'opinione pubblica, che non a metterla insieme. Da un lato vi è chi si schiera in sua difesa senza se e senza ma, dall'altra vi sono anche interessi legittimi di chi opera nel settore dell'agricoltura e dell'allevamento, che devono essere tutelati, quindi è molto difficile riuscire a far coesistere queste due necessità. Oltretutto ricordo che si tratta di una specie protetta ed è stato anche ricordato che è proprietà esclusiva dello Stato, quindi con tutte le conseguenze.

Al di là di questo, ci sono un paio di cose che non sono ancora chiare e che bisognerebbe invece provare a seguire con attenzione. Da un lato, indipendentemente dalle cause del decesso di questo animale, la reazione che c'è stata nell'immediato e nei giorni seguenti sulla rete è stata veramente violenta: vi erano dei toni altissimi, veri e propri insulti, anche senza sapere quali erano le cause. Un clima veramente di odio nei confronti dell'episodio, al quale bisogna porre molta attenzione, perché la rete è globale e l'attenzione che poi viene portata ben al di fuori della Valle d'Aosta, non giova sicuramente alla stessa. Questo è un tema che va affrontato con un'attenzione molto particolare e per questo coglierei l'occasione per chiedere all'Assessore a proposito del piano nazionale, che anche noi abbiamo visto ieri essere stato approvato in via tecnica e che oltretutto prevede l'abbattimento legale di alcuni esemplari. Io credo che se si arrivasse a questo anche sul nostro territorio, le reazioni sarebbero quanto mai poco produttive nei confronti della regione.

Noi riteniamo che bisogna lavorare alla prevenzione, proprio a seguito di questo episodio. L'Assessore ci ha detto che si sarebbero potenziate le attività di monitoraggio e di controllo, proprio per evitare che si arrivi a episodi di abbattimento, sui quali oltretutto già il WWF ha lanciato una campagna di attenzione. L'Assessore non si è espresso su questo, ma noi speriamo che vi sia l'intenzione invece di lavorare di più sulla prevenzione per poi non ricorrere successivamente a rimedi che non faranno sicuramente del bene a nessuno, neanche agli interessi legittimi. Da questo punto di vista, noi chiediamo il massimo impegno.

Giustamente ringraziamo anche noi tutti coloro che lavorano sul campo in questa direzione, ma chiediamo all'Assessore di avere un'attenzione e di fare in modo che non scenda l'attenzione su questo argomento, perché spesso succede che quando si crea l'evento, poi si corre immediatamente ai ripari, mentre qui serve esattamente il contrario: occorre un'attenzione costante per evitare che poi si creino dei casi che veramente non farebbero del bene alla collettività valdostana.