Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2264 del 14 luglio 2016 - Resoconto

OGGETTO N. 2264/XIV - Disegno di legge: "Modificazioni alle leggi regionali 27 agosto 1994, n. 64 (Norme per la tutela e la gestione della fauna selvatica e per la disciplina dell'attività venatoria), e 29 dicembre 2006, n. 34 (Disposizioni in materia di parchi faunistici)".

Rosset (Presidente) - Punto 32 all'ordine del giorno, per l'illustrazione ha chiesto la parola il collega Follien, ne ha facoltà.

Follien (UV) - Il presente disegno di legge contiene alcune importanti modifiche alla legge regionale n. 64 del 1994 tese a diminuire e razionalizzare la spesa corrente, promuovere le specificità venatorie del territorio valdostano, semplificare le procedure relative all'impianto sanzionatorio.

L'articolo 1, in considerazione delle importanti risorse finanziarie necessarie alla realizzazione e alla revisione del Piano regionale faunistico-venatorio, sostituisce il comma 2 dell'articolo 5 della legge regionale n. 64 eliminando l'obbligo di revisione quinquennale del piano, con un conseguente risparmio in termini economici e amministrativi. Tale disposizione è possibile alla luce del fatto che le indicazioni contenute nel piano possono essere ritenute valide per periodi temporali anche superiori ai cinque anni.

L'articolo 3 reca modifiche all'articolo 14 della legge regionale, intervenendo sulla composizione della Consulta faunistica regionale al fine di diminuire il numero dei rappresentanti degli enti locali (da due a uno), contenendo i costi amministrativi e inserire senza spese aggiuntive i rappresentanti del corpo forestale della Valle d'Aosta, sinora non previsto, per garantire la rappresentatività della struttura forestale, che riveste un ruolo fondamentale nella gestione e nel controllo faunistico.

L'articolo 4, recante modificazioni all'articolo 15 della legge regionale, tra le altre cose riduce le indennità spettanti ai componenti del comitato, in attuazione delle disposizioni sul contenimento della spesa pubblica.

L'articolo 5 inserisce l'articolo 15 bis, che stabilisce la partecipazione diretta dei cacciatori alle spese di funzionamento del comitato, con versamento di una quota economica stabilita dal comitato stesso. Questa disposizione, che rappresenta una novità per il mondo venatorio valdostano, consente di ridurre la quota della tassa regionale destinata al comitato, con un conseguente risparmio per il bilancio regionale.

L'articolo 10 reca modificazioni all'articolo 33 della legge, concernente il tesserino venatorio regionale e le modalità per il suo rilascio, introducendo un'importante novità: oltre al tesserino annuale possono essere rilasciati permessi giornalieri di caccia, il cui numero massimo annuale e le relative modalità di rilascio e di utilizzo sono stabiliti dalla Giunta regionale. I permessi di caccia ipotizzati per cacciatori di fuori regione e assoggettati al pagamento di una specifica quota economica, ai sensi dell'articolo 15 bis, consentiranno ulteriori entrate economiche.

L'articolo 12, recante modificazioni dell'articolo 39 della legge regionale n. 64, dimezza la quota dei proventi della tassa di concessione regionale per l'esercizio venatorio, spettante al Comitato regionale per la gestione venatoria, dall'80 percento al 40 percento a favore dell'Amministrazione regionale, al fine di incrementare il fondo destinato al risarcimento dei danni arrecati agli agricoltori della fauna selvatica.

Per quanto attiene alla tutela della specificità della tradizione venatoria valdostana, si fa presente che il territorio della Valle d'Aosta è considerato zona faunistica delle Alpi, stante il suo ambiente, la sua flora e la sua fauna tipicamente alpine, ed è sempre stato organizzato in un unico comprensorio di caccia, alla cui gestione provvede un solo ente elettivo: il Comitato regionale per la caccia prima, divenuto in seguito Comitato regionale per la gestione venatoria.

La legge regionale n. 64 prevede la possibilità di istituire, tramite deliberazione della Giunta regionale, più comprensori alpini di caccia. Tale condizione però non è mai stata messa in pratica, giudicando più opportuno gestire il patrimonio faunistico e di settore venatorio con indirizzi comuni su tutto il territorio. Tenendo conto di quanto sopra - in attuazione dell'articolo 14 che prevede che il territorio compreso nella zona faunistica delle Alpi sia organizzato in comprensori secondo le consuetudini e le tradizioni locali - l'articolo 2 del presente disegno di legge va a modificare l'articolo 11 della legge regionale, individuando per il territorio regionale, ai fini faunistici e venatori, un solo comprensorio alpino di caccia, alla cui gestione amministrativa provvede il Comitato regionale per la gestione venatoria. Ufficializzando quanto già avviene oggi nella realtà venatoria valdostana, l'articolo 6, che modifica l'articolo 17, precisa che le Circoscrizioni venatorie, quali unità territoriali sub-comprensoriali individuate in base alle loro caratteristiche ambientali, naturali, faunistiche e sociali, rappresentano le unità di riferimento per la distribuzione dei cacciatori sul territorio regionale e per l'attuazione delle attività di gestione faunistico-venatoria.

L'articolo 9 reca modificazioni all'articolo 31 della legge regionale, concernente le modalità di prelievo delle specie cacciabili. In particolare, il testo, al fine di assicurare maggiormente il legame del cacciatore al territorio, chiarisce che, per le specie cacciabili soggetti all'assegnazione nominativa, i capi prelevabili in una determinata Circoscrizione venatoria sono assegnati ai cacciatori appartenenti alla stessa e sono ripartiti prioritariamente nelle sezioni comunali cacciatori situate nel territorio in cui ricade il settore gestionale e sub-circoscrizionale di riferimento; anche il prelievo della specie cinghiale, in forme diverse dalla braccata, è esercitato nell'ambito della Circoscrizione di appartenenza. Per tutte le altre specie cacciabili, invece, il prelievo è esercitato nell'ambito dell'intero comprensorio alpino e di caccia. Le disposizioni che sono introdotte dall'articolo 9 rappresentano un elemento di forte novità nel panorama venatorio valdostano, capace di suscitare comunque reazioni emotive importanti. A questo scopo, al fine di agevolare l'attuazione delle nuove regole, l'articolo 17, concernente le disposizioni transitorie, dispone che le stesse si applicano a far data dal 1 gennaio 2018 sino al 31 dicembre 2017. Per gli ungulati cacciabili soggetti ad assegnazione nominativa, i capi prelevabili in una determinata Circoscrizione venatoria sono prioritariamente assegnati ai cacciatori a essa appartenenti fino al raggiungimento della media di prelievo pro capite regionale e sono ripartiti nelle sezioni comunali dei cacciatori nel cui territorio ricade il settore di riferimento. I capi eccedenti sono assegnati a cacciatori di altre Circoscrizioni venatorie, al fine di garantire una quota media di prelievo pro capite omogenea in tutte le Circoscrizioni venatorie e un'equilibrata distribuzione dei cacciatori nel territorio regionale.

Come detto, il presente disegno di legge reca anche disposizioni finalizzate a semplificare le procedure relative all'impianto sanzionatorio. L'articolo 11, che sostituisce l'articolo 33 ter della legge regionale, introduce, in relazione a eventuali sanzioni per illeciti penali e amministrativi in materia di caccia, un sistema automatico di divieto di rilascio del tesserino regionale, non più dipendente dal parere della Commissione disciplinare, soppressa dall'articolo 18 del presente disegno di legge.

L'articolo 15 modifica l'articolo 46, concernente le sanzioni amministrative per le violazioni in materia di fauna selvatica non sanzionate dalla normativa statale vigente. Il testo recepisce le indicazioni pervenute dal corpo forestale della Valle d'Aosta e dal mondo venatorio circa la necessità di adeguare l'impianto sanzionatorio regionale alle nuove regole della caccia di selezione, introdotte da ormai più di dieci anni dal Piano regionale faunistico venatorio.

Gli articoli 7, 13 e 14 modificano rispettivamente gli articoli 24, 40 e 41 della legge regionale n. 64 e vanno a semplificare le procedure amministrative in materia di detenzione e allevamento di animali selvatici e al risarcimento dei danni e le misure per la prevenzione e la difesa delle produzioni dei terreni agricoli.

L'articolo 18, infine, reca le abrogazioni.

Presidente - Siamo in discussione generale, ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Fontana, ne ha facoltà.

Fontana (PD-SIN.VDA) - Oggigiorno la caccia non rappresenta più solamente un'attività ludico-sportiva, infatti il prelievo venatorio - basato sui moderni concetti di caccia programmata, secondo una terminologia più conosciuta, ma meno appropriata, di "caccia di selezione" - è a pieno titolo uno strumento gestionale autorizzato nella regolarizzazione delle dinamiche delle popolazioni di fauna selvatica, in modo particolare degli ungulati. Per poter intervenire in maniera corretta e con cognizione di causa, i cacciatori, così come i tecnici e i forestali, devono essere formati e aggiornati su nuove metodologie di gestione faunistico-venatoria in merito ai censimenti, alle tecniche di prelievo, alla preparazione di valutazione dei trofei per le analisi tecniche basate sui dati biometrici. Non a caso, in questi ultimi anni il settore venatorio è stato interessato da un importante percorso di formazione continua in materia di gestione e di controllo numerico delle specie faunistiche e di buone pratiche venatorie, soprattutto in relazione agli aspetti sanitari e al corretto trattamento delle carni degli animali cacciati.

Il processo del miglioramento tecnico-culturale deve essere però accompagnato anche dall'ammodernamento e dalla manutenzione dell'apparato legislativo e delle strutture amministrative: le modifiche alla legge regionale n. 64 del 1994 contenute nel dl n. 78 vanno incontro a queste esigenze. Al fine di una gestione più rispondente alle peculiarità del territorio, il dl prevede che le attività faunistico-venatorie siano attuate, facendo riferimento alle Circoscrizioni venatorie. Nel contempo, per assicurare regole di comportamento omogenee su tutto il territorio regionale, è istituito un unico comprensorio alpino di caccia regionale con compiti di coordinamento e di indirizzo delle Circoscrizioni venatorie. Alla guida del comprensorio è posto il Comitato regionale per la gestione venatoria, che è modificato e integrato nei suoi componenti al fine di assicurare la più ampia partecipazione a tutte le categorie interessate alla gestione venatoria. Sono meglio definite le procedure di iscrizione dei cacciatori alle sezioni comunali, introducendo le figure di cacciatori di diritto e di cacciatori ospiti, prevedendo un meccanismo automatico di trasformazione dei secondi nei primi dopo cinque anni, consentendo così per il futuro un più agevole spostamento delle residenze venatorie al fine di un riequilibrio dei cacciatori sul territorio regionale. Il ruolo del cacciatore poi è maggiormente responsabilizzato dall'introduzione di una quota economica da versare per il funzionamento del Comitato regionale per la gestione venatoria. Infine, è rivisto l'impianto sanzionatorio, aggiornato alle nuove regole della caccia di selezione introdotte nel corso degli ultimi anni a seguito dell'approvazione del Piano regionale faunistico-venatorio. Per questi motivi, il gruppo PD-SIN.VDA esprime il voto favorevole al disegno di legge.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Chatrian, ne ha facoltà.

Chatrian (ALPE) - Oggi arriviamo al termine di un percorso molto articolato che parte da lontano, nel 2014, quando si è deciso di intervenire sulla nostra legge, sul nostro impianto riguardo al rapporto strumenti-norma, al "chi fa che cosa" e, soprattutto, siamo nel momento in cui si decide di modificare i criteri, le norme, le prassi che negli ultimi anni si sono succedute proprio in merito alla caccia sul nostro territorio. A dirla in parole povere, è stato un lavoro di un anno e mezzo - del comitato, dei rappresentanti, della consulta - per addivenire a una sintesi, dove si sono viste tutte le posizioni da modificare, da ristrutturare, da azzerare, da cambiare per poi definire la nuova normativa, il nuovo strumento giuridico che va a regolare tutti i rapporti. Non siamo indubbiamente all'anno zero, ma si dovevano mettere in campo dei correttivi. Tutto un percorso che è stato fatto e nel mese di gennaio/febbraio 2016 si è trovata una larga sintesi, quasi al 100 percento.

Ma mentre si raggiungeva questa sintesi, questo Consiglio regionale ha cercato di provare a mettere la pendule à l'heure, perché nel mese di febbraio una Circoscrizione ha deciso, in autonomia, di rassegnare le dimissioni, in quanto insoddisfatta del risultato ottenuto in quell'assemblea svoltasi a Gressan, dove praticamente è stata illustrata a centinaia di cacciatori, e non solo, la sintesi cercata, trovata, il lavoro fatto: riunioni su riunioni, incontri, confronti di punti di vista diversi, per addivenire a una più larga sintesi, rivedendo la legge n. 64 del 1994.

Dopo le dimissioni dei rappresentanti della quarta Circoscrizione, questo Consiglio regionale si è pronunciato, due volte mi sembra, ribadendo certi concetti, su proposta dei gruppi di opposizione ma non solo, perché poi nel momento in cui il Consiglio accetta le proposte e gli stimoli che arrivano dall'opposizione, questi diventano patrimonio di tutti. In seguito alle due risoluzioni approvate da questo Consiglio, è stato dato all'esecutivo il mandato di scaricare e sfornare il dl n. 78 il 28 aprile 2016.

Cercate di rispettare la volontà di chi ha preparato queste nuove modifiche, questo lavoro che è stato fatto nell'ultimo anno e mezzo dal punto di vista tecnico, perché all'interno della consulta, all'interno del comitato ci sono tecnici, cacciatori e c'è anche la parte politica.

Quindi il percorso che è stato messo nero su bianco è questo e il Consiglio negli ultimi quattro mesi si è posizionato, invitando ad attuare il percorso compiuto, nel rispetto del lavoro fatto. Apriti cielo, quando, il 28 aprile 2016, l'esecutivo ha scaricato il disegno di legge, praticamente non dando seguito a quello che era stato il lavoro di un anno e mezzo.

In seguito, le altre sette Circoscrizioni hanno dato le dimissioni, ma ci hanno anche fornito un documento molto chiaro, molto diretto, chiedendo alla Commissione competente, in questo caso la III, di giungere comunque a una sintesi e di non mettere in discussione tutto il percorso fatto.

Abbiamo audito ulteriormente tutti gli attori in Commissione negli ultimi mesi e l'Assessore competente ma, nonostante le modifiche che sono più tecniche che operative, nonostante quelle obbligatorie dal punto di vista normativo, nonostante qualche piccolo recepimento fatto all'interno di questo impianto, il cuore del dibattito avvenuto nell'ultimo anno e mezzo non è stato recepito perché qualcuno ha deciso di mettersi di traverso e dire: il Governo regionale decide diversamente.

Cosa potevamo fare come gruppo ALPE e cosa abbiamo cercato di fare in audizione? Abbiamo cercato di stimolare la discussione con i colleghi di maggioranza, abbiamo cercato di stimolare anche i colleghi di questa nuova maggioranza, perché alla fine gli atti si traducono con degli atti amministrativi, e quindi per modificare l'impianto abbiamo cercato di presentare un emendamento che tenesse conto del 90 percento dei desiderata - ma non quelli dei cacciatori, ma quelli individuati nel percorso fatto nell'ultimo anno e mezzo - ma questo Governo regionale ha deciso di mettersi di traverso e prendere un'altra strada.

Noi oggi ripresentiamo l'emendamento n. 2 - l'emendamento n. 1 sarà illustrato dal Consigliere Roscio più tardi - che va a ristabilire il percorso che l'Assessore Testolin ha tenuto in un anno e mezzo incontri, riunioni, ha tenuto oltretutto in quel famoso incontro, dove c'erano centinaia di persone.

La ronfla (traduzione dal patois: la voce, i mormorii) che si sente in questi giorni, in queste settimane: "è inutile che ci sia un comitato, è inutile che ci sia la Consulta faunistica, è inutile che ci sia stato tutto un percorso, quando poi alla fine le regole del gioco vengono cambiate da pochissime persone, quando l'Assessore competente era d'accordo con il percorso fatto per un anno e mezzo". Quindi un settore che in questo momento in Valle d'Aosta rappresenta circa 1.400 persone che conoscono il territorio, che aiutano anche le piccole comunità a compiere certi interventi, perché lo conoscono molto bene, e che collaborano comunque a programmare l'attività venatoria e faunistica della nostra Regione per i prossimi triennio, quinquennio e decennio, si sentono un po' sfiduciati dalle istituzioni: "abbiamo fatto un percorso e poi c'è una delibera di Giunta che praticamente dice il contrario!". Questo è un po' il dato dal punto di vista politico, senza entrare nel tecnico, perché buona parte di quelle modifiche tecniche sono a seguito di obblighi, oppure di mises à jour dal punto di vista legislativo o comunque in seguito a percorsi fatti in questi due anni per riscrivere la normativa di riferimento.

Le ultime due volte, in Consiglio sono andate a buon fine le risoluzioni che dicevano che bisogna tenere conto dei desiderata della maggioranza dei cacciatori e del percorso fatto negli ultimi due anni.

Noi oggi ci proviamo di nuovo, come gruppo ALPE presentiamo un emendamento molto semplice, ma che tiene oltretutto conto di un passaggio in più che le sette Circoscrizioni fanno, ovvero dire: "noi facciamo un passo in più verso la quarta circoscrizione.

Nel testo di legge non possiamo scrivere e parlare di circoscrizione, ma bisogna inserire dei principi, e il principio che andremmo a modificare e a emendare è questo, l'emendamento n. 2, in cui l'ultimo periodo è sostituito dal seguente: "i capi eccedenti sono assegnati ai cacciatori delle circoscrizioni venatorie con percentuale di prelievo inferiore alla media delle circoscrizioni, al fine di garantire a tutte le circoscrizioni venatorie una quota di prelievo non inferiore a quella più bassa tra tutte le circoscrizioni".

Questo è l'emendamento che proponiamo in aula e che è la sintesi del percorso che è stato fatto a livello di comitato, a livello di consulta, che fa un passo in avanti rispetto alla segnalazione che le sette circoscrizioni ci hanno fatto avere.

Chi è del settore - il sottoscritto non lo è, per cui in questi mesi siamo stati obbligati obtorto collo ad addentrarci maggiormente sulle criticità, sulle segnalazioni, per capire, agli incontri, cosa è successo - sa perfettamente qual è il fulcro di tutta questa operazione; il centro e il cuore di tutto questo è sicuramente il censimento: per questo motivo lo stato dell'arte, la fotografia, il censimento che viene fatto nelle varie aree deve essere il più attendibile possibile. Salta il censimento, salta tutto: salta la correttezza delle varie aree, salta comunque l'impianto architettonico legislativo. Se salta questo, nel momento in cui penso che la sintesi sia molto chiara, penso che 1.400 cacciatori saranno ancora meno comprensivi.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Nogara, ne ha facoltà.

Nogara (UVP) - Noi, in questi mesi, abbiamo in quest'aula parlato diverse volte di caccia; io mi sento di dire, innanzitutto, che forse non bisogna fermarsi a un solo articolo nella modifica della legge del 1994. Il lavoro di un anno e mezzo delle varie circoscrizioni, dell'apparato politico e dell'apparato tecnico, ha prodotto questo documento e, se cominciamo a sfogliarlo, troviamo diversi cambiamenti. Non ci possiamo bloccare a un articolo solo, ce ne sono moltissimi, è un documento corposo e, secondo il nostro parere, ha cambiato in positivo la legge sulla caccia del 1994.

Veniamo ora a quanto hanno richiesto i cacciatori. Alla fine delle vicende, che conosciamo benissimo, e di tutte le discussioni che ci sono state, è arrivata una lettera da parte delle circoscrizioni, dove c'erano tre richieste, ancora per modificare leggermente questo corposo documento. Di queste tre richieste, due sono state accettate, sono stati fatto due emendamenti da parte dell'Assessore. Non è stata accolta una richiesta che, anche secondo noi come gruppo, era di una certa rilevanza non tanto perché cambi un qualcosa di determinante all'interno del mondo della caccia o degli abbattimenti degli animali, quanto per lo spirito della legge del 1994, che era quello di legare i cacciatori al proprio territorio. Facendo quella modifica, stabilendo che le Circoscrizioni che non raggiungono la media della quota regionale possono andare a cacciare gli animali eccedenti in altre circoscrizioni, già con questo noi non ci siamo trovati d'accordo, perché è una forzatura allo spirito di questa legge.

Qui faccio un piccolo appunto al collega Follien che ha presentato questa legge perché, se da una parte si parla di voler collegare i cacciatori al territorio dall'altra non si può dire che i cacciatori, per esempio, di questa circoscrizione possano andare a caccia a Gressoney, perché non hanno raggiunto la quota. Noi, proprio su questo punto, abbiamo presentato in Commissione un emendamento che purtroppo non è stato accettato, e lo diciamo con un po' di rammarico perché se fosse stato accettato quell'emendamento, probabilmente non ci sarebbe stato bisogno di discutere questa legge.

Voglio collegarmi all'emendamento presentato dai colleghi dell'ALPE: io non riesco a capirlo, perché voi mi dite "i capi eccedenti sono assegnati ai cacciatori delle circoscrizioni venatorie con percentuali di prelievo inferiori alla media delle circoscrizioni" e fin qua ci siamo; anche voi, praticamente, dite che chi non raggiunge la quota può andare in altri posti. Però bisogna poi intervenire sulla percentuale di quanti ne possono prendere. Continuate: "al fine di garantire a tutte le circoscrizioni venatorie - penso che vi riferiate alle circoscrizioni che stanno sotto alla media regionale - una quota di prelievo non inferiore a quella più bassa tra tutte le circoscrizioni" che, messa in questo modo, non vuol dire niente. Se la quota più bassa mettete che sia 1,06 perché la quota media in questo momento del 2015 è 2,05, se la quota più bassa è 1,06 e voi dite non inferiore a 1,06 quanto è: 1,08, 1,07? Deve rimanere a 1,06? Questo emendamento forse bisogna specificarlo un po' meglio, perché a questo punto io non so qual è la quota che intendete portare. Questa è la tabella delle quote che ci sono in tutte le Circoscrizioni, 2,05 è la quota media, la quota più bassa è 1,64: se voi mi dite che non deve essere inferiore a 1,64 ci siamo, però qual è la quota che voi volete raggiungere?

Fatte tutte queste considerazioni, io ribadisco la posizione del nostro gruppo, che era quella di portare avanti un emendamento, dove si era trovata una quadra: noi dicevamo di portare una media fra le circoscrizioni più basse. Per farci capire da quelli che ci ascoltano: se per le circoscrizioni che non arrivano a 2,05, è a 2,01 la più alta e a 1,64 la più bassa, si fa una media tra queste e si arriva a una media di 1,825. Questa era la nostra proposta. Ma vi dico sinceramente che anche questa proposta era una forzatura verso lo spirito della legge. Lo spirito della legge prevedeva che ognuno deve stare nella sua circoscrizione, deve lavorare bene per portare una buona media alta e negli anni poi cacceremo tutti più o meno alle stesse medie, se si lavora bene. Però anche la nostra era una forzatura.

Io voglio terminare il mio intervento, dicendo un'altra cosa: visto che quello che è stato proposto, è in forma transitoria - perché questo è fino al 2018, dal 2018 in avanti ognuno caccerà nella sua circoscrizione e caccerà quello che ha da cacciare - aspettiamo anche a ottobre quando di nuovo tutti gli organi verranno eletti da parte dei rappresentanti dei cacciatori e riprendiamo in quel momento, quando ci sarà di nuovo una discussione, magari intorno a un tavolo: e che non si possa arrivare a un accordo tra il mondo venatorio, il mondo tecnico faunistico e la politica.

Presidente - Siamo sempre in discussione generale, ha chiesto la parola il Consigliere Cognetta, ne ha facoltà.

Cognetta (M5S) - Soltanto per dire che l'unica legge buona per la caccia, secondo noi, è una legge che elimina la caccia. Ovviamente, perché la carne la possiamo comprare al supermercato, non c'è bisogno di andare a cacciare perché, forse non lo sapete, ma c'è ormai una tale crescita di rispetto verso gli animali, che andare a cacciare è diventato piuttosto anacronistico. Sarebbe bello che andaste a cacciare magari a mani nude, per vedere se riusciste a prendere qualche cosa. Mi rivolgo ovviamente ai cacciatori.

C'è una devastazione dell'ambiente enorme, e questo lo sapete; c'è un Piano faunistico rimasto al 2012; c'è il piombo che avvelena l'ambiente e tutto quello che sapete.

Di conseguenza, il fatto che ci si accapigli per quanti animali cacciare, o se sia più giusto aspettare il 2018...perché poi perché il 2018? È strana questa cosa. Forse perché ci sono le elezioni, quindi conviene aspettare dopo?

Dicevo, avendo una posizione così netta e chiara, questa legge si poteva tranquillamente evitare. O meglio, se ne poteva fare una che doveva tutelare l'ambiente, cosa che non viene fatta in questa regione. D'altronde abbiamo una regione, nella quale abbiamo introdotto degli animali apposta perché fossero cacciati, perché prima non c'erano, adesso li abbiamo aggiunti, così riusciamo a cacciarli. Poi fanno i danni all'agricoltura, ce ne lamentiamo e chiediamo i soldi.

C'è tutta una serie di discorsi legati al fatto che qualcuno deve andare in giro a sparare. Poi ci sarebbe da sparare a qualcuno più che agli animali, secondo me. Però non si può creare una legge di questo tipo, giustamente, quindi qualcuno pensa che sia più giusto e corretto sparare agli animali, cosa che invece non ritengo sia giusta.

Di conseguenza, per quanto riguarda noi e il Movimento cinque stelle nazionale, la posizione è molto chiara: noi non vogliamo la caccia e non vogliamo questa legge.

Presidente - Non ci sono altre richieste di intervento, chiudo la discussione generale. Per la replica, ha chiesto la parola l'Assessore Testolin, ne ha facoltà.

Testolin (UV) - Una replica che va innanzitutto a ringraziare gli interventi che ci sono stati, in primis quello del collega Follien che ha illustrato la complessità di questa norma - è stato ribadito dal collega Nogara - una norma che va a centrare molte necessità di regolamentare una caccia che si è trasformata in questi vent'anni; che ha e che deve confrontarsi con delle necessità diverse, di impatto, e anche con la presenza di fauna selvatica sul territorio; che ha la necessità di confrontarsi con situazioni economiche mutate nel tempo e inserire degli aggiustamenti per quanto concerne la regolamentazione della distribuzione delle risorse economiche introitate dall'attività faunistico-venatoria dove ci sarà, da parte dei cacciatori, una presa in carico dei danni all'agricoltura, che sono quelli che si patiscono di più.

Ma non è abolendo la caccia che si aboliscono i danni, bisogna trovare delle soluzioni che diano delle risposte concrete. Da quel punto di vista, non c'è stata, a onor del vero, nessuna eccezione da parte del sistema venatorio che andrà ad accollarsi questo tipo di incombenza finanziaria.

Una situazione che va gestita da un punto di vista tecnico: sono state introdotte delle norme che vanno a regolare il comprensorio unico, a disciplinare le circoscrizioni, anche nell'ottica di avere una distribuzione omogenea sul territorio non solo della fauna, come è avvenuto in questi ultimi vent'anni, ma anche, di conseguenza, dei cacciatori. Questo è proprio il motivo del disquisire, emerso anche nei dibattiti in aula e con i cacciatori: mettendo in atto questi due anni di temporaneità di questo meccanismo di compensazione, che è un meccanismo equo e che deriva da un confronto concepito come un momento di passaggio, si cercherà di raggiungere l'obiettivo di permettere al mondo venatorio di regolarsi, aprendo le residenze venatorie, permettendo lo spostamento sul territorio regionale dei cacciatori, in modo da cercare di omogeneizzare il prelievo, a partire dal 2018 in avanti, su tutto il territorio regionale, con una blindatura al 100 percento del legame cacciatore/territorio. Un legame che, anche in questa fase transitoria, vedrà comunque distribuire a cacciatori fuori circoscrizione non più del 5/6 percento dei capi da assegnare.

L'obiettivo principale - individuato nel 1996, all'origine di questa legge- ha permesso di migliorare la situazione faunistico-venatoria e anche la situazione naturalistica in senso più ampio. Si è cercato di lavorare ancora in questa direzione e di dare quelle risposte che possano, a regime, dare soddisfazione non solo all'Amministrazione e ai cacciatori, ma a tutto l'insieme di categorie coinvolte all'interno della gestione faunistica-venatoria nel suo insieme.

Per quanto riguarda l'emendamento, che era già stato proposto, noi ribadiamo che per questi due anni ci sarà una ripartizione equa tra tutti i cacciatori, e mi ha anticipato il collega Nogara nell'esplicitare come l'emendamento così come proposto, effettivamente non sia attuabile.

Per cui, nel ringraziare la Commissione che si è resa disponibile, il mondo venatorio, per quello che è stato l'impegno nella costruzione di questa norma, gli uffici e il corpo forestale che, à tour de rôle, hanno dato il loro contributo per cercare di creare qualcosa che non si può e non si deve fermare alla mera assegnazione per due anni di uno 0,50, uno 0,20 in più o in meno ai cacciatori, credo che il mondo venatorio saprà fare buon uso di questi due anni per cercare di trovare delle soluzioni che permettano la crescita e il mantenimento del territorio, e lo farà con quell'attenzione e con quella dignità che lo contraddistingue anche al di fuori dell'aspetto meramente venatorio, ma anche per quelle attività che molte volte le sezioni dei cacciatori mettono in piedi, anche sul territorio, a livello di manutenzione o a livello, per quanto possibile, di sostegno agli agricoltori.

Questo è lo spirito con il quale siamo andati a costruire questa norma, non senza evidentemente delle ripercussioni o dei motivi di confronto; una norma che pensiamo darà una risposta per i prossimi anni a questo settore, molto sotto la lente d'ingrandimento, per il quale ci si è spesi e si è lavorato per dare delle risposte che potessero dare un riscontro alle parti in causa.

Con questo auspicio, speriamo che questa legge possa venire approvata da tutti i colleghi.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Roscio, ne ha facoltà.

Roscio (ALPE) - Volevo intervenire più tardi sugli emendamenti, ma siccome la motivazione dell'emendamento n. 1 del gruppo ALPE ha una valenza di carattere generale, perché va a toccare proprio l'articolo 1, forse è bene illustrare e commentare in questo momento.

Stiamo discutendo di una modifica alla legge n. 64 del 1994, che reca nel titolo: "Tutela della fauna selvatica e sua gestione, disciplina dell'attività venatoria", pertanto lo spirito che reggeva questa legge va cercato nel titolo: lo spirito è di tutelare la fauna come patrimonio collettivo e individua la gestione e l'attività venatoria come uno strumento per fare questo, non come lo scopo finale. Questo viene anche ribadito negli articoli 2 e 3, nelle definizioni che la legge dà. Il percorso seguito per arrivare invece al dl n. 78, di cui discutiamo oggi, e le discussioni avvenute in Commissione hanno avuto un percorso un po' scostato rispetto a questo obiettivo, perché l'attenzione si è soffermata non sul quadro generale del patrimonio comune della fauna selvatica ma su altre questioni: si è focalizzata poi in quello che nell'illustrazione del collega Follien è l'articolo 9, che ha avuto anche delle implicazioni emotive, tant'è vero che si è dovuto poi pensare a una sorta di rinvio. Il percorso, da un certo punto in poi, è stato tutt'altro che lineare, tutta la storia l'ha già ricordata il collega Chatrian: fino a un certo punto il percorso è stato abbastanza condiviso e successivamente è successo di tutto.

Allo scopo di tutelare la fauna, io dicevo già prima, forse i cacciatori non sono lo scopo finale, ma sono lo strumento che deve consentire di regolare al meglio questo, e la loro attività si esplica attraverso la raccolta dei dati e soprattutto attraverso i censimenti; noi riteniamo che i dati di partenza - compreso il Piano faunistico che è quello che poi riguarda il nostro emendamento n. 1 - se non sono dati certi, fanno cadere veramente tutto quello che consegue, perché - ed è quello che un po' noi temiamo - in mancanza di dati certi, quando si vanno a fare delle scelte che alla fine non vengono condivise fino in fondo da tutto il mondo che è interessato, si manifestano dei malcontenti. Il rischio è proprio quello, che, quando si vanno a contare gli animali, si contino di malavoglia, probabilmente qualcuno scappi e alla fine il risultato è che i numeri non sono più certi. Senza numeri certi, la programmazione diventa impossibile.

Ecco la direzione a cui vogliono puntare gli emendamenti proposti dal nostro gruppo: partire da dati certi; perseguire obiettivi primari di tutela e di controllo della fauna selvatica, lasciando poi ai controllori, come dovrebbe essere, un ruolo consapevole di strumento per perseguire quello scopo. Ecco perché nell'emendamento n. 1, poi forse il collega Chatrian vorrà meglio precisare le perplessità che c'erano sull'emendamento n. 2, noi riteniamo che il fatto di mettere in dubbio l'aggiornamento del Piano faunistico vada tolto, noi riteniamo che ogni cinque anni sia opportuno che invece il Piano faunistico venga aggiornato, nell'ottica di avere dei dati precisi su cui lavorare per il prossimo quinquennio.

Io darei quindi per illustrato anche l'emendamento n. 1, poi forse il collega Chatrian vorrà precisare meglio riguardo ai dubbi su cui insisteva il collega Nogara.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Gerandin, ne ha facoltà.

Gerandin (UVP) - Semplicemente per dire che questa legge è nata in maniera molto democratica, nel senso che ha coinvolto i diretti interessati. In primis ha coinvolto le strutture dell'Assessorato e ha coinvolto anche la politica, per cui lei, Assessore, era presente quando si è deciso il testo di legge che è stato condiviso il 22 gennaio 2016 da tutti i Direttivi delle associazioni cacciatori della Valle d'Aosta. Poi sono emerse alcune difficoltà che chi mi ha preceduto ha evidenziato, che hanno portato alla dimissione del presidente e dei rappresentanti delle circoscrizioni, per cui questa legge è stato un parto non indolore, nel senso che ha lasciato pesanti strascichi.

Detto questo, condivido quello che diceva prima il collega Nogara, è una legge che comunque aspetti positivi ne ha, è indubbio, non possiamo nascondercelo. Quello che però voglio sottolineare è che in quest'aula a volte si è giocato un po' sugli equivoci, nel senso che quando si sono approvati degli impegni all'unanimità in quest'aula, dove si diceva che andava rispettata la volontà dei cacciatori, a mio parere le volontà dei cacciatori e di quelli che li rappresentano nelle sedi istituzionali sono quelle che hanno condiviso il testo originario della legge e non - poi senz'altro sbaglierò - dei tavoli, convocati all'ultimo minuto, magari con alcuni rappresentanti che devono cambiare le carte in tavola.

Mi pare che dei contenuti positivi su questa legge ce ne siano, io rimango dell'idea che - come ha detto il collega Nogara e in parte condivido - il fatto di reintrodurre il sistema della compensazione - che sia fatto con percentuale, con media o quant'altro - rispetto alla volontà emersa, fa tornare indietro, al 2013, quando si è scelto di abbandonare definitivamente questo sistema. Per cui, a mio parere è sbagliato tornare indietro in questo momento quando c'è una cosa che funziona, quando c'è larga condivisione e soprattutto una prospettiva futura; per questo motivo il mio sarà un voto di astensione, tenuto conto che aspetti positivi su questa legge ce ne sono e non voglio inficiarli con un passaggio che, a mio modesto parere, non rispetta per niente la volontà dei cacciatori.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Chatrian, ne ha facoltà.

Chatrian (ALPE) - Il fine dell'emendamento n. 2 - poi magari non scritto benissimo dal punto di vista giuridico, e sostenuto dai colleghi del UVP in sede di Commissione qualche giorno fa - era creare le condizioni per poter raggiungere una percentuale di prelievo pari a quella più bassa tra le circoscrizioni restanti.

Il collega Nogara non è che deve cercare di farci vedere il bicchiere mezzo pieno o più pieno del solito - lo dico in maniera simpatica - su questo disegno di legge, ma è proprio una questione di metodo. Il centro di questa normativa indubbiamente ha modificato degli indirizzi che vanno in una certa direzione che, oltretutto, è stata condivisa, è positiva, ma il discorso di metodo deve essere visto nella sua interezza. Questo è per noi è importante, ma non solo sul dl n. 78, su qualsiasi tipo di disegno di legge, di modifica di normativa, e io penso che le numerosissime audizioni che abbiamo fatto su questa legge vadano innanzitutto in questa direzione, che era legata al metodo di lavoro.

Al di là di qualsiasi contenuto e sostanza inseriti all'interno delle modifiche che saranno apportate all'interno di questo disegno di legge, prima di tutto ci va un rispetto del lavoro svolto e poi un discorso di metodo di lavoro, di approccio al percorso fatto in questi anni.

Su questo dl noi, come gruppo ALPE, ci asterremo.

Presidente - Possiamo proseguire con l'articolo 1 con l'emendamento di ALPE. Metto in votazione prima l'emendamento. Dichiaro aperta la votazione. La votazione è chiusa.

Presenti: 32

Votanti : 31

Favorevoli: 5

Contrari: 26

Astenuti: 1 (Gerandin)

Il Consiglio non approva.

Metto in votazione l'articolo 1 come da proposta del disegno di legge. Dichiaro aperta la votazione. La votazione è chiusa.

Presenti: 32

Votanti : 26

Favorevoli: 25

Contrari: 1

Astenuti: 6 (Bertin, Certan, Chatrian, Gerandin, Morelli, Roscio)

Il Consiglio approva.

Posso dare lo stesso esito per l'articolo 2? Stesso esito. Articolo 3. Stesso esito. Articolo 4, c'è l'emendamento n. 1 della III Commissione che sostituisce il comma 3. Qualcuno vuole illustrarlo? Metto in votazione l'articolo 4 come emendato. Dichiaro aperta la votazione. La votazione è chiusa.

Presenti: 31

Votanti: 26

Favorevoli: 25

Contrari: 1

Astenuti: 5 (Bertin, Certan, Chatrian, Morelli, Roscio)

Il Consiglio approva.

Articolo 5. Stesso esito. Articolo 6. Stesso esito. Articolo 7. Stesso esito. Articolo 8. Stesso esito. Articolo 9, emendamento n. 2 della III Commissione che sostituisce il comma 1. Qualcuno vuole illustrare? Metto in votazione l'articolo 9 comprensivo dell'emendamento. Dichiaro aperta la votazione. La votazione è chiusa.

Presenti: 32

Votanti: 26

Favorevoli: 25

Contrari: 1

Astenuti: 6 (Bertin, Certan, Chatrian, Gerandin, Morelli, Roscio)

Il Consiglio approva.

Articolo 10. Stesso esito. Articolo 11. Stesso esito. Articolo 12. Stesso esito. Articolo 13. Stesso esito. Articolo 14. Stesso esito. Articolo 15. Stesso esito. Articolo 16. Stesso esito. Articolo 17, c'è l'emendamento n. 2 di ALPE, già illustrato, per cui lo metto in votazione. Dichiaro aperta la votazione. La votazione è chiusa.

Presenti: 32

Votanti : 32

Favorevoli: 12

Contrari: 20

Il Consiglio non approva.

Metto in votazione l'articolo 17. Dichiaro aperta la votazione. La votazione è chiusa.

Presenti: 32

Votanti: 20

Favorevoli: 19

Contrari: 1

Astenuti: 12 (Bertin, Bertschy, Certan, Chatrian, Fabbri, Gerandin, Grosjean, Morelli, Nogara, Roscio, Rosset, Laurent Viérin)

Il Consiglio approva.

Metto in votazione l'articolo 18. Dichiaro aperta la votazione. La votazione è chiusa.

Presenti: 32

Votanti: 26

Favorevoli: 25

Contrari: 1

Astenuti: 6 (Bertin, Certan, Chatrian, Gerandin, Morelli, Roscio)

Il Consiglio approva.

Metto in votazione il disegno di legge n. 78 nella sua interezza. Dichiaro aperta la votazione. La votazione è chiusa.

Presenti: 32

Votanti : 26

Favorevoli: 25

Contrari: 1

Astenuti: 6 (Bertin, Certan, Chatrian, Gerandin, Morelli, Roscio)

Il Consiglio approva.