Oggetto del Consiglio n. 1869 del 9 marzo 2016 - Resoconto
OGGETTO N. 1869/XIV - Interrogazione: "Stima della presenza del lupo in Valle d'Aosta e impatto sulla conduzione delle aziende di allevamento".
Viérin M. (Président) - Point n° 11 de l'ordre du jour. La parole à l'Assesseur Testolin.
Testolin (UV) - Rispondendo puntualmente alle richieste dell'interrogazione, cioè "se in Valle d'Aosta è stato effettuato un censimento della popolazione del lupo, e in caso affermativo quale siano i numeri di questo predatore e in quali zone sia diffuso", segnaliamo come a partire dal 2005, anno in cui il primo lupo erratico fece la sua comparsa nell'area intorno a Mont Fallère, il territorio regionale sia stato costantemente monitorato dal personale del corpo forestale della Valle d'Aosta, che è stato peraltro adeguatamente formato per seguire le tracce e raccogliere elementi utili alla conoscenza della presenza di questo animale sul territorio. Attualmente i monitoraggi effettuati indicano la presenza di un branco composto da quattro lupi nel territorio compreso tra le valli di Champorcher, il vallone di Clavalité e presumibilmente di un altro branco, un secondo gruppo di quattro lupi- ipotesi da confermare da delle analisi dei nuovi campioni sull'esemplare recentemente ritrovata a Saint-Marcel e su altre tracce, i cui risultati saranno probabilmente disponibili già a partire dal mese di maggio - e questi sono presenti nel territorio compreso tra il vallone di Saint-Barthélemy e l'alta valle di Gressoney.
Secondo quesito: "se è stata fatta una valutazione dell'impatto del predatore sulla conduzione delle aziende di allevamento", segnaliamo come gli attacchi del lupo dal 2010 ad oggi risultino avere coinvolto un numero limitato di animali, con la predazione di ventinove capi ai danni delle aziende di allevamento valdostane. Si ricorda come l'Amministrazione regionale, sin dalla ricomparsa del lupo in valle, abbia ritenuto opportuno assicurare la coesistenza dell'animale con l'allevamento tradizionale di montagna, cercando di creare le condizioni per evitare restrizioni non sostenibili per gli allevatori, per ridurre al minimo i danni causati da eventuali attacchi di lupi al patrimonio zootecnico regionale. In tale ottica, nel corso degli ultimi anni, i capi predati sono stati indennizzati secondo il loro valore di mercato ed è stata incentivata l'attuazione di misure di prevenzione degli attacchi. Allo stato attuale è in corso una valutazione in merito alla normativa di settore, per verificare quali possano essere le misure più opportune e sostenibili, da un punto di vista finanziario, da mettere in atto nel contesto attuale, anche sulla scorta dei confronti con altre realtà alpine, anch'esse interessate dalla presenza del lupo.
Per il terzo punto, "se è stata fatta una valutazione dei rischi sul piano della sicurezza", sottolineiamo come non si ravvisino problemi di sicurezza legati alla presenza del lupo, che possiede un carattere schivo e di norma evita il contatto con l'uomo, tant'è che in Italia non risultano essere documentati attacchi da lupo alle persone. Si segnala che gli avvistamenti registrati nei pressi di villaggi abitati e sulle strade, riguardino di norma animali in transito che si allontanano alla vista dell'uomo.
Per quanto riguarda il punto n. 4, "se è stata fatta una valutazione dell'impatto sulle comunità che abitano in territori in cui sono tornati i lupi", sottolineiamo come pur essendo vero che il lupo può rappresentare un elemento di criticità per il settore zootecnico, come sopra accennato, è altresì vero che esso può trasformarsi in un valore aggiunto per altri settori. A parte l'alto valore etologico che il ritorno del lupo riveste nel campo della biodiversità animale, è interessante evidenziare come in alcune realtà la presenza di questo animale abbia rappresentato un elemento di richiamo turistico e abbia generato positive ricadute sulle comunità locali, anche per mezzo di attività di ricerca scientifico-naturalistica ad esso dedicate.
A completamento di questo, solo come informazione, sottolineiamo che la scorsa settimana è stato organizzato, anche dall'Assessorato, in collaborazione con un tecnico specializzato, un incontro specifico sulla presenza del lupo non solo in Valle d'Aosta, ma sulle Alpi, al quale alcuni di voi hanno partecipato - purtroppo non ho potuto esserci per problemi di salute - che ha dato una informativa generale penso interessante sulla problematica in questione, evidenziando le criticità, e dando delle informazioni puntuali che penso possano essere utili alla popolazione, anche per poter eventualmente in futuro gestire correttamente questa problematica nel suo complesso.
Président - La parole au collègue Nogara.
Nogara (UVP) - Volevo chiedere se è possibile avere in aula il Presidente perché ci sono dei passaggi che interessano... è presso la Corte dei Conti...
Innanzitutto è nostra intenzione chiarire immediatamente che la posizione dell'Uvp sulla presenza del lupo sul territorio della nostra regione non è quella di una eradicazione degli esemplari che oggi popolano la nostra valle, ma ci sono delle considerazioni e delle riflessioni molto importanti da fare.
All'incontro che è stato fatto a Verrès, io sono andato proprio per ascoltare e devo dire che è stata un'ottima iniziativa, molto interessante, dove sia il dirigente della struttura che la dottoressa Marucco hanno spiegato in modo corretto qual è la situazione della presenza del lupo. La dottoressa Marucco in modo più generale, il dirigente regionale invece, giustamente, in particolare per la Valle d'Aosta. Sono stati d'accordo entrambi nel dire che non si può negare che la presenza del lupo sia un grosso problema per gli allevatori soprattutto ovicaprini. E, nella nostra realtà qui in Valle d'Aosta, io direi anche per gli allevatori dei bovini; sapete benissimo tutti che, soprattutto nel periodo estivo, in varie zone della Valle ci sono soprattutto i manzi che vengono messi nei parchi e, non da molti anni, se vi ricordate ci sono state delle problematiche. Un allevatore ha perso trentaquattro capi che sono caduti dalle rocce, sono morti. C'è stata una grossa diatriba se fossero cani, se fossero lupi, ma erano appena stati fatti degli avvistamenti proprio di lupi in quella zona, e questo è un dato che si può fornire.
Proprio in quell'occasione a Verrès, Assessore, degli allevatori hanno detto di aver abbandonato questa attività, perché il rischio di attacchi ad opera di lupi è imminente, è reale. Tanti hanno deciso di non iniziare con un allevamento, ovicaprino soprattutto. Poi si è incominciato a parlare delle problematiche relative alla gestione di questi allevamenti, soprattutto per l'ovicaprino, e si è cominciato a parlare della guardiania con i cani e di tutti quei mezzi che servono per tenere lontani i lupi e proprio la dottoressa Marucco diceva che sono indispensabili, per tenere lontani i lupi, queste due cose: avere i cani da guardiania e avere le attrezzature necessarie per potersi adeguare.
Io sono rimasto un po' stupito e alla fine dell'incontro l'ho detto al dirigente, perché il dirigente - come ha detto lei adesso, Assessore -cerca di aiutare questi allevatori con qualche provvedimento. Aiutare come? Io mi sono andato a prendere il bilancio di quest'anno - per quello volevo che ci fosse anche il Presidente - e, in base alla legge del 2010 citata in quell'occasione a Verrès dal dirigente, trovo per i tre anni zero contributi per i proprietari e i conduttori degli allevamenti e per l'attuazione di misure di prevenzione, mentre per i danni che possono essere fatti agli allevamenti, sono previsti contributi di 500 euro all'anno ai proprietari. Capisce che sono cifre ridicole. Io so benissimo che adesso, anche con il calendario venatorio, si prevede di dare una cifra agli allevatori che hanno dei problemi, per aiutarli. Però con queste cifre prendete in giro le persone; come ha detto anche lei adesso "che si pensa di...", ma si pensa cosa? Per riuscire a limitare questi danni, bisogna comprare le reti, bisogna avere i cani, bisogna avere tutto.
Tornando al discorso di prima, noi non vogliamo che si eradichi il lupo dalla Valle d'Aosta, però non vogliamo che si verifichi la stessa cosa successa per i cinghiali, che dapprima era una stupidaggine e adesso è un grosso problema. Diciamo che il lupo è un po' di più. Alla fine c'è stato anche un intervento di un rappresentante dell'ARER, che ha dichiarato che la presenza del lupo sul territorio valdostano sarebbe il colpo di grazia per gli allevatori valdostani.
Poi è chiaro che ci sono delle polemiche, perché quando si parla di contributi, - sono contento che adesso ci sia il Presidente -, e ne abbiamo parlato mi sembra ieri in Commissione, se ne parla per un motivo. Non si può in una riunione pubblica parlare di contributi per comprare le reti per metterle intorno alle capre o alle pecore, perché sennò siamo di nuovo da capo. A qualcuno si danno e a qualcun altro non si danno, ma è negativo non darlo. C'era un allevatore che diceva che aspetta da anni di prendere 3 mila euro, con un altro suo collega, per le reti, e non ha ancora preso una lira.
E nel parterre c'era del vociare, e tutti che si lamentavano di come per il Tor 300 mila euro si trovano e non si trovano 2/3 mila euro per comprare delle reti per le capre, dopo essersi sentiti dire che il lupo è importantissimo.
Noi siamo addirittura per il lupo, io glielo dico da tecnico, che il lupo sia nel parco del Gran Paradiso è l'optimum, perché mantiene quell'equilibrio che deve mantenere un predatore del genere, ma è chiaro che in questa regione non dobbiamo arrivare in ritardo poi per dire che è un problema, perché non c'è più nessuno che può mettere i manzi in montagna, non c'è più nessuno che può mettere le capre e le pecore nei pascoli. Prendiamoci in tempo per non arrivare in questa situazione.
Président - Le point n° 12 est renvoyé à demain matin.