Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1849 del 25 febbraio 2016 - Resoconto

OGGETTO N. 1849/XIV - Approvazione del programma di sviluppo rurale 2014/2020 della Regione autonoma Valle d'Aosta, cofinanziato dal fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e dal fondo di rotazione statale.

Viérin M. (Presidente) - Ricordo che siamo al punto n. 52 e siamo sempre in discussione generale. Chi chiede la parola? La parola al collega Grosjean.

Grosjean (UVP) - Buon pomeriggio a tutti. Grazie Presidente.

Ancora questo PSR, continuiamo a discuterne nel pomeriggio. Il grande disappunto che abbiamo su questo PSR sorge soprattutto dalla scheda che lei ci ha presentato, dalle famose simulazioni che noi chiediamo da tanto tempo, l'ultima richiesta ufficiale è il 4 febbraio in Commissione, dove avevamo chiesto di farci capire la differenza tra il PSR 2007-2013 e il PSR 2014-2020. Le avevamo chiesto di fare due o tre esempi e qui avete giocato un po', avete simulato ed è questo che a noi dà fastidio, perché avremmo voluto dei dati più chiari, più semplici, più comprensibili e più reali, non lo sono. Intanto avete inventato delle aziende modello, un'azienda di medie dimensioni solo Fondovalle con 10 ettari di prati e tre ettari di pascolo. Intanto mi chiedo dove sono i pascoli in Bassa Valle sotto 600 metri, ormai sono 50-60 anni che giro la Valle d'Aosta, prima ho fatto il pastorello, poi ho fatto il pastore, poi mi sono occupato di vigne, ho visto tanti incolti, ma di pascoli di Fondovalle non ne ho visti. Se andate a vedere sul verde agricolo passato sulle pratiche, tutti quelli che sono sotto i 600 metri sono prati irrigui. Una volta erano differenziati tra prati asciutti, prati irrigui e prati arborati, adesso è tutto prato, quindi mi avete messo dei dati che non ci stanno. Non ci sta il carico di UBA, perché con 10 ettari di prato potrei avere 40 UBA in stalla, perché il carico è 4 UBA ad ettaro, poi mi siete andati a cercare le castane e le pezzate nere, perché non l'avete fatto sulla razza più presente che è la pezzata rossa? Mettendo tutti i vari incentivi, il fatto delle razze in via di estinzione o che, quindi andate a far assomigliare o ad essere forse di qualche 100 euro superiore il premio del nuovo PSR nel 2017. Sappiamo benissimo che il primo pilastro, il famoso premio unico è legato a dei titoli, quindi c'è chi ha i titoli, c'è chi non li ha e i titoli nel 2015 per il prato sono, se non vado errato, 60 euro ad ettaro. Saranno 90-100 nel 2017, ma per adesso sono 60, quindi non mi date il dato che noi avevamo chiesto della simulazione di adesso, ma mi date nel futuro.

I titoli non sappiamo se ci saranno o meno, perché non è un pacchetto che ci spacchetteremo in Valle d'Aosta. Il premio unico è a livello nazionale, quindi non so ancora con che metodo verrà spacchettato questo sistema, per ridurre da 300 a 350 euro ad ettaro quello che era il premio unico in Piemonte e nelle pianure d'Italia e portarlo ai 125-130 ettari, che sarà l'obiettivo finale del 2020 in tutta Italia. Noi quindi saliremo pian pianino fino a 120-130 ettari, dall'altra parte dovranno scendere, quindi non so come esattamente funzionerà e dare per scontato già il dato del 2017 mi sembra abbastanza difficile.

L'impressione rimane sempre la stessa: c'è molta confusione. Non si vuole far chiarezza, non si vuole dire agli agricoltori, agli utenti quanti e chi veramente avrà diritto o avrà la possibilità di percepire, perché il diritto ce l'hanno tutti agli aiuti previsti dalla Comunità, cofinanziati evidentemente, quindi è una situazione veramente spiacevole. Con tutte le riunioni che abbiamo fatto non siamo arrivati a trovare un dato che ci trovasse d'accordo, questo veramente è un peccato.

Mi riallaccio alla mozione che avevamo fatto il 29 settembre, dove si chiedeva un tavolo di lavoro. Il tavolo di lavoro non era solo per la gestione dei reflui, quella era una delle motivazioni. Il tavolo di lavoro serve con urgenza per rilanciare questa benedetta agricoltura, per capire dove vogliamo andare con quest'agricoltura.

Lei stamattina, quando ha fatto la lettura della sua bella relazione, ad un certo momento ha fatto tutta una serie di riflessioni che non mi trovano in linea, non sono convinto di quello che ha detto. Parlava di progettualità, ma i progetti qualcuno li deve fare, non possiamo immaginare che siano gli agricoltori a dover progettare una visione di agricoltura complessiva. Ognuno ha i suoi problemi nella sua azienda. Parlava di competitività, siamo in condizioni difficili, la competitività dovrebbe essere una cosa legata alla qualità, ma, per fare qualità, ci vuole un altro di quegli elementi che noi abbiamo chiesto da sempre, che è la consulenza, l'assistenza tecnica, un sostegno tecnico per poter fare qualità. È un po' come quando si va in montagna, finché si cammina sulla terra, sulla teppa, più o meno tutti vanno su, quando si arriva dove c'è la roccia, comincia ad esserci una selezione, ma, per fare l'ultimo pezzo, ci vuole una guida, magari anche esperta. Nel mondo dell'agricoltura è la stessa cosa e se vogliamo veramente dare una svolta, dobbiamo cambiare sistema di concepire l'agricoltura.

Se io le chiedessi adesso, Assessore, alcuni dati, non so se lei sarebbe in grado di darmi delle risposte. Se le chiedessi quanto è stato il reddito medio della frutticoltura nel 2015, piuttosto che della viticoltura, piuttosto che dell'allevamento, credo che non avremmo alcun dato. Penso che avrei dei grossi problemi a chiederle la produzione di uve del 2015, non ho ancora visto nessun dato, siamo ormai a febbraio. Penso che queste sono tutte cose che vanno riviste, vanno rimesse insieme. Se vogliamo produrre, se vogliamo avere competitività sul mercato come dice lei, dobbiamo sicuramente sapere cosa produciamo, cosa dobbiamo produrre e cosa ci richiede il mercato.

Adesso quelli del latte, poveracci, si mettono tutti a fare yogurt, tutti hanno comprato la macchinetta per fare lo yogurt, perché non ce la fanno più a stare nei conti. Fra un po' di giorni ci sarà la lotta al prezzo più basso dello yogurt, chi 0,70 euro a vasetto, poi ci sarà il vicino che lo fa a 0,65, poi quello che lo fa a 0,50 e poi neanche lo yogurt funzionerà più. Andiamo a distruggere un sistema produttivo che veramente si sta sfaldando da solo. A me fa piacere vedere l'imprenditorialità, che le piccole aziende si attrezzano per finire il ciclo positivo interno all'azienda, per poter vendere meglio, ma ci siamo chiesti per quale motivo lo fanno? Ve lo siete chiesti? Forse probabilmente lo fanno perché hanno l'acqua alla gola ed è un tentativo. Io non credo che la Valle d'Aosta diventi la valle dello yogurt e dei formaggini freschi, il nostro prodotto di punta nel settore lattiero-caseario è e rimarrà la fontina, dobbiamo lavorare sulla valorizzazione della fontina. Cosa si sta facendo? È chiaro, rimandiamo il compito al consorzio piuttosto che alla cooperativa, ma noi cosa stiamo facendo di concreto? Abbiamo un Institut agricole, abbiamo un'università, stiamo lavorando su questo settore per far crescere la fontina? Perché poi quando tutti si faranno lo yogurt a casa, i caseifici come pagheranno le spese di gestione se non hanno più il latte? Vedete che è una catena continua di problematiche che vengono fuori una dopo l'altra. Noi avevamo con dispiacere, con veramente tanti dubbi votato in Commissione favorevolmente, con il collega Sandro ci eravamo confrontati un po', ma oggi avrei quasi voglia di fare come fa un arbitro di calcio quando un giocatore fa una simulazione di fallo magari per farsi assegnare un rigore, tirare fuori un cartellino, sicuramente il cartellino giallo lo tiriamo fuori, non so ancora se tireremo fuori il cartellino rosso, lasciateci ancora riflettere un attimo.

Si dà atto che dalle ore 15.39 assume la presidenza il Vicepresidente Follien.

Follien (Presidente) - La parola al Consigliere Marquis.

Marquis (SA) - Ho ascoltato con molta attenzione gli interventi che si sono succeduti: dalla relazione dell'Assessore alle considerazioni che sono state fatte puntualmente dai Consiglieri di opposizione sinora intervenuti. Sono delle osservazioni che hanno messo in evidenza le criticità del mondo agricolo, ma io credo che occorra fare delle considerazioni anche di carattere più generale. Il momento che stiamo vivendo è un momento molto difficile, è da tempo che ne parliamo in questo Consiglio, la contrazione delle risorse finanziarie ci ha un po' portato a rivedere tutta l'azione della pubblica amministrazione. Occorre ottimizzare questa gestione e credo che in quest'ottica sia stato definito il piano di sviluppo rurale, sempre in armonia con il quadro strategico regionale che abbiamo esaminato ieri. Io credo che la grande novità di approccio sia la novità di agire in modo integrato e quindi di cercare di dare supporto ai vari settori in cui dobbiamo intervenire, anche facendo leva sulle sinergie tra uno e l'altro.

È stata un'occasione questa di predisposizione del piano di sviluppo rurale anche per fare tutta una serie di considerazioni e di poter verificare la lettura del contesto, una lettura che ci dice che abbiamo delle situazioni consolidate sostanzialmente per quanto concerne il nostro territorio, un territorio difficile, un territorio di montagna con delle caratteristiche climatiche e morfologiche che lo caratterizzano e danno la possibilità di fruire dei suoi frutti soprattutto sotto il profilo stagionale. Anche l'assetto della proprietà, che è molto parcellizzata, non aiuta al suo sfruttamento. Credo però che le considerazioni importanti possano essere anche dai caratteri più dinamici sulla lettura del contesto delle imprese. Abbiamo circa 3500 imprese che operano, sono generalmente di piccola entità, spesso a carattere familiare, che dedicano a quest'attività anche dei momenti complementari alla loro vita. Per quanto concerne la collocazione di queste imprese, circa il 70 percento è collocata nell'asse centrale, poi c'è tutta una serie di problematiche sulle aree marginali, dov'è prevalente, soprattutto alle quote più alte, l'attività zootecnica.

Mi chiedo quali sono le novità e gli indirizzi di questo piano. Io credo che questo piano deve guardare in modo nuovo e innovativo al futuro rispetto a quello che è stato il passato, ritengo che questa sia anche un'opinione condivisa all'interno del Consiglio. Negli anni passati sono stati fatti dei grandi interventi per mantenere la popolazione in montagna, si faceva anche riferimento prima - e lo faceva il collega Nogara - a quel convegno che c'è stato sulla popolazione perduta in montagna, dove sono state evidenziate in particolare le situazioni della Valle d'Aosta e del Trentino, che sono le uniche Regioni che si sono contraddistinte nel tempo per aver mantenuto la popolazione in montagna. Io credo che questo sia dovuto al fatto che c'erano delle grandi risorse disponibili, degli investimenti che sono stati fatti sia sotto il profilo infrastrutturale, ma anche come contributi al sostegno delle attività che sono state svolte sinora in montagna. Evidentemente la situazione è mutata, il quadro non è più il medesimo di prima e quindi occorre traguardare al futuro in modo diverso. Io credo che bisogna spronare un po' tutti a lavorare insieme, a parlare non per ricordare i tempi perduti in cui si è mantenuto il sistema a livello di sussistenza, ma bisogna guardare per puntare ad una nuova competitività del settore. È solo così che, secondo me, riusciremo a dare un futuro a tutti i comparti e in particolare al comparto agricolo. Bisogna quindi lavorare sulla competitività, mi rendo conto che non è questo un tema sicuramente facile, perché ci vanno anche delle risorse per creare competitività. Bisogna creare una mentalità nuova, bisogna insistere sulla formazione e credo che a questo riguardo importante sia l'attività dell'Institut agricole, dell'Università, della ricerca per dare un supporto e dare la possibilità soprattutto di innovare sia nei processi le attività, ma anche verso nuove produzioni.

Concordo con quello che diceva prima il collega Grosjean: che soprattutto nel settore lattiero caseario bisogna valorizzare il bene, bisogna valorizzare il prodotto principe che è quello della fontina. Ritengo quindi che la strada giusta sia quella di valorizzare i prodotti più che lavorare sostanzialmente nel garantire l'incentivo, perché quella può essere una strada vincente, una partita difficile, una partita che dobbiamo fare tutti credendoci. Credo che bisogna anche sostenere il fare rete da parte di tutti gli operatori all'interno della filiera, ma anche e soprattutto mettere in relazione i settori diversi. E qui voglio fare alcune considerazioni riguardo a quelle che possono essere le opportunità del connubio agricoltura-turismo in ambito di valorizzazione dei nostri prodotti. Credo che in questo settore ci siano dei margini su cui lavorare per ottenere dei risultati, che possono essere utili soprattutto a chi opera in questi ambiti. Credo che dei segnali incoraggianti provengano anche dai giovani in più settori e mi riferisco alle esperienze che ci sono nell'ambito dell'orticoltura, ad esempio, ci sono dei giovani che hanno avviato delle attività che sono delle attività a carattere principale e che pare diano delle buone soddisfazioni, o perlomeno delle gratificazioni sull'impegno che viene profuso. Credo quindi che ci siano ancora delle opportunità nei vari settori, così come abbiamo conseguito degli ottimi risultati in questi anni nell'ambito della viticoltura, il prodotto è apprezzato, è un prodotto spendibile all'interno della regione e anche fuori Valle. È un settore anche questo che può ancora dare delle marginalità incrementali, così anche credo nel settore della frutta ci possano essere ancora dei margini di lavoro per ottenere dei risultati che possono dare delle soddisfazioni. Credo quindi che sarà sicuramente difficile il percorso che bisogna fare, ma è un percorso che dobbiamo fare tutti insieme e la predisposizione di questa programmazione, che ha messo anche in contatto la pubblica amministrazione con tutti i portatori di interesse ritengo che sia stato anche un momento positivo per rendersi conto, per mettere a fattore comune gli indirizzi, gli orientamenti a cui orientarci per poter sostanzialmente ottenere dei risultati positivi per il futuro. Le difficoltà quindi sono sicuramente da risolvere, perché poi non bisogna dimenticarci che bisogna operare nel concreto della vita di tutti i giorni e quindi ritengo che le parole che sono state spese anche dall'Assessore siano delle parole positive, ha riconosciuto che il piano può essere perfettibile strada facendo, perché bisogna procedere con la sua applicazione, dopodiché si vedrà se ci saranno delle situazioni in cui intervenire e quali margini sostanzialmente ci saranno per poter migliorare le difficoltà che si approcciano.

In ultimo mi corre l'obbligo, credo che sia doveroso anche sottolineare il lavoro che è stato fatto dalla Commissione. Il piano è stato approvato a livello di proposta nel 2014, io allora non facevo parte della Commissione, era presieduta dal collega Borrello, però so che sono state fatte parecchie riunioni in cui sono stati sentiti i portatori di interesse, che hanno espresso i loro pareri, le loro suggestioni e che in parte in alcuni casi sono state anche poi recepite nell'ambito del programma. In ultimo è stato esaminato il programma lo scorso 4 febbraio, è stato rilasciato il parere definitivo positivo che sostanzialmente ha aperto la strada per quest'approvazione. È un'approvazione che per noi oggi è di fondamentale importanza, perché credo che da qui in avanti si possano poi mettere in atto delle misure per cercare di dare rilancio al settore. Questo era quanto mi sentivo di dire, credo che bisogna guardare con ottimismo, pur con la consapevolezza delle difficoltà che ci sono da affrontare, difficoltà che ha il settore dell'agricoltura così come tutti gli altri settori imprenditoriali, che derivano dal nostro essere piccoli, dalla difficoltà a fare sistema e dalla polverizzazione del sistema delle imprese. Credo che dobbiamo lavorare in questa direzione per mettere tutti assieme, per ottenere dei risultati che possano poi portare anche ad avere delle positive ricadute occupazionali. Grazie.

Presidente - La parola al Consigliere Ferrero.

Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.

Anche in questo caso si è persa un'occasione. Più che un piano di sviluppo rurale per noi è un piano di sottosviluppo rurale e la motivazione è abbastanza semplice: si affronta anche in quest'occasione con tutta una serie di strumenti che sono strumenti ordinari una situazione che è completamente straordinaria. Una situazione che è cambiata innanzitutto perché il sistema che avevate creato voi - e che era un sistema agricolo basato esclusivamente sulle sovvenzioni - aveva generato una serie di aziende che non a parità di qualità, ma con delle disparità di qualità incredibili potevano usufruire degli stessi contributi, delle stesse sovvenzioni e degli stessi aiuti. Adesso ci troviamo da un giorno all'altro un'agricoltura a cui è stata tagliata improvvisamente tutta la struttura, l'impalcatura che era stata creata precedentemente e questo non si può fare. Come non si può togliere da un giorno all'altro la dose di droga a chi ne fa uso, così non si può togliere da un giorno all'altro ad un'economia che era drogata dalle sovvenzioni e pretendere che il giorno dopo l'agricoltore, che ovviamente aveva impostato la sua attività su quel sistema, diventi un imprenditore, uno squalo che conquista il mercato.

In questo piano di sviluppo rurale dovevano essere centrali - e noi questo lo sosteniamo sin dalla campagna elettorale - due parole per l'agricoltura: la prima è formazione, la seconda è qualità, tutto il resto può essere buttato alle ortiche. Questi sono i due punti da cui deve partire, ripartire il possibile difficoltoso rilancio dell'agricoltura valdostana. Abbiamo degli strumenti, che qui sono stati citati genericamente, ma che devono diventare invece i pilastri del rilancio, ecco allora la formazione che può partire dall'Institut agricole, da altri tipi di strumenti. Abbiamo delle eccellenze, perché non è vero che è tutto da buttare, sono stati anche investiti dei soldi e io me ne sono reso conto di recente in una visita al Consorzio dei produttori delle fontine, la Regione ci ha messo dei milioni di euro, ma abbiamo una struttura di eccellenza. Abbiamo una struttura che è in grado di affrontare il mercato, abbiamo una struttura che da un giorno all'altro, e questo peccato che non si sappia...è arrivata un'ispezione della Food and Drug Administration degli Stati Uniti, perché anche una parte della fontina va negli Stati Uniti, e l'hanno superata senza problemi. Allora perché questi soggetti che sono sul mercato non diventano il centro del nostro rilancio? Soggetti che hanno dato effettivamente una prova delle loro capacità e che però adesso sono in grave difficoltà, perché non hanno gli strumenti finanziari per poter crescere ancora, per poter fare la promozione, per poter fare un marketing aggressivo che adesso è necessario.

La qualità è vincente, la qualità comporta anche delle scelte e dei sacrifici. Bisogna riconoscere che sul mercato anche in agricoltura, come negli altri settori, ci sono degli operatori che, cresciuti con la droga regionale degli aiuti, non sono in grado di essere dei buoni agricoltori e quindi non devono essere aiutati come gli altri agricoltori, perché il mercato fa la selezione. Qui in Valle d'Aosta la selezione l'ha fatta sempre il clientelismo in tutti i settori: dall'agricoltura all'artigianato, all'industria, agli ordini professionali. Adesso le cose devono cambiare, ma non perché lo dice il Movimento Cinque Stelle, perché sennò si va a sbattere la testa contro il muro. C'è quindi una mancanza di visione anche in questo caso delle prospettive, ma probabilmente dovuta anche al fatto che la classe politica che attualmente ancora occupa gli scranni più alti del potere è una classe politica vecchia, che sa fare solo quel tipo di politica, che non riesce a vedere al di là del proprio naso, peccato perché le opportunità ci sono, le possibilità ci sarebbero, gli strumenti ci sono, ma non possiamo descrivere genericamente un piano, un mucchio di pagine, magari anche fatte...ho visto dei nomi...anche commissionate, quindi abbiamo anche pagato per farci fare questo piano, perché poi c'è la Comunità europea di mezzo, deve essere tutto bello, a posto, le caselline, te lo passano e abbiamo fatto il compitino. Non serve a niente, bisogna che ci sia effettivamente poi un ritorno sul territorio degli effetti di questo piano, perché sennò nessuno se ne accorge, quindi anche in questo caso il vuoto assoluto dopo le sovvenzioni. Non si prende con coraggio una strada, che deve fare come in agricoltura, così deve farlo nel commercio, nel turismo, nel settore anche industriale, una selezione, se la selezione non la farete voi, la farà il mercato, ma il problema è che, lasciando in un settore, in un ambito economico degli elementi critici, questi comporteranno il fallimento di un discorso globale di settore, non puoi rilanciare il settore se ti tieni delle palle al piede. E qui mi pare che siano più importanti i voti anche di chi dovrebbe essere sbattuto fuori dai settori professionali, piuttosto che far ripartire la Valle d'Aosta.

Da parte nostra quindi non ci sarà un appoggio a questo piano, che non è un piano che aiuta l'agricoltura della Valle, non è un piano che aiuta il rilancio della Valle e - questo dovreste saperlo voi meglio di me - se l'agricoltura inizierà a scendere sotto un determinato livello di numeri, andrà in crisi il turismo, andrà in crisi tutto.

Ultima suggestione. L'agricoltura sta cambiando, non ci sono più o stanno sparendo le piccole imprese, ci sono le mega stalle, anche questa è in un certo senso una perdita di valore aggiunto. Allora andiamo a rivedere la legge sull'agriturismo, che è troppo rigida, perché se viene imposto alla persona di avere la maggior parte del reddito che provenga dall'agricoltura, diventa problematico, inseriamo il turismo, incassiamolo assieme all'agricoltura. Facciamo sì quindi che una famiglia possa svolgere una parte di attività agricola e una parte di attività turistica, ma questo deve essere diffuso su tutto il territorio. Lo sappiamo benissimo, ci sono ancora in molti casi persone che hanno un lavoro dipendente e fanno qualcosa in agricoltura, ma sono sempre meno ed erano il valore aggiunto degli anni scorsi. Se il voto sarà contrario, quindi comunque c'è un'apertura, nel senso che speriamo che voi possiate fare una riflessione, perché, a nostro avviso, in pochi anni rimarrà il deserto in Valle d'Aosta con questi piani di sottosviluppo rurale.

Presidente - Siamo sempre in discussione generale, ci sono interventi? La parola al Consigliere Bertschy.

Bertschy (UVP) - Io non ritornerò, anche perché l'hanno fatto in maniera competente e articolata i colleghi Sandro Nogara e Vincenzo Grosjean, sul merito e sui contenuti, però vorrei esternare, perché qui sennò ci si prende in giro, tutta la mia insoddisfazione per il rapporto del Presidente della III Commissione, perché se c'è una cosa che oggi è stata messa in discussione è proprio il lavoro che è stato fatto in Commissione. O qua quindi ci diciamo le cose come stanno fino in fondo, Presidente Marquis - e noi, quando facciamo le riunioni, sentiamo quali sono i commenti e i colleghi sulle cose che si dicono -, sennò giriamo intorno alla giostra, ogni tanto ci sale qualcuno, soprattutto se ha dei biglietti omaggio.

I colleghi Grosjean e Nogara hanno votato a favore di un documento che è stato presentato in una maniera e solo ieri hanno avuto il completamento dell'informazione che invece doveva arrivare in Commissione per completare il percorso di discussione. A me sembra strano che solo loro lo leggano in maniera negativa, loro e i colleghi dell'ALPE e voi riuscite a leggere quel documento che dice un'altra cosa rispetto a quello che è stato approvato in maniera positiva. Le proiezioni, le famose proiezioni...quindi o è uno spirito di maggioranza legittimo, ma oggi stiamo parlando di contenuti e sui contenuti non è che si può sempre discutere. Il grigio va bene ogni tanto, ma è o bianco, o è nero, non si possono fare tanti giri di parole. Io le chiedo, Presidente di Commissione, se questa è la sua posizione, allora anche in Commissione mettiamo un po' in discussione quello che stiamo facendo, perché le Commissioni servono ad andare in fondo alle questioni, dirci le cose, poi alcune cose si possono dire magari un po' meno ufficialmente o un po' più ufficialmente, ma ci è parso di capire tutta una serie di criticità e anche di osservazioni anche da parte vostra come gruppo, come Presidente e tutto su questa situazione. Qui tutti noi abbiamo voglia di dare messaggi positivi alla comunità e di investire sul futuro, ma in un settore che ha perso così tanti milioni di euro non si può barare.

Questa mattina e questo pomeriggio sembra di assistere a due documenti diversi, quindi o non c'è onestà intellettuale nel leggerli, o non c'è onestà intellettuale nell'interpretarli da parte vostra. Io sono curioso di sentire la replica dell'Assessore Testolin alle osservazioni fatte, però noi non ci stiamo più e non vogliamo stare al giochino di coprire quello che non funziona. Si può votare a favore, ma si possono fare le critiche che si fanno anche nei corridoi, perché stiamo pensando a delle persone, a dei settori, a della gente che guadagna il suo sistema, la sua possibilità di vivere anche su questi contributi che sono stati sbandierati ai quattro venti come la salvezza per l'agricoltura e anch'io, che sono poco competente in materia, l'ho letto e l'ho sentito come qualche cosa che "per fortuna, arrivano", perché ho tanti amici che cercano di sbarcare il lunario per quello che è stato costruito fino ad ora. Tutti siamo per la qualità, tutti siamo per le riconversioni, ma domani mattina la gente dovrà guadagnarsi da vivere. I processi di riconversione si fanno, ma si fanno cercando di guidarli. Ieri il collega Chatrian ha parlato delle borse di studio con una visione in prospettiva che è una visione politica, poi l'Assessore ha argomentato anche nella maniera giusta, ma si guarda al futuro, si cerca di investire. Qui dall'oggi al domani vorremmo che tutti facessero qualità dopo che per anni abbiamo fatto cose diverse, diciamole però queste cose, non prendiamo in giro i valdostani, quelli che stanno facendo fatica! E qui in agricoltura non si può dire che non si faccia quella fatica. Le persone le conosciamo, ognuno nei suoi Paesi sa dove sono queste persone e cosa stanno facendo. Certo, basta dire: "non abbiamo più contributi, ve ne abbiamo dati troppi", ma oggi io devo ancora vivere, allora cerchiamo di essere corretti. Diciamocele le cose, non possiamo sempre lanciare dei messaggi così superficiali: "votatelo, perché deve andare avanti". Noi siamo qui che stiamo discutendo, votiamo contro, votiamo a favore, non è quello il problema: il problema è che i contenuti non ci sono in un documento dove si compartecipa, perché la Regione mette i suoi soldi e attraverso i suoi soldi è andata a cercare altri soldi in Europa, ma per un settore che non è un settore che farà del lusso: è un settore che deve sopravvivere e non possiamo sbagliare neanche una virgola.

Io stamattina sentendo gli interventi mi sono preoccupato, perché non arriveremo alle persone che stanno male. Assessore, o lei è veramente sicuro che questo possa succedere, sennò fermatevi un attimo ora. Ragionate, cercate di ascoltare le osservazioni che sono state fatte, arrivano da persone che quel mondo lo conoscono. Cerchiamo quindi di essere onesti almeno nel discutere i documenti, le posizioni politiche non sono un problema, ma almeno nel discutere i documenti. Questa è un'osservazione che faccio per questo documento, ma vorrei che si facesse in generale, perché altrimenti in questo momento di crisi ci prendiamo in giro e fuori di qua avremo sempre meno credibilità. Al di là di come votiamo, avremo sempre meno credibilità, perché domani mattina le incontrerete anche voi quelle persone che stanno male, che non potranno arrivare all'aiuto e che avranno fatica a portare avanti le proprie aziende, che abbiamo detto tutti devono essere piccole per fare qualità, però bisogna aiutarle.

Si dà atto che dalle ore 16.11 riassume la presidenza il Presidente Marco Viérin.

Viérin M. (Presidente) - Altri che chiedono la parola? Chiudiamo la discussione generale. Per la replica, la parola all'Assessore Testolin.

Testolin (UV) - Grazie Presidente.

Ho ascoltato con molta attenzione tutti gli interventi e mi sono annotato delle iniziative, dei confronti che sono usciti non solo in questa sede ma anche in sede di Commissione, in cui si è parlato nel suo complesso del sistema agricoltura in Valle d'Aosta, delle criticità dettate al di fuori dal programma di sviluppo rurale che siamo chiamati a votare con questa deliberazione. Abbiamo sentito delle indicazioni che vanno a macchia di leopardo a dare delle soluzioni, tutte per loro conto magari condivisibili, ma bisogna tornare un po' a quello che è il motivo della discussione. Siamo qua oggi non a parlare di un bilancio regionale, sul quale ci siamo confrontati, sul quale torneremo a confrontarci evidentemente, oggi siamo qua a discutere di un programma di sviluppo rurale che deve dare delle risposte in funzione di determinate indicazioni, di determinate regole, di determinate scelte che sono state fatte a monte in funzione di una situazione che c'è e c'era nel momento in cui è partito questo progetto di programma di sviluppo rurale.

Quello che stride un po' è sinceramente l'ultimo intervento del collega Bertschy, che mi stupisce per la sua aggressività in senso buono e parto dalla fine. Nel documento che è stato fornito su richiesta dei Consiglieri, che era stato condiviso in Commissione, sostanzialmente si era cercato di garantire in un contesto di continuità gli aiuti per un'agricoltura che va e deve andare ad essere sostenuta per la sua difficoltà di produzione, per le sue minori capacità di produrre reddito per la tipologia di agricoltura che viviamo, per il suo maggiore bisogno di ore di lavoro rispetto ad altre realtà, quindi con un'indennità compensativa e nello stesso tempo si va a garantire per delle scelte ambientali, per delle scelte di un certo tipo di atteggiamento durante lo svolgimento della propria attività agricola un compenso che viene definito compensazione agroambientale, tenendo anche conto delle evoluzioni che vanno nel premio unico - che ci vedeva ultima regione in Italia per valore quota ad ettaro nella passata programmazione - ad incrementare in questo periodo, i sette anni futuri, quelli che invece saranno i ritorni da questo punto di vista. Ritorni che non sono né marginali, né banali, perché in altre realtà regionali la PAC costituisce l'aiuto all'agricoltura: aiuto all'agricoltura per la produzione, per il lavoro che fa, mentre il resto del programma di sviluppo rurale, la parte importante del programma di sviluppo rurale viene destinata evidentemente a rafforzare il tessuto imprenditoriale o altre attività.

Per quanto ci concerne, il valore della PAC, pur andando ad aumentare in questi prossimi anni - e andrà ad aumentare in maniera consistente -, sarà ancora probabilmente più contenuto rispetto ad altre realtà regionali, ma ci permetterà di intervenire in maniera meno massiccia di una volta invece sulle misure del PSR, quindi l'indennità compensativa e l'agroambiente, garantendo al tempo stesso agli agricoltori un ritorno per queste tre misure, che non sono state scelte a caso o opportunamente scelte, come diceva il collega Grosjean, perché queste misure sono le misure a superficie. Non c'entrano niente le razze, perché qua non viene pagata la razza, qua c'è solo l'indennità agroambientale e l'indennità compensativa, quindi le razze sono ancora un altro introito che non c'entra niente. Queste sono quattro ipotesi su quattro tipologie, evidentemente sono delle proiezioni sui dati e poi ogni azienda avrà le sue caratteristiche singole personali. Questa è la proiezione di quelli che possono essere i risultati di quattro tipologie di aziende: due di piano e due di alpeggio. Se poi questo deve essere chiamato a pretesto da parte del collega Bertschy per giustificare un cambio di idea, che è legittimo, per una verifica delle caratteristiche del programma di sviluppo rurale rispetto a quello che è stato votato in Commissione, non è un problema. Se deve prendere una difesa d'ufficio in questo senso, noi ne prendiamo atto.

Per il resto, andrei a dare nei limiti del possibile alcune informazioni puntuali invece su delle osservazioni emerse durante i vari interventi. Uno sbilanciamento sul settore zootecnico, così come sottolineato dal collega Roscio. Non direi che c'è uno sbilanciamento sul settore zootecnico, è che il 95 percento dell'agricoltura valdostana si basa ed è svolto da imprese zootecniche. Evidentemente dall'analisi di contesto quindi emerge la necessità di sostenere questo settore in primis rispetto agli altri, poi possiamo essere d'accordo o meno sul principio di aiutare in maniera così importante questo settore, però rimane il fatto che queste sono le indicazioni, va sostenuto maggiormente il settore più in criticità. La volontà politica è quella evidentemente di non trascurare nessun settore, soprattutto quelli in funzione di startup, dove l'intervento iniziale da parte dell'amministrazione pubblica è fondamentale per poter dare il "la" a delle nuove attività che siano autosufficienti e competitive sul mercato. Il settore viticolo evidentemente è stato sostenuto nel tempo, ma è stato un ottimo esempio delle capacità imprenditoriali, delle possibilità di fare reddito e di rimanere in piedi anche con aiuti decisamente limitati, o anche senza aiuti, perché poi gli aiuti vanno anche in funzione delle più basse redditività riscontrate dal settore rispetto alla media di altre Regioni e di altre situazioni. La possibilità di intervenire in alcuni settori quindi c'è ed è più forte, in altri c'è meno e quindi, pur cercando di sostenerli, anche gli approcci tecnici per poterlo fare sono più limitati.

Le variazioni che ci sono state in merito al PSR sul piano finanziario sono non tanto e non solo comunque dettate dalla Comunità europea, ma sono rimodulazioni che sono state inserite anche in funzione di quelle che sono state delle scelte poi che sono andate a modificare nel loro complesso l'assetto finanziario del programma di sviluppo rurale con l'inserimento per obbligo della banda larga, che ha dovuto per forza di cose distrarre delle risorse da alcune allocazioni. In questo contesto si sono valorizzate - e mi fa piacere che se ne sia preso atto con soddisfazione - determinate misure che prima erano magari sottovalutate da un punto di vista finanziario e che con questi cambiamenti si crede che possano dare delle risposte più puntuali.

Per quanto riguarda quello che ha detto il collega Nogara, che io evidentemente condivido, sulla necessità, così come anche altri colleghi, il collega Marquis...sulla possibilità, l'opportunità e la necessità di cercare di mantenere ancorate le nostre realtà rurali al territorio, di cercare di agevolare, di far crescere sul nostro territorio delle aziende, soprattutto quelle giovanili, nelle realtà più marginali, questa è un po' l'indicazione che è stata data e verrà data anche tramite quelli che saranno i criteri di scelta e di punteggio per poter accedere a questi fondi per cercare di avvantaggiare queste situazioni, che si trovano in realtà più lontane da quelli che sono i servizi, più lontane da quelle che sono le opportunità anche di rapportarsi con un mercato, più lontane anche da un punto di vista logistico. Ben venga a questo punto anche - ed è una valutazione che è emersa anche in Commissione - avere magari dei supporti tecnologici che possano consentire di avvicinare queste opportunità innovative alle aziende che più sono distanti invece dai servizi in modo fisico.

Per altri ragionamenti anche qua abbastanza tecnici, si è parlato di possibilità su determinate misure di avere dei ritorni su dei territori molto più estesi, ad esempio, negli alpeggi, dove prima c'erano delle limitazioni a 200 ettari, adesso queste limitazioni non ci sono più. Tengo solo a sottolineare per gli alpeggi, che, per quanto riguarda le indennità compensative, ad esempio, non c'è più un limite di 200 ettari, ma oltre i 200 ettari in realtà non si paga più niente per quanto riguarda l'indennità compensativa, perché è concepito come un meccanismo che permette di avere delle economie di scala e quindi, dopo una certa soglia, non c'è più la necessità di andare a pagare un qualcosa per la mancanza di redditività, perché questa viene compensata dalle iniziative che vengono messe in essere, non hanno più necessità di essere. Mentre per quanto riguarda le indennità agroambientali, evidentemente sono degli impegni che vengono assunti per una gestione di un certo tipo, quindi se vengono gestite su un ettaro, viene pagato per un ettaro, se sono gestite su 400 ettari, vengono pagate su 400 ettari, questo da un punto di vista squisitamente tecnico.

Per quanto riguarda gli investimenti, gli investimenti in senso generale hanno l'obiettivo di aumentare la competitività delle aziende e qua si innesca un discorso che è duplice, così come su altre valutazioni, in merito all'opportunità di salvaguardare una biodiversità anche dal punto di vista aziendale che caratterizza enormemente la Valle d'Aosta. La Valle d'Aosta è composta da tante realtà produttive, la maggior parte delle quali...si parlava di 1500 aziende che hanno diritto alla PAC, 1500 aziende che probabilmente sono veramente aziende agricole, le altre sono aziende a livello familiare, continuano a lavorare il territorio e ben venga che lo facciano. Per trovare un equilibrio in quest'ambito, evidentemente ci sono delle misure che più si prestano a poter andare incontro alle esigenze dei piccoli, altre che si prestano meno.

Sul discorso della competitività evidentemente è una di quelle misure dove l'obiettivo di sostenere l'azienda agricola è quello di farla crescere per darle la possibilità, con determinati investimenti, di poter essere autosufficiente, o comunque di renderla più interessante da un punto di vista operativo sul mercato. Su questa tipologia di investimenti quindi evidentemente ci sarà più spazio per delle aziende che sono già minimamente strutturate, meno spazio per quelle che sono di piccole e piccolissime dimensioni e quelle che invece sono già altamente strutturate e che hanno già una posizione interessante sul mercato. Saranno quindi avvantaggiate quelle cosiddette "pre-competitive", che possono con quest'investimento diventare competitive, meno le altre, però con questo non si esclude nessuno.

Testimonianza della volontà di sostenere ancora e sempre, in continuità con il programma di sviluppo rurale dello scorso settennio, è che i criteri di ammissibilità all'aiuto non sono cambiati e questo per rispondere anche al collega Chatrian, che aveva sottolineato con forza...io condivido questo principio assolutamente perché è uno di quei principi sui quali si è cercato di lavorare proprio per non trascurare nessun tipo di esigenza. Il nostro territorio è fatto da centinaia, da migliaia di persone che lavorano su territori molte volte piccoli e proprio in quest'ottica si è cercato di andare a pagare un po' di più le indennità a favore di chi ha magari territori più piccoli, dando una degressività nell'aiuto che avvantaggia chi ha minime quantità territoriali. Tanto per capirci, faccio un esempio a titolo esemplificativo, anche perché poi il tempo a disposizione è quello che è: nello scorso programma di sviluppo rurale c'erano delle fasce che pagavano una certa cifra da zero a 15 ettari, adesso queste fasce sono state diminuite da 0 a 5 ettari, mantenendo lo stesso tipo di approccio e con una degressività sulle fasce successive, in modo da continuare a sostenere, per quanto possibile, l'attività anche di piccoli agricoltori che non fanno di quell'attività probabilmente il loro lavoro principale. Questo per cercare di riassumere complessivamente un po' le esigenze di chiarimento, con delle valutazioni che poi evidentemente in questa sede da parte mia non possono - e non vogliono neanche - entrare nel merito di altre valutazioni relative al bilancio, perché credo che sia stato comunque sottolineato da tutti che il programma di sviluppo rurale è una linfa alla quale neanche la Valle d'Aosta, soprattutto o anche la Valle d'Aosta non può assolutamente rinunciare. Sono delle risorse che sono destinate al comparto agricolo e alla realtà rurale, che devono cercare anche con attenzione...ed è quello che avevo cercato di far emergere anche dalla relazione di stamattina...si devono tenere in considerazione le necessità di tutti, necessità - lo ribadisco - anche e soprattutto dei piccoli coltivatori, che tra le righe si è cercato di tutelare anche in altre misure, quali quelle della possibilità di accesso a degli investimenti tramite il settore cooperativistico, che viene in qualche caso avvantaggiato nei punteggi rispetto magari alla singola azienda, al singolo soggetto che può avvicinarsi...piuttosto che magari a degli investimenti specifici, quali quelli delle attività non produttive o dei muretti a secco, dove, mettendo assieme una pluralità di soggetti, possono magari avere qualche possibilità in più di fare degli interventi puntuali e precisi su un territorio dando delle risposte il più possibile concrete.

Evidentemente nessuno qua dice che è la panacea di tutti i mali, ma c'è bisogno di partire in fretta con la disponibilità di andare a verificare periodicamente le azioni e gli interventi pensati, e con la possibilità e l'intenzione di continuare a lavorare, così come si è fatto in questi mesi, anche per andare a reperire delle risorse che, pur non essendo destinate direttamente all'agricoltura, vengono magari messe a disposizione per una valorizzazione soprattutto dei prodotti e del contesto rurale che caratterizza invece il mondo agricolo attraverso altri fondi. Lo si è detto ieri con l'approvazione dei nuovi progetti transfrontalieri Italia-Svizzera, ALCOTRA, sui quali l'Assessorato si è speso in questa prima programmazione Italia-Francia creando e cercando di proporre alcuni interventi di concerto con l'Assessorato dell'istruzione e cultura per quanto riguarda la possibilità di valorizzazione degli alpeggi, piuttosto che con altri enti sul territorio, tra i quali l'Associazione Vival e alcuni Comuni per la creazione e la messa in rete di percorsi che possano caratterizzarsi per le capacità produttive che trovano sul loro tragitto, per valorizzare le cantine che in questi anni sono cresciute, per valorizzare le attività agricole presenti sul territorio, così come la valorizzazione dei beni culturali per mettere in rete altri progetti importanti, che sono gestiti magari da altri Assessorati. Questo è l'impegno, l'idea. Evidentemente ci si scontra con tante considerazioni, le considerazioni che sono uscite qua oggi sono uscite anche dai portatori di interesse, si deve cercare di trovare una sintesi, perché poi sul territorio sono gli attori che vanno a determinare la bontà o meno di determinate scelte. L'idea quindi è di continuare a lavorare, di condividere con il più ampio ventaglio possibile di interlocutori quelli che sono e saranno i risultati di questo programma di sviluppo rurale. L'importante adesso è veramente partire. Grazie.

Presidente - Per dichiarazione di voto, la parola al Consigliere Nogara.

Nogara (UVP) - Merci Monsieur le Président.

Assessore, qui non è adesso il fatto di dire: "si era favorevoli o contrari, si cambia idea", noi cercavamo di capire dove si doveva andare. Qua oggi dovremmo essere pratici e comprensibili rispetto a chi ci sta ascoltando. In questi ultimi mesi abbiamo sempre sentito dire che invece il PSR era quello che poteva sostituire tutto quello che mancava al mondo agricolo valdostano. Non è vero, dobbiamo essere onesti e dire questa cosa. Per quanto riguarda il discorso fatto prima, è vero, Assessore, che stiamo discutendo di due cose diverse: c'era il bilancio e c'era il PSR, ha ragione, però noi avevamo delle altre aspettative dal PSR. Lei ha detto: "non è con lo schema", invece con lo schema abbiamo capito tante cose, perché lei la fa facile con la PAC, ma con la PAC qua ci sono solo 1500 aziende che possono prenderla di sicuro...forse. Le altre 2000 vanno in riserva, che vuol dire non è detto che la prendano, perciò togliamole queste 2000 aziende, lei dirà che le 1500 sono le più importanti, ma sono sempre tutte aziende agricole.

Abbiamo sentito anche dal Presidente della III Commissione certe affermazioni che effettivamente è un po' difficile condividere, perché, quando parlate - come ha detto anche lei, Assessore - di giovani...ma come li aiutiamo? Non basta, i giovani spariscono se li aiutiamo in questo modo! Come facciamo? Non è che ci sono delle agevolazioni incredibili affinché i giovani figli di agricoltori si mettano. Guardate che gli agricoltori in questo momento sperano che i loro figli non facciano la stessa cosa, ma lo dicono seriamente, cercano di farli studiare, cercano di fargli cambiare idea se hanno una mezza idea di fare gli agricoltori, perché non vedono un avvenire, non c'è uno sbocco, noi non glielo diamo.

"Spronare un po' tutti" ha detto il Consigliere Marquis, io sono anni che cerco di spronare, io sono pronto, ma io spronerei la Giunta, sono loro che devono essere spronati. Io capisco che è un momento difficile, non ci sono soldi, lo sappiamo tutti, ormai è una tiritera. Cosa vogliamo fare? Cerchiamo però di inventarci delle misure che comunque in questo momento a costo zero aiutino l'agricoltura, perché adesso chiedere a voi di mettere dei soldi so anch'io che è una richiesta stupida, perché non ci sono, non sapete dove prenderli, però se volete darvi da fare per fare qualcosa, potete farlo. Questo è quello che volevo dire oggi, perché ha ragione se mi dice che non siamo qui a discutere il bilancio, però noi ci siamo sempre fidati o abbiamo pensato, abbiamo interpretato male quello che poteva essere il piano di sviluppo rurale. Con il piano di sviluppo rurale l'agricoltura in Valle d'Aosta va a morire. Adesso se lei, Assessore, ha il suo ruolo e lo vuole mantenere...ma non sta dicendo la verità perché gli agricoltori non ce la fanno solo con il piano di sviluppo rurale: questa è la cosa principale che bisogna capire e bisogna darsi da fare - come diceva, lei Consigliere Marquis - per risolvere certi problemi che ha adesso l'agricoltura e io dico a costo zero, cosa vuol dire? Vuol dire una riforma dell'agricoltura, fare un qualcosa per aiutarli in qualche modo.

Lei ha fatto un'affermazione che lei garantisce che con la PAC le cose si sistemano, ci sono gli stessi soldi che venivano presi prima. Io sono contento che lei lo dica, garantisce per tutti che con la PAC siamo a posto, questa è una cosa che mi ricorderò e che ci ricorderemo tutti: "la PAC sistema un po' tutto".

Ancora una cosa che mi ha colpito. Si parlava di declino demografico in montagna, che mi sono dimenticato stamattina di dire. A Roma è stato proprio fatto questo discorso che solo in Valle d'Aosta e in Trentino...è un articolo dell'altra settimana: "Declino demografico nei comuni di montagna, urgono rimedi". La Giunta ha deliberato, sono soldi dello Stato comunque che la Gran Paradis ha fatto un progetto per...e qua si elencano tutti i problemi che ci sono in montagna, a partire dai servizi e a partire dall'abbandono della montagna, di queste aree, perciò anche quello che si è detto a Roma è una gran...non dico stupidaggine, ma qua il problema grosso - e noi tutti lo conosciamo - è che c'è l'abbandono della montagna per questo motivo: sempre meno servizi, sempre meno lavoro. Grazie.

Presidente - Sempre per dichiarazione di voto, la parola al Consigliere Chatrian.

Chatrian (ALPE) - Grazie Presidente.

Noi gruppo di ALPE ci asterremo sul piano di sviluppo rurale solo per un motivo...e indubbiamente i cofinanziamenti sono nettamente superiori alla parte che l'Amministrazione regionale mette in campo: sono più 100 milioni di euro tra finanziamento statale e quello europeo. Al di là di questo, noi pensiamo che la partita sia tutta politica, collega Testolin, e ascoltando le poche voci della maggioranza, oltre alla sua, una voce...qui non è il momento di riempirsi la bocca di terminologia, non da parte sua: competitività, innovazione, qui la trippa non c'è più. Collega Marquis, io non so se lei abbia dei rapporti con i "campagnar" (traduzione letterale dal patois: "contadini"), io penso che il suo leader del partito abbia qualche rapporto con qualche campagnar ancora...e che in questo momento ha un altro ruolo all'interno di questo Consiglio. Io non so se lei sa che i conti non tornano più, io non so se lei sa che questa proposta che oggi fate è non in difesa, è deficitaria. Le medie aziende con questo programma non sono aiutate, le piccole aziende hobbistiche non sono aiutate, ma, peggio ancora, io non so se lei ha avuto modo di guardare il compitino che ci hanno fatto per oggi, neanche le grandi aziende sono aiutate. Le grandi aziende quindi sono aiutate nettamente meno, le medie aziende sono aiutate nettamente meno, le piccole aziende devono passare tramite comunque il piano di sviluppo rurale, perché non c'è stata la volontà dal punto di vista politico di mettere in campo una piccola legge, stamattina ho citato la legge n. 21, era la n. 32 e me ne scuso, ma non riuscite a trovare 1 milione e mezzo, 2 milioni di euro all'anno per sette anni per finanziare i piccoli interventi. Mi spiace che non sia in aula il collega Perron, perché il collega Testolin ci dice: "oggi parliamo del PSR, assolutamente". Noi ci asteniamo sul PSR, però io penso che sia il momento di parlare di agricoltura del prossimo settennio.

Noi in quest'aula abbiamo in questi anni abbiamo sentito parlare altre forze politiche di agricoltura in maniera molto violenta e virulenta perché i conti non tornavano, perché la situazione era drammatica, perché non c'erano aiuti diretti, silenzio totale, ma questo fa parte della politica. Qualcuno risponderà: "non solo nelle battaglie des reines, in altri ambiti". Probabilmente a questo Governo la politica agricola non interessa, non l'agricoltura, ma sono conti alla mano, aiuti alla mano.

Collega Marquis, non parli di competitività, non parli di modo innovativo di guardare l'agricoltura. La invitiamo veramente ad un sacco di aziende di media montagna e le facciamo vedere i conticini dell'innovazione e del modo nuovo di vedere l'agricoltura, perché, nel momento in cui il nostro territorio non è più curato, nel momento in cui il nostro ambiente comunque è destinato a non essere più coltivato, alla fine è la collettività tutta a perderne, perché ogni tanto anche l'amor proprio e la propria dignità del singolo, della singola persona che mette in campo comunque la possibilità di coltivare i propri appezzamenti vanno oltre il discorso di natura economico-finanziaria.

Un rammarico quindi, collega Testolin, dal punto di vista politico, perché ci saremmo aspettati dopo i diversi interventi di numerosissimi colleghi dell'opposizione, e poche le voci della maggioranza...forse poteva essere il momento di dire: "collega Perron, lei che è Assessore alle finanze, forse dobbiamo in poco tempo trovare delle soluzioni per aiutare quella che è la piccola e piccolissima e media azienda", che ad oggi potrebbe essere utile, rapido e indolore aiutarla a mantenere la coltivazione del nostro territorio.

Oggi si approva la visione dei prossimi sette anni dell'agricoltura valdostana. Il 60 e più percento - l'ha detto lei, Assessore Testolin - sarà finanziata per il discorso delle misure a superficie, tutte le ex leggi di settore addenseranno l'altro 30 percento praticamente...come dire? la guerra tra i poveri in un momento in cui il sistema non regge più, nel momento dove tutti fuggono. Mi sembra che il recinto sia stato aperto e che tutte le generazioni che hanno oltre 50 anni consiglino purtroppo alle nuove generazioni di non fare più questo mestiere, queste imprese e di aiutare a coltivare il nostro ambiente. Peccato, poteva essere il momento dove dire: "ferma la müla (traduzione letterale dal dialetto piemontese: "ferma un attimo tutto"), è il momento magari di rimettere un po' di idee, ordinare gli ordini di grandezza e mettere in campo delle soluzioni per accompagnare il prossimo settennio, sapendo che non esiste più quel mondo che ha fatto parte del PSR 2007-2014".

Termino dicendo che noi ci asterremo sul PSR, puntuale. Come dicevo prima, stiamo parlando di cofinanziamenti: sono più di 100 milioni di euro le risorse che sono cofinanziate dalla Comunità europea e dallo Stato, quindi ci asteniamo, ma il nostro...come dire? posizionamento è nettamente negativo su quali sono le politiche attive (poche) per quanto riguarda il campo dell'agricoltura in un momento veramente dove bisognerebbe rilanciare i nostri mestieri, i nostri atout e soprattutto le nostre grandi potenzialità. Grazie.

Presidente - La parola al collega Bertschy.

Bertschy (UVP) - Grazie Presidente.

Cercherò di non essere aggressivo, non è mia abitudine, allo stesso tempo è mia abitudine, a nome del nostro gruppo, quindi è diventata una nostra abitudine, dire le cose che pensiamo in maniera chiara. Nel merito e nei contenuti il collega Nogara ha parlato per tutti noi, il lavoro che abbiamo fatto in questi mesi è un lavoro di studio, ci rappresentano nella III Commissione, ci siamo divisi i compiti e cerchiamo di essere competenti e, se si riesce, anche un po' performanti nel nostro lavoro.

Cambiare idea non dico qua cosa rappresenta se lo si fa solo ogni tanto, se la si cambia sempre, diventa una situazione un po' bizzarra, ma cambiare idea, soprattutto quando si approfondisce e si arriva in fondo alla tematica, è forse un sistema di agire anche intelligente e umile, perché sono le persone umili che riescono a capire quando possono aver fatto dei piccoli o dei grandi sbagli. Noi oggi quindi ci asterremo, ma nel merito il voto è un voto contrario alle politiche che vengono messe in atto. È un'astensione che va a favore delle persone che potranno essere favorite da questa misura, se almeno si riuscirà, ma vi chiediamo, com'è stato detto ieri, di smetterla di presentare documenti che poi non sono documenti veri, ufficiali e che rappresentano strumenti che devono essere strumenti di lavoro per noi. È successo ieri con la finanza locale, succede oggi. Noi ve lo ribadiamo, non vogliamo assolutamente che si continui a far finta di lavorare su cose che poi non ci danno la possibilità di completare il nostro lavoro, quindi un'astensione e un invito ai colleghi Nogara, Grosjean e ai colleghi tutti del gruppo di provare a portare ancora un contributo per migliorare e per cercare di dare una vera risposta all'agricoltura valdostana.

Presidente - La parola al collega Ferrero.

Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.

Per confermare che il nostro voto sarà invece contrario e inviterei anche un'ulteriore riflessione i colleghi di ALPE e di UVP per un semplice motivo: se facciamo sempre il discorso di dare un voto di astensione, perché comunque arriva qualche soldo, dobbiamo anche chiederci se il modo in cui verranno spesi questi soldi comporterà un ulteriore danno per l'agricoltura, perché se noi continuiamo a prendere una strada, è vero che questi soldi verranno distribuiti, ma pagheremo lo scotto di quest'errata contribuzione anche successivamente. Questa è una riflessione che mi permetto di farvi, anche perché comunque poi, quando si andrà in giro, quando si parlerà con gli agricoltori, quando si vedrà materialmente che gli agricoltori sono in difficoltà e non hanno sostanzialmente avuto un granché da questo piano di sviluppo, poi sarà difficile da sostenere, perché poi una quota di denaro mal speso può essere decisamente negativa per gli effetti che ci saranno poi in futuro.

Il nostro voto quindi sarà contrario, io invito ad una semplice riflessione, che non è una riflessione nel tornare indietro rispetto alle posizioni che erano state assunte precedentemente, questo deve essere chiaro, perché altrimenti c'è il tentativo maldestro di far passare per matti quelli che in Commissione hanno detto una cosa e qui ne dicono un'altra, ma assistiamo anche a livello nazionale che, da una parte, ti servono un piatto e, dall'altra, poi ti presentano un piatto che è completamente diverso e ti dicono: "ma non ti piace?". Anche da questo punto di vista io penso che si sia fatta chiarezza sulle posizioni e sui contenuti e che qualcuno non possa venire a dire che ci sono stati dei cambiamenti. Grazie.

Presidente - Non vedo altre richieste per dichiarazione di voto, possiamo procedere alla votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 33

Votanti: 21

Favorevoli: 19

Contrari: 2

Astenuti: 12 (Bertin, Bertschy, Certan, Chatrian, Fabbri, Gerandin, Grosjean, Morelli, Nogara, Roscio, Rosset, Laurent Viérin)

Il Consiglio approva.