Oggetto del Consiglio n. 1525 del 21 ottobre 2015 - Resoconto
OGGETTO N. 1525/XIV - Inizio della discussione generale della mozione: "Riorganizzazione del servizio socio-educativo per la prima infanzia". (Illustrazione di una risoluzione).
Président - La parole au collègue Gerandin.
Gerandin (UVP) - Merci Président.
Questa mozione è un po' il frutto di quella che è stata la discussione in quest'ultimo periodo, in merito a quello che può essere il futuro degli asili nido, delle garderies, soprattutto quello che è il futuro legato alla prima infanzia per il sistema Valle d'Aosta. Premetto che, leggendo quelli che sono i contenuti della mozione, uno potrebbe dire probabilmente la mozione è sorpassata, nel senso che noi chiediamo che venga riferito in V Commissione...e prima di illustrare un po' quella che era la nostra preoccupazione, che derivava dal fatto, da quanto già deciso dal Comune di Aosta in merito a Farfavola, io volevo, prima di tutto, ringraziare il Presidente della V Commissione, perché devo dire che se c'è una Commissione in cui c'è disponibilità per quello che riguarda le audizioni, per quello che riguarda l'approfondimento degli argomenti, io non posso che ringraziare di questa disponibilità il Presidente della V Commissione.
Detto questo, per evitare di parlare di un argomento che poi magari nella risposta dell'Assessore ci verrà detto che è un argomento ormai sorpassato...perché noi, anche a seguito dell'audizione di lunedì, con giovedì dovremmo concludere l'iter delle audizioni, in merito a questi provvedimenti; io annuncio già che ci sarà la presentazione di una risoluzione in merito a questo, perché ormai il percorso è un percorso delineato, abbiamo capito quali erano, o comunque abbiamo provato a capire quali erano gli obiettivi, quali erano gli intendimenti della maggioranza in merito e su questo presenteremo una risoluzione, che mi auguro venga accolta.
È una risoluzione che va nell'ottica dell'invito che l'Assessore ci ha fatto. Noi, quando l'Assessore ci invita a essere propositivi, l'accogliamo col massimo di disponibilità, per cui questa sarà la proposta, per quello che ci riguarda, in merito al sistema di riorganizzazione dei nidi. Ringrazio anche l'Assessore, perché in commissione ci ha proprio invitato a essere propositivi, vedremo se ci sarà anche da parte della maggioranza la volontà di prendere in considerazione queste nostre proposte, per capire qual è anche - al di là di quelli che sono gli schieramenti politici o gli obblighi di appartenenza in maggioranza -, qual è la sensibilità personale di ognuno di voi in merito a questo tipo di argomento molto delicato.
Ho detto questo, perché? Noi abbiamo fatto questa mozione perché, partendo da quella che è la situazione derivante dalle decisioni del Comune di Aosta di chiudere il Farfavola, bene, noi siamo partiti da un paradosso, cioè che due proposte di delibera - come qualcuno ha continuato a sottolineare, sono solo proposte, non sono ancora atti - hanno causato un allarme sociale e delle scelte amministrative conseguenti, ecco, perché non è...più di 3 mila firme a tutela di un servizio o comunque una richiesta di rivedere quelli che erano i presupposti contenuti nelle delibere, penso debbano fare quantomeno pensare ed eventualmente meditare la maggioranza; nello stesso tempo, per le scelte che sono state consequenziali da parte di...questi indirizzi da parte del Comune di Aosta, noi pensiamo altrettanto. Perché questo? Perché comunque, al di là di tutto, chiudere un asilo nido dopo che abbiamo raggiunto e superato quelli che erano gli standard di Lisbona, era un vanto per la Regione Valle d'Aosta...comunque, dal punto di vista dell'offerta sociale è un atto che non si fa a cuor leggero e, nello stesso tempo, oltre alla chiusura del Farfavola, si parla anche di un eventuale...si sta meditando anche sul futuro di due garderies d'enfants.
Tutto questo come? Con scelte che riguardano, boh! Caso strano, solo una cooperativa e non tutto il servizio del Comune di Aosta, ma questo bisognerebbe chiederlo al Comune di Aosta, capisco che non può essere l'Assessore a rispondere, ma è significativo che si mettano in discussione un asilo nido e le due cooperative che erano gestite da una certa cooperativa e non si metta in discussione l'intera offerta di altre cooperative. Chi vuol capire capisca. Detto questo, non vorremmo neanche che dei messaggi vengano travisati. Io capisco e sono assolutamente d'accordo con la preoccupazione dell'Assessore Sorbara, quando parla degli effetti per quello che riguarda l'occupazione, ma non ritengo neanche giusto illudere i dipendenti, dicendo che i dipendenti potrebbero essere assorbiti all'interno di quelle che sono le piante organiche del Comune. Il Comune di Aosta purtroppo, come gli altri Enti, non ha possibilità di assumere. I dipendenti che vengono lasciati a casa sono dipendenti non pubblici, bensì di cooperative private, pertanto questi non hanno nessuna tutela e non è neanche legittimo illudere i dipendenti.
Vado avanti perché, all'interno di queste prime audizioni che abbiamo fatto, sia col CELVA che con i gestori delle cooperative che gestiscono questi servizi, sono emerse - e chiaramente con quella dell'Assessore prima -, sono emerse una serie di indicazioni, che a noi preoccupano. Prima di tutto i numeri. Penso che si è sempre parlato di, diciamo, di possibilità che ci sia una serie di operatori che perdono il posto di lavoro. Noi abbiamo avuto questa indicazione da parte anche degli enti gestori, noi sappiamo che, in questo momento, operano all'interno degli asili nido 30 coordinatori, 120 educatori, 30 cuochi, 50 addetti a quelle che sono le strutture di servizi generali.
Sono 230 famiglie che lavorano, sono 230 famiglie che portano lo stipendio e contribuiscono a quella che è l'economia familiare. Dico questo perché qualcuno, mi riferisco all'Assessore Donzel, ha detto che è giusto pensare al sociale e agli asili nido, ma dobbiamo anche creare sviluppo e lavoro. Bè, abbiamo saputo anche che queste proposte probabilmente lasceranno a casa... si parla di un quarantina di persone, per cui quando ci occupiamo degli asili nido ci occupiamo anche del lavoro, indirettamente. Lasciare a casa qualcuno non è mai piacevole, penso di parlare anche a nome vostro. Dicevo che abbiamo avuto una serie di indicazioni in cui lei per primo, Assessore, poi anche da parte della Presidenza del CELVA, ci è stato detto: "no, ma poi per chi rimarrà a casa ci sono una serie di tutele, tipo il contratto di solidarietà". Io non ho mai fatto il sindacalista e anche a seguito di quanto ci è stato detto da parte dei rappresentanti dei gestori, ho provato a informarmi. Ho provato a informarmi su cosa significa questo contratto di solidarietà e come viene eventualmente usufruito, potrebbe essere usufruito all'interno di questo processo riorganizzativo. In commissione c'era il collega Guichardaz, io avrei gradito veramente che magari ci avesse edotto su questo contratto di solidarietà, perché poi, non lo so, io da quel poco che sono riuscito a recepire, praticamente si dice che questo è un contratto finanziato annualmente con un fondo nazionale dal Ministero, che probabilmente dal 2016 non ci saranno neanche più risorse, che la Valle d'Aosta - essendo un contratto che viene applicato in zone particolarmente disagiate - non è mai stata compresa in questo bacino e che l'unica possibilità sarebbe quella di verificare di un contratto di solidarietà in deroga, ma interamente finanziato all'interno delle risorse regionali.
Dura due anni, il massimo che può durare è due anni, copre quello che è la metà del monte ore, che viene ridotto, per cui se uno riduce di 8 ore, 4 ore vengono compensate; l'INPS paga ai fini pensionistici l'intero ammontare, per cui non avrebbe ripercussioni, però ha una durata di due anni, perché è un contratto di prospettiva, nel senso che viene applicato da quelle aziende che hanno una crisi momentanea e che si spera che, nell'arco di due anni, si riprendano. Allora, io non penso che sia il caso nostro malgrado di questo, perché le prospettive possono essere prospettive che tendono a peggiorare. Detto questo, io se ho detto delle inesattezze, vi chiedo di eventualmente correggermi, perché questo è quello che sono riuscito a recepire, però c'è un ragionamento di carattere più generale, nel senso che la proposta - che si può desumere da quella che era la proposta corretta di delibera - parte dal presupposto che i costi dei nidi sono troppo cari. Ma su questo non l'abbiamo detto noi, l'ha detto Il Sole 24 Ore, l'ha detto l'associazione famiglie e chi più ne ha più ne metta.
Per cui noi partiamo da quello che è un costo sicuramente alto, per quello che riguarda il servizio, e si tende a diminuire questo costo di partenza. Noi siamo d'accordo su questo, dev'essere un obiettivo di partenza condivisibile, ma poi si opera su due settori, nel senso che si va a toccare quelli che sono i minimi e i massimi che devono pagare le famiglie. Cioè, per semplificare, noi avevamo gli asili nido più cari d'Italia, adesso avremo gli asili nido i più cari dei più cari d'Italia, perché aumentiamo ancora le tariffe, diminuiamo la qualità del servizio perché il rapporto educatori passa da 1 a 6 a 1 a 8 e, a margine di tutto questo, si dice che per quelle 40 persone, che probabilmente rimarranno a casa, dovremo autofinanziarci quello che è questo contratto di solidarietà. Cioè facciamo un'operazione di questo genere, aumentiamo le tariffe, che erano già le più care, lasciamo a casa del personale, diminuiamo la qualità del servizio e ci paghiamo gli strumenti, gli ammortizzatori sociali. Bè a noi pare un po' un paradosso, tutto questo, perché è difficilmente comprensibile questo. A margine di questo, sono emerse anche altre, diciamo, altre informazioni che noi riteniamo molto importanti. Vede, Assessore, quando si parla di 30 cuoche e di menù personalizzati, di spesa personalizzata, probabilmente, io dico probabilmente, le informazioni che lei aveva non sono corrette, perché lei in Commissione ci ha detto che si fornivano da aziende cooperative. Non è così, ci è stato detto che i menù sono menù personalizzati, legati anche a quella che è la situazione, quelle che sono le esigenze dei bimbi. Questi sono dei valori aggiunti, che probabilmente qualcuno all'interno di questo processo riorganizzativo non ha neanche portato. I percorsi formativi che abbiamo fatto in questi anni sono tutti da buttare? E attenzione, se anche noi andassimo a istituire questo famoso contratto di solidarietà, noi sappiamo che il contratto di solidarietà è applicabile solo per i dipendenti privati. Per i quattro asili nido che sono pubblici, chi lo continuerebbe a pagare quel personale? Sarebbe un ulteriore aggravio per quello che riguarda gli Enti locali, gli Enti gestori. Allora c'è una serie, secondo me, secondo noi, di, diciamo di perplessità, ecco, per non dire altro. Però sono le conseguenze di un provvedimento che noi assolutamente non condividiamo.
Ed è per questo che noi, per farla molto breve, noi abbiamo presentato questa risoluzione; è una risoluzione che va nel senso di, prima di tutto di...è inutile parlare di un 2015-2016 - perché, obiettivamente, tra l'adozione della delibera e l'entrata in vigore, saremo sicuramente nel 2016 - per cui è meglio parlare di un discorso di prospettiva, ci pare difficile eventualmente valutare o contabilizzare, obbligare gli Enti gestori a fare una contabilità magari per un mese, perché sarà operativa a dicembre, per cui noi chiediamo che sia operativa dal 2016.
Chiediamo altresì...tenuto conto che ci sono una serie di considerazioni che nascono dal dubbio, secondo me legittimo, che è emerso anche in Commissione su quello che è il discorso dell'omogeneità dei dati, soprattutto del ritardo con cui vengono trasmessi i dati e quant'altro.
Ora, dico questo Assessore, perché quando ci sono delle iniziative meritevoli, noi non abbiamo nessun problema a riconoscerle. Quella della quota unitaria, per quello che riguarda il discorso delle micro-comunità, è stata una scelta assolutamente condivisa e meritoria. Noi chiediamo che lo stesso sistema venga adottato anche per gli asili nido. Per cui, una volta definita quella che è la quota, il costo unitario, bene, si faccia esattamente come succede per il servizio anziani: definita il costo unitario, si detrae quello che è il costo pagato dalla famiglia, in base all'ISEE, dopodiché viene riconosciuta agli Enti gestori la differenza.
Vede, Assessore, non cambierebbe assolutamente nulla, perché, al di là di tutto, in questo momento, il finanziamento che avviene è tutta finanza locale, solo che una parte viene trasmessa come quota capitaria e una parte viene messa dagli Enti locali. Siamo alla vigilia di una finanziaria, non c'è nessun problema dal punto di vista tecnico di prevedere un ragionamento del genere; è chiaro che se si prevede questo, la quota di trasferimento ai Comuni sarà minore, su questo non c'è ombra di dubbio, ma eviteremmo di fare la corsa a chi è più fortunato, vale a dire chi ha la possibilità eventualmente di avere clienti che ti pagano la tariffa più alta, e chi...le famiglie, giustamente, mi correggono, perché le famiglie non sono clienti, purtroppo è vero, famiglie che pagano la quota più alta oppure famiglie che magari sono inserite, non pagano nulla, perché hanno le relazioni delle assistenti sociali.
Avremmo lo stesso trattamento per tutti i Comuni valdostani, non avremmo più nessun tipo di preoccupazione su quella che è la modalità di appalto che lei, giustamente, collega Guichardaz, aveva sollevato sul fatto che se ci saranno o meno sistemi diversi di appalto, non inficerà più nessun tipo, perché, se poi uno farà un appalto che è fuori regola, la differenza se la paga, per cui secondo me, secondo noi, con questa proposta mettiamo veramente tutti sullo stesso piano. Non facciamo più, dicevo prima, la ricerca dei clienti o comunque delle famiglie che hanno più possibilità dal punto di vista economico, e ci avvieremmo a dare un significato molto importante.
Le aggiungo ancora un ultimo passaggio che la pregherei, Assessore, di approfondire. Non ho avuto possibilità di parlare con tutte le cooperative che gestiscono, però con questo costo unitario e con questo tipo di proposta io le posso assicurare che ci sono delle cooperative o dei gestori che garantirebbero, si sentirebbero di garantire che nessuno rimane a casa. Lo valuti, Assessore, so che non tutti lo accetterebbero, perché ci sono differenze diverse sul sistema valdostano, ma le posso assicurare che ci sono delle cooperative, dei gestori, che sarebbero disponibili a siglare un accordo dove nessuno rimane a casa. Io penso che non sia poco in questo momento, e lo dico anche a chi ha delle particolari sensibilità, legate al discorso della famiglia, ma anche a chi ha delle particolari sensibilità legate al posto di lavoro, alla tutela del posto di lavoro.
Queste sono delle battaglie che non hanno colore politico, non importa metterci la bandierina, sono delle battaglie di buon senso, perché in questo momento dare un segnale in questo senso, lasciando a casa del personale...e attenzione: rischiereste anche di fare figli e figliastri, perché qualcuno, magari con uno sforzo all'interno del bilancio regionale, avrebbe magari anche la tutela del contratto di solidarietà, ma qualcuno non ce l'avrebbe neanche, questa. E sarebbe la prima volta che si lasciano a casa dipendenti pubblici. Detto questo, io penso sia doveroso porsi un problema di prospettiva e che in un sistema che dev'essere riorganizzato - Assessore, su questo noi le diamo atto e siamo concordi - non si possa creare ulteriore disagio sociale e soprattutto una prospettiva di avere una minor, diciamo, partecipazione, una minor possibilità di usufruire, perché le tariffe sarebbero improponibili per quelle che sono le famiglie valdostane. Grazie.
Presidente - Grazie collega. La parola al collega Chatrian.
Chatrian (ALPE) - Sì, grazie Presidente.
Il collega Gerandin ha già illustrato la mozione che abbiamo presentato 10 giorni fa, soprattutto ha integrato nel suo intervento l'illustrazione della risoluzione, che invece abbiamo presentato pochi minuti fa. In questa settimana e mezza abbiamo avuto l'occasione di audire, come commissari, l'Assessore competente e i suoi dirigenti e lunedì scorso abbiamo avuto l'opportunità di incontrare, audire e confrontarci, invece, con gli enti gestori e con il responsabile di dipartimento, che si occupa di sociale del CELVA; dei sindaci valdostani.
Quindi...come dire? è quasi la mozione, indubbiamente, che avevamo presentato 10 giorni fa, è figlia di informazioni che non avevamo e di incontri che non avevamo ancora potuto fare. La risoluzione, invece, già illustrata, va proprio in quella direzione legata all'auspicio che, anche ieri l'Assessore Fosson ci spronava, discutendo su un altro piano, su un'altra delibera, quella degli anziani: "Fateci, fatemi avere una proposta".
Bene, noi, oggi, abbiamo cercato di mettere nero su bianco, scritto, è un atto. Noi pensiamo che la pubblica amministrazione parli per atti e, quindi, abbiamo cercato, a seguito delle audizioni importanti che abbiamo avuto modo, in questi giorni, di fare - abbiamo cercato di fare una proposta.
Qualche premessa, prima di entrare nel merito della risoluzione. In audizione, l'Assessore - ma soprattutto i tecnici del suo Assessorato - ci ha confermato che, le voci di partenza non sono omogenee. Quindi, il dibattito che abbiamo avuto in quest'aula qualche settimana fa, soprattutto sollevato dai gruppi di opposizione, ci è sembrato, no, non ci è sembrato: è stato confermato dai dirigenti del suo Assessorato che le voci - se vogliamo non utilizzare il termine farlocco, ho i dati, comunque - non sono omogenee. Questa la prima partenza.
Secondo volet, al termine dell'audizione con l'Assessore, l'Assessore ci ha fatto un'apertura importante che è quella legata a...la commissione è sovrana, quindi, sarà la commissione che potrà, eventualmente, modificare o proporre al Governo regionale nuove scelte.
Terzo, questa maggioranza ci ha portato in Commissione consiliare una seconda proposta - io la chiamo proposta bis del Governo regionale - che è andata a ritoccare un po' le tariffe, le quote delle famiglie. E qui vorrei fermarmi e soffermarmi, perché il dibattito che tutti noi in questi giorni affrontiamo con amici, colleghi, parenti, chi utilizza questo servizio in questo momento, i potenziali fruitori del domani, i nuovi...le giovani coppie che decideranno di mettere alla luce dei figli, le domande che ci pongono, vanno in questa direzione: "Ma scusate, non stiamo capendo una cosa. Abbiamo capito che dal punto di vista pubblico ci sono meno soldini, non capiamo, però, che tipo di approccio c'è stato al servizio sociale che fino ad oggi veniva garantito, perché, se non è un approccio solo di tipo economico...se non ci sono i dati corretti, come può essere un approccio di tipo economico? Se non è un approccio di tipo finanziario, c'è qualcosa che comunque non quadra e se c'è stato, invece, un approccio di tipo sociale...", queste sono state le domande che, ripeto, ci pongono in questi giorni.
La quarta questione che ci viene posta, invece, è questa: "ma non capiamo una cosa però. La qualità del servizio, obtorto collo, viene leggermente abbassata, perché vengono ridotti i rapporti bambino-educatori, la proposta è quella di chiudere qualche settimana durante l'anno, quindi passare da 52 a 48. Cioè, da una parte ci sono meno servizi, sicuramente, e dall'altra, è paradossale, la proposta è: aumentano le tariffe. Cioè, la richiesta che viene fatta al nucleo familiare, alla famiglia, è superiore. Ma come? C'è qualcosa che non collima, c'è qualcosa che non capiamo".
Noi, senza far demagogia, perché non ci interessa, senza essere i primi della classe, perché non lo siamo, cerchiamo di rispondere per quanto riguarda la nostra proposta e la proposta che è stata fatta con questa risoluzione va proprio in quella direzione. Il costo unitario medio mensile deve essere rivisto, ottimale e quantificato rispetto al costo 2014-2015. Andiamo a rivedere anche dei parametri, dato che il ragionamento non è solo finanziario, ma deve essere legato alla crescita del bambino o della bambina e terzo, soprattutto, però, facciamo attenzione - dato che ci sarà una riduzione di servizio e una riduzione, comunque, di settimane offerte, a livello di servizio -, dobbiamo, invece, completamente rivedere quelle che sono le quote delle famiglie. Quote delle famiglie che, nonostante la seconda proposta Fosson, quella di portare a 200 la tariffa aumentata da 155 a 250 e, per quanto riguarda le quote più alte, da 850 a 750, dal nostro punto di vista sono ancora non comprensibili da parte delle famiglie valdostane, ma proprio perché la qualità del servizio sarà, comunque, inferiore.
E proprio perché utilizziamo non solo il buon senso ma vogliamo essere propositivi, nella risoluzione abbiamo cercato di stabilire dei tetti, inserire, comunque, delle modifiche, che per il 2016 dovranno essere una prova, quindi prevedere un anno sperimentale e al 31 dicembre 2016 fare il punto della situazione. Prima il collega Gerandin parlava di clienti, facciamo attenzione a non far scappare le famiglie che andranno a coprire buona parte del servizio nei prossimi anni, perché magari decideranno di utilizzare altri servizi e non più i servizi che saranno messi in campo dal singolo Comune, in questo caso dalle Unités des Communes. Seconda considerazione, quella legata agli appalti, agli enti gestori. Penso sia uscito molto bene, lunedì scorso, che i diversi Comuni, le diverse Unités, ex Comunità montane, hanno degli appalti completamente diversi. Chi dà come servizio tutta una serie di elementi, chi ne dà meno, chi ha vinto un appalto, quindi c'è un contratto di natura, anche, giuridico-amministrativa con l'ente appaltatore...quindi tutte cose che dal nostro punto di vista devono essere valutate attentamente con un anno sperimentale, anno che, secondo noi, dovrebbe decorrere dal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 2016.
Terzo, noi abbiamo avuto l'opportunità di audire il responsabile dei sindaci e - dato che buona parte dei sindaci valdostani ha valutato positivamente la prima proposta Fosson: 250 le quote minime, 850 le quote massime - abbiamo chiesto se il suo dipartimento, dato che il CELVA è strutturato in dipartimenti, ha fatto delle valutazioni, se sono state fatte delle proiezioni e, soprattutto, se il dipartimento del CELVA che si occupa del sociale, a seguito di questa proposta, ha fatto una valutazione di quanti sarebbero stati i risparmi. Bene, devo dire, è stato quasi un momento surreale in commissione: nessuna risposta ci è stata data. Vabbè, probabilmente la valutazione non è stata fatta attentamente, va bene così, si è deciso di accettare sulla fiducia, sulla confiance.
La Regione ha deciso, questa maggioranza ha deciso, a noi non va tanto bene, ma diciamo di sì. E poi siamo andati oltre, abbiamo detto: "benissimo, adesso il Governo regionale ha deciso una seconda strada, quella di modificare leggermente le tariffe" e abbiamo puntualmente richiesto al Signor Anglesio, responsabile del dipartimento che si occupa di sociale, se avevano fatto delle nuove proiezioni e un eventuale riduzione per gli Enti locali. Anche a questa domanda non abbiamo avuto nessuna risposta. Termino, perché l'obbiettivo, indubbiamente, è quello di ascoltare, conoscere e capire la posizione di questa maggioranza e di questo Governo sulla risoluzione che noi abbiamo presentato. Io la trovo una risoluzione di buon senso, una risoluzione che non ci nasconde, tranquillamente, che il modello deve essere riorganizzato, una risoluzione che però mette nero su bianco dei paletti importanti, in modo da non mortificare quelle che sono le richieste che vengono fatte alle famiglie, ai potenziali fruitori del servizio.
Quindi, ascoltiamo attentamente la posizione e i ragionamenti che il Governo e la maggioranza vorranno fare sulla proposta che noi facciamo. Io penso, noi pensiamo che, visto e considerato, è stato detto bene in queste settimane...le voci non sono omogenee per quanto riguarda i costi, la preoccupazione è alta per, eventualmente, far allontanare numerosissime famiglie che oggi pagano già il massimo delle quote e che andrebbero a pagare nettamente ed ulteriormente risorse importanti perché, comunque, da 6 e 20 a 7 e 50 sono altri 130 euro per 12 mesi, vuol dire 1.600 euro in più a famiglia per bambino...e il principio, indubbiamente, dell'universalità, cioè il diritto di tutti i cittadini di fruire di servizi essenziali, indipendentemente dal luogo di residenza, per noi , dal nostro punto di vista, come gruppo ALPE, è un principio che non possiamo non mettere al centro del dibattito, nel momento in cui si vanno a fare delle modifiche così importanti. Lunedì scorso, abbiamo audito e ci siamo confrontati con gli enti gestori...un'altra parte importante è stata fatta da loro stessi. Dato che oggi la coperta è diventata comunque corta e viene anche un po' contesa, per il discorso tra Regione, Comune e utenti, forse, si potrebbe anche fare ricorso a dei fondi strutturali, a dei fondi europei, che consentirebbero di allungare, diciamo, questa minor entrata, queste minori risorse. Sembra che questa strada, per ora, non sia stata ancora approfondita, per via, da una parte, dei tempi lunghi, dall'altra, probabilmente, bisognerebbe farlo da subito, consentirebbe di evitare l'introduzione di misure che in ogni caso penalizzano l'intera comunità.
Quindi, l'auspicio è proprio quello, cioè - vista la situazione, un po' il discorso, il confronto che abbiamo avuto ieri sulla delibera che andava a modificare l'asset degli anziani - non è il momento, non può essere il momento, che da una parte si abbassano i servizi e si vanno a chiedere dei soldi in più alle famiglie. Non è credibile, non sta in piedi, non è possibile. E facciamo attenzione anche al discorso di chi ha fatto, per scelta, di mantenere il proprio posto di lavoro, garantendo, comunque, ai propri bimbi, bambini, di poter utilizzare gli asili nido, pagando il massimo. Facciamo attenzione che questo non sia un disegno, invece, per, non smantellare, ma far chiudere definitivamente quelli che sono, ad oggi, comunque, i servizi che per noi sono essenziali. Grazie.
Presidente - Grazie. Ricordo solo che, chiusa la discussione generale, si procederà alla votazione della risoluzione e successivamente alle dichiarazioni di voto e alla votazione della mozione. Discussione generale, la parola al collega Farcoz.
Farcoz (UV) - Grazie Presidente. Semplicemente per chiedere una sospensione per analizzare la risoluzione presentata e successivamente, come concordato ieri, la Conferenza dei Capigruppo.
Presidente - D'accordo con le due questioni come avevano deciso ieri. Quella di rivederci, come capi gruppo, per l'organizzazione dei lavori e la seconda motivazione è quella successiva, la richiesta del collega Farcoz, per verificare la risoluzione da parte della maggioranza.
Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 11,54 alle ore 12,41.
Viérin M. (Presidente) - Riprendiamo i lavori, dopo la sospensione della Conferenza dei Capigruppo. C'è stata una proposta della maggioranza al Presidente della Regione, in merito alla risoluzione, che è stata illustrata ai Capigruppo. Chi intende prendere la parola? La parola al collega Bertschy.
Bertschy (UVP) - Per mozione d'ordine, Presidente - solo perché credo che sia anche interesse di chi ci sta seguendo -, l'illustrazione della risoluzione è stata fatta nel dibattito però la nostra risoluzione non ha avuto un'illustrazione. Abbiamo sospeso...
Presidente - Siamo ancora in discussione generale, la può illustrare.
Bertschy (UVP) - ...sì, solo per capire come procediamo Presidente. C'è un'illustrazione della risoluzione o interveniamo già sulla proposta che ci avete fatto di là? Voglio solo capire come lavoriamo, ecco.
Presidente - Allora, siamo in discussione generale, è stata illustrata da un collega la vostra proposta, nulla vieta che la possiate illustrare ancora, dopo di che, in merito a quelle che sono state le proposte formulate da parte della maggioranza in sede di Conferenza dei Capigruppo, ci sarà...se qualcuno della maggioranza vorrà illustrarla la illustra, sennò ci sarà il dibattito sulla risoluzione. Noi siamo in discussione generale, quando si chiude la discussione generale c'è l'esame e la votazione della risoluzione, è chiaro che quando è chiusa la discussione generale non si può più modificare la vostra proposta di risoluzione. Quindi, se c'è una modifica al testo presentato, va fatta prima che la Presidenza chiuda la discussione generale. Ed è per quello che bisognerebbe discutere anche delle proposte.
La parola al collega Bertschy.
Bertschy (UVP) - Grazie Presidente.
Niente, così completo. A questo punto, la nostra risoluzione è abbastanza conosciuta, anche se magari poi avremo modo di entrare nei dettagli. Fate voi la proposta di modifica alla nostra risoluzione in modo che sia comprensibile a tutti, perché l'abbiamo fatta solo in Conferenza dei Capigruppo...
Presidente - Forse doveva rivolgerla ai Capigruppo della maggioranza...
Bertschy (UVP) - ...sì, ma io lo dico con la massima tranquillità.
Presidente - Allora la parola all'Assessore Fosson, per l'illustrazione delle proposte di modifica.
Fosson (UV) - Sì, grazie Presidente.
Intanto voglio solo ringraziare per i toni usati e per le proposte fatte. La Giunta e la maggioranza si impegna, punto primo: "ad adottare le delibere, con decorrenza dal 1° gennaio 2016"; al punto due: "prevedere che il periodo di apertura massima sia di 48 settimane, stabilendo che il costo ottimale sia quantificato in euro 900 per gli asili nidi e 450 per le garderie", così come era stato concordato con l'assemblea dei Sindaci; inoltre "stabilire in euro 170 la tariffa minima ed in euro 750 la tariffa massima", calcolando quindi una variazione da 200 a 170. Rispetto a tutto questo paragrafo, propongono di togliere "sempre" e di lasciare "stabilire": "stabilire che a titolo sperimentale per il 2016" eccetera. Anche l'ultimo punto è accolto: "rendere omogenei i dati, introducendo un nuovo modello di rendicontazione degli stessi", di cui già abbiamo un programma arrivato negli ultimi mesi da INVA. Grazie.
Presidente - Chi intende prendere la parola? Ricordo che siamo in discussione generale, la parola al collega Laurent Viérin.
Viérin L. (UVP) - Merci Monsieur le Président.
Alcune considerazioni politiche, prima ancora che di merito, altri interverranno e potremo anche confrontarci sulle modifiche, anzi sulle contro-modifiche che l'Assessore, a nome della maggioranza, ha proposto. Considerazioni di metodo e poi anche di merito. Vorremmo capire intanto a che gioco sta giocando l'Assessore e lo diciamo perché questa vicenda degli asili nido inizia veramente a diventare imbarazzante e sicuramente non per noi. Perché c'è stata una proposta di delibera, che è stata approvata dai Sindaci al CELVA, c'è stata un'iniziativa qui in Consiglio, dopo di che l'Assessore ha preso l'impegno di verificare la possibilità di modificare la delibera, c'è stata l'audizione in Commissione con l'Assessore, prima ancora che con gli operatori e in quell'occasione, Assessore Fosson, lei ha detto altre cose; altri colleghi torneranno sul merito di ciò che è stato detto, poi ci sono le registrazioni.
Ma al di là di qualche leggera modifica sulla quale voi fate parzialmente retromarcia e che lei ha illustrato oggi, noi non rileviamo alcuna modifica nell'ottica di ciò che si era iniziato a fare in Commissione. Avevamo detto: "facciamo una disamina, vediamo come questa disamina si evolve, anche a seguito delle proposte degli operatori, che sono state codificate, che in Commissione abbiamo affrontato", e oggi noi semplicemente cerchiamo di fare delle proposte che, da un lato riprendono quello che gli operatori hanno avanzato ma, in parte...anche modificandole, cercando di tenere in conto anche le considerazioni che sono state fatte, e non capiamo che cosa è successo nel mentre, se di nuovo viene cambiata la versione. Se c'era una disponibilità per certe cose, vorremmo solo capire se l'Assessore era in una posizione personale in Commissione e di disponibilità in questo periodo, perché avevamo capito che c'era una disponibilità, mentre probabilmente ci sono altre tendenze all'interno della maggioranza. Solo per fare chiarezza, perché veramente su questa questione altrimenti non ci capiamo. Al di là ancora poi di discutere il merito, noi vorremmo semplicemente capire su questa questione degli asili nido qual è la volontà politica, perché, se si traduce semplicemente in una ripetizione della delibera con leggerissime modifiche, facevate prima a dire qui in Consiglio che quella delibera era quella approvata dai Sindaci e si chiudeva la vicenda, senza andare di nuovo a creare, magari, delle false illusioni, in primis in noi e poi negli operatori per dire che c'è una disponibilità a rivedere il tutto.
Quindi noi gradiremmo, come questione, veramente anche di merito politico, capire quale è la volontà. È chiaro che sappiamo che poi ci sono i tavoli tecnici, che di là in Commissione potremo ancora limare o modificare, però il documento, che è stato presentato da noi, è un documento che è abbastanza chiaro, ci sono delle proposte di buon senso, ci sono delle proposte che comunque vanno ad operare una razionalizzazione, senza far mancare il servizio, che vanno comunque nell'ottica anche di buon senso degli operatori del settore, che si sono detti disponibili in un momento di difficoltà a rivedere qualcosa, ma non è la stessa cosa di espressione politica che abbiamo sentito in questo periodo. Quindi vorremmo solo capire se è di nuovo cambiato qualcosa, anche perché -, com'è stato detto oggi in mattinata, e siamo stati quasi ripresi dicendo che fin che sono documenti non ufficiali, tutto è possibile -qui abbiamo delle delibere approvate dal Governo, sono andate al CELVA, sono state approvate, poi abbiamo detto che le modificavamo. Oggi non si capisce bene qual è la tendenza, vorremmo semplicemente avere lumi in merito.
Presidente - Altri? Non ci sono altre richieste? Concludiamo la discussione generale? La parola al collega Bertschy.
Bertschy (UVP) - Ma decidiamo se vogliamo continuare a parlarci addosso o se riusciamo almeno a chiarirci! Perché le audizioni sono state fatte nell'intenzione di andare a modificare la delibera. La discussione in Consiglio aveva creato questi presupposti, l'Assessore ci ha detto in Commissione - non c'eravamo solo noi dell'opposizione e quindi l'hanno sentito tutti -che la Commissione è sovrana nell'apportare le sue modifiche. Avevamo capito tutti che non erano orientati...nella Giunta, che non potevamo deliberare, ma che potevamo fare delle proposte. A questo punto, voglio dire, se la sovranità è limitata a quello che ci dite, veramente abbiamo solo perso del tempo. Quindi chiederei al capogruppo della Stella Alpina, se è possibile, al Capogruppo - con la massima cortesia -, del PD...che se l'intenzione politica era questa all'origine, abbiamo fatto perdere tempo alla Giunta. Potevate chiudere dove dovevate chiudere, perché questi trenta euro l'Assessore - sicuramente, anche con la sensibilità che ha verso certi mondi - li avrebbe individuati come possibilità, quindi diteci dove è il punto di equilibrio politico tra di voi, perché quello che vi stiamo dicendo, ve lo abbiamo detto in maniera chiara, questo provvedimento si è mosso senza una base economica, la difficoltà ce l'hanno rappresentata i Sindaci, e io credo che anche per voi sarà molto difficile andare dai Sindaci d'ora in avanti a chiedere sacrifici senza portargli dei documenti.
E senza dirgli cosa si risparmia e cosa si individua. Questo mondo viene portato da un 9 milioni di euro complessivo a 5 milioni di euro e l'Assessore ci dice, in Commissione, toglieremo un milione e 300 mila euro. Ma poi per fare che cosa? Noi abbiamo fatto delle proposte che andavano nella direzione di trovare una soluzione quanto meno di compromesso. Invece non c'è niente di compromesso qua, rimane la delibera che avete emendato voi con 30 euro in meno. C'è poi la parte normativa, credo sia stato gentile da parte nostra aiutarvi a pensare di costruire dei dati più omogenei, un modello nuovo che vada più vicino al sistema degli anziani per garantire l'universalità dei servizi, ma sulla sostanza, quella che incide sulle famiglie, non cambia niente.
Quindi va bene così...lo capisco, Presidente, però noi abbiamo lavorato perché eravamo convinti che una certa direzione...sennò è meglio il suo metodo. No, no, io dico sempre ci sono due metodi, il suo, che dice: "è così, si fa così, si va avanti, si ascolta tutti", però si fa la scelta politica, è corretto, perché poi uno sulla scelta politica mette la faccia, dice le cose che pensa; o fare quei giri strani che fanno perdere venti giorni per...a voi li hanno fatti perdere, perché tanto valeva fare tutto questo cinema qua. Oggi si modifica niente di tutto questo, si modifica niente...ma, più coraggiosi! Ma, lo dico, prendete esempio dal Presidente, vi prendete le vostre responsabilità e andate avanti diretti su una linea, tanto non è che poi bisogna girarci intorno, i soldi sono questi, probabilmente investirete in altre cose, manderemo 40 disoccupati a casa, gli daremo per 5 mesi il reddito di cittadinanza, poi faremo altre cose, ma va tutto bene, però non prendiamoci in giro, lavoriamo sui dossier che si possono cambiare, questo non è un dossier che cambia, niente cambia. Trenta euro in meno, trenta euro in meno per la tariffa minima. Questo è il grande parto che ha fatto il Consiglio regionale su questo argomento. Allora spieghiamoci, ecco, ma...
Presidente - La parola al Consigliere Chatrian.
Chatrian (ALPE) - Sì, grazie Presidente.
Ma lei, Assessore Fosson, ha una formazione scientifica, da una parte, però dall'altra in questa aula abbiamo tutti dei ruoli diversi, abbiamo un ruolo di natura politica. Noi abbiamo valutato positivamente nell'ultima audizione la sua apertura politica, perché è stato sollecitato indubbiamente da noi Consiglieri di opposizione - soprattutto, ma non solo da noi di opposizione - a capire se c'erano dei margini per poter migliorare questo atto. E noi avevamo capito che c'era la volontà politica. Il collega Follien era presente, ci siamo scambiati anche qualche informazione, mi sembrava di aver capito che c'era una volontà politica di intervenire, perché...come dire? noi conosciamo il metodo del Presidente Rollandin: la scelta calata dall'alto, avanti tutta, e lì non si cambia. Mi sembrava invece di aver capito che su questo dossier, viste le 3.000 firme, visto i potenziali 40 addetti che potranno perdere il lavoro - parliamo di occupazione, numeri alla mano anche scientificamente messi sul tavolo - visto che stiamo parlando di prima infanzia e di servizi essenziali, immaginavamo non il compitino del ragioniere: ragioniere uno più uno deve fare due, la riduzione deve essere di un milione, punto. O di due milioni, punto, da lì non si scappa.
Ma, dato che stiamo parlando di prima infanzia, bambini, e welfare del nostro modello, noi eravamo convinti di aver capito completamente un'altra cosa in Commissione...ma che non era solo dell'Assessore Fosson eh, il Presidente di commissione, è il collega Restano, in Commissione penso che abbia capito, come noi, che la partita era aperta. Era talmente aperta che c'era persino, senza indubbiamente prendere il ruolo del Governo e dell'Esecutivo, forse c'era la voglia, la volontà di natura politica di proporre all'Assessore Fosson delle modifiche sostanziali, per dare delle risposte ad un modello che tutti abbiamo detto che era ed è da rivedere, nessuno di noi vuole fare macelleria sociale. Questo è quanto abbiamo fatto in queste settimane, in questi giorni, in Commissione e lunedì sera, mi sembra abbiamo terminato alle 20 e 30, alle 20 e 15, dopo l'audizione degli enti gestori, c'è stato un rilassamento interno alla Commissione, anche dei colleghi di maggioranza presenti, perché finalmente avevamo qualche dato in più. Qualche informazione in più, che derivava non da dati farlocchi, o da voci non omogenee, ma da voci finalmente omogenee.
E così è stato detto, tra i vari colleghi, finalmente, "commensen a avei le countcho arei", iniziamo ad avere i conti veramente sul tavolo, dato che ad oggi non abbiamo potuto avere contezza e correttezza. Ma sapendo che stiamo parlando di welfare...noi non vogliamo fare i ragionieri, non vogliamo fare gli scientifici o pianificatori tirando solo una linea, volevamo cercare di modificare questo atto. Dal punto di vista politico, avevamo capito che c'era invece la volontà della maggioranza di metterci mano, come Commissione, tant'è vero che domani mattina abbiamo un'altra audizione e il percorso non è chiuso, ma non capiamo questa posizione, Assessore Fosson...sì, ma non capiamo la posizione, ma qui lei...poi se vuole intervenire, nessun problema. Io ero presente, in qualità di Capogruppo di ALPE, a questa conferenza, mi sembrava di essere al mercato, non so io, alla fiera di "Valpeleunna" (traduzione letterale dal patois: "Valpelline"). Meno 30 e basta. Il Presidente ci ha detto: "no, su questo no, su questo uguale, su questo l'hanno detto i Sindaci, su questo c'è il POR...su quello no, su quello no". No ma noi abbiamo fatto delle diverse audizioni in questi untimi dieci giorni, ma abbiamo scomodato persone che si sono preparate, che hanno fatto non delle tabelle excel, hanno documentato quello che è stato fatto negli ultimi anni, negli ultimi mesi e noi abbiamo cercato insieme ai colleghi, collega Follien era presente ma oltre ad essere presente ci siamo confrontati serenamente. Questa cosa è macelleria sociale! Macelleria sociale, e la proposta che ci viene fatta dal Presidente, in Conferenza dei Capigruppo, è: "...i 900 li hanno decisi, va bene, con i Sindaci. Se è 1020 poi il gap, la differenza fra 650 e 1020...il contributo pubblico sarebbe troppo alto, quindi non possiamo farlo", quindi è sempre solo ragionieristico il ragionamento? Assessore Fosson, è sempre solo di natura esclusivamente economica su questo settore?
Questo è il punto di domanda, la questione che...vorremo avere delle risposte senza...come dire? nel momento in cui, come Commissione, non abbiamo ancora terminato il percorso che stiamo facendo e che, oltre tutto, abbiamo cercato di approfondire per avere dei dati certi e dei dettagli certi.
Non so, io chiedo ancora ai colleghi che fanno parte della V Commissione, al collega Restano, che coordina, presiede, la V Commissione, che aveva un mandato, un mandato oltretutto dove ci volevamo prendere anche noi la responsabilità. Perché conosciamo il modello e volevamo mettere in campo delle proposte, ma volevamo trovare delle soluzioni a step, per gradi, per non andare ad azzerare quello che è il percorso o, comunque, far cadere dall'alto una scelta che ormai è partita, il treno è partito, ma ci sembrava di aver capito dal punto di vista politico che il treno si era fermato. Eravamo alla stazione, si è deciso di fare un approfondimento nel merito del dossier, invece oggi, in Conferenza Capigruppo, mi è sembrato che non solo il treno è ripartito, ma non si è mai fermato, probabilmente, per qualcuno.
L'apertura che lei ci ha fatto in Commissione, Assessore, è una sua apertura personale? L'apertura dei colleghi che erano presenti in V Commissione...è una vostra apertura solo esclusivamente personale? Perché des deux l'une, o la vostra è un'apertura personale e che alla fine, de pair avec, non avete né la volontà né la voglia di mettere, rivedere questo atto, o altrimenti il Presidente Rollandin decide per tutti.
Ecco, gradiremmo sinceramente, dato che le audizioni non sono ancora concluse, avere da parte vostra qualche chiarimento in più, ma dal punto di vista politico, non personale, dal punto di vista politico, se possibile, senza scomodare nessuno.
Dato che abbiamo ancora un'audizione importante e che mi sembra lunedì sera ci abbiano fornito dei documenti altamente interessanti per andare a modificare profondamente questo atto...apro ancora una parentesi: noi stiamo ancora aspettando, presidente Restano, ad oggi stiamo ancora aspettando il famoso report -che è la base di ogni singola discussione, il conticino del ragionier Fantozzi, che ci dice: "prima proposta, seconda proposta..." - in modo da tranquillamente e serenamente posizionarsi e decidere comunque le cose,. Report chiesto, oltretutto, dieci giorni fa in Commissione e, a oggi, i Commissari presenti, non solo della V Commissione, non hanno nessuna informazione in più su quanto richiesto a livello di V Commissione. Grazie.
Presidente - Sul discorso dei lavori, io credo che potremmo riuscire almeno a esprimere il voto sulla risoluzione e poi proseguire nel pomeriggio. Forse ce la facciamo, vediamo quando chiudiamo la votazione sulla risoluzione. La parola al collega Cognetta, grazie.
Cognetta (M5S) - Sì, grazie. Non ho capito se vogliamo interromperci adesso o se posso continuare, scusi Presidente...
Presidente - Può continuare...
Cognetta (M5S) - ...posso continuare, bene. Assessore Fosson, forse lei non ricorda, ma nelle Commissioni le audizioni sono registrate, come lei sa, o se non lo sa glielo ricordo, quindi ciò che ha detto è agli atti. Ieri ho ascoltato il suo intervento sulle micro, che è stato un intervento molto accurato, molto, direi, voglio dire diverso dal solito, diverso da quello che lei fa normalmente. Allora, sinceramente oggi non capisco, o meglio non capisco come era ieri e com'è oggi, perché, se lei continua a difendere ciò che ha sostenuto sin dall'inizio rispetto a questo problema, cioè quella delibera che ha portato, allora tutta la manfrina che ci ha proposto - io le Commissioni le ho fatte tutte, lo sa - era assolutamente inutile e superflua, ma del tutto, eh. Perché vede, io chiaramente non sono d'accordo con quanto fa il Presidente, quanto fa e decide, perché non è un metodo che condivido. Io preferisco, come persona, quando prendo una decisione, prima confrontarmi, parlare, discutere, fare, valutare e così via; e ogni tanto mi rendo conto magari che una decisione che ho preso è sbagliata e torno sui miei passi. Ma se uno prende questo tipo di decisione e gestisce le cose in questo modo, poi non può, quando si sveglia la mattina, fare in un'altra maniera. Questo non vale soltanto per lei, ma vale anche chiaramente per i suoi colleghi di maggioranza, perché credo che anche il Presidente della Commissione, che imposta un certo tipo di lavoro, poi se lo trova smontato, come se niente fosse, e allora anche qui tutti dovrebbero fare dei ragionamenti.
Siamo sempre allo stesso discorso, questo Consiglio serve o non serve? Funziona o non funziona? Ha un'utilità o non ce l'ha? Le vorrei ricordare, anche, che questa qui non è una trattativa commerciale, dove uno fa lo sconto, mette 50 euro in più e 30 euro in meno, oppure come i Sindaci: si sono preoccupati che bisognava tagliare, non hanno visto nulla, sono arrivati lì hanno segato, hanno votato a favore, va tutto bene. Ma qui non stiamo comprando, che so, un pezzo, un chilo di pane, va beh non si tratta sul pane, ma, non so, un computer per esempio o un'automobile. Qui parliamo di quello che è una cosa che noi, voi vi siete vantati per decenni, il nostro welfare, ce l'avete menata con questo welfare, che eravamo i migliori della terra e più andiamo avanti e più scopriamo che questo welfare invece fa acqua da tutte le parti!
Adesso dovete tagliare e non avete la forza politica, lei Assessore non ha la forza politica di portare avanti una decisione. E mi chiedo: ha senso fare l'Assessore in queste condizioni? Senso? In Commissione, nell'ultima, quella che citava il collega Chatrian, quella che è finita molto tardi, chi ha continuato a difendere e a cercare spiegazioni e motivazioni è stato il collega Guichardaz, che giustamente, avendo un'esperienza di tipo sindacale, riportava tutta una serie di elementi rispetto a quanto veniva detto dalle aziende. D'accordo, collega? Non sto dicendo nulla di strano. Quindi, anche da un punto di vista tecnico, ancora una volta era sul pezzo, se mi permette.
Però allora dobbiamo chiarirci qui, davvero, perché altrimenti, non so, siamo proprio di fronte a delle marionette, noi lo diciamo per battuta, ma è quello che constatiamo, è quello che constatiamo tutti. Per favore, prenda una decisione, decida una volta per tutte e andiamo avanti, tanto ormai fuori si è capito, come ragionate. Quindi fare finta non serve a nulla. Lo stesso vale per i miei colleghi di Stella Alpina che spesso magari non si trovano in accordo, ma che al momento giusto votano. Oppure per molti colleghi dell'Union lo stesso discorso, per non parlare di quelli del PD. Comunque alla fine questo è ciò che appare: siete solo dei burattini, per favore però smettiamola, perché adesso è tardi.
Presidente - Colleghi, solo per informazioni, si può azzardare quante richieste di intervento possono essere...perché altrimenti...e allora chiedo scusa, e allora su richiesta di alcuni consiglieri di sospendere e di riprendere alle 15 e 30...No, questo è il ragionamento, dopo di che... Allora chiudiamo i lavori e riprendiamo alle 15.30. La parola alla collega Morelli.
Morelli (ALPE) - Grazie Presidente. Mi sembra che si stia perdendo un po' il lume della ragione...
Presidente - Dopo l'intervento della collega Morelli si sospende la seduta e si continua alle 15 e 30. Prego collega Morelli.
Morelli (ALPE) - ...ma nessuno di noi qui si vanta di essere un grande statista, credo che siamo degli Amministratori pubblici, che cercano di fare il loro lavoro dignitosamente e veramente ci chiediamo, come ci si accinge a varare una riforma di questo tipo. Allora, credo che prima di tutto ci si debba fissare gli obiettivi, e l'obiettivo che credo tutti condividiamo è razionalizzare la spesa, senza andare a distruggere il sistema, senza andare a far sì che il sistema venga abbandonato dalle famiglie e senza fare sì che la riorganizzazione del sistema vada a causare un numero esoso di licenziamenti. E quindi un metodo di buon senso e ragionevole prevede che si parta da costi reali. E qui già non è stato possibile, perché i costi su cui si è ragionato non sono costi reali. Non ci sono parametri che sono validi per tutte le strutture, i dati farlocchi, di cui parla sempre il Consigliere Chatrian, su questo dossier assolutamente sono effettivamente farlocchi, non sono comparabili gli uni con gli altri e stupisce che un'amministrazione pubblica non ragioni su dati che siano effettivamente comparabili e reali. Ma questo è, questo è.
Seconda considerazione: il buon senso dice, direbbe: consultiamo gli operatori del settore, vediamo con loro quali sono le caratteristiche, quali sono i punti irrinunciabili, quali sono le economie che si possono fare. Gli operatori del settore per questa riforma non sono stati consultati, ce lo hanno detto in Commissione.
Terzo punto, bisogna cercare di ragionare sull'equilibrio, sulla sostenibilità, stesso discorso che abbiamo fatto per le microcomunità: sostenibilità del sistema, ma anche sostenibilità dei costi da parte delle famiglie, per evitare che poi vi siano troppi abbandoni e il sistema cada per mancanza di risorse. Stiamo ancora aspettando i dati che abbiamo chiesto in Commissione, l'altra settimana.
Altro punto, ci sembra che vadano coinvolti tutti gli attori che hanno voce in capitolo e quindi: l'assemblea dei Sindaci, la V Commissione. I due passaggi sono previsti dalla legge. L'assemblea dei Sindaci ha ragionato su dati, su cifre di cui non conosce l'origine. A precisa domanda fatta al Sindaco Anglesio: "ma da dove viene fuori questa cifra dei 750 euro?", la risposta è stata "un atto di fede", veramente, perché non c'è stato un calcolo effettivo. La V Commissione su questo dossier non è più stata consultata. Quindi, veramente, ci chiediamo come si pensi di arrivare a portare a termine delle riforme con questo metodo. Forse il metodo adottato è quello di chi è più forte in Giunta, di chi la spara più grossa, ma non possiamo, non si può agire in questo modo! Io non so se non ve ne rendete conto, non è il mercato delle vacche, diciamo pure la parola, non si può andare a negoziare, a mercanteggiare a colpi di 50 euro in più, 50 euro in meno. Non è così, non è così. Quindi tutti i nostri dubbi continuano a permanere e veramente vi chiediamo di fare una riflessione seria su questo dossier. Che ogni Consigliere di maggioranza si faccia un autoesame di coscienza e si chieda se, veramente pensa, di affrontare le razionalizzazioni che il bilancio ci impone con questo metodo. Grazie.
Presidente - Grazie collega Morelli. La seduta è sospesa, si ritorna alle 15 e 30. Grazie.
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La seduta termina alle ore 13,15.