Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1399 del 30 luglio 2015 - Resoconto

OGGETTO N. 1399/XIV - Repliche sulle relazioni deliberate dalla Sezione regionale di controllo della Corte dei conti e sui disegni di legge n. 59 (Approvazione del rendiconto generale della Regione per l'esercizio finanziario 2014) e n. 60 (Assestamento del bilancio di previsione per l'anno finanziario 2015, modifiche a disposizioni legislative e variazioni al bilancio di previsione per il triennio 2015/2017) e dichiarazioni di voto.

Presidente - Ricordo all'Assemblea che abbiamo chiuso la discussione generale, quindi chiederei se qualcuno dell'Esecutivo vuole intervenire. Ha chiesto la parola l'Assessore Testolin, ne ha la facoltà.

Testolin (UV) - Grazie Presidente.

La mia non sarà evidentemente la replica inerente a quello che è stato il dibattito svolto questa mattina e al quale ho assistito anch'io con estremo interesse, ma era solo per dare due risposte puntuali a due domande specifiche che sono uscite in merito all'assestamento di bilancio e all'assegnazione di nuovi fondi, di risorse per quanto riguarda l'Assessorato dell'agricoltura. Sono stato chiamato in causa e quindi vado a rispondere puntualmente per quelle che sono le eccezioni sollevate: una relativa alle risorse che sono da destinare ad AGEA per il pagamento dei contributi delle indennità compensative e quant'altro, dove la Regione ha regolarmente versato negli scorsi anni le quote di sua pertinenza e sono le stesse a disposizione presso i conti specifici di AGEA e possono venire utilizzate così come previsto dalla normativa. Non c'è quindi nessun tipo di criticità dal punto divista delle risorse economiche messe a disposizione dall'Amministrazione regionale per quanto riguarda questo tipo di aspetto.

Per gli altri due passaggi e sono relativamente a quelli descritti dal collega Grosjean nel suo intervento: quello da 250 mila euro è un aumento di disponibilità sulla legge n. 32, quindi non sulle leggi citate dal collega Grosjean, ma sulla legge n. 32, che prevede l'aumento di contributi da destinarsi alla copertura in de minimis di quelli che sono gli affitti da sostenere da parte delle cooperative sociali che attualmente occupano gli stabili di proprietà regionale. Quello quindi è l'importo destinato a questo tipo di intervento, mentre i 236 mila euro sono la riassegnazione di fondi Stato non utilizzati per motivi tecnici nello scorso esercizio e che vengono riproposti e messi a disposizione quest'anno per andare a chiudere quello che è il discorso dei libri genealogici, quindi di tutta una componente che è relativa all'AREV: questo era dovuto in quanto richiesto dal collega e questa è la spiegazione.

Presidente - Ci sono altre richieste di intervento? Ha chiesto la parola l'Assessore Perron, ne ha la facoltà.

Perron (UV) - Grazie Signor Presidente.

Innanzitutto vorrei ringraziare tutti coloro che sono intervenuti in questo dibattito, anche quando sono stati portatori di un'opinione o di un avviso diversi da quelli del Governo regionale; il dibattito che avviene in questa aula è certamente un momento arricchente e, credo, di dire senza equivoci che a tutti permette, al di là delle posizioni, di fotografare in modo molto chiaro e consapevole lo stato di difficoltà, ma anche i grandi cambiamenti, perlomeno sotto il profilo finanziario, che la Regione si è trovata e si trova a gestire. Com'è giusto che sia, lascerò dare una risposta più completa, anche di tipo politico, al Presidente Rollandin, ma credo che soa opportuno presentare alcuni rilievi dal punto di vista tecnico, nel senso che le scelte di largo profilo sono demandate ovviamente alla collegialità della Giunta, alla collegialità della maggioranza, che traccia le linee tecniche anche in prospettiva.

Vorrei dire che non abbiamo mai, perlomeno per quello che mi compete, presentato questa fotografia con toni trionfalistici. Abbiamo avuto e abbiamo un atteggiamento di serietà nel presentare una fotografia il più precisa possibile di quello che è lo stato dell'arte, delle cose come sono, non nascondendo le difficoltà e le condizioni nelle quali ci siamo trovati e ci troviamo ad operare e a lavorare. Non so quindi se abbiamo avuto, collega Morelli, un atteggiamento di suffisance o siamo stati - credo e spero di avere interpretato male le sue parole di ieri - degli ultimi idioti. Ho preso nota di questo, credo e spero di aver decontestualizzato, perché è uno stile che non le appartiene. Non magnifico e non magnifichiamo ciò che abbiamo fatto, ciò che è stato fatto; l'ha detto molto bene questa mattina il collega Guichardaz: forse si poteva fare meglio, si può ambire a fare meglio, certamente sì. Si può sempre sperare di fare meglio, si può sempre sperare che le cose vadano in un modo diverso da quelle che presentiamo.

Io non ho molta esperienza di rapporti con i palazzi romani, però voglio dire, da quel poco che ho visto in quest'anno, che chi si illude di entrare a Palazzo Chigi e di uscire dettando le condizioni forse sbaglia, indipendentemente dal Governo che c'è e indipendentemente dai controrelatori che ci sono. Chi pensa di entrare alla Ragioneria generale dello Stato, di battere i pugni e ottenere tutte le condizioni sperate, dal mio punto di vista, è libero di provarci. Questo per dire che per certi aspetti non vorrei neanche che venisse banalizzato il duro lavoro che è stato fatto in questo periodo di tempo, che ha coinvolto le strutture dell'Assessorato, la politica, e anche i Parlamentari, nel senso che vorrei semplicemente, non prendendoci nessun merito, che fosse universalmente riconosciuto dal Consiglio regionale, che, dal nostro punto di vista, abbiamo cercato di fare tutti gli sforzi possibili e immaginabili in una contrattazione con lo Stato italiano che non è assolutamente facile, indipendentemente dal Governo con il quale ci si trova a ragionare. Ieri l'ho definita una contrattazione dura, e lo ribadisco, dove abbiamo cercato di far valere le nostre prerogative, di portare le nostre ragioni, di spiegare quelle che erano, a nostro modo di vedere, le peculiarità e le diversità che ci trovavamo a gestire come autonomia speciale non soltanto nei confronti delle altre Regioni a statuto ordinario, ma spesso anche nei confronti delle altre autonomie a statuto speciale, con degli interlocutori che nel corso degli anni sono cambiati; sono cambiati quattro Governi, quattro Ministri, quindi ogni volta bisogna ricominciare una nuova negoziazione con degli interlocutori nuovi. Vorrei solo dire questo perché ci troviamo anche in un contesto dove abbiamo una "non copertura politica", perché, quando si fanno i raffronti con le altre autonomie speciali, è bene ricordare che un'autonomia speciale come la Sicilia, al di là della geografia politica che di volta in volta si manifesta, è una Regione che scarica nel Parlamento nazionale qualcosa come 60 Parlamentari e, al di là degli schieramenti, quando si trova poi a discutere su quelle che sono le condizioni finanziario-economiche dell'isola, certamente ha un peso politico decisamente diverso dal nostro.

Dal nostro punto di vista, quindi abbiamo cercato di fare un buon lavoro, tenendo presente che ci trovavamo a fare i conti con la legislazione vigente, e il mio intento è di provare a spiegarvi, in modo molto umile, affinché tutti abbiano una fotografia esatta di cosa questo significa. La legislazione vigente, che sono il complesso delle norme che lo Stato in questi anni ha approvato, sono un insieme di norme che regolano i rapporti finanziari tra lo Stato e le Regioni a statuto speciale, - bon gré, mal gré - che ci troviamo a vedere applicate al nostro ordinamento finanziario. Sono le norme che lo Stato italiano ha approvato, spesso con il voto contrario dell'opinione delle Regioni per quel che ci riguarda, spesso con il voto contrario dei Parlamentari della Valle d'Aosta e il dottor Fosson potrebbe, credo, testimoniare ciò che è avvenuto in questa penultima legislatura. Sono le norme che spesso consideriamo inique, ingiuste, penalizzanti, ma sono le norme alle quali la Regione Valle d'Aosta, finché gravita nello Stato italiano, si deve attenere con le quali bisogna fare i conti: dico questo per dire che la legge n. 183 del 2011, conosciuta come legge "salva-Italia", è stata una legge che ha gravato e grava sulle finanze della Regione per 140 milioni, il decreto-legge n. 201 del 2011 è un decreto-legge che grava sulle casse della Regione per 45 milioni di euro, la legge n. 220 del 2010 grava per 34 milioni di euro, il decreto-legge n. 228 del 2012 grava per 12 milioni, la legge n. 95 del 2012, meglio conosciuta come spending review, è una legge che sulla disponibilità finanziaria della Regione grava per 183 milioni di euro. L'insieme di queste norme, che sono norme che esistono, che sono in vigore, che si devono applicare anche se non ci piacciono, grava sulla Regione Valle d'Aosta per il 2014 per 416 milioni di euro, salvo diverso accordo: ecco, il senso del Patto e per il 2015 l'insieme di queste leggi che ho citato graverebbe sulla Regione per 484 milioni di euro.

Se noi avessimo applicato queste leggi in assenza di accordo ci saremmo trovati per il 2014 ad avere una disponibilità di 708 milioni di euro; è intervenuto un accordo che ha spostato il limite eurocompatibile alla cifra di 838. È stata un'ottima negoziazione, forse migliore di quella dell'anno successivo, credo che l'accordo che ci ha permesso di chiudere quella partita sia un accordo che ci ha messo al riparo dalle cifre che sto evocando. Per il 2015 il punto di partenza non sono i 150 milioni di euro in meno rispetto al 2014, senza nessuna polemica. La ricostruzione corretta parte dalla legislazione in vigore, alla quale noi ci dobbiamo attenere e che fa riferimento alle condizioni della Valle d'Aosta, la quale porta invece nel 2015, purtroppo, a 640 milioni di euro. L'accordo, quindi, intervenendo su questo importo, è buono, a nostro modo di vedere perché porta questo limite a 701 milioni di euro. Sono quindi due capitoli separati, sono due negoziazioni distinte anno per anno e una non ha a che vedere con l'altra, quindi questo per una ricostruzione tecnica, che spero di aver fornito al Consiglio in modo molto chiaro, per fotografare i presunti 150 milioni di euro in meno, che ci sono, ma che partono da un dato iniziale che è radicalmente diverso, dall'applicazione della legislazione esistente, che porta alle cifre che ho detto, cioè il punto di partenza per la Regione per il 2014 era 708 milioni di euro, abbiamo negoziato un buon Patto con lo Stato che ci ha permesso di innalzare a 840. Il punto di partenza per il 2015 era 640 milioni in assenza di Patto, l'abbiamo portato, con un Patto i cui contenuti riprenderò dopo, a 701 milioni di euro: questo per una fotografia esatta.

Ieri, collega Gerandin, lei ha deto: "il Patto che avete firmato è carta straccia". Io non so se abbiamo fatto bene o male, certamente ci siamo assunti la responsabilità di non lasciare la Regione sguarnita in un momento in cui sarebbe stato difficile non avere delle norme chiare di riferimento. Lo citava bene questa mattina il collega Guichardaz: ci sarebbero tutta una serie di questioni che, se volete, elenco, per cui in assenza di Patto noi oggi non avremmo nessuna condizione certa di poter fare un bilancio, di più: ci troveremmo oggi, perché i termini scadevano ieri, a dover restituire allo Stato qualcosa come 130 milioni di euro. Ci troveremmo ad avere un contenzioso ancora aperto, che era enorme, e a versare quindi all'entrata del bilancio statale tutta la parte di differenza tra quello che era certificato e quello che invece non è certificato. Ci troveremmo nella condizione di non poter impegnare delle spese correnti, con dei parametri riferiti all'ultimo triennio; e nella condizione di non poter rincorrere, qualora ne avessimo bisogno, ad un nuovo indebitamento, nel senso che gli istituti di credito che non ricevono una certificazione non possono contrarre un mutuo, un prestito o un debito nuovo con un'amministrazione che non è certificata dallo Stato. Non si poteva fare qualsivoglia tipologia di contrattazione o di assunzione o di interventi sul personale, cosa che già in qualche modo non facciamo.

Ritengo di poter dire che abbiamo approvato un documento che, tenuto conto della condizione nella quale si trova lo Stato italiano, è un buon accordo, perché l'accordo certifica in via definitiva che nel 2014 abbiamo rispettato il Patto, quindi non ci sono sanzioni da applicare alla Valle d'Aosta, ivi compresi a tutti i componenti del Consiglio che hanno votato i bilanci; prevede un ampliamento per il 2015 di 60 milioni di euro. È poco, è tanto, si poteva ottenere di più. Si può sempre far di meglio, ma io ritengo, data la disastrata situazione dello Stato italiano, che sia stato un ottimo compromesso. Non c'è la rinuncia al contenzioso, il Presidente stamattina ha chiarito molto meglio l'entità del contenzioso che ancora c'è e l'inopportunità in una fase così di averne ancora aperti con lo Stato italiano.

Ci sono nuove spese da escludere nella determinazione del Patto di stabilità, abbiamo citato poc'anzi i trasferimenti ai Comuni, la polizia penitenziaria, una parte riguardante l'ospedale. C'è un miglioramento del Patto di stabilità per i Comuni valdostani, c'è un trasferimento aggiuntivo di 120 milioni di euro che permette la chiusura delle partite pendenti con Trenitalia, quindi il completamento dell'iter per la completa regionalizzazione della competenza in materia di servizi ferroviari. Anche qui ricordo che non era una partita completamente acquisita che dovesse pagare lo Stato, anzi c'è un contenzioso, perlomeno cartaceo e non solo, su chi in questi anni doveva versare i 70 milioni per la competenza sulla linea ferroviaria: abbiamo ottenuto che sia lo Stato a pagare: se non vale niente, non serve, per carità, va bene. A questo avanzano 50 milioni di euro che verranno destinati ad altre funzioni, e se non vale neanche questo...per carità, va bene. C'è il riconoscimento da parte dello Stato - credo tutti lo abbiamo evocato in modo positivo leggendo il Patto che stamattina abbiamo distribuito - dei crediti che la Regione ha accumulato nel tempo: valore 570 milioni. Certamente non sono definite le modalità con le quali questo avverrà, sarà necessario un successivo accordo, ma è certificato il riconoscimento dei crediti da parte dello Stato, che sono stati accumulati dalla Regione per le accise riguardante il periodo 2011-2014. C'è l'impegno a dare attuazione al contenuto del decreto legislativo in materia di armonizzazione dei bilanci.

Credo molto semplicemente che, e lo dico con molta umiltà, abbiamo cercato di fare - in una condizione di enorme difficoltà, e posso assicurare che, quando ci si siede a trattare con lo Stato (qualcuno che ha più esperienza di me potrebbe forse confermarlo), non è certo facile, non è una cosa acquisita, soprattutto quando si hanno delle dimensioni piccole come la Valle d'Aosta - in questo lasso di tempo tutte le battaglie possibili, immaginabili per far valere le nostre competenze, per cercare di far capire, di giustificare l'impostazione da noi data in questi anni, cercando di far vedere anche allo Stato italiano che siamo una Regione dove comunque i soldi vengono spesi con dei criteri, con correttezza, facendo delle scelte, cercando di dare anche concretezza ad una responsabilità che ci impegnava - le forze politiche, ma anche il Governo - a rappresentare nei confronti dello Stato italiano tutte quelle situazioni di difficoltà. Non dimentichiamo un ordine del giorno approvato praticamente all'unanimità dal Consiglio regionale della Valle d'Aosta che ci sollecitava a lavorare per il raggiungimento dell'accordo e la definizione del Patto di stabilità 2014 e per il triennio successivo.

Se si fotografa con correttezza ciò che abbiamo fatto, credo che si possa dire che ci sono perlomeno oggi delle condizioni di certezza, che fissano dei parametri nuovi, certamente bassi. Collega Cognetta, lei mi ha chiesto più volte: "dove andiamo a finire?", c'è un parametro nuovo, a quel parametro ci dovremo attenere. In base a quel parametro quindi dovremo dare una nuova impostazione, tener conto di questi limiti, obbligatoriamente fare delle scelte - su questo lei converrà credo con me - andando a vedere di razionalizzare laddove è assolutamente possibile più ancora di prima: questo poco, ma perlomeno c'è un dato certo, perché una delle cose difficili sulla quale ci siamo trovati ad operare in questi anni è questa situazione di incertezza, questa situazione continua dove in qualche modo non si sapeva dove andavamo a parare, quali criteri adottare e quali limiti rispettare, per il resto noi abbiamo adottato un comportamento di rispetto per le regole che ci sono.

Ieri il collega Gerandin mi ha chiesto: "come avete fatto a fare la certificazione del Patto a marzo?". La certificazione del Patto è un atto unilaterale della Regione: è obbligatoria a pena di sanzioni entro il 31 marzo come previsto dalla legge che lei conosce n. 228 del 2012; se noi non la facciamo, incorriamo in sanzioni. Noi quindi abbiamo prospettato una dichiarazione, che peraltro, se non ricordo male, era stata fornita anche alla commissione, quindi abbiamo cercato di operare in queste condizioni.

Lei faceva correttamente riferimento alle entrate...termino Presidente...lei ieri ha fatto delle osservazioni corrette sulle entrate, nel senso che personalmente...quando lei constata che una serie di entrate sono diminuite, è vero, ma molto onestamente mi viene difficile pensare che questo sia o possa essere imputato alla Giunta o, peggio ancora, all'azione di accordo con lo Stato in questa fase di Patto, perché io vorrei ricordare che la trattativa del 2010 più volte evocata ha incrementato da nove a dieci decimi la compartecipazione ai principali tributi erariali: l'IVA, l'IRES, l'IRPEF, ma ha garantito alla Regione la compartecipazione anche a tutti quei tributi che precedentemente non erano riconosciuti, scongiurando il rischio che in qualche modo non avremmo percepito il gettito di nuove imposte che venissero introdotte. Io capisco pienamente la sua ricostruzione, lei ha citato delle entrate che sono diminuite, doveva per correttezza di informazione citare anche delle entrate che sono aumentate, ce ne sono, in misura minore ma ce ne sono, quindi è un meccanismo in qualche modo di continuità di luci e di ombre.

Detto questo, insomma, io non posso che dire che, a nostro modo di vedere, presentiamo un atto in una situazione che nel complesso della realtà valdostana è una situazione che ha luci ed ombre. Noi, come Governo regionale, cerchiamo di vederne le luci, cercando condivisione nei metodi, nelle azioni laddove questo è possibile, cercando quindi di immaginare di avere presentato un documento che fotografa una situazione di una Regione ancora in buono stato di salute e che cerca di guardare al futuro con un minimo di serenità. Grazie.

Presidente - Grazie Assessore. Ci sono altri interventi? Chiede la parola il Presidente della Regione Rollandin, ne ha la facoltà.

Rollandin (UV) - Merci Président.

Je remercie à mon tour tous les collègues qui ont voulu participer à ce débat et qui ont porté une contribution importante à celui qui a été un éclaircissement sur un thème qui est sans doute difficile et qui n'est pas toujours si compréhensible. J'estime que je partage l'ensemble, je ne peux pas reprendre toutes les interventions des collègues, je ferai une attention particulière à deux aspects: le premier d'ordre général. Il y a eu des considérations très attentives sur deux thèmes en particulier que je crois de retenir: la question de l'autonomie, notre autonomie et, en quelque sorte, le travail un peu qu'on peut et veut faire pour défendre l'autonomie à tous les niveaux. Je crois qu'il s'agit d'une considération qui nous revient et je crois quelle est à la base un peu du discours dans son ensemble.

Les considérations générales doivent aussi partir du fait qu'en 2015 nous ne pouvons pas oublier que toute une série de conséquences sont liées au 2008, année de la crise. Dès 2008, je crois, chaque année on a eu un décalage de ressources, un décalage de travail, un décalage dans les interventions dans les industries. Celui-ci a été le moment du départ, là où on a en quelque sorte commencé à comprendre que le monde changeait, que même les conséquences pour notre Région étaient visibles et je dois rappeler qu'à propos du budget chaque année dès 2008-2009, dès le budget 2009, on a eu des interventions importantes et on a ciblé sur des interventions pour le travail, pour le soutien des entreprises, pour le soutien des emprunts plus de cent vingt millions chaque année pour soutenir justement le travail, pour soutenir le développement.

Je crois que déjà en 2011-2010, nous avons dû comprendre que la crise n'était pas passagère, ce n'était pas seulement une ou deux années, mais allait durer, justement, qui était une crise structurelle et c'est sur ces arguments que je crois...et si on va reprendre les discours qu'on a fait au moment de l'approbation du budget...on avait dit clair qu'il fallait changer la méthode, qu'il fallait changer les interventions car rien ne pouvait être comme il y a quelques années.

Je voulais rappeler ces aspects pour dire que de ce moment on a dû changer aussi l'aptitude vis-à-vis des rapports avec l'État et je crois qu'à ce sujet le rapport avec l'État est problématique sur une série de points, sur les interventions financières que depuis la crise chaque année ont découlé au-delà du budget, il y avait une crise chaque six mois, il y avait une augmentation des frais, des dépenses et conséquemment du pillage aux autonomies spéciales en particulier. Les règlements fiscaux ne donnaient plus de certitude, ce n'était plus possible de faire des programmes. En même temps je crois que pour ce qui est des rapports avec l'État...je veux joindre à ce que des collègues ont dit - et ils ont bien fait - la question des règlements d'actuation, norme di attuazione, qu'on a approuvées il y a des années et qui ne sont pas encore approuvés de la part de l'État: le cadastre c'est un des plus évidents...l'ISPESL et tout ça...n'a pas encore été...nous avons approuvé à ce Conseil...les conséquences sur le monde du travail ont été importantes.

Pour ce qui est des accords qui n'ont pas été maintenus, je voudrais rappeler la loi n° 42 de l'État sur le fédéralisme qui disait que tous les changements qui devaient intervenir pour les Régions à statut spécial devaient faire partie d'un accord, qu'il devait y être un accord entre État et Région et quelquefois on fait encore mine de rappeler qu'on fait référence à la loi n° 42, mais malheureusement cela ne se passe plus.

Au-delà des accords, les sentences de la Cour constitutionnelle encore dernièrement la dernière a dit: "oui, c'est vrai, mais..." il faudrait le faire, mais dans l'attente on convient que l'État a été obligé de faire des manœuvres extraordinaires et, par conséquent, on accepte qu'il n'y a pas eu des accords, mais c'est une phase extraordinaire, mais cela s'est passé et les conséquences nous les avons eues comme Région à statut spécial et, entre autres, la dernière a été le changement sur le Pacte: il Patto di stabilità . Depuis qu'on a eu cette règle, je crois que, comme Région, on n'a plus été dans la possibilité de jouir d'une disponibilité qui soit sûre et surtout de faire des programmes qui puissent être maintenus. Voilà le sens du rapport avec l'État qui a été de plus en plus difficile, de plus en plus pour toutes les Régions à statut spécial. Je viens aussi au rapport avec les Régions à statut spécial. Comme vous savez, il y a un système coordonné avec les Régions à statut spécial, qui marche très bien, qui est à présent coordonné par la Région Sardegna. Les Régions du nord et la Sardegna travaillent ensemble, la Sicilia pas toujours, mais je crois que là on travaille très bien lorsque il s'agit de travailler pour les réformes constitutionnelles, pour le respect des statuts, c'est plus difficile lorsqu'il s'agit de repartir l'argent qui doit être mis des Régions à statut spécial sur des barèmes et sur des paramètres.

La classica ciliegina è stata quando si è trattato della legge n. 95, del discorso del Siope, per l'applicazione del Siope. Ebbene, lì cos'è successo? Che i criteri adottati per questa misura, che ci costa 140 milioni di euro invece che 30, sono stati approvati non all'unanimità, perché non potevano essere, ma comunque sono stati decisi e mantenuti: invece di usare il criterio, che era corretto, del PIL, si è usato il criterio del Siope che ci è costato 140 milioni di euro.

Chiaramente i criteri e i rapporti tra Regioni sono saltati e questo è un argomento che fa capire fino a dove si può arrivare, poi ci sono i rapporti che credo sono stati in qualche modo evidenziati, rapporti anche con la Corte dei conti, io credo che questa novità abbia inciso sulla nostra Regione ed è stata anche una garanzia, credo che ci sono i rapporti che sono stati distribuiti che dicono della correttezza, comunque è una certificazione importante. Questo comporta tutta una serie di lavori da parte dei coordinatori, da parte della politica per preparare nel modo più corretto i documenti che poi sono esaminati e questo è un altro aspetto essenziale per la trasparenza e la garanzia della correttezza amministrativa.

Anche l'altro aspetto che qualcuno ha ricordato: il rapporto con gli Enti locali. Condivido che questo...la legge 48 andrà rivista per una serie di ragioni, perché oggi quei criteri che erano alla base di questa ripartizione molto spesso non sono più corretti, non rispecchiano più la realtà della ripartizione che avviene tra i singoli Comuni. Ci sono dei Comuni che hanno delle entrate suppletive che in qualche modo escono dai parametri che sono stati considerati e che quindi dovranno essere in qualche modo rivisti e conteggiati.

Vi è poi, credo, il rapporto che tutti hanno evocato: il rapporto nell'Assemblea, il rapporto qui al nostro interno, sicuramente qui anche in questo caso si poteva sicuramente far meglio. Questo credo sia un aspetto che non abbiamo difficoltà a riconoscere, che molto spesso questo ha creato delle difficoltà poi nei rapporti e penso che però su questo ci sia una possibilità oggettiva di trovare il modo per raccordarsi. Anche negli ultimi tempi abbiamo trovato diverse soluzioni...chi era nei gruppi di lavoro, uno per gruppo, chi voleva partecipare...e chiaramente partecipare a questi gruppi vuol dire ragionare insieme, non andare..."io dico bene, io ho quest'idea, se passa quest'idea, sennò io me ne vado", altrimenti credo sia difficile trovare degli accordi o ragionare in questi termini, lo dico perché obiettivamente rischiamo di arrivare a questo.

Gli ultimi due temi, che sono quelli della discussione oggettiva di questa sede sono stati, credo, il rendiconto su cui ringrazio il relatore che ha fatto il suo lavoro in modo tale da dare a tutti contezza della regolarità, che poi è stata certificata, e poi il discorso dell'assestamento. Ora, dell'assestamento qualcuno si è lamentato, ma in quest'assestamento non ci sono gli investimenti, è vero, ma, come dico, è un assestamento che alla fine ha una riallocazione di 16 milioni, non è che si potevano fare mega investimenti. Teniamo conto che qui - e credo che l'aveva ricordato anche nel suo intervento Marquis - non abbiamo ancora, perché non ci sono ancora, le allocazioni dei fondi europei. Non dimentichiamo che anche quando abbiamo approvato il bilancio per il 2015...la più grande parte degli investimenti va sui fondi europei, che, per fortuna, sono già stati approvati a livello comunitario e che potranno essere in qualche modo già attivati per il 2015, quindi senza lasciare spazio al 2014 e l'altro settennato. Credo quindi che questo sia importante, come qualcuno ha parlato dell'occupazione. Il piano occupazione sta partendo, sta partendo tutta una serie di programmi: dal piano giovani, il Jobs Act, il problema dei prepensionamenti, di quelle che sono le riorganizzazioni.

Voglio ricordare che anche la riorganizzazione a livello regionale ha già dato dei risparmi notevolissimi, credo che i 60 milioni che sono stati citati non sono un caso, come la riorganizzazione sta avvenendo in altri settori dell'Amministrazione e credo che vadano nella direzione che tutti auspichiamo. Ora, perché ho voluto ricordare questo? Perché poi quando parliamo di strategie, mancanza di strategie, le strategie sarebbero più facili se ci fossero delle garanzie su che cosa ci si basa a livello di finanziamenti di base, che fino ad oggi in questi anni, com'è stato ricordato, non sono state possibili. Voglio ricordare che dal 2013, dal Patto del 2013, che è stato anche lì discusso e accettato perché allora si era in pendenza di una sentenza e quindi si è avuto lo sforamento nel 2013...nel 2014, com'è stato detto, si è potuto prevedere questa disponibilità maggiore che sennò, come ha detto l'Assessore, erano 708 milioni. Ora, non si poteva immaginare siccome a scalare...e, per fortuna, per l'ultimo anno, il 2015...non si poteva pensare che questo salto venisse mantenuto come base per il resto, è chiaro che veniva preso in considerazione.

A questo proposito però vorrei ricordare che l'Assessore ha già ripreso puntualmente quello che è l'accordo, che ha i punti di forza che sono stati ricordati, ma nei 120 milioni che sono stati oggetto di questa trattativa difficile, dove ci sono le tre annualità, quindi 69 milioni per la ferrovia e i 51 milioni per la disponibilità che è scritto nell'accordo per la mancata attuazione delle accise...è scritto, penso che voi l'abbiate letto e nella prima parte c'è per chiudere il discorso dei treni. Voglio ricordare che i soldi che si spendono per i treni sono non contabilizzati come Patto e quindi da 701 passiamo a 701 più 69, perché quelli non sono nel Patto, questi non sono nel Patto come non sono nel Patto i 23 che sono nel bilancio, quindi sono 770 più 23, sono 793, nominalmente. Il Patto quindi in sé arriva a quella cifra, più quelle cifre di esenzione per l'ospedale, quelle cifre che saranno anche per le manutenzioni, per quelli che sono gli interventi per l'ospedale e quello che ho già ricordato, oltre che le somme che abbiamo dato ad integrazione per gli investimenti degli Enti locali, quindi arriviamo a quasi 800 milioni e la differenza tra gli 849 milioni e gli 800 milioni sono quei 49 milioni che c'erano di differenza tra i 701 e i 749 dell'anno precedente: questa è la situazione. Noi non potevamo fruire dei soldi prima di avere quest'accordo se non pagavamo. Quando abbiamo chiesto: ma i soldi per la ferrovia? Ci ha scritto la Ragioneria generale dello Stato, che ci ha detto: "no, fino a che voi non intervenite, non pagate, non potete utilizzare questa formula", e adesso possiamo utilizzarla.

Credo quindi che ci siano le condizioni per dire che, malgrado queste difficoltà, si è cercato di trovare un meccanismo che in qualche modo facesse giustizia di una serie di problemi sicuramente difficili, come difficili sono stati i discorsi della presa di posizione sui contenziosi. Io voglio ricordare che le sentenze sfavorevoli alla Regione sono state: la n. 19, il contributo al risanamento della finanza pubblica; la n. 77, relativa al contributo al risanamento corrispondente mediante accantonamento della n. 16; la n. 82, relativa al contributo al risanamento della finanza pubblica di cui all'articolo 28 del 2011; la n. 155, relativa all'accantonamento dell'extra gettito IMU; la n. 156, relativa al comma 454 dell'articolo 1 della legge del 2012; la sentenza della Corte costituzionale, che è quella famosa che, pur richiamando il fatto che il principio non sarebbe giusto, comunque ha dato ragione allo Stato, quindi legittima comunque quest'attuazione. Abbiamo invece avuto come sentenze favorevoli: la n. 65, relativa alla riserva all'Erario del maggiore gettito determinato dall'incremento delle aliquote delle accise sull'energia elettrica disposte dall'articolo 35, dove preveniva l'intesa con la Regione per la quantificazione delle misure delle...destinate alla copertura di nuove maggiori spese; la n. 82, relativa alle risorse all'Erario per un periodo di anni cinque della maggiore entrata derivante dal decreto n. 201 e la n. 125, con la quale è stata dichiarata l'illegittimità costituzionale dell'articolo 15 del decreto-legge n. 25 riferito ai fabbisogni sanitari, e questo è un dato molto importante perché già solo ad oggi ci ha fatto risparmiare 13 milioni di euro, perché si chiedeva alla Regione di partecipare comunque al riparto per le spese sanitarie quando non partecipa a nessuna entrata, sono soldi, la Regione paga completamente malgrado questa... Solo per dire che rimangono in sospeso due interventi che vanno nella direzione...che, come sappiamo, sono riferiti a quest'ultima causa e quindi è la ragione per cui noi abbiamo, come le altre Regioni, acceduto al fatto di rinunciare a questi ricorsi.

Io non voglio aggiungere molto al dibattito, che è già stato molto corretto e molto ampio, voglio solo dire che questo discorso è stato difficile, perché se non ci fosse stato quest'appuntamento, se non avessimo avuto questa disponibilità, sarebbe stato molto difficile intervenire successivamente con un allargamento delle disponibilità, perché non ci sarebbe stata più la possibilità di intervenire a livello nazionale sulle modifiche del bilancio dello Stato, quindi sarebbe stato impossibile...questa dell'emendamento n. 8 che è stato presentato nella riforma degli Enti locali era l'ultima possibilità. Con questo credo che non tanto...come dico, siete già entrati nel merito dell'allocazione di questi 16 milioni, non è quello...

Vorrei anche sottolineare che la differenza con gli avanzi di amministrazione degli anni precedenti è anche dovuta ad un fatto molto importante: che prima i residui attivi e i residui passivi ammontavano a centinaia di milioni di euro. In questi ultimi due anni si è fatto pulizia sia degli uni che degli altri, per cui chiaramente non si arriva più a quelle cifre, che sono di un tal livello...ma giustamente si è ritornati ad una programmazione che prevede che io finanzio e utilizzo i fondi che io ho a disposizione, senza andare a delle programmazioni, come erano prima, di largo raggio, che però non davano la possibilità di utilizzare al meglio le somme disponibili. Questo è quanto e credo che, sotto questo profilo, sia quindi possibile dire che le garanzie che ci sono vanno nell'ottica di permettere ad una Regione come la nostra di mantenere i servizi. Voglio anche qui...il discorso che faceva la collega Morelli sulla sanità, sulla possibilità di garantire i servizi che passeranno anche attraverso dei metodi nuovi...lei ha ricordato il discorso, e voglio ricordarlo, in riferimento all'ISEE...in campo sociale il riferimento all'ISEE è un obbligo, non è un optional, è obbligatorio, è una disposizione che vale per tutti per quanto riguarda gli aspetti sociali e una delle ipotesi è quella di tenerne conto anche per quanto riguarda i ticket, che ci sia anche lì una possibilità di intervenire a seconda delle disponibilità finanziarie: questo credo che sia un aspetto da non sottovalutare nella programmazione futura. Grazie.

Presidente - Ci sono delle richieste di intervento? Chiede la parola il Consigliere Gerandin, ne ha la facoltà.

Gerandin (UVP) - Merci Président.

Abbiamo ascoltato attentamente prima l'Assessore e poi il Presidente. È indubbio, partendo dalle considerazioni che faceva prima l'Assessore, che le difficoltà ci sono, io penso che sia innegabile e chi è intervenuto anche prima...era sottinteso, ecco, che si stava operando in un regime di grande difficoltà. È chiaro e l'interlocutore è un interlocutore non facile e comunque c'è una trasversalità per quello che riguarda una visione critica di quelle che sono le Regioni e in particolare le autonomie speciali, per cui c'è poco rispetto per le Regioni e ancora meno per le autonomie speciali. È chiaro che poi paghiamo l'esiguo numero per quello che riguarda la rappresentanza parlamentare che abbiamo, su questo non c'è ombra di dubbio. Fa un po' specie quello che diceva prima l'Assessore: che non abbiamo copertura politica, noi avevamo inteso anche quest'allargamento di maggioranza come copertura politica, abbiate pazienza, noi avevamo dato anche questo tipo di interpretazione...ma lo dico in senso buono, per cui senza strumentalizzare la cosa, noi pensavamo che questo avesse potuto aprire una serie di porte che erano sbarrate e probabilmente portare a casa alcune sensibilità che da altre parti erano, diciamo, porte che fino ad oggi erano chiuse.

È chiaro che noi ci portiamo dietro quelle che sono le conseguenze delle norme dello Stato e con cui ci dobbiamo confrontare, nessuno l'ha negato, penso che politicamente non sia neanche corretto non accettarlo. Se posso però, Assessore, io le do merito pubblico, perché lei per la prima volta ci ha detto in quest'aula di Consiglio che la certificazione fatta il 31 marzo...in assenza di quell'accordo, sarebbe stato il non rispetto del Patto di stabilità 2014. L'ha mai detto: l'ha mai detto in Commissione, non l'avete mai detto in quest'aula, non l'avete mai detto! E quando io le chiedevo la differenza tra i 738, gli 838 e gli 849, era questo che volevo sentirle dire: che in assenza di quest'accordo noi non avremmo rispettato il Patto, che la certificazione al 31 marzo sarebbe stato uno sforamento del Patto di 130 milioni! Lei l'ha detto, le do atto, gliene do atto, ma non è così difficile dire queste cose, magari...io ho fatto dei "116", ho chiesto della documentazione, sono intervenuto in quest'aula...non l'avete mai detto! Ma voi ne avevate coscienza prima, prima del 31 marzo, quando avete certificato che, in assenza di un accordo di questo genere, avreste sforato di 130 milioni, con tutte le conseguenze che ha detto lei, Assessore, perché è stato corretto, noi avremmo avuto una serie di conseguenze: prima di tutto un mancato trasferimento della differenza, una serie di ripercussioni per quello che riguarda tutto il discorso legato all'indebitamento e quant'altro. È corretta la sua analisi, ma è così difficile dirlo in quest'aula? È così difficile fare chiarezza, dire questo quattro mesi fa? Questo io le sto ponendo. Quando si parla di collaborazione...lei, Presidente, ha detto che abbiamo fatto degli ottimi percorsi assieme perché ci parlavamo e ci dicevamo le cose e ognuno limava qualcosa...allora è difficile dire questo? Dirlo quattro mesi fa, perché voi lo sapevate, dire: "stiamo trattando con lo Stato perché all'atto pratico, se noi certifichiamo gli obiettivi del Patto con il metodo Siope, abbiamo sforato i 130 milioni". Questo è il dato di fatto semplicissimo e il perché glielo ho chiesto...questa differenza. Era palese la cosa, volevo sentirgliela dire, l'avete detto e ve ne do atto.

Quando si parla di correttezza di rapporto però io penso che...lei ha fatto un bel passaggio, Presidente, quando ha detto che "l'Assemblea del Consiglio regionale...si poteva fare meglio", è indubbio che si poteva fare meglio, ma cominciando da questo, poi è palese che non è tutta colpa vostra, è chiaro perché che non è che potete avere degli ambiti di manovra come volete, certo sarebbe sicuramente diverso se ci fossero, su questo non c'è ombra di dubbio, ma queste cose diciamocele, non giochiamo a nascondere le cose, che poi alla fine queste cose escono e sono palesi.

Due passaggi in merito a quello che è il discorso legato all'accordo. Lei, Assessore, ha detto una cosa assolutamente...

Presidente - Consigliere Gerandin, ci sono due possibilità: o proseguire 10 minuti...visto che sono due disegni di legge...oppure doppia dichiarazione di voto, cioè 5 minuti di replica per i Consiglieri, io la lascio finire...

Gerandin (UVP) - ...allora, molto brevemente in merito a quello che riguarda i contenuti dell'accordo. Allora, lei Assessore, ha detto correttamente che noi avevamo portato a casa con l'accordo 2010 la compartecipazione su tutti i tributi. Io le avevo citato, e forse le è sfuggita la parte, quelli che erano sicuramente i tributi in diminuzione: IVA, imposta...ma le avevo citato anche quelli in aumento...

(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)

...esatto, 16 e 39, li avevo citati...per correttezza volevo solo dirlo, per cui, a fronte di IVA, imposta di registro, IRPEF, IRES e quant'altro in meno per un totale di 60 milioni, noi ne avevamo sulle accise della birra e sull'energia elettrica 55 milioni in più: questo io l'avevo detto e ci tengo a precisarlo, perché probabilmente le è sfuggito. Il ragionamento è semplicemente questo. La norma che viene approvata: quella che fa riferimento a decorrere dall'anno 2015...a compensazione della perdita del gettito subita dalla Regione Valle d'Aosta per l'accisa vengono corrisposti 70 milioni di euro annui - dico giusto, è corretto? - ...non ha nulla a che fare con la sentenza della Sardegna. Lei continua dire che è una conseguenza della sentenza, ma non ha nulla a che fare, perché la sentenza della Sardegna dice che l'accisa viene introitata dove viene prodotta. Allora, questa norma della finanziaria fissa in 70 milioni indipendentemente dal fatto che noi introitiamo 10, 20, 100, 200. Dice: "io alla Regione riconosco..."

(nuova interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)

...no, la norma è così, se permette...io parlo della norma della finanziaria in cui ci viene ridotto a 70 milioni il discorso...

(nuova interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)

...è riferita...no, guardi, le leggo tranquillamente, per cui è una norma...questa norma viene riferita all'articolo 4 della 181, che parla dell'intero gettito dell'accisa dell'energia elettrica e dei 9 decimi dello spirito della birra, va colpire - ma è un caso, sicuramente è un caso... - gli unici due che abbiamo in aumento, in tendenza in aumento, gli unici due che nel 2014 ci hanno portato un più 55. Allora il ragionamento che le dico, Presidente, è che, al di là di tutto, di quest'accordo, quello che non va è che ci viene praticamente quantificata in 70 milioni quella che è l'entrata su tutte queste accise, che per noi valgono molto di più, eh, mi pare, se ricordo bene, siano 180 milioni quest'anno...per cui a noi viene detto: "180 milioni scordateveli, ve ne do 70; introitate quello che volete, non è importante quello che introitate, io ve ne riconosco 70". Le altre che sono in controtendenza fanno parte di quest'accordo, questo va bene perché sono in controtendenza. Allora è questo il principio, noi quello che contestiamo è questa norma della finanziaria del 2015 che ci massacra, che in prospettiva ci fa solo male: questa era l'osservazione che volevamo fare.

Per quello che riguarda i contenuti dell'accordo, noi capiamo che è difficile, per la carità, ma che lei, Presidente, ci venga a dire che i 70 milioni non rientrano nel Patto di stabilità, è vero, è assolutamente vero, ma non cambia l'asticella rispetto a quella che è la minore disponibilità rispetto al 2014, perché i 70 milioni che pagheremo, rispetto a quello che il bilancio 2014, sono un una tantum che paghiamo, per cui, rispetto a quello che è il trend di spesa nostro, sono 70 milioni in meno non conteggiati nel Patto, dati dallo Stato, ma ai fini del Patto, mi scusi Presidente, mi scusi Assessore, ribadisco che sono 150 milioni in meno in disponibilità, su questo penso che possiamo essere d'accordo, solo su questo dico.

Ultimo - e termino veramente - è il ragionamento in merito ai contenuti. È chiaro che è difficile portare a casa delle risorse in più, ma proviamo a fare come ha fatto qualcun altro, bontà divina, il Friuli si è portato a casa che tutti quelli che sono gli interventi per la ristrutturazione e l'adeguamento di tutti gli edifici pubblici non rientrano nel Patto. Sono queste le partite da giocare, io capisco che andare a chiedere 1-2-3 milioni in più per quello che riguarda il Patto è difficile con lo Stato, portiamo a casa delle norme come il Trentino, che si è portato a casa la norma sulla fiscalità degli Enti locali; facciamo come ha fatto la Sardegna che si è portata a casa il fatto di dire che tutti gli interventi di risanamento, tutti gli interventi pubblici non rientrano nel Patto e non sarebbe mica male per rilanciare le nostre imprese: significherebbe che le risorse che abbiamo le avremmo in disponibilità e che potremmo...

Presidente - Chiedo di concludere.

Gerandin (UVP) - ...finalmente avere un po' di risorse per rilanciare il mondo dell'impresa. Grazie.

Presidente - Non ci sono altre richieste? Se non ci sono altri interventi...ha chiesto la parola il Consigliere Cognetta, ne ha la facoltà.

Cognetta (M5S) - Sì, grazie Presidente.

Per annunciare il nostro voto contrario ad entrambi i provvedimenti, il motivo, al di là della questione evidentemente di posizioni...ma non è solo una questione di posizioni... Mi rifaccio in un primo tempo all'intervento fatto dall'Assessore, che ritiene che sia stato un buon impegno...noi vediamo il bicchiere mezzo vuoto, lei vede il bicchiere mezzo pieno. Ci sono un paio di cose che però mi hanno...come dire? rincuorato: il fatto che lei dica che sicuramente bisognerà fare poi delle scelte, quindi in sostanza preannuncia quello che sarà il prossimo bilancio o comunque il prossimo anno, dove le scelte saranno sicuramente difficili...lei ovviamente non vuole anticipare quali saranno, non ne abbiamo parlato. Io credo che, alla luce di ciò che accadrà, forse dovrebbe in qualche modo da qui a dicembre preparare le commissioni in maniera più specifica, perché se prevedrà di fare dei tagli o comunque degli aggiustamenti, come li preferisce chiamare, credo che dovrebbe in qualche modo cercare di far capire a tutti che tipi di indirizzi prenderà questo Governo, perché se succederà come questa volta che arrivate in aula e "piantate giù un foglio", probabilmente la discussione sarà ancora più lunga, articolata e dai toni sicuramente più accesi, perché magari in commissione vorremo dire anche noi la nostra visto che siamo membri effettivi, soprattutto della II Commissione, mentre, per quanto riguarda i gruppi di lavoro, ci si può andare o non ci si può andare, ma sono cose extra a quella che è l'attività dei Consiglieri regionali: sono cose che si possono fare o non si possono fare, sono questioni più tecniche o più politiche se uno vuole.

Per passare invece al discorso con il rapporto con l'Assemblea, che ha, diciamo così, citato il Presidente, io volevo far presente che l'anno scorso la Regione Trentino Alto Adige e le Province autonome di Trento e Bolzano in materia di finanza pubblica con la delibera n. 1790 del 20 ottobre del 2014 deliberarono di approvare i contenuti dell'accordo tra il Governo, la Regione Trentino-Alto Adige e le Province autonome di Trento e di Bolzano in materia di finanza pubblica e quindi l'accordo "sottoscritto in via preliminare in data 15 ottobre 2015 - che si allega in copia al presente provvedimento del quale forma parte integrante e sostanziale - e di autorizzare il Presidente della Provincia a provvedere alla sottoscrizione definitiva dello stesso". Per dire cioè che, quando hanno fatto l'accordo, hanno fatto poi una delibera che approvava l'accordo stesso e io questo lo prendo come un atto...come dire? politico formale di presa in carico da parte della Giunta di un accordo che era questo, quello fatto da loro, cosa che qui non ho visto. Ora, non so se lei ha più poteri del Presidente della Regione Trentino Alto Adige o delle Province autonome di Trento e Bolzano, può darsi di sì e può darsi di no, io non credo, perché immagino che gli Statuti poi più o meno siano uguali, pare però che loro abbiano fatto un passaggio politico chiaro, approvando una delibera e quindi mettendo al corrente la maggioranza e probabilmente anche le commissioni di ciò che stava accadendo e da noi invece questo non è accaduto affatto. Ripeto: non so se lei può fare così, certo, l'ha fatto, infatti quando poi l'Assessore Perron dice che è un accordo che abbiamo sottoscritto, io la sua firma, Assessore, non l'ho vista, è un "abbiamo", sì, in plurale maiestatis, cioè nel senso più o meno "ce lo siamo trovati qui e quindi abbiamo dovuto in qualche modo dire che andava bene". Vede, queste cose qui invece non dovrebbero andare bene per nessuno e sembra una cosa formale, ma non lo è affatto, perché sottolineo il discorso che noi non abbiamo visto nulla e ce lo siamo trovati qui e potevamo fare una serie di discorsi che non abbiamo potuto fare.

Io spero che per il prossimo bilancio e per il prossimo accordo non succeda come nel bilancio passato dove magari arrivano emendamenti su emendamenti in continuazione, visto che prevedete una grossa mole di tagli e di riallocazioni differenti, io spero vivamente che ci diciate cosa volete, cosa avete intenzione di fare.

Infine, un ultimo riferimento sul perché noi non votiamo questo tipo di provvedimento lo farei rispetto a quelli che in generale sono i lavori di...come si dice? di contenuto tecnico, se quando arriviamo qui voi fate delle variazioni e non ci dite nel dettaglio poi alla fine quali sono, anche solo su 16 milioni, cioè veramente noi non sappiamo cosa stiamo approvando, tecnicamente noi non sappiamo cosa stiamo approvando. Lei oggi ci ha detto, Presidente, che dai 701 milioni...in realtà sono 790, perché ce n'è 20 in più per la ferrovia, poi ce n'è altri 60 e così via, a parte che quelli sono vincolati, quindi in realtà non è che possiamo spenderli per altro, sono già destinati e quindi aggiungerli non ha un grande senso, ma soprattutto non abbiamo ancora chiarito, perché non mi è stato ancora detto e non è stato detto nessuno in quest'aula quant'è che ci serve per andare avanti, per esempio, fino adesso nel 2015 quanto abbiamo speso? Cioè dei famosi 701 milioni quanto abbiamo già speso? Per saperlo così tra di noi...eh, non è che è una domanda da poco, le pare? Anche questo qui invece è un dato che è passato così sotto silenzio. Ma quindi cosa approviamo? Non abbiamo il totale, non abbiamo quanto abbiamo speso, non sappiamo che cosa dobbiamo tagliare...boh, dobbiamo approvare dei fogli con dei numeri così messi giù alla belle meglio. Forse può andar bene per gli altri, forse può andar bene per i colleghi della maggioranza, a noi sinceramente del Movimento Cinque Stelle questa cosa non va bene e quindi questo è il motivo fondamentale per il quale ve la votate voi. Sono molto contento di ciò che fate, spero che chi è fuori capisca che gestite le cose in questo modo abbastanza, direi, sibillino e poco trasparente, ma va bene, se vi hanno votato e state lì, vuol dire che gli va bene anche questo.

Presidente - Il Consigliere Ferrero ha chiesto la parola, ne ha la facoltà.

Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.

Io finora ho taciuto non particolarmente appassionato da questo dibattito sui massimi sistemi nel quale penso sia uscito ai cittadini poco o nulla. Di fatto c'è una realtà: che chi governa deve prendersi la responsabilità e chi è all'opposizione deve fare l'opposizione, quindi io non farei delle questioni gigantesche sul fatto si condivide, bene, non si condivide, chi governa si prende la responsabilità, è finita lì! Certo non è l'assestamento del bilancio di 4-5-6-7 anni fa: questa è una realtà. Una volta l'assestamento di bilancio...che poi "assestamento" che cosa vuol dire? Vuol dire una correzione, tu vedi a metà dell'anno quanto ti è rimasto nel portafoglio, quanto effettivamente hai speso, i famosi residui attivi e passivi e ti regoli per fare il resto dei sei mesi, in maniera che se hai risparmiato, vai a risistemare quello che hai in più e se invece hai speso in più, vai a togliere e togli quello che hai in meno...perché sennò parliamo di assestamento di bilancio e sono tutti lì a guardare...chissà di che cosa si parla?

Siamo quindi arrivati ad un assestamento, che è anche un valore che è relativamente importante, perché ormai parliamo di cifre che, rispetto ad una volta, sono cifre abbastanza esigue, quindi un dibattito che, tutto sommato, per quanto mi riguarda personalmente, è abbastanza sul sesso degli angeli. Per carità, poi si può vedere la riallocazione delle risorse, fondamentalmente la maggioranza ha confermato quella che era la linea assunta in fase di bilancio preventivo, non ci sono stati dei cambiamenti, erano auspicabili delle correzioni, le ha confermate, va bene, ne prendiamo atto, noi ne prendiamo atto, non siamo d'accordo con questo, ma non per questo, secondo me, c'è da fare tutto questo problema. Questa questione quindi ci vede comunque contrari, speriamo che in futuro si possa dal bilancio preventivo, che sarà il prossimo, prendere una nuova strada, perché ovviamente le risorse non ci sono più.

Per tornare nella concretezza, sarebbe stato bello, dato che ormai parliamo di pochi milioni di euro, aggiungere qualche milione di euro che derivasse dai risparmi dell'indennità di funzione, come avevo proposto del Presidente del Consiglio che è stato neo nominato; sarebbe stato bello che i componenti dell'Ufficio di Presidenza avessero rinunciato ai loro emolumenti, come consente la legge che a suo tempo è stata approvata; sarebbe stato bello che i Consiglieri regionali si fossero ridotti un po' gli stipendi, ci tiravamo fuori 2-3 milioni di euro, per carità, non risolvevamo tutti i problemi della Regione, sono io il primo che è convinto di questo, però, invece di fare tutto questo dibattito sul sesso degli angeli, magari qualcuno dava l'esempio e sarebbe stato meglio.

Presidente - Altri interventi? Ha chiesto la parola il Consigliere Viérin, ne ha la facoltà.

Viérin L. (UVP) - Merci Monsieur le Président.

Nous avons écouté avec attention non seulement les interventions de l'Assesseur et du Président, mais aussi les interventions des collègues sur cet intéressant sujet, qui a été un peu politique, un peu sur les rapports entre la Région et l'État et aussi, d'un point de vue marginal, sur le réajustement du budget, qui en effet est un réajustement, comme d'autres collègues l'ont rappelé ce matin, qui voit, par rapport au passé, des entités bien différentes.

Encore une fois nous avons essayé de cibler...nous avons apprécié le fait que le Président ait relevé le thème que nous partons toujours du fond et de la base en perdant par contre l'idée de fond qui est à la base de toute cette situation qui s'est créée dans ces années, qui est une valeur et un élément important: l'autonomie. Peut-être pas pour tout le monde ces discussions sont importantes, pas pour tout le monde probablement le sens d'appartenance à une communauté est le même et cela c'est normal vu que notre Conseil est la représentation de notre communauté dans son ensemble, même pour ce qui concerne ceux qui ne sont pas assis ici dans cette salle, parce qu'il y a aussi une partie de communauté qui n'est pas représentée au sein du Conseil. Nous nous sommes interrogés aussi sur comment défendre cette autonomie pour ceux qui la sentent et nous qui avons un sens d'appartenance à cette communauté nous avons une idée, qu'on nous a toujours appris: c'est que l'autonomie se défend chaque jour, à chaque débat, chaque instant, dans les couloirs, dans les institutions, chez-soi, dans la vie publique, dans la vie privée. L'autonomie est une valeur qui ne doit jamais voir un moment de renonciation, car ce n'est pas un acquis, il y a des règles qui ont été écrites, bien évidemment, quand le collègue et Assesseur Perron nous dit: "bon gré, mal gré on est dans ce Pays et on doit respecter les règles", c'est vrai, mais cela ne doit pas nous faire renoncer à un esprit non de bataille, forcément ayant une aptitude de contraste avec l'État, personne n'a dit cela, mais en partant du fait qu'on est autonomistes et qu'avant tout on défend l'autonomie et que, quand on représente les institutions, on ne représente pas soi-même, mais on représente l'esprit identitaire que cette salle représente pour nous tous. Cela pour dire qu'il est important aujourd'hui que cette discussion ait été liée au budget, car l'autonomie est une autonomie forcément financière. Sans les finances malheureusement nous nous sommes rendus compte que nous avons une autonomie qui est vide, car, oui, nous avons des idées, nous avons de la culture, nous avons une identité, mais si on a des compétences, on doit les exercer et si on n'a pas des fonds et surtout on n'a pas une programmation pour l'avenir, cela devient difficile.

Abbiamo ascoltato quindi con attenzione le sue parole, Assessore, e dobbiamo cercare di ritornare su alcuni concetti che questa mattina pensavamo fossero chiari. Prima ancora di parlare dei contenuti dell'accordo, che lei ha in qualche modo rianalizzato cercando di mettere più in luce rispetto ad ieri certi aspetti per renderli...come dire? un po' meno negativi, prima ancora di entrare nel merito, noi avevamo messo in discussione la questione di metodo. Allora, quando lei, Assessore, viene a parlarci di collegialità, la collegialità è una collegialità che probabilmente...noi speriamo ci sia stata nel Governo e ci auspichiamo che anche tutta la maggioranza fosse a conoscenza di quest'accordo e che sia stato ben discusso tra i colleghi, anche quelli che magari non sono intervenuti, ma che sicuramente conoscono molto bene le conseguenze che quest'accordo avrà e andranno a spiegarlo per strada, andranno a spiegarlo con i loro amici e conoscenti e sapranno con gli amministratori locali spiegare quello che oggi noi discutiamo, da un lato.

D'altro canto crediamo che la collegialità sia una cosa e che la condivisione che il collega Guichardaz ha evocato sia un'altra e che è la stessa condivisione che noi abbiamo rivendicato. Allora, a priori poi ci si può dividere sui contenuti dell'accordo...la nostra era una critica propositiva sul fatto, e ci ritorniamo, che avremmo auspicato, e siamo parzialmente soddisfatti che il Presidente l'abbia rilevato...forse un approfondimento in seno di Consiglio, non inteso come Consiglio Valle ma anche attraverso le commissioni, avrebbe potuto evitare questa discussione di oggi in tanti suoi aspetti. Questo non per dire che questa discussione è stata negativa, ma per dire che rischiamo qui di fare una battaglia tra sordi quando la condivisione, che tanti hanno sbandierato e continuano a sbandierare appunto negli interventi, in realtà non si è verificata e poteva invece evitare...nel senso appunto di difficoltà e di diversità di vedute.

Allora, noi, quando diciamo che il metodo è importante, lo diciamo anche perché nessuno vuole sostituire chi va nei palazzi romani, anzi non sappiamo se lei, Assessore, c'è stato nei palazzi...condivido quando si dice: "noi abbiamo...noi abbiamo...", e poi alla fine chi ci va cerca di fare sicuramente il meglio, e nessuno neanche ha detto che forse bisognava andare a battere i pugni. Questa mattina noi abbiamo parlato di possibilità anche attraverso i nostri Parlamentari dove contano, soprattutto in Senato, di cercare di incidere e magari anche di aggregarsi alle altre autonomie speciali, lei ha esplicitato la Sicilia...tutto il rispetto, tanto rispetto per la Sicilia, ma ci sono altre autonomie speciali che con noi sono nei gruppi parlamentari e che hanno ottenuto non solo in questo momento, ma nella famosa discussione della finanziaria, in quella famosa notte che abbiamo citato stamattina, la fiscalità per gli Enti locali e altre cose che sono state citate. Nessuno quindi vuole insegnare agli altri come si fa il proprio lavoro, diciamo semplicemente che noi avremmo auspicato - lo diciamo da due anni - maggior condivisione, maggior coinvolgimento del Consiglio attraverso la Commissione e un raccordo maggiore con i Parlamentari per arrivare più forti a Roma e cercare di fare "lobby" per portare a casa i risultati migliori, ma lo avete detto voi, anzi l'ha detto il collega Guichardaz che si poteva fare meglio, non è che l'abbiamo detto noi, poi l'ha ripreso anche lei, se si poteva fare meglio...magari - non lo diciamo come certezza -, condividendo maggiormente, si poteva fare quel meglio che voi non siete riusciti a fare: ecco il senso del nostro intervento.

Soprattutto capiamo le difficoltà dei Governi che cambiano, tant'è che la volta scorsa c'era un Governo di centro-destra, è stato imbarcato il PdL, adesso c'è n'è uno di centro-sinistra, si imbarca il PD, e questo fa parte anche di una strategia politica per avere quella copertura che probabilmente mancava e che oggi purtroppo è necessaria. Quando noi diciamo: "la politica del cappello in mano - che noi contestiamo - o dei rubinetti ante 1981"...è questa, perché noi vorremmo essere liberi di essere autonomisti e di poter difendere le nostre prerogative senza aver la necessità di imbarcare per forza la forza politica che a livello governativo è più vicina a chi comanda, per dire: "benissimo, almeno ci trattano bene", magari gli diamo anche il Sindaco di Aosta con i danni che adesso sta facendo. Questo era il nostro concetto, Assessore Perron, quindi non era nulla, se non poi nei contenuti che alcuni colleghi ricordavano, che darci gli strumenti per poter condividere anche noi questo pezzo di accordo che di primo acchito, e poi lo vedremo...ci è sembrato l'aver rinunciato, coattamente magari, ad un pezzo di autonomia, perché abbiamo comunque rinunciato ai ricorsi, si è negoziato, barattato, come si fa nelle trattative e sapendo che ci sono dei rischi, perché andiamo a rimettere in discussione dei pezzi di certezze normative, anche solo il rinunciare alla norma di attuazione in cambio di un accordo che, secondo noi, a livello di principio è qualcosa di rischioso e poi su questo è inutile...condivido il fatto che poi la comunità fuori non è che percepisce per forza le questioni tecniche. Queste però sono questioni importanti, non crediamo che la presa di posizione della CGIL di questi giorni sull'assestamento sia una presa di posizione superficiale, uno dei sindacati più rappresentativi della Valle d'Aosta ha detto delle cose in queste ore...di critica costruttiva per dire che non ci sono segnali di ripresa, che non c'è una visione, non è che lo diciamo noi, quindi lo dice un'associazione di categoria rappresentativa del tessuto sociale della Valle d'Aosta, poi, se vogliamo ascoltarli, li ascoltiamo, se non li vogliamo ascoltare, non li ascoltiamo. Nel merito quindi la questione...la nostra idea di aver letto un accordo al ribasso ci preoccupa e scusate se ci preoccupa...

Chiedo, Presidente, di poter fare anche la dichiarazione di voto, immagino aggregata, ci sono due provvedimenti più la dichiarazione di voto...intervento sul provvedimento e dichiarazione di voto...

Presidente - Proceda.

Viérin L. (UVP) - ...grazie. Allora, nel contenuto rischiamo e abbiamo rischiato - e forse ci siamo anche riusciti - di fare una battaglia tra sordi sui contenuti di quest'accordo, noi rivendichiamo la centralità del Consiglio, rivendichiamo il dialogo costruttivo e rivendichiamo anche la possibilità di avere un raccordo maggiore, anche se lo abbiamo già ripetuto tante volte con i nostri Parlamentari e rivendichiamo soprattutto la dignità di chi le idee ce le ha e vorrebbe poter almeno, visto che rappresentiamo tutti un pezzo di Valle d'Aosta...che questo pezzo di Valle d'Aosta potesse far parte delle idee che vengono rappresentate in termini di Valle d'Aosta quando a Roma si parla a nome di un'intera comunità.

I veri problemi sono altri, i veri problemi sono un assestamento che, da un punto di vista dei contenuti e dell'entità, è un assestamento esiguo che è proporzionato al bilancio, che è esiguo, per un'Amministrazione che purtroppo non sempre ha la possibilità o la facoltà, la capacità di dare le risposte ai diversi settori, lo vediamo ogni giorno, i settori sono in sofferenza e tanti settori sono già stati citati. Abbiamo letto e sentito negli interventi la questione dei fondi europei, ecco, sicuramente quello sarà un pezzo interessante di sviluppo della comunità, che però non deve diventare l'alibi o, meglio, il contenitore da riempire ogni volta dicendo: "benissimo, non c'è problema, lì vedremo coi fondi europei", perché poi anche quelli sono finiti e soprattutto sono molto più strutturali in termini di pianificazione rispetto a quelli regionali.

L'idea che noi vorremmo uscisse da questa discussione è che la comunità dalla politica, dagli amministratori oggi si aspetta delle risposte. Abbiamo parlato di tantissimi temi, abbiamo parlato dei settori, delle partecipate, ma incontriamo ancora gente per strada che mette più di due mesi per avere una pratica, che soffre per questa burocrazia, che è uno dei costi della politica e dell'amministrazione che noi spesso così denunciamo, inteso come noi tutti. Abbiamo creato attraverso sistemi come lo Sportello unico delle realtà che, invece che semplificare, hanno complicato e aumentato i tempi di attesa, i pareri e tutte le certificazioni, cioè oggi la gente in un momento di difficoltà si aspetta anche dalla politica, dall'Amministrazione che si risolvano i problemi quotidiani e le difficoltà oggettive che si hanno. In più se attraverso l'utilizzo oculato delle nostre risorse riusciamo anche a dare delle risposte ulteriori su dei settori dove battaglie comuni, che magari ci hanno visti su fronti diversi e che oggi vedono leggermente rivisto il quadro politico...se si riesce a far uscire delle risposte concrete, noi su questo abbiamo detto che ci siamo, però vorremmo che le cose non venissero gestite come ancora una volta sono state gestite attraverso la divulgazione di questo documento che è stato illustrato ieri e distribuito oggi, quando sappiamo che è già di qualche giorno fa, nessuno ne era a conoscenza e quindi veramente poi diventa difficile andare a condividere delle questioni che sono effettivamente importanti.

Su altri temi parte integrante dell'accordo avremo modo ancora di tornare perché noi annunciamo la presentazione di alcuni atti a margine poi dell'assestamento e della discussione dei documenti contabili più politici e di indirizzo: il tema dei trasporti sicuramente, se è stato inserito in quest'accordo, è perché è uno dei temi cruciali della nostra Regione e purtroppo noi lamentiamo il fatto che questi dossier non sono stati gestiti in modo oculato e soprattutto non stanno dando risposte alla comunità ed è il secondo volet dei problemi che oggi la comunità sta affrontando in una comunità che vive una crisi economica, che è isolata dal punto di vista dei trasporti e che non vede prospettiva dal punto di vista della sua accessibilità né interna, né all'esterno. Noi quindi rileviamo nel fatto di aver inserito i trasporti all'interno dell'accordo finanziario non solo una questione tecnica sul contenzioso che doveva già essere risolta dal 2011, ma anche una questione politica che grida un allarme per una comunità che effettivamente vede...e parto da dove siamo, da dove abbiamo iniziato, con le parole dell'Assessore Perron, che dice: "nulla sarà più come prima o comunque da oggi il mondo è cambiato", per dire che se il mondo è cambiato, cerchiamo di cambiare anche noi, soprattutto nella mentalità e nel modo di porci nei confronti delle scelte che faremo, ma anche nei confronti di questo Consiglio, che, seppur con le maggioranze che sono state modificate, nei confronti della comunità vede sempre una maggioranza ed una minoranza esigue in termini numerici, che non hanno altra via d'uscita se non riuscire a discutere su certi temi, anche su posizioni diverse, in modo e con metodi che noi vogliamo e rivendichiamo - e non ci stuferemo mai di dirlo - di approccio completamente diverso. Noi non ci riconosciamo in questo modo di agire e soprattutto non ci sentiamo coinvolti in termini di rappresentanza che noi siamo su decisioni importanti, che invece dovrebbero coinvolgere anche le opposizioni, anche la minoranza proprio per essere più forti in termini di autonomia fuori dai nostri confini.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Chatrian, ne ha la facoltà.

Chatrian (ALPE) - Grazie Presidente.

Noi pensiamo che la mattinata di oggi, l'inizio di questo pomeriggio, il tardo pomeriggio di ieri non siano stato tempo perso, siamo certi di questo e forse anche qualche tono magari un po' più forte ieri sera o all'inizio di questa mattina non ci ha portato fuori strada, nel senso che l'obiettivo era conoscere, sapere e entrare nel merito di quello che è stato l'accordo che lei, Presidente, in solitaria, da come ho potuto capire dopo questi due giorni di dibattito, ha firmato, accompagnato comunque dal suo Governo: accompagnato dal punto di vista non fisico, ma delle scelte fatte a seguito della firma che ha posto su quell'accordo finanziario, prettamente finanziario.

Il dato politico: ci piacerebbe nei prossimi mesi che alla dichiarazione che il collega Perron ci ha fatto ieri sera che è finita un'epoca, il mondo è cambiato...si dia gambe e corso a quanto detto, a quanto affermato, altrimenti rimangono dei semplici annunci e ci piacerebbe sinceramente, come gruppo ALPE, che dagli annunci si passasse più ai fatti con le risorse che abbiamo, ma non sempre dobbiamo fermarci e soffermarci solo al discorso finanziario. Ieri sera forse in maniera...forse sono stato troppo crudo, ma ho fatto tre esempi semplici di quanto questa macchina non è performante, di quanto questa macchina amministrativa regionale non dà dei servizi celeri alle imprese, agli artigiani o alla semplice famiglia. Sappiamo delle sacche enormi ancora di tempi, perdite di tempo che comunque le nostre aziende devono ancora oggi aspettare a diversi livelli: è stato citato lo Sportello unico, ieri io ho citato un esempio del Comune di Aosta, un esempio dell'Amministrazione regionale e ho citato anche degli esempi all'interno dei nostri Assessorati; su questo nulla c'entra l'accordo politico che è stato siglato, ma mi sembra che su questo si imponga la necessità di mettere mano, se non subito, prestissimo...perché è il minimo che probabilmente questa macchina debba dare corso e gambe.

L'altro passaggio che vorrei fare è questo...sta nei ruoli che abbiamo diversi e questo passaggio vorrei farlo e declinarlo bene. C'è un Governo, c'è un Esecutivo, c'è una maggioranza, che oltretutto è stata allargata da poche settimane, che ha un altro ruolo rispetto al nostro, ma non avessimo tra ieri e oggi messo in luce...probabilmente forse più le ombre che non le luci a seguito dell'accordo, a seguito anche del rendiconto, a seguito anche dell'assestamento, probabilmente non avremmo avuto le risposte che poc'anzi il Presidente della Regione ci ha illustrato. La sua abilità poi indubbiamente è quella di semplificare molto nel momento in cui si affrontano...ma non temi cruciali, perché non penso che abbiamo perso tempo, nessuno di noi ha perso tempo. Oggi stiamo parlando di cifre impattanti e di rapporti difficili con uno Stato che è pieno di debiti, che langue da tutte le parti, che fa acqua da tutte le parti e che detta l'agenda su certe cose che poi non è in grado comunque di mantenere, peccato che ogni tanto facciate anche voi le stesse cose che fa lo Stato nei confronti...l'abbiamo detto prima, Presidente: i rapporti con i nostri Comuni, rivedere non solo la 48, ma quello che è il rapporto di certezza fra Regione e Comuni è un'altra cosa ancora, la 48 all'interno loro dei Comuni, ma il messaggio, il rapporto proprio di riforma tra Regione e Ente locale.

A seguito della sua risposta, anche per quanto riguarda il raffronto, io l'avevo chiesto in questa tarda mattinata...e, se non ci fosse stato quest'accordo che avete siglato qualche giorno fa, la situazione sarebbe stata drammatica. Allora, non è che ripongo la domanda...avete salvato il salvabile? Qualcosetta, lei oggi...tutto non lo so, ma qualcosa avete salvato, rispetto al 2014...indubbiamente si è chiusa la partita per quanto riguarda il 2014, chiusa la partita per quanto riguarda il 2015 e queste sono le risorse a nostra disposizione. Questo mi sembra...qualche soldino in meno rispetto al 2014, giusto? Solo per contezza, perché altrimenti parliamo delle lingue diverse, abbiamo un patois diverso fra Torgnon e Brusson, ma l'importante è capirci, quindi la sintesi indubbiamente è che, se non ci fosse stato quest'accordo del 21 luglio, probabilmente avremmo discusso tranquillamente del rendiconto e dei 16 milioni dell'assestamento, ma qui la situazione era "al pian dei babi" (traduzione dal dialetto piemontese: "pessima"). Parallelamente, a seguito di quest'accordo, noi abbiamo visto più ombre, voi avete visto più luci probabilmente, ma non per un discorso di ruoli...ma comunque, rispetto al 2014, il modello Valle d'Aosta ha meno disponibilità, ha meno soldi da destinare: questo era il concetto che ieri ho cercato di inoltrare, di inviare al Governo, perché altrimenti sembravamo dei marziani noi, perché chi ci ascoltava: "più 150, meno 120, più 300, 500... " uno non capiva più nulla. La sintesi, il dato politico che la comunità tutta deve sapere da parte nostra è che a seguito anche di quest'accordo politico del 21 luglio...è stato scritto nero su bianco, è stato detto pochi minuti fa dal Presidente della Regione, ci sono meno risorse rispetto al 2014. Solo per contezza e per correttezza, perché poi altrimenti non si possono raffrontare comunque dei bilanci e dei rendiconti nel momento in cui non c'è la possibilità di fare dei raffronti.

Termino con due inviti, Presidente Rollandin: il primo, lei ci ha parlato di rapporti dell'Assemblea, oggi manca il Presidente del Consiglio, ci sono i due Vicepresidenti del Consiglio, in mancanza del Presidente del Consiglio, chiediamo comunque ai due Vicepresidenti di maggioranza e di opposizione di far valere quest'Assemblea, di ridare comunque...valere nel senso che lei oggi ci ha parlato di rapporti, Presidente Rollandin, rapporti con l'Assemblea nel senso che...lei sorride ma forse, ripeto, per qualcuno qua all'interno non era importante, ma poter...come dire? avessimo avuto questo documento cinque o sei giorni fa, probabilmente il rapporto sarebbe stato...e la dialettica sarebbe stata completamente diversa, e su questo...quindi cose da non più fare.

Il secondo invito invece è più importante per il domani. Lei ha giocato la partita probabilmente - mi assumo io la responsabilità di questo passaggio - in solitaria nei palazzi romani, le chiediamo per il domani: per quanto riguarda le altre partite, ha l'interesse di giocarle invece con tutto il Consiglio regionale? Con la Commissione competente? Cito un esempio così parliamo di cose pratiche, altrimenti parliamo solo di "fuffa" o di aria fritta. Il punto 7 mi sembra importante, pesante, capitale per i prossimi mesi e i prossimi anni, ecco, le chiederemmo, dal punto di vista politico, l'impegno di giocare la partita non in solitaria, neanche, con tutto rispetto, collega Perron, il suo Governo, ma con la Commissione competente o quanto meno i gruppi rappresentati in questo Consiglio.

L'ultima considerazione: lei ha citato molto bene un modus operandi che abbiamo messo in campo a fine 2014-inizio 2015, quando lei ci ha invitato a certi tavoli su certe riforme e certi temi ad affrontare la questione per riformare, ad esempio, come il mondo della finanza locale, dei nostri Comuni. Chi ha voluto partecipare ha partecipato, chi non ha voluto non ha partecipato, chi ha pensato bene di portare le sue considerazioni, le sue proposte a quel tavolo...alcune volte sono state accettate, altre volte non sono state accettate, sono state dette cose...io penso che il lavoro...ecco, anche su quest'accordo finanziario io penso che noi avremmo potuto darle una mano, con un po' di presunzione le dico che noi avremmo potuto darle una mano, indubbiamente parlo a nome del gruppo ALPE, ma una piccola mano avremmo potuto dargliela, chi non voleva partecipare a quel tavolo poteva alzarsi e dire che era una perdita di tempo, chi voleva invece mettere a disposizione le proprie piccole competenze, piccole magari professionalità avrebbe potuto mettere la sua parte attorno a quel tavolo e poi prendere qualsiasi decisione in quest'aula.

Termino dicendo che il nostro gruppo voterà contro sia sul disegno di legge n. 59 che sul disegno di legge n. 60 e speriamo che alla ripresa dei lavori nel mese di settembre almeno dal punto di vista del metodo ci sia la possibilità di vero confronto, di collegialità e poi ognuno deciderà le proprie sorti, le proprie posizioni. Grazie.

Presidente - Ci sono altre richieste di intervento? Possiamo prendere atto dei punti...chiede la parola il Consigliere Berstchy, ne ha la facoltà.

Berstchy (UVP) - Sì, volevo chiedere se è possibile, Presidente, una brevissima sospensione per una riunione del gruppo prima dell'inizio della votazione. Grazie.

Presidente - Viene concessa una sospensione dei lavori.

Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 17,09 alle ore 17,16.

Rosset (Presidente) - Possiamo riprendere i lavori? Grazie, riprendiamo i lavori dopo la sospensione. Ripeto: ci sono altre richieste di intervento? Non ci sono altre richieste di intervento.