Oggetto del Consiglio n. 1228 del 20 maggio 2015 - Resoconto
OGGETTO N. 1228/XIV - Interrogazione: "Semplificazione del procedimento per l'approvvigionamento degli alimenti da parte dei soggetti celiaci".
Président - Pour la réponse, la parole à l'Assesseur Fosson.
Fosson (UV) - Grazie, buongiorno.
Tutto parte da una legge nazionale: la legge n. 125 del 2005, che prevedeva la distribuzione gratuita di cibo senza glutine ai malati con celiachia. La delibera regionale di riferimento è la n. 160 del 2011, che rivedeva però una precedente delibera del 2009, che fissava sempre il tetto di spesa, ma che aveva differenziato molto sull'età e sulla tipologia di prodotto; successivamente ci fu poi la costituzione del gruppo tecnico, previsto dalla stessa delibera. L'atto come ha visto, prevede lo stesso importo per i minori mentre ci sono alcune Regioni d'Italia che differenziano l'importo tra uomini e donne, addirittura, come se le donne dovessero mangiare di meno. Questa delibera rideterminava l'importo in 142,23 euro per tutti indipendentemente dall'età, anche se fissa per i minori di 10 anni delle quantità di cibo differenziato. Si tratta dunque di un importo che è il più alto d'Italia, e questo è da dire, di 142 euro; il Piemonte prevede 94 euro al mese fino a 10 anni e 120 euro per i maggiorenni. Le cifre previste dal Ministero sono ancora più basse. Importo che, anche se è il più alto d'Italia, nessuno ha intenzione in questo momento di modificare, avendolo acquisito a bilancio e questo credo sia un dato da evidenziare. C'è anche un po' di polemica: l'Associazione diabetici, per esempio, diceva: "voi a questi pagate tutto il cibo e non la differenza tra il cibo normale...". Le modalità di distribuzione, determinate dalla ricetta medica fatta mensilmente dal medico, dal pediatra, e dall'acquisto in farmacia furono dettate da una scelta del 2011. Una scelta determinata sempre da questo gruppo tecnico per garantire, per permettere soprattutto una tracciabilità, nel senso che si sono verificati in tanti posti degli abusi; con le tessere uno poteva andare a prendere i cibi per celiaci insieme ad altri mentre questo sistema aveva sicuramente determinato un controllo e quindi una sicurezza, ma soprattutto perché allora non esisteva un altro tipo di tracciabilità che non fosse quello della ricetta, che, concordo, è un sistema che obbliga il paziente alla rendicontazione mensile. Però, dal punto di vista della Regione, questa era una grossa difesa sulla correttezza della distribuzione. Non ci sono state interpellanze mai su questo, c'è stata un'interrogazione probabilmente promossa dai piccolo commercianti, attraverso il Difensore civico che ha chiesto alla Regione: "perché fate questo tipo di distribuzione?". È stato risposto, sempre nel 2011, come le dicevo: "per garantire una tracciabilità...", perché in quel momento prevedere un nostro sistema ad hoc di tracciabilità per 400 pazienti era una cosa impossibile, impensabile e costosa. Certo, adesso sono cambiati i tempi, però quello che vogliamo valutare noi e se sia possibile semplificare, le procedure in atto come dice nell'interpellanza, o comunque verificare delle altre possibilità di distribuzione per il fresco. Le farmacie però, a mio avviso correttamente, avevano già cercato di fare questa politica del pane fresco fatto venire dal Piemonte, però in pratica poi non era andata bene, nel senso che i costi erano molto maggiori dei ricavi. Adesso abbiamo qualche cosa di nuovo, perché rispetto al sistema di tracciabilità abbiamo appreso che in Umbria c'è un sistema particolare che possiamo utilizzare attraverso la norma del riuso dell'Agenzia delle entrate, usando tale sistema esistente da altre parti senza costruircelo per noi.
La nostra posizione sicuramente è di verificare, studiare se esistono delle possibilità per diversificare le modalità di fruizione del cibo mantenendo questo modo di distribuzione e di tracciabilità che mi sembra importantissima. Facendo attenzione a non generare gli abusi dobbiamo valutare bene anche l'economicità del discorso, con il piccolo commerciante che investe in un forno senza glutine...che rispetto al potenziale bacino di clientela pone un problema, appunto, di sostenibilità. Sono 400 i celiaci, ma non sono tutti ad Aosta, alcuni vengono da fuori. C'è comunque da tenere conto dall'altra parte le farmacie si sono attrezzate in modo mirabile per risolvere questo problema, di fronte ad una minore richiesta, perché se abbiamo delle altre fonti, la gente andrà meno in farmacia. Ad Aosta ad esempio c'è una grande farmacia che ha 20 specie di alimenti e c'è una scelta, eccetera. Il problema è questo: cioè di ristudiare, e rivedere, se sia sostenibile e, ripeto, in ogni caso la novità è che abbiamo un nuovo sistema di controllo della tracciabilità.
La nostra paura e la nostra preoccupazione, che penso diano di tutti, è di non demolire un sistema che comunque ha funzionato bene per la nostra realtà, che conta solo 400 pazienti e quindi di non far saltare il sistema della tracciabilità. Io ho parlato anche con l'Associazione celiaci del Piemonte, in via di un importate convegno che avrà luogo ad Aosta, il 6 giugno, in cui noi porteremo le nostre proposte e l'analisi di questa sostenibilità. Quello che ci preoccupa in questo momento è di mettere sì in piedi un sistema sicuro e tracciabile, ma che deve essere anche sostenibile da parte dei piccoli commercianti, in previsione di un eventuale arrivo della grande distribuzione. Io sono anche d'accordo, dopo il 6 giugno, quando avremo i dati, a fare un passaggio in Commissione, rispetto ad una assunzione comune di responsabilità su un sistema che può essere allargato, per migliorare la vita dei pazienti, ma che ci pone dei grossi problemi. Dall'altra parte i costi, rispetto a cui, noi chiederemo anche alle farmacie di ridurli. Stiamo anche lavorando sul marchio da mettere nei vari ristoranti di apertura di menù per celiaci, senza glutine. Come le dico è un discorso, su cui bisogna impostare un nuovo sistema che pone comunque dei problemi di sostenibilità.
Presidente - Per la replica, la parola alla Consigliera Fontana.
Fontana (PD-SIN.VDA) - Grazie Assessore per la sua risposta e per la voglia di affrontare questa problematica. Anche se lei dice che non c'è mai stato questo problema, a me hanno riferito che l'hanno posto diverse volte, ma che non c'è stata la volontà o non c'era la possibilità di vedere cosa fare. Il problema esiste: io non voglio che non ci sia la tracciabilità o che non si faccia un lavoro corretto, non è questo che io le ho chiesto, io le chiedo se si può creare meno disagio sia ai pazienti, perché una volta che è diagnosticata questa malattia da qui non si guarisce...e in più solleviamo anche il medico di base da questo lavoro. Sappiamo già che i medici sono pieni di lavoro, non riescono a dare il giro...
(interruzione dell'Assessore Fosson, fuori microfono)
...è la verità, perché sappiamo che la sanità in questo momento ha anche difficoltà ad assumere personale, il problema c'è, io direi: perché non vedere di fare magari un tesserino? Lei mi ha detto che la possibilità adesso c'è per la tracciabilità, perciò il discorso si può fare, poi non è vero che non c'è la certezza dei negozi, adesso abbiamo visto che sul territorio ci sono diversi negozi che offrono questa possibilità a costi anche inferiori e su questo si risparmia, non è che andiamo a spendere di più, perché se io oggi ho bisogno solo della farina o del pane fresco, vado, lo prendo, mi viene detratto da questo tesserino, non è che perché se ho questo tesserino, io spendo tutti i soldi se non ne ho bisogno. Questo...
(nuova interruzione dell'Assessore Fosson, fuori microfono)
...e cosa me ne faccio? Se io sono celiaco e non mi servono? No, io voglio dare la garanzia a queste persone che hanno già un problema e non farli tribolare ogni mese ad andare dal medico, fare la ricetta, andare solo in una farmacia...io non sono contro le farmacie, ci mancherebbe altro, io non sto dicendo che il paziente non deve andare in farmacia, non è questo il mio invito, io dico che voglio dare la possibilità a queste persone di scegliere dove andare a prendere da mangiare, perché se io trovo il pane fresco in un negozio, io vado lì e lo prendo e lo trovo fresco e mi costa anche meno. Questa possibilità le chiedo...
(nuova interruzione dell'Assessore Fosson, fuori microfono)
...ho capito, io la ringrazio per la disponibilità, cerchiamo di lavorare in fretta e risolviamo questa burocrazia, perché veramente parliamo sempre di togliere tutte queste cose burocratiche e invece poi alla fine complichiamo la vita sempre alle persone. Sono 400, proprio perché sono 400 e non sono tante, secondo me, possiamo risolvere questo problema. Io la ringrazio per la disponibilità, ci starò dietro in modo che le cose non vadano per le lunghe, verrò al convegno e cercheremo di vedere cosa fare finalmente per risolvere questi problemi a queste persone, che per loro sono molto importanti. Grazie.
Presidente - Punto 8 all'ordine del giorno.