Oggetto del Consiglio n. 956 del 14 gennaio 2015 - Resoconto
OGGETTO N. 956/XIV - Disegno di legge: "Modificazioni alle leggi regionali 9 febbraio 1995, n. 4 (Elezione diretta del Sindaco, del Vice Sindaco e del Consiglio comunale) e 7 dicembre 1998, n. 54 (Sistema delle autonomie in Valle d'Aosta)".
Presidente - Prima di passare la parola al relatore, vorrei ricordare ai Consiglieri che si discute sul testo pervenuto dalla I Commissione e che ci sarà anche l'emendamento n. 1, che è stato distribuito a tutti i colleghi insieme al testo di legge approvato dalla commissione. La parola al relatore Farcoz.
Farcoz (UV) - Merci Président.
Il disegno di legge n. 37 rappresenta, dopo la legge regionale n. 6 del 2014, il secondo testo di riforma degli Enti locali, che tiene conto del particolare contesto socio-economico che la comunità valdostana sta attraversando (dovranno essere ancora affrontate la legge degli emolumenti e la legge relativa ai Segretari comunali). La legge regionale n. 6 del 2014 ha una ratio secondo la quale alla base dell'organizzazione degli Enti locali ci deve essere una forte collaborazione tra essi, distribuendo le competenze secondo il principio della sussidiarietà ai Comuni, all'Associazione dei Comuni, alle Unités e, infine, alla Regione. Questo perché la volontà politica è stata quella di mantenere 74 Comuni come presidio del territorio montano e come ricchezza culturale della nostra comunità, per queste motivazioni crediamo che il DL n. 37 sia la diretta conseguenza della legge n. 6 del 2014 e che questo risponda a diversi concetti che cerco di riassumere brevemente:
- collaborazione: riferita non solo al livello amministrativo e istituzionale tra i diversi uffici, ma anche e soprattutto tra i cittadini che vogliono dare un contributo al proprio Comune mettendosi intorno a delle idee e non esclusivamente alle persone...in particolare per i Comuni più piccoli;
- partecipazione, perché, sebbene una piccola riduzione del numero dei Consiglieri sia stata attuata, crediamo che la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica sia ancora un valore aggiunto per le nostre società di montagna, nelle quali la condivisione dei problemi e delle difficoltà e la partecipazione nel risolverli sono ancora valori ben presenti;
- rinnovamento, perché crediamo che le nuove generazioni debbano crescere con la consapevolezza che loro stesse devono essere responsabili del loro futuro politico, sociale ed economico, garantendo un turnover nei ruoli di responsabilità;
- condivisione perché è stata la sintesi di un gruppo di lavoro derivante dalla I Commissione di tutte le differenti forze politiche, tranne il Movimento Cinque Stelle, che ha declinato l'invito dopo la prima riunione del gruppo di lavoro, un iter che è durato circa tre mesi nei quali le idee di tutti sono state analizzate e approfondite. Solo una piccola precisazione: lunedì 5 la I Commissione si è riunita ed è stato presentato il lavoro del gruppo di lavoro e sono stati distribuiti i testi e gli emendamenti relativi. Pertanto sin d'ora permettetemi di ringraziare il gruppo di lavoro a cui hanno partecipato le forze politiche, la I Commissione, i Sindaci, che ieri hanno discusso la legge, il CPEL e il suo Presidente ed evidentemente i tecnici che hanno collaborato alla stesura del testo.
Venendo ora nel merito del DL n. 37, esso risulta essere la sommatoria delle diverse modifiche introdotte nelle leggi regionali n. 4 del 1995 e n. 54 del 1998, di seguito elencherò le principali novità introdotte.
Il disegno di legge regionale n. 37 del 2014 introduce nella legge n. 4 del 1995 una novità fondamentale rispetto alla disciplina attuale, modificando il sistema di elezione nei Comuni con popolazione inferiore ai 1.000 abitanti, ove il corpo elettorale procede ad eleggere a suffragio universale e diretto, con sistema maggioritario, esclusivamente i Consiglieri comunali. In tutti i Comuni con popolazione superiore ai 1.000 abitanti, ove le cariche di Sindaco e Vice Sindaco restano di origine elettiva diretta, l'impianto attuale rimane invece immutato. In particolare nei Comuni con popolazione sino a 1.000 abitanti con elezione a sistema maggioritario è prevista l'attribuzione dei due terzi dei seggi comunali alla lista che abbia ottenuto il maggior numero di voti validi nel primo e nel secondo turno. Alla lista che abbia riportato più del 70 percento dei voti validi sono invece assegnati i quattro quinti dei seggi. In entrambi i casi i seggi restanti sono ripartiti proporzionalmente tra le altre liste che abbiano ottenuto almeno cinque voti validi.
Il presente disegno di legge interviene inoltre modificando il numero dei Consiglieri che compongono i Consigli comunali, rimodulando le fasce demografiche e introducendo una fascia ulteriore rispetto a quanto previsto dalla normativa vigente, pertanto nella fascia fino a 1.000 abitanti il Consiglio comunale è composto da 11 Consiglieri. Nei Comuni con popolazione superiore a 1.000 abitanti, oltre al Sindaco e al Vice Sindaco, il Consiglio comunale è composto da: 13 Consiglieri nei Comuni con popolazione da 1.001 a 3.000; 15 Consiglieri nei Comuni con popolazione da 3.001 a 5.000; 17 Consiglieri nei Comuni con popolazione tra 5.000 e 15.000 abitanti e 27 Consiglieri nei Comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti. Conseguentemente alla determinazione delle nuove fasce e alla modifica del numero dei Consiglieri, la legge procede alla ridefinizione del numero minimo e del numero massimo dei candidati alla carica di Consigliere comunale e del numero degli elettori non candidati che sottoscrivono le liste: nei Comuni sino a 1.000 abitanti la lista ha un minimo di 7 e un massimo di 11 candidati; da 1.001 a 3.000 abitanti un minimo di 9 e un massimo di 13; da 3.001 a 5.000 abitanti un minimo di 11 e un massimo di 15; da 5.001 a 15.000 abitanti un minimo di 13 e un massimo di 17 e, infine, per i Comuni superiori a 15.000 abitanti, un minimo di 19 e un massimo di 27.
Al fine di promuovere la rappresentanza di entrambi i sessi nelle liste di candidati alla carica di Consigliere comunale, assicurato a livello nazionale dalla legge 23 novembre 2012, n. 215 (Disposizioni per promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nei Consigli e nelle Giunte degli Enti locali...), il disegno di legge introduce la previsione secondo cui nessuno dei due sessi possa essere rappresentato in misura inferiore al 20 percento dei candidati, come altresì garantito a livello regionale dalla legge 12 gennaio del 1993, n. 3.
Analogamente, per quanto concerne l'espressione delle preferenze, nel caso in cui ne vengano espresse tre, almeno una deve riguardare i candidati di sesso diverso, pena l'annullamento dell'ultima preferenza.
Infine il presente disegno di legge procede ad uniformare la normativa regionale alle novellate disposizioni nazionali, con particolare riferimento alle cause ostative alla candidatura, ad alcune delle cause di ineleggibilità e di incompatibilità con le cariche di Sindaco, Vice Sindaco e di Consigliere comunale.
Per quanto riguarda le modifiche alla n. 54 del 1998, a seguito delle modifiche introdotte dalla legge n. 4 del 1995, è stato necessario precisare appunto nella legge n. 54 del 1998 il ruolo assunto dalla figura del Vice Sindaco nei diversi Comuni. In particolare, nei Comuni con popolazione fino a 1.000 abitanti, il Vice Sindaco, eletto dal Consiglio comunale contestualmente al Sindaco e alla Giunta, sostituisce il Sindaco in caso di assenza o di impedimento. Per Vice Sindaco nei Comuni con popolazione superiore a 1.000 abitanti si intende invece l'organo eletto direttamente dal corpo elettorale unitamente al Sindaco.
Il disegno di legge procede a distinguere le diverse modalità di convocazione e di presidenza della prima seduta del Consiglio dopo le elezioni, nonché ad introdurre l'elezione del Sindaco e della Giunta, atti fondamentali di competenza consiliare tra gli adempimenti da svolgere nei Comuni con popolazione sino a 1.000 abitanti nel corso della prima seduta.
Inoltre, per i Comuni con popolazione superiore a 1.000 abitanti, è stata inoltre introdotta la possibilità di prevedere nello statuto un Ufficio di Presidenza e la figura del Presidente del Consiglio, questo recependo le osservazioni del CELVA.
Il presente disegno di legge definisce la composizione della Giunta comunale come di seguito precisato: nei Comuni con popolazione sino a 1.000 abitanti la Giunta è composta dal Sindaco, dal Vice Sindaco e da un numero massimo di due Assessori; nei Comuni con popolazione superiore ai 1.000 abitanti la Giunta è composta dal Sindaco, dal Vice Sindaco e da un massimo di due Assessori nei Comuni con popolazione da 1.001 a 3.000 abitanti, da tre Assessori nei Comuni con popolazione da 3.001 a 15.000 abitanti, cinque Assessori nei Comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti. Si rinvia però allo statuto la possibilità di stabilire un numero di Assessori superiore ai limiti previsti ad invarianza della spesa. In tutti i Comuni è inoltre garantita nella Giunta la presenza di entrambi i generi qualora nella lista che è risultata vincitrice siano stati eletti Consiglieri del genere meno rappresentato per almeno il 15 percento degli eletti.
In merito alle modalità di elezione del Sindaco, del Vice Sindaco e della Giunta nei Comuni con popolazione sino a 1.000 abitanti è stato previsto che il Sindaco è eletto, unitamente al Vice Sindaco e alla Giunta, sulla base di un documento programmatico, a scrutinio palese e a maggioranza assoluta dei Consiglieri assegnati dal Consiglio tra i propri componenti nella prima seduta successiva alle elezioni.
In merito infine alle limitazioni dei mandati, il cui numero viene calcolato a far data dalla prima elezione effettuata in ciascun Comune successivamente all'entrata in vigore della legge n. 4 del 1995, le modificazioni proposte prevedono che, nei Comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti, chi ha ricoperto per due mandati consecutivi la carica di Sindaco, non è allo scadere del secondo mandato immediatamente rieleggibile alla medesima carica né a quella di Vice Sindaco o di Assessore; nei Comuni con popolazione fino a 15.000 abitanti chi ha ricoperto per tre mandati consecutivi la carica di Sindaco non è allo scadere del terzo mandato immediatamente rieleggibile alla medesima carica, né a quella di Vice, né a quella di Assessore.
Infine permettetemi di illustrare l'emendamento che deriva dal coordinamento del testo a seguito dell'inserimento dell'osservazione del CELVA relativa agli statuti per la previsione dell'Ufficio di Presidenza e del Presidente del Consiglio, che il gruppo di lavoro e la commissione avevano impostato superiore ai 15.000 e recependo le osservazioni del CELVA, abbiamo adottato la loro ipotesi, ovvero sopra i 1.000 abitanti. Grazie per l'attenzione.
Presidente - È aperta la discussione generale. C'è qualcuno che chiede la parola? Ribadisco: c'è qualcuno che chiede la parola? Altrimenti chiudiamo la discussione generale e passiamo all'articolato. Non ci sono richieste, si chiude la discussione...la parola al Consigliere Donzel.
Donzel (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.
Capisco la fretta per questa legge che arriva in aula, però almeno la discussione generale la vogliamo fare. Intanto anch'io ringrazio per la pazienza che hanno avuto quelli che hanno lavorato con me nel gruppo di lavoro e la I Commissione, perché non è stato un confronto certamente facile, c'erano tante posizioni, tante sensibilità in campo e tutti in qualche modo avevamo le ragioni anche dei nostri movimenti che avevano costruito documenti, testi di legge. Noi venivamo anche da una storia di anni passati, che, insomma, anche con i colleghi dell'ALPE ci aveva visto presentare già dei testi di legge di modifica.
Noi abbiamo sempre scelto, anche in passato, su leggi delicate come quelle che, diciamo, riguardano tutto un sistema di elezioni, leggi molto ampie, di utilizzare il sistema di leggi sotto forma di emendamento, cioè di andare a correggere alcune parti dell'intero complessivo sistema legislativo, cosa che peraltro si è poi rivelata a lungo andare un sistema che è stato adottato poi dallo stesso gruppo di lavoro, che ha fatto prima degli emendamenti e poi li ha inseriti alla fine all'interno del testo legislativo. Vorrei ricordare che nella passata legislatura una delle battaglie che ci aveva visto spenderci con una certa forza è stata quella...oggi, alla luce di questo testo, farà un po' sorridere, ma vuol dire che certe battaglie che si fanno con coerenza poi addirittura vengono letteralmente superate dagli eventi...nell'altra legislatura, quando ci fu la riforma della legge elettorale, noi avevamo sostenuto con forza il fatto della non possibilità per il Sindaco di ricandidarsi Vice Sindaco. Sembrava allora una battaglia terribile, durissima, tant'è che alla fine l'aula nell'altra legislatura si limitò - e noi non lo votammo - ad approvare un ordine del giorno che invitava i Sindaci a non ricandidarsi nella posizione di Vice Sindaco, chi ha un po' di memoria se lo ricorda. Beh, oggi, guardando questo testo, non possiamo che essere soddisfatti nel vedere che all'interno di questo testo finalmente questo principio non soltanto è pienamente accolto, ma con nostro grande piacere è superato ed esteso anche alla qualifica degli Assessori. Chi ha esaurito il triplice mandato da Sindaco quindi non può più essere in qualche modo coinvolto nella Giunta successiva e sul modello anglosassone non gli viene negata la possibilità di fare il Consigliere, quindi di continuare a contribuire a fare politica, perché diciamocelo chiaramente ci sono delle persone che in questo caso - noi l'abbiamo fatta questa battaglia - nei Comuni fanno una vera e propria azione quasi di volontariato, quella di Consigliere comunale, ebbene, se la vogliono fare, è giusto che lo possano fare, ma il principio di non essere ricollocati in Giunta è un principio molto forte e che, per quanto ci riguarda, vede coronarsi una battaglia iniziata nell'altra legislatura. In questa legislatura ci eravamo posti un obiettivo un po' più alto, ci eravamo detti: "proviamo a vedere se riusciamo a togliere la figura del Vice Sindaco, nell'ottica di dare ai cittadini la possibilità di non scegliere una coppia che è preordinata, preconfezionata", eccetera, su questo ovviamente all'interno di un testo che richiede anche delle mediazioni...non siamo riusciti a far valere le nostre ragioni.
Una cosa che naturalmente ci ha fatto molto piacere di fronte ai primi dati che ci arrivavano sull'idea di andare a ridimensionare fortemente il numero dei Consiglieri comunali visto che in molti Comuni costano nulla e sono una risorsa...abbiamo molto apprezzato che poi insieme si sia convenuto di fare una riduzione che fosse molto contenuta, in questo modo in qualche modo, dal nostro punto di vista, si è ridotto il numero dei Consiglieri, ma si è salvata la democrazia, perché un'assemblea che continua ad avere 11 Consiglieri è un'assemblea che mantiene una sua dignità di assemblea e non si riduce ad un club di quattro o cinque giocatori di carte. Da questo punto di vista, quindi è uno sforzo molto positivo, che è stato fatto da tutte le forze politiche di riconoscere il valore e l'importanza delle assemblee comunali.
Un aspetto dirimente di questo percorso che abbiamo fatto è stato quello che nutrivamo delle perplessità rispetto alla non elezione diretta del Sindaco e immaginavamo che questa cosa potesse essere proposta soltanto per i piccolissimi Comuni, poi valutazioni di altre forze politiche hanno esteso quest'idea di non eleggere direttamente il Sindaco fino ai Comuni fino a 1.000 abitanti, però si è poi in qualche modo chiarito che rimaneva...come ha ben detto il relatore, mantenere un sistema maggioritario, che per noi è un elemento fondamentale. Il sistema maggioritario obbliga comunque quelli che vanno a comporre una lista...e possono anche essere dei cittadini che non fanno riferimento a forze politiche, anzi sarebbe auspicabile che la società civile si mettesse in campo e costituisca liste...ma occorre presentarsi però ai cittadini non soltanto con un simbolo, che può essere di partito o un simbolo civico, come avviene spesso nei Comuni, ma con un programma che in qualche modo traccia l'avvio dei lavori della legislatura e a cui durante la legislatura i Consiglieri devono in qualche modo attenersi e dare conto alla fine della legislatura. Questo è stato uno dei motivi che ci hanno fatto ripensare la nostra in qualche modo criticità rispetto alla non elezione diretta del Sindaco a fronte però del mantenimento del sistema maggioritario, quindi della chiarezza della proposta politica che viene fatta ai cittadini.
Altro nodo non facile da affrontare è stata la questione che riguarda le preferenze. Questione annosa in Valle d'Aosta, molto delicata, perché è stata oggetto anche di referendum e di discussioni molto accese, su cui sicuramente bisognerà continuare a riflettere molto su quello che noi continuiamo a vedere come un pericolo: quello del cosiddetto "controllo del voto", soprattutto laddove ci sono piccole realtà comunali. Di fronte però alla possibilità che ci era data di promuovere una cosa che da noi, come assemblea del partito, tutta riunita, era stata individuata come una delle forti novità da portare all'interno della legge, cioè di dare un segnale forte di cambiamento nella legge...era quella della questione di genere. Ora, voi direte: "ma perché della questione di genere parlano i maschietti?", infatti si è visto che al CELVA, dove c'è qualche maschietto, qualche voto contrario è arrivato sulla questione di genere, in modo, secondo me, anche un po' antipatico, se lo devo dire, perché la questione di genere non va vista nella questione uomo, donna, ma va vista nella questione delle pari opportunità che in tutti gli ambiti della vita devono essere create in tutte le situazioni. Si tratta non solo per quanto riguarda, in questo caso, nelle leggi elettorali di una questione che riguarda soprattutto le donne, ma in genere si tratta della crescita dei diritti all'interno della società in senso lato. È in questo modo che noi affrontiamo questa questione, non è possibile che in una società che è composta dal 50 percento di donne elettrici, 50 percento sostanzialmente di uomini elettori non riusciamo mai a creare condizioni diverse. Bisogna in questi casi essere promotori dell'accesso alla democrazia e fare qualche sforzo: ecco la ragione che ci ha visti in qualche modo accettare le tre preferenze, ma a patto che ci fosse il cosiddetto "concetto di una terza preferenza di genere", peraltro già sperimentata nelle elezioni europee e che ha dato - bisogna riconoscerlo - nelle elezioni europee dei frutti, quindi in qualche modo un'esperienza da sperimentare anche in Valle d'Aosta, naturalmente quando magari affronteremo anche la legge elettorale regionale... Questi sono degli step che in qualche modo ci portano avanti...e abbiamo anche delle idee sul cosiddetto "controllo del voto" a livello regionale...che magari si possono mettere in campo senza togliere le cosiddette "preferenze", attuando dei sistemi di scrutinio che siano diversi da quelli fatti Comune per Comune. Non sottovalutiamo quindi quei problemi, ma guardiamo di fare dei passi avanti nei confronti delle donne. Questo primo passo avanti sulla questione della preferenza di genere ha posto tutte le forze politiche di fronte al problema che la preferenza di genere, senza le donne nelle liste, sarebbe apparsa come qualcosa di assolutamente quasi provocatorio e questo ha motivato tutti a riflettere sulla necessità di introdurre una quota minima, ma, quando parliamo di una quota minima, questo non esclude lo sforzo che dovrebbero fare tutte le forze politiche per andare verso la parità, verso un numero alto di donne all'interno delle liste. Questo è un altro concetto che deve essere...quando la legge introduce la quota minima, non vuol dire che è lì che ci si ferma, è come dire: sotto di lì non bisogna andare, ma sopra c'è uno spazio da compiere, quindi bisogna leggere in questi termini la legge, non leggerla nei termini... Si cerca in qualche modo di contemperare l'esigenza di chi vorrebbe la totale parità con l'esigenza di chi magari in alcune realtà ritiene...per cultura, per tradizione magari non c'è ancora una grossa disponibilità, ma questo sforzo va fatto. Io penso che già l'attuale fotografia dei Consigli comunali, delle realtà comunali dimostra che le donne ci sono e sono capaci, sono attive nei Comuni e quindi si tratta di creare le condizioni. E questo spiega perché è stata introdotta in qualche modo la quota minima di genere e, fatto importantissimo, che questa norma non si limita al Comune di Aosta, cioè vista come l'eccezione nella Valle d'Aosta, ma si ragiona in termini di tutta la Valle d'Aosta, con una norma che magari per Aosta poteva essere più spinta, ma in realtà è molto più interessante che la norma sia estesa a tutti i Comuni della Valle d'Aosta.
L'altro concetto importante è quello che, una volta che noi abbiamo introdotto la preferenza di genere, una volta che noi abbiamo in qualche modo garantito la presenza delle donne in lista, è giusto che queste vengano premiate, qualora siano elette, in situazioni di governo. Il percorso quindi per arrivare...naturalmente anche qui attraverso un obbligo, che - ripeto - è obbligo minimale e nulla vieta che ci sia anche l'auspicio della nostra forza politica, che ci sia una presenza ancora più significativa, laddove è possibile, di donne all'interno delle Giunte e - perchè no? - Sindaci a guidare i nostri Comuni... Questi, a nostro avviso, sono segnali forti di un cambiamento culturale che avviene all'interno della Valle d'Aosta e sappiamo come quelli che sembrano piccoli passi a volte possono, dal punto di vista sociale, cambiare profondamente la struttura, il modo di pensare di una collettività. Lo dimostra il fatto che c'è uno straordinario fiorire di letteratura femminile, quello che è affascinante è proprio il modo diverso di vedere le cose, di proporre soluzioni alle cose che avviene da parte del mondo femminile. Questo nelle Amministrazioni e in alcuni Stati - battaglia che poi continueremo a fare anche nei Consigli di amministrazione - è stato giudicato molto premiante anche in situazioni di Consigli di amministrazione.
Altri aspetti che abbiamo ritenuto di notevole importanza sono quelli che sono stati portati anche come contributo da altre forze politiche riguardanti, per esempio, il contenimento della spesa che riguardava soprattutto le Giunte comunali. Abbiamo già detto che l'attività da Consigliere comunale è sostanzialmente un'attività di volontariato: di volontariato per la democrazia, per la libertà di una società e, quando ci riuniamo anche per parlare di autonomia...che autonomia avremmo se i nostri cittadini non si mobilitassero, non partecipassero, non fossero parte attiva del sistema democratico...e così un certo contenimento dei numeri che vanno a comporre le Giunte comunali...e ci sarà poi tutta una riflessione da fare ulteriormente successivamente rispetto ai costi, ma andando ad introdurre dei concetti importanti come, per esempio, quelli che, qualora si aumenti per esigenza amministrativa il numero dei componenti della Giunta, questo non possa determinare un aumento della spesa. Questo è molto importante come messaggio che arrivi ai cittadini, non è più possibile raccontare certe cose in campagna elettorale e poi farne altre, perché comunque c'è un baluardo di una legge che impedisce il proliferare dei costi.
È la legge perfetta, è la legge più bella del mondo? Non crediamo, non è che abbiamo quest'illusione, ma basterebbe fare un confronto fra il testo depositato in prima battuta e gli oltre venticinque emendamenti a questo testo per dire che comunque c'è stato uno sforzo, un lavoro di innovazione rispetto alla passata esperienza, dove nella modifica della legge elettorale per i Comuni si era intervenuti soltanto su un singolo articolo. Dal nostro punto di vista, quindi è un passo avanti, un tentativo di mediazione forte fra diverse esigenze, che permettono ad una parte ampia di ritrovarsi all'interno di un testo, di un percorso. Non mi è mai piaciuta l'iscrizione d'urgenza dei testi in aula, posso però dire che noi abbiamo presentato i primi testi di modifica alla legge elettorale comunale ben prima dell'estate, abbiamo chiesto più volte a tutte le forze politiche di lavorare per tempo per non arrivare all'ultimo minuto, ma perché? Perché volevamo che la legge fosse già approvata l'anno scorso, perché sappiamo com'è difficile poi andare a dire ai cittadini come si vota soprattutto quando ci sono delle modifiche sostanziali come in questo caso. Bisogna quindi che ci sia poi il tempo tecnico affinché il cittadino sappia come si vota - soprattutto con la questione della preferenza di genere non è banale -, non sia disorientato dal fatto che ci sono due diversi tipi di scheda, io ho cercato su Twitter già di pubblicarli, quindi c'è una scheda dov'è presente il simbolo, Sindaco, Vice Sindaco e tre preferenze e c'è una scheda dove c'è simbolo, senza indicazione del Sindaco e del Vice Sindaco e le tre preferenze. Queste cose non sono così ovvie e scontate da spiegare ai cittadini, quindi, siccome si vota il 10 di maggio...probabilmente siamo tutti corresponsabili non di un'accelerazione, quello che sbagliamo oggi non è ad accelerare è di arrivare in ritardo, dal mio punto di vista, se ho un rimprovero da farmi, è che non abbiamo fatto prima.
Noi abbiamo cercato di esplicitare pubblicamente quali erano i nostri - tra virgolette - "desiderata" -, io francamente di alcune forze politiche che hanno espresso forti critiche - non è certo il caso degli amici dell'ALPE che hanno fatto addirittura una legge - non ho capito se volevano il Sindaco in più, il Sindaco in meno, il proporzionale, il misto e non ho capito neanche quali erano le proposte elettorali per potermi sinceramente confrontare o scontrare, come vorrebbe anche la dialettica politica, quindi questo spiega perché comunque abbiamo accettato di arrivare in aula con questo testo.
Rispetto agli emendamenti presentati dal CELVA, che pure paiono di un certo interesse, lo dico con franchezza a quelli del CELVA la proposta che riguardava la possibilità di cambiare le percentuali tra la lista vincente e diciamo la minoranza...era una proposta che sostanzialmente proponeva, anziché di avere sette Consiglieri di maggioranza e quattro di minoranza, oppure otto a tre a seconda del livello raggiunto dai voti, ma passare ad un sistema di otto Consiglieri per la maggioranza e tre per la minoranza, addirittura nove a due mi sembrava molto mortificante per quanto riguarda le cosiddette "minoranze", che vanno intese non come un ostacolo alla democrazia, perché nel sistema maggioritario questa cosa qui non esiste più: nel sistema maggioritario, se c'è una maggioranza seria, può tranquillamente governare con i numeri che ha, ma la minoranza ha un ruolo fondamentale in un sistema democratico, perché ti porta delle idee nuove, porta un controllo, una vigilanza sugli atti che è indispensabile, che il cittadino deve sapere...anche se hanno eletto una maggioranza nei Comuni, molti sono attenti anche alla minoranza. Io ho visto che nei Comuni non è come a livello regionale, magari uno ha votato il suo amico che è in maggioranza, però è interessato a che ci sia una minoranza che svolge un'attività nel suo Consiglio comunale, perché dice: "c'è un controllo e c'è la possibilità anche di avere idee nuove". Da questo punto di vista quindi...è per questo che noi riteniamo che quel tipo di emendamento non va bene.
Abbiamo invece ritenuto interessante mantenere quel grado di autonomia che viene espresso dalle assemblee comunali laddove già in alcuni Comuni era prevista la figura della Presidenza del Consiglio, io spero che andremo verso un'opzione a costo zero. Questa Presidenza del Consiglio può svolgere un ruolo di arbitrato dell'assemblea nei Consigli comunali, che comunque hanno una certa consistenza in alcuni Comuni, e quindi può essere sicuramente proficua...e andare nell'ordine di idee di riconoscere quello che è l'importante ruolo dell'autonomia dei nostri Comuni. Queste ragioni sono sostanzialmente le ragioni che ci hanno portato a sostenere il lavoro fatto, ripeto: non da noi, ma da un gruppo di persone e dalla I Commissione e quindi noi sosterremo questo disegno di legge.
Presidente - La parola al collega Bertin.
Bertin (ALPE) - Grazie Presidente.
Con questa legge elettorale per i Comuni abbiamo perso un'altra occasione per dare alla Valle d'Aosta una normativa innovativa in grado di aumentare gli spazi di democrazia e di partecipazione dei cittadini. Con quest'intervento si conferma in grande misura l'impianto attuale, salvo qualche piccola, ma comunque significativa novità. Resta comunque l'impianto, come detto, che viene confermato. Per questa ragione non daremo il nostro voto favorevole a questa legge, il nostro voto sarà di astensione. In particolare si consolidano e si confermano le tre preferenze, con la sola modifica della terza, che dovrà essere di genere e si supera l'elezione diretta del Sindaco, con l'elezione indiretta attraverso i Consigli comunali, che saranno il risultato di una competizione di lista attraverso un sistema maggioritario, estremamente maggioritario, e questo bisogna dirlo.
I suggerimenti venuti dal CELVA sono da questo punto di vista non accettabili, anche perché non c'è un problema di governabilità, c'è piuttosto un problema di rappresentanza e andare a toccare ancora aumentando questo rapporto tra maggioranza e opposizione certamente avrebbe introdotto degli aspetti ancora più negativi di quanto non sia attualmente.
Queste sono le due principali novità: la preferenza di genere e l'elezione indiretta per i Comuni al di sotto dei 1.000 abitanti. Da sempre abbiamo espresso la nostra contrarietà alle preferenze multiple, alle tre preferenze, che sono notoriamente un elemento di controllo del voto e di degenerazione del sistema e non potremmo mai dare la nostra approvazione ad una legge elettorale che contenga dei meccanismi che permettono il controllo del voto. La libertà di espressione del voto è un elemento fondamentale delle democrazie e su questo punto abbiamo fatto sin dall'inizio molteplici battaglie referendarie anche fin dal 1991, ad esempio, per quanto mi riguarda, forse è stata la prima occasione nella quale mi sono impegnato in politica con il famoso referendum del 1991. Tutte le proposte che abbiamo presentato in questi anni sono sempre andate nella direzione di rendere il voto libero. Ricordo tra l'altro ai "rinascimentali" della primavera scorsa che un punto fondamentale del documento di Renaissance era la preferenza unica, elemento indispensabile per liberare il voto da ogni condizionamento e controllo ed è altrettanto fondamentale per un cambiamento serio rendere libero il voto. Per quanto ci riguarda, il cambiamento è ancora necessario ed urgente, un cambiamento reale deve passare e passa obbligatoriamente anche attraverso una legge elettorale che impedisca il controllo del voto. La legge che si approverà oggi non va in questa direzione e tutto si potrà dire fuorché serva ad un cambiamento di sistema.
È positivo che si sia presa in considerazione la questione di genere, ma lo si è fatto, a nostro avviso, nel modo sbagliato, che non permette di superare, appunto, la questione delle preferenze e del controllo del voto, che in questo caso viene consolidato, se non addirittura facilitato e si continuano e si potranno continuare a perpetrare certe pratiche purtroppo diffuse anche nella nostra regione. La rappresentanza di genere è un elemento centrale, è stata un elemento centrale della nostra proposta di legge, insieme al Partito Democratico abbiamo posto sin dall'inizio questa questione all'attenzione del gruppo di lavoro. Abbiamo potuto rilevare - è triste constatarlo, il collega Donzel può confermarlo - un certo disinteresse e anche una certa contrarietà a prendere seriamente in considerazione quest'aspetto, pertanto quel poco che è stato fatto, vista la situazione iniziale, va comunque visto come un piccolo passo avanti, molto piccolo. Per quanto ci riguarda, poi riteniamo che la soluzione adottata presenti molteplici criticità: innanzitutto quella del controllo del voto e anche l'annullamento della terza preferenza, qualora non sia una preferenza di genere, ci lascia, come detto, perplessi, insomma, la terza preferenza di genere è un metodo poco incisivo e si poteva utilizzare un altro meccanismo, si poteva fare una scelta diversa. Per quanto ci riguarda, avevamo proposto una quota del 40 percento nelle liste e nell'esecutivo, tra l'altro, quota prevista non distante dalla normativa nazionale in materia per i Comuni al di là di Pont-Saint-Martin. Crediamo che la Valle d'Aosta non sia più arretrata, anzi non lo sia proprio rispetto alle altre comunità, pertanto questo modello avrebbe potuto funzionare anche da noi. Questo, peraltro, è stato il modello applicato nei decenni passati dalle democrazie del nord Europa, con risultati, lo sappiamo tutti, positivi ed evidenti a tutti, è un modello che ha funzionato. Qui si è preferito il modello campano, stravolgendolo però in negativo, in effetti, per le elezioni regionali della Campania, è prevista una preferenza unica ed eventualmente una seconda di genere diverso. Come potete ben capire, l'approccio è ben diverso da quello del modello proposto oggi. Se sul modello della Regione Campania una qualche convergenza la si sarebbe potuta trovare, su quanto proposto evidentemente è impossibile un nostro voto favorevole.
Un altro elemento che innova questa nuova normativa riguarda l'elezione indiretta per i Comuni al di sotto dei 1.000 abitanti. È un'innovazione che riteniamo positiva, per quanto ci riguarda, abbiamo proposto un meccanismo diverso: il panachage, al fine di ridurre - lo abbiamo potuto constatare in questi anni - la conflittualità che si è venuta a generare all'interno delle piccole comunità, questo era l'obiettivo principale e credevamo e crediamo tuttora che il panachage sarebbe stato il meccanismo più efficace per raggiungere quest'obiettivo. La scelta che è stata fatta, quella di una competizione di liste con un sistema maggioritario, evidentemente la riteniamo anche in questo caso un piccolo passo avanti, ma niente di più, francamente si doveva e si poteva anche in questo caso fare di più.
La proposta di legge che abbiamo presentato nel settembre scorso introduceva...avrebbe voluto introdurre molti elementi di novità e innovativi nel sistema di elezione in Valle d'Aosta: dall'assemblea dei cittadini, che avrebbe potuto, su volontà dei Comuni al di sotto dei 300 abitanti, sostituire il Consiglio comunale attraverso un referendum, e avrebbe permesso una maggiore partecipazione diretta dei cittadini alla gestione della cosa pubblica. Come detto, nei piccoli Comuni al di sotto dei 300 abitanti, cosa che peraltro avviene anche in una comunità vicina alla nostra, come in Svizzera e in altri casi, nei quali è prevista questa possibilità.
Altri elementi avrebbero potuto innovare in modo significativo la normativa vigente, purtroppo, come detto, abbiamo perso un'altra occasione per innovare e per aumentare gli spazi di democrazia partecipativa ai cittadini. La legge ha degli aspetti positivi, ma certamente si sarebbe dovuto e potuto fare di più e per questa ragione non avrà il nostro voto favorevole. Grazie.
Si dà atto che dalle ore 17,50 assume la presidenza il Vicepresidente Rosset.
Rosset (Presidente) - Grazie Consigliere Bertin. Siamo sempre in discussione generale. Ha chiesto la parola il Consigliere Borrello, ne ha la facoltà.
Borrello (SA) - Grazie Presidente.
Il tema è molto importante, ma il mio intervento sarà breve non per togliere importanza ad un tema che è capitale rispetto a quella che è la gestione delle elezioni e del sistema democratico all'interno del territorio valdostano, ma perché riconosco nel collega Farcoz e in coloro che mi hanno preceduto di aver avuto con il loro intervento la capacità di sintetizzare quelli che sono gli aspetti più di carattere tecnico, che io non andrò più a rilevare, ma a fare un ragionamento prettamente politico per andare a porre l'attenzione di quest'Assemblea a quella che è la posizione della Stella Alpina all'interno del gruppo di lavoro e quelle che sono le idee che ha cercato di portare all'interno del tavolo per poter arrivare ad una convergenza su un tema così importante come quello dell'elezione dei Consigli comunali sul territorio valdostano. Quando abbiamo iniziato il percorso di riforme, che ricordo è un percorso molto più ampio, che, così come ha ricordato il collega Farcoz, è partito dalla legge regionale 6...oggi affrontiamo il secondo passaggio, ma ci saranno ulteriori passaggi che dovranno essere affrontati da quest'Assemblea, in quella sede avevo detto che le riforme si scrivono su carta, ma poi è compito del legislatore andare a monitorare quelle che sono le applicazioni delle riforme sul territorio e sugli enti che le devono applicare. Ribadisco questo concetto anche per quanto riguarda questa legge, lo ribadirò anche per le leggi successive che quest'Assemblea andrà ad affrontare.
Nel momento in cui le forze politiche hanno presentato delle leggi, in maniera direi responsabile questo Consiglio regionale ha ritenuto opportuno produrre e costituire un gruppo di lavoro che andasse ad analizzare quelle che sono le tematiche più generali all'interno della legge elettorale e le diverse sensibilità espresse dai singoli partiti politici. Come Stella Alpina, in prima battuta avevamo prodotto un comunicato stampa dove avevamo dato delle suggestioni e dei suggerimenti per quanto riguarda alcuni macro indirizzi da definire all'interno delle leggi elettorali, da poter portare all'attenzione dei colleghi all'interno del gruppo di lavoro che era in fase di costituzione. Uno degli elementi che noi avevamo evidenziato era la conservazione di quel sistema elettorale che per noi aveva garantito stabilità nell'ultimo ventennio al sistema Valle d'Aosta, che era quella dell'elezione diretta del Sindaco e del Vice Sindaco: questa è la posizione che abbiamo prodotto all'interno del tavolo di lavoro e abbiamo portato all'attenzione degli altri colleghi. Nel percorso di condivisione e di analisi delle tematiche si sono analizzate quelle che potevano essere le alternative a questo sistema elettorale che ancora oggi noi riteniamo valevole e fondamentalmente si è addivenuto a quello che è il testo di legge, che in una prima battuta ha prodotto molti dubbi all'interno del nostro movimento, ma che abbiamo deciso di condividere con l'auspicio che questo possa garantire stabilità ai Comuni al di sotto dei 1.000 abitanti, perché con il sistema maggioritario ricorre la necessità di garantire stabilità all'interno delle singole assise comunali. Riteniamo importante andare a provare questo tipo di sistema, riconoscendo però che un sistema che aveva funzionato, come quello precedente, forse sarebbe ancora da prendere in considerazione se eventualmente dovessimo renderci conto che questo percorso non è avvalorato da dati concreti di validità sul territorio. Come tutti i percorsi di condivisione e di mediazione tra le varie sensibilità politiche, ci sono delle cose che ci convincono di più e delle cose che ci convincono di meno. Quello che dico io in questo momento da rappresentante di partito politico penso sia lo stesso pensiero che accomuna tutti coloro che hanno partecipato al gruppo di lavoro, ma questo è il percorso della democrazia, questo è il percorso della condivisione su temi così importanti.
Mi sono soffermato sul sistema maggioritario e sull'elezione diretta del Sindaco e del Vice Sindaco, un'analisi che vorrei fare - e che devo rilevare con favore è stata accolta all'interno del gruppo di lavoro - è quella valutazione di carattere generale che come movimento avevamo espresso, che era legata alla non limitazione del numero di Assessori all'interno delle Giunte comunali, ma a bloccare la spesa, dando la possibilità allo Statuto dello stesso Comune di poter definire un maggior numero di rappresentanti del Governo, senza andare ad alterare i limiti di spesa.
Per quanto riguarda i passaggi al CELVA, condivido quanto detto dal collega Donzel, che i passaggi e le considerazioni che sono state manifestate dai Sindaci sono sicuramente valevoli di considerazioni e di approfondimenti. Non nascondo - lo sapete meglio di me - quali sono le mie sensibilità rispetto ad alcune proposte di modifica che ho fatto all'interno del gruppo di lavoro: mi riferisco in particolar modo alla non definizione del limite dei mandati e al fatto che potesse essere esteso anche agli Assessori in Giunta, o per quanto riguarda l'autonomia dello Statuto dei singoli Comuni, per quanto riguarda la definizione dei Governi, quindi i rappresentanti nella Giunta stessa. L'ho manifestato, non è un segreto, ma ritengo che, così come si sottolineano le cose positive, bisogna sottolineare anche quelli che sono gli elementi che non sono di totale condivisione proprio nel percorso di analisi che abbiamo fatto all'interno del gruppo di lavoro nel rispetto delle diverse sensibilità. È un gesto di responsabilità quello che noi affrontiamo in questo momento, di voler fornire al sistema degli Enti locali una legge elettorale che possa essere rappresentativa e funzionante ed è per questo motivo che, nonostante riconosciamo in questo testo dei punti positivi, ma parallelamente anche degli elementi che non ci convincono totalmente, voteremo a favore di questo testo di legge.
Presidente - Grazie collega Borrello. Ha chiesto la parola il Consigliere Gerandin, ne ha la facoltà.
Gerandin (UVP) - Merci Président.
Chi mi ha preceduto è già entrato un po' nel merito di quello che è stato il percorso che abbiamo cercato di condividere il più possibile all'interno di questo contesto che è il Consiglio regionale e non nego che avremmo gradito, come UVP, un percorso diverso. Noi abbiamo particolarmente apprezzato il percorso che è stato fatto quando abbiamo approvato la legge regionale n. 6, quella dell'esercizio associato di funzioni e servizi comunali, dove c'è stato un primo passaggio che noi riteniamo assolutamente importante, quel documento delle linee guida che sono state approvate dal Consiglio permanente degli Enti locali. Noi riteniamo che questo sia il percorso giusto, lo dico adesso, ma lo dico anche in prospettiva futura. Noi ci auspichiamo che nel futuro, quando ci saranno questi cambiamenti importanti che avranno importanti ripercussioni nel contesto degli Enti locali, si segua questo percorso, perché è molto importante avere almeno a priori quelle che possono essere le considerazioni, quelle che possono essere le linee guida di cui il legislatore deve tener conto. Poi i tempi - qualcuno che mi ha preceduto lo ha detto - sono accorciati, siamo ormai molto prossimi a quella che sarà la scadenza per quello che riguarda il rinnovo dei Consigli comunali e questo percorso, questo progetto diverso...noi abbiamo dovuto accelerare, abbiamo visto forze politiche che hanno presentato proposte, proposte diverse e, a seguito di queste proposte diverse, è nato questo gruppo di lavoro che ha emendato questo disegno di legge presentato dalla maggioranza. Dico questo perché? Perché qualcuno ci dice che abbiamo avuto poco coraggio, può anche darsi che abbiamo avuto anche poco coraggio, che era il caso di intervenire, diciamo, con più efficacia, ma ci sono tanti che ci dicono: "perché siete andati a toccare qualcosa che funzionava", per cui abbiamo... Io penso che questo disegno di legge sia una giusta mediazione per quello che è un sistema che indubbiamente ha avuto i suoi aspetti positivi - e questo non possiamo negarlo -, perché il sistema attuale, quello della legge n. 4 del 1995, ha portato comunque una stabilità per quello che riguarda il discorso delle Amministrazioni comunali, ma ha anche avuto, a nostro avviso - in questo momento parlo come UVP... -, degli aspetti che noi riteniamo comunque delicati, nel senso che noi abbiamo visto un progressivo aumentare di Comuni, anche grandi, dove non c'era più competizione elettorale, dove in effetti ci si presentava con una lista sola e malgrado anche i vecchi sistemi...quando addirittura nei tempi passati comunque c'erano delle liste che venivano presentate non fosse altro che per far minoranza, per avere una forma di democrazia e di controllo...in questo momento non veniva neanche più presentato, per cui ci si trovava di fronte ad un sistema che vedeva proliferare i Comuni con una sola lista. Abbiamo provato allora a porci alcune riflessioni che andavano...nel senso che c'era, a nostro parere, la necessità di favorire la partecipazione di più liste alle competizioni elettorali, di aumentare la partecipazione al voto, con il coinvolgimento dei cittadini nelle istituzioni, di rafforzare il ruolo del Consiglio comunale, perché avevamo dei Consigli veramente svuotati, perché, fatti salvi gli adempimenti di legge, tenuto conto che una volta passavano ancora i progetti preliminari, adesso ormai progetti non ce ne sono più, per cui ci sono pochi soldi da spendere, veramente forse non c'è neanche più motivo di convocare i Consigli. E soprattutto ridurre un po' quella conflittualità nei Paesi dove ci sono state in questi anni delle forti contrapposizioni elettorali e valorizzare, provare a far crescere maggiormente quelle che sono competenze, capacità di candidati, far crescere magari anche la volontà di alcuni giovani, o comunque anche meno giovani, che vogliono avvicinarsi alla vita politica...alla vita amministrativa io parlo, perché nei Comuni si cerca di fare amministrazione con le poche risorse che sono rimaste a disposizione. Dicevo, noi pensavamo forse di avere anche un po' di coraggio, per cui in tutta sincerità la nostra prima proposta era quella di un panachage allargato, vale a dire un sistema dove si poteva scegliere tra più liste, escluso il Comune di Aosta beninteso. È un sistema che, a nostro parere, poteva rafforzare tutte queste riflessioni che vi ho posto prima, aveva ad onor del vero una debolezza: era quella di dire che veniva molto difficile garantire una governabilità. Su questo noi abbiamo accettato le osservazioni che sono state in parte esternate nel gruppo di lavoro e su questo abbiamo trovato un compromesso che per noi ci sembra un compromesso comunque valico: ecco perché oltre 40 Comuni si confronteranno con un sistema elettorale diverso, dove il Consiglio eleggerà Sindaco e Vice Sindaco, e non sarà più diciamo la forza politica o le forze politiche o gli accordi politici fatti a monte, ma sarà comunque un Consiglio che dovrà legittimare queste scelte e non è poco, io penso che non sia poco comunque in un contesto dove poi si conosce e dove poi alla fine ci si guarda in faccia, perché penso che l'importante sia questo. Allora, è vero che potrebbero nel futuro magari esserci comunque delle scelte che vanno all'elezione di Sindaci che magari non saranno i più votati, però è importante che comunque un Sindaco alla fine si confronti anche con l'elettorato, questo noi lo riteniamo importante, per cui su questo noi siamo...diciamo abbiamo condiviso questo percorso. Questo sistema è un sistema proporzionale a scrutinio di lista, che prevede un premio di maggioranza, dove una lista comunque sarà una lista vincente, che darà comunque governabilità, che era un po' il dubbio che avevamo su quel discorso legato al panachage.
Ci sono poi alcuni passaggi che noi riteniamo importanti, vale a dire l'adeguamento della composizione dei Consigli comunali e delle Giunte comunali. Non c'è stata quella riduzione che noi ritenevamo non equa, perché in tutta sincerità noi abbiamo sempre creduto che non fosse il costo o il gettone di presenza di un Consigliere comunale che incideva sui costi della politica, anzi un Consigliere comunale, se interessato, è quello che poi alla fine ti monitora il territorio, quello che esce fuori quando ne hai bisogno, quello che alla fine è una sentinella del territorio e una persona su cui si può contare quando ci sono necessità di intervenire, per cui non c'è stata questa drastica riduzione che subito si voleva dare per dare un segnale, chissà che tipo di segnale...ma sono stati introdotti alcuni limiti per quello che riguarda il discorso della spesa. Per questa riduzione c'è un segnale, a nostro parere, anche importante, che probabilmente avrà o dovrà avere la chiave di lettura più consona, vale a dire la riduzione anche per quello che riguarda il Consiglio comunale di Aosta: ecco perché la riduzione a 29 è, se vogliamo, un impegno importante in vista della riduzione anche del numero del Consiglio regionale. Allora questa è una chiave di lettura che deve avere un senso, sennò non avrebbe senso fare una riorganizzazione in questi termini. Abbiamo condiviso il principio di generare una complessiva riduzione dei costi della politica, per cui sono previste delle limitazioni di valori da non superare e siamo assolutamente d'accordo e sosterremo su tutta la linea la volontà che pare ci sia di tramutare quella che è un'indennità in una diaria...noi su questo ci saremo...è chiaro assolutamente ridimensionata, su questo non c'è ombra di dubbio, ma noi riteniamo che l'impegno che viene dato da parte degli Amministratori locali sia un impegno che debba avere un rimborso spese, ma non è sicuramente nulla di cui...non è uno stipendio, non è nulla di cui arricchirsi, per cui vedere una diaria al posto di un'indennità a noi pare che sia il percorso corretto.
Sono d'accordissimo nell'assicurare la rappresentanza politica di genere negli Enti locali, era un passaggio che doveva essere rafforzato, come quello dell'incompatibilità. Noi abbiamo rivisto tante forme di incompatibilità che in questi anni hanno creato alcuni...bah, non so, perplessità per non dire altro...ecco, alcuni impegni multipli che avevano Amministratori che poi facevano i dirigenti, che poi facevano tante altre...erano impegni un po' diciamo...stonavano magari anche con quello che è l'impegno lavorativo, vari impegni, perché ne avessero avuto solo due magari non era così preoccupante, questo perché? Perché noi riteniamo che questo sia un percorso che deve proseguire; è iniziato, l'ho detto prima, con la legge regionale n. 6 del 2014 sull'esercizio associato di funzioni e servizi comunali, una legge che noi siamo contenti di essere riusciti ad emendare nel corso della finanziaria, quello che è condiviso da tutti sulla... Forse un passaggio che creava non pochi problemi quello degli ambiti di convenzione, vale a dire introdurre il discorso dei tre Comuni quando c'era il rischio grande, veramente grande di avere magari delle convenzioni obbligatorie di almeno cinque Comuni...noi lo riteniamo un passaggio importante, come riteniamo importante proseguire su questa strada, perché questa è la prima parte, ma poi avremo la parte legata alla revisione della 22 su cui qualcosa abbiamo già corretto in finanziaria, altro doveva essere corretto anche ai tavoli delle organizzazioni sindacali. Dovremo rivedere poi certamente il discorso della 46, del regolamento 4: quello sui segretari comunali, che è un'altra urgenza da fare contestualmente con quella sull'indennità degli Amministratori.
Passaggio importante e per noi determinante, su questo io dico che vorrei che...per non ricevere magari anche le osservazioni o comunque le perplessità legate a questa riforma sulla legge elettorale, noi chiederemo su questo passaggio, che è la riforma per quello che riguarda la legge 48 sugli interventi regionali in materia di finanza locale, che il Consiglio permanente si muova, ci dia alcune indicazioni, in modo da essere coinvolto prioritariamente su una legge che è una legge fondamentale sul futuro dei nostri Comuni. Noi su questo - l'abbiamo detto - crediamo che l'introduzione di criteri per il trasferimento basati sui costi unitari delle funzioni sia un passaggio obbligatorio, da mettere all'interno dei criteri di trasferimento, e noi su questo ci saremo.
Non voglio dilungarmi oltre, concludo dicendo che, quando si è in tanti intorno ad un tavolo, è chiaro che bisogna trovare una sintesi e una mediazione, per cui alla fine se qualcuno ci dice che dovevamo lasciare tutto così perché andava bene, qualcun altro ci ha detto di avere più coraggio, probabilmente la sintesi giusta è un po' quella che abbiamo trovato, nel senso che si modifica comunque per oltre 40 Comuni e può essere un esempio, una prova per capire, poi torno a dire che tutto andrà verificato, tutto andrà valutato, per cui il voto, per quello che riguarda l'Union Valdôtaine Progressiste, sarà un voto a favore tenuto conto che abbiamo partecipato e siamo stati parte attiva di questo tavolo e di questa condivisione. Grazie.
Presidente - Grazie. Ha chiesto la parola il Consigliere Chatrian, ne ha la facoltà.
Chatrian (ALPE) - Sì, grazie Presidente.
Qualche considerazione a seguito dell'intervento del collega Bertin. Ma, ho partecipato insieme al collega al gruppo di lavoro, abbiamo cercato di partecipare attivamente avendo proposto nel mese di settembre una proposta di legge a seguito comunque di elaborazione all'interno del nostro movimento, a seguito comunque di non solo elaborazione, ma dibattito e confronto all'interno del nostro movimento e anche all'esterno sul territorio intero. Riteniamo, ritengo che le regole, riscrivere regole nuove per quanto riguarda la legge per le elezioni comunali dei nostri Comuni sia comunque molto molto importante. Il Comune è l'Ente più vicino al cittadino, ho avuto l'opportunità, l'onere e l'onore di fare il Sindaco di un piccolo Comune, un'esperienza, a mio avviso, che tutti dovrebbero fare, perché è molto interessante, molto arricchente, a contatto diretto, ma allo stesso tempo comunque ti proietta ad assumere delle importanti responsabilità. Al di là di quello, diciamo che una nuova legge non può stimolare la partecipazione, ma, a nostro avviso, può creare i presupposti, può creare le condizioni.
Qualche considerazione sul merito, sul cuore di questa proposta. Vi dicevo che abbiamo partecipato in maniera fattiva, attivamente, perché? Il nostro impianto andava in una direzione alternativa di questa sintesi, metteva in discussione l'elezione diretta del Sindaco per tantissimi motivi che non sto a elencare. Un primo passaggio quindi è positivo: 41 Comuni su 74 comunque non andranno più ad eleggere un Sindaco direttamente o un Vice Sindaco direttamente, quindi in parte sono state accolte dal gruppo di lavoro la nostra elaborazione, le nostre idee. Avremmo osato un po' di più, l'abbiamo detto nel gruppo di lavoro, noi abbiamo fattivamente fatto queste proposte dicendo: proviamo nelle piccole comunità sotto i 500, sotto i 300, sotto gli 800 a dare la possibilità ai nostri cittadini di poter scegliere anche tra due liste. Abbiamo creato...abbiamo cercato all'interno del gruppo di lavoro, non c'è stata data risposta positiva, quanto meno si è messo in discussione per 41 Comuni l'elezione diretta del Sindaco, un passaggio comunque importante quindi è stato recepito. Lasciatemi il messaggio che avremmo osato un po' di più, il collega Gerandin dice tra probabilmente chi osava di più e chi non avrebbe toccato nulla la via di mezzo; non so se è la via di mezzo, la nostra elaborazione ci portava ad osare un po' di più per quanto riguarda la non elezione diretta del Sindaco e del Vice Sindaco.
Sul discorso delle incompatibilità come può il gruppo ALPE non essere d'accordo? Battaglie in questa legislatura, nella passata legislatura...noi riteniamo che sia una parte della propria vita dedicata ad assumersi delle responsabilità per la comunità, per il sistema pubblico, quindi non siamo per delle modifiche, degli emendamenti che vanno a...probabilmente poi una comunità è piccola, alla fine questi emendamenti hanno dei nomi e dei cognomi, ma, al di là dei nomi e cognomi, noi siamo contrari al principio che per 15 anni uno fa il Sindaco...può dare la sua disponibilità eventualmente nel Consiglio comunale, può arricchire, può portare la sua crescita culturale, politica, e non solo, evviva, altrimenti io penso che, dato che la politica non dev'essere un mestiere... Il principio lo condividiamo quindi, come abbiamo detto nel gruppo di lavoro, come abbiamo ribadito il concetto poc'anzi in I Commissione, noi siamo per inserire l'incompatibilità, ma proprio incompatibilità che va in quella direzione.
Terza considerazione di merito sulle preferenze. Allora, nella nostra proposta...noi abbiamo proposto, abbiamo fatto le battaglie nel 2007 per la preferenza unica per le ragioni che il collega Bertin ha già evidenziato molto bene. Noi abbiamo proposto al gruppo di lavoro di eventualmente inserire la doppia preferenza di genere, non c'è stata la possibilità di approvare tale proposta, questo è un altro di quei motivi per cui noi non possiamo sostenere e ci asterremo su quest'impianto, su questa sintesi, ma all'interno del gruppo di lavoro abbiamo proposto...anche se su questo l'asticella è stata abbassata, per quanto riguarda la percentuale di candidati di genere, è stato recepito in maniera minimale: il 20 percento, noi avremmo gradito una percentuale maggiore, la sintesi è stata del 20 percento, è un inizio di percorso. Anche su questo avremmo osato un po' di più, ma quanto meno si è equiparato - ecco, su questo noi concordiamo - il sistema regionale, piccoli, medi e grandi Comuni, almeno il 20 percento di genere dev'essere garantito, io penso che su questo noi abbiamo portato il nostro contributo all'interno del gruppo. Stesso contributo, sempre da parte nostra, abbiamo cercato di...non basta a quel punto mantenere un'asticella per quanto riguarda l'obbligo di candidare il 20 percento di pari opportunità di genere...ma nelle nuove regole - e così sono state scritte - la possibilità che il genere meno rappresentato debba far parte di una Giunta: questa è una proposta che abbiamo fatto noi al gruppo di lavoro che è stata recepita. Ripeto: il tutto però è un po' dopato, drogato dal fatto che quella percentuale del 20 percento...fosse stata un 40, un 30 percento, avrebbe modificato, diciamo, l'impianto in maniera un po' più massiccia, osando un po' di più; di conseguenza, l'altro emendamento, quello di avere comunque in tutti i 74 Comuni il genere rappresentato nelle Giunte, avrebbe avuto un peso più forte, rafforzato dal nostro punto di vista.
Ultimo passaggio che invece ci vede favorevoli: sotto i 1.000 abitanti, quindi su 41 Comuni, quello di equilibrare meglio i rapporti fra maggioranza ed opposizione. Noi riteniamo che anche nei piccoli Comuni, piccolissimi, il fatto di avere una minoranza che controlla, che verifica, che propone...perché la minoranza non può solo controllare e verificare, ma magari la minoranza nei piccoli o medi Comuni, come nei grandi, hanno delle buone idee che la maggioranza può fare sue e, di conseguenza, mettere in campo per dare delle risposte migliori, più equilibrate e - perché no? - innovative alla propria comunità. In questo momento, soprattutto i piccoli Comuni di montagna hanno bisogno veramente di persone che...diventa praticamente una missione quasi per la comunità...se ci sono delle persone che dedicano parte del proprio tempo per dare delle risposte al sistema, alla propria società, alla propria comunità, a mio avviso, devono essere aiutate e quindi una norma che va in quella direzione può creare le condizioni, i presupposti per avere una competizione elettorale, stimoli, idee, come dicevo prima, per mantenere una montagna viva, una montagna che può ancora rispondere alla qualità della vita, che in questo momento...come qualità di benessere, possibilità di lavoro e la possibilità di rimanere veramente in montagna.
Termino. Come dicevo, abbiamo partecipato al gruppo di lavoro, abbiamo annunciato il nostro voto di astensione al gruppo di lavoro dopo il percorso che è stato fatto. Ripeto: abbiamo voluto comunque rimanere all'interno del gruppo di lavoro nonostante da subito ci sia stato comunque un po' un primo muro sul discorso dell'elezione diretta, ma il nostro obiettivo era migliorare, portare soprattutto il nostro contributo e le elaborazioni che il nostro movimento ha fatto in questi anni, dopo anni di battaglie, come vi dicevo, sulla preferenza unica, come vi dicevo, per il discorso di genere e, come dicevamo, per il discorso della non elezione diretta dei Sindaci in 41 Comuni su 74. Io penso che questo sia un traguardo importante dal nostro punto di vista, sapendo perfettamente, come dicevo poc'anzi, che una nuova legge non può stimolare la partecipazione, ma può creare i presupposti: questo era il nostro obiettivo e ci asterremo su questo provvedimento. Ringrazio ancora tutti i colleghi che hanno partecipato al gruppo di lavoro, accelerando anche nelle ultime settimane il lavoro, ma la scadenza è il 10 di maggio, quindi l'obiettivo era di chiudere il cerchio e a quel punto dare le nuove regole ai nostri cittadini per poter eleggere i prossimi 68-69 Comuni. Grazie.
Presidente - Grazie Consigliere. Siamo sempre in discussione generale, ha chiesto la parola il Consigliere Ferrero, ne ha la facoltà.
Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.
Noi non abbiamo partecipato al gruppo di lavoro volontariamente, perché sapevamo che le nostre posizioni erano così lontane, quindi non abbiamo voluto neanche pregiudicare i lavori invece di forze politiche che avevano già trovato una via comune, quindi anche per una questione di rispetto del lavoro degli altri, indipendentemente dalle idee, noi abbiamo una visione proporzionale anche per quanto riguarda le elezioni comunali, quindi le questioni maggioritarie, con i premi non ci piacciono in nessun tipo di elezione. Noi vogliamo una rappresentanza che sia proporzionale, noi avremmo puntato la nostra attenzione su un taglio più netto delle poltrone, perché alla fine mettere 10 o 15 persone è relativo, ne metti 5 che sono capaci e riescono a risollevare la sorte di un Comune, ne bastano anche 2, e alla fine rimane una specie di conta delle poltrone per soddisfare gli appetiti politici. Avremmo dato una vera sforbiciata anche - questa era una cosa che, secondo noi, era urgente - agli stipendi di certi Sindaci, che effettivamente anche i Comuni che hanno una popolazione che è relativamente elevata hanno comunque degli stipendi che sono decisamente spropositati. Avremmo ovviamente anche attaccato la questione delle tre preferenze, che è il vero nodo sul quale ci poteva essere una scelta epocale sulla legge elettorale. La questione delle tre preferenze a livello comunale, come regionale, è una cosa che, finché non verrà affrontata, farà rimanere la Valle d'Aosta in una sorta di Medioevo del ricatto, delle triplette, dei santini che girano con i tre nomi, un metodo che è inviso ad alcune...cioè è utilizzato da alcune forze politiche in maniera abbastanza...così sconsiderata. Il nostro voto quindi sarà un voto assolutamente contrario, vi siete fatti la vostra legge, secondo noi, è stato come dare una spolverata di cipria sul viso della moglie di Matusalemme.
Presidente - Altre richieste di intervento? Ricordo che siamo in discussione generale. Ci sono altri interventi? Chiede la parola il Consigliere Viérin Laurent, ne ha la facoltà.
Viérin L. (UVP) - Merci Monsieur le Président.
Nous avons abordé le thème des Communes lors de la votation de la première loi qui a vu dans un parcours commun les différentes sensibilités des forces politiques présentes à l'intérieur de ce Conseil se confronter sur un thème pour nous fondamental: justement l'identité millénaire de la Vallée d'Aoste, qui passe à travers nos Communes, de la plus petite à la plus grande des Communes. Nous avons dans un modèle de subsidiarité, de fédéralisme valdôtain toujours donné une attention particulière à cette prérogative, qui est une prérogative de territoire, d'identité, de subsidiarité et surtout de maintien d'un partage, d'un esprit communautaire qui depuis des siècles anime notre communauté.
Le passage qu'aujourd'hui nous vivons à l'intérieur de ce Conseil donc est un passage important, un moment de partage qui au-delà des thèmes administratifs qui voient souvent les différentes forces politiques ici dans cette salle se confronter avec des visions différentes...au moins sur le thème des réformes, sur le plan institutionnel, pour défendre, pour faire un front commun qui puisse revoir les règles et, quand on revoit les règles, plus grand est le partage et meilleurs sont les résultats...puisse donner un élan au moins sur ce thème, qui nous voit engagés, même si avec des sensibilités différentes, avec des objectifs communs. Alors, Chanoux déjà disait que les Communes sont à la base, après l'individu et avant des autres entités supérieures sont le cœur de l'identité valdôtaine. Donc après la loi qui a vu la répartition territoriale et l'organisation territoriale un peu plus moderne de nos institutions, aujourd'hui le système électoral et le contenu de cette loi sont fondamentaux, car ce sont les règles qui vont règlementer la démocratie, la participation, car aujourd'hui nous avons un problème de participation. C'est peut-être pas encore un thème qui est arrivé en Vallée d'Aoste, on le verra lors des élections municipales, peut-être ce sont des élections que les gens sentent le plus, avec les élections régionales, mais il y a un problème aujourd'hui de participation. Les gens voient la politique ou quand même les institutions en général comme quelque chose de lointain. C'est de notre devoir de réussir à pouvoir de nouveau approcher les gens à la participation, car nous savons très bien - le collègue Chatrian l'a rappelé, nous avons été plusieurs, dans cette salle, des administrateurs des Communes - que le premier pas pour œuvrer en faveur de notre communauté c'est de s'engager pour notre Commune, à différents niveaux, même un Conseiller simple, puis peut-être un Assesseur, un Syndic, ou quand même à niveau institutionnel dans nos Communes c'est le premier pas qui pourra et qui peut en effet être un premier moment qui approche les jeunes surtout, car nous avons dans les Communes le lien entre les nouvelles générations et ceux qui sont un peu plus anciens pour pouvoir faire ce lien de tradition et renouveau, qui puisse faire passer les compétences des anciens à ceux qui sont plus jeunes. Et donc nous partageons, au-delà des nuances, la méthode qui a été proposée, qui a été déjà la méthode qui nous a animé dans ces derniers mois sur la partie de répartition territoriale et qui aujourd'hui, à travers le partage d'un parcours commun, a vu dans ces mois les différentes forces se pencher sur ce thème. Aujourd'hui le collègue Gerandin rappelait que c'est une synthèse, donc chacun de nous a dû renoncer à quelque chose ou a dû ou a pu proposer quelque chose, donc, quand on parle de synthèse, bien évidemment, il faut avoir la force d'aller jusqu'au bout et de dire: "bien, nous on partage quand même ce dessein de loi, même si nous n'avons pas obtenu le 100 pour cent de ce qu'on voulait". Autrement on se demande comment on peut parler de partage et de parcours commun, chacun reste dans son coin et chacun n'est favorable dans la mesure dans laquelle tout vient accepté.
Allora l'esperienza delle riforme è un'esperienza che deriva da un'esigenza, qual è l'esigenza? L'esigenza è quella di adattare un sistema elettorale che, sì, ha funzionato e che va riletto e letto, parametrato al momento in cui era stato approvato, c'era una forte esigenza, ci eravamo confrontati in quegli anni nelle varie assise politiche sull'esigenza di dare stabilità ai nostri Comuni perché si usciva da una fase di instabilità. Tanti Comuni, o comunque una parte di Comuni avevano avuto un'esperienza negativa nel rapporto famoso di 8 a 7, dove spesso poi questo aveva portato a dei ribaltoni, o comunque a delle situazioni di ingovernabilità. Sull'onda anche di queste esigenze, si era passati ad un'elezione diretta, in primis si era parlato del Sindaco, poi del Sindaco e del Vice Sindaco per garantire in modo ancora più rafforzato la governabilità. Oggi è su quest'esigenza di modernizzare, di adattare alle esigenze attuali una legge e un sistema elettorale che ci siamo mossi, perché tutte le forze politiche hanno comunque rivendicato un'esigenza di cambiamento. Adattare un sistema elettorale con dei correttivi e anche con delle piccole, grandi rivoluzioni quindi è stato per noi qualcosa di importante, anche perché lo status quo avrebbe significato continuare senza nulla cambiare.
Per quanto ci riguarda - qualcuno lo ha detto -, l'elezione diretta è stata sì positiva per la governabilità, ma spesso nei Comuni, soprattutto nei piccoli Comuni ha personalizzato la politica nel bene e nel male, nel senso che si caricava sui candidati Sindaci l'intero esito del risultato elettorale. Bastava che qualcosa non funzionasse per caricare appunto su chi incarnava il vertice della lista la negatività o la positività dell'esperienza. Noi la personalizzazione di questa politica, soprattutto nei Paesi dove sappiamo esserci delle logiche che spesso non sono logiche di politica o di ideologia, ma anche di simpatie e antipatie, di storie vissute di famiglie negli anni, che hanno ancora inasprito quella che spesso può essere anche una caratteristica dei valdostani, che è quella di non andare troppo d'accordo...quindi, sì, questo sistema ha garantito la governabilità, ma ha accentuato la personalizzazione, le divisioni, soprattutto non ha favorito sicuramente la condivisione, le liste uniche, magari nei piccoli Comuni dove effettivamente avrebbe potuto essere questa un'esigenza invece positiva.
Secondo aspetto: spesso si decideva nelle regole democratiche - che sono giuste, ma che spesso sono svuotate nella scarsa partecipazione - che poche persone decidessero magari chi incarnava questa figura e poi, con la logica magari appunto delle composizioni anche familiari delle liste, si andavano a ripartire le altre caselle. Questo ha portato, tra l'altro, anche ad evitare per chi era in testa alla lista di sottoporsi all'elettorato, cioè a quello che era un principio sulle preferenze di democrazia pura, quindi anche per qualche Sindaco uscente magari sottoporsi al giudizio puro dell'elettorato potrà essere una sfida importante, chi ha fatto politica nei Comuni sa che, quando si fanno i conti delle preferenze, nei Comuni...già nelle elezioni regionali forse la nostra piccola dimensione è un modo che i voti siano abbastanza reali, nel senso che ci conosciamo tutti e si sa anche che, quando si esprime una preferenza, si esprime una preferenza alla persona e nei Comuni questo è ancora più accentuato, nei piccoli Comuni soprattutto, quando si ha un consenso, questo è un consenso che deriva da una stima comunque alla persona. Il fatto quindi di rimettere un po' di democrazia e di dire un po' a tutti di sottoporsi all'elettorato, come lo si fa quando si mette un po' la propria faccia su un manifesto elettorale, su una brochure, su un programma è qualcosa che farà bene anche ai Sindaci catapultati, paracadutati o decisi dall'alto, calati dall'alto. Ecco, magari qualche tensione sul territorio di chi dice: "ma sì però questo sistema andava bene". Spesso si difende il sistema che favorisce noi stessi, questo lo diciamo riferito alla politica in generale, ma abbiamo spesso incontrato Sindaci in questo periodo che ci hanno detto: "ma il sistema alla fine funzionava" e magari, ecco, interrogando i Consiglieri comunali o chi effettivamente ha un'esigenza di partecipazione popolare, non sempre era questo il giudizio, perché spesso i Consigli erano un po' così dimenticati, spesso chi poi è investito con un'elezione diretta dalla propria comunità dimentica un po' che il Consiglio, come era una volta, è quello che poi ti elegge, come qui noi siamo abituati in un sistema proporzionale con un'elezione di un Governo da parte dell'assemblea...è un po' nella logica dei valdostani, ecco, noi abbiamo sempre rifiutato l'elezione diretta del Presidente della Giunta e crediamo che sia una logica che continuiamo a difendere, perché il nostro sistema proporzionale è un modello che funziona e garantisce con uno sbarramento le diverse sensibilità rappresentative.
Il fatto quindi di togliere in 41 Comuni l'elezione diretta per noi è una rivoluzione che non sarebbe avvenuta se tutti si fossero sfilati dal gruppo di lavoro e non si fosse arrivati ad una sintesi e noi anche, come il gruppo dell'ALPE, eravamo per alzare l'asticella, però abbiamo apprezzato lo sforzo di chi era per i 500, cioè per togliere l'elezione diretta fino a 500 e ha saputo portarla a 1.000, cioè aumentarla di 500. Il grosso numero dei Comuni era lì, perché, se si alzava ancora l'asticella di qualche centinaio di unità, cambiava di 10 Comuni arrivando a 2.000 circa, quindi non era quello che avrebbe inciso, capendo anche che nei Comuni grandi forse le esigenze sono un po' diverse. Non sempre nei Comuni grandi il fatto di avere una sola lista...anzi non è sicuramente un elemento positivo. Il fatto dell'alternanza e comunque di avere nei grandi Comuni più liste è sicuramente espressione di democrazia.
Il secondo aspetto è di aver adattato anche il numero degli eletti alla proporzione effettiva della nostra comunità in certi casi non è sempre facile su una comunità così variegata con una grande città e 73 Comuni che sono disseminati sulla nostra Valle con dei parametri numerici di popolazione, che non è che sono poi sempre effettivi come discriminante...aver saputo però adattare il numero e soprattutto aver evitato questa questione dei tecnici anche per il Comune di Aosta, dove effettivamente le regole democratiche erano spesso sovvertite dal fatto di far dare le dimissioni a chi era stato eletto per far entrare chi non era stato eletto, poi questa è la realtà.
Sulla questione del genere poi noi non ci siamo strappati le vesti, perché siamo favorevoli alla presenza femminile, ma siamo abbastanza contrari alla politica del panda e della riserva. Noi crediamo che le donne abbiano sufficientemente capacità per sapersi difendere da sole senza bisogno di norme che le difendano a priori, sapendo anche che l'elettorato femminile in Valle d'Aosta è prevalente, quindi c'è anche un certo ossimoro democratico che fa sì che spesso le donne non votino le donne: questo bisogna avere la forza di dircelo. Noi però abbiamo accolto con favore la sensibilità del Partito Democratico, con, tra l'altro, una capacità di studiare in modo intelligente anche un meccanismo che le favorisse veramente, perché poi spesso si studiano norme che non ti danno la possibilità di andare nella direzione auspicata e in questo senso abbiamo anche imparato qualcosa.
In ultimo la questione evocata dai colleghi sui Sindaci che da 15 anni amministravano e che giustamente con alcune questioni di capacità tecniche di inserirsi riuscivano comunque sempre magari a condizionare quello che era il nuovo amministratore che prendeva il posto di chi invece era uscente. Anche qui quindi in un "agone politico", così come ci siamo dati noi come norma qui in Amministrazione regionale, che, dopo 10 anni di governo, uno non può più far parte di un Governo, ma può ancora far parte di un'assemblea, perché con il proprio peso e con le proprie capacità può comunque apportare in modo benefico, sicuramente plurale e soprattutto produttivo quelle che sono le competenze maturate negli anni, anche qui abbiamo ritenuto, sapendo di aver suscitato in alcuni Sindaci qualche malumore, comunque la capacità di dire: "bene, ricambiamo". Sapendo anche che i Sindaci possono una volta ogni tanto fare magari il passo e passare dall'amministrazione comunale a quella regionale, e poter anche lì mettersi in gioco in modo diverso e poter portare le proprie sensibilità di Amministratori locali all'interno di quest'aula.
Noi quindi crediamo in una rivoluzione e in una revisione, i due aspetti di questa legge che abbiamo condiviso, ma in conclusione la considerazione politica è che le forze, alcune forze, la maggior parte delle forze che hanno a cuore il sistema delle autonomie locali, quindi delle forze autonomiste, che hanno a cuore il sistema delle autonomie locali, hanno avuto la capacità di sintesi, non tutti...ma quando dico: "non tutti", probabilmente qualcosa non ha funzionato anche nel modo di rapportarci, perché l'idea che noi ci eravamo fatti era quella di inglobare il maggior numero possibile di sensibilità proprio perché, come dicevo in premessa, una riforma ha una valenza e un'incidenza di impatto sulla comunità maggiore nella misura in cui sa coinvolgere il maggior numero possibile di sensibilità all'interno di quest'aula, è chiaro non solo, ma soprattutto all'interno di quest'aula.
Il raccordo con il CELVA c'è stato a maggioranza, a larga maggioranza i Sindaci hanno approvato la loro riforma, perché poi questa era la questione importante, se ieri fosse arrivata una bocciatura da parte dei Sindaci, sicuramente non saremmo stati qui a parlare di una riforma in questo modo, ma abbiamo in qualche modo avuto l'avallo, anche con i distinguo, che sono importanti, perché non è che i Sindaci devono ratificare ciò che i Consiglieri, i legislatori in questo caso approvano. Il legislatore però rimane in capo a quest'aula e quest'aula ha saputo carpire le sensibilità e le esigenze di cambiamento con quello che era il mantenimento di un sistema che effettivamente in certe parti aveva funzionato. Tutti noi quindi crediamo che abbiano portato qualcosa, per qualcuno forse è stato più difficile conciliare le posizioni diverse di identità plurale qui e negli altri organi che hanno votato, ratificato questa legge, però l'importante nella politica di qualcuno di voler salvare capra e cavoli è alla fine saper decidere e saper dire che questa è, a nostro avviso, una legge che fa parte di un percorso che apre nuove sfide: che apre nuove sfide perché dopo questa noi crediamo che sia giunto il momento di affrontare altre sfide, e parliamo del resto delle riforme sia a livello comunale che del resto delle riforme a livello regionale. Sappiamo tutti che le regole democratiche che oggi regolano questa Regione sono regole che non hanno portato - e questa legislatura lo sta dimostrando - ad una governabilità che possa assicurare una serenità e soprattutto una possibilità di lavorare in modo compiuto che siano gli uni o gli altri a governare. La prossima sfida per quanto ci riguarda - ma crediamo che sia un'esigenza che è sentita in modo trasversale - quindi sarà quella di avere la capacità di confrontarci sulle nostre regole, sulla nostra possibilità di rivedere le regole del gioco, sapendo anche in questo caso che ognuno cercherà di portare le proprie sensibilità, ma sapendo anche che, finché non si cambierà questa legge elettorale, soprattutto con un assetto istituzionale che conosciamo, difficilmente ci sarà qualcuno che riuscirà a governare questa Regione. La sfida che quindi noi lanciamo, annunciando, com'è già stato detto, il nostro voto favorevole...perché questo è l'inizio di un percorso, seppur già condiviso e già avanzato, che secondo i nostri auspici...noi veramente crediamo possa portare ad una condivisione sulla revisione delle regole del gioco che possono portare a breve anche al cambiamento della legge elettorale regionale, che è quella che oggi ha portato a questo risultato in parte, anche se effettivamente non è l'unico fattore, ma che, se avremo la capacità di cambiare, potrà effettivamente per il futuro disegnare un assetto migliore, soprattutto una capacità di governo diversa per chi alla fine di una competizione elettorale avrà in modo chiaro ottenuto un risultato, o comunque darà la possibilità per quest'Assemblea di dare messaggi diversi e di governare in modo stabile. Grazie.
Presidente - Grazie collega. Ci sono altre richieste di intervento? Ricordo che siamo in discussione generale. Se ci sono richieste, vi chiedo di iscrivervi. Posso chiudere la discussione generale? La discussione generale è chiusa. Per la risposta, chiede la parola il Presidente della Regione Rollandin, ne ha facoltà.
Rollandin (UV) - Merci Président.
Avant tout je veux rappeler qu'on ne peut qu'apprécier le climat dans lequel on a discuté une des quatre lois les plus importantes. Comme vous savez, pour les réformes des collectivités locales on a quatre rendez-vous importants: le premier a déjà été fixé, on a débattu la loi 6, cette nouvelle loi est la loi qui va donner un essor à l'attente du système électoral, donc les instruments pour la compétition du 10 du mois de mai. Restent les deux lois sur les secrétaires et sur les appointements pour les administrateurs, qui sont sans doute des lois importantes, sensibles, mais je crois que, par rapport aux deux qu'on vient d'approuver, sont en poids différents. J'estime donc que le travail plus important a été fait avec ces deux lois sans...par rapport à ces deux nouveaux rendez-vous, donner toute l'attention et surtout de le faire dans le plus bref délai. Je ne peux que dire, en effet, ce que le collègue Donzel a dit: on est en retard et, par conséquent, on a dû un peu solliciter ce débat dans cette salle et le retard est dû aussi - je le dois avouer - à un climat difficile, différent pour justifier un débat sur une loi si importante, les collègues l'ont rappelé.
Je remercie sincèrement chacun de ceux qui ont participé à ce groupe de travail, tous ceux qui ont travaillé, qui ont travaillé pas seulement avec dévotion et compétence, mais surtout avec la disponibilité à trouver un accord, car c'était à la base du choix. Je regrette que les Cinq Étoiles n'ont pas voulu participer, mais c'est un choix, je le dis sincèrement...tout de même le débat a été franc, a été ouvert et on a dit clairement quelles étaient les motivations à la base des différents choix qui avaient été proposés. Je croix que dans ce sens le débat qu'on a apporté de l'avant avec ce groupe de travail, qui après a eu l'essor définitif dans la commission compétente, je remercie le rapporteur et la commission pour le travail qui a été fait par conséquent...mais je crois que ce groupe s'est penché sur les points délicats et importants que vous avez rappelés dans le débat. Je crois que les points essentiels étaient de définir quelle était la possibilité de changer d'une façon concrète un peu l'aptitude par rapport à la question de genre. Je croix que je ne peux que partager ce que disait le collègue Viérin sur le fait que ce n'est pas obligatoire d'aller dans la direction d'obliger quelqu'un à avoir un pourcentage, mais on sait que s'il n'y a pas un début dans ce genre...un barème c'est difficile d'arriver...il faut le dire. Il faut avouer qu'on n'est pas à même, pour l'instant, de faire un passage naturel d'arriver au fait qu'il y ait, par rapport à ce qui est le genre, la pari opportunità - si on veut dire ainsi - ou quand même la parità de genre, un bout qui soit satisfaisant. Ce sont un peu les raisons qui ont été à la base d'un débat très serré, un débat sérieux, qui a porté à un résultat que je croix satisfaisant.
Dans ce contexte, de ce point de vue, j'apprécie aussi le fait des déclarations du groupe ALPE, qui a dit qu'à la fin il s'abstient, même si compte tenu des déclarations que justement le collègue Chatrian a voulu rappeler, par rapport aux sollicitations, au projet de loi qui avait présenté...pour la grand part a été accepté...la question de changer de méthode, le fait de ne plus avoir l'élection directe et là aussi je porte comme exemple ce choix: le choix de l'élection directe, qui a été dans la substance très discuté par les Syndics en charge, dans le CELVA il a été un débat ouvert, car évidemment la sensibilité de ce système est accrue. Je crois que chacun allait imaginer ce qui pouvait changer par rapport à ce qui c'était passé il y a cinq ans et alors l'aptitude par rapport au fait d'être l'unique qui peut...qui représente toute la liste, avec l'adjoint Syndic, ou bien d'être là au pair avec les autres collègues de la liste, de dire: "bon, ce sera les gens qui vont dire si le choix est envers A ou envers B", évidemment la chose change radicalement. Je croix justement que ce thème, s'il n'y avait pas de bon sens, n'arrivait pas à un point de confrontation et surtout à une solution qui soit partagée, cela est évident.
Io credo dunque che su queste tematiche, sulla partecipazione, sulla giusta rivendicazione di una voglia di essere in qualche modo democraticamente eletti, di fare un gruppo...cioè se noi pensiamo che in 41 Comuni ci sarà la possibilità di dire: "bene, ci sarà un'iniziativa..." che io voglio ricordare, anche questo è importante, ma un'iniziativa che nasce anche sulla voglia di fare un programma condiviso, che non è solo quello di essere quattro amici che si mettono assieme e dire: "bene, adesso ci facciamo una lista", ma una lista per che cosa? Per avere un programma, poi chiaramente nel programma si confrontano e vengono a galla idee che in qualche modo, se sono condivise, danno la facilità, la possibilità di andare avanti conseguentemente a questo programma: ecco perché sul discorso del panaché noi abbiamo avuto quelle perplessità che ci hanno portati...
(interruzione di alcuni Consiglieri, fuori microfono)
...panachage...panaché, è più o meno la stessa cosa. Io l'ho detto di là, birra e gazzosa, si andava un po' su questa sollecitazione, perché è un panaché di fatto, perché, quando arrivi alla fine, non sai se hai vinto o se hai perso, è birra e gazzosa, non sai qual è la birra e qual è la gazzosa: questo è il punto.
Di fatto quindi questo sistema non poteva garantire la governabilità: questo è il punto, perché una delle rivendicazioni di chi voleva mantenere il sistema con la faccia era di dire: "eh no, noi così garantiamo la governabilità", ma la governabilità si può mantenere lo stesso con...allora sì, la lista che vince, perché se faccio panachage, evidentemente io non so cosa succede alla fine, qual è la composizione, non c'è...è una maggioranza tutta da inventarsi ed è più difficile. Obiettivamente se noi andiamo ad avere la preoccupazione della governabilità, la governabilità passa attraverso un numero che sia giusto. Anche qui cedere, cioè dire: "noi siamo andati sul sistema maggioritario..." e dà la possibilità anche alla minoranza di avere una rappresentanza forte, possibile. È evidente che se si sfalda il quadro dei 7 che sono...quello che si augura sempre che non succeda, però dev'essere esagerato per non dare la possibilità di continuare con quel tipo di logica con cui si è ritrovati. Io quindi credo che ci sia oggi con questo sistema che è stato pur con le difficoltà...però è il risultato di un confronto molto ampio.
Il discorso dell'incompatibilità: noi l'abbiamo...credo che è un altro tema che era stato sollecitato e che è stato accolto. Anche qui evidentemente...io condivido quello che hanno detto i colleghi, per cui abbiamo accettato questo, perché, dopo tre mandati, non penso che ci sia l'esigenza di...come dire? continuare con la stessa situazione per...credo sia giusto anche mettere quest'incompatibilità.
Per quanto riguarda l'altro aspetto che tutti hanno detto delicato: le preferenze, qui il discorso, il ragionamento è stato molto semplice, rispetto a due...il discorso della preferenza di genere, la terza preferenza ha un suo significato, una sua giustificazione, poi sulle preferenze, come dico, ci sono molte chiavi di lettura e io non voglio andare oltre. Credo però che ci sia da tener conto che nel sistema che è stato qui in qualche modo previsto, con una leggera riduzione per alcune di numero, però, com'è stato ricordato, compatibili...con un numero di persone che non siano tra i componenti delle liste, per presentare la lista che abbiamo ancora ridotto, io voglio sottolinearlo questo, noi abbiamo messo al minimo, proprio dire: noi diamo la possibilità a tutti di presentarsi, diamo la possibilità di avere un sistema che permetta di avere l'espressione più ampia, anche questo è un segnale che va nella logica, nella direzione più volte auspicata, e questo è stato messo nella legge. Nella sostanza quindi si sono cercate le altre forme di incompatibilità che sono state qui riviste e considerate. Qualcuno ha detto: "ma ci dispiace che non si è andati sul 40 percento, ci siamo fermati al 20 percento". Attenzione, 20 percento è il minimo, poi se uno vuole mettere il 40 percento, lo metta, abbiamo avuto...io voglio sottolinearlo...ci sono già dei Comuni che hanno quasi il 50 percento: c'è il Comune di Gressoney-La-Trinité che ha il 50 percento di donne, i risultati io non li so, ma comunque questo è quello che succede, però per dire che uno può metterne...il 20 percento minimo era quello che deve essere fatto, poi sul resto...per dire che già oggi ci sono dei Comuni che hanno queste quote.
L'altro aspetto che credo importante - ecco, questo l'abbiamo sottolineato - è la presenza in Giunta, anche questo ha un suo significato importante. Chiaramente abbiamo anche messo che se è già Sindaco una donna, chiaramente viene meno il discorso dell'obbligatorietà nella...l'abbiamo voluto dire perché abbiamo già un certo numero di Sindaci donne, quindi questo non è più un'eccezione, ma sta diventando un aspetto importante che noi registriamo e sottolineiamo, quindi abbiamo rimarcato anche questo passaggio. Credo che alla fine quindi, proprio grazie a quella collaborazione che c'è stata e che ho visto in un modo molto molto positivo, proprio che è il frutto, credo, anche di questo clima che un po' alla volta si è creato, che è alla base di quel ragionamento che abbiamo fatto anche stamattina, che veniva ricordato, perché sennò questa legge non arrivava qui in Consiglio, o comunque arrivava con una battaglia su dei temi che alla fine non portava a nulla, se non a far capire al di fuori che nemmeno su un tema istituzionale come una legge elettorale riuscivamo a trovare una quadra. Qui si è trovata...ecco, mi dispiace che qualcuno, per delle situazioni che francamente mi sembrano non essenziali, ma comunque ognuno ha il suo giudizio...ecco, non abbia dato il suo assenso pieno a questo percorso, un percorso importante, un percorso che ci permetterà da domani di dare certezze di poter fare in modo che ognuno si organizzi sapendo qual è la situazione oggettiva delle regole, per arrivare alle elezioni del 10, perché sembrano lontane, ma sono lì, mancano 40 giorni per fare tutto, dopodiché devi presentare le liste. Ricordo che tutto quello che è stato detto per quanto riguarda questa nuova legge va nella direzione di aumentare la democraticità, la partecipazione, la libertà del voto, la libertà di poter esprimersi nel modo giusto e soprattutto la concretezza di un Governo che risponda a quelle che sono le esigenze delle nostre collettività. Grazie.
Si dà atto che dalle ore 18,47 riassume la presidenza il Presidente Marco Viérin.
Viérin M. (Presidente) - Grazie Presidente. Passiamo ora all'analisi dell'articolato. Ricordo a tutti che si vota sul nuovo testo predisposto dalla I Commissione consiliare permanente. Articolo 1. I colleghi sono pregati di votare. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 30
Favorevoli: 28
Contrari: 2
Astenuti: 5 (Bertin, Certan, Chatrian, Morelli, Roscio)
Il Consiglio approva.
Articolo 2. Stesso risultato. Articolo 3. Stesso risultato. Articolo 4. Stesso risultato. Articolo 5. Stesso risultato. Articolo 6. Stesso risultato. Articolo 7. Stesso risultato. Articolo 8. Stesso risultato. Articolo 9. Stesso risultato. Articolo 10. Stesso risultato. Articolo 11. Stesso risultato. Articolo 12. Stesso risultato. Articolo 13. Stesso risultato. Articolo 14. Stesso risultato. Articolo 15. Stesso risultato. Articolo 16. Stesso risultato. Articolo 17. Stesso risultato. Articolo 18. Stesso risultato. Articolo 19. Stesso risultato. Articolo 20. Stesso risultato. Articolo 21. Stesso risultato. Articolo 22. Stesso risultato. Articolo 23. Stesso risultato. Articolo 24. Stesso risultato. Articolo 25. Stesso risultato. Articolo 26. Stesso risultato. Articolo 27. Stesso risultato. Articolo 28. Stesso risultato. Articolo 29. Stesso risultato. Articolo 30. Stesso risultato. Articolo 31. Stesso risultato. All'articolo 32 invece c'è l'emendamento n. 1 dei Consiglieri Farcoz, Borrello, Gerandin e Donzel che i colleghi hanno ricevuto. Su quest'articolo inoltre c'è un'annotazione tecnica, che è conseguenza all'approvazione dell'emendamento n. 1 se verrà approvato, in sede di coordinamento formale anche il comma 2 del medesimo articolo 32 le parole "15 mila abitanti" saranno sostituite dalle parole "1.000 abitanti", è un discorso prettamente tecnico, quindi, se si vota l'emendamento n. 1, automaticamente votiamo la modifica al comma 2. Posso dare lo stesso risultato sull'emendamento? Stesso risultato. Articolo 32 nel suo complesso. Stesso risultato. Articolo 33. Stesso risultato. Articolo 34. Stesso risultato. Articolo 35. Stesso risultato. Articolo 36. Stesso risultato. Articolo 37. Stesso risultato. Articolo 38. Stesso risultato. Articolo 39. Stesso risultato. Articolo 40. Stesso risultato. Articolo 41. Stesso risultato. Articolo 42. Stesso risultato. Articolo 43. Stesso risultato. Articolo 44. Stesso risultato. Articolo 45. Stesso risultato. Articolo 46. Stesso risultato. Articolo 47. Stesso risultato. Articolo 48. Stesso risultato. Articolo 49. Stesso risultato. Passiamo ora alla votazione dell'allegato A, che modifica il vecchio testo di legge negli allegati A, C, Dbis, Dter. Nuovo allegato A stesso risultato.
Passiamo ora alla votazione della legge nel suo complesso. C'è qualcuno? Altrimenti passiamo alla votazione della legge nel suo complesso. Un attimo solo, ha chiesto la parola la collega Certan.
Certan (ALPE) - Sì, grazie Presidente.
Per dichiarazione di voto. Innanzitutto grazie allo sforzo che tutti i componenti della commissione hanno fatto e, comunque, anche al tentativo di portare sicuramente delle riforme. Mi permetto di soffermarmi su due aspetti, il collega Donzel ha detto: "forse non è la legge più bella del mondo", beh, in effetti forse nessuna legge lo è, per tutti, la più bella del mondo, perché giustamente devono...spesso sono il frutto di sintesi. Una legge elettorale, cioè i criteri che una comunità, una civiltà si dà per l'elezione dei suoi rappresentanti è lo specchio del livello, a mio avviso, di cultura della società stessa. Forse, una volta applicata, potremmo dire che sicuramente ha portato dei passi avanti, solo una volta applicata. Sicuramente ha degli aspetti positivi, sono già stati tutti sottolineati nei vari interventi: dal collega Bertin, dal Capogruppo Chatrian, quindi non vado... Mi soffermerei su due aspetti: quello delle preferenze e quello della parità di genere, che mi permetto di dire non è la parità fra...non sono regole che vengono messe per le donne, ma è parità di genere e pari opportunità, come ha ricordato il collega Donzel.
Per quanto riguarda le preferenze, sappiamo che siamo una delle uniche Regioni d'Italia ad avere ancora le tre preferenze, sappiamo che - io non sono contraria alle tre preferenze a priori, noi non siamo stati contrari alle tre preferenze - le tre preferenze portano a delle storture e al controllo del voto, quindi su questo noi abbiamo per diversi anni in tante occasioni sottolineato questo e credo che fosse da tenere in considerazione. Questo introduce anche l'altro aspetto, che è quello della parità, la parità si gioca sul 50 percento, non può giocarsi su tre preferenze: ecco perché noi introducevamo una preferenza, oppure la doppia di genere. Credo che...sì, queste tre preferenze con un obbligo di una di genere opposto porteranno magari a dei vantaggi, che quindi verranno decantati come dei grandi successi. È stata una sintesi, a mio avviso, è stata una soluzione al ribasso, si poteva sicuramente andare a trovare una sintesi molto molto più alta da un punto di vista culturale e sicuramente anche sociale. Io credo che l'obbligo minimale, cioè quel 20 percento...sì, sotto di lì non si potesse proprio andare proprio per una questione credo di rispetto, ma credo che la totale parità non fosse impossibile e questo ce lo dimostra un Paese che è molto democratico: la Francia, che ha fatto delle liste dove c'è l'obbligo di candidare...ed è lì che viene la parità: nel momento della candidatura, non poi con delle alchimie di percentuali una volta elette, ma viene nell'opportunità di candidatura uguale al 50 percento. Noi eravamo anche scesi, avevamo messo un 40 percento per evitare di inchiodare delle liste, ma in Francia si devono presentare le liste con un uomo una donna, un uomo una donna, un uomo una donna, quando non si trova più il genere diverso, ci si ferma, in questo modo la parità è garantita...e lì, a mio avviso, è la libertà di espressione, lì è, a mio avviso, la libertà dei cittadini di votare e ognuno poi vota senza avere delle percentuali bloccate. A mio avviso, la parità o la si riconosce e la si favorisce, e quindi la si esercita in pieno, altrimenti sì, si è fatto un tentativo, però ancora, a mio avviso, non si può dire di aver fatto una riforma. Prendiamo atto, a mio avviso, che la rappresentanza politica valdostana è ancora culturalmente legata a dei retaggi passati. Non siamo stati capaci, a mio avviso, tutti di dare gambe a quelle belle parole di principio che ci siamo detti. Spesso si dice - e poi termino - che "de fenne eun nen trouve pa "(traduzione letterale dal patois: "di donne non se ne trovano"), perché questo è un po' il leitmotiv che viene...certo, soprattutto se non si crede fino in fondo alla parità di genere e soprattutto, come dicevo, di opportunità, cioè non si cercano e non si trovano delle soluzioni per garantirle. La stessa cosa avviene anche per i giovani, ci si stupisce che i giovani non si interessano, ma in realtà quelli liberi, cioè non quelli "targati", ma i giovani liberi spesso si allontanano proprio perché non vedono coerenza tra quello che si decanta e quello che si fa. Poi siamo...abbiamo riconosciuto che è stato fatto un primo tentativo, mi dispiace che spesso, quando si parla di questo, si facciano battute, sorrisi e sorrisini, ridolini, siamo ancora...in Italia, ma anche la Valle d'Aosta dai dati dell'APF è risultata una delle più basse, con tanti Paesi dell'Africa che ci hanno superato per rappresentanza di genere diverso, e io non parlo solo di donne, quindi credo che, nonostante il tentativo di fare un passo avanti con questa legge, ci sia da fare una riflessione. Grazie.
Presidente - Grazie collega. La parola al collega Bertin.
Bertin (ALPE) - Grazie Presidente.
Una rapida precisazione. Non abbiamo voluto portare in questo Consiglio la nostra proposta di legge presentata nel mese di settembre anche per non allungare troppo la discussione, che sapevamo che si sarebbe comunque conclusa in questo modo, ma la nostra proposta di legge era piuttosto diversa da quella che approverete oggi. Non è che sono state accolte, come diceva il Presidente Rollandin, buona parte delle nostre proposte, anzi ne sono state accolte poche, in caso contrario le avremmo votate anche noi. Le differenze erano sostanziali, non sto qui a ripeterle, ma abbiamo voluto ritirare la legge per non ingolfare una discussione, pertanto mi fermo qui, ma le differenze erano sostanziali. Grazie.
Presidente - Altri? Non vedo altre richieste. Poniamo in votazione la legge nel suo complesso. I colleghi sono pregati di votare. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 30
Favorevoli: 28
Contrari: 2
Astenuti: 5 (Bertin, Certan, Chatrian, Morelli, Roscio)
Il Consiglio approva.
Adesso colleghi, come avevamo annunciato, andremo ad analizzare il punto 21.02, inerente all'elezione del Delegato della Regione all'elezione del Presidente della Repubblica. Chiederei cinque minuti di sospensione per fare una riunione dei Capigruppo per fare un ragionamento com'è stato anche richiesto dal Presidente della Regione e così vediamo anche come procedere coi lavori. Grazie.
Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 19,09 alle ore 19,24.
Viérin M. (Presidente) - Riprendiamo i lavori. Allora, comunico che la Capigruppo ha concordato di fare questo punto 21.02 e poi di sospendere i lavori che riprenderanno domani mattina.