Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 814 del 22 ottobre 2014 - Resoconto

OGGETTO N. 814/XIV - Interpellanza: "Potenziamento del servizio di accoglienza e di integrazione a favore degli immigrati".

Presidente - La parola alla collega Certan.

Certan (ALPE) - Grazie Presidente.

Penso che in questi anni stiamo vivendo una trasformazione culturale, sociale, epocale. L'immigrazione e l'emigrazione sono stati momenti della storia di ogni Paese, in vari momenti diversi, magari nei tempi con delle circostanze, delle caratteristiche diverse, ma tutti i Paesi hanno conosciuto questi processi. Credo che oggi stiamo però assistendo a delle ondate migratorie continue, chiare e definite, e direi anche molto incisive; quelle attuali hanno una caratteristica particolare: oltre alla differenza di lingua, di cultura, vi è anche un'altra differenza, che è quella di religione.

La Valle d'Aosta non è una regione immune da questo fenomeno, lo rimarcava ad esempio un servizio che ho visto per caso, quest'estate, su France 2, un servizio di una domenica mattina in cui è stato proprio descritto ed è stato molto approfondito questo fenomeno in Valle d'Aosta, che definiva la Valle d'Aosta come una delle Regioni italiane con maggiore immigrazione musulmana. In questo servizio c'era anche il nostro Presidente Rollandin che era stato intervistato e sottolineava proprio questo aspetto anche di accoglienza della Regione Valle d'Aosta per queste popolazioni. Ora, credo che la globalizzazione, l'immigrazione e l'accoglienza portino il mondo in generale in Valle d'Aosta. La multicultura e l'accoglienza s'imparano però vivendole e praticandole quotidianamente. Uno dei luoghi principali in cui questo viene vissuto credo che siano i luoghi di lavoro e, in realtà, forse la scuola è uno dei luoghi per eccellenza dove viene praticata l'accoglienza e l'integrazione. Credo che a tal fine abbiano un ruolo molto importante, per un efficace inserimento e anche per un'integrazione direi riuscita, i mediatori culturali. Ho sottolineato questi luoghi di lavoro, la scuola (luoghi di eccellenza) come punti diciamo di integrazione, ma sicuramente anche l'inserimento della famiglia nel contesto sociale è poi importante. Ripeto: credo che questo ruolo lo svolgano in modo eccellente i mediatori.

Con questa nostra interpellanza volevamo essere un po' rassicurati...avere qualche dato, ma anche essere un po' rassicurati su quali sono poi le intenzioni di questa Amministrazione regionale riguardo proprio a questo servizio di accoglienza e di integrazione, in quale misura si intende continuare a investire in questa direzione. Perché, in un momento di forte crisi economica, crediamo che questo sia ahimè un altro di quei servizi che spesso vengono in qualche modo ridotti, mentre in questo momento, proprio anche in considerazione del fatto che oltre alle ondate dai Paesi mediterranei dell'Africa ci sono oggi degli importanti arrivi anche dall'Africa centrale, comunque da questi altri Paesi africani, credo che non siano da prevedere delle riduzioni per questo servizio. Quindi volevamo essere un po' confortati riguardo a questo, chiedendo anche poi nei punti 1 e 2 quanti sono appunto i mediatori culturali che operano attualmente in Valle d'Aosta e con quali contratti, perché so che ci sono diversi mediatori che hanno dei contratti solo di consulenza a tempo determinato, mentre alcuni hanno contratti a tempo indeterminato. Ecco, credo che proprio per l'accoglienza del primo momento i mediatori svolgano questo ruolo importantissimo. E lo sottolineo: è un ruolo direi di collegamento, è un anello...i mediatori sono un anello importantissimo di collegamento fra il territorio di provenienza e comunque anche la loro identità di provenienza. Grazie.

Presidente - La parola all'Assessore Fosson.

Fosson (UV) - Sì, grazie Presidente.

Sono d'accordo con tutte le sue premesse; il servizio d'accoglienza è fondamentale per una Regione come la nostra che, per tanti anni, ha conosciuto l'emigrazione. Nella mia famiglia i miei nonni, come tanti altri della Valle d'Ayas, sono stati emigranti in Africa, per otto anni, quindi è un fenomeno che la Valle d'Aosta ha sperimentato. Sono d'accordo anche che la mediazione, cioè l'insegnare la lingua, i modi, la cultura, siano fondamentali per un'introduzione nella nostra realtà.

Per passare alle domande..."quanti sono i mediatori culturali", in Valle d'Aosta, fin dal 2002, è stato fatto un corso di formazione (una direttiva regionale regolamentava la professione della mediazione culturale). La prima Regione che ha riconosciuto e ha normato la figura professionale del mediatore è stata la Toscana nel '97 e a tutt'oggi sono 10 le Regioni in analoga situazione, tra cui anche altre Regioni a Statuto speciale, come Bolzano e la Provincia autonoma di Bolzano. Tra la fine del 2005 e l'inizio del 2006 è stato organizzato un secondo corso di formazione, e nel 2006 una nuova deliberazione approvava nuove disposizioni regionali in materia di mediazione, ridefinendo il profilo professionale, gli standard normativi e la gestione dell'elenco regionale aperto tenuto dalla Direzione politiche sociali. Allora il percorso formativo prevedeva 500 ore di formazione teorico-pratica e un esame finale. Questa normativa è stata modificata nel 2008, quando, per ottimizzare le risorse e per valorizzare queste esperienze di vita, è stato possibile ottenere la certificazione delle competenze senza il corso di 500 ore, ma dimostrando di avere dei crediti acquisiti, derivati da competenze acquisite e quindi la possibilità di accedere a questo elenco regionale è stata ampliata. Attualmente sono 29 i mediatori iscritti e 13 hanno frequentato uno dei corsi regionali, mentre addirittura 16 hanno ottenuto questa certificazione per le loro competenze. I mediatori certificati attualmente iscritti nell'elenco sono 29, di cui 15 di lingua araba, 4 di lingua spagnola, 2 di lingua cinese, 4 di lingua albanese e uno solo di lingua rumena. Le dico questo perché è chiaro che i dati sull'emigrazione (che è un fenomeno in evoluzione) si sono modificati negli ultimi anni. Mentre la comunità magrebina è stata fino a un certo punto la più rappresentata, adesso non è più così: se nel 2012 avevamo 8.470 residenti immigrati, nel 2013 questi sono 9.148, ma la comunità più rappresentata è proprio quella rumena (2.471 a fronte di 2.198 marocchini); se ai numeri della comunità rumena aggiungiamo i 1.028 albanesi vediamo proprio una variazione di rappresentatività. Nella comunità rumena vi sono soprattutto donne, come del resto in quella ucraina, perché per la professione di badante viene molto più richiesta questa origine (rumena o ucraina) rispetto ad altre. Quindi anche dal punto di vista linguistico della mediazione c'è stato sicuramente un grosso cambiamento, per cui in questo momento 15 mediatori di lingua araba, a fronte di uno solo di lingua rumena crea una disparità, e quindi andrà anche tenuto conto di questo fenomeno; in caso contrario faremo un'accoglienza teorica, e 7 in questo momento sono le domande in attesa di essere valutate dalla competente commissione.

La Regione autonoma Valle d'Aosta ha affidato da tempo a una cooperativa sociale il servizio di mediazione interculturale per gli operatori sociosanitari dei presidi territoriali dove sono assicurate 1.796 ore di mediazioni annue, per un impegno, sul triennio 2013-2015, di 82 mila euro. L'azienda USL ha, per parte sua, fin dal 2003 un servizio di mediazione interculturale gestito dalla stessa cooperativa, attivo nelle varie sedi ospedaliere; soprattutto, a fronte di 1.100 ore nell'Ospedale regionale, per 140 pazienti sono stati 158 quelli seguiti invece al Beauregard, per una spesa complessiva di 25.300 euro. È un dato di fatto che le nascite al Beauregard per il 20 percento siano relative a famiglie di extracomunitari. Attenzione, il saldo demografico positivo, come in altre Regioni d'Italia, ma soprattutto nella nostra, è mantenuto proprio da queste nascite di extracomunitari. Sa che molti esperti di economia dicono che il PIL aumenta se aumentano le nascite, quindi questo è comunque un fatto rilevante positivo. Poi ci sono degli altri progetti di formazione linguistica, di educazione civica, che erano già finanziati dall'Unione europea attraverso il Ministero degli interni, per i quali operano 4 mediatori per 2.750 euro all'anno (110 ore).

"Quanti di questi operatori sono con contratti a tempo indeterminato"...la Cooperativa "La Sorgente" che gestisce questo servizio, e che ha affidato il servizio per conto della Regione, ci ha dato questi dati: 3 mediatori a tempo indeterminato con specializzazione linguistica, uno in arabo, uno in indi e uno in spagnolo, e 12 a tempo determinato a cui si sommano i mediatori con specializzazione linguistica, 2 arabi e 2 albanesi. Per ciò che concerne la scuola, ecco, questo è il dato che forse le interessa di più: fino al 2012 la Direzione politiche sociali metteva a disposizione un apposito finanziamento per la realizzazione di progetti di mediazione culturale con la valutazione e l'approvazione da parte del tavolo unico regionale per le politiche di immigrazione, cui potevano accedere le istituzioni scolastiche. Mettevamo cioè un fondo importante per le varie istituzioni scolastiche, a seconda delle esigenze. Questo servizio è stato portato avanti fino al 2012. Il 2013 è stato l'anno di passaggio, e sicuramente lei si riferiva a questo, nel senso che mentre l'USL continuava a finanziare questi servizi, soprattutto ospedalieri presso il Beauregard in particolare, ma anche nei consultori, la scuola, con un finanziamento legato alla propria libertà e autonomia, lo ha fatto in misura minore. Già con incontri fatti nel 2013 noi aspettavamo dei fondi europei ad hoc che poi non sono arrivati. Però le posso dire, per concludere, che abbiamo un fondo nazionale che prevede proprio l'inserimento e l'accoglienza dei cittadini che arrivano. Quindi dal 2014 si è ripreso un ciclo mantenendo quello che c'è attualmente sul piano finanziario in USL e con soldi del Ministero stanziati ad hoc e utilizzati solo per questo riprendendo il servizio di mediazione culturale nella scuola, soprattutto per i bambini che arrivano d'improvviso, che non conoscono la lingua. Questo fatto dimostra un'attenzione e forse un cambiamento di rotta. Attenzione, non soltanto rivolta al singolo, ma anche alle comunità, alle associazioni di stranieri, cercando di fare magari una mediazione sul gruppo più che individuale. Comunque dal 2014 questo servizio, anche nelle scuole, sarà di nuovo finanziato dalle Politiche sociali, con un finanziamento che aspettavamo già nel 2013, che non è arrivato, ma che adesso è disponibile con fondi statali. Grazie.

Presidente - La parola alla collega Certan.

Certan (ALPE) - Sì, brevemente. Grazie Assessore.

Credo che lei, quando dice: "dal 2014", si riferisca già all'anno scolastico 2014-2015, quello in corso...sì, e quindi vengono ripresi...sì, sì, non c'è stato nel 2012-2013. Credo sia molto importante che ci siano dei luoghi più sensibili dove deve avvenire la mediazione culturale; lei li ha citati, "luoghi di prima assistenza", chiaramente presidi ospedalieri, consultori, dove chiaramente le famiglie si rivolgono anche per aspetti...diciamo anche molto particolari, e inevitabilmente è importante che ci sia una piena comprensione di quello che deve essere fatto, e l'altro è la "scuola". Questi due luoghi credo abbiano ancora bisogno, più che mai, di avere delle figure formate, delle figure professionali competenti, quali ad esempio i mediatori.

Personalmente, all'interno della scuola, avevo seguito un progetto di mediazione culturale, chiaramente insieme a dei mediatori; credo che il lavoro di collaborazione e di condivisione fra insegnanti valdostani e mediatori sia di ottimo livello e permetta veramente l'integrazione delle famiglie, ma soprattutto dei bambini che accogliamo nel nostro territorio. Monitoreremo questa situazione, e mi auguro che si ponga anche adeguata attenzione a questo cambio di cultura, direi, a cui rivolgersi, perché dev'essere immediato, non si può aspettare troppo, poiché l'integrazione avviene nel momento di arrivo, e quindi, se già a livello statistico questi sono i dati, è chiaro che bisognerà provvedere e invertire questo numero di mediatori (che sono pochissimi) di lingua rumena e albanese. Grazie.

Presidente - Punto 31 all'ordine del giorno.