Oggetto del Consiglio n. 635 del 28 luglio 2014 - Resoconto
OGGETTO N. 635/XIV - Interrogazione: "Criticità riscontrate per la valutazione delle situazioni reddituali ai fini dell'ottenimento di interventi economici a favore di soggetti non autosufficienti".
Presidente - La parola all'Assessore Fosson.
Fosson (UV) - Sì, grazie Presidente.
In una situazione...ho già parlato spesso di questo problema, vorrei solo fare alcune premesse proprio per chiarire meglio la situazione rispetto alla difficoltà economica che sta vivendo la Valle d'Aosta, fatto questo che non possiamo negare in cui anche i riflessi sul sociale sono stati importanti; credo in tal senso che sia stata conservata un'attenzione particolare proprio alla funzione delle badanti come alternativa al ricovero. L'importo utilizzato disponibile nel bilancio nel 2013 è di 2 milioni e 100 ed è lo stesso che avevamo speso l'anno scorso per il contributo alle badanti. C'era in più - ci eravamo chiariti bene in commissione - un importo che veniva dato alle famiglie che tenevano un disabile in casa. Ecco, quest'importo ulteriore, com'è stato dichiarato, è stato recuperato nella legge sul microcredito, nel senso che 250.000 euro in più presi dal Fondo politiche sociali nazionale andranno per progetti definiti a chi tiene in casa un anziano. È giusto che sia inserito nella legge del microcredito, perché uno prende dei soldi e fa comunque un lavoro.
Come diceva la Consigliera Fontana, in questa settimana sono stati sbloccati i fondi del microcredito e la legge sarà presentata a settembre, però noi con un comunicato avvertiremo che utilizziamo la vecchia legge per i casi più urgenti, fino a quando non entrerà in funzione la nuova legge.
L'altra cosa che volevo precisare è che dal 2012, da novembre, l'importo massimo che viene dato al mese per chi utilizza una badante è di 700 euro e questo è stato mantenuto, non è stato modificato. La novità - e questo lo dico per poi introdurre quello che lei chiede, ed è anche corretto - è che per la prima volta viene prevista una contribuzione del familiare, mentre prima questa contribuzione non c'era e la contribuzione del familiare parte da un reddito di 34.000 euro e il familiare al massimo partecipa fino ad un massimo di 200 euro al mese.
Mentre l'altra risposta che le avevo dato: "abbiamo messo dei dipendenti in più - eccetera - le difficoltà sono in questa novità: per ottenere il contributo, devi presentare il reddito familiare. Allora qui emerge una difficoltà che un po' stiamo verificando su tutte le pratiche in cui noi abbiamo inserito l'IRSEE: alcune persone non vogliono presentare il proprio reddito IRSEE, ne abbiamo parlato ancora adesso in commissione. Aspettavamo il decreto 159 del Presidente del Consiglio del dicembre del 2013 che riformulava tutto l'ISEE nazionale e che doveva entrare in funzione il 1° gennaio, poi a luglio e alla fine speriamo che possa essere applicato dal 1° gennaio 2015.
La difficoltà amministrativa: mentre le pratiche di chi aveva la badante erano delle pratiche già standardizzate e precise, in effetti adesso cambieranno con la presentazione dell'ISEE del parente e questa è una difficoltà che stiamo verificando a tutti i livelli. La gente non vuole presentarlo, ha paura di quest'indicatore perché emergono delle situazioni di cui non vorrei anticipare, e la nostra attenzione in questo momento è comunicare che l'ISEE è un indicatore, e che non vengono svelate delle situazioni che possano poi essere di danno all'utente. Certo che è una questione di comunicazione. È stato subito formato un gruppo già all'inizio dell'anno proprio per lo studio del nuovo ISEE rispetto all'IRSEE ed è pronto a riferire anche in V Commissione, aspettando questo decreto, che stabilisce proprio cosa sarà l'ISEE nazionale e che effetto avrà sulle "aggiuntive regionali".
Certo che va monitorato, e lo stiamo facendo con i funzionari anche per l'assistenza agli anziani, in una situazione molto difficile per gli Enti locali. In questo periodo come nei mesi passati l'attenzione sarà proprio quella di osservare il cambiamento che la nuova norma porterà rispetto alla contribuzione, in una situazione di minori risorse, produrrà nei confronti di chi ha rispetto a chi ha meno. Se lei vede anche il Patto della salute, c'è un articolo specifico che pensa di introdurre l'ISEE anche in sanità, anche per protesi dentarie, eccetera. Io capisco, purtroppo, l'ISEE non va bene per chi evade perché chiaramente non gli risulterebbero certi beni; però questa è una situazione per la quale noi non possiamo fare nulla. Se non altro, però, l'ISEE, per chi normalmente contribuisce e per chi è corretto, rappresenta un indicatore di equità e di trasparenza.
"Se è possibile - questa è una domanda ancora più giusta, è già stata fatta anche in commissione prima - avere degli strumenti che ci dicano prima qual è il nostro ISEE, per sapere se devo contribuire o no"; questo sarà molto più facile quando ci sarà l'ISEE nazionale. Noi abbiamo il problema di inserire in questo ISEE le aggiuntive, cioè, se uno ad esempio ha avuto il microcredito o un'altra provvidenza regionale. Con l'ISEE nazionale si ha la banca dati dell'INPS, per esempio, in cui uno può calcolare tranquillamente il suo indicatore. In questo periodo abbiamo iniziato una campagna di comunicazione coinvolgendo anche le assistenti sociali, gli sportelli sociali, ma anche i CAF, che ringrazio qui pubblicamente, quest'ultime che nel tempo hanno sempre aiutato moltissimo l'utente a sapere qual è il suo ISEE, rispetto al suo livello di contribuzione. È un momento di transizione, questo è vero, che però ha la necessità di basarsi sulla trasparenza e sulla maggiore equità. Grazie.
Presidente - Grazie Assessore. La parola al Consigliere Ferrero.
Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.
Io non metto in dubbio le buone intenzioni dell'Assessore Fosson, però dalle disquisizioni di carattere accademico poi bisogna fare i conti con la realtà. Se facciamo i conti con la realtà, io porto all'Assessore un esempio concreto - vi lascerò poi i dati -: una persona che ha bisogno di assistenza, che ha bisogno di una badante, che guadagna 1.500 euro al mese, di questi 1.500 euro al mese, che arrivano a circa 18.000 euro all'anno, 11.400 vanno alla badante, 1.800 vanno alla sostituta della badante nelle ferie, 1.000 vanno per il trattamento di fine rapporto, 2.400 vanno all'INPS, restano alla persona 2.300 euro, che sono 200 euro al mese per pagarsi il vitto, l'alloggio, le spese e tutto. Mettiamo che questa persona, pur avendo due figli, o tre figli, che hanno una capienza di reddito, semplicemente non vada d'accordo con i figli e si trovi quindi in situazione in cui i figli dicono: "arrangiati". Voi direte che è un'eccezione, non è tanto un'eccezione, guardate, non è tanto un'eccezione! Qui si rischia quindi di penalizzare e di mettere sul lastrico una persona che poi alla fine ha solo un'assistenza. Sì, attenzione, qui stiamo parlando di una situazione concreta, non di ipotesi accademiche, io le sto parlando di questa situazione. In questa situazione la persona ha 200 euro al mese per tirare avanti. È possibile, è sostenibile una situazione del genere? Secondo noi, non è possibile, quindi bisogna pensare anche a queste situazioni.
In ogni caso le notizie che ci arrivano sono notizie di lettere a go-go di rifiuto totale dei contributi; io ne ho anche alcune copie, gliele farò vedere. Le assicuro che le persone che hanno poi avuto questo diniego, tra cui ci sono anche dei miei colleghi che lavorano in Regione, non sono dei capitalisti eh! Assolutamente non sono dei capitalisti. Qui cioè si va effettivamente a penalizzare e a fare un discorso di chi ha, chi non ha che non esiste, perché il fatto che poi ci siano tre persone, tre figli che si devono mettere d'accordo su quanto contribuire...capite che con questo meccanismo voi innescate anche delle tensioni a livello familiare che non sono indifferenti. Allora ci chiediamo: per 400.000 - e potremmo...come diceva il film - sporchi euro era il caso di andare a combinare questo pasticcio? Secondo noi, no. Bisogna trovare il sistema...e penso che da parte nostra e da parte di tutta l'opposizione...vi daremo anche alcuni suggerimenti per ritornare ai vecchi criteri, perché su queste spese non si può andare a fare un discorso generale, non ci possiamo limitare alle ipotesi di carattere accademico, perché con l'accademia non si mangia, c'è poco da fare! Adesso alcune persone sono veramente in grave difficoltà: in grave difficoltà perché, ipotesi realistiche, i figli non si mettono d'accordo e, di conseguenza, nessuno caccia ed effettivamente la persona che è più svantaggiata, che è la persona che ha bisogno, si trova in una situazione veramente difficile. Secondo me, qui è necessario mettere una pezza, trovare assolutamente i finanziamenti, perché su alcune cose possiamo tagliare e su altre diversamente no. Se poi qualcuno - perché qui facciamo il discorso - nelle pieghe della legge, il solito furbo, riesce ad infilarsi, io preferisco che un furbo riesca ad infilarsi, piuttosto che 10 sfigati non abbiano quello che gli spetta. Questo, secondo noi, è un metodo che dovrebbe essere utilizzato, che è un metodo di buon senso. Grazie.
Presidente - Grazie collega Ferrero. Ritornerei al punto 8 all'ordine del giorno.