Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 600 del 16 luglio 2014 - Resoconto

OGGETTO N. 600/XIV - Interpellanza: "Intendimenti del Governo regionale in merito alla realizzazione di un impianto idroelettrico nel vallone di Barasson nel comune di Saint-Oyen".

Presidente - Punto 13 all'ordine del giorno. La parola al Consigliere Bertin.

Bertin (ALPE) - Grazie Presidente.

Sull'oggetto di quest'interpellanza c'è già stata in diverse occasioni discussione in questo Consiglio. In effetti, abbiamo già presentato nel lontano 2008 un'interpellanza riguardante quest'impianto idroelettrico sul torrente di Barasson nel comune di Saint-Oyen, un'iniziativa che ha sempre suscitato molte perplessità. In effetti, tra l'altro, in un secondo momento vi è stata anche una petizione, sottoscritta da 450 abitanti dei due comuni di Etroubles e Saint-Oyen dichiaratisi contrari a quest'iniziativa piuttosto controversa. Tra l'altro, vi è stato anche un parere negativo della Sovraintendenza ai beni culturali relativamente a quest'impianto e, inoltre, una richiesta di sospensione dell'iter autorizzativo da parte della società stessa e anche per questa ragione ci chiedevamo se non era il caso da parte dell'Amministrazione regionale di non autorizzare a titolo definitivo questa realizzazione, tra l'altro, una richiesta fatta anche dalle Amministrazioni comunali di Saint-Oyen e Etroubles. Grazie.

Presidente - La parola all'Assessore Baccega.

Baccega (SA) - Grazie Presidente e grazie Consigliere Bertin.

In realtà, questa è un'istanza presentata già nel 2007 e ha già avuto in questo Consiglio più di un approfondimento a seguito delle sue interpellanze. In realtà, confermo quanto lei ha sostenuto, ma vado a ripercorrere piano piano alcuni passaggi. A seguito dell'iter istruttorio, che prevede, tra l'altro, la pubblicazione del progetto a disposizione di chiunque volesse prenderne visione, proprio i Comuni di Etroubles e di Saint-Oyen hanno espresso parere contrario alla realizzazione delle opere in argomento, ritenendo che le stesse comporterebbero una grave compromissione dell'ambiente e del paesaggio circostante, nonché una cospicua carenza idrica in contrasto con l'economia agricola della zona. Nel corso dell'istruttoria la società richiedente ha modificato il progetto per ridurre la portata di prelievo, al fine di non sottostare alle procedure di valutazione di impatto ambientale, comunemente detto VIA. È stato comunicato alla società richiedente che l'intervento in argomento, ricadendo in area sottoposta a vincolo di tutela paesaggistica e prevedendo una potenza nominale media annua superiore a 176 kilowatt, risultava ancora soggetto alle procedure di VIA, malgrado la società avesse presentato una richiesta di modifica della portata, riducendola. La legge regionale 14 del 1999: "Nuova disciplina delle procedure di valutazione dell'impatto ambientale", per ogni tipologia di progetto caratterizzata da una soglia, attribuisce ai Comuni interessati la possibilità di richiedere l'attivazione di una procedura di VIA, anche nel caso di progetti sotto soglia, ma qualora ritenuti impattanti sull'ambiente. I Comuni di Etroubles e di Saint-Oyen, utilizzando questa possibilità concessa appunto dalla norma vigente, hanno chiesto di assoggettare comunque il progetto all'impatto della valutazione ambientale. Si sottolinea però che, nel momento in cui è sorta per la società l'obbligatorietà in ogni caso di sottoporre la progettazione al VIA, la suddetta società ha apportato un'ulteriore variante, aumentando la producibilità dell'impianto per il progetto poi sottoposto al VIA. Ogni passaggio c'era una variazione e quindi riprendeva un nuovo iter per andare a determinare quella che era la valutazione di impatto ambientale. Va evidenziato che la procedura di VIA, condotta proprio ai sensi della legge 14, non si configura quale procedura autorizzativa, bensì prevede la valutazione ambientale della progettazione preliminare in oggetto e la conclusione della medesima mediante un'espressione di compatibilità ambientale da parte della Giunta regionale, alla quale dovranno fare seguito tutti i procedimenti autorizzativi previsti dalle normative di settore, finalizzate al rilascio della subconcessione.

La struttura regionale competente per il VIA ha provveduto a dare evidenza pubblica del procedimento in atto e a trasmettere copia della documentazione progettuale alle varie strutture regionali chiamate a vario titolo ad esprimere un parere in merito al progetto. A seguito di tale iter, sono pervenuti, come lei ha sottolineato, diversi pareri negativi sia da privati con una petizione piuttosto corposa, circa 450 cittadini dai comuni di Saint-Oyen e Etroubles, dalla Casa ospitaliera del Gran San Bernardo, da Lega Ambiente, nonché dalla struttura regionale per la tutela dei beni paesaggistici e architettonici. Devo quindi dire che, alla luce delle osservazioni e dei pareri pervenuti, la società ha ritenuto di richiedere una sospensione in istruttoria di VIA al fine di approfondire i vari aspetti. È chiaro che, nel caso in cui il procedimento di valutazione di impatto ambientale si concludesse con un parere negativo, non potrà essere rilasciata la subconcessione di derivazione d'acqua e la domanda originaria verrà rigettata dall'Amministrazione regionale. Come ho già detto poco fa, la procedura di VIA non è un procedimento autorizzativo, ma un lungo procedimento propedeutico proprio alla conclusione dell'iter istruttorio finalizzato al rilascio della subconcessione di derivazione d'acqua ad uso idroelettrico. La procedura di VIA tuttora sospesa, quindi, ha per oggetto la valutazione degli impatti di uno specifico progetto che, alla luce dei pareri tecnici raccolti, risulta negativa in particolare proprio - lo ribadisco - a seguito del parere espresso dalla struttura per la tutela dei beni paesaggistici e architettonici. Laddove fosse riattivata la procedura in atto da parte della società proponente con l'apporto di nuove documentazioni progettuali, la stessa dovrebbe essere nuovamente oggetto di specifica valutazione, quindi l'iter valutativo dovrebbe ripartire con i relativi pareri.

Passando invece ad un discorso di carattere più generale, ricordo che l'Amministrazione regionale, con deliberazione della Giunta regionale n. 1253 del 15 giugno 2012, ha stabilito una serie di indirizzi per limitare il rilascio di nuove concessioni di derivazione ad uso idroelettrico per almeno tre anni, permettendo solo la concessione di derivazioni per il rifornimento energetico di alpeggi e di rifugi e le domande di variante alle subconcessioni di derivazione di acqua ad uso idroelettrico già autorizzate e in esercizio da almeno cinque anni. Per le domande presentate prima dell'approvazione della citata deliberazione invece, ritengo che sia nell'interesse della Regione stessa e dei cittadini procedere nel rispetto della normativa vigente e della tutela ambientale a rilasciare le subconcessioni di derivazione d'acqua ad uso idroelettrico, che comportano per la Regione stessa e per i Comuni interessati un introito economico non indifferente. A titolo informativo segnalo che nel 2014 la previsione di introiti derivanti dal canone di concessione a favore della Regione è di circa 13 milioni di euro, a cui vanno aggiunti circa 900 mila euro per la quota di competenza da sovracanone dei Comuni rivieraschi, inoltre il BIM introita per i sovracanoni di sua competenza un importo annuale pari a 11 milioni e mezzo circa di euro. Tutto questo l'ho detto per sottolineare che le norme di tutela ci sono, norme che vanno nella direzione del rispetto dell'ambiente e del paesaggio, e che c'è grande attenzione a far sì che vengano rispettate.

La valutazione di carattere prettamente politica mi fa dire che siamo favorevoli ad un utilizzo delle acque, la nostra più importante risorsa, che va in direzione della tutela dell'ambiente e della salvaguardia del territorio, ma soprattutto all'utilizzo per produrre energia pulita, energia a favore della collettività. Riferendomi alla categoria degli impianti idroelettrici, ritengo quindi che l'argomento possa essere approfondito meglio nell'ambito della pianificazione e quindi riportato al principale atto di programmazione, che è il piano di tutela delle acque, prevedendo un aggiornamento eventualmente delle regole e delle condizioni anche e soprattutto valutando la possibilità di modulare meglio la producibilità annua sulla base delle precipitazioni e sulla base della sovrabbondanza di acqua. Grazie.

Presidente - La parola al Consigliere Bertin.

Bertin (ALPE) - Grazie Presidente.

Rimanendo innanzitutto sulla questione della centralina del vallone del Barasson, com'è stato evidenziato anche da lei, io non ho voluto ripercorrere tutta la vicenda, perché era piuttosto conosciuta qui in aula, ma, come ha visto, è una vicenda complessa, complicata e piuttosto contraddittoria, che, a mio avviso, dovrebbe portarci a chiudere definitivamente questa questione con un parere negativo. Questo è un angolo, da un punto di vista ambientale, interessante e, tra l'altro, ha una vocazione essenzialmente agricola e vagamente turistica dal momento che è un percorso dell'Alta Via e del Tour del Grand Combin, ma certamente non ha un valore economico significativo; quest'impianto, da quel punto di vista, a mio avviso, ha poco significato. Non si capisce la ragione economica dell'intervento, perché manca la materia prima: l'acqua e quella poca acqua che c'è deve essere indirizzata verso un utilizzo agricolo e non di questo tipo: questo è l'elemento essenziale su un discorso più generale. La Valle d'Aosta da un punto di vista dell'utilizzo delle acque...credo che abbia già dato abbastanza. Le nuove iniziative, a mio avviso, devono avere un significato economico certo e un impatto ambientale minimo, evidentemente da questo punto di vista una riflessione va fatta anche in ragione del mutamento climatico che stiamo vivendo anche da noi. Grazie.

Presidente - Grazie Consigliere Bertin. Punto 21 all'ordine del giorno.