Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 369 del 16 gennaio 2014 - Resoconto

OGGETTO N. 369/XIV - Approvazione di risoluzione: "Rispetto dell'accordo sul federalismo fiscale e impegno ad un confronto in seno alla commissione consiliare competente sulle tematiche di finanza pubblica". (Reiezione di altra risoluzione)

Presidente - Sì, prego...il collega Bertschy ha chiesto la parola.

Bertschy (UVP) - Intervengo solo per chiedere...ma credo sia anche un problema legato alla maggioranza...forse voi avete avuto già la possibilità di leggere il nostro testo, ma noi lo abbiamo ora e lo leggiamo...una breve sospensione.

Comunico, anche, se possibile, visto che le bandiere sono parecchio vicine a noi, magari di trovare poi una soluzione per una stabilizzazione, oppure una soluzione per una diversa posizione, perché è già da un po' che ce le vediamo arrivare dietro la schiena, ecco...soprattutto quando passa l'Assessore Marguerettaz...

Presidente -...non è un attentato...bene, il Consiglio è sospeso.

Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore alle ore 16,15 alle ore 16,30.

Rini (Presidente) - Possiamo riprendere i lavori? Colleghi, vi chiedo eventualmente la disponibilità per discutere il punto 42.01 "Costituzione di un gruppo di supporto per la definizione e il rilancio dell'Autonomia della Regione autonoma Valle d'Aosta" insieme al punto 42.02 "Rispetto dell'accordo sul federalismo fiscale sottoscritto in data 11 novembre 2010 e impegno del Presidente della Regione e dell'Assessore al bilancio a confrontarsi in merito con la commissione consiliare competente". Siete d'accordo? Grazie. Qualcuno intende illustrarle? Chi intende prendere la parola? Chi intende illustrare i testi delle due risoluzioni? Colleghi, ditemi voi chi vuole cominciare con l'illustrazione...o se volete seguire l'ordine di presentazione...ditemi voi...

Prego, collega Viérin.

Viérin L. (UVP) - Per mozione d'ordine.

Non tanto per l'indice cronologico d'iscrizione, ma, a seguito della lunga sospensione di questa mattina e del testo che è stato presentato assieme al testo che rappresenta le sensibilità delle opposizioni, noi ci aspettiamo, anche per un rispetto numerico, che sia la maggioranza ad illustrare il proprio testo affinché capiamo...visto che l'agenda teoricamente dovrebbe essere dettata da chi oggi ha la responsabilità di Governo, da chi ha assunto la responsabilità anche degli incontri romani e da chi oggi sta dettando quello che è l'impegno dei rapporti istituzionali e finanziari...affinché si conosca il pensiero della maggioranza in merito. Grazie.

Presidente - Chiedo a qualcuno della maggioranza se intende illustrare il testo...

La parola al collega Borrello.

Borrello (SA) - Grazie Presidente.

L'oggetto del contendere possiamo dire che è comune, poiché siamo qui, oggi, a discutere di queste due risoluzioni che, così, di primo acchito, possono sembrare molto diverse nell'impostazione, nei loro "considerata", nelle loro...diciamo argomentazioni e nelle loro premesse...e anche nelle impegnative hanno delle differenze.

Quello che noi riteniamo sia importante sottolineare è che c'è un principio comune all'interno di queste due risoluzioni, che è quello di lanciare un grido d'allarme rispetto a quelli che sono i rapporti con lo Stato centrale. Ovviamente le considerazioni che faccio e anche la nostra proposta rispecchia quelle che sono le sensibilità di questa maggioranza, così come noi rispettiamo e legittimiamo anche le sensibilità proposte dalla minoranza, che poi produrranno tutta una serie di elementi. Questo grido d'allarme è preoccupante, è preoccupante perché quello che è in discussione in questo momento è il mantenimento della nostra Autonomia. Possiamo dire altrettanto per quel che riguarda l'aspetto economico e finanziario. Questo ragionamento legato ai rapporti con il Governo centrale ha prodotto, soprattutto negli ultimi anni, tutta una serie di iniquità, tutta una serie di debolezze nel rapporto che ha prodotto una difficoltà economica notevole per la nostra Regione e, di conseguenza, per la nostra Autonomia.

Abbiamo cercato in maniera lineare di riassumere quelle che erano le posizioni e quelli che erano i percorsi che si sono attuati dal 2010 a oggi. Li scorrerò velocemente, perché li conoscete già tutti, sapete benissimo quelli che sono stati i passaggi, e soprattutto abbiamo già avuto modo di parlarne all'interno della discussione del bilancio. Si parte dall'accordo sul federalismo fiscale siglato nel novembre del 2010. Questo accordo era chiaro, andava a definire una programmazione per quanto riguarda l'incidenza economica che doveva gravare sul bilancio regionale per andare a partecipare al risanamento del debito pubblico statale. E i numeri erano chiari: si partiva da 104 milioni dell'anno 2011, 118 milioni per il 2012, 130 milioni per il 2013, 138 per il 2014, 186 per il 2015, per arrivare fino all'anno 2017. Questo patto, che è stato siglato nel 2010, ha dato dimostrazione, se ce ne fosse ancora la necessità, di come la Valle d'Aosta voleva rendersi parte attiva e contribuire al risanamento della finanza pubblica. La Valle d'Aosta non si è mai voluta sottrarre a questo impegno, di partecipare attivamente a risolvere le problematiche del Governo centrale. Sono subentrate tutta una serie di problematiche, e...quali sono? A partire dal 2010, lo Stato, con tutta una serie di manovre unilaterali, ha continuato ad incidere pesantemente sulla capacità di spesa della Regione e, in particolare, le leggi finanziarie che si sono succedute dal 2010 ad oggi, la manovra "salva-Italia" del 2012, le disposizioni urgenti per la concorrenza e lo sviluppo delle infrastrutture e della competitività, sempre del 2012, nonché il decreto spending review, hanno particolarmente condizionato in maniera negativa quella che era la capacità di spesa della nostra Regione.

Bisogna dire che la legislazione vigente, a fronte di un bilancio consuntivo del 2010 che ha comportato impegni di spesa pari a 1.642 milioni, se andiamo a fare la considerazione al netto della spesa sanitaria parliamo di 1.344 milioni; il saldo obiettivo in termini di competenza eurocompatibile si attesta intorno ai 750 milioni di euro. Capite che le differenze in campo sono notevoli. Tale dinamica, peraltro, non è uniforme tra tutte le Autonomie speciali per il fatto che il contenimento della spesa e le trattenute da compartecipazione, calcolate con i cosiddetti "codici SIOPE", assegnano alla Valle d'Aosta per il 2013 un importo di 155 milioni; a livello percentuale corrisponde a un contributo, in quota a parte, pari al 9,16 percento su un totale di 1.700 milioni complessivamente attribuiti alle Autonomie speciali.

In realtà qual è il grado d'incidenza che ha la Valle d'Aosta reale sul totale del bilancio delle Regioni a Statuto speciale? È esattamente del 3,4 percento, con un'incidenza del 2,31 percento sul PIL complessivo delle stesse Autonomie; anche qui i valori sono abbastanza evidenti della disparità e della iniquità che in questo momento la Regione autonoma Valle d'Aosta sta subendo dal Governo centrale. Questo è stato più volte denunciato nelle sedi opportune, anche perché l'utilizzo del criterio SIOPE, per quanto riguarda il riparto e gli accantonamenti da porre a carico delle Autonomie speciali, sono state riconosciute inique anche dalla Ragioneria generale dello Stato.

Arriviamo all'aspetto forse più importante: andare a spiegare perché noi vogliamo proporre al Consiglio regionale questa risoluzione. Noi riteniamo che, in un momento così particolare, dove i numeri che sono stati manifestati or ora sono dei numeri drammatici, soprattutto se si ha la responsabilità di fare un ragionamento di programmazione economica per il bene della Valle d'Aosta...noi riteniamo quindi fondamentale cercare di far arrivare al Governo centrale un coro univoco, una posizione del Consiglio regionale della Valle d'Aosta che dica a gran voce di rispettare...dobbiamo dire al Governo centrale di rispettare l'accordo che, tuttora, è l'unico accordo siglato (ed è quello del 2010), e lo portiamo all'attenzione di quest'aula mettendolo nell'impegnativa della risoluzione.

Parallelamente, riconoscendo l'importanza della tematica che stiamo affrontando, riteniamo importante e fondamentale che ci sia coesione, che ci sia sinergia, che si utilizzino tutte le intelligenze presenti in questo Consiglio per poter addivenire a un percorso che possa portare dei benefici alla Valle d'Aosta; una stessa sinergia che dobbiamo obbligatoriamente ritrovare con le Regioni autonome, in particolar modo quelle del nord Italia, per poter andare a garantire quella che è la peculiarità e la caratteristica della nostra Regione...una Regione che, se è stata definita dai Padri costituenti una Regione...che se le è stato riconosciuto lo status di Regione autonoma, ci sarà un motivo.

Anche in virtù delle considerazioni emerse in I Commissione consiliare, dove abbiamo avuto la possibilità di audire il gruppo ASA, docenti universitari che hanno ragionato in termini di terzo Statuto delle Autonomie, ritengo sia importante cercare di portare fuori da quest'aula, una voce univoca che rappresenti il pensiero del Consiglio regionale, ed è per questo che chiediamo ai rappresentanti del Governo di coinvolgere la commissione competente, in modo tale da poter produrre un percorso per trovare soluzioni idonee a garantire quello che è il sistema autonomo della Valle d'Aosta.

Presidente - Grazie. La parola al collega Gerandin, per l'illustrazione del testo della risoluzione.

Gerandin (UVP) - Merci Madame la Présidente.

Noi, quando abbiamo saputo del suo viaggio a Roma, Presidente, abbiamo atteso, abbiamo atteso con preoccupazione, perché coscienti del grave momento di difficoltà della Valle d'Aosta e abbiamo soprattutto ascoltato attentamente quanto lei ci ha riferito.

Noi condividiamo assolutamente su due difficoltà che lei ha manifestato: una, inerente il Patto di stabilità e, l'altra, inerente la normativa di attuazione sul quale il collega Rosset l'ha già sollecitata. L'abbiamo ascoltata proprio perché coscienti, dicevo prima, del grave momento che la Valle d'Aosta sta percorrendo, soprattutto della situazione economica che ci ha ridotti in una situazione che oserei chiamare "di emergenza". E allora la nostra risoluzione ha un senso in più rispetto a quello che il collega Borrello ha illustrato, nel quale si chiede unità d'intenti...ma la nostra ha uno scopo in più, che è questo: che nel "grave momento della Valle d'Aosta" significa che è giunto il momento di raccontarci tutte le verità, di assumerci tutte le responsabilità, di fare un'azione di forza coesa per provare a salvare il sistema Valle d'Aosta.

Partiamo dal punto di partenza: l'accordo dell'11 novembre 2010, a Roma, affrontato in splendida solitudine, Presidente, malgrado una tematica di tale portata...quando parlo di "splendida solitudine" voglio riferirmi anche a lei, Assessore Fosson, quando, in una dichiarazione del 13 maggio - allora era Parlamentare - disse che la gestione del federalismo fiscale per le Regioni a Statuto speciale è di completa ed autonoma gestione del Ministro Calderoli, che in commissione, 15 giorni fa, aveva annunciato di aver chiuso l'accordo per la Valle d'Aosta. "Io non so nulla, lui si è sempre relazionato con il Presidente della Regione. I dati e le azioni che sono sempre stati citati dallo stesso Ministro nell'intervista a Libero relativamente al Trentino-Alto Adige sono vere e reali...chissà, forse lo saranno anche quelle relative alla Valle d'Aosta". E quelle dichiarazioni erano riferite a una dichiarazione del Ministro Calderoli che parlava di un "ricatto" per tagliare i trasferimenti statali alla Valle d'Aosta. Torniamo ai contenuti di quest'accordo, perché forse, quando si dice che bisogna raccontarci le verità, bisogna partire dai contenuti.

Quest'accordo non ha retto sostanzialmente per due motivi. Il primo motivo è che i 10/10, che erano il punto forte di quest'accordo, reggono, reggevano, avrebbero retto se ci fosse stato sviluppo economico. L'allora Assessore, nell'illustrazione del testo approvato al Consiglio, disse che il banco di prova della profonda ragionevolezza di questo ordinamento finanziario è lo sviluppo economico: se i consumi riprendono a crescere, le imprese a produrre, a investire, a generare i profitti, si amplieranno i margini di autonomia finanziaria della nostra Regione. E allora c'è un primo punto importante: probabilmente, anzi senz'altro, sono state sbagliate le strategie riferite alla crescita, i continui finanziamenti delle grandi opere con imprese che pagano la fiscalità fuori Valle, la non crescita della piccola impresa che crea valore aggiunto al tessuto valdostano.

C'è un altro motivo per cui questo accordo del novembre 2010 non regge: ed è che questo accordo è ostaggio di ogni finanziaria dello Stato; non c'è paracadute, non ci sono garanzie. Lei, Presidente, nell'illustrare questo disegno di legge - e torno a dichiarazioni verbalizzate - disse: "questa diventa una struttura blindata che non può essere unilateralmente condizionata". È stato purtroppo clamorosamente smentito dai fatti, purtroppo clamorosamente smentito dai fatti, perché le finanziarie sono intervenute dove lei pensava che con legge costituzionale fossimo blindati! E allora noi pensiamo che sia giunto veramente il momento di raccontarcela tutta, ecco, la verità. Nel passaggio con il quale ci ha comunicato l'esito dell'incontro...lei ci disse che c'erano sostanzialmente due motivi che avevano portato alla non sottoscrizione del Patto di stabilità: uno, legato alle elezioni regionali e, l'altro, legato al fatto che c'erano continui movimenti politici, per cui era difficile avere un interlocutore. Ma lei avrebbe dovuto dirci che la Regione ha scritto alla Ragioneria dello Stato, che in questo caso - mi permetto di dire, e penso di non sbagliarmi - è il vero interlocutore con cui vi siete trovati a dialogare...ha scritto alla Ragioneria dello Stato in data 27 marzo 2013. La Ragioneria dello Stato ha risposto alla Regione in data giugno 2013 e rispetto al quadro illustrato nel quale voi, motivatamente, io dico giustamente, andavate a dire che tutta una serie di detrazioni erano dovute al sistema Valle d'Aosta - voi avete prospettato uno schemino che prevedeva di scendere da 909 milioni a 688 milioni, vale a dire 221 in meno di differenza legati a servizi che effettivamente la Regione svolge - la Ragioneria di Stato vi ha letteralmente scritto una mezza riga dicendovi che la richiesta di ampliamento dell'obiettivo eurocompatibile non può essere assentito, in quanto comporta un peggioramento dei saldi di finanza pubblica.

Ora, è chiaro, è chiaro che in questo momento lo scoglio grande è quello della Ragioneria dello Stato. Son finiti i tempi in cui con una stretta di mano tra politici si diceva: "poi la copertura finanziaria io la trovo"...finito quel mondo! Adesso ormai noi abbiamo un bilancio dello Stato che è sotto tutela della Commissione europea e non si muove 1 euro che non abbia copertura finanziaria! Allora, probabilmente era più corretto se lei magari ci avesse detto che l'unica speranza che abbiamo nel 2013 su cui aggrapparci è portare a casa la sentenza della Corte costituzionale che riduca quel 9,16 attuale che grava sulle varie manovre economiche. Questo sarebbe però, per il sistema Valle d'Aosta, un "contentino" che ci darebbe un minimo di sopravvivenza, ma che non cambierebbe i contenuti dell'accordo e che è mortificante al fine che ha creato un sistema Valle d'Aosta in profonda recessione.

Abbiamo poi visto ultimamente un passaggio, per noi assolutamente preoccupante: quello della non assegnazione alle strutture del 20 percento del bilancio. Questo è stato un passaggio che ha manifestato tutta la fragilità del sistema economico e del bilancio che, appena prima, avevamo approvato; un bilancio che, di fatto, non corrisponde a quelle che possono essere le reali risorse disponibili. Allora, io le chiedo ancora: rispetto a quella nota che avete fatto alla Ragioneria dello Stato, il bilancio 2013 come l'avete chiuso? tenendo conto della vostra stima con queste detrazioni o della stima dello Stato? Questo è il primo quesito che vogliamo porre, e qualcuno dovrà risponderci.

Bisogna anche avere il coraggio di confrontarsi con altre realtà a noi simili, quelle che noi abbiamo in questo frattempo perso, quelle Autonomie speciali che, rispetto al sistema Valle d'Aosta - parlo di Trento e Bolzano - hanno siglato un accordo nel 2009 a Milano. Ne cito una a caso, ecco: è quella di Trento. Allora, lo leggo, ma lo potete benissimo scaricare, è sul sito ufficiale di Trento, è una relazione della Provincia di Trento datata dicembre 2013 (noi su questo faremo un prospetto che distribuiremo, perché è corretto farlo). Allora, si dice che: "A seguito dell'Accordo di Milano 2009, il bilancio della Provincia di Trento dal 2008 al 2014 è passato da 4 miliardi e 428 milioni a 4 miliardi e 523 milioni, con un incremento del 2,2 percento. Ciò è stato possibile a seguito dell'iscrizione delle quote annue di arretrati di gettiti fiscali spettanti alla Provincia, definiti con l'Accordo di Milano e attribuiti alla stessa fino al 2017. In assenza di tali poste, il bilancio della Provincia dello stesso periodo avrebbe avuto una contrazione, passando da 4 miliardi e 428 milioni del 2008 a 4 miliardi e 35 milioni del 2014: -9 percento".

Ora, il bilancio della Regione, a seguito dell'accordo firmato a Roma, 11 settembre 2010, è passato da un assestato 2008 di 2 miliardi e 782 ad una previsione del 2014 di 1 miliardo e 438, compreso partite di giro e quant'altro...differenza: -48 percento! Allora c'è differenza, c'è differenza, c'è una differenza abissale su queste cifre! C'è una differenza, non possono essere accettate queste cifre! Significa che si sono sbagliati i conti, si sono sbagliati drammaticamente i conti! Significa che, da una parte, nelle altre Autonomie speciali, c'è stata crescita, e noi abbiamo avuto recessione! Il bilancio 2014: -27 milioni di entrate dirette, e stiamo distribuendo il 2012...non immagino cosa sarà distribuendo il 2013!

Questo è il dato di fatto importante che è emerso e che ci porta a dire che, mi dispiace, ma non può più essere una persona sola che può trattare il destino della Valle d'Aosta, che può decidere il destino della Valle d'Aosta.

Presidente - Concluda, collega...

Gerandin (UVP) - Bisogna avere il coraggio di confrontarci, bisogna avere il coraggio di parlare con voce unanime, ma bisogna essere un coro, altrimenti si perdono quei contatti. La politica del dire: "conosco un amico, va tutto bene, sistemiamo dopo" è finita! Ormai c'è una programmazione, la programmazione è necessaria, e la programmazione è alla base. Bisogna riallacciare quei contatti che abbiamo perso con gli altri sistemi delle Autonomie e, soprattutto, bisogna allacciare un rapporto che, in questo momento, anche con lo Stato, ci vede penalizzati, una su tutte è il fatto che...

Presidente - ...deve concludere...

Gerandin (UVP) - ...concludo...una su tutte è il fatto che anche per la normativa di attuazione, come ha detto bene il mio collega Rosset, prima, altre realtà hanno nominato a ottobre e hanno la nomina...

Presidente - ...concluda, collega...

Gerandin (UVP) - ...e noi, in questo momento, non abbiamo ancora nessuno.

Presidente - Grazie. Possiamo aprire la discussione generale. Ci sono richieste d'intervento, colleghi? La parola al collega Cognetta.

Cognetta (M5S) - Sì, grazie Presidente.

Vorrei fare semplicemente un breve riassunto di ciò che è accaduto fino a questo punto, per quanto noi, poco esperti da un punto di vista politico, siamo riusciti a capire...e così, se ho capito bene, chiariamo poi perché siamo arrivati qui e di cosa stiamo discutendo.

Abbiamo approvato un bilancio ai primi di dicembre, un bilancio che era "lacrime e sangue" e che ci ha posto in una condizione, diciamo così, "di emergenza" da un punto di vista economico. Questo bilancio è stato discusso a lungo, c'è stata una settimana di discussione. Noi abbiamo fatto delle controproposte: alcune sono state accettate, altre no, ma pensavamo, diciamo così, che per il 2014 le cose sarebbero andate in un certo modo; pur stringendo i denti, pur avendo problemi, si pensava che si sarebbe presa una certa strada. Poi, durante il periodo natalizio, c'è stata una delibera che noi abbiamo visto con un certo ritardo, un ritardo di una settimana, ma quando ne abbiamo avuto sentore, notizia...apriva uno scenario completamente diverso rispetto al 2014. E questo ha creato un campanello d'allarme generalizzato, perché poi non era solo un campanello d'allarme: si è capito che c'era un problema molto più grande rispetto al bilancio che avevamo discusso ed approvato. Questo ha poi creato, di conseguenza, il viaggio a Roma fatto dal Presidente; ha creato una serie di, diciamo così, situazioni che sono apparse sugli organi di stampa e il Consiglio ne è stato informato un giorno prima della seduta consiliare che abbiamo fatto in questi giorni.

Sul giornale, sull'organo di stampa della Stella Alpina, però, così come su altri organi di stampa rispetto a questo problema, appare un articolo; in particolare appare un articolo del Presidente Maurizio Martin che è presente ancora sul loro sito, che tra le altre cose dice: "Non voglio affatto contestare la composizione della delegazione che andrà a Roma a parlare con il Ministro Delrio, anzi, ma vorrei che portassero la voce di tutta la comunità valdostana, maggioranza e minoranza, e il suo supporto, perché qui è in gioco il futuro della Regione tutta. In proporzione pagano meno di noi il Trentino e il Friuli. Noi chiediamo almeno un po' di equità".

Ora noi, del Movimento Cinque Stelle - ma immagino chiaramente anche tutti gli altri qui presenti - abbiamo letto queste parole e ci siamo interrogati. Ci siamo detti: "beh, forse, in effetti potrebbe essere un'idea quella di cominciare a ragionare un pochino tutti insieme su che tipo di approccio avere a Roma, e come cercare di risolvere il problema". Quindi siamo arrivati a...diciamo così, preparare una risoluzione, che abbiamo presentato in questo Consiglio; perché, seguendo queste indicazioni che venivano da un movimento rappresentativo della maggioranza, ci sembrava giusto dare una possibile soluzione. E la soluzione, appunto, è la nostra risoluzione, dove si chiede di costituire un gruppo di supporto composto da tutte le forze presenti in questo Consiglio che possa, diciamo così, innanzitutto avere contezza e fattezza totale del problema...perché anche questo ci manca effettivamente, no? non sappiamo, sappiamo ma fino a un certo punto...ma soprattutto questo gruppo si ponga come attore principale verso la discussione che si dovrebbe avere con Roma. E noi questa l'abbiamo condivisa, perché diciamo: "beh, se c'è un problema, bisogna trovare una soluzione tra le "n" possibili"...cioè, di risoluzioni rispetto a un problema ce ne sono centinaia di migliaia; noi ne abbiamo individuata una, e voi, come maggioranza, ne avete individuata un'altra, con l'altra vostra risoluzione, che io ho letto con attenzione, ma che, ahimè, non risolve il problema, o tende a non risolverlo, perché la vostra soluzione prevede, nel momento più importante, di venire a confrontarsi in commissione con il Presidente e l'Assessore al bilancio. Devo dire che mi sembra normale che il Presidente e l'Assessore al bilancio vengano a informarci in commissione rispetto a un problema così grave...non credo che ci sia bisogno di fare una risoluzione, no? ...penso che su questo siamo tutti d'accordo...

Ritengo quindi che la risoluzione che stiamo presentando noi, e cioè quella di creare un qualcosa di un pochino più efficace e politicamente anche più importante, e direi probabilmente anche rispetto ai cittadini, risolutivo di un certo tipo di clima, andava, diciamo così, vista con maggiore attenzione da parte vostra! Perché, vedete, chi crea un problema non può essere anche chi crea la soluzione, perché se ha già creato il problema, come fa ad avere la forma mentis per creare la soluzione? È questo che noi ci siamo detti! Se io ho creato un problema, come faccio ad essere io stesso...cioè devo fare un tale sforzo, un tale ragionamento per riuscire ad accorgermi del problema, a pensare a una soluzione, e poi a proporre, a portarlo in fondo...che è uno sforzo enorme! È questo che noi stiamo dicendo ormai da 7 mesi, e voi, invece, continuate per la vostra strada!

Non ci proponete soluzioni, proponete degli abbellimenti. In questo caso è...come dire? una foglia di fico che state cercando di portare avanti, ma non è questa la soluzione, la soluzione...il problema di fondo è un problema così grande...è un'altra, è quella che vi abbiamo suggerito noi, ma è quella che si aspettano tutti i valdostani ed è quella che il Signor Martin ha indicato! Come fate a dirci che non va bene, scusate? Forse non vi piace la parola "gruppo di supporto"? Vogliamo farlo "gruppo di emergenza"? Vogliamo chiamarlo "gruppo amici della Valle d'Aosta"? Ma chi se ne frega! Ma chiamiamolo come ci pare! Basta che risolviamo il problema, credo, no? Mi sembra più importante! È questo che noi contestiamo più di tutto, capite? Voi fate i giochetti politici quando invece qui c'è un problema da risolvere! Qualcuno deve fare un passo indietro e rendersi conto che è finita...ed è chiaro: lo dite. E siamo qui a discutere invece: a pensare, a vedere la forma, se è meglio questo, a fare i giochetti per cercare di prendere un po' di potere in più, un po' di potere in meno...personale, eh, intendo! E noi, come Movimento Cinque Stelle, che saremmo gli antipolitici, antidemocratici, anti tutto, abbiamo fatto questo tipo di ragionamento, e voi non riuscite a farlo?

Io vi invito veramente a riflettere su questa cosa! Perché ne dovete rendere conto non più solo ai valdostani, ma anche ai vostri familiari, anche alle persone che conoscete, cioè a tutti! Se vogliamo fare un piccolo sforzo per cercare di migliorarci, forse è il momento, e sennò non so...veramente ne dovete rendere conto a tutti! Avete ragionato per due giorni, vi abbiamo lasciato tranquilli, in maniera tale che possiate ragionare, valutare, anche adesso stiamo cercando di fare questo tipo di ragionamento. Io spero che se questa montagna alla fine poi partorisce solo un topolino, mi dispiace anche per il Signor Martin, alla fine, insomma, poverino...si trova in una situazione anche lui, ormai un po' così... Grazie.

Président - D'autres? A demandé la parole le collègue Guichardaz.

Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.

Io esaudirei subito con una domanda...non so se si dice...una domanda retorica. Ma come si fa con questo detto e non detto sulla pelle dei valdostani? Questa sommarietà, questo lasciare in sospeso questioni cruciali per il futuro dei valdostani, non sarebbe ammissibile per chi amministra una pro loco o un gruppo parrocchiale, figuriamoci per chi governa, anzi dovrebbe governare una Regione anche se piccolina come la nostra!

Vorrei vedere cosa succederebbe se gestiste i vostri soldi, i vostri conti correnti, quelli dei vostri familiari, con le stesse modalità che utilizzate per gestire i nostri, di soldi, quelli dei cittadini. Che cosa direste ai vostri familiari, se ad un certo punto venisse fuori un buco "inaspettato", se a un certo punto vi accorgeste di aver speso più delle vostre disponibilità, che cosa fareste? Incolpereste il Babau? Beh, ve lo dico io che cosa fareste: un bel niente! E sapete perché fareste un bel niente? Lo sa, Presidente? Perché non amministrereste mai...non amministrerebbe mai, Presidente, i suoi denari, come amministrate quelli dei valdostani! E comunque, se mai capitasse di aver fatto una valutazione sbagliata, un buon padre di famiglia non si comporterebbe mai con la spavalderia che dimostrate qua dentro...l'Assessore Baccega, con la sua battutina, ieri, sul nostro sopralluogo al Casinò, ha davvero superato sé stesso in quanto a spavalderia! Dicevo, la cosa che indispone è che qui in Valle fate gli spavaldi, mentre appena mettete i piedi oltre Pont-Saint-Martin si coglie una sgradevole sensazione di sottomissione. La vostra trasferta a Palazzo Grazioli - e dico a Palazzo Grazioli, quello del lettone di Putin e delle "olgettine" - è la dimostrazione plastica di questa sottomissione insopportabile.

Lei dice, Presidente, in un comunicato stampa che ieri, a Roma, avete fatto - leggo - le vostre "rimostranze rispetto alla contabilizzazione delle voci del Patto di stabilità" e aggiunge: "crediamo che alcune spese devono essere scorporate". E sui criteri di ripartizione tra le Regioni a Statuto speciale per la spending review lei ha specificato che: "quest'anno, poiché non è stato trovato un accordo tra le Regioni a Statuto speciale sulla ripartizione, abbiamo dovuto concorrere con 155 milioni di euro". Non so se l'ha scritto lei quel comunicato stampa o se l'ha fatto scrivere da qualche suo collaboratore, ma chi legge vede un j'accuse di dimensioni colossali. Vede la presa d'atto di un fallimento della sua - e ribadisco sua, Presidente - politica estera, perché lei si comporta da sempre un po' come se governasse un principato straniero, eh...che so...il Principato di Genovia di chez nous. Quando lei dichiara che il Ministro ha promesso l'apertura di un tavolo con tutte le Regioni per arrivare a criteri più omogenei e più equi per noi, e poi ancora: "abbiamo ribadito la necessità che vengano al più presto formalizzate le nomine da parte statale per la Commissione Paritetica", di fatto conferma che avete...che ha, Presidente, perché è andato giù lei...le mani legate, ma soprattutto che la credibilità da parte dei nostri interlocutori...eh, si possono chiamare così allo stato dei fatti, interlocutori o semplicemente ascoltatori...dicevo, verso i nostri interlocutori nazionali, ma anche delle altre Regioni a Statuto speciale, è pari a zero; anzi, in questo momento mi viene da dire pari a sottozero! Presidente, deve intervenire il Ministro Delrio per far mettere le Regioni intorno a un tavolo, perché voi, anzi lei, Presidente - visto che tende a fare un po' tutto da solo - non è riuscito a mettersi d'accordo?

È da quando sono in Consiglio che vi vedo giocare a rimpiattino con i soldi pubblici; che vi vedo giocare a rilancio, come se ci potessimo permettere di fare dei bluff! L'altra sera siamo stati in visita ispettiva al Casinò (l'ha ricordato l'Assessore Baccega questa mattina): lì abbiamo potuto vedere qualche sparuto - e ripeto sparuto - giocatore, c'erano veramente quattro gatti...mettere sul banco soldi e fiches, sperando che la ruota della fortuna fosse per una volta clemente. Beh, Presidente, così non si può fare, non con i soldi dei cittadini! Presidente, la prego, smettiamola con questo giochetto di sparare una cifra per raccontare poi, in conferenza stampa, che siete stati bravi a ridurre i danni: 200 milioni l'altro giorno, 100 milioni oggi, magari domani ci dite che avete risparmiato perché bisogna tirar fuori solo 70 milioni! Abbia pazienza! È come se io andassi in giro a dire che ho risparmiato un sacco di soldi perché al posto della Ferrari mi son comprato la Clio! Dica direttamente che non ci possiamo permettere la Ferrari, e sia onesto a dire che, oggi come oggi, forse non ci possiamo permettere nemmeno la Clio...per riprendere il tema caro agli amici del Movimento 5 Stelle, quello del parco automezzi.

Non credo sia un atteggiamento serio, Signor Presidente. Questo è un gioco al massacro, un gioco pericolosissimo, anche se fatto con soldi altrui, anzi, proprio perché è fatto con i soldi dei cittadini! Glielo dico senza alcun astio, Signor Presidente, senza alcuna volontà di personalizzare lo scontro: "noi non ci fidiamo di lei", non solo perché lei ha dimostrato di aver fallito nella gestione interna - in questi Consigli regionali mi pare che continua a emergere drammaticamente la sua incapacità di governare, anche solo certe dinamiche interne -, ma soprattutto, come le dicevo, lei ha dimostrato di aver fallito nella sua gestione esterna delle relazioni con le istituzioni nazionali e regionali, con coloro che possono decidere le condizioni economiche a cui dobbiamo sottostare. Lei potrà dire che ha fatto il possibile, ma oggi la realtà è una e una sola, e cioè che la Regione autonoma Valle d'Aosta, da lei rappresentata nei consessi extraterritoriali, è in fondo alle classifiche delle Regioni in termine di considerazione e di credibilità.

Mi dica, Presidente: perché i rappresentanti del Friuli Venezia Giulia, delle Province di Trento e Bolzano, della Sardegna - non parliamo della Sicilia - piagnucolano molto meno di voi contro i cattivoni romani? Evidentemente è perché hanno un peso politico diverso, che non dipende, Presidente, solo dalle dimensioni territoriali (altrimenti saremmo in disarmo da molto più tempo), dipende innanzitutto dal famoso "Patto di Palazzo Grazioli", dipende dalla vostra incapacità di creare delle relazioni credibili e dalla vostra scarsa autorevolezza. Presidente, glielo posso dire francamente, perché a volte ci confrontiamo anche con i nostri amici fuori di qua: rischiamo di diventare delle macchiette, dei servizi che ogni tanto vediamo alla televisione, non sono di sicuro servizi che arrecano alla nostra dignità chissà quale vantaggio. E poi, Presidente, le sembra che continuare a parlar male di Roma, o dare la colpa alle altre Regioni autonome, giovi alla causa?...la quale causa, oggi, è di parare, anzi di "riparare" i danni fatti anche dai vostri accordi. Negli anni scorsi il fallimento era nascosto dalla coperta lunga; adesso che qualche lavaggio improvvido - per usare un eufemismo e una metafora - ha ristretto la coperta, il fallimento è manifesto e rischia di trascinarci tutti a fondo.

Presidente, io le chiedo veramente di farsi da parte o, quanto meno, di mettersi a disposizione; non giochi più a fare politica! Lasci che il Consiglio, tutto il Consiglio, non solo l'opposizione, tutto il Consiglio, prenda in mano la situazione e speriamo che non sia troppo tardi. La gente deve sapere quello che sta avvenendo, Presidente; deve sapere che il rischio è quello della bancarotta. Se davvero le cifre in ballo sono quelle uscite sui giornali e da lei ribadite con precisione alla stampa...e magari la prossima volta sia meno evasivo, in Consiglio, tanto i media ascoltano con attenzione anche quando parla dal suo stallo...dicevo, se le cifre sono quelle che lei ha descritto, oltre 100 milioni di euro, possiamo davvero portare i libri dal curatore fallimentare!

Mi si permetta una considerazione in libertà, un "ragionamento a voce alta"...come direbbe qualche collega. Ma non sapevate, caro Presidente, lei e il suo Assessore al bilancio, che il Patto di stabilità era ancora da chiudere? Che ci sarebbero stati dei margini negativi da riconsiderare? Che cosa abbiam votato nei mesi scorsi? Un bilancio falso? Io sono sicuro che lei lo sapeva. Lo dico senza tema di smentita, perché altrimenti sarebbe da mettere...altro che sotto tutela, Presidente! Lo sapevate e non avete detto nulla, e sa perché? Perché altrimenti sarebbe venuta fuori l'impietosa verità, e cioè che avete gestito le risorse pubbliche, la nostra cassaforte regionale, pro domo sua...non c'è altra spiegazione! Poi lei mi potrà smentire dicendo - e qui vado alla conclusione - che è stato un regalo di Natale dei burocrati romani, ma sarebbe come ammettere che non sapete dove vivete...non è possibile! Fate un gesto di responsabilità, faccia un gesto di responsabilità, Presidente: per una volta agisca davvero nell'interesse comune, e non solo nella prospettiva di consolidare il proprio potere, di confermare la sua forza.

Invitiamo tutti i colleghi a prendere atto di questa pericolosa deriva, ma soprattutto della politica dell'uomo solo al comando, chiedendovi maggior coraggio e di votare la nostra risoluzione finalizzata a un più ampio coinvolgimento del Consiglio in questa difficile congiuntura. Grazie.

Président - Merci. A demandé la parole le collègue Chatrian.

Chatrian (ALPE) - Grazie Presidente.

La discussione su queste due risoluzioni è, oserei dire, capitale per i prossimi mesi e per i prossimi anni. Vorrei ringraziare quanto meno chi si è battuto all'interno della maggioranza per presentare una risoluzione su questo tema; passaggio importante, dato che ieri è stato sospeso il Consiglio, proprio a seguito della richiesta di verificare se questa maggioranza avrebbe avuto voglia di affrontare tale tema in maniera determinata, forte, e soprattutto proponendo un documento. Più volte, in quest'aula, utilizziamo il termine "l'amministrazione pubblica parla solo esclusivamente tramite atti amministrativi"...e "bene" ai colleghi che si sono battuti...ripeto: ringrazio e ringraziamo.

Detto questo, con questa risoluzione che avete rappresentato, la forma è salva: il lavoretto è stato fatto, qualcosa è stato scritto, le premesse sono state ben dettagliate, reperite da una delibera di Giunta, e poi, sul deliberato, la forma è salva. Richiede con forza e rispetto dell'accordo e poi un impegno: "impegna il Presidente della Regione e l'Assessore al bilancio a confrontarsi con la commissione". Per le persone che ci stanno ascoltando e soprattutto voi, colleghi di maggioranza, vorrei suddividere il mio piccolo e breve intervento in due fasi: fase pre-gennaio 2014 e post 2014.

Noi, gruppo di ALPE, abbiamo subito malamente, nel 2010, non solo questo accordo, ma il modus operandi, di come le trattative sottobanco, senza sapere nulla, senza informazioni, senza dati, senza discussione politica in quest'aula...il tutto veniva fatto all'oscuro di quasi tutti i Consiglieri, di maggioranza e di opposizione, e più volte avevamo chiesto - modificando regolamenti e leggi per tutti i dossier - la possibilità di legiferare in materia per avere degli obblighi, dei controlli, delle informazioni nelle sedi...quindi noi conosciamo perfettamente questo modus operandi, che ha fallito, modus operandi le cui soluzioni o criticità sono arrivate "a babbo morto" in quest'aula, quando ormai la trattativa era chiusa, quando ormai la trattativa era stata siglata. Qui qualcuno ha partecipato penso poco attivamente a questa trattativa...il collega Fosson, che allora era Senatore della Valle d'Aosta, non penso sia stato attore principale su questo accordo; ha subito come tutti noi, Consiglieri di opposizione, e magari anche alcuni Consiglieri di maggioranza, questo accordo, perché l'uomo solo al comando aveva deciso così, nero su bianco, e l'accordo è stato siglato, e non solo su questo atto, non solo su questo atto. E questo è il passato, perché in questi due giorni di Consiglio, comunque interessanti, diversi colleghi hanno detto che questo è il passato, ormai la cosa è chiusa, l'accordo che è stato fatto è stato comunque rimesso in discussione dallo Stato cattivo...quello è il "pre", ormai queste cose sono andate...benissimo!

La risoluzione che i 17 Consiglieri di minoranza oggi hanno sottoscritto guarda esclusivamente al futuro immediato, riguarda esclusivamente il futuro immediato. Con questo atto noi richiediamo a voi, Consiglieri di maggioranza, soprattutto un atto di responsabilità, un atto di volontà, di costituire insieme un gruppo di supporto composto da tutte le forze presenti in Consiglio, perché il vecchio modello, quel modello lì, della persona da sola che doveva, che avrebbe dovuto rappresentare la Valle d'Aosta, ha fallito, ha fallito! Ecco, noi vi presentiamo una via d'uscita...non per salvare la faccia, non per salvare la faccia...vi presentiamo una risoluzione senza bacchetta magica, ma una risoluzione che però vi apre una piccola porta, quella di dire: "dato che quel modello ha fallito, modifichiamo il modello, integriamolo e, soprattutto, ristrutturiamolo insieme".

Ecco, io vi chiedo, ma con tutta umiltà, colleghi Consiglieri di maggioranza...mi piacerebbe innanzitutto conoscere la vostra opinione, spero che vada oltre la risoluzione flou che avete presentato, dicendo: "il compitino l'abbiamo fatto e la faccia è salva". Ecco, chiederei, chiederemmo a voi di andare un po' oltre e vi diamo una via d'uscita, vi diamo un'alternativa: quella di contare, quella di sedersi attorno a un tavolo e, insieme, condividere non solo il percorso, condividere le strategie, ridefinire e riconsiderare gli accordi del 2010, poterli applicare, soprattutto poter contare, e quindi insieme decidere le sorti della Valle d'Aosta. Ecco, la nostra risoluzione va in quella direzione: vogliamo decidere insieme le sorti della Valle d'Aosta. Il "pre" è stato fallimentare, la persona sola non ha portato risultati, le deleghe in bianco - questi sono i risultati - non hanno portato risultati.

Noi pensiamo che un metodo di lavoro completamente diverso vada subito messo in campo; lo diciamo ormai da 6 mesi in questa legislatura, in tutti i campi: dai grandi dossier ai piccoli dossier, dal gruppo CVA passando per il Casinò, toccando Vallée d'Aoste Structure e toccando qualsiasi struttura che, in questo momento, questo Consiglio regionale non ha la possibilità neanche di controllare e verificare...non declinare e decidere le strategie e la programmazione per il prossimo triennio o quinquennio.

Seconda riflessione per il "post". Dobbiamo insieme riprendere i contatti dal punto di vista politico e istituzionale con le altre Autonomie speciali, e soprattutto con quelle del nord. Vi rendete conto, colleghi di maggioranza, che siamo "isolati"? Ce l'ha detto il Presidente Rollandin, ieri pomeriggio: "siamo stati più scarsi degli altri", e sono i numeri a dircelo, i risultati a dircelo, per diversi motivi per cui non voglio neanche entrare nel merito, ma in questo momento, la Valle d'Aosta, questa Valle d'Aosta, con l'uomo solo al comando, con la delega in bianco...noi, in questo momento, siamo isolati e sono i risultati a dircelo! Già nel mese di dicembre, il 24 dicembre, quando abbiamo affrontato l'ultimo disegno di legge, dai banchi dell'opposizione...penso che vi abbiamo dato la possibilità di leggere diversi documenti, e soprattutto di studiarveli, in modo che si capisse il percorso che altri hanno fatto in questi mesi e in questi anni.

Con il secondo punto che presentiamo nella nostra risoluzione, vi doniamo quindi la possibilità, di nuovo, di allargare i rapporti, istituzionali e politici, e non rimanere invece nell'angolo...e a questo punto non declinare le colpe solo sullo Stato, come ieri sera il Presidente Rollandin ci ha, per l'ennesima volta, messo sul tavolo della bilancia, e questa volta sono cattive anche le altre Regioni a Statuto speciale del nord...ma probabilmente perché noi siamo più scarsi di loro, e quindi adesso diventano cattive anche loro...forse, a forza di gridare "al lupo, al lupo!" questo modello non solo non è più credibile, ma i risultati sono fallimentari e penosi.

Il terzo punto che noi decliniamo sulla risoluzione guarda al domani, non guarda a "ieri" o "a chi" magari ha concordato certi passaggi di natura più privatistica che pubblicistica...e che sia portavoce delle istanze di tutta la comunità valdostana nei confronti dello Stato centrale, che ci sia...non solo quella massa critica, ma quel lavoro che questo gruppo di supporto, in questi giorni, anche in queste serate, deve mettere in campo e avere tutte le informazioni sul tavolo, perché altrimenti il segreto di Pulcinella questa volta sarebbe veramente un brutto scherzo che la comunità valdostana, a nostro avviso, a mio avviso, non si merita, e non si merita neanche da questa classe politica.

Noi, 17 Consiglieri, abbiamo firmato convintamente questa risoluzione, ma con noi soli questa risoluzione non può essere approvata. Chiediamo il vostro supporto, che non sia però un supporto solo per salvarsi la faccia, o la forma o, eventualmente, per alzare la posta all'interno della maggioranza per delle divisioni o di lobby di potere piuttosto che di piccole miserie per dividersi eventualmente le ultime briciole. Il dibattito sarà lungo. Ascolteremo soprattutto gli interventi dei Consiglieri di maggioranza e del Governo regionale. Gradiremmo sentire anche gli attori, magari, o i non attori, del 2010, che hanno subito...come lei, collega Fosson, che nel 2010 ha subito completamente l'uomo solo al comando e, pur essendo stato eletto dai valdostani Senatore della Repubblica Italiana, non ha contato praticamente nulla su questo accordo...ecco, questa volta lei può contare, come tutti gli altri, e questa volta la classifica e l'asticella si può alzare. Tocca a noi, insieme, penso, a decidere le sorti della Valle d'Aosta del domani. Grazie.

Presidente - La parola al collega Nogara.

Nogara (UVP) - Merci Président.

Ho voluto prendere la parola, oggi, perché nel Consiglio del 24 ottobre avevo già esternato queste cose nell'intervento che avevo fatto e, come al solito, quando al Presidente qualcosa dà fastidio...come si può dire? ti sminuisce un po' l'intervento, ti ridicolizza un po'...perché sembrava che non si fossero capite le cose che erano state dette, ma io mi ero limitato a dire tutto quello che è successo proprio in questi giorni.

Noi che cosa ci siamo trovati? Ci siamo trovati di fronte a delle scelte, delle scelte fatte esclusivamente dal Presidente. Non sto a ripetere tutte le cose che sono state dette e mi allaccio a quello che è stato detto dal collega Borrello: "qua c'è un grido d'allarme contro lo Stato"...sì, c'è un grido d'allarme contro lo Stato, ma questo grido d'allarme contro lo Stato...ma quello che ci chiede lo Stato è da tanto che lo sapevamo! Lo sapevamo da subito, perché quando il Presidente Rollandin ha firmato questo accordo sapeva benissimo a quello che andavamo incontro! Peccato che noi...non noi, "il Presidente"...non ha poi continuato con gli accordi...perché a noi cosa manca? Ci manca il salvataggio per tutto quello che ha deciso nei riguardi della Valle d'Aosta...un patto blindato: noi ci troviamo a dover pagare quello che abbiamo pagato e, in più, ci becchiamo...eh, come ha elencato il collega Borrello...tutti quei passaggi che abbiamo subito in questi anni, questa salvaguardia che...anche se, quando l'avevo detto al Presidente con quell'intervento, praticamente si era così agitato che sembrava avessi detto una castroneria!

Una cosa che è importante, secondo me, è che al Presidente - per quello che abbiamo visto, per come si sta comportando in questo periodo - della Valle d'Aosta non interessa più un bel niente; perché tutte le decisioni su come voleva salvare l'economia della nostra Valle...abbiamo visto dove son andate a finire! Sì, i 10/10 erano una cosa importante, ma - come ha ben esposto il mio collega Gerandin - se non c'è uno sviluppo economico e noi continuiamo a fare grandi opere e a dare i lavori a ditte esterne che pagano le tasse fuori Valle, eccetera, eccetera...noi, di questi 10/10, non ce ne facciamo proprio un bel niente!

Un altro fatto importante è che, come noi, tutte le altre Regioni...io non mi limito a dire solo le Regioni autonome, ma anche le Regioni a Statuto ordinario sapevano quello a cui si andava incontro, ma non sono così disperate come siamo noi adesso! Perché, se effettivamente succede quello che sembra debba succedere, noi, invece di chiudere le casse come si diceva ad aprile-maggio, le chiudiamo la prossima settimana! Una cosa: noi adesso abbiamo dato tutta la nostra disponibilità per condividere i problemi che ci possono essere sotto l'aspetto economico e dando il nostro supporto...sempre il collega Borrello, ha detto che dovremmo metterci tutti insieme, appunto per risolvere questo...noi siamo disposti per questo, e lo abbiamo messo nella nostra risoluzione.

Adesso comunque mi farebbe anche piacere capire e sentire qualcuno della maggioranza per vedere come la pensa; perché se continuiamo, come stiamo facendo adesso, a parlare di queste cose solo noi, della minoranza, che abbiamo presentato questa risoluzione...vorrei capire un po' anche la vostra posizione...mi sembra che sarebbe anche abbastanza normale. Il collega Borrello ha esposto qual è la risoluzione; però sarebbe anche importante sapere, visto che l'avete firmata tutti, che cosa ne pensate. Grazie.

Presidente - Altri? Ci sono richieste d'intervento? La parola al collega Bertin.

Bertin (ALPE) - Prendo la parola, ma mi auguro che intervenga qualcuno anche dalla maggioranza.

Questa discussione fa seguito a quella tenutasi ieri pomeriggio, pertanto non starò a ripetere le considerazioni fatte ieri. L'intervento di ieri era dedicato soprattutto agli aspetti più strettamente politici, cercando di avere una visione un po' più ampia della questione. In questo caso mi concentrerò essenzialmente su alcune considerazioni strettamente legate alla finanza pubblica regionale.

La legge delega 42 del 2009 sul federalismo fiscale ha, per la Valle d'Aosta, segnato la revisione dell'ordinamento finanziario regionale definito agli inizi degli anni '80. In seguito a quella legge 42, avrebbe dovuto aprirsi una fase di realizzazione del federalismo, avrebbe dovuto iniziare un processo in questo senso. Già nel 2010, pur non avendo particolari doti divinatorie, avevo espresso tutte le mie perplessità e i miei dubbi sulle possibilità che la riforma andasse a buon punto. In effetti, la stranezza di questa riforma...invece di partire da quello che era più naturale, una riforma istituzionale per poi collegarci agli aspetti finanziari e fiscali, si è iniziato appunto dal federalismo fiscale, cosa che evidentemente ha avuto una serie di problemi...e poi la mancanza del raggiungimento dell'obiettivo della riforma complessiva. Abbiamo però visto in quel momento, anche in Valle d'Aosta, alcuni entusiasmi rispetto a questa ipotesi di riforma del federalismo fiscale, proposta dalla Lega e dal Centrodestra dell'epoca; abbiamo però visto com'è finita e come inevitabilmente si poteva prevedere che sarebbe finita purtroppo così: 20 anni di dibattito sul federalismo, in Italia, non hanno prodotto niente.

Ma torniamo alla questione finanziaria. Con l'accordo del 2010, che fa seguito alla legge delega sul federalismo fiscale, si mette fine a una lunga fase della finanza pubblica regionale. Dopo 30 anni si va a modificare l'accordo fondamentale tra la Regione e lo Stato, che aveva determinato una lunga fase di abbondanza finanziaria, mi riferisco ovviamente alla legge 690 del 1981, quella che è stato un elemento fondamentale in questo senso, è stato il prodotto di una lunga trattativa già quella del 1981. Mi ero interessato qualche anno fa per ricostruire questi aspetti legati al 1981, ma il Presidente Rollandin, che era già presente 30 anni fa...può, se eventualmente commetto degli errori, riprendermi...una lunga trattativa che aveva poi nel suo cardine, appunto, la fissazione dei 9/10 delle quote spettanti dei profitti realizzati in Valle d'Aosta, di cui nei primi due esercizi finanziari questi 9/10 erano stati ridotti a 7. Questo accordo della legge 690 del 1981 era stato il risultato di una lunga contrattazione con lo Stato, che aveva visto - evidentemente come spesso succede - protagonisti i Governi, ma anche un ruolo delle Assemblee. In effetti, mi ricordo che all'epoca era stato promosso un incontro di una delegazione del Consiglio regionale con le commissioni parlamentari competenti, a Roma, per cercare appunto di favorire questa definizione della legge 690 del 1981.

In seguito ci sono stati altri interventi nell'ordinamento regionale, mi riferisco a quello del 1984 della cosiddetta "blindatura dell'IVA da importazione" che aveva poi comportato anche un'acquisizione di competenze da parte dell'Amministrazione regionale (mi riferisco al servizio antincendi, invalidità e credo alle strade statali, se non mi sbaglio). Questa fase si chiude "brutalmente" nel 2011, con l'accordo di Palazzo Grazioli, appunto. Nel caso della Valle d'Aosta, come regolamentato dall'articolo 92bis dello Statuto, si è previsto che questo avvenisse attraverso la Commissione Paritetica (in teoria la negoziazione avrebbe dovuto avvenire, come di solito avviene, anche nella Commissione Paritetica). In questo caso bisogna dire che la Commissione Paritetica ha avuto soltanto una funzione di recepimento dell'accordo siglato tra Governo di Roma e Governo di Aosta. Anche lo stesso Consiglio regionale, come il Parlamento, non hanno fatto altro che adottare il testo già concordato e altro non si poteva fare. All'epoca avevamo espresso tutti nostri dubbi e le perplessità su quest'accordo, accordo che prevede complessivamente, sulla durata di 7 anni (vengono spalmati su 7 anni gli effetti di questo accordo), un costo totale di circa un po' più di un miliardo di euro, circa un miliardo e 80 milioni di euro...spalmato sulla durata di 7 anni; un peso evidentemente importante per la finanza pubblica regionale, alla quale si sono aggiunti tutta una serie di interventi dovuti alle varie finanziarie che sono seguite.

Già subito, nel 2010, e poi nel 2011, con il decreto conosciuto come la cosiddetta "manovra bis" dell'estate del 2011, alla Regione Valle d'Aosta sono stati chiesti, per quanto riguarda la stabilizzazione del debito pubblico, interventi pesanti, che hanno influito e che influiscono tuttora sulla finanza regionale. Come detto, a questo accordo che si spalma su 7 anni, a questo accordo già pesante, si vanno ad aggiungere tutti questi interventi che determinano una escalation di costi per l'Amministrazione regionale, il che mette, evidentemente nel lungo periodo, decisamente in crisi il sistema che si è creato in questi anni, un sistema purtroppo che, inevitabilmente, mostra tutti i suoi limiti. In questi 30 anni si sono gestiti molti soldi senza una visione, una programmazione; oggi vengono al pettine i nodi di questo periodo. La faccio breve: questo accordo evidentemente segna uno spartiacque tra i due momenti principali della finanza regionale, che evidenziano anche una certa incapacità da parte del Governo regionale nel contrattare con il Governo romano...anche all'epoca è stata tutta una contrattazione molto personale da parte del Presidente, e non ha prodotto grandi risultati, ci si è affidati ad una questione strettamente politica tra il Governo romano e quello valdostano; tra l'altro, poco dopo, è entrato a far parte della maggioranza regionale anche il PdL, come sigillo a questo accordo politico preso a Palazzo Grazioli qualche tempo prima.

In questi anni abbiamo evidenziato spesso le mancanze di una strategia nei rapporti con Roma e oggi si evidenzia tutta la debolezza di questa mancanza. I prossimi anni saranno difficili. Crediamo che vada ripensata questa strategia e potrebbe essere questa l'occasione, iniziare un processo adesso, e questa risoluzione va anche in questa direzione.

Président - Merci. A demandé la parole le collègue Grosjean.

Grosjean (UVP) - Merci Madame la Présidente.

Signor Presidente, credo sia impossibile anche per lei sostenere che l'attuale situazione sia in qualche modo "sostenibile"! Io stentavo sempre a crederlo, ma ormai l'abbiamo capito tutti molto bene: la sua è veramente una gestione personalistica. Gli Assessori sono lì semplicemente per riempire delle posizioni, ma poi le decisioni, abbiamo visto con quest'ultima delibera...non hanno niente, tutto è stato stravolto! Noi ci eravamo rotti la testa con il bilancio per cercare di trovare delle soluzioni, per provare...immaginando poi che ognuna di queste persone che erano lì a comporre la Giunta avrebbe avuto delle possibilità di gestire anche poca, ma una piccola parte di capitale per poter fare qualcosa.

A questo punto, quello che ho capito è che tutto è stato spostato sul suo capitolo, quindi non si sa ancora quanto dovremo dare a Roma. Lei va su e giù da Roma per conto suo, ormai credo da anni, e risultati nessuno! Come dicevo la prima volta che ho preso la parola in questa sala, credo che una delle cose importanti, poi alla fine, sia quella, quando si esce da qui, quando ci siamo scannati, quando ci siamo detti tutto quello che pensavamo uno di fronte all'altro, di arrivare a casa e avere la correttezza di poter guardare in faccia i propri cari, soprattutto di guardarsi nello specchio e dire: "ho fatto tutto il possibile". E qui mi sembra che di possibile non è stato fatto niente!

La Valle d'Aosta sta andando a rotoli, si sta parlando di "bancarotta". Il collega Elso Gerandin ha dato delle cifre in rapporto ad altre Regioni autonome che sono qualcosa...da brivido! Loro sono a +2, noi siamo a -38, -40, -35...poi non si riesce a capire, perché queste cifre da un giorno all'altro cambiano, ma noi siamo fortemente sotto. Questo famoso "accordo" fatto a Palazzo Grazioli purtroppo è stato firmato senza tener conto che al Governo - al comando, più che al Governo - potessero cambiare le persone; purtroppo gli altri che hanno firmato, sappiamo che fine hanno fatto, non fanno più parte del sistema politico, e quindi qui è tutto da cambiare. Quando la politica diventa un mestiere e non più una missione, poi succedono queste cose!

Quindi io sono veramente preoccupato, non tanto per me, mal che vada vado in alpeggio e, se le vigne non vanno più, 4 fontine le faccio, in qualche modo campo, ma per i nostri figli! È da 7 mesi che da lì non viene una risposta! Ci sono 40 milioni di debiti verso i valdostani, gente che ha fatto domande per i contributi con leggi di settore che voi avete tenuto nascosto e adesso siete ancora lì a non dare delle risposte...ma non vi vergognate? Ma non vi prude il portafoglio quando prendete lo stipendio il 27? Questa gente vive con quello che produce! Insomma, Presidente, credo che, se non ha delle risposte più che chiare e precise, sia l'ora di fare un passo indietro e lasciare che la Valle d'Aosta possa riprendere un percorso dignitoso per ritornare ad essere la Petite Patrie de chez nous.

Président - La parole au collègue Viérin Laurent.

Viérin L. (UVP) - Merci Madame la Présidente.

Hier nous avons écouté avec attention, Monsieur le Président, vos propos de retour de Rome où, avec les Parlementaires valdôtains...ceux qui devraient représenter la Vallée d'Aoste, ensemble à votre figure qui est une figure institutionnelle, le Président de la Région, le moment où il était élu il représente toute la communauté dans ses fonctions qu'il exerce...nous avons écouté avec embarras ce que vous nous avez reporté ici, lors de la séance, et face à votre intervention et aux nouvelles qui, pendant ces jours, nous ont quelque peu tracassé.

Nous n'avions et nous n'avons aucune réponse sur ce qui est en train de se passer dans les rapports institutionnels avec Rome et ce qui est en train de se passer à l'intérieur de l'Administration. Nous avons appris lundi, par la Gazzetta Matin, qu'il y avait un manque d'environ 200 millions à travers des déclarations d'une force politique, la Stella Alpina, qui a lancé un cri, évidemment grâce à leur présence au sein du Gouvernement régional, mais nous nous demandons si tous les Conseillers de la majorité, et surtout, bien évidemment, nous de l'opposition, nous avions été informés sur ces données, et notre réponse est "non", sinon à travers une réunion des Chefs de groupe que vous avez convoquée mardi, pour annoncer que vous seriez descendu à Rome pour discuter - paraît-il - du Pacte de stabilité. Alors voilà le premier embarras: c'est une position, la vôtre, qui est devenue embarrassante, qui est devenue embarrassante pour nous, les forces d'opposition, pour la communauté (l'on croit) et, à juger du silence de la majorité, à part l'intervention du collègue Borrello qui représente toute la Stella Alpina qui déjà a énoncé ses tracas, c'est un embarras qui est en train de s'étendre aussi au sein de votre majorité, ou mieux de ce qui est resté de cette majorité. Ce qui est en jeu aujourd'hui c'est l'avenir de l'Autonomie de la Vallée d'Aoste, et non pas l'avenir de votre position de Président ou l'avenir de cette majorité, et là c'est la première distinction qu'il faut faire: il faut savoir séparer la position personnelle et l'envie de continuer à rester assis sur un poste de responsabilité et ceux qui sont les intérêts de la communauté toute entière.

Bene, noi crediamo che oggi...e si può percepire, si può percepire non solo nei corridoi, ma anche all'interno di quest'aula, attraverso le sospensioni continue, attraverso delle posizioni che oggi sono sempre più definite...che gli schemi sono caduti, che gli schemi sono caduti in una partita che purtroppo si sta realizzando a scapito della comunità valdostana. Quindi noi crediamo - e le ricostruzioni sono state effettuate molto bene nel percorso dal 2010 ad oggi - che certe scelte che lei ha gestito in solitudine, Presidente, è già stato ricordato, e noi...io facevo parte della Giunta e di questo Consiglio...noi le abbiamo accordato questa fiducia, perché quell'accordo del 2010 era stato "venduto" come un accordo positivo...il collega La Torre era Assessore alle finanze, parte dell'intervento è stato letto, è interessante, e invito tutti ad andare a leggere quel dibattito, dove certe forze avevano già espresso delle perplessità...noi le abbiamo accordato fiducia, Presidente. Qualcuno che era a Roma - l'Assessore Fosson è stato citato - aveva espresso delle perplessità, in parte perché isolato o comunque bypassato nella negoziazione da parte della Regione di questi accordi. Lei, in solitudine, ha voluto gestire quest'accordo...

Le ricordo, collega Borrello, che nessun accordo, in base alle disposizioni finanziarie, può essere portato avanti se non c'è l'intesa, se non c'è l'accordo preventivo da parte della Regione; quindi tutto ciò che è stato nei contenuti approvato da quell'accordo del 2010 ha visto l'assenso da parte della Regione. Noi avevamo avuto una riunione di Giunta, ci era stato spiegato questo accordo, c'è stata l'intesa a monte, dopodiché c'è stato questo accordo che, nei contenuti, doveva andare a supplire alla famosa "questione dell'IVA da importazione" e, nel tempo, doveva andare a risanare una parte di contributo che la Valle d'Aosta doveva dare ai conti dello Stato, senza però, chiaramente, avere altre ricadute economiche, e lei, collega Borrello, l'ha ricordato bene.

Ora, tutto questo per dire che cosa? Che oggi è giunto il momento di parlare di responsabilità, perché noi la fiducia l'abbiamo accordata, ad un certo punto ci siamo discostati da una certa linea, perché questo accordo amministrativo si è intrecciato con un accordo politico, cioè il famoso "accordo con il PdL e con il Presidente Berlusconi" attraverso il PdL valdostano, che doveva coprire la Valle d'Aosta d'oro! Presidente, lei si è impegnato in prima persona e lei addirittura ha usato, da un punto di vista politico, violenza nei confronti dell'Union Valdôtaine in quel momento, perché è stato un accordo scellerato, che è stato sofferto sul territorio! Il Presidente Perron se lo ricorda...ed è stato un accordo sul quale noi abbiamo votato contro all'interno degli organi del movimento, ma è stato un accordo che voi avete ridotto semplicemente al bene della Valle d'Aosta, tradotto: monetizzando quella che è una dignità di principi, di ideali, di valori in cambio di soldi che dovevano arrivare dal PdL nella persona di Silvio Berlusconi. Peccato che oggi è arrivato il tempo dei bilanci, e quindi anche la fiducia che noi non le abbiamo accordato (se non in un primo tempo, staccandoci dopo), ma la fiducia che anche altri, Presidente, altri vi hanno accordato nel senso che hanno continuato a seguire la via del pastore, seguendo quella che è una direzione dove lei ci sta continuando a condurre...ebbene, oggi quella fiducia è stata smascherata, perché quegli accordi sono stati accordi scellerati, ed è per questo che nel deliberato della nostra iniziativa, noi chiediamo di rivedere questi accordi, perché sono degli accordi monchi! Abbiamo sventolato e continuato a millantare un accordo di ottenimento dei 10/10 dimenticandoci di avere una clausola di salvaguardia che evitasse altre manovre aggiuntive che sono andate a svuotare la prerogativa dei 10/10.

Oggi noi ci chiediamo, Presidente...ed è per questo che noi non le accordiamo più la fiducia, non l'abbiamo più fatto politicamente, a partire dall'anno scorso, e non lo facciamo più neanche amministrativamente, in questo momento, perché noi riteniamo che non ci siano più i presupposti affinché lei gestisca in solitudine questi dossier, poiché i risultati non solo non sono arrivati, sono arrivate delle penalizzazioni molto pesanti per la Valle d'Aosta, il che sta a significare che forse è giunto il momento di creare veramente una task force, che possa, in modo condiviso, riuscire a seguire la difesa delle prerogative dell'Autonomia valdostana, lontano da quella che è una gestione personale e solitaria. Va già bene che i funzionari in questi giorni sono scesi assieme a lei, assieme alla delegazione valdostana, e soprattutto l'apice del funzionario dell'Assessorato alle finanze, e che ci sia anche la codificazione un po' più chiara nel chi gestisce gli accordi anche tecnici con lo Stato, ma oggi abbiamo il paradosso di una situazione contabile che nessuno conosce, di una delibera che è stata approvata il 31/12 con un bilancio di gestione che dovrebbe fotocopiare la situazione del bilancio, mentre sui programmi RUMBA, cioè sul programma applicativo del bilancio regionale, i dirigenti non hanno le risorse che sono state votate in quest'aula, se non per l'impegno del 45 percento! Questo è il paradosso...con delle persone che sono i nostri funzionari che non sanno dare risposte all'esterno, con dei contratti in essere e con l'incapacità e l'impossibilità di gestire, da un punto di vista contabile, la nostra Regione.

Allora, cosa si fa? Lei scende a Roma, in solitudine, portandosi con lei i nostri "due prodi eroi" a Roma, che sono gli stessi che non hanno visto i 521 milioni delle ferrovie e che sono gli stessi che hanno votato la fiducia al Governo nella legge finanziaria, dicendo che sarebbero arrivate delle "grandi novità" per la Valle d'Aosta, e non avendo visto che c'era una virgola che separava i benefici del Trentino e del Südtirol da quelli della Valle d'Aosta, che di grandi benefici...anzi, nessun beneficio era previsto per la Valle! Ora, questa "grande delegazione" si è recata a Roma, è tornata, e ci ha fatto un bel sunto di quello che vi siete detti, cioè abbiamo saputo dal comunicato stampa qualche dettaglio in più.

Oggi noi ci chiediamo veramente se lei rappresenti...al di là della maggioranza che - ci rendiamo conto - probabilmente non rappresenta, viste le tensioni che ci sono in questi giorni soprattutto, ma lei oggi non ha più la possibilità, secondo noi...non deve più avere l'onere di rappresentare la Valle d'Aosta in questo modo. E tra 8 giorni noi chiediamo un mandato ben preciso: che ci sia questa task force, rappresentata da tutte le forze politiche presenti in Consiglio, e che scenda a Roma. Noi avremmo anche voluto proporre che lei non scenda proprio a Roma, Presidente, ma capiamo che in questo momento lei è ancora il Presidente, e quindi ci limitiamo a proporre che ci sia - e concludo Presidente - la possibilità di affiancarla, affiancarla affinché questo non avvenga più e questa gestione personalistica non ci sia più, che lei rappresenti tutti e che questa delegazione rappresenti tutta la comunità valdostana, che ci sia chiarezza e verità sui conti, perché ancora oggi non c'è. Lei continua a prendere una settimana di tempo ogni volta, come chi sa che arriverà quella che è già stata decretata, nei corridoi, come la fine della sua era, e continua ad elemosinare o, meglio, a cercare di guadagnare qualche giorno qui e là, come diceva l'Abbé Gorret, per addivenire...a resistere ancora su quella poltrona.

L'appello che oggi rivolgiamo a lei, ma soprattutto alle forze che, in questo momento...sia quelle della battaglia interna, che le forze che condividono le responsabilità di Governo, fin che siamo ancora in tempo per condividere quella che è la gestione del futuro dell'Autonomia valdostana...l'appello è che sia portata avanti in modo trasversale, affinché non ci siano più le bugie, le mezze verità e che ci sia veramente una condivisione, e soprattutto che non si arrivi poi alla botta finale, che sarà la conclusione "dell'operazione verità" che noi tutti aspettiamo con timore. La Valle d'Aosta è troppo importante per continuare...

Presidente - ...concluda, collega...

Viérin L. (UVP) - ...concludo Presidente...a subire i suoi metodi, l'inefficacia della sua azione, ad aspettare i modi e i tempi che lei decide, perché soprattutto i problemi della maggioranza - o i problemi di quello che è rimasto di questa maggioranza - non devono essere preminenti rispetto agli interessi della Valle d'Aosta. Non c'è più tempo da perdere, quindi facciamo un appello affinché effettivamente, dalla settimana prossima, si prenda un dossier e lo si gestisca tutti assieme. Grazie.

Presidente - La parola alla collega Certan.

Certan (ALPE) - Grazie Presidente.

Cari colleghi, credo che sia ieri pomeriggio che poi la giornata di oggi siano estremamente interessanti, ma anche importanti, credo per il nostro futuro. Dopo l'intervento di ieri, soprattutto del collega Borrello, che in qualche modo pareva aver colto quello che noi volevamo, l'invito che noi avevamo fatto proprio a tutti i Consiglieri di maggioranza di provare insieme a condividere un percorso, sembrava appunto averlo capito e volerlo, in qualche modo, trasmettere a tutta la maggioranza. Io sono per natura una persona molto ottimista, ho sempre fiducia e ho sempre molta fiducia negli altri, fino a prova contraria.

Ecco, oggi mi aspettavo, speravo che ci fosse una prova proprio corale, che andasse verso la coralità, spesso invocata e spesso decantata da tutti e che ci fosse proprio la volontà, insieme, di costruire un percorso nuovo. La nostra risoluzione nasce proprio da questo punto, e credo che il collega Chatrian l'abbia già ben evidenziato. Parliamo spesso della nostra regione come "région carrefour d'Europe", spesso forse stiamo solo più sognando, perché vorremmo averla così, ma la nostra regione non è più carrefour d'Europe, Chatrian l'ha detto bene: siamo isolati! Siamo isolati per quanto riguarda i trasporti, quindi proprio concretamente, ma siamo isolati anche politicamente adesso, ne abbiamo avuto la conferma, e la conferma è arrivata, oltre che dalle parole sue, Presidente, è arrivata anche dal comunicato stampa che lei ha fatto. Dice: "quest'anno poiché non è stato trovato un accordo tra le Regioni a Statuto speciale sulla ripartizione, abbiamo dovuto concorrere...", eccetera, e ci siamo appoggiati su delle promesse del Ministro Delrio, ha promesso l'apertura di un tavolo con tutte le Regioni. Quindi siamo di nuovo...non siamo a delle riunioni pianificate, in qualche modo ad una programmazione, siamo, di volta in volta, a rincorrere delle promesse che ci vengono fatte di settimana in settimana. Mi chiedo come si possa in questo modo poter continuare a programmare il futuro di una regione che vuole essere carrefour d'Europe...certo, è impossibile!

Vengo un attimo sulle premesse del documento della risoluzione che, come maggioranza, ci avete presentato: beh, io l'ho apprezzato...almeno, noi l'abbiamo apprezzato questo documento, anche perché c'è stata almeno la volontà comunque di confrontarsi almeno su documenti. Sull'accordo dell'11 novembre 2010...io non sono mai tanto intervenuta, perché spesso bisogna conoscere il passato, ma poi bisogna anche cercare di andare avanti, quindi è stato detto tantissimo...a me dà l'idea...sono un po' principiante come Consigliere regionale, quindi nella passata legislatura non sono mai intervenuta su questo accordo, se non per altri ruoli...ma mi dà proprio l'idea che ci sia un po' un incaponimento, ci sia un po' una testardaggine a continuare a dire: "questo accordo è bellissimo, dev'essere mantenuto e lo Stato è stato cattivo perché non ce l'ha garantito". Allora, quell'accordo, così com'era, poteva anche essere interessante sotto certi punti di vista, al di là del fatto che sia stato siglato - com'è stato più volte ripetuto - in un modo scellerato, però...e con persone veramente che con la Valle d'Aosta non avevano niente a che fare, comunque, e sicuramente non avevano a cuore le sorti della nostra Regione...al di là di quell'accordo, che poteva anche avere dei passaggi interessanti per la nostra Regione, bisognerà pur prendere atto che ci sono stati tutta una serie di cambiamenti e i cambiamenti non si possono continuare solo a subire, bisognerà pur prenderne atto e, se non si è in grado di prenderne atto e di risolverli, forse bisogna chiedere aiuto.

Borrello, oggi, ci parla di "grido di allarme comune"...sì, certo, è un grido di allarme, però non so se essere contenta che arrivi anche dalla maggioranza adesso...è un po' come...sa, a forza di chiamare "al lupo, al lupo!"...è da un po' che noi lanciamo questo grido d'allarme! Oggi forse ve ne siete resi conto, non lo so...ma parla poi anche di debolezze nel rapporto fra Stato e Regione...eh, debolezze, quali sono queste debolezze? Possiamo dire che noi non abbiamo sicuramente colpe, perché non abbiamo mai potuto confrontarci e le nostre proposte raramente sono state prese in considerazione, quindi ci tiriamo proprio fuori. Le debolezze sorgono spesso quando non si ha più credibilità, e la mancanza di credibilità - mi permetto di dire - ormai non è più solo evocata a parole, ma ormai è concreta. Mentre altre Regioni riescono ancora a dialogare con lo Stato, noi siamo a rinviare di settimana in settimana i problemi, senza parlare del ruolo e della credibilità degli attuali Parlamentari che...non saprei neanche definire, direi che sono quasi inesistenti, forse perché...non so se a Roma, anche quando sono in aula, aspettano ordini dalla Regione o sono loro che si fanno portavoce di qualcosa, ma praticamente non abbiamo l'eco di nulla, qua, in Valle d'Aosta, di quello che avviene, di quello che stanno facendo loro.

Il collega Borrello parla anche di "sinergia" tra tutte le intelligenze possibili, tutte le intelligenze possibili devono mettersi insieme e lavorare. Bene, noi infatti avevamo colto e avevamo letto in questo modo l'invito fatto dal suo Presidente, collega Borrello, e parlava proprio di maggioranza e di minoranza...non so se parlasse di maggioranza o minoranza all'interno della Stella Alpina o di qualcos'altro...non capisco a questo punto, forse abbiamo proprio letto male quell'articolo, perché ci sembrava che più chiari di così non si potesse essere...invece oggi lei ci continua a parlare di sinergie tra tutte le intelligenze.

Poi, però, ci proponete una risoluzione in cui comunque, alla fine, impegnate il Presidente...il Consiglio regionale dovrebbe impegnare il Presidente della Regione e l'Assessore al bilancio...che credo in questi giorni e nel periodo della discussione del bilancio sia stato poco incisivo, quindi se già dobbiamo andare a mettere una toppa, forse...ed è quello che avevamo anche detto ieri...forse è meglio che vada l'intero Consiglio regionale, perché è l'intero Consiglio regionale che forse, in questo momento, può diventare incisivo, poiché responsabilmente rappresenta tutto, tutta la nostra comunità. Quindi, se c'è ancora un'azione forte da fare, forse è questa, non certo quella di andare o di continuare a lavorare tra una o due persone...è questo che noi contestiamo! Allora, o qua è un discorso tra sordi, quindi non vogliamo capirci...allora guardi, collega Borrello, lascerei perdere la "sinergia tra le intelligenze", perché allora, oltre a non essere intelligenti, non siamo neppure lungimiranti, perché qua - l'hanno detto tutti - si stanno decidendo le sorti del futuro della nostra Regione, ma anche del futuro dei nostri figli.

Prima di continuare a parlare di sinergie, io credo quindi che ci debba essere la volontà di dire se c'è ancora uno spiraglio, un qualcosa di possibile, che non è quello di andare a farsi dare delle promesse o dei piccoli "contentini", ma è quello di programmare il futuro della nostra Regione, tutti insieme. C'è una maggioranza che dovrà essere più trainante, che è leggermente più trainante anche a livello di numeri e che fa delle proposte? Bene...e una minoranza che può sostenere alcune scelte?...se condivise, perché noi finora non abbiamo mai condiviso nulla, poiché ci arriva sempre tutto "a babbo morto"...

Concludo con un passaggio che è molto legato alla mia attività professionale, ma che forse può essere ben chiaro. Spesso, all'inizio dell'anno scolastico, si fanno delle programmazioni e si decide che nel mese di dicembre, di gennaio, si faranno alcuni passaggi con gli alunni, ma quando poi si lavora, e quando poi man mano si procede - e questo credo che avvenga in tutti i lavori - ci sono delle modifiche, persone e alunni che reagiscono in modo diverso, cose sulle quali bisogna ritornare, azioni che non passano, e bisogna continuamente riprogrammare, si chiamano "adeguamenti" (sicuramente l'Assessore Farcoz lo saprà), si chiamano "adeguamenti della programmazione" e spesso ci si rende anche conto che detto in un altro modo, da un'altra persona, alcune cose vengono capite e si riescono ad ottenere. L'importante è che alla fine dell'anno scolastico gli obiettivi che si devono raggiungere vengano raggiunti. Io spero che questo esempio possa essere anche significativo per quest'aula. L'importante non è tanto chi lo raggiunge l'obiettivo, l'importante è che l'intera nostra Regione possa avere la ancora la dignità che merita.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Fabbri.

Fabbri (UVP) - Merci Madame.

Il significato della nostra risoluzione, com'è già stato ampiamente detto dai miei colleghi che mi hanno preceduto, è quello di ribadire come, in un momento così delicato e drammatico nella vita della nostra regione, sia necessaria una condivisione delle strategie, delle strategie di difesa; una condivisione che scaturisca dall'intero Consiglio Valle, ed è per ciò che mi rivolgo, oltre che ai miei colleghi di minoranza, anche ai colleghi di maggioranza del Consiglio Valle, che, non dimentichiamocelo mai, rappresenta tutti i valdostani.

Se insieme riusciamo a difendere l'autonomia finanziaria della Regione, riusciremo a difendere anche l'Autonomia della Regione, a cui è strettamente collegata. La strategia del pensiero unico ha avuto degli effetti deleteri, è stato detto, è stato detto più volte. Il risultato dell'accordo del 2010 sul federalismo e la sua attuazione ci hanno portato ad una débâcle finanziaria; il bilancio che abbiamo appena discusso, 2014-2016, così strenuamente discusso in quest'aula, in questo Consiglio, viene completamente stravolto e quasi reso inapplicabile con una semplice delibera di fine anno, nascondendosi dietro sempre quell'Araba fenice che è l'oscuro Patto di stabilità del 2013, che viene, come l'Araba fenice, appunto, ricordata nei momenti di difficoltà.

Chiediamo, Signor Presidente, di cambiare registro. Lei, nel discorso di fine anno, ha detto che nulla può essere più come prima. Ecco, noi la prendiamo come vera quest'asserzione e speriamo che così sia davvero. La invitiamo a scendere, come ho già detto ieri, dalla torre eburnea, e di usufruire di tutti quegli appoggi che le possono venire dalla sua Giunta e da questo Consiglio; in esso vedrà che troverà un appoggio competente, in cui ci sono delle persone cui sta a cuore trovare le soluzioni, e che potranno accompagnarla in un cammino così difficile in cui si decide l'indipendenza economica e, quindi, la nostra Autonomia, come già dicevo prima. Non si tratta di un escamotage politico per prevalere su una parte o su un'altra, si tratta di affrontare una situazione drammatica.

Si convinca, Signor Presidente, che l'accentramento, il decisionismo ostinato non ci portano da nessuna parte, anzi, ci stanno portando verso la bancarotta, verso la rovina. È questa un'esigenza che scaturisce non solo dai nostri gruppi di opposizione, credo - l'abbiamo visto - che scaturisca da tutto il Consiglio, per cui noi invitiamo tutti i Consiglieri ad approvare la nostra risoluzione, una risoluzione che è incisiva in questo momento, e che ci porterà sicuramente a dei risultati positivi. È una decisione che anche tutti i nostri concittadini valdostani si attendono e lavoriamo, tutti insieme, per il bene comune. Grazie.

Président - La parole à la collègue Morelli.

Morelli (ALPE) - Merci Madame la Présidente.

Cari colleghi, ripartirei da quanto ha detto il collega Fabbri, citando il Presidente Rollandin: "nulla può essere come prima". In realtà niente di più falso e di meno veritiero, perché ancora una volta, come sempre, sempre è avvenuto nella scorsa legislatura, il Presidente ha agito in perfetta solitudine...chissà poi perché la solitudine debba essere definita perfetta... Ancora una volta, la discesa a Roma è stata ammantata di mistero e di informazioni vaghe, prima e dopo, perché io non mi sento di considerare il passaggio in Conferenza dei Capigruppo, prima della discesa a Roma del Presidente Rollandin, come un'informazione reale di ciò che andava a fare a Roma, così come vaghi ed estremamente indefiniti sono ancora i risultati ottenuti. E, invece di coinvolgere il Consiglio regionale nella sua interezza con tutto ciò che ogni gruppo consiliare può dare in termini di idee, in termini di priorità, in termini di forza corale per rinforzare l'azione del Presidente, lei, Presidente, ha sempre avocato a sé, e unicamente a sé, oneri e onori della conduzione delle trattative degli accordi con lo Stato per il federalismo fiscale, per il contributo alla finanza pubblica. In tutti questi anni della scorsa legislatura...credo che l'Assessore Fosson, in quanto Senatore della scorsa legislatura, possa esserne buon testimone...questa è la cronaca della morte annunciata di un sistema autonomistico, verticistico, che è in via di esaurimento e di cui il nostro gruppo denuncia da tempo la debolezza generale a fronte della "presunta" forza personale del Presidente.

Noi non siamo felici dei mancati risultati, noi non ci rallegriamo nonostante le logiche dello scontro politico, anzi, ne siamo molto, molto preoccupati, perché nella condizione in cui ci troviamo attualmente, dalla sola capacità di contrattazione del Presidente dipende la sopravvivenza della nostra Regione...e crediamo che sia un po' troppo, anche per un uomo politico del calibro di Augusto Rollandin! Ciò che sta accadendo, ora, in Consiglio regionale, in seguito alla comunicazione del Presidente di ieri sull'esito dell'incontro con il Ministro Delrio, potrebbe assumere un'importanza epocale andando nella direzione che è stata auspicata dai colleghi che mi hanno preceduta, oppure - e mi rivolgo a voi, colleghi di maggioranza, ai Consiglieri regionali, ai Capigruppo delle forze di maggioranza - potrebbe rivelarsi semplicemente un bluff che avete voluto giocare nei confronti della minoranza, per metterla un po' con le spalle al muro, senza poi produrre in realtà nessun cambiamento, né di metodo, né di sostanza.

La dimostrazione di interesse che voi ieri avete manifestato...perché non mi sentirei di chiamarla "apertura"...la dimostrazione di interesse nei confronti della volontà delle forze di opposizione di condividere un percorso di rivendicazione e negoziazione nei confronti dello Stato relativamente alla chiusura del Patto di stabilità, potrebbe realmente segnare un momento di svolta, nel quale la minoranza vedrebbe, da un lato, riconosciuto il ruolo che le compete, non fosse altro che in virtù della legge dei numeri, che ci vede in una condizione di quasi parità e, dall'altra, ci confermerebbe ciò che noi abbiamo sempre sostenuto, ovvero che la strategia messa in atto finora e gli accordi stipulati vanno ritarati, perché nettamente più penalizzanti rispetto a quelli di altre realtà regionali e provinciali a noi molto simili.

Ciò che oggi noi vorremmo capire è se c'è realmente la volontà della maggioranza di condividere un percorso attraverso una "task force" - bella questa definizione - che veda rappresentate tutte le componenti, riconoscendo uguale dignità a maggioranza e minoranza e che segni finalmente un momento di rottura rispetto alle logiche scellerate che portarono all'accordo politico tra Berlusconi e il Presidente Rollandin, che palesemente non ha prodotto gli effetti che forse erano sperati...di certo, il tenore dell'impegno della risoluzione presentata dalla maggioranza non lascia intravedere questa possibilità di svolta...ma nulla è ancora detto e forse, "e forse" si può ancora sperare che queste risoluzioni possano segnare realmente un momento di svolta, di cui beneficerebbe la nostra Regione. Grazie.

Président - La parole au collègue Rosset.

Rosset (UVP) - Merci Madame la Présidente.

La nostra risoluzione era nell'ottica di una proposta di condivisione, con nessun intento di mischiare e confondere le carte tra maggioranza e minoranza (lo ha ben evidenziato il collega Viérin Laurent). La grande entente non ci convince, perché servirebbe solo ad allungare l'agonia di questa maggioranza e del suo Governo, nonché confondere le idee alla comunità, quindi è una proposta di responsabilità.

Dobbiamo renderci conto, Signor Presidente, che i tempi stanno cambiando, il suo carisma è stato colpito dalla crisi e, soprattutto, da un'impotenza, di fatto, nella capacità di risposta, evidenziato anche dalle esternazioni dei vertici della Stella Alpina. Non credo che quelle esternazioni avessero l'obiettivo solo di inserire, in una risoluzione, la partecipazione dell'Assessore al bilancio ad una commissione, perché mi sembra una cosa logica, non c'è bisogno di una risoluzione! Sarebbe proprio un po' sminuire questo ruolo.

Ora, i rapporti con Roma, con Parlamentari deboli, sono la conferma in campo finanziario e politico di una sconfitta, una sconfitta che indebolisce e ferisce la nostra Autonomia speciale. Abbiamo parlato di Patto di stabilità, di norme di attuazione, ma io voglio citare - ancor peggio - il fiscal compact. Sono strumenti, azioni che richiedono collegialità, impegno, responsabilità, soprattutto lucidità, lucidità per l'impatto su di un riparto fiscale che è già indebolito dai passati accordi, ma anche dal meccanismo della riserva erariale, che muta la sostanza del patto finanziario con lo Stato. Ecco perché chiediamo, nel rispetto dei ruoli reciproci, un punto a capo, un punto a capo in un momento già difficile per la nostra Autonomia, chiusa a riccio in una difesa solitaria. L'ha detto anche il Presidente: la difficoltà di rapportarsi con le altre Regioni speciali...e allora ripartiamo!

Noi proponiamo di cambiare passo, di cambiare musica (altri vorrebbero mantenere lo status quo), e quindi chiedo questo senso di responsabilità nell'interesse generale, di accettare questa proposta che noi avanziamo, una proposta di buon senso che non pone altro che un gruppo, un gruppo di sostegno all'operato, nell'interesse dell'intera regione. Grazie.

Président - La parole au collègue La Torre.

La Torre (UV) - Grazie Presidente.

Ho ascoltato con grande attenzione gli interventi che sono stati fatti, di diversa natura, ho sentito anche interventi di cuore...io voglio partire da questo, perché a me sta a cuore la Valle d'Aosta: io ho qui la mia famiglia, i miei figli, ho investito qui tutta la mia vita, quella dei miei genitori...penso che stia a cuore a noi tutti la Valle d'Aosta. Ma, proprio perché ci sta a cuore, noi dobbiamo affrontare questo tema così delicato, complesso, mantenendo un grande equilibrio, una capacità di riflessione, gettando acqua - più che benzina - su un fuoco che, in qualche modo, sta bruciando le fondamenta di questa Regione, e credo che su questo si debba innescare il confronto che si sta cercando all'interno di quest'aula.

Io sgombro subito il campo, perché la mia posizione politica è nota, l'ho esplicitata più volte all'interno di questo Consiglio gridando anche l'allarme su quello che poteva essere una sorta di pericolo che era alle porte, sia nel bilancio del 2012-2013, sia in quello del 2013-2014. L'ho esplicitata però credo con più forza all'esterno, sui giornali, anche al Congresso dell'Union Valdôtaine, dove ho centrato completamente il mio intervento su quello che è un rapporto con lo Stato, in cui lo Stato non tiene più conto della nostra specialità, e ho detto - sempre per parlare della mia posizione - che forse era arrivato il momento di rinverdire la pianta dell'Autonomia trasportando questa tensione ideale, quindi riportando al centro dell'Autonomia il dibattito all'interno della Valle, e quindi trasmettendo ai suoi abitanti, addirittura dove sarebbe servito, anche con grandi manifestazioni di piazza che potessero diventare il simbolo di una resistenza civile nei confronti di uno Stato che non rispetta le Autonomie speciali (questo l'ho detto e penso che tutti me ne dobbiate dare atto).

Oggi, però, la questione si trasporta in un dibattito consiliare, quindi qui, all'interno dell'aula. Dov'è la difficoltà che c'è nel confronto che stiamo cercando? Perché le questioni, di fatto, sono due: una è la questione politica - che poi affronterò dicendo anche altre cose - e una è la questione amministrativa. È la questione amministrativa che, in fondo, ci divide, è una questione che ha una storia che si è stratificata nelle varie azioni e che parte dal 2010, e parte da quel ragionamento, che voi avete introdotto, che era il federalismo fiscale; un ragionamento che però va contestualizzato anche all'epoca...io non l'ho difeso allora, non lo difendo adesso, però va contestualizzato all'epoca. Signori, dal 2010 ad oggi è cambiato il mondo! E purtroppo non è cambiato una volta, cambia ogni 6 mesi il mondo, e questo ce lo siamo detti, ce lo dobbiamo dire, io lo dico anche a loro, perché è giusto che se lo ricordino, cambia il mondo, e cambia con una velocità tale che noi ci troviamo sorpassati, perché purtroppo siamo anche lenti nel creare le risposte (queste cose non è che le dico io).

L'altro giorno qualcuno ha citato l'ASA, questo gruppo di lavoro alpino in cui si è parlato - e io mi sono riletto le loro parole - della fragilità degli Statuti speciali, che non hanno saputo aggiornarsi sotto il peso della mancata intesa, e quindi della paura di toccare gli Statuti speciali, e quindi di adeguarsi ai tempi, creando delle blindature sia nel "116" che nel Titolo V...delle vere blindature della nostra identità. Ebbene, Signori, ma quando noi abbiamo fatto il ragionamento amministrativo, votato poi tra l'altro - credo a larghissima maggioranza - nel Consiglio sul federalismo fiscale, lo abbiamo fatto per una sorta di "resistenza contabile", cioè per tentare di dare una continuità a quello che era un sistema Valle d'Aosta che, all'epoca, era assolutamente un sistema di riferimento al positivo.

È evidente che sono successe delle cose, bisogna prenderne atto, ma sono successe delle cose che sotto il profilo amministrativo sono estremamente importanti e complesse; innanzitutto le manovre, perché quando noi abbiamo dovuto affrontare il ragionamento sulla spending review e sulla "salva-Italia", ci siamo trovati - questo riguarda anche il mio passato di Assessore alle finanze - a dover fare delle manovre di assestamento che sono state dolorosissime, "dolorosissime" in termini amministrativi e anche politici, perché io non posso dimenticare anche la difficoltà che ho avuto nell'affrontare, con miei colleghi in Giunta...nel non poter dare tutte quelle risposte e quelle...come dire? quelle attività che potevano alleviare quello che era questo impatto dello Stato, che sono costate anche care, con delle fratture molto dolorose e su cui dovremmo riflettere.

Ecco che allora, però, queste manovre hanno creato anche delle problematiche che hanno un peso significativo in quello che è oggi il quadro amministrativo di questa Regione, perché hanno creato anche delle differenze tra le Regioni a Statuto speciale, perché uno dei punti anche di conflitto tra le Regioni a Statuto speciale che sono chiamate dallo Stato nella spending review a dare 1 miliardo e 200 milioni, è che esse stesse non si trovano in accordo su come ripartire questi soldi, tant'è vero che la Valle d'Aosta si è trovata compressa in una situazione dove i parametri che venivano indicati erano quelli di messa in consumo e del SIOPE, quando invece, in realtà, il parametro che sarebbe stato più equo, nel rispetto della nostra Regione...avrebbe dovuto essere il PIL. Quindi cosa vuol dire questo? Che manca anche un rapporto tra le Regioni a Statuto speciale e bisogna recuperare politicamente un rapporto con le Regioni a Statuto speciale, perché non può essere un rapporto solo contabile, ma deve essere un rapporto di un filo logico, di un'autonomia che si difende in tutte le sedi e in tutti i luoghi, facendo del suo concetto di "Autonomia" un percorso, un percorso che deve essere rinverdito e...come dire? sostenuto attraverso anche il concetto trasmesso alle popolazioni che l'Autonomia non è regalata. L'Autonomia non è regalata, è qualcosa per cui bisogna continuare ad impegnarsi e sacrificarsi per affermarla, e questo è un principio che mi fa dire che mi sta a cuore questa Regione su cui mi voglio battere. È evidente poi che questo discorso amministrativo ha un ulteriore problema: che noi siamo una finanza di trasferimento, cioè è vero che noi abbiamo i 10/10, ma di fatto siamo una finanza di trasferimento, perché i soldi vanno prima a Roma e poi da Roma tornano. Nel momento in cui lo Stato, venendo a meno a quello...vuoi Monti, adesso non cerchiamo le colpe...venendo a meno a quello che era un indirizzo che si era dato, quello di dare un'autonomia fiscale federativa alla Regione Valle d'Aosta, esercita la trattenuta dalle compartecipazioni, voi capite che lo strumento che noi abbiamo in mano è solo quello della protesta, perché nel momento stesso in cui loro li trattengono...infatti noi abbiamo fatto ricorso alla Corte costituzionale, per tentare di frenare questo tipo di intervento. Tutte queste cose pesano e hanno pesato su quella che è la stratificazione amministrativa che oggi ci divide, perché io capisco quello che ci dite: "si poteva fare meglio, si potevano spendere meglio"...sono punti di vista, ma sono legittimi, ci mancherebbe altro! Quindi, sulla questione amministrativa, evidentemente ci possono essere delle posizioni divaricate. Quello che io invece vorrei che fosse più chiaro è che sulla questione politica non ci possono essere divaricazioni, perché noi non possiamo non avere un fronte unito nell'affrontare concettualmente questa difesa dell'Autonomia, ed è qui che noi dobbiamo cercare...quindi separare, se vogliamo, questi due tipi di percorsi.

Probabilmente sul concetto amministrativo ci scontreremo e io credo che oggi finirà che ognuno voterà la sua risoluzione, io credo questo, ma questo non è il nodo, io l'ho detto anche ad alcuni colleghi, perché il vero problema non è mica più il 2013, signori, eh! Il problema...vogliamo guardarlo in faccia per com'è? non è il 2013...il 2013 è il frutto e la conseguenza, e potrei avventurarmi di più anche tecnicamente nella stratificazione amministrativa, ma il problema è il 2014, il 2015, quello è il problema! Non è il bilancio dell'anno scorso, è quello di quest'anno e dell'anno prossimo! E quindi le azioni che noi dobbiamo innescare...io mi auguro che il Presidente riesca a portare a casa il 2013, perché quanto meno non è un problema se, in qualche modo, si riesce a contenere e si riesce ad ammortizzare. Noi dobbiamo innescare, da subito, un'azione di tipo politico su cui non dovrebbero esserci divisioni, ognuno con la propria identità, senza creare...come dire? confusioni, ognuno con la propria identità, ma in cui, all'interno di questo percorso politico, ognuno abbia un ruolo, ci mancherebbe!

Per quello che riguarda la questione amministrativa, qui, evidentemente, ci sono posizioni diverse, noi ci facciamo carico di queste responsabilità, il Presidente andrà giù a discutere di queste cose, certamente farà al meglio...io credo che farà al meglio. La questione quindi non è che si chiude qui, la questione si apre qua, e la questione si apre qua se noi riusciamo ad avere questo equilibrio, questa capacità di ragionare, non tanto per scambiarci delle accuse, ma per costruire evidentemente insieme, lasciando chiaramente ad ognuno le proprie responsabilità - quindi anch'io mi prendo le mie - la capacità di guardare, da adesso in avanti, in funzione del 31, perché il 31 di gennaio, tanto per essere precisi, è la data ultima in cui lo Stato chiude il Patto di stabilità dell'anno precedente, ma il 31 di marzo è il momento in cui lo Stato chiude il Patto di stabilità dell'anno in corso! Quindi il problema non è che si chiude il 31 di gennaio, si apre il 31 di marzo, perché noi chiuderemo o non chiuderemo il Patto di stabilità con lo Stato il 31 di marzo? E a quali condizioni? Perché neanche molte altre Regioni a Statuto speciale hanno chiuso il Patto di stabilità...non siamo gli unici ad avere una situazione aperta di Patto di stabilità, quindi è la posizione futura quella che sarà la più delicata.

Il mio invito, pertanto, ferme restando le posizioni, è quello di metterci questo buonsenso, questo equilibrio - e torno e chiudo sul discorso del cuore che ha fatto Grosjean - perché la Valle d'Aosta sta veramente nei cuori di tutti, tutti vogliamo che questa regione possa avere un futuro.

Presidente - Altri? Ha chiesto la parola il collega Ferrero.

Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.

Due brevi considerazioni. Io mi rifiuto di pensare che la risoluzione che ci avete proposto sia stata sottoscritta volentieri, soprattutto dai colleghi della Stella Alpina...mi rifiuto di pensarlo. Quella è una risoluzione che è una scatola vuota, è una risoluzione che è stata scritta da qualcun altro, non è la risoluzione che porta anche le idee che dai vostri...diciamo "rappresentanti di partito" sono state rese pubbliche. Quindi questo gioco sui diversi tavoli sinceramente ci delude, non è un gioco che ci appassiona.

In questo frangente, come in altri, dobbiamo fare un riscontro: è il riscontro di un bilancio in rosso che non è il bilancio in rosso della Regione, è il bilancio in rosso di 40 anni di politica, di accordi scellerati, di sprechi, di ruberie, che hanno ridotto sostanzialmente la Valle d'Aosta al lumicino. I colleghi non l'hanno ricordato, tante volte lo si dimentica, ma l'ultimo rapporto del Ministero del tesoro sul debito degli Enti locali e territoriali colloca la Valle d'Aosta come la Regione meno virtuosa, con un debito residuo per abitante di 5.776 euro...pensate che chi è dietro di noi ne ha 3.346, e quindi siamo proprio al top del peggio...con 739 milioni e 358 di debiti. Quindi, cosa ci rimane? Ci rimangono i debiti, ci rimane il bilancio in rosso, ci rimane una gestione che, evidentemente, è giunta alla fine, per quanto ci riguarda. Il Presidente è stato quasi assente...probabilmente solo presente sulla poltrona fino adesso, è stato risvegliato dal massaggio cardiaco che gli ha propinato il Consigliere La Torre, che ha fatto un discorso per spostare responsabilità...ma le responsabilità non si spostano, le responsabilità rimangono in capo alle persone!

Per quanto ci riguarda, quindi, dovete effettivamente fare una riflessione, potrebbe essere l'ultima che riuscite a fare a cuor leggero. Qui non si tratta di tirare, o menare il can per l'aia, o di continuare col vecchio sistema: si tratta di ridare un potere, una capacità contrattuale a chi va a Roma, perché abbiamo visto che i risultati, ormai da anni, sono sempre negativi. La storia dello "Stato ladrone", dello "Stato che inginocchia la Valle d'Aosta" sicuramente ha le sue fondamenta, ma quello che fa la differenza, quello che deve fare la differenza sono gli uomini che vanno a trattare, la loro capacità di portare a casa il risultato. Per quanto ci riguarda - e nella mozione c'è un'indicazione precisa - la squadra, quando non funziona, va cambiata, o va integrata, ed è quello che noi chiediamo. Se continuate così, andrete a sbattere contro un muro e a quel punto la responsabilità ve la terrete e, di certo, noi non la vorremo condividere.

Si dà atto che dalle ore 18,40 assume la presidenza il Vicepresidente André Lanièce.

Lanièce (Presidente) - Grazie. C'è qualche altro collega che intende intervenire prima di chiudere la discussione generale? Non vi sono richieste? Se non vi sono richieste...

Ha chiesto la parola il collega Bertschy, ne ha la facoltà.

Bertschy (UVP) - Vi tranquillizzo. Chiedo una sospensione per una riunione dei gruppi di minoranza, prima della conclusione della discussione generale. Grazie.

Presidente - Sì, sì, non è ancora chiusa la discussione generale... Il Consiglio è sospeso per 10 minuti.

Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 18,41 alle ore 18,57.

Lanièce (Presidente) - Riprendiamo i lavori, è stata consegnata una risoluzione che adesso vi verrà distribuita e poi verrà iscritta successivamente. La risoluzione è stata consegnata a tutti i colleghi? Bene.

Ha chiesto la parola il Consigliere Borrello, ne ha facoltà.

Borrello (SA) - Grazie Presidente. Chiederei un momento di sospensione.

Presidente - Il Consiglio è sospeso.

Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 19,01 alle ore 19,23 e che dalle ore 19,23 riassume la presidenza il Presidente Emily Rini.

Rini (Presidente) - Colleghi, riprendiamo i nostri lavori. Siamo sempre in discussione generale sui due testi di risoluzione. Ci sono ancora richieste d'intervento? Possiamo chiudere la discussione generale, colleghi? Chiudiamo la discussione generale.

Per la replica, la parola all'Assessore Baccega.

Baccega (SA) - Grazie Presidente.

Sì, sulle due risoluzioni presentate vale la pena fare un minimo di storia, giustamente per cercare di gettare acqua su quanto si è detto, senza nessuna spavalderia, ma con assoluta pacatezza, in quanto siamo consapevoli del difficile momento, non è solo da adesso che lo diciamo, lo abbiamo detto in tutto il percorso che ha accompagnato l'approvazione del bilancio di previsione. Abbiamo sottolineato quali erano le difficoltà, le pesanti difficoltà di un bilancio che scendeva da risorse che, nel 2009, erano di un miliardo e 629 milioni e, nel 2014, diventavano di un miliardo e 76. L'abbiamo detto tutti, lo avete sottolineato voi dell'opposizione, e anche gli interventi che si sono succeduti in maggioranza hanno ribadito questa grande difficoltà.

Io credo che il 31 dicembre ci siamo trovati ad approvare un bilancio di gestione con la consapevolezza di non aver risolto quello che, un anno prima, era stato risolto, cioè l'accordo con lo Stato rispetto al Patto di stabilità che, proprio il 31 dicembre, era stato siglato, e questo ha determinato...che cosa? ha determinato, nella delibera che è stata approvata, una sorta di atteggiamento prudenziale laddove abbiamo detto ai nostri Assessori di evitare di impegnare tutte le risorse disponibili, bensì di ottimizzare un 20 percento di quella che era stata la disponibilità del bilancio di previsione, pur avendo assegnato - contrariamente al periodo precedente - tutte le risorse ai vari Assessorati. Con questo spirito di grande difficoltà, di grande consapevolezza del momento che la Valle d'Aosta sta vivendo, abbiamo pensato insieme ai colleghi della maggioranza, che quel tipo di risoluzione che il collega Borrello quest'oggi ha presentato all'attenzione del Consiglio, potesse essere un invito a lavorare insieme, a collaborare, ad andare in commissione ad approfondire una serie di percorsi e, soprattutto...perché mi sembra che dagli interventi che si sono succeduti, il leitmotiv è quello del bisogno di informazioni, di maggiore informazione, e di arrivare a un coinvolgimento maggiore...e quale momento migliore, se non la commissione?

Abbiamo quindi predisposto questa risoluzione, che però parte da due concetti completamente diversi rispetto alla vostra. Io ero Assessore al bilancio al Comune di Aosta, allora, avevo salutato quel provvedimento e avevo seguito in diretta il dibattito consiliare, il cui provvedimento mi sembra sia passato con 28 voti, e avevo salutato con piacere quello che era il federalismo differenziato di cui si parlava a livello nazionale. La prima Regione che raggiunge l'obiettivo del federalismo...ed era un accordo valido per la Valle d'Aosta, era un accordo che potevamo accettare, perché, sì, davamo solidarietà alle altre Regioni meno abbienti, ma comunque mantenevamo un livello di trasferimenti e di risorse che, "se rimaneva quello", era accettabile. Giustamente, l'ha sottolineato il collega Leonardo La Torre, qualcuno ha disatteso quell'accordo, chi è venuto dopo, lo Stato, ha inserito una serie di provvedimenti, le varie leggi di stabilità, la spending review, tutti quei provvedimenti che hanno determinato ulteriori tagli ai trasferimenti e contenimento della spesa, e ci troviamo oggi a dover dibattere su queste problematiche. Ecco perché dico che il momento è difficile: il momento è difficile perché questi sono due presupposti sui quali voi la pensate in un modo, noi la pensiamo in un altro. Noi non avremmo voglia di dare la colpa allo Stato, se lo Stato avesse mantenuto gli accordi presi...gli accordi si prendono in due: Regione autonoma Valle d'Aosta e Stato. È chiaro che a voi non piace, probabilmente, che l'accordo è avvenuto in un certo "palazzo", ma vivaddio, all'epoca c'era quello...

(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)

...fammi finire...non è quello, non è quello, c'era un centrodestra allora al Governo, c'era un centrodestra, ma doveva rimanere quello l'accordo, e allora avremmo tutti...sicuramente non saremmo arrivati a questo livello e a questa condizione.

Per quanto riguarda il commento rispetto a queste due risoluzioni, noi riteniamo che il percorso che questo dibattito comunque ha avviato, sarà un percorso di futura maggiore condivisione da parte nostra, verremo in commissione, verremo a esplicitare il più possibile quelli che sono gli argomenti di bilancio che avete in qualche modo ritenuto che noi abbiamo disatteso, ma da questo punto di vista credo che le due risoluzioni...l'obiettivo di ieri sera, in quella riunione, quando abbiamo detto che noi presentiamo una risoluzione, era quello di vedere una risoluzione che avesse dei toni un pochino più pacati rispetto all'attuale, perché la vostra risoluzione, dal nostro punto di vista, è fortemente pesante e non è accoglibile.

Noi votiamo volentieri la nostra. Grazie.

Presidente - Grazie. Altri in replica? La parola al Presidente Rollandin.

Rollandin (UV) - Grazie Presidente.

Gli interventi dei colleghi dell'opposizione hanno cercato di mettere in evidenza, illustrando questa risoluzione, un aspetto legato al modo di gestione di tutta una serie di passaggi. Ora, per fortuna, sono sempre stati buoni testimoni di come sono andate le riunioni...c'è stata la presenza continua e fattiva degli organi tecnici di supporto, con cui si era discusso di tutto quello che era e che doveva essere portato all'attenzione dei Ministeri competenti. Il tema politico è sempre stato trattato con la maggioranza di allora, e si è arrivati ad una definizione di quella che è la revisione dell'ordinamento finanziario, che è alla base del vostro ragionamento, e su cui avete innestato un aspetto collegato al Patto di stabilità...e oggi dovremmo ancora distinguere tra Patto di stabilità nazionale e Patto di stabilità eurocompatibile, perché si sono già modificati, dal 2012 al 2013 è diverso il Patto nazionale dal Patto eurocompatibile...però, senza entrare in questi meccanismi, noi qui abbiamo 4-5 elementi che sono stati evocati con una possibilità di interconnettere quando non sempre è strettamente possibile.

Ricominciando da quella che è la riforma dell'ordinamento finanziario, che è stato votato in quest'aula, quindi non "deciso da"...è stato votato, è stato portato in quest'aula, votato dalla Commissione Paritetica, trasferito nella finanziaria, dove aveva avuto i suoi effetti. Quando si è discusso in quest'aula...vorrei che qualcuno andasse a rileggere i verbali di quello che è stato detto... Il discorso dei 10/10...su questi continua ad essere un unicum di cui siamo fieri e vogliamo dire, senza andare oltre, che se il Patto di stabilità fosse stato rispettato e si fosse lasciato quello che il Patto ci assegnava, oggi noi avremmo un bilancio di 1 miliardo e 200 e qualche milione...oggi, solo con le entrate, pur tenendo conto delle difficoltà delle entrate legate alla crisi! Se voi andate a vedere, tutti i documenti nazionali ed europei fanno espresso riferimento alle difficoltà collegate con la crisi economica che riduce, quindi, le entrate collegate con tutte quelle che sono le imposte ad esse collegate. Ora, su questo, io non voglio aggiungere molto, e lì, per fortuna, se ci sarà - come io mi auguro - una ripresa, andremo a vedere gli effetti comunque che questo Patto ha...l'importante è che sia rispettato.

È stata vista come nostra debolezza il fatto che lo Stato abbia, con leggi successive...che noi, puntualmente, come le altre Regioni a Statuto speciale, abbiamo impugnato...hanno creato le premesse per uno strangolamento, un ulteriore aumento delle riduzioni, da una parte, delle entrate e, dall'altra, un appesantimento della partecipazione a quello che è un concetto europeo. Tant'è che su questo, anche nelle disposizioni conseguenti dello Stato relative al Patto di stabilità, nelle lettere di accompagnamento, fanno espresso riferimento a salvaguardare, comunque, dicendo: "facendo salvi quelli che sono gli adempimenti", e qui si tratta di un accantonamento in attesa di conguaglio, perché se ci sarà l'accordo, ci sarà un conguaglio.

Quindi questa procedura...voglio ricordare le date: noi, oggi, abbiamo una data che è il 31 gennaio per chiudere il 2013, poi c'è il 31 marzo per chiudere il 2014, stessa data che c'era per chiudere il 2013; oggi siamo a inizio del 2014 e stiamo discutendo del Patto di stabilità 2013. Questo per dire che sul Patto di stabilità...ed è quello che avevo cercato di portare all'attenzione del secondo tavolo che è aperto con tutte le Regioni a Statuto speciale, di cui avevo parlato...è proprio finalizzato a trovare un metodo che eviti di avere, tra le Regioni a Statuto speciale, un atteggiamento che è quello di dire: a saldo invariato, chi riesce a trovare degli escamotages per avere una riduzione maggiore...chiaramente va a discapito delle altre Regioni. Era successo l'anno addietro alla Sicilia, un anno è successo al Friuli...e così è.

A oggi, da quello che ci risulta e che ci ha detto il Ministro, il Patto di stabilità approvato ce l'ha solo il Friuli, mentre gli altri stanno lavorando su questo, e nei Patti di stabilità, logicamente, ci sono stati tutta una serie di passaggi, passaggi che non sono io a fare...io ho portato avanti quello che è stato visto, con il collega Baccega e con tutta la Giunta abbiamo valutato, e sono il frutto di un discorso tecnico molto puntuale, molto preciso, per cercare di far capire a tutti qual è la situazione collegata e collegabile con le reali potenzialità legate alla nostra difficoltà conseguente all'extracarico delle leggi, che, di volta in volta, si sono succedute e su cui ci sono ancora, in pendenza, le sentenze della Corte costituzionale. La sentenza che abbiamo avuto, di recente, ha dato ragione allo Statuto speciale e ha detto: questo deve essere trattato in accordo con le Regioni a Statuto speciale, e noi l'abbiamo sottolineato. Oggi noi abbiamo ancora in sospeso una serie di meccanismi che abbiamo fatto anche con le altre Regioni a Statuto speciale, e che facciamo anche su questa legge di stabilità per il 2014. Stiamo lavorando con Trento e con le altre Regioni per fare questa valutazione attenta, per poi passare a quelle lì, perché non ci sono altri strumenti!

Ora, io credo che la nostra capacità di trattativa sarà modesta, ma se è vero quanto diceva qualcuno che non si tratta di andare con "pacche sulla spalla", via che noi non abbiamo mai praticato...io credo che qui il discorso di fondo è che noi abbiamo portato dei ragionamenti fondati, dei ragionamenti costruiti sulle nostre situazioni, diverse da quelle degli altri, sulle oggettive riduzioni che noi già abbiamo praticato, sulle oggettive sperequazioni rispetto a quelli che sono i criteri di riparto, che lo stesso Stato ha riconosciuto, perché il Ministero delle finanze, in uno dei riparti che ha fatto, ha portato la nostra quota di riparto al 2,37! Ora...per dirvi che non è che non abbiamo fatto di tutto per cercare di esaminare tutte le possibilità per avere un confronto serio con lo Stato, e non legato al fatto di essere riconosciuti amici o nemici...questo non è mai stato un concetto con cui abbiamo lavorato.

Detto questo, credo che le osservazioni legate al fatto di collaborare al bene comune...noi l'abbiamo detto, la risoluzione lo dice: noi siamo pronti a confrontarci per esaminare come e in che termini andiamo a concludere questo accordo che è iniziato dal marzo 2013 con delle proposte. L'anno scorso l'avevamo chiuso con un una tantum di 30 milioni e ci era stato concesso alla fine della trattativa, quindi all'inizio di quest'anno, e, proprio perché c'era stato quell'accordo, noi chiediamo che i termini di paragone per la trattativa 2013 e per la conclusione non siano da ripartire sul 2011, ma ripartano dal 2012, perché altrimenti avremmo un vulnus legato a un qualcosa che c'era già stato, in qualche modo, detto e ribadito. Abbiamo ribadito che abbiamo la stessa questione per gli Enti locali, il Patto di stabilità per gli Enti locali verrà garantito dalla Regione, dovrebbe ancora esserlo, ma non può lo Stato impedirci di avere questo confronto, che permetta di avere una detrazione di tutta una serie di meccanismi che vanno a discapito dei nostri Comuni.

Ora, quello che voglio dirvi, quindi...io capisco che diventa facile dire che la trattativa viene fatta così, senza confronto, ma vi posso assicurare e documentare che la trattativa viene fatta con il confronto politico...Vogliamo allargarla? forse non è stata come voi volevate, possiamo...come dico, sono disponibile a tutti i confronti che sono necessari, ma il problema è che noi abbiamo cercato di portare avanti, nelle sedi opportune, quello che tecnicamente noi riteniamo sia corretto, che abbiamo impugnato a livello giuridico, che abbiamo sostenuto a livello tecnico, e che andremo ancora a sostenere fino in fondo. Credo quindi che sotto questo aspetto ci sia, con la risoluzione che noi abbiamo presentato, la volontà di tener conto di questi rapporti e soprattutto di tenere nella massima considerazione quella che sicuramente - noi la diamo per acquisita - è la volontà di tutti di cercare di risollevare le sorti dei rapporti tra Stato e Regioni a Statuto speciale. Stato e Regioni a Statuto speciale - e chiudo - su cui il dibattito, come sapete, è aperto non solo nei confronti della parte finanziaria, ma addirittura nella parte normativa, nella parte statutaria, nelle riforme delle proposte che vanno avanti sulla riforma della Costituzione. Ora, credo che questo ci porti a far riflettere tutti, e non è certamente un piacere andare a queste trattative, vi posso garantire che non è per nulla piacevole essere in qualche modo messi in una condizione di essere tacciati, come sempre: "ma voi siete le Regioni ricche, voi non avete bisogno, voi potete tranquillamente ridurre ancora"...Può essere che queste voci abbiano fatto presa anche sui funzionari e sulla parte politica.

A oggi, noi riteniamo di avere svolto il nostro lavoro, con l'Assessore, con la Giunta, con la maggioranza e con quello che possiamo. Abbiamo cercato di dire durante il dibattito questi ragionamenti che abbiamo adesso riassunto, per dire che non abbiamo nessuna difficoltà - e l'abbiamo scritto nella risoluzione - a confrontarci, a dare tutto quello che è necessario per vedere come trovare il modo di avere un confronto sempre più sereno e che ci dia la possibilità di uscire da queste difficoltà, che tutti noi abbiamo sottovalutato.

Presidente - Grazie. Altri in replica o per dichiarazione di voto? Ha chiesto la parola il collega Bertschy.

Bertschy (UVP) - Mah, l'impressione, a volte, per noi dei gruppi di opposizione, è che tutte le volte che portiamo la discussione fino al livello giusto, poi cominciano ad arrivare le prime risposte...risposte che però non sono conseguenti alle cose che vediamo, che viviamo in aula, alle discussioni che vediamo anche fra di voi, perché annunciare una disponibilità così ampia al confronto, dopo aver per due giorni lavorato a non presentare una risoluzione che è così leggera - che non so neanche come avete fatto a spiegarla - non è corretto, poiché sappiamo tutti che non c'era neanche la volontà, da parte di uno dei due gruppi di maggioranza, di presentare questa risoluzione per aprire la discussione.

Voglio quindi riconoscere alla Stella Alpina - come è stato fatto - almeno l'onore delle armi, che è stato quello di aver portato almeno la discussione su due testi...su uno è difficile discutere, perché venire a dire che c'è l'ampia disponibilità di venire in commissione...non so cosa rimane da dire dopo, e cioè, se l'ampia disponibilità è quella del primo incontro per gli indirizzi generali del bilancio, permetteteci, dopo due volte, non ci crediamo più! Quindi, fosse vero, per una volta, che comincia qualcosa di differente, fosse vero! Ma lo dobbiamo vedere domani mattina, cioè quando si comincerà a lavorare.

Noi non abbiamo la sicurezza, anzi, nessuno di noi si sente più bravo di quelli che sono dall'altra parte, nessuno di noi banalizza le cose che sono state fatte, giudichiamo i risultati che ci sono ad oggi. Certamente la situazione del 2010 non era quella di oggi, gli accordi del 2010...non nei contenuti, perché io sono il primo a dire, e credo che qua nessuno abbia detto che non sia stato un risultato quello di portare qua i 10/10, ci mancherebbe ancora...il problema è che abbiamo abbandonato un accordo dove c'era una quota fissa, indicizzata, anno dopo anno, una norma è stata ripetuta dopo che l'accordo era già stato fatto a Roma, senza però pensare che in questi 10 articoli ci potesse essere almeno la possibilità di dire che i 10/10, se vanno a riferirsi su un valore che poi scende, valgano quanto i 9/10 precedenti! E quindi un'asticella verso il basso, a carte viste...certamente, la sfera di cristallo non ce l'ha nessuno, ma l'asticella verso il basso avrebbe permesso comunque di avere una sicurezza nella programmazione del bilancio, almeno su una quota minima.

Il far rilevare che alcune competenze sono già di forte impatto sul nostro bilancio, in quegli articoli, 10 articoli, avrebbe avuto una sua rilevanza...e potremmo dire ancora altre cose. Però quell'accordo è il migliore, è il migliore di quel periodo, e noi non abbiamo niente, perché allora è stato votato! Noi oggi diciamo, con una risoluzione precisa, che vogliamo riconsiderarlo, perché quell'accordo ha permesso al nostro Stato di entrare con norme di rango superiore, perché quando la crisi avanza, lo Stato ha il diritto di fare delle scelte, ma non può far delle scelte su una Regione che ha già dato rispetto ad altre che non hanno ancora dato! In quell'accordo questo non c'è scritto, in questo accordo questo non c'è scritto, Presidente!

Io non ho detto che quell'accordo allora non funzionasse, però dico che quell'accordo non ha tenuto e oggi quell'accordo va riconsiderato, sennò raccontiamo le cose che vogliamo alla gente! Chi ha fatto politica in Valle d'Aosta dopo la guerra, ma da prima della guerra, ha sempre inseguito l'autonomia finanziaria della nostra Regione, senza autonomia finanziaria non c'è autonomia politica e istituzionale, per forti che possano essere gli uomini che sono al Governo, e l'autonomia finanziaria la si insegue cercando di essere sempre avanti nei ragionamenti che si fanno, acuti.

Noi abbiamo avuto, negli ultimi 30 anni, tre fasi: quella dal 1981 al 1991, quando abbiamo avuto la fortuna, forse, di avere questa IVA da importazione che ha dato disponibilità finanziarie importanti, ma nel '93 le dogane sono sparite! Con attenzione è stato fatto un accordo che ci ha permesso di avere 430 miliardi - se non ricordo male - indicizzati anno per anno, che dopo pochi mesi il Governo Ciampi ha cercato di tagliare al nostro Governo, ma, attraverso un norma, siamo riusciti a mantenerlo negli anni fino al 2010. Il decreto 42 ha portato il federalismo fiscale; la conseguenza di quel federalismo fiscale, al quale nessuno si sottrae perché dovevamo dargli gambe, con un accordo, è stato l'accordo del 2010, e la conseguenza è che nel 2014 siamo in forte difficoltà. Quindi questo è il dato di fatto ed è questo lo spirito, che sicuramente è pesante sotto il profilo politico nelle premesse della nostra risoluzione, ma perché vogliamo marcare il passo e vogliamo trovare probabilmente un sistema di lavorare, ma il sistema di lavorare - se permettete - non è quello di vederci ogni tanto in commissione!

Allora, se tutte queste discussioni si risolvono con un articolo di giornale, che permette a una forza politica di fare uno sforzo qui, di venirci incontro, però di trovarci a discutere un bilancio che dopo pochi giorni si trova bloccato, condizionato in maniera importante perché bisogna allocare delle risorse, perché il Patto di stabilità 2013 non è stato discusso ancora...anche se lo si poteva fare, però è stata una scelta, magari anche giusta, politicamente...ma neanche i colleghi di maggioranza con i quali ho parlato, sapevano che c'era questa possibilità a 20 giorni dal bilancio, e non li metto alla prova, perché è inutile...prima o poi arriverà il tempo che qualcuno dirà le cose qua dentro che dice anche fuori...non ci interessa! Noi cominciamo a dirle, ma non le diciamo perché stiamo inseguendo qualcuna delle 8 poltrone che, probabilmente, se fossimo lì, sarebbero meno!

A noi, in questo momento, non interessa il potere, lo dico veramente, non ci interessa sederci lì per sostituire qualcuno che è lì; ci interessa trovare una formula politica che permetta, in maniera trasparente, "in maniera trasparente" di cominciare a fare un percorso, ma non per portare via un pezzettino a qualcun altro, non per dire a qualche forza politica: "noi abbiamo più ragione di voi di dire queste cose rispetto agli altri"! Certo che non si può non rimettere in discussione chi le danze vuole continuare a menarle alla sua maniera, questo non si può! Non possiamo continuare a far finta che queste cose non siano successe. Io ho letto tutto il verbale della discussione del Consiglio 2010, è estremamente interessante. Purtroppo qualcuno è stato anche artefice di visioni all'avanti, e magari sotto il profilo politico anche rispetto alle posizioni che rappresentavo, però tante cose sono state dette allora e quel grande accordo, appunto, oggi, non ha tenuto rispetto alla situazione finanziaria che viviamo.

L'impegno che chiediamo è molto più importante delle premesse, tanto ormai le premesse dopo la discussione sono talmente chiare...però l'impegno è quello di garantire alla Valle d'Aosta, se non delle intelligenze, della voglia di fare, se non più capacità, ampliare le possibilità politiche, perché se fosse tutto così "rose e fiori" non avremmo Regioni che continuano a far finta di non sentire i nostri appelli, non avremmo uno Stato che ci fa andare da un Ministro quando poi sappiamo anche che forse è il Ministro Saccomanni, che certe cose poi dovrà anche dire, non solo il Ministro Delrio, perché alcuni accordi li dovremo fare con lui, ma altri li dovremo fare con qualcun altro. Quindi negli impegni ci sono anche delle volontà che non vengono neanche prese in considerazione, ci si ferma alle premesse. Le premesse danno fastidio, dire le cose come stanno non va bene! Gli impegni li abbiamo letti! C'è voglia di confrontarsi sugli impegni? A noi non interessa piantare la bandierina per forza perché tutto questo non ha funzionato. A noi interessa cominciare a fare un percorso diverso, perché i valdostani sono rappresentati dai 17 che sono di qua come dai 18 che sono di là. E c'è bisogno, veramente, di fare un percorso che almeno fermi la caduta libera dove siamo entrati, perché siamo in caduta libera, in questo momento qua. Sì, forse vinceremo i ricorsi, forse, "forse"...speriamo; c'è certezza che lo Stato è andato molto più in là, e se c'è voglia anche di dire che lo Stato a volte ci fa del male non c'è problema a dirlo, però riconosciamo che gli abbiamo permesso di farci male, che non ci siamo difesi a sufficienza, per farci del male! Quindi, eh, dà fastidio sentire...

Ripeto, le premesse sono state dette e sono state spiegate, gli impegni sono molto più importanti per il 2014, 2015, 2016. Il passato è passato, ce lo siamo detti, quindi vediamo un po' se questi grandi annunci ci sono, c'è voglia di mantenerli e se c'è voglia anche di riprendere certi argomenti; altrimenti è, come al solito, un annuncio, così, in Consiglio regionale, tanto per dire che comunque siamo bravi e qualche possibilità ve la diamo. Non è questione di essere bravi, è questione di provare a dare tutti, noi, qualche cosa di diverso, per non trovarci nella situazione che stiamo trovando e che ci sta mettendo in forte difficoltà.

Presidente - La parola al collega Chatrian.

Chatrian (ALPE) - Grazie Presidente.

Presidente Rollandin, cari colleghi, nel suo intervento, cercando di sostenere le azioni che sono state messe in campo in questi anni...se avevamo qualche dubbio ci ha spazzato via i dubbi: chi ha la delega completa sul bilancio regionale? Ce l'ha lei, non avevamo dubbi. Le considerazioni che ci ha fatto sono completamente in prima persona. L'Assessore intervenuto prima ci ha parlato del passato, quando non era neanche presente in quest'aula...ha parlato di un vecchio film praticamente in bianco e nero. Noi c'eravamo, abbiamo fatto le battaglie politiche sull'accordo del 2010 in quest'aula; quindi, se avevamo dubbi, i dubbi sono stati spazzati. L'Assessore al bilancio è lei, e lei ha cercato di arrampicarsi completamente sui vetri, per due motivi, Presidente Rollandin...ma soprattutto cari colleghi di maggioranza. Il Presidente ci ha espresso due concetti fondamentali: "abbiamo" o "ho esaminato tutte le possibilità". La seconda riflessione che ci ha fatto è che l'incontro avvenuto ieri mattina, a Roma, è frutto di un percorso molto tecnico. Quindi c'è stata una preparazione a livello regionale, a livello amministrativo, per confrontarsi con lo Stato centrale e per trovare delle soluzioni.

Allora, il gruppo ALPE, il movimento a cui appartengo, non è un movimento che parla tanto per parlare, non è amante della politica degli annunci; a noi piace molto la concretezza e, dato che ci piace la concretezza, sa Presidente Rollandin - ma soprattutto cari colleghi di maggioranza - a noi cosa piacerebbe che oggi questo Consiglio decidesse e approvasse? Non ci interessa la posizione di cui poc'anzi il collega Baccega ci ha detto: "vi faremo avere qualche informazione in più", perché il leitmotiv è avere qualche informazione in più...no, noi vorremo portare il nostro contributo nella sede opportuna e vorremmo, insieme al Presidente Rollandin, esaminare tutte le possibilità nel concreto, nel dettaglio e, insieme, percorrere quel frutto di un percorso molto tecnico che è stato fatto in questi mesi, perché, e l'abbiamo scritto e esplicitato su questa risoluzione - che abbiamo firmato convintamente, scritta a più mani da tutti i Consiglieri di minoranza - noi vorremmo ridefinire e soprattutto riconsiderare gli accordi del 2010, proprio a seguito delle sue affermazioni, Presidente Rollandin. Lei ci ha detto: "abbiamo esaminato tutte le possibilità". Noi vorremmo conoscerle, noi vorremmo saperle, e lì ci piacerebbe, insieme, incidere per poter portare la voce della Valle d'Aosta allo Stato centrale e del modello Valle d'Aosta. Da una parte c'è la forma e dall'altra parte c'è la sostanza.

Mi spiace non aver sentito nessun intervento della maggioranza, se non quello del collega Borrello, che ha illustrato, diciamo, l'alzata della Stella Alpina, il documento, così presentato, definito questo documento flou che salva quanto meno la forma, che impegna il Presidente e l'Assessore...ma a questo punto si poteva tranquillamente lasciare il Presidente, perché chi ha in mano e ha esaminato le possibilità e il percorso è il Presidente, probabilmente all'oscuro dei colleghi...per confrontarsi con la commissione consiliare competente.

Mi sarebbe piaciuto sentire il collega Fosson su questo tema, perché le assicuro, Assessore Fosson, che nella scorsa legislatura questo Consiglio era all'oscuro di tutto, come questa volta. Non avevamo nessuna informazione, non abbiamo avuto nessuna possibilità di esaminare nulla, non abbiamo avuto nessuna possibilità di fare...non un percorso, quanto meno avere un'informazione; forse la scorsa legislatura non abbiamo neanche avuto la Conferenza dei Capigruppo o, quanto meno, quella cortesia, quel bon ton di avvisarci che forse c'era il meeting con il Ministro Calderoli. La storia si ripete! Avrei gradito veramente, visto anche il suo peso politico, all'interno del suo movimento, un suo intervento per dire: "dobbiamo voltare pagina", perché questo modello non può più funzionare...anche se il Presidente Rollandin ha esaminato tutte le possibilità, ma non ci fidiamo più di tutte le possibilità che ha esaminato il Presidente Rollandin. Gradiremmo esaminare insieme tutte le possibilità per poi decidere e, a questo punto, confrontarci con lo Stato centrale.

Noi pensiamo che, come abbiamo ribadito più volte, oggi, in quest'aula, di definire questo modo di operare; non so se qualcuno cambierà ancora idea in questa mezz'ora da parte della maggioranza, se probabilmente i colleghi di maggioranza hanno tutti questi percorsi che il Presidente ci ha illustrato poc'anzi, se i colleghi di maggioranza hanno il frutto del percorso tecnico fatto in questi mesi, e se i colleghi di maggioranza, Consiglieri e Assessori, hanno tutte le possibilità esaminate dal Presidente Rollandin sotto gli occhi. Se li avete, se gentilmente domani mattina o questa sera potete farci avere qualche copia per avere delle informazioni in più, in modo da saper spiegare, anche ai valdostani di serie B...quelli che non possono avere nulla, perché noi non abbiamo neanche contezza di cosa si andrà a decidere in questi giorni...di serie B, in modo da farli avere ai Sindaci, agli Assessori, ai Consiglieri e ai cittadini tutti, tutte le possibilità che il Presidente Rollandin ha studiato, esaminato e messo in campo in questi mesi per trattare i criteri di riparto - e non solo i criteri di riparto - con lo Stato. Ecco, gradirei da parte vostra, se avete questa documentazione...di farcela avere...ho però il rammarico veramente totale su questa nostra possibilità.

Io dico che oggi, per l'ennesima volta, vi diamo una via di uscita, non perché abbiamo la bacchetta magica, non perché siamo più bravi, non perché - e probabilmente non lo siamo neanche - siamo i primi della classe, ma solo perché il modus operandi che vorremmo metter in campo è alternativo al vostro; il vostro continua a essere solitario, personalistico, di pochissime persone, per non dire di una persona sola. Per adesso ancora a tanti colleghi questo percorso va bene, continuate ad avallarlo, perché mi sembra, dopo aver sentito le parole del Presidente Rollandin, che a voi questo modello piaccia, che continua a dare per voi dei buoni risultati, tranne magari qualche schermaglia e qualche battutina in più o in meno, per poter alzare il prezzo magari per qualche posticino in qualche società partecipata o controllata, da parte del secondo movimento di maggioranza... Perché a questo punto mi chiedo l'apertura che è stata fatta ieri anche del Presidente del vostro movimento...sto parlando della Stella Alpina...a questo punto veramente il dispiacere è totale, mi sembra che questo modus a voi vada più che bene... E a noi, sinceramente, più che dare la possibilità di sederci attorno a un tavolo e creare le condizioni a un gruppo di supporto, lavorare nel dettaglio per trovare delle soluzioni alternative, rimane solo il voto.

Faccio ancora un appello ai colleghi di maggioranza, ai Consiglieri, magari a qualche Assessore, che possa ancora pensarci, abbiamo ancora qualche minuto...io vi chiedo realmente e convintamente di votare la nostra risoluzione, perché non è più tempo; qui la partita è capitale, troppo importante per il domani della Valle d'Aosta. Grazie.

Presidente - La parola al collega Guichardaz.

Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.

Direi che non ce n'è proprio. Il collega La Torre ha fatto, nel suo intervento, un duplice riferimento alla speranza: "spero che il Presidente riesca a portare a casa almeno il 2013". Abbiamo discusso lungamente e poi, alla fine, "l'uomo della Provvidenza" viene sempre fuori! Non ci dividiamo, ma il Presidente andrà giù a discutere, collega La Torre, e ci risiamo di nuovo con l'uomo della Provvidenza!

L'Assessore Baccega: "cautelativamente abbiamo chiesto ai dirigenti di tenerne una parte"...adesso lo dite, Assessore Baccega? Avete tardato con dolo la pubblicazione della delibera di assegnazione delle risorse alle strutture dirigenziali e lei, oggi, viene a dire che la cosa era...non nell'aria, ma era assolutamente concordata, che era assolutamente normale. L'Assessore Baccega ci racconta una storia alla quale io penso non creda nemmeno lui, si arrampica sui vetri con pacatezza, dice lui, ma continua a non capire che il suo Presidente, e ora anche lui, sono causa di questo disastro. Lei, Assessore Baccega, lo chiama "momento difficile", ma questo, Assessore, è un "disastro"! Siete veramente la causa di un disastro e non volete rendervene conto. Non volete neanche condividere, come si dice "socializzare" una responsabilità, che magari vi farebbe anche bene, perché vi sgraverebbe in qualche maniera dal peso di questa difficile situazione, ma siete talmente presuntuosi che volete continuare a fare da soli! Il collega Ferrero l'ha detto: noi stiamo raggiungendo, credo, il limite oltre il quale la disponibilità a prendere carico, per il bene della Regione, delle problematiche, forse, diventerà sempre più difficile, per vostra responsabilità, non per nostra responsabilità.

Presidente Rollandin, lei dice che c'è sempre stata la presenza fattiva degli organi tecnici, che lei ha sempre condiviso con i colleghi della maggioranza, che lei ha sempre fatto le azioni - diciamo nelle sedi istituzionali - in perfetta trasparenza...beh, guardi, le leggo una cosa del 17 settembre 2010, dove lei, in fotografia, era ancora allegro e in maniche di camicia...adesso non è più tanto allegro... "Incontro richiesto dallo stesso Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, tenutosi lo scorso mercoledì 15, nella residenza romana del Premier, a Palazzo Grazioli. Berlusconi, insieme al Presidente dei Senatori del PdL Maurizio Gasparri, al Vice Gaetano Quagliariello, ha convocato, poco dopo le ore 19, il Presidente della Regione Valle d'Aosta Augusto Rollandin, il Senatore Antonio Fosson, accompagnati dai due coordinatori regionali del PdL, Alberto Zucchi e Giorgio Bongiorno, e il Capogruppo del Consiglio Valle Massimo Lattanzi"...vi eravate poi dimenticati, credo, il Deputato Nicco..."Come Amministrazione regionale - aggiunge il Presidente della Regione - non abbiamo diffuso nessuna comunicazione al riguardo, perché questo non era un incontro istituzionale, ci è stato chiesto di incontrare privatamente il Presidente del Consiglio e noi abbiamo accettato"...vi sarete portati dietro lo stuolo di tecnici e li avete lasciati lì, in piazza Navona, probabilmente a farsi un giro ai mercatini! Risponde a tutte le contestazioni che le arrivavano dalla minoranza (secondo me legittime): "Dichiarazioni a vanvera ne sono state dette veramente tante - risponde Rollandin - questo non era un incontro istituzionale a Palazzo Chigi, per cui mi sembra proprio strano che non si capiscano le differenze; la polemica non porta a nulla, se non si capiscono queste differenze, mi sembra sia un po' difficile capire quello che succede".

Bene, oggi lei, invece, ci dice che il suo ruolo è un ruolo completamente istituzionale ed è sempre stato completamente istituzionale. Poi, ogni tanto, ci sono delle amnesie di tipo...non lo so io, se di tipo politico o se sono proprio delle amnesie di altro tipo. Non ci faccia passare per stupidi, Presidente, non faccia violenza all'intelligenza di chi ci ascolta, perlomeno, perché i giornali, le agenzie, dicono molto di più di quello che lei ci vuol far credere in questa sede.

Vorrei poi corregger il collega Chatrian, quando lei dice che il Presidente parla alla prima persona. Il Presidente, l'ho notato molto bene - probabilmente siamo un po' viziati dalla sua abitudine di pronunciarsi alla prima persona - in questa replica ha parlato non alla prima persona, ma ha usato il "noi": "noi siamo", "noi abbiamo", eccetera. Io credo che questo sia una sorta di plurale maiestatis, cioè è il "noi, magnifico Presidente", eh, in uso agli uomini soli al comando e, diciamo, Presidente, quanto è inefficace e irrilevante l'azione dell'Assessore al bilancio, del quale probabilmente parleremo dopo...la sua responsabilità in tutta questa vicenda e nelle vicende degli anni passati, dei decenni passati, è totalmente sua.

Con la nostra risoluzione, io credo che lei adotterebbe, Presidente - e la maggioranza dovrebbe farci una riflessione - per la prima volta una vera politica di condivisione, cioè se voi avete a cuore, colleghi della maggioranza, i problemi di questa Regione, io credo che sia arrivato il momento, davvero, di riunire le forze, ma fattivamente, non attraverso escamotages o attraverso...diciamo false condivisioni di intenzioni in commissione o chissà che cosa. La proposta nostra è una proposta seria, è la proposta di condividere insieme a voi un percorso, insieme alla maggioranza un percorso, perché su questi temi, oggi, non è possibile andare avanti da soli.

Presidente - Altri? Non ci sono altre richieste? Sì, ha chiesto la parola il collega Gerandin, per dichiarazione di voto.

Gerandin (UVP) - Grazie Presidente. Sarò molto breve, comunque.

Io voglio accettare l'invito dell'Assessore Baccega, a trattare questo argomento con assoluta pacatezza; lo faccio veramente perché ritengo doveroso per la Valle d'Aosta provare a lasciare da parte un attimo il discorso delle polemiche e provare a fare e condividere un ragionamento di prospettiva.

Lei ha detto, Assessore Baccega: "voi pensate in un modo, noi in un altro", ma il problema non è di come la pensiamo lei ed io, il problema è esattamente come la pensano i valdostani, quelli che vivono questo momento difficile sulla loro pelle, quelli a cui avete promesso i contributi e non avete potuto darli, quelli che, per queste ristrettezze economiche, si vedono domande non accettate o, comunque, contributi dovuti e non pagati, sono i disoccupati, quelli che non hanno prospettive nel mondo del lavoro...allora è molto più importante cosa pensano questi cittadini di quello che pensiamo sia lei che io. Lei ha detto: "state male perché questo accordo è stato sottoscritto in un determinato palazzo". Le posso dire in tutta sincerità che a me non interessa, a volte lo chiamiamo "Palazzo Grazioli", è un errore anche questo, ma lo facciamo a volte per identificare un modo di gestire una fase politica molto importante, una fase economica che ha avuto delle ripercussioni così importanti per il sistema Valle d'Aosta. E allora si tende a identificare in un luogo, un luogo che magari non è corretto, ma le dico questo perché noi non stiamo male...almeno, personalmente non può importarmene di meno di dove è stato sottoscritto, io sto male perché vedo un futuro senza prospettive per la Valle d'Aosta, è questa la cosa che mi fa veramente star male! Lei ha detto: "abbiamo detto tutto"...posso dirle, Assessore, che forse la dizione corretta è che le abbiamo estorto una parte della verità? Questa è, purtroppo, l'amara considerazione che dobbiamo fare da quando abbiamo incominciato a collaborare con lei nella stesura del bilancio, quando si è cercato di dare documentazioni parziali, di quanto abbiamo appreso che, probabilmente, lei, Assessore, era stato caricato di tutta una serie di responsabilità senza avere quell'autonomia per poter rispondere a quelle che erano le richieste della politica.

E adesso mi tocca comunque entrare un po' nelle considerazioni che ha fatto lei, Presidente. Lei dice: "noi abbiamo buoni testimoni delle riunioni"...ma noi non abbiamo dubbi che nelle riunioni siano stati presenti i tecnici, ci mancherebbe, per cui non è una novità, ecco. Noi crediamo solo che una fase così delicata non si possa chiudere o pensare di chiuderla quando c'è una riunione di Presidenti delle Regioni; questa fase si gioca su altri tavoli, si gioca sui tavoli quando si preparano le leggi di finanza, quando si preparano le leggi di stabilità, quando si istruiscono gruppi di lavoro, e dove è necessaria la presenza anche dei tecnici. Io non ho dubbi, non mi scandalizzerei se lei, un giorno, Presidente, ci dicesse: "il nostro più bravo tecnico lo mandiamo a Roma" proprio per l'intero anno, che vada a discutere preventivamente di questi accordi; sarebbe una bella idea, perché noi siamo convinti che certe partite si giochino prima della firma, quando i documenti sono pronti è troppo tardi per modificare le regole. Lei dice che se ci sarà una ripresa ne vedremo le conseguenze...io, quando ho illustrato la risoluzione, penso di averle riconosciuto che questo accordo che lei ha siglato era basato su due aspetti fondamentali. I 10/10 hanno un senso se c'è una crescita; se non c'è crescita, purtroppo se ne pagano le conseguenze e hanno un senso se non vengono penalizzate da altre manovre com'è successo...purtroppo sono successe tutte e due le circostanze. Questa è la conseguenza di queste concause, per cui io non voglio entrare nel merito del fatto che lei l'abbia sottoscritto in buona fede, convinto di fare gli interessi della Valle d'Aosta.

In questo momento la Valle d'Aosta è in una fase che non è quella con cui lei ha illustrato, nel 2010, all'interno di questo Consiglio, le motivazioni per cui la Valle d'Aosta doveva sottoscrivere questo accordo, per cui sono mutate le condizioni e, mutando le condizioni, non possiamo più pensare di andare avanti con un accordo di questo genere. Lei dice che l'anno scorso le è stato concesso un una tantum di 30 milioni...bene, se quest'anno lei riuscirà a portare a casa un una tantum pari, le posso dire che sarà un'aspirina per un malato terminale? Questa è la verità, e dobbiamo dircela! Dobbiamo avere il coraggio di dircele queste cose, perché 30 milioni non cambieranno assolutamente il futuro della Valle d'Aosta. E arrivo al fatto che 30 milioni...se anche porterete a casa un una tantum di questo genere, cosa farete? Li assegnerete alle strutture questi 30? E degli altri 170 che non avete assegnato che ne faremo? Noi avremo delle strutture che, in questo momento, non hanno risorse o almeno risorse per la parte corrente o per gestire una parte della parte corrente, perché neanche tutta la parte corrente è garantita, con questo bilancio! Dobbiamo dircelo, dobbiamo avere la correttezza e la volontà di dircelo. Lei ha detto anche che ha portato ragionamenti fondati e giustificazioni della richiesta di detrarre queste quote...io penso di averne dato atto nell'illustrazione e ho letto la relazione che voi avete mandato alla Ragioneria di Stato: sono giustificazioni che penso tutto il Consiglio sottoscriva, tutto il Consiglio. Il vero problema qual è? È che la Ragioneria di Stato, in questo momento, essendo sotto tutela da parte dell'Europa, se non ha coperture finanziarie, di fatto non fa regali a nessuno...questa è l'amara verità. Purtroppo è un sistema diverso di cui la Valle d'Aosta, in questo momento, ne paga dazio.

Nell'illustrazione ho chiesto un dato, e speravo che o lei o l'Assessore...pensavo che l'Assessore mi rispondesse...quando ho chiesto se la spesa del 2013 era stata...diciamo dimensionata, tarata sulla base del Patto di stabilità...coi calcoli dello Stato o avete chiuso il 2013 detraendo quelle che voi pensate siano le cifre da detrarre del Patto di stabilità? Nessuno mi ha risposto! Ve lo richiederemo, ve lo richiederemo ufficialmente, anche perché su questi dati è un po' difficile nascondere quella che è la verità. Lei dice che siete disponibili a tutti i confronti, fa un'apertura nella condivisione. Noi pensiamo che, quando si dice: "disponibile a tutti i confronti e ad un'apertura sulla condivisione", in questo caso significa cambiare metodo, bisogna cambiare il sistema.

Ora, è chiaro, non vogliamo delegittimare il sistema Valle d'Aosta, ma chiederle in questo momento di andare a Roma, forte di una condivisione tutto il Consiglio, di tutte le forze politiche, segnalando un caso di...per la Valle d'Aosta si tratta di sopravvivenza, è sopravvivenza, non è più questione di dire: "tocco gli investimenti o meno". La Valle d'Aosta - e mi dispiace dirlo - sarà costretta...e lei lo sa bene, come lo sa bene l'Assessore...che se non porterà a casa nulla, dovrà incidere su una parte che in questo momento non ha mai inciso, che è l'addizionale IRPEF. Sono queste le imposizioni che lo Stato le dirà, se volete portare a casa qualcosa...l'ha fatto con delle città, l'ha fatto con Alessandria, che ha dichiarato il dissesto finanziario, l'ha fatto con altre città. Volete prendervi questa responsabilità da soli? Non è meglio dire chiaramente ai cittadini qual è la situazione e provare a fare veramente quel gruppo, quella grande rappresentanza che vada a Roma, chiudendo la partita di chi è stato responsabile o di chi comunque ha sottoscritto questi atti e aprendo una fase nuova, che è quella di dire: "prima di tutto il futuro della Valle d'Aosta"?

Presidente - Altri in dichiarazione di voto? Nessuno? Possiamo passare alla votazione? Ha chiesto la parola la collega Certan.

Certan (ALPE) - Sì, grazie Presidente.

Velocemente volevo fare ancora due osservazioni, soprattutto anche a seguito dei discorsi e degli interventi dei colleghi. Credo che abbiamo tutti parlato della credibilità, chi in un modo e chi nell'altro, perché spesso questi aspetti hanno diverse facettes.

Io credo che la credibilità si sia persa perché in questi anni...e questa è anche la grande differenza con le altre Regioni, Regioni anche a Statuto speciale, in particolare con la Regione Trentino-Alto Adige...la grande differenza è che queste Regioni trattano l'Autonomia non solo come un mero discorso economico, ma la prendono, la guardano e la trattano in modo globale: questa è la grande differenza per la quale probabilmente, a livello anche di contrattazione, questa credibilità non è persa. E spesso, quando loro si incontrano con lo Stato, coinvolgono tutte le rappresentanze. Diverse volte l'hanno fatto in territori loro e, soprattutto, hanno messo nella discussione, dopo aver coinvolto tante parti sociali...hanno preso non solo l'aspetto economico. L'Autonomia ha delle basi, ha altre basi, non ha solo quella economica, lo ripeto, soprattutto ha altre ragioni e va oltre la mera contrattazione economica, e noi, in questi giorni, abbiamo quasi sempre solo sfiorato gli altri aspetti, ma siamo rimasti sempre concentrati su quello: credo sia questo il punto nodale.

Un punto importante riguardo a questo l'ha toccato il Consigliere La Torre, perché ha detto che noi stiamo guardando indietro, mentre dovremmo già guardare avanti. Ecco, io credo che la responsabilità di una Regione, degli amministratori di una Regione autonoma a Statuto speciale dovrebbe essere proprio legato a questo aspetto. E la nostra Autonomia sarebbe responsabile se fosse capace di andare oltre e di già guardare al futuro, così come stanno facendo le Regioni, le Province di Trento e di Bolzano, ad esempio, e le riprendo come esempio non a caso, mentre noi stiamo ancora cercando di mettere le toppe sul 2013.

Presidente - Possiamo passare alla votazione, colleghi? Ha chiesto la parola il collega Chatrian.

Chatrian (ALPE) - Grazie Presidente. A nome dei gruppi consiliari di minoranza chiedo il voto segreto.

Presidente - Si procede quindi alla votazione del punto 42.01, per intenderci la risoluzione presentata dai gruppi di minoranza, con voto segreto. La votazione è aperta. Votiamo la risoluzione presentata dalle forze di minoranza. Votate. Possiamo chiudere la votazione.

Presenti: 34

Votanti: 33

Favorevoli: 16

Contrari: 17

Astenuti: 1

Il Consiglio non approva.

Passiamo alla votazione del punto 42.02, e quindi della risoluzione presentata dalle forze di maggioranza. Colleghi, apriamo la votazione, votazione palese. Votate. Possiamo chiudere la votazione?

Presenti: 34

Votanti: 34

Favorevoli: 18

Contrari: 16

Il Consiglio approva.