Oggetto del Consiglio n. 98 del 25 settembre 2013 - Resoconto
OGGETTO N. 98/XIV - Interrogazione: "Situazione dei servizi a sostegno dei pazienti psichiatrici".
Président - Pour la réponse, la parole à l'Assesseur Fosson.
Fosson (UV) - Merci Président.
Intanto mi si permetta di ringraziare il Consigliere Fabbri per l'affermazione che fa all'inizio, quando dice che la Valle d'Aosta si è sempre distinta per l'attenzione a favore dei pazienti psichiatrici. Io penso che sia un corretto approccio a questa problematica, riconoscendo una realtà che dipende da tutti noi, dal lavoro fatto negli anni passati e, quindi, questo è sicuramente un patrimonio. Giorni fa, aspettavo un paziente psichiatrico che arrivava da altre sedi con gli accompagnatori che lasciarono questo paziente nella Struttura di psichiatria. Un medico mi sottolineò l'importanza di questa struttura con telecamere, che non è sempre riconducibile nella regione da cui proveniva, quindi a dimostrare quello che dice.
In particolare, sì, ha fatto un po' notizia, l'anno scorso, la chiusura del Centro psichiatrico di Donnas, che aveva due tipi di servizio, uno diurno e uno di tipo residenziale; una problematica, quella dei centri diurni, che anch'io condivido. Dovrebbe essere un servizio molto utile ai pazienti psichiatrici, alle loro famiglie, però in pratica, soprattutto nel servizio di Donnas, le presenze erano molto basse e andavano riducendosi nei numeri. Per quanto riguardava il residenziale di Donnas, questi si era trasformato in sede residenziale, nel Poliambulatorio di Donnas, che non è a norma da diversi anni, e c'era una cooperativa che lo gestiva. Per tale fatto sono state date delle indicazioni per trasferire questo servizio altrove. La cooperativa, in un primo tempo, si era attivata per trovare un'altra sede, erano state date diverse proroghe, poi invece non è stato reperito un centro idoneo, per cui la cooperativa che gestiva il residenziale di Donnas ha rinunciato all'incarico. Ecco perché la chiusura di questo servizio, soprattutto per il diurno, ripeto, era poco frequentato.
Proprio per sottolineare la nostra attenzione per questa malattia, se posso farle un piccolo riassunto dei centri residenziali psichiatrici che abbiamo in Val d'Aosta, partirei da Bellon, sopra Saint-Pierre, con 25 posti convenzionati, tutti regionali; Châtillon 16 più 5 in comunità alloggio, più 5 posti per gruppi appartamenti a Pontey; a Charvensod attualmente 10 posti per i residenziali e a Brusson 3 posti per i DCA (disturbi del comportamento alimentare); Padre Lorenzo, qua ad Aosta, due gruppi di appartamento, 7 e 8 utenti.
Per tornare sui diurni - l'interrogazione mi sembra che fosse soprattutto su questo - abbiamo in questo momento due centri diurni per psichiatrici: uno a Saint-Vincent, che dopo dei periodi iniziali di fatica, adesso comunque ha quasi 20 utenti, e quello di via Innocenzo Papa, qua ad Aosta, di 16. Ma soprattutto è partita e, questo credo sia un indirizzo dell'Assessorato, una nuova realtà di educativa territoriale psichiatrica gestita dall'ASL, da qualche giorno anche con possibilità di prenotazione di visite, perché si è visto - la letteratura lo dice - che lo psichiatra che giunge a domicilio con una certa temporaneità e ripetitività non assiste solo il malato psichiatrico, che non deve essere portato in una struttura residenziale, ma entra e penetra anche in quelle che sono le problematiche della famiglia, quindi l'educativa territoriale psichiatrica sicuramente può essere una risposta. Ma, volendo fornire dei dati, proprio per vedere che anche con questa chiusura di questa sede di Donnas non sono diminuiti i numeri delle giornate e l'attenzione per questo tipo di malati, nel primo semestre del 2012 sono stati 37 e, nel primo semestre del 2013, 36. Però le giornate sono state 1.767 per il primo semestre e addirittura aumentate a 2.285 nel secondo semestre.
Quindi, a conclusione, non c'è stata certo una diminuzione della nostra attenzione. Certo che in questo servizio di assistenza psichiatrica, come in tutto il nostro welfare, dalla tossicodipendenza, agli anziani, eccetera, evidenzia una caratteristica specifica e munifica del welfare valdostano, cioè la territorialità, ovvero tenere dei malati il più possibile vicini a casa. Questo intento è messo in questo momento un po' in discussione per i costi che piccoli numeri comportano, la gestione di piccole strutture comporta. Però quello che volevo dire, è anche che vi è la necessità comunque di arrivare ad una riorganizzazione e anche in una modernizzazione. L'educativa territoriale potrebbe rientrare in questo senso in un'ottica di riorganizzazione e di armonizzare dei costi. L'attenzione a questo tipo di malati non è sicuramente diminuita e non lo sarà nelle nostre intenzioni. Grazie.
Presidente - Grazie. Per la replica, la parola al collega Fabbri.
Fabbri (UVP) - Grazie signora Presidente. Grazie signor Assessore.
Devo dire che questa risposta mi consola un po', perché le notizie che avevo io erano leggermente diverse; leggermente diverse in quanto si era notata una diminuzione negli stanziamenti per la funzione di questi due centri diurni a cui facevo riferimento nella mia interrogazione.
Sì, sicuramente il sistema sanitario della Valle d'Aosta ha sempre avuto un occhio di riguardo verso questi pazienti, e lo dimostra appunto il fatto di quello che ha detto lei. L'importanza di questi centri diurni - e lo sappiamo tutti - è di poter far sì che questi pazienti possano essere, in qualche modo, reinseriti in quella che è la struttura sociale e, adesso, in qualche modo recuperati. Però un aspetto molto importante è quello di dare sollievo alle famiglie, che sappiamo benissimo, in seguito all'applicazione della legge 180, la "legge Basaglia", avevano subito dei notevoli traumi. Tutta questa azione della nostra sanità è stata fatta nel pieno rispetto di quello che era il piano sociosanitario e in quelle che erano, poi, le preconizzazioni della legge 180. Ci si era però chiesti come mai si voleva ridimensionare questi centri diurni - adesso lei mi dice che in realtà, poi, sono stati riorganizzati - proprio perché la nostra autonomia ci permette di intervenire...senza l'obbligo di intervenire sulla sanità, in quanto nella sanità si opera in regime di autofinanziamento. Supportando queste persone così fragili e le loro famiglie, si attua una prevenzione anche sulla riacutizzazione della patologia, il che permette, poi, di ritorno, di effettuare un risparmio generale sul sistema sanitario nazionale. Quella della prevenzione - lei me lo insegna - è la via per non solo curare le patologie, ma anche per ridimensionare quella che è la spesa del sistema sanitario nazionale. E questo tipo di ottica spero che verrà sempre più applicato nella nostra sanità.
Comunque, prendiamo atto delle risposte dell'Assessore. Non rinunceremo in futuro di verificare che queste sensibilità vengano sempre rispettate e ci riserviamo di segnalare tutte le disfunzioni e, soprattutto, le attese dei nostri cittadini. Tutto questo, naturalmente, in un'ottica costruttiva. I risparmi sulla sanità e sul welfare non devono colpire i nostri cittadini, non devono colpire i cittadini valdostani, soprattutto nel 2013, in questa situazione così difficile e così grave per le famiglie. Grazie.
Président - Point 10 à l'ordre du jour.