Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2901 del 3 aprile 2013 - Resoconto

OGGETTO N. 2901/XIII - Discussione generale congiunta delle Relazioni della Sezione di controllo della Corte dei Conti, del D.L. n. 221 (Approvazione del rendiconto generale della Regione per l'esercizio finanziario 2012) e del D.L. n. 222 (Assestamento del bilancio di previsione per l'anno finanziario 2013, modifiche a disposizioni legislative e variazioni al bilancio di previsione per il triennio 2013/2015).

Agostino (UV) - Rapporteur le Président: Relazione su "L'IRPEF "compartecipata" dalla Regione Valle d'Aosta: accertamento, riscossione e devoluzione al bilancio regionale deliberata dalla Sezione di controllo della Corte dei Conti; Relazione su "La gestione del Servizio sanitario della Regione Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste. Periodo 2007/2011", deliberata dalla Sezione di controllo della Corte dei Conti il 6-7 febbraio 2013; Relazione su "L'utilizzo dei fondi strutturali (programmazione 2007/2013) per la conservazione e la valorizzazione dei beni culturali in Valle d'Aosta", deliberata dalla Sezione di controllo della Corte dei Conti; Relazione su "Le relazioni finanziarie tra la Regione e gli Enti locali", deliberata dalla Sezione di controllo della Corte dei Conti; Relazione sul rendiconto generale della Regione per l'esercizio finanziario 2012, deliberata dalla Sezione di controllo della Corte dei Conti.

Rapporteur le Conseiller Lattanzi: Projet de loi n° 221 présenté par le Gouvernement régional en date du 22 février 2013, "Approvazione del rendiconto generale della Regione per l'esercizio finanziario 2012"; Projet de loi n° 222, présenté par le Gouvernement régional en date du 4 mars 2013, "Assestamento del bilancio di previsione per l'anno finanziario 2013, modifica a disposizioni legislative e variazione al bilancio di previsione per il triennio 2013-2015".

Presidente - Colleghi, il decreto legislativo n. 179 del 2010, che ha istituito la Sezione di controllo della Corte dei Conti per la Regione Valle d'Aosta prevede, fra l'altro, che la Sezione regionale eserciti il controllo sugli atti e le attività delle Amministrazioni dello Stato aventi sede nella regione, il controllo sulla gestione dell'Amministrazione regionale, degli Enti locali, dei loro rispettivi Enti strumentali, ai fini del referto al Consiglio regionale, e che tale controllo si svolga sulla base dei programmi annuali. Con propria deliberazione in data 5 marzo 2012, n. 3, la Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti ha approvato il programma relativo alle attività di controllo per l'anno 2012, che è stato trasmesso alla Presidenza del Consiglio con nota in data 16 maggio 2012. In attuazione di tale programma, la Sezione della Corte dei Conti ha elaborato le relazioni ed i relativi documenti di sintesi concernenti l'IRPEF "compartecipata" dalla Regione Valle d'Aosta, accertamento, riscossione e devoluzione al bilancio regionale, la gestione del Servizio sanitario della Regione Valle d'Aosta (periodo 2007-2011), l'utilizzo dei fondi strutturali per la conservazione e la valorizzazione dei beni culturali in Valle d'Aosta e le relazioni tra la Regione e gli Enti locali.

Il programma per le attività dell'anno 2013, approvato dalla Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti, che è stato trasmesso alla Presidenza del Consiglio con nota in data 5 marzo 2013, protocollo n. 130, prevede tra l'altro l'elaborazione di una relazione al Consiglio regionale contenente l'analisi delle risultanze esposte nel rendiconto della Regione per l'esercizio finanziario 2012. La Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti, con nota in data 25 marzo 2013, protocollo n. 161, ha trasmesso alla Presidenza del Consiglio regionale la relazione sul rendiconto generale della Regione per l'esercizio finanziario 2012 e un documento di sintesi, dando atto che con tale relazione la Sezione riferisce al Consiglio regionale sull'esito del controllo eseguito, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo n. 179 del 2010. Le relazioni sono state trasmesse all'attenzione delle Commissioni consiliari e sono oggi sottoposte all'esame del Consiglio regionale, affinché lo stesso ne prenda atto.

Chiedo ora al relatore se vuole procedere all'esposizione della relazione. La parola al collega Lattanzi.

Lattanzi (PdL) - Grazie Presidente.

Il rendiconto generale della Regione autonoma Valle d'Aosta per l'esercizio finanziario 2012 e il conseguente assestamento di bilancio di previsione per il 2013, le modifiche a disposizioni legislative e le variazioni di bilancio al previsionale 2013-2015, che ci apprestiamo ad approvare, tengono conto di alcune ineludibili condizioni generali che ne hanno fortemente condizionato la formulazione. Le disposizioni declinate dai provvedimenti finanziari statali, decreto legge 6 dicembre 2011 n. 201, cosiddetto "salva-Italia" e il decreto n. 95/2012, più noto come "spending review". Certamente significativo altresì l'impatto della crisi economica e finanziaria che ha attraversato ed attraversa l'intero quadro economico europeo e in particolare quello italiano, che non ha risparmiato la Valle d'Aosta. In questo contesto è utile rimarcare il posizionamento della finanza regionale e dell'andamento economico regionale relativo al contesto più ampio.

Significativo è il giudizio della Corte dei Conti, che - come diceva la Presidente Rini - nell'inquadrare la valutazione dell'impatto dell'Amministrazione regionale sui processi economici in atto, sostiene, a pagina 24 del documento di sintesi allegata alla sua relazione al Consiglio regionale sul rendiconto generale della Regione Autonoma Valle d'Aosta-Vallée d'Aoste, per l'esercizio finanziario 2012...al Capitolo I, il bilancio regionale nell'economia della Regione cita: "In Valle d'Aosta i settori economici di maggior peso sono quelli dei servizi e delle costruzioni. Il livello di sviluppo dei consumi pro capite è al primo posto in Italia, per il tasso di occupazione e la produttività dell'economia, nella graduatoria dei valori PIL pro capite delle regioni italiane relativi al 2011 la Valle d'Aosta occupa la prima posizione, registrando un valore del 38 percento superiore alla media nazionale; inoltre, pur in un contesto economico segnato ormai da un quinquennio da una grave crisi, la Regione ha conseguito la miglior variazione percentuale rispetto al 2010. Anche in rapporto ai valori medi del PIL pro capite registrati nei Paesi dell'Unione Europea, misurati in parità del potere d'acquisto PPA, la Valle d'Aosta mostra risultati di assoluto rilievo, in linea con quelli delle economie maggiormente sviluppate. Il mercato del lavoro, se pur condizionato anch'esso dal generale sfavorevole andamento dell'economia, ha segnato un trend soddisfacente nel confronto con le altre regioni".

Sempre la Corte dei Conti dice: "Il livello di maggior benessere della Regione Valle d'Aosta rispetto al resto del Paese, che si riscontra in dati relativi al PIL e al mercato del lavoro, si manifesta anche nei dati relativi alle entrate tributarie e ai valori pro capite degli impegni della spesa, risultanti dal rendiconto della Regione. La Regione è quindi caratterizzata da livelli relativamente elevati di benessere, ma ovviamente risente della crisi in atto e delle esigenze della finanza pubblica nazionale, che hanno ridimensionato sia la spesa pubblica a sostegno dell'apparato produttivo, sia quello per gli investimenti". Questo cita la Corte dei Conti. In questo contesto sono più comprensibili, quindi, al di là delle diverse opinioni politiche, le scelte concrete che questa Amministrazione ha determinato con i diversi provvedimenti di assestamento nel corso del 2012, le relative scelte finanziarie per il rendiconto generale 2012 e l'assestamento 2013 approvati dalla II Commissione.

Nel dettaglio, le entrate: complessivamente la previsione definitiva delle entrate del rendiconto generale del 2012 ammontava a 1 miliardo 532 milioni al netto delle partite di giro. Esse superano la previsione iniziale di quasi 4 punti percentuali, più 62 milioni, essenzialmente per effetto dell'applicazione dell'avanzo di amministrazione dell'anno precedente, il 2011. Le entrate accertate ammontano a 1 miliardo 374 milioni di euro e differiscono in negativo del 6,71 percento rispetto alla previsione definitiva al netto dell'avanzo di amministrazione 2011. Le stesse entrate, confrontate con l'esercizio 2011, sono in aumento di 31,5 milioni di euro, più 2,35 percento. Tale aumento si registra sia nel Titolo I, relativo ai tributi propri e gettito di tributi erariali, più 2,24 percento, sia nel Titolo III, relativo alle entrate extra-tributarie, più 18,77 percento.

Le spese: la previsione di spesa definitiva alla chiusura dell'esercizio finanziario 2012 è pari a 1 miliardo 674 milioni e rispetto alle previsioni iniziali è aumentata di circa 67 milioni di euro, pari al 4,21 percento, anche per effetto dell'applicazione dell'avanzo di amministrazione dell'anno 2011. Escludendo le contabilità speciali, le partite di giro, le previsioni definitive ammontano a 1 miliardo 531 milioni e gli impegni pari a 1 miliardo 409 milioni, corrispondono quindi al 92 percento degli stanziamenti definitivi. Se si esclude il calcolo del contributo dovuto allo Stato, accantonato e trattenuto dalle partecipazioni, gli impegni statali sono pari a 1.316 milioni dei quali 995 sono stati pagati entro l'anno. La capacità di spesa calcolata tra pagamenti e gli impegni è stata del 75,60 percento; le spese correnti sono pari a 1.006 milioni virgola 16, di euro, pari al 79,18 percento rispetto alla spesa di investimento che ammonta a 264,56 milioni di euro, evidenziando un incremento dell'incidenza delle spese correnti dal 71,74 percento del 2011 e 67,34 percento del 2010. Questo naturalmente per effetto del ridimensionamento del volume generale e del mantenimento delle spese incomprimibili che, come vedremo dopo, ci sono. Questo peggioramento quindi è stato determinato dalla necessità di ridurre la spesa repentinamente; è noto infatti a tutti quanto la spesa corrente abbia caratteristiche di rigidità e quindi non possa essere ridotta nel brevissimo termine.

Analisi delle spese di funzionamento per obiettivo (analizziamo bene la spesa complessiva, impegnata nell'anno 2012, considerando solo la Parte I del bilancio, spese per le attività della Regione): è stata, al netto dell'accantonamento per il contributo dello Stato, pari a 93 milioni e 45, quale concorso della Regione al riequilibrio della finanza pubblica, di 1 miliardo 316 milioni di euro, inferiore, dicevo, la spesa complessiva di 233 milioni di euro rispetto alla spesa impegnata per la Parte I nel 2011. Di seguito si propone l'analisi dell'incidenza della spesa sul totale del bilancio, ovvero la ripartizione degli impegni 2012 tra funzioni e obiettivo. Interessante scoprire, riconfermare come la funzione "sanità" sia pari al 21,1 percento, pari a 298 milioni di euro; il 18 percento, pari a 253, vanno alla funzione "finanza locale"; il 17,7 percento, pari a 249 milioni, alla funzione "personale"; il 12 percento, pari a 169 milioni, alla funzione "oneri non ripartibili" di cui appunto 93 milioni e 45 per il contributo allo Stato. Il 93,3 percento, pari a 131 milioni, va alla funzione dello "sviluppo economico regionale"; il 3,7 percento, pari a 52 milioni, alla funzione "governo del territorio"; il 3,5 percento, pari a 49,5 milioni, alla funzione "politiche sociali"; il 3,3 percento, pari a 47,2 milioni, va alla funzione "agricoltura"; il 3,1 percento, pari a 44 milioni, alla funzione "servizi generali"; il 2,5 percento, pari a 36 milioni virgola 4 di euro, alla funzione "infrastrutture per mobilità e reti"; il 2,6 percento, pari a 36,5 milioni, alla funzione "istruzione" (sia nella sua componente primaria e secondaria, sia in quella componente universitaria); l'1,85 percento, pari a 26 milioni, alla funzione "cultura e sport"; l'1,11 percento, pari a 15,6 milioni di euro, alla funzione "funzionamento degli organi istituzionali" e - come vedete - incide in maniera limitata.

All'interno di ciascuna funzione obiettivo, di seguito vi proporrò un'ulteriore analisi con la prospettiva per legge. Si osserva che il 60,79 percento delle somme impegnate nel bilancio della Regione sono destinate alle prime tre funzioni obiettivo: sanità, finanza locale e personale.

Le spese impegnate nella funzione sanità, pari a 298 milioni, sono principalmente ripartite in spesa sanitaria corrente, 289 milioni (che comprende i trasferimenti all'azienda USL), altri interventi nel settore sanitario per 3,1 milioni (nell'ambito dei quali rientrano anche quelli finanziati con risorse statali) e spese di investimento nel settore sanitario per 5,8 milioni.

Per la funzione finanza locale si registra una spesa impegnata complessiva di 253 milioni di euro, di cui 111 per trasferimenti senza vincolo di destinazione e 113 con vincolo, e 22 milioni per il programma FOSPI. Le risorse sono destinate principalmente al finanziamento degli interventi di cui alla legge regionale n. 48 del 1995 che disciplina gli interventi finanziari regionali a favore degli Enti locali, Comunità e Comunità montane, Comuni e Comunità montane di cui gli impegni ammontano a 127 milioni di euro. Si segnala che per gli interventi di cui alla legge regionale 29 del 1997, concernente la materia di servizi di trasporto pubblico in linea, sono stati complessivamente impegnati 23,9 milioni, di cui 10 nella funzione finanza locale e 13,9 nelle funzioni infrastrutture per mobilità e reti. Le risorse impegnate per gli interventi di cui alla legge regionale n. 93 del 1982 relativa alla promozione di servizi a favore delle persone anziane e inabili ammontano a 22 milioni di euro. Gli impegni assunti dalla Regione nell'anno 2012 per il finanziamento della legge regionale 26 del 2009 relativa agli interventi a favore degli Enti locali per l'adeguamento e la realizzazione delle opere minori di pubblica utilità ammontano a 6,4 milioni di euro. Per quanto riguarda la legge regionale n. 5 del 2001, organizzazione delle attività regionali di protezione civile, sono stati impegnati 10 milioni di euro, di cui 5,9 nell'ambito della finanza locale, 4,1 nella funzione governo del territorio. Si rammenta inoltre la legge regionale n. 28 del 2007 che disciplina le nuove disposizioni di riordino in materia di edilizia residenziale, per la quale la Regione ha impegnato complessivamente 6,1 milioni di euro, di cui 3,3 nell'ambito della funzione finanza locale e 2,8 milioni finanziata sia con fondi regionali che con fondi statali nell'ambito delle contabilità speciali, e destinati principalmente a contributi per il sostegno alle locazioni. Per la legge regionale n. 13 del 2008 che riguarda gli interventi nel settore dei servizi idrici integrati sono impegnati complessivamente 9,3 milioni. Sempre nell'ambito della finanza locale, il finanziamento della legge regionale n. 3 del 1992, per interventi di riqualificazione della città di Aosta lo stanziamento assestato ammonta a 2 milioni di euro interamente impegnati. Si segnala che per la legge regionale n. 13 del 2007, che detta le nuove norme in materia di obbligo di costruzione del manto di copertura di lose in pietra, sono stati impegnati 1,9 milioni di euro.

Le spese impegnate nella funzione del personale ammontano a 249,4 milioni di euro, nel 2011 erano 263, quindi una riduzione importante, e ricomprendono tutto il personale dipendente ovvero: il personale dei servizi regionali (124,9 milioni), il personale direttivo e docente delle scuole (115,9 milioni) e quelle per il personale assunto con contratto nazionale nel settore dell'agricoltura, delle risorse naturali e dei lavori pubblici (8,6 milioni di euro).

Nella funzione oneri non ripartibili sono state impegnate risorse per 169 milioni, di cui 93,45 milioni sono stati accantonati quale contributo allo Stato per il concorso della Regione al riequilibrio della finanza pubblica.

Gli interventi della Regione per la funzione dello sviluppo economico, in cui sono impegnati 131 milioni di euro, sono destinati principalmente nei seguenti settori: interventi di contesto nell'ambito dei quali si segnalano legge regionale n. 7 del 2006, concernente interventi nella gestione speciale di società finanziarie regionali, Finaosta, per le quali sono stati impegnati 18,2 milioni, di cui 8,7 milioni per trasferimenti relativi all'aumento del fondo di dotazione della società suddetta e 7,5 milioni per gli interventi di indebitamento ventennale presso il fondo di gestione speciale di cui l'articolo 40, comma 2, della legge regionale n. 40 del 2010 (legge finanziaria 2011-2013).

Con la legge regionale n. 21 del 2011, che disciplina i contributi a sostegno delle imprese e dei liberi professionisti aderenti agli Enti di garanzia collettiva dei fidi e Confidi della Regione autonoma Valle d'Aosta, si sono impegnati 2,7 milioni di euro. Turismo e impianti a fune (nell'ambito delle quali si segnala la legge regionale n. 6 del 2001 che ha riformato l'organizzazione turistica della regione): si sono complessivamente impegnati 6,1 milioni di euro per azioni promozionali ed eventi volti alla veicolazione dell'immagine turistica della Regione autonoma... La legge regionale n. 19/2001 a sostegno delle attività turistico-ricettive-commerciali, il cui finanziamento, per il 2012, ha impegnato complessivamente 9,9 milioni di euro di cui 5,2 per attività turistico-ricettive; la legge regionale n. 9 del 2009, relativa al finanziamento dell'Office régional du Tourisme (Ufficio regionale del Turismo), che prevede un impegno di 4 milioni di euro; la legge regionale n. 8 del 2004 per lo sviluppo degli impianti funiviari e di connesse strutture di servizio: 1 milione di euro impegnato.

Nell'industria, nell'ambito della quale si segnala la legge regionale n. 6 del 2003 per lo sviluppo delle imprese industriali e artigianali dell'anno 2012, questa è stata finanziata per 6 milioni di euro dei quali 2,3 milioni impegnati; di tali risorse, 1,46 milioni sono stati destinati a contributi in conto capitale, alle imprese artigiane e 700 mila euro a quelle industriali. Si ricorda che ai sensi dell'articolo 14 della "19" del 2012, l'assestamento 2012, gli interventi a favore della ricerca e dello sviluppo per le imprese industriali sono altresì finanziate con le risorse disponibili presso Finaosta S.p.A..

Artigianato, nell'ambito del quale si segnala la legge regionale n. 2 del 2003 per la tutela e la valorizzazione dell'artigianato tipico, per il quale rendiconto si registra un finanziamento di 1,26 milioni quasi interamente destinati all'organizzazione di manifestazioni fieristiche e iniziative varie relative all'artigianato di tradizione. Anche la legge regionale di 2010 stanzia risorse, quelle del 2007, che disciplina l'Institut Valdôtain de l'Artisanat de tradition (IVAT), per la quale è stato impegnato 1 milione di euro. Nel commercio si segnala la legge regionale n. 19 del 2001 a sostegno delle attività turistico-ricettive e commerciali il cui finanziamento per il 2012 ha impegnato complessivamente 9,9 milioni, di cui 4,7 per le attività commerciali. In ambito dell'energia si segnalano la legge regionale n. 3 del 2006, finanziamenti relativi a nuove disposizioni in materia di interventi in materia di interventi regionali per la promozione dell'uso razionale dell'energia, impegna, nell'anno 2012, 3,37 milioni destinati principalmente a contributi per l'uso razionale dell'energia per 2,4 milioni.

Per la politica del lavoro e della formazione professionale nell'ambito della quale si segnalano le seguenti leggi finanziate dalla Regione: la n. 7 del 2003, relativa a disposizioni in materia di politica regionale del lavoro, di formazione professionale e di riorganizzazione dei servizi per l'impiego, per la quale nell'anno 2012 sono stati stanziati 7,2 milioni di euro, di cui 5,7 impegnati; la legge regionale n. 12 del 1982 relativa alla promozione di una fondazione per la formazione professionale agricola e per la sperimentazione agricola e il contributo regionale della fondazione medesima: nell'anno 2012 la Regione ha stanziato 5 milioni di euro per il funzionamento delle fondazione Institut Agricole. Nella legge regionale n. 20 del 1991, istitutiva della fondazione per la formazione professionale turistica, il contributo regionale per il funzionamento della fondazione e del relativo Istituto alberghiero è stato, nel 2012, di 4,3 milioni di euro che sono stati interamente impegnati.

Per quanto riguarda la funzione programmi comunitari e statali, il rendiconto registra un totale assestato di 48,8 milioni di euro, di cui 36 impegnati per i seguenti programmi oggetto di contributo del Fondo sociale europeo e del Fondo di rotazione statale 2007-2013, comprese le quote di cofinanziamento regionale; 10,1 milioni di finanziamento delle attività relative al Fondo sociale europeo 2007-2013 per l'obiettivo 2 occupazione; 6,3 milioni per l'attuazione degli interventi della cooperazione territoriale transfrontaliera, transnazionale e interregionale; 9,5 per interventi nell'ambito della programmazione del programma competitività; 2,8 milioni di euro per le attività oggetto di cofinanziamento del fondo per le aree sottoutilizzate, i FAS, e 7,3 milioni per l'attuazione del programma di sviluppo rurale 2007-2013.

Le risorse impegnate nella funzione governo del territorio ammontano a 52,3 milioni di euro e ricomprendono gli interventi di protezione civile e servizio antincendi, assesto idrogeologico, gestione dei rifiuti, gestione parchi e riserve naturali e tutela dell'ambiente e urbanistica, tutela rischi naturali, derivanti dall'attività dell'uomo, tutela e utilizzo delle risorse idriche e tutela delle risorse forestali e faunistiche. Si segnala nell'ambito della protezione civile la legge n. 35 del 1997, concernente il servizio di trasporto a mezzo elicottero, per la quale sono stati impegnati 7,8 milioni di euro. Per la legge regionale n. 32 del 2001 relativa all'effettuazione del servizio di soccorso sulle piste di sci di discesa sono stati impegnati 1,2 milioni di euro. Per la legge regionale n. 5 del 2007 relativa all'organizzazione della Regione disciplinata dalla legge regionale 37 del 2009 sono stati complessivamente impegnati 1,8 milioni di euro. Per interventi relativi all'organizzazione del servizio anti-incendi disciplinati dalla legge n. 37 del 2009 sono stati complessivamente impegnati 1,8 milioni di euro. Nel settore della gestione dei rifiuti si segnala, in particolare, la legge regionale n. 31 del 2007 che disciplina le nuove disposizioni in materia di gestione dei rifiuti per la quale, nell'anno 2012, sono stati impegnati 6,1 milioni nell'ambito dei quali 4,4 per la gestione di impianti di attività finalizzate allo smaltimento e al recupero dei rifiuti e 1,4 milioni per la realizzazione delle opere e degli impianti necessari per l'attuazione del Piano regionale di gestione dei rifiuti. Nell'ambito della gestione parchi e riserve naturali, il principale intervento riguarda la legge regionale n. 16 del 2008 concernente la gestione e il funzionamento del Parco Mont Avic, per la quale è stato impegnato 1 milione di euro; gli ulteriori interventi riguardano la Riserva naturale Mont Mars, di cui alla legge regionale n. 10 del 2002 e quella del Marais di Morgex e de La Salle, di cui alla legge regionale n. 47 del 1999.

Per la tutela dell'ambiente e l'urbanistica assumono particolare rilievo i finanziamenti delle seguenti leggi: la n. 41 del 1995, istitutiva dell'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente, per la quale sono stati impegnati 6,2 milioni di euro e la legge n. 4 del 2003 relativa agli interventi di valorizzazione e recupero del patrimonio storico, architettonico, agro-silvo-pastorale della conca di Cheney e del comune di Valtournenche, per la quale sono stati impegnati 2,1 milioni di euro. Per quanto riguarda la tutela rischi naturali derivanti dall'attività dell'uomo si richiama nuovamente la legge n. 5 del 2001, di protezione civile, per la quale sono state impegnate della funzione finanza locale somme per 5,9 milioni di euro, mentre nella funzione governo del territorio sono stati impegnati 4,1 milioni di euro.

Nel settore della tutela delle risorse forestali e faunistiche si segnala in particolare la legge regionale n. 44 del 1989, concernente gli interventi per la tutela del patrimonio forestale per la quale sono stati impegnati complessivamente 14,4 milioni, di cui 8,5 nella funzione governo del territorio e 5,9 per il personale compreso le relative partite di giro. Si rammenta inoltre la legge regionale n. 3 del 2010, per interventi finalizzati alla tutela e alla valorizzazione delle foreste, per la quale sono stati impegnati 1,8 milioni di euro.

Per la funzione politiche sociali sono stati impegnati complessivamente 49,5 milioni di euro, gli interventi, previsti nell'ambito del fondo per le politiche sociali, istituito ai sensi della legge regionale n. 18 del 2001 - e che ricomprende anche le spese di cui la legge regionale n. 13 del 2006, con la quale la Regione ha approvato il Piano regionale per la salute e il benessere sociale 2006-2008 - ammontano a complessivamente a 20,5 milioni di euro, di cui 19,6 totalmente impegnati. La spesa assestata per l'assistenza e per i servizi sociali è di 31,3 milioni di euro, di cui 29,9 sono stati impegnati...nell'ambito dei quali risultano particolarmente significativi gli interventi in materia di provvidenza economica a favore di invalidi civili, ciechi, civili, e sordomuti, attuati ai sensi della legge regionale n. 11 del 1999 a cui sono stati destinati 27,1 milioni euro.

Alla funzione agricoltura, nell'anno 2012, son state destinate risorse per 49,2 milioni di euro, di cui 47,2 impegnati. In questo ambito, di notevole importanza è la legge regionale n. 32 del 2007, che al Titolo III disciplina gli interventi regionali in materia di agricoltura e sviluppo rurale. La Regione, per l'anno 2012, ha impegnato 32,2 milioni di euro per il Piano di sviluppo rurale degli interventi 2007 e 2013, destinati principalmente nel seguente modo: 13,7 contributi per infrastrutture rurali; 5,6 contributi a investimenti in aziende agricole; 4 milioni per la conservazione di paesaggi e alpeggi; 3,2 milioni contributi a Consorzi di miglioramento fondiario e consorterie; 2,2 milioni per contributi nel settore della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli; 1,1 milioni per le spese di strutture e impianti fissi. Nel settore zootecnico le leggi di riferimento sono le seguenti: la n. 21 del 2001 in materia di allevamento zootecnico e dei relativi prodotti, per la quale nel 2012 sono stati impegnati 7,1 milioni di euro di cui 5,850 milioni per l'assistenza tecnica, 800 mila euro per la tenuta dei libri genealogici ed effettuazione dei controlli funzionali, e 150 mila euro per le rassegne ed i concorsi zootecnici. La legge regionale n. 3 del 2002 relativa ad incentivi per l'attuazione di interventi sanitari a favore del bestiame di interesse zootecnico: nel corso dell'esercizio 2012 la Regione ha stanziato, per quest'ultima, 2 milioni di euro, impegnati 1,6, destinati principalmente all'erogazione dei contributi per la salvaguardia della produzione mediante il risanamento degli allevamenti.

Per quanto riguarda la funzione servizi generali, si segnala in particolare la legge n. 16 del 1996 che concerne gli interventi relativi alla programmazione, organizzazione e gestione del sistema informativo regionale, per la quale, nel 2012, sono stati impegnati 12,5 milioni di euro.

Nella funzione infrastrutture per mobilità e reti sono state impegnate risorse per 36,4 milioni di euro destinate principalmente al settore del trasporto pubblico per il quale sono stati impegnati complessivamente 15,4 milioni, la maggior parte dei quali sono destinati al finanziamento della legge regionale n. 29 del 1997 in materia di servizi di trasporto pubblico di linea, con un impegno di 13,9 milioni nella funzione infrastrutture per mobilità e reti; l'impegno complessivo della legge suddetta ammonta a 23,9 milioni di cui 10 nella funzione della finanza locale. Le spese riguardanti principalmente gli oneri derivanti dai contratti di servizio pubblico di trasporto con autobus e dei servizi integrativi sono di 8,8 milioni, mentre per il trasporto agevolato dei portatori di handicap sono destinati 2,3 milioni e per le agevolazioni tariffarie ammontano a 1,9 milioni di euro. Il settore della viabilità registra un impegno finanziario di 12 milioni destinati alla manutenzione e alla realizzazione di opere stradali. Nel settore dell'aeroporto si segnala la legge regionale n. 78 del 1991 per le infrastrutture dell'aeroporto Corrado Gex con un impegno di spesa di 2,6 milioni di euro.

Nell'ambito della funzione cultura e sport, per l'anno 2012 sono stati impegnati 26 milioni di euro, di cui 21 alla cultura e 4,6 allo sport. Nel settore della cultura si segnalano principalmente gli interventi attuati ai sensi del decreto legislativo n. 42 del 2004, codice dei beni culturali e del paesaggio, che riguardano gli investimenti per il restauro e la manutenzione di immobili di interesse artistico e storico, per gli scavi archeologici e il restauro del patrimonio archeologico, nonché l'acquisto di servizi concernenti la valorizzazione e la custodia dei beni culturali e la gestione di attività culturali o fieristiche, per un impegno complessivo pari a 7,3 milioni di euro. Si evidenzia inoltre il finanziamento della legge regionale n. 89 del 1993 in materia di promozione culturale e scientifica, per la quale sono stati impegnati 5,4 milioni di euro; la legge regionale n. 10 del 1996 per il completamento degli interventi di recupero e la valorizzazione del Forte e del borgo di Bard, per 3,35 milioni di euro, di cui 3,2 destinati alla quota straordinaria dell'Associazione Forte di Bard per la valorizzazione del turismo culturale del Forte e 150 mila euro per il funzionamento e il finanziamento delle attività dell'Associazione del Forte. Per la legge regionale n. 27 del 1993 per il restauro e la conservazione del patrimonio edilizio artistico, storico ed ambientale sono stati impegnati 665 mila euro. Per quanto riguarda il settore dello sport, si segnalano il finanziamento della legge n. 3 del 1994, concernente gli interventi a favore dello sport, per i quali sono stati impegnati 2,1 milioni di euro e la legge regionale n. 16 del 2007, concernente la realizzazione di infrastrutture ricreativo-sportive di interesse regionale per la quale sono stati impegnati 775 mila euro.

Nella funzione istruzione primaria e secondaria, nell'anno 2012, risultano impegnati 20 milioni di euro, che comprendono i trasferimenti alle istituzioni scolastiche, sia dipendenti dalla Regione che quelle non regionali per 8,5 milioni; l'edilizia scolastica per 4,9 milioni, le spese generali nell'ambito dell'istruzione primaria e secondaria per 4,2 milioni di euro, comprese le spese per servizi relativi all'istruzione primaria e secondaria pari a 3,7 milioni di euro; la tutela del diritto allo studio, che finanziamo con 2,2 milioni di euro... Le principali leggi regionali finanziate sono la n. 19 del 2000 che sancisce l'autonomia delle istituzioni scolastiche e per il cui funzionamento sono stati impegnati 3,1 milioni di euro, e la legge regionale n. 55 del 1986 per il funzionamento delle scuole gestite da istituti ed Enti morali a cui sono andati 4 milioni di euro. Le somme impegnate nel 2012 per la funzione istruzione universitaria ammontano a 16,5 milioni, e finanziano in particolare: la legge n. 25 del 2001 che ha istituito l'Università della Valle d'Aosta, per la quale sono destinati 7 milioni; la legge n. 8 del 1992 che disciplina gli interventi regionali a favore della Fondazione Istituto musicale, per la valorizzazione e la divulgazione del patrimonio musicale tradizionale, per lo sviluppo e la diffusione della cultura musicale in Valle d'Aosta per i quali sono stati impegnati 4,4 milioni; la legge regionale n. 30 del 1989 che attua il diritto allo studio nell'ambito universitario per la quale sono stati destinati 3,1 milioni di euro, ma anche l'articolo 35 della legge regionale n. 30 del 2006 concernente la promozione di servizi formativi e ricerca scientifica per lo sviluppo dell'innovazione tecnologica da parte della Regione, nel nuovo polo costituito nell'edificio denominato ex-cotonificio Brambilla in comune di Verrès, per il quale è complessivamente impegnato 1 milione di euro.

Gli impegni di spesa per la funzione funzionamento degli organi istituzionali, che in questi giorni sono all'attenzione della popolazione, ammontano a complessivi 15,6 milioni di euro, - vi ricordo l'1,1 percento del bilancio intero - di cui 13,6 milioni sono destinati al funzionamento del Consiglio regionale e 600 mila euro per l'indennità di carica per il Presidente della Regione e per gli Assessori, e 500 mila euro per il funzionamento della Sezione di controllo della Corte dei Conti della Regione autonoma Valle d'Aosta. L'avanzo di amministrazione dell'anno 2012...si chiude con un avanzo di 84.263.597,65 euro, e con successiva legge di assestamento viene distribuita la competenza dell'esercizio 2013. La legge di assestamento, oltre l'applicazione dell'avanzo di amministrazione 2012, provvede ad assestare la previsione 2013 anche per gli effetti prodotti da una riduzione di spesa per la regionalizzazione del servizio ferroviario che - come voi sapete - non ci è stato ancora assegnato dallo Stato, per 11,5 milioni e dall'iscrizione di maggiori entrate per 15,7 milioni di euro, in parte dai Comuni, in parte dal BIM (Bacino Imbrifero Montano).

Il totale quindi delle maggiori spese autorizzato dal disegno di legge n. 222 è pertanto pari a 111,5 milioni di euro. La destinazione di queste maggiori spese è vincolata per un importo pari a 60,57 milioni di euro per le riassegnazioni in bilancio dei cosiddetti "fondi di Stato della Comunità europea", 35,2 milioni...di fondi generati dall'avanzo di finanza locale, 6,72 milioni, e per l'integrazione del fondo regionale di equilibrio della finanza pubblica per 18,63 milioni di euro. Sono stati, inoltre, destinati prudenzialmente e, ripeto, "prudenzialmente" 33,5 milioni al fondo di riserva per le spese obbligatorie di parte corrente. I restanti 17 milioni sono stati conseguentemente destinati per i principali interventi: 2,4 milioni di euro per il sostegno all'occupazione attraverso iniziative in ambito di cantieri forestali; 2,4 milioni di euro al rifinanziamento del progetto Banda larga; 2 milioni di euro per il contributo a sostegno delle famiglie meno abbienti per l'acquisto o il pagamento di utenze di prodotti energetici destinati al riscaldamento per l'abitazione principale; 1,9 milioni di euro per la legge regionale n. 26 del 2012, disposizioni regionali in materia di pianificazione energetica e promozione dell'efficienza energetica e di sviluppo delle fonti rinnovabili; 1,5 milioni di euro per le provvidenze a favore di invalidi civili. Sono stati assegnati altresì, per il 2013, 1,1 milioni di euro per il recupero della caserma Testafochi quale sede futura dell'Università della Valle d'Aosta.

Sperando di avervi fornito un piano esaustivo del bilancio consuntivo 2012 e del documento di assestamento del bilancio 2013, desidero concludere la mia relazione con un sincero ringraziamento ai colleghi componenti della II Commissione per il puntuale approfondimento svolto nell'ambito dei lavori di analisi e di valutazione dei corposi documenti. Permettetemi altresì di esprimere un ringraziamento particolare all'Assessore Leonardo La Torre, per la totale disponibilità offerta da lui e dal suo staff, all'Assessorato alle finanze, al dottor Peter Bieler, alla dottoressa Borney che, ancora una volta, hanno dimostrato - permettetemelo di dire - una professionalità di assoluto rilievo e, credetemi, in questi tempi è una vera e indispensabile risorsa di quest'Amministrazione. Grazie a voi tutti, colleghi, per l'attenzione.

Presidente - Grazie Lattanzi.

La parola al collega Salzone, per la relazione dei revisori dei conti.

Salzone (SA) - Grazie Presidente.

Il mio intervento è volto a illustrare il lavoro svolto dai consiglieri revisori sul rendiconto 2012 di cui trovate una sintesi nella relazione degli atti del Consiglio. Il lavoro è stato svolto insieme ai Consiglieri Donzel e Crétaz ed è stato strutturato secondo due direttrici di analisi: il controllo di alcune procedure, da una parte, il controllo di alcune operazioni, dall'altra. Ovviamente si è trattato di un lavoro svolto in maniera campionaria, come ormai stabilito dai moderni orientamenti nell'attività di audit e per evidenti limiti di tempo a nostra disposizione.

Per quanto riguarda il controllo delle procedure di spesa sono state verificate le procedure attenenti i contributi per attrezzi agricoli previsti dal Titolo III della legge regionale n. 32/2007, e interventi di contrasto alla povertà e, in particolare, interventi a sostegno delle locazioni. Per quanto riguarda il controllo delle operazioni sono stati esaminati cinque residui attivi e cinque residui passivi. Per ciascuna operazione estratta è stata verificata la correttezza delle procedure utilizzate ed è stata esaminata tutta la documentazione concernente le fasi dell'entrata e della spesa. Quindi abbiamo riscontrato la regolarità di atti e documenti, abbiamo esaminato in particolare il conto del tesoriere, corredato dalle reversali d'incasso e dai mandati di pagamento con le relative documentazioni. Abbiamo constatato che gli ordinativi d'incasso riscossi corrispondono al totale delle riscossioni e che i pagamenti corrispondono all'ammontare dei mandati pagati ed emessi in esecuzione dei relativi atti amministrativi e contabili. Abbiamo verificato che i mandati di pagamento sono regolarmente documentati, anche per quanto si riferisce alle spese economali e alle spese per i pagamenti indiretti...

Presidente - Colleghi, scusate! Vi chiedo un pochino di silenzio.

Salzone (SA) - ...effettuati tramite l'economo regionale. Grazie Presidente, tanto finisco in fretta.

Abbiamo esaminato l'elenco analitico dei residui attivi e passivi e constatato che le risultanze finali del rendiconto generale per l'esercizio finanziario 1° gennaio-31 dicembre 2012 corrispondono all'allegato del DL n. 221. Abbiamo verificato inoltre che le entrate sono state accertate rispetto alle previsioni ammesse, in relazione all'effettiva realizzazione degli accertamenti stessi e che le stesse risultano impegnate entro i limiti degli stanziamenti complessivamente autorizzati, e abbiamo verificato che alle maggiori entrate accertate sui capitoli di partite di giro fanno riscontro le corrispondenti maggiori spese impegnate sui relativi capitoli.

Nel licenziare questa sintetica relazione, colgo l'occasione per ringraziare congiuntamente i colleghi revisori Crétaz e Donzel, i dirigenti dottor Peter Bieler, Roberto Nuvolari e Luigina Borney, che con pazienza e grande disponibilità ci hanno consentito un sereno lavoro. Grazie.

Presidente - Colleghi, prima di aprire la discussione generale, passerei la parola all'Assessore La Torre.

La Torre (GM) - Grazie Presidente.

Colleghi, innanzitutto voglio ringraziare il relatore della legge in oggetto, Massimo Lattanzi, i revisori dei conti, Salzone, Crétaz e Donzel, la II Commissione e, in particolare, la Sezione della Corte dei Conti regionale per l'ottimo lavoro - e approfondito - di valutazione del rendiconto, che ha ampiamente verificato, commentato e valutato tutti gli aspetti tecnici in modo obiettivo e professionale, mettendo in modo innovativo a disposizione del Consiglio regionale e del nostro Assessorato una serie di pareri e indicazioni sui quali svolgere ampie riflessioni ed autorizzare per il futuro come fondamentali suggerimenti operativi nella loro autorevolezza, rendendo pressoché impossibile aggiungere altro da parte mia.

Svolgendo il ruolo di Assessore al bilancio, finanze e patrimonio per un breve ma intenso periodo, sento la necessità oggi di fare in questa Assemblea, senza alcuna presunzione, alcune considerazioni, maturate anche a livello personale, che coincidono con la fine di questa legislatura. Lo farò con una breve prefazione di carattere politico, ad integrazione dell'approfondito intervento concertato con il collega Lattanzi sul rendiconto e a precedere la breve relazione di carattere tecnico sull'assestamento redatta dagli uffici, che ringrazio anche a nome di tutti, per l'eccezionale lavoro svolto in questi tempi così veramente difficili.

Desidero quindi introdurre il disegno di legge n. 221 sul rendiconto 2012 e il disegno di legge n. 222 sull'assestamento del bilancio 2013 con una breve riflessione politica, che seppur poco influente sulla questione tecnico-finanziaria che caratterizza gli argomenti in oggetto attualizza ed apre un ragionamento socio-politico collegato al ruolo della politica, della finanza pubblica e della sua possibile prospettiva nel nostro Paese, l'Italia, e la Valle d'Aosta. Una riflessione che, pur prendendo spunto dai numeri della finanza evita, se può, di ripeterli, e si vuole adeguare al linguaggio che oggi la collettività richiede, cioè quello della chiarezza e della concretezza, semplificando anche il lavoro dei giornalisti che avranno facilità a trarne un sunto; in tal senso entro subito nel merito.

Innanzitutto occorre riflettere sull'attuale organizzazione della nostra Regione, e su come si possa sburocratizzarla rendendola meno costosa e più adeguata ai tempi che stiamo affrontando e alle necessità dei nostri abitanti. Altrettanto vale per l'ordinamento legislativo esistente che ha evidentemente fino a oggi garantito un buon funzionamento del sistema Valle d'Aosta dando soddisfazione a tutte le richieste sociali, ma che oggi tende ad evidenziare tutti i suoi limiti nella parcellizzazione delle troppe leggi e nella necessità di individuare nuovi obiettivi strategici, con coerenti programmazioni a sostegno, per rilanciare e garantire un'adeguata prospettiva di benessere e crescita della nostra regione.

La domanda che si pongono tutti - e che anche noi ci sentiamo fare - è se è arrivato il momento di cambiare e, se occorre farlo, cosa serve e cosa s'intende per "cambiare". Una classe politica responsabile - e noi lo siamo - non può ignorare questa questione, deve cercare di dare una risposta seria a questa richiesta di cambiamento, perché questo è quello che la nostra gente ci chiede per il futuro. Il rendiconto segna perciò, a mio avviso, un punto di rottura non traumatico, una sorta di passaggio ideale del testimone da un modello di amministrazione che è stato, a un modello che sarà e che non ci è dato da conoscere. Lo testimoniano i fatti intervenuti nel corso del 2012, le manovre di variazione che, con la loro sostanziale imprevedibilità, hanno reso di fatto impossibile rispettare ogni forma di programmazione preesistente, creando enormi problemi di gestione al nostro bilancio, e che con la loro applicazione in via d'urgenza hanno impedito anche una corretta concertazione a cui eravamo abituati, lasciando un'ulteriore incertezza per il futuro.

Il rapporto con lo Stato italiano: Statuto speciale uguale identità valdostana. Consideriamo lo Statuto speciale di Autonomia una conquista fondamentale per tutta la comunità valdostana, irrinunciabile e supremo valore da difendere, cauzione istituzionale al nostro storico e persistente particolarismo linguistico e culturale e alla nostra condizione intramontana di frontiera. Innanzitutto occorre partire da qui: dalle fondamenta, dalla ragione forte, la nostra Autonomia, il nostro Statuto speciale, il nostro particolarismo ed è da queste fondamenta indiscutibili che occorre tracciare la rotta per il nostro futuro che varrà per chiunque debba governare la nave di questa amministrazione dopo il giugno 2013. La Costituzione italiana secondo il diritto sancisce garanzia e tutela delle minoranze, fissando nella questione dei diritti delle minoranze un rilievo cruciale quando esercita - la Costituzione - a favore di convivenze stabilmente incorporate in altre più vaste (in questo caso come tra la Valle d'Aosta e l'Italia).

Le recenti leggi emanate dallo Stato di contenimento della spesa pubblica, la "salva-Italia", la spending review, i Patti di stabilità imposti, utilizzati usando parametri fortemente discutibili e iniqui nei confronti della nostra Regione e dei nostri Comuni tendono a minare, nella mancanza di un'intesa e di un corretto dialogo tra Stato e Regione, questi principi fondamentali di salvaguardia costituzionale delle minoranze. Affermo quindi con chiarezza che l'applicazione, oggi, del Patto di stabilità nella nostra Regione intacca e lede il nostro diritto all'autodeterminazione sancito dalla Costituzione e impedisce, di fatto, il nostro diritto allo sviluppo sociale ed economico. Diramando in maniera spropositata e centralista sulle Regioni e i Comuni con la relativa finanza locale, di fatto lo Stato colpisce il territorio e i cittadini impoverendoli.

Il Patto di stabilità, perciò, è il primo problema che dobbiamo affrontare con lo Stato, una questione che supera il bilancio, il rendiconto e conseguentemente anche l'assestamento. Il problema naturalmente non è di negare allo Stato il potere di tassare o vincolare finanziariamente la Valle d'Aosta, ma di discutere la struttura, l'incidenza del sistema impositivo, e soprattutto la legittimità di alcuni parametri che oggi ci vengono applicati. Non dobbiamo stupirci, perciò - ma al limite preoccuparci - se il rendiconto 2012 è stato caratterizzato fondamentalmente da due leggi di variazione al bilancio, la n. 8 del 27 marzo 2012, e la n. 30 del 21 novembre 2012, per adeguare la programmazione finanziaria agli obiettivi complessivi di politica economica e di contenimento della spesa pubblica, previsti, rispettivamente, dal decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito con modificazione dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, decreto legge 6 luglio 2012, n. 95.

A poco serve perciò mantenere elevato nella nostra Regione il livello delle entrate, che tra l'altro è indice di serietà fiscale dei valdostani, o alta la percentuale di impegni di bilancio, quando i condizionamenti esterni sono così forti. Mi spiego meglio, cosa intendo dire con l'espressione che ho usato "a poco serve", raccontandovi un evento, aneddoto. A fine gennaio di quest'anno, quando ho letto la prima bozza della relazione tecnica "rendiconto 2012", ho rilevato i seguenti punti. Punto primo: entrate più 2,35 sul 2011; punto due: riduzione delle spese per 15,1 percento sul 2011, 233 milioni in meno a disposizione per l'attività della Regione; terzo punto: riduzione complessiva dei residui, sia attivi, sia passivi, ma con una prevalente riduzione di quelli passivi, quindi virtuosa; quarto punto: avanzo di amministrazione di 84 milioni, quando lo scorso anno 2011 è stato di 58 milioni; punto cinque: fondo cassa di 337 milioni contro 232 del 2011; punto sesto: peggioramento dell'incidenza della spesa corrente sulla spesa d'investimento. Sintesi profana: cinque punti sono okay su sei. Non c'è nulla che non va, no? Quindi...anzi, tutto benissimo, ma...cosa ho imparato da questa analisi e cerco di trasmettervi? Se non si spende, il bilancio tecnicamente migliora, ma i cittadini sono più scontenti perché hanno meno servizi e meno investimenti: questo è quello che ci chiede di fare lo Stato. Allora io mi pongo la domanda se i non credibili siamo noi, Amministratori locali, Consiglieri regionali e Sindaci, o se è lo Stato e le sue azioni che non sono credibili... Il punto della riduzione della spesa è stato determinato dal meccanismo del Patto di stabilità; una riduzione drastica, intervenuta oltre la metà dell'anno, con il decreto della spending review, che ha richiesto uno sforzo incredibile nella riprogrammazione della spesa...come direbbe qualcuno: tutto da rifare!

Tornando all'urgenza dei fatti che hanno vincolato lo svolgimento di un'opportuna e corretta concertazione di bilancio, che peraltro ha sempre caratterizzato il mio lavoro, desidero in quest'occasione ringraziare anche i colleghi di Giunta, che da agosto 2012 hanno dimostrato una sensibilità nel comprendere l'urgenza e per il supporto che hanno fornito nel lavoro di identificazione delle priorità e nella definizione degli spazi finanziari che ciascun Assessorato si è impegnato a rispettare nel 2012, che poi hanno effettivamente rispettato. Si è trattato di una iniziativa extra-contabile, mai sperimentata prima, che è stato necessario adottare urgentemente in considerazione dell'importanza del contributo richiesto e della sua incertezza. Le condizioni di criticità del 2012 hanno reso necessario, alla luce dei risultati ottenuti, anticipare riduzioni di spesa rispetto ai tempi di predisposizione e di attuazione degli atti legislativi riassunti nella seconda manovra al bilancio 2012. Questa urgenza è peraltro uno dei motivi di base che ha comportato un peggioramento dell'incidenza della spesa corrente sulla spesa di investimento, un trend peraltro che, come ha sottolineato la Sezione regionale della Corte dei Conti, è in linea con quello che è accaduto negli altri Enti locali. In tal senso non possiamo dimenticare il pesante strascico di fine anno sui ritardi di pagamenti causato dalla necessità del rispetto del Patto di stabilità, e non a caso l'assestamento 2013 è caratterizzato principalmente dalla costituzione di un fondo di accantonamento e di riserva pro Stato, di circa 33 milioni, che evidenzia tutte le incertezze e le difficoltà di rapporto e di dialogo tra le Regioni a Statuto speciale e lo Stato italiano. Il futuro per chiunque governerà, anche animato da volontà e capacità, non sarà roseo, ed occorrerà prendere posizioni ferme e forti a difesa della nostra Autonomia; ecco perché difenderemo in ogni sede giurisdizionale, nazionale ed internazionale, il nostro buon diritto ad esistere come Regione di Speciale Autonomia della Repubblica italiana, così come previsto e sancito dalla Carta costituzionale.

Il rapporto coi cittadini, il rendere conto...il bilancio di una Regione è uno strumento per soddisfare i bisogni dei cittadini, è un bene collettivo e noi ne vogliamo fare buon uso; da questo l'importanza del bilancio di una Regione come possibile strumento per il cambiamento con il suo compito strategico di indirizzo e programmazione e di soddisfacimento dei bisogni dei cittadini. Dal punto di vista linguistico "democrazia" vuol dire "potere del popolo"; i cittadini che compongono il popolo per esercitare questo loro potere delegano il Governo a persone che giudicano rappresentative dei loro legittimi interessi. In tutto ciò sta la chiave del rapporto di fiducia che esiste tra i cittadini e la politica e che si applica e si esplicita concretamente nell'interpretazione e nell'uso corretto della finanza pubblica, che avviene attraverso la formazione di un bilancio; da qui il dovere di un amministratore pubblico di rendere conto di come utilizza le risorse collettive, ed è su questo rapporto di fiducia che oggi si interroga l'Italia definendo, da una parte, i cittadini come "arrabbiati" e, da un'altra parte, la classe politica ed i rappresentanti eletti come "inadeguati". Questo oggi accade nel nostro Paese, ma a mio avviso è troppo sbrigativo e addirittura non corretto dire che in egual modo questo vale anche per la Valle d'Aosta.

La nostra coscienza di Autonomisti in contatto diretto con il nostro piccolo territorio e la nostra gente ci rende perfettamente consapevoli dell'importanza delle nostre risorse, del nostro bilancio, e quindi del soddisfacimento dei bisogni della nostra collettività. Fino a oggi in Valle d'Aosta questo è stato garantito attraverso un uso attento, anche se a volte dispersivo, della finanza pubblica che, passando dallo strutturale al sociale, ha saputo in modo anche capillare garantire il benessere della regione e dei suoi cittadini. La ricchezza della legiferazione valdostana ha comunque garantito qualità della vita, sviluppo e risposte a tutte le classi sociali in una regione alpina oggettivamente dal territorio morfologicamente non facile. Oggi la sfida è continuare a garantire questo benessere, pur in presenza di meno risorse, di rigurgiti centralisti e di attacchi all'Autonomia. Concretamente per il futuro occorrerà rinsaldare questo patto di fiducia tra i cittadini e i suoi rappresentanti politici, che comunque dovranno fare delle scelte difficili, non per ridurre gli interventi della Regione, ma per focalizzare "meglio" la necessità di cambiamento della nostra società per un possibile futuro. Le défit valdôtain si giocherà tutto sulla qualità, sull'incremento di qualità che riusciremo ad imprimere al sistema Valle d'Aosta.

Sappiamo di non avere dalla nostra parte il conforto dei grandi numeri e se per altri la qualità è una probabilità statistica, per noi deve diventare un progetto, un progetto lucidamente mirato e instancabilmente perseguito, dove niente può essere lasciato al caso o all'improvvisazione. È utile, a tal fine, leggere il rapporto sulla situazione sociale della Valle d'Aosta presentato in questi giorni dalla Presidenza della Regione. Voglio perciò dare, da Assessore alle Finanze, una visione positiva del nostro bilancio, che non nega le difficoltà esistenti come ad esempio la possibilità di finanziare per il futuro in egual modo del passato le leggi di contributo a fondo perso, ma che garantisce comunque, nella sua solidità, la certezza di dare ancora risposte utili e diffuse a tutte le classi sociali, a tutti i settori, con particolare attenzione a chi è in sofferenza o vive situazioni di disagio, e quindi a sostegno dell'occupazione, dell'assistenza sociale e dello sviluppo economico, così come evidenziato dalle scelte di assestamento di bilancio.

La qualità dei servizi offerti ai valdostani a differenza di tante altre Regioni italiane, dove i cittadini hanno diritto di essere arrabbiati, è di alta qualità, la sanità che fortunatamente è esclusa dal Patto di stabilità continua a essere in questa regione uno dei fiori all'occhiello, così come la scuola, la cultura, i servizi alla persona e la mobilità, cosa ribadita e confermata nel bilancio triennale e consolidata nell'assestamento del 2013.

Sebbene nella prossima legislatura numerose leggi dovranno essere ripensate, la nostra coscienza di Autonomisti ci rende consapevoli dell'importanza del nostro territorio e della sua difesa; ecco perché il turismo, l'agricoltura, l'allevamento, l'agroalimentare, insieme alle imprese e al commercio saranno comunque sempre al primo posto per gli investimenti di bilancio. Resta perciò legittimo anche in Valle d'Aosta un dato di preoccupazione, ma è ingiustificata un'arrabbiatura tra i cittadini, preoccupazione che dovrà essere interpretata dalla classe politica che sarà chiamata a governare, dopo giugno 2013, attraverso una serie di interventi inevitabili di ristrutturazione e di riorganizzazione dell'apparato pubblico e probabilmente del sistema politico, certi - e in questo è il messaggio di ottimismo - della solidità costituzionale, finanziaria e politica della nostra Autonomia e del nostro Statuto Speciale.

Consentitemi ora, sempre velocemente, come ho detto prima, di relazionarvi alcuni dati sintetici sull'assestamento del 2013. La legge di assestamento della Regione per l'anno 2013 ha una quadratura complessiva di 100.044.014,65 milioni derivante dall'applicazione dell'avanzo di amministrazione per 84,2 milioni, dall'iscrizione di maggiori entrate per 15,7 milioni, da riduzione di spese per 11,5 milioni, da maggiori spese per 111,5 milioni. L'avanzo di amministrazione è pari a 84,2 milioni, ha una destinazione vincolata per 60,57 milioni di euro: al punto A, per la riassegnazione in bilancio dei fondi di Stato e della Comunità europea, per 29,6 milioni; di altre entrate con il vincolo di destinazione per 5,1 milioni; di fondi della finanza locale per 6,7 milioni di cui i principali interventi riguardano: 2,1 milioni per il completamento della sperimentazione della televisione digitale; 1,5 per il fondo di riassegnazione per Enti di finanza locale; 1 milione per la restituzione di somme anticipate dalla Regione per il finanziamento dei residui perenti di finanza locale dell'anno 2012; 0,9 milioni per il fondo di politiche sociali; 0,7 milioni per la realizzazione di opere di protezione da colate di detriti; al punto B, quale integrazione del fondo della Regione per il riequilibrio della finanza pubblica, per 18,6 milioni di euro.

Si fa presente che le maggiori entrate di 15,7 milioni di euro derivano: per 10,3 milioni dai trasferimenti dei Comuni, in relazione a quanto stabilito dall'articolo 13, comma 17, del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, "Disposizioni urgenti per la crescita, l'equità e il consolidamento dei conti pubblici", convertito con modificazione dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, dovuti ad accantonamenti a titolo di maggior gettito dell'Imposta municipale propria, l'IMU; per 5,4 milioni dai trasferimenti del BIM, dal Bacino imbrifero, di cui 3,8 milioni derivanti dal versamento delle risorse accantonate dal fondo vincolato, costituito ai sensi dell'articolo 8, comma 9, della legge regionale 31/2012 che verranno destinate al finanziamento di interventi in materia assistenziale sanitaria; 1,6 milioni derivanti dal versamento delle maggiori entrate per i sovracanoni idroelettrici, derivanti dall'applicazione dell'articolo 1, comma 137, del 2012. Per quanto riguarda la riduzione di spesa, 11,5 milioni, trattasi della diminuzione del fondo globale, di parte corrente, stanziato per la gestione del servizio ferrovia, la somma che si deduce appare dalla metà dell'importo previsto in bilancio per il suddetto intervento. Tale diminuzione è possibile in quanto la Regione non prevede che entro il 1° settembre 2013 vengano poste in essere le azioni necessarie per poter iniziare la gestione del servizio della ferrovia nella tratta relativa al territorio valdostano. Sono stati inoltre destinati prudenzialmente - come bene ha sottolineato il collega Lattanzi - 33,5 milioni di fondo riserva per le spese obbligatorie di parte corrente. Per quanto riguarda ulteriori ripartizioni di risorse destinate con la legge di assestamento si segnalano, in particolare: 2,4 milioni di euro per il sostegno dell'occupazione, attuata attraverso l'ampliamento dei cantieri forestali; 2 milioni di euro per il contributo a sostegno delle famiglie meno abbienti, per l'acquisito e il pagamento di utenze di prodotti energetici destinati al riscaldamento dell'abitazione principale; 1,9 milioni di euro per la legge n. 26/2012, "Disposizioni regionali in materia di pianificazione energetica, di promozione dell'efficienza energetica e di sviluppo delle fonti rinnovabili", 1 milione e mezzo di euro per le...

Presidente - Colleghi, scusate, ma si fa davvero fatica a sentire...

La Torre (GM) - ...1 milione e cento di euro per la nuova università.

Ringrazio i colleghi per la pazienza e ho terminato. Grazie.

Presidente - Grazie Assessore. È aperta la discussione generale. La parola al Vicepresidente Chatrian.

Chatrian (ALPE) - Grazie, grazie Presidente.

Ho ascoltato attentamente la relazione del collega Lattanzi, Presidente di Commissione, che ci ha fatto un buon lavoro, ci ha spacchettato molto bene le poste in gioco nel 2012, con relativi finanziamenti e relative leggi di settore che hanno finanziato varie funzioni, diciamo, quindi tecnicamente ci ha agevolato il lavoro e nelle sue 10 pagine di relazione tante sono le cifre, i numeri inseriti che ci danno la possibilità di avere un inquadramento generale.

Ho anche ascoltato attentamente soprattutto la prima parte dell'Assessore La Torre, in cui ha fatto delle riflessioni di natura politica, ha messo in evidenza comunque che qualche difficoltà c'è anche in Valle d'Aosta, ha messo in evidenza che forse si può fare diversamente, e che forse si deve rendere conto ai cittadini, ma a 360 gradi, non solo per una minima parte, e che la sfida sarà quella di continuare a garantire quella qualità della vita che in questi 30 anni diciamo si è garantito al "sistema" Valle d'Aosta e ai valdostani, e che c'è comunque un po' di incertezza e criticità. Non sta a noi ribadire oggi le cose che funzionano bene, sono già state dette ed elencate, ma al di là dei numeri penso che l'obiettivo di oggi non sia tanto quello di elencare numeri e parlarci addosso - ecco perché ho apprezzato molto la prima parte dell'Assessore - ma quanto meno bisogna riflettere, e riconoscere che questo è stato, e che c'è un punto di rottura e da lì bisogna ripartire.

Il rendiconto è sempre un momento importante, a nostro avviso. Come gruppo di ALPE, in questi cinque anni, abbiamo sempre affrontato i bilanci triennali e il rendiconto come vero dibattito di natura politica e da lì eventualmente riflettere per reimpostare, rimodulare, cambiare comunque la rotta in corso. Eccoci oggi all'ultimo rendiconto della legislatura, quindi è anche la chiusura di un quinquennio, che giunge al termine e, come dicevo, di un quinquennio molto difficile, forse più difficile delle attese, una legislatura che si era aperta il 10 luglio 2008 quasi con i fuochi d'artificio, perché la maggioranza non solo aveva avuto il conforto delle urne, così avevano deciso i valdostani, ma aveva anche recuperato dopo il perdono per buona condotta il suo pilota esperto, soprattutto molto "collaudato". Da qui le premesse per un periodo di ripresa per la Valle d'Aosta per un'economia fino ad allora in fase di frenata, con posti di lavoro se non per tutti, per tanti, servizi efficienti a basso o a medio costo, per non farci mancare niente, grandi opere da lasciare forse a bocca aperta i nostri figli.

Quando si è capito quasi subito, del resto, che la maggioranza non era poi così larga e unita per consentire una navigazione comunque senza scossa, il pilota comandante, dimostrando forse da una parte scarsa fantasia, ma indubbio pragmatismo - che le riconosciamo - ha virato il timone verso destra, trovando in men che non si dica, a un prezzo forse anche molto ragionevole, una scialuppa di salvataggio pronta in caso di ammutinamento della truppa. Mossa che si direbbe sbagliata, non lo so, lo diciamo noi, ci assumiamo le nostre responsabilità, perché si è visto che la scialuppa del PdL non solo non è servita a difendere la barca dai pirati, ma è stata, anzi, la causa dell'ammutinamento di una parte della truppa e dei non pochi "mal di pancia" del pilota e anche della maggioranza! Forse si contava sul fatto che il pilota arrivava fresco, fresco dalla Presidenza della CVA e aveva dunque maturato conoscenza del motore parapubblico, quello delle grandi aziende partecipate, la più importante, la più grande, il moderno e capiente contenitore in cui far confluire mezzi e liquidità da gestire il più possibile con metodi discrezionali, un contenitore che è stato utilizzato pesantemente, per cinque anni, avvalendosi della scorciatoia di fedeli e ubbidienti, scelta programmata e calcolata nei dettagli.

Condivido quando l'Assessore La Torre prima parlava del "rendere conto"...a nostro avviso bisognava rendere conto da subito (ma anche Schumacher dopo il rientro non ha più vinto), ed era immaginabile che il miracolo non riuscisse neppure nella nostra piccola realtà politica amministrativa. Malgrado un uso spregiudicato e centralizzato di tutti gli strumenti possibili, del potere quasi incondizionato e, infine, dei rapporti di vicinanza coi poteri forti nazionali che il PdL indubbiamente, in qualche modo, rappresenta, i risultati sono molto, ma molto al di sotto delle aspettative e, in più, il disfacimento è sotto gli occhi di tutti.

Prima ancora di analizzare nel dettaglio il rendiconto, voglio ribadire che è sul piano del metodo di lavoro che abbiamo misurato e misuriamo la maggioranza e il suo Governo, in prima battuta l'indisponibilità al confronto, fino quasi alla spocchia con cui si è affrontato il confronto; faccio un esempio, sul progetto del pirogassificatore, che è la causa primaria dei modesti risultati che oggi misuriamo nei numeri. Come dicevo elencherò pochissimi numeri, è già stato fatto molto bene da chi mi ha preceduto.

Eppure ALPE non si è stancata di sottolineare le storture di questo sistema - passatemi il termine - "Regione-centrico", chiedendo un cambio di registro. Tante sono le iniziative che abbiamo presentato in questa sede. Qua in aula, in Consiglio, in Commissione, per modificare un metodo di lavoro non solo indisponente, ma anche inefficace, per portare un po' di trasparenza, una trasparenza che non è solo un valore etico, ma è vero e proprio ossigeno per evitare l'asfissia del sistema amministrativo ed economico. E malgrado la stanchezza, la delusione, facciamo fino in fondo il nostro dovere di Consiglieri eletti dai valdostani, dico proprio con delusione, perché proprio per il fatto che le risorse sono venute meno, la riduzione è stata importante, come ci diceva prima l'Assessore, a nostro avviso c'era la necessità e c'era l'urgenza in questi cinque anni. Ci proviamo comunque ancora fino in fondo, fino all'ultimo, presentando, ancora oggi, l'ennesima proposta di bonifica legislativa, insieme ai colleghi del Partito Democratico e ai colleghi dell'Union Valdôtaine Progressiste, per riportare in Consiglio l'attenzione sulle società partecipate in un clima diverso, che ci auguriamo possa consentire finalmente di assumere decisioni forti, anche se tardive, in quest'aula.

E il nostro emendamento andrà in quella direzione: quella di introdurre nuove forme di monitoraggio sulle società controllate dalla Regione con un totale dell'attivo dello stato patrimoniale superiore a 1 milione di euro, che vanno oltre alle società in house, Finaosta, INVA e Società di Servizi, ma che inseriscono la società più importante, CVA S.p.A., Struttura Vallée d'Aoste, Complesso Ospedaliero Umberto Parini, Nuova Università Valdostana, Autoporto, tutte le grandi società degli impianti a fune, e potrei andare avanti.

Mi rivolgo a lei, Presidente, perché è noto che non sfugge alle responsabilità, è dunque sua principale responsabilità aver gestito in questi anni in modo discrezionale - e più volte l'abbiamo ribadito, in quest'aula - esercitando senza confronto e con opacità le sue funzioni di Presidente queste società, privando soprattutto, a nostro avviso, per noi, gruppo di ALPE, il Consiglio regionale delle informazioni necessarie a giudicare il suo operato e quello dei vertici delle stesse società. Non siamo stati messi in condizione di conoscere, se non per sommi capi, le indicazioni fornite ai manager, agli amministratori unici, i programmi di sviluppo, gli investimenti più importanti, le voci anche meno importanti di costo più significative, lo stato dei patrimoni, e la natura e il livello anche dell'indebitamento. Eppure la maggioranza dei colleghi Consiglieri silenti, dunque altrettanto responsabili, le ha dato totale mandato, anzi, ha agevolato questa sua propensione innata a gestire in prima persona ogni cosa le capiti sotto le mani, anche quando non fosse stato forse legittimato a farlo da esplicite norme di legge; invece di mutare quest'atteggiamento, si è ulteriormente accentuato negli ultimi tre anni. Questo, a mio avviso, dal punto di vista politico forse è la cosa più grave, da quando la crisi economica internazionale ed i tagli ai trasferimenti dallo Stato hanno ridotto drammaticamente le risorse disponibili sul bilancio della Regione.

E ritorno sulla riflessione, sulle considerazioni che faceva l'Assessore La Torre, proprio in questi tre anni la riduzione è stata così alta che, quanto meno, si doveva comunque mettere in campo la modifica, il metodo, la trasparenza e la possibilità di dibattito sulle grandi scelte. Forse la sua attenzione è stata accesa dal fatto che nell'ambito delle partecipate c'erano maggiori possibilità di agire "senza lacci e laccioli", come si dice quando si vuol fare ciò che si vuole, indisturbati sia dal punto di vista finanziario, sia dal versante della scelta del personale o dei fornitori, versante su cui la politica non dovrebbe mai avventurarsi, ma che lei percorre da sempre con crescente scioltezza, almeno fino a quando le sarà permesso.

Questa attenzione quasi maniacale della Presidenza per le partecipate, inversamente proporzionale a quella della gestione della cosa pubblica, sempre più abbandonata e trascurata, ha portato peraltro a ben pochi risultati, e se si voleva puntare su questo per far ripartire la locomotiva che trainasse gli altri vagoni a noi cari...beh, i risultati sono più che deludenti! Se si esclude forse CVA che produce utili, gli altri bilanci parlano da soli e già si stanno veicolando le scarse risorse a disposizione per riparare alcune presunte "locomotive" diventate, strada facendo, "vagoni senza forza propulsiva economica", proprio la vicenda del sostegno al piano di rilancio del Casinò, con denaro di CVA, e a questo proposito penso sia esemplare, quanto meno non affrontato in quest'aula.

L'analisi di un rendiconto a chiusura dell'esercizio precedente rappresenta comunque un momento importante di riflessione e di notevole interesse di natura politica, e soprattutto alla fine di una legislatura. Le cifre nella loro asetticità non sono discutibili, sono lì, pura e semplice espressione numerica di un andamento della gestione; se lette distrattamente sono poco significative, ma se si osservano alla luce della previsione e dei programmi consentono di dare giudizi basati su elementi di fatto più ancora che nel caso dei bilanci previsionali, dove il carattere di soggettività forse può anche prevalere. La lettura del rendiconto contabile ci dipinge un intero anno di scelte politiche e gestionali e ci permette, tutti insieme, di distinguere tra quelle obbligate, quelle magari con qualche sbaglio, o quelle buone, o quelle anche azzeccate. Il primo elemento che balza all'occhio è che le risorse a disposizione - si diceva già poc'anzi - nell'esercizio sono inferiori ai precedenti, ma è proprio in questi casi di ristrettezze che si può capire come il Governo regionale abbia affrontato queste limitazioni e come la macchina regionale abbia assorbito i contraccolpi dovuti al calo delle risorse finanziarie disponibili. Diciamo subito che nella nostra Regione le risorse disponibili hanno ancora un peso notevole in rapporto alla popolazione e i suoi bisogni primari, che è ancor più rilevante se rapportato alla congiuntura economica e ai suoi effetti su altre realtà regionali; per questo è ancora più interessante capire come il Governo regionale abbia agito nel concreto per fronteggiare con queste risorse ancora interessanti una crisi internazionale che ci è entrata in casa e non sembra arrestarsi.

E allora notiamo subito che il bilancio regionale 2012 chiude con un saldo di 1.316 milioni; circa l'80 percento è servito a coprire le spese correnti e solo un piccolo 20 percento è stato destinato agli investimenti. Sulla base di questi dati del bilancio regionale si potrebbe concludere che la nostra realtà amministrativa è del tutto ingessata, non è farina del sacco mio, o di ALPE, o dei colleghi, ma i principali economisti sostengono che un'amministrazione che supera la soglia del 60-65 percento delle spese correnti sul totale delle risorse disponibili è da considerare di fatto incapace di affrontare il proprio futuro; indubbiamente in questi anni, però, abbiamo avuto la scure totale e globale del rapporto con lo Stato. Il fatto che solo tre anni fa, nel 2009, le risorse disponibili erano quasi di 1.700 milioni euro, significa che in questi anni forse si è sperperato, tolgo il "forse", senza curarsi del livello di spese correnti che cresceva a dismisura. È nel periodo di "vacche grasse" che bisogna pensare a mettere fieno in cascina, e questa politica di sperpero è tanto più grave se si pensa che nel 2013 le risorse del bilancio scenderanno probabilmente a 1.280 milioni di euro; tra l'altro si tratta comunque di cifre monche, parziali - su questo vorrei soffermarmi - perché purtroppo non comprensive delle società partecipate e controllate.

Così oggi non siamo in grado di definire con chiarezza e precisione quali siano i costi iscritti al bilancio delle società partecipate che incidono sui costi generali della pubblica amministrazione, che andrebbero aggiunti a quelli che oggi esaminiamo, idem per i ricavi. Sappiamo solo che, ad esclusione di CVA, molte delle altre partecipate hanno bilanci di segno negativo, ma non siamo in grado di approfondire nulla in questa sede, sui risultati delle linee di sviluppo, delle strategie, e della gestione. Come dire? una nebbia colpevole, perché io sento alto il dovere del Consigliere regionale di rispondere ai valdostani. Prima si parlava che dobbiamo rendere conto ai valdostani, ecco, su come sono stati spesi "tutti" i soldi, non "parte" dei soldi, mentre qui si parla solo di una parte di essi.

Disponiamo solo di saldi, e mi rammarico davvero che in questa legislatura non si sia fatto nessuno sforzo per rendere più trasparenti i conti della nebulosa composta da società controllate, agenzie regionali, società di scopo, società in house, fondazioni per riunirle in una sorta di - passatemi il termine - "bilancio consolidato regionale". Rimango ostinatamente convinto che andasse fatto per almeno cinque ragioni fondamentali. Il primo, innanzitutto per motivi contabili, in modo da garantire concretamente la trasparenza del bilancio e il controllo dei conti; secondo, per dare un quadro d'insieme ed evitare doppioni, sovrapposizioni, sprechi e scatole cinesi già discutibili per le società private, ma che una sana amministrazione pubblica non dovrebbe mai permettere e neppure immaginare; terzo, per permettere una concreta progettualità e per programmare il futuro sulla base di dati affidabili, completi, programmazione praticamente assente dall'oggetto sociale di buona parte di questo organismi parapubblici; quarto, per permettere...io penso - doveva essere la sfida più alta - per permettere al Consiglio Valle di discutere ed approvare una corretta strategia economica, finanziaria e gestionale delle stesse partecipate, studiata e calibrata, in modo da essere completamente sia l'azione della pubblica amministrazione, sia le attività d'impresa private per le quali le partecipate pubbliche non devono essere elementi di concorrenza, ma di sinergia; quinto, non per ultimo, per una concreta e non formale attività di vigilanza e valutazione sui risultati, da farsi in Consiglio regionale nel confronto normale, democratico, tra maggioranza e opposizione.

Il confronto è alla base di ogni forma di democrazia e deve tornare ad essere al centro dell'azione politica, a mio avviso, anche in Valle d'Aosta; per farlo nella sede istituzionale dell'aula consiliare è però necessario avere dati costantemente aggiornati, monitoraggi, e procedure di accesso agevolate, semplici, che non ci vadano due settimane per capire, orientarsi nella nebulosa galassia delle società, elementi essenziali per ragionare insieme, proporre alternative, rimodulare, laddove necessario, l'azione politico-amministrativa. Purtroppo, cari colleghi, questi elementi oggi non ci sono; più volte inascoltati abbiamo evidenziato in quest'aula questa mancanza, ma avete sempre fatto orecchie da mercante!

Lei per primo, Presidente, non ha voluto affrontare questo tema, forse perché preferisce avere le mani più libere, ma non voglio polemizzare, non mi interessa polemizzare e alla chiusura di cinque anni di lavoro l'obiettivo era un altro, quello di avere tutte le carte scoperte sul tavolo. Mi limito a ricordare en passant, perché è altamente significativo, un metro di lavoro del tutto inadeguato, il tema dell'andamento negativo della Casa da gioco, della nostra Casa da gioco, su cui lei glissa da tempo come un pattinatore, e peraltro poco elegante. È di tre giorni fa la prima fotografia dei primi tre mesi che tracciano purtroppo un ulteriore calo importante, una riduzione degli ingressi, un calo nel gioco, un calo importante negli introiti; siamo di nuovo oltre il 15 percento nei primi tre mesi rispetto al 2012 e siamo molto preoccupati! Accentrare, verticalizzare le decisioni, rendere soggettiva ogni scelta senza definire le priorità, privilegiare il metodo degli incontri e dei pourparler privati e personali rispetto al confronto aperto (e ribadisco il termine "democratico"), questo è il suo metodo che la maggioranza sostiene, sia pure con una fetta di dissenso ormai consolidato; metodo che peraltro funziona poco e male, come abbiamo visto e che non ha bisogno di un'amministrazione che funzioni veramente, perché si saltano tutti i passaggi, in nome di un decisionismo del tutto fuori luogo. Infatti, assumere decisioni così importanti senza migliorare la macchina amministrativa regionale ne lega l'efficacia alla sola capacità personale o al caso. È davvero una scelta grave, a nostro avviso, che indebolisce le istituzioni e le rende sempre più succubi di protagonisti singoli e di personalità, mentre avremmo bisogno, invece, come i risultati insoddisfacenti dimostrano, di una macchina moderna, più rapida, più efficiente che non avete fatto nulla per creare.

Le conseguenze nefaste dell'accentramento si notano anche in episodi meno rilevanti, ma significativi. Nello scorso Consiglio abbiamo invertito i punti perché il Presidente nel pomeriggio non poteva essere in aula, e prima di uscire per i suoi impegni improrogabili rispose a 17 punti su 23. Non è ammissibile e neanche dignitoso per gli altri Assessori che tutto passi da una sola persona! L'uomo solo al comando non è coerente con la nostra storia di popolo democratico valdostano, si è dimostrato inefficace e dunque deve sparire dalla scena politica nella prossima legislatura, per il bene dell'istituzione, per il bene della democrazia e per il bene della buona politica.

Tornando al rendiconto, in particolare agli investimenti, balza agli occhi che ne restano davvero pochi, e che quei pochi non sono neanche stati liquidati entro la chiusura dell'esercizio. Questa incapacità di spesa negli investimenti è ancora più grave perché la Regione, contrariamente a quanto comunemente si pensa, non è in grado di usare la leva finanziaria disponibile, facendo mancare il ruolo di stimolo e di volano dell'economia che gli investimenti pubblici hanno sempre rappresentato. Nella funzione "sviluppo economico" le somme impegnate sono state di circa 130 milioni di euro, ma quelle liquidate durante l'anno si sono fermate a 37 milioni di euro. Non vorrei aprire una parentesi, ma dobbiamo farlo come gruppo di ALPE, anche perché il Presidente Lattanzi ha dedicato quasi una pagina intera alla funzione "agricoltura", che è fanalino di coda ormai da tanti anni, ahimè, dove, a fronte di 47 milioni di euro di impegni, il liquidato si attesta a neanche 13 milioni di euro; una misera e vergognosa percentuale che a malapena raggiunge il 28 percento! Quante volte in quest'aula avete utilizzato il termine "rimodulazione triennale", "riallocazione dei fondi", "ridistribuzione" per poter impegnare e liquidare, per poter far funzionare la macchina in maniera veramente più dinamica e diretta! Si sono probabilmente dimostrate parole al vento e il rendiconto mette a nudo i risultati del comparto produttivo che sono semplicemente sotto gli occhi di tutti.

E nei prossimi anni i margini di manovra saranno ancora più limitati, lo diceva prima l'Assessore La Torre, lo dite voi stessi nel vostro bilancio pluriennale, le "risorse libere" per investimenti saranno ancora inferiori alle attuali, quando sarebbe invece stato necessario probabilmente comprimere le spese correnti per recuperare comunque delle risorse. Dunque nei mesi che verranno saremo costretti a mettere davvero in campo idee nuove e anche soprattutto tanto coraggio, per cambiare rotta e avviare investimenti meno costosi, ma in grado di garantire una maggiore redditività rispetto a quelli da voi previsti e che non siete comunque neppure stati in grado di completare. La sfida è sicuramente molto alta, non è semplice, ed è aggravata dal fatto che, al di là degli equilibri formali, questa maggioranza consegna alla prossima Assemblea e al prossimo Governo una situazione finanziaria difficile da gestire, a mio avviso, per due motivi: la spesa corrente in continua crescita, in maniera comunque importante, e la seconda la minore disponibilità di risorse per investimenti che, semmai, si concentrano su quel mondo delle partecipate, sul quale poco prima ho già fatto qualche riflessione.

Voglio prevenire l'obiezione che sul bilancio regionale si è abbattuta la scure delle scelte statali e che questa è la causa della nuova situazione; non c'è dubbio che lo Stato ha fatto pagare alle Regioni, alle Comunità locali e ai cittadini il costo della sua inefficienza, ma basta scorrere i bilanci di altre Regioni, soprattutto di quelle a noi più vicine per struttura, funzioni, e anche storia, per rendersi conto che non si sono fatte cogliere impreparate come noi e hanno contenuto in termini più ragionevoli la contrazione di risorse. Questa è una responsabilità per chi ha amministrato la Valle d'Aosta in questi anni e una responsabilità - lo devo dire - per ragioni storiche e politiche che pesa come un macigno. Gli ultimi drammatici mesi di vicende nazionali e una presa d'atto tardiva, ma meritevole, dei ritardi e delle omissioni del Governo regionale e del suo Presidente, nel gestire questo periodo di "vacche magre", hanno fatto nascere una nuova consapevolezza della difficoltà della situazione e della necessità immediata di cambiare rotta.

Accenno in sintesi i primi, a nostro avviso, a mio avviso, tre passaggi fondamentali che andranno compiuti contemporaneamente per rimettere in rotta la nostra economia o, quanto meno, provarci: la macchina regionale.

Il primo: rimettere - come dicevo prima - in sesto un bilancio consolidato, necessario, urgente, da subito, dovrà essere rivisto alla radice il sistema delle società, si tratta di una risorsa importante per tutti, ma sappiamo come ora è utilizzato e questo metodo va assolutamente cambiato, priorità principale. Intanto saranno da sostenere soltanto quelle società che sono strategiche per gli interessi collettivi - non tutte le sono, non nascondiamocelo - e dunque va ripreso quel fecondo dialogo tra privati e pubblico, perché ognuno si assuma le proprie responsabilità e svolga i propri compiti eliminando ogni forma anche minima di concorrenza e realizzando invece forme di sinergia reciproca. Le partecipate dovranno essere messe in condizione, a partire dalla scelta dei dirigenti, di produrre valore e ricchezza, e non di assorbire solo risorse pubbliche. Le procedure di trasparenza dovranno "tornare a essere" la normalità, a garanzia che ogni scelta, sia riferita al personale, sia ai fornitori, sia fatta partendo dal presupposto che tutti i cittadini valdostani e tutte le imprese valdostane sono davvero uguali agli occhi dell'Amministrazione. Gli utili dovranno essere prioritariamente reinvestiti nelle partecipate per aumentarne il grado di efficienza, il patrimonio e, in seconda battuta, destinate al calderone generale. Ridurre l'indebitamento, infatti, non è più un'opzione, è un altro imperativo categorico.

Secondo: una riforma dell'Amministrazione regionale; anche questo è un passaggio delicato, più volte da noi toccato in questi cinque anni, ma irrinunciabile. Dovremmo tornare a separare il ruolo politico da quello amministrativo, un obiettivo che la Giunta uscente ha volutamente ignorato per continuare a gestire gli interessi di pochi piuttosto che il bene comune generale, riforma necessaria, sia per la politica che deve tornare a dare gli indirizzi e linee di sviluppo, un disegno definito in cui imprese, forze sociali, volontariato e cittadini in generale si muovano sapendo quali sono il percorso e soprattutto l'obiettivo, ma riforma necessaria anche per restituire un ruolo specifico alla macchina amministrativa, che deve essere liberata delle attuali ingerenze indebite e tornare a essere responsabile del proprio lavoro e dei risultati, sulla base dei quali sarà misurata.

Terzo: a nostro avviso, anche qui, rilanciare il lavoro e occupazione; ma come? Noi siamo conscients di non avere assolutamente la bacchetta magica, ma sarà una di quelle priorità; anche qui il metodo di lavoro prima deve assolutamente cambiare, si dovranno infatti ascoltare prima le imprese e il mondo del lavoro, poi decidere quali investimenti attuare, lasciando agli attori privati quella piena libertà di iniziativa, però come? A nostro avviso è importante all'interno di regole certe e non variabili, senza la quale non ci può essere sviluppo e soprattutto crescita. Dovremmo dare nuovamente a tutti pari opportunità e il diritto di essere valutati sulla base delle proprie idee, e soprattutto dei propri meriti. Restituire ad ogni cittadino la propria dignità individuale significa prima di tutto dare certezza che chi cerca un lavoro lo deve poter fare sapendo che non dovrà ricorrere a favori come purtroppo avviene.

Non è certo un elenco esaustivo, ma mi limito qui a sottolineare che altri importanti scenari restano in ombra dopo la lettura del rendiconto. Mi riferisco alla tematica degli Enti locali...altre parole al vento in questi cinque anni, diciamo tutti che le istituzioni debbono avvicinarsi al cittadino, che i Comuni sono una ricchezza democratica, ma anche operativa; poi ci accorgiamo che nelle ultime tre finanziarie, quattro finanziarie, i trasferimenti senza vincoli di destinazione sono scomparsi praticamente dal bilancio regionale o, quanto meno, invertiti più del doppio, una cancellazione del ruolo delle comunità locali affidata a provvedimenti di natura finanziaria, tagli drastici che svuotano il ruolo e le funzioni dei nostri Comuni che hanno anticipato le preoccupanti notizie di attualità sulle modalità di funzionamento delle prossime associazioni di Comuni, l'ennesimo affronto alle autonomie locali e dei Comuni, frutto di irrazionali imposizioni dall'alto che - è questo il fatto grave - trovano sponda in una componente all'interno comunque dell'organizzazione dei Comuni, un CELVA forse trasformato impropriamente nell'altoparlante acritico delle volontà della Giunta accentratrice! Anche in questo caso non possiamo tacere il fatto che i nostri continui richiami al rispetto di principi di sussidiarietà e dell'autonomia non siano mai stati presi in considerazione. Se serve un grande schieramento compatto per questa battaglia, che non è di parte, ma è di principio e di libertà democratica, oltre che di efficienza, è noto infatti che fino ad oggi la razionalizzazione sui servizi ha determinato non riduzioni, ma incrementi nelle tariffe a carico dei valdostani, tariffe per i cittadini e, dunque, nessun risparmio di costi come annunciato.

Il rendiconto dimostra anche una scarsa attenzione alle problematiche dell'ambiente; anche in questo caso, però, i dati ci dicono che è un atto di un processo di centralizzazione delle decisioni che si sostituisce alle associazioni di categoria e le priva dell'autonomia necessaria che è alla base dello sviluppo. L'Ente Regione - lo diciamo per l'ultima volta - deve tornare a esercitare una funzione di indirizzo, raccordo, coordinamento e monitoraggio, non di attore diretto come sta invece rischiando di essere, complici in qualche caso i Comuni, che invece di svolgere azioni di sostegno ed indirizzo per gli operatori organizzati nei consorzi hanno scelto di entrarvi come soggetti direttamente interessati...

Si dà atto che dalle ore 10,30 presiede il Vicepresidente Lanièce.

Presidente - Se può avviarsi alla conclusione...grazie.

Chatrian (ALPE) - ...è da questa commistione...sto terminando Presidente...è da questa commistione e dalla confusione di ruoli tra pubblico e privato che deriva la bassa efficienza delle onerose azioni di promozione e sviluppo varate in questi anni.

Il rendiconto di oggi è stato per me, e per noi, comunque una lettura molto interessante, lo useremo come lezione per non commettere gli stessi errori nell'esercizio in corso e per il prosieguo. Questo Consiglio Valle, una volta ripreso il proprio ruolo originario di organo d'indirizzo e di elaborazione di progetti e programmi e abbandonato quello svilito di organo di ratifica delle decisioni, dei programmi, dei progetti della Giunta, dovrà prendere in considerazione un quadro di insieme di impegni assunti, le possibilità di riallocare le risorse, individuare e tagliare le spese superflue e gli sprechi che sono ancora molto presenti. Lo dovrà fare operando con un orizzonte temporale di medio periodo, almeno 10 anni, e facendo in modo in ogni atto, in ogni scelta sia garantita la piena trasparenza, concetto che questa maggioranza e questa Giunta non hanno ancora assimilato o non ne hanno perlomeno...hanno un'idea perlomeno distorta. Il secondo principio di metodo che dovrà tornare a pieno titolo nell'agire politico è il confronto e, se possibile, la condivisione; le decisioni importanti vanno assunte solo dopo un confronto aperto sulla base di dati di fatto e di proiezioni affidabili elaborate da persone competenti. Se il confronto è un obbligo, a nostro avviso, non lo è invece la condivisione, ma su alcuni argomenti di interesse comune andrà ricercata in tutti i modi possibili.

La nostra comunità valdostana mette il suo destino nelle mani di un'Assemblea elettiva, noi siamo quell'Assemblea, e noi dobbiamo occuparci della Valle d'Aosta e di disegnare il "suo" e il "nostro" futuro. Il Governo non è eletto direttamente dai valdostani ed ha perciò il dovere di attuare nel migliore dei modi possibili le linee che il Consiglio Valle definirà. Il tempo in cui un solo personaggio politico si metteva al comando per guidare da solo - e quasi incontrastato - la macchina regionale, a nostro avviso appartiene al passato. Grazie.

Presidente - Grazie. Sempre in discussione generale, ha chiesto la parola la collega Carmela Fontana; ne ha facoltà.

Fontana (Pd-Sin.VdA) - Grazie Presidente.

Siamo riuniti per discutere dell'approvazione del rendiconto generale della Regione per l'esercizio finanziario 2012, dell'assestamento del bilancio di previsione per l'anno finanziario 2013 e delle relazioni della Sezione di controllo della Corte dei Conti per la Valle d'Aosta. In particolare, vorrei soffermarmi sul documento che la Corte dei Conti ha redatto con riferimento ai bilanci dell'USL della Valle d'Aosta nel periodo 2007-2011.

Dobbiamo riconoscere che il Servizio sanitario valdostano offre un'alta copertura alle esigenze dei cittadini, nonostante il fatto che, a differenza di altri sistemi sanitari, in Valle d'Aosta debba essere garantito ogni singolo servizio a causa della distanza di altri ospedali e che ciò comporti, di conseguenza, uno dei costi più alti a livello nazionale. La Corte dei Conti ha valutato la situazione patrimoniale d'indebitamento dell'USL in modo tutto sommato positivo, ma ha evidenziato anche alcuni aspetti gestionali che bisognerebbe migliorare. Tra gli aspetti che ci sembrano particolarmente importanti segnaliamo l'assenza di una contabilità separata per l'attività intramoenia, con la conseguente impossibilità di individuare i costi imputabili per l'attività...ma chi ha introdotto e gestito questo servizio? Non credo che sia stata una scelta dei dipendenti, dei medici o paramedici. Una delle motivazioni per cui si è scelto di ricorrere all'attività intramoenia consiste nell'esigenza di abbattere le liste di attesa per le prestazioni, anche ambulatoriali, che in Valle sono eccessivamente lunghe, anche se poi in realtà questo non è avvenuto, né con l'intramoenia, né con altri sistemi. È stata comunque l'azienda che ha scelto questa strada e poi non si è preoccupata di trovare sistemi efficaci di verifica e controllo dei risultati. Il Direttore amministrativo dell'USL della Valle d'Aosta ha dichiarato in Commissione che, modificando il regolamento adottato ai sensi del decreto Balduzzi, si adotterà una contabilità separata per quest'attività, in modo che anche all'esterno siano conoscibili le relative cifre. Vedremo se ciò sarà effettivamente realizzato, comunque non è solo un problema di dati o di scambio di informazioni. È vero che la normativa italiana è complicata e farraginosa, ma ad esempio per quanto riguarda il contenimento dei costi ci sarebbero degli strumenti per lavorare meglio e strappare i prezzi giusti. Il problema è che bisogna partire bene sin dall'inizio e cioè fare delle gare serie, non dei rinnovi contrattuali per anni con lo stesso fornitore, non si possono gestire gare facendo dei bandi pubblici insufficienti, scarsi o carenti, è necessario fare un capitolato preciso, completo, attento, spiegare cosa si vuole e come lo si vuole; anche i disciplinari di fornitura devono essere altrettanto rigidi, solo così si può evitare di incappare in contenziosi con costi elevati che questi comportano.

Veniamo poi al mancato rispetto del 2011 dell'obiettivo fissato della riduzione della spesa per il personale, segnalato dalla Corte dei Conti. La Corte ha rilevato che il 10 percento di tale spesa è costituito da assunzioni e funzioni atipiche. Non è un'osservazione da poco, perché il 10 percento significa circa 13 milioni di euro all'anno, buona parte dei quali si potrebbe risparmiare. La Corte ha evidenziato anche che i costi delle sole consulenze negli ultimi cinque anni sono stati di circa 12 milioni di euro all'anno. Noi diciamo basta ai consulenti esterni, bisogna lavorare al meglio con i dipendenti in organico. Ci sono poi dei veri controsensi...se l'USL ha investito insieme alla Regione per organizzare dei corsi da operatori socio-sanitari specializzati, gli OSS, e poi li mette a fare le pulizie, c'è evidentemente qualcosa che non quadra! Quest'utilizzo è sicuramente improprio e, prima di arrivare a tanto, bisognerebbe discutere anche con le organizzazioni sindacali di categoria. È ovvio che tutti quelli che sono assunti devono lavorare, ma ognuno nel rispetto del suo ruolo, della sua qualifica. In Commissione ho sentito un'affermazione che ritengo gravissima dal punto di vista sindacale e manageriale...io sospendo il Consiglio, perché mi sembra che veramente...non so, non interessano a nessuno queste...un po' più di attenzione, mi sembra...un po' di rispetto per le persone che intervengono...

In Commissione ho sentito un'affermazione che ritengo gravissima dal punto di vista sindacale e manageriale, fatta dal Direttore Amministrativo che ha detto testualmente: abbiamo le persone, ma se non sono capaci c'è bisogno di una consulenza esterna, lasciamo a casa chi non ha le risposte e prendiamo chi sa risolvere la situazione. Ma chi decide se uno è capace o no? Chi ha il potere di mandare via qualche lavoratore? È sicuro, il Direttore, di potersi comportare così? E chi lo dice che il consulente è più bravo del dipendente? I dipendenti vengono messi nelle condizioni anche economiche dal consulente? Questa è davvero un'uscita infelicissima! Quanto alla stessa farmaceutica territoriale, i rappresentanti dell'USL dichiarano che quella valdostana è una delle aziende più virtuose, mentre nella spesa ospedaliera l'obiettivo è quello comunque di riuscire ad avvicinarci il più possibile alla percentuale stabilita a livello nazionale sulla riduzione dei costi per il 2012 e il 2013. Gli stessi ritengono di aver fatto una grandissima operazione di miglioramento sulla spesa per i beni e i servizi, sui costi unitari degli acquisti, sulla razionalizzazione dei consumi e sulla riduzione dei magazzini. Noi, però, riteniamo che queste riduzioni vadano a danno dei pazienti. Sosteniamo da tempo che i costi della sanità sono più alti che nel resto d'Italia, però poi assistiamo a delle assurdità come la chiusura di servizi importanti...penso, per fare degli esempi, alla ludoteca, alla medicina integrata per le donne...

Mi sembra che da una parte si facciano riduzioni su cose che non devono essere ridotte perché a subirne le conseguente sono i pazienti ed il personale per il quale si riducono infatti le ore di lavoro, mentre dall'altra si assiste ad una marea di sprechi...penso agli affitti, come ho già detto, alle consulenze. Bisogna prendere atto delle difficoltà di tipo economico, che riguardano il resto di tutto il Paese, ma non bisogna tramutarle in una scusa per penalizzare trasversalmente tutti i cittadini, soprattutto gli utilizzatori finali, che in questo caso sono i pazienti. È necessario inoltre evitare di irrigidire ulteriormente le procedure interne all'USL che mettono in difficoltà i funzionari e i fornitori. Se tagli si devono fare, questi devono però essere mirati agli sprechi e non colpire senza criterio. In previsione di tagli previsti da qui al 2017 sono sinceramente molto preoccupata. Per questo motivo chiedo di individuare i reali sprechi che sono veramente tanti e di dedicare un'attenzione maggiore ai servizi, in quanto i malati e i lavoratori non devono sopportare le conseguente di questa situazione della quale, oltre tutto, non sono responsabili.

L'analisi del rendiconto 2012 è un'attività molto complessa, considerata la natura estremamente tecnica del documento contabile. Tuttavia la discussione del rendiconto 2012 coincide anche con l'ultima adunanza del Consiglio regionale e quindi, naturalmente, questo documento assume in qualche modo anche il significato di un bilancio di fine legislatura. All'inizio di questa legislatura, nel 2008, avremmo potuto immaginare che ciò sarebbe accaduto negli anni successivi? Mi riferisco in particolare alla crisi economica che già...

Presidente - Colleghi, scusate, vi chiedo un po' di silenzio.

Fontana (Pd-Sin.VdA) - ...nell'autunno del 2008 ha iniziato a manifestarsi. Inizialmente questa crisi economica sembrava simile a quelle precedenti e si immaginava che da lì a qualche tempo si sarebbe assorbita e l'economia avrebbe ricominciato a crescere...purtroppo non è andata così! La crisi del 2008 persiste e non ci sono segnali di ripresa.

Il Partito democratico, fin dall'inizio, ha capito la gravità della situazione, mentre purtroppo ci sembra che la Giunta e il Consiglio regionale l'abbiano a lungo sottovalutata, e se è vero che sono stati adottati interventi legislativi a sostegno delle famiglie e delle imprese per affrontare questa crisi, dobbiamo comunque chiederci se ciò che abbiamo fatto sia stato sufficiente o se non potevamo fare qualcosa di più. Le manovre anticrisi di allora sono state prorogate negli anni successivi, in forme sostanzialmente uguali, fino a tutto il 2013. Tutti siamo ormai consapevoli che la crisi è strutturale e il mondo non sarà più come prima, ce lo dicono le famiglie che non arrivano a fine mese, ce lo dicono i disoccupati che hanno perso la dignità, ce lo dicono le imprese che non hanno più ordini e non possono più permettersi di assumere o almeno confermare le assunzioni in essere.

A dire il vero vi è la sensazione che in Valle d'Aosta la situazione sia migliore rispetto al resto d'Italia e il tasso di disoccupazione, seppur in crescita, è più basso rispetto alla media nazionale. Penso comunque che finché il tasso di disoccupazione non sia pari a zero...vuol dire che dietro a quel dato ed a quel numero c'è una persona che non ha lavoro, c'è una famiglia che non ha uno stipendio. Ciò impone la necessità di compiere ulteriori sforzi per supportare la formazione, per favorire le assunzioni, soprattutto dei giovani, per evitare il rischio che la gente perda la speranza.

Più nel dettaglio del rendiconto ho notato che la spesa dell'anno 2012 è stata pari a 1 miliardo e 316 milioni di euro, non è mia intenzione entrare nell'analisi di ciascun intervento, ma mi limito a rilevare che tale spesa si è ridotta di 233 milioni di euro, un importo pari a circa il 15 percento del totale; questi soldi in meno che non sono stati spesi sono, in definitiva, soldi in meno che circolano nell'economia valdostana, in altre parole sono lavoro in meno. Un'altra osservazione riguarda la cassa della Regione, che a fine anno 2012 ha un saldo di 337 milioni di euro, è una cifra veramente considerevole. Rivolgo una domanda all'Assessore al bilancio, se ci può spiegare meglio, a me al e al Consiglio regionale, come mai con tutti questi soldi in cassa la Regione non è riuscita a pagare tutti i debiti a fine hanno 2012.

Colgo l'occasione, dal momento che siamo anche a fine legislatura per ringraziare tutti i dipendenti dell'Amministrazione che in questi anni ci hanno aiutato nel nostro lavoro mettendo a nostra disposizione le loro competenze e il loro tempo, e che hanno così reso meno gravoso il nostro compito e ci hanno permesso di ottenere risultati migliori. Grazie.

Si dà atto che dalle ore 11,08 riassume la presidenza il Presidente Emily Rini.

Presidente - Grazie. Ci sono altre richieste d'intervento? Altri colleghi che vogliono prendere la parola sempre in discussione generale? Nessuno? La parola al collega Rosset.

Rosset (UVP) - Grazie Presidente. Ringrazio il relatore, l'Assessore, per le loro puntuali relazioni tecniche.

Penso in questi anni di aver sempre svolto con la necessaria diligenza il ruolo che poi ho lasciato per le note ragioni politiche, il ruolo di Presidente della II Commissione e di relatore della gran parte dei provvedimenti finanziari di questa legislatura regionale. Ebbene, chiunque avesse voglia di rileggere le mie relazioni svolte qui, in aula, penso che avrebbe conferma di un fatto: la mia grande e crescente preoccupazione per la crisi economica che, proprio dal 2008, ha fatto irruzione anche in Valle d'Aosta e la cui onda lunga è ancora purtroppo del tutto attiva a quasi cinque anni di distanza. Nessuno avrebbe pensato che la crisi persistesse e, anzi, assumesse nuove forme. Lo stato di emergenza e di generale preoccupazione non è ancora finito, siamo e restiamo nel pieno della tempesta. Il test delle elezioni politiche in Italia ha dimostrato, non solo con la forte astensione, come la transizione non sia finita, e questo in un clima di sfiducia che non va snobbato perché cartina tornasole di una società italiana che soffre, di una società che ha dei problemi economici con le sue ricadute sociali.

Anche la Valle d'Aosta subisce questa situazione complessiva e le azioni assunte per contrastare i problemi non possono, ovviamente, essere da sole risolutive. Bisogna che l'Italia riparta, noi con lei, e che l'Unione europea faccia il suo dovere per creare sviluppo e occupazione. L'economia valdostana stanti la durata, l'intensità e l'ampiezza della crisi, con il passare del tempo ha iniziato a manifestare preoccupanti segni di deterioramento. La nostra regione è inserita in un contesto italiano ed europeo e mondiale che non consente un grande ottimismo e ci obbliga a smisurati sforzi di razionalizzazione e di economia, come mai ci si sarebbe aspettati di dover fare. Non si tratta di drammatizzare, ma neppure è logico minimizzare gli eventi che ci obbligano a condividere le azioni a salvaguardia della nostra comunità. La verità è che oggi siamo più poveri, con i dati fondamentali peggiorati, e con un calo di fiducia verso l'azione del Governo Rollandin, i cui segni sono visibili a chiunque voglia vederli.

La stessa preoccupazione riguarda sempre la questione delicata dei rapporti con Roma, sia sotto il versante delle entrate che sotto il profilo della spesa, così come è stato disatteso il nuovo ordinamento finanziario in vigore in questi ultimi anni a seguito dello sciagurato federalismo fiscale; le norme sempre più stringenti del Patto di stabilità di derivazione comunitaria hanno reso più difficile una libertà di azione cui si è aggiunto un centralismo statale che ha compresso anche la portata della nostra legislazione, al centralismo statale cui è corrisposto purtroppo un medesimo atteggiamento dal Governo regionale verso l'autonomia finanziaria del nostro sistema autonomistico, che purtroppo ha in larga parte subito passivamente queste invasioni di campo che mostrano un tentativo di ricentralizzare dopo la ventata di autonomia comunale sviluppatasi a partire dalla seconda metà degli anni '90.

Mi ha preoccupato in modo particolare una logica crescente che ha portato il Presidente della Regione, sia nei confronti del Consiglio, ma anche verso i membri della Giunta, ad essere protagonista solitario delle politiche di impostazione e di applicazione delle manovre finanziarie, questo nella logica che noi da sempre denunciamo, sin dalla nostra nascita, del rifiuto al pensiero unico; situazione già non tollerabile in tempi ordinari, che diventa grave in questa stagione di crisi globale che colpisce anche la credibilità della politica, come è evidente nella situazione italiana, a parecchie settimane dalle elezioni politiche, che non sembra aver risolto in termini di stabilità quelle incertezze che portarono al Governo tecnico di Mario Monti. Oggi sull'azione del Governo tecnico recitano il de profundis.

Noi, da tempo, segnalavamo le attitudini antiautonomiste e antiregionaliste che sono spesso un indicatore utile per capire dove la politica voglia andare. In questo senso sono stati anni difficili e i prossimi lo saranno nuovamente, per questo riteniamo che gli anni a venire serviranno per un cambio profondo di metodi e di contenuti, lo ha evidenziato anche l'Assessore La Torre. Oggi c'è in atto un cambiamento che impone anche per la Valle d'Aosta di trovare un modello efficace e valido per conciliare le nostre esigenze con la nostra logica federalista, un cambiamento di sistema che comporti un riposizionamento strutturale della finanza regionale e il conseguente riorientamento delle politiche e delle azioni.

Vorremmo che ci fosse la consapevolezza che si tratta anche di un cambiamento culturale, che coinvolga tutte le istituzioni e l'intera società, e che richieda a tutte le componenti della società civile una partecipazione responsabile agli sforzi che la Valle d'Aosta dovrà affrontare per riprendere il sentiero della crescita. Salvaguardare e rafforzare l'autonomia finanziaria della Valle d'Aosta richiede innanzitutto la rigorosa e decisa difesa dell'assetto statutario, contrastando con gli opportuni strumenti le manovre nazionali adottate in violazione alle prerogative statutarie, decisioni che ormai caratterizzano la filosofia dei tecnici del Governo Monti, con una logica decisionale accentratrice contraria a tutti i principi autonomisti e federalisti su cui dovrebbe poggiare saldamente ogni azione di governo; quindi un'alternativa seria per ripartire con una politica ancorata ai valori e alle idee con una distribuzione delle risorse più equa, più seria, e frutto di un confronto continuo con la comunità e non scelte personalistiche dettate spesso da disegni difficili da capire e da condividere, se non firmando cambiali in bianco. Il contrarsi delle risorse a disposizione della comunità implica un confronto vero e partecipato su cui allocare le risorse e su dove si devono operare le economie. Il contrarsi delle risorse ci impone di definire una manovra forte e stringente di razionalizzazione e qualificazione della spesa pubblica, incentrata su un processo di modernizzazione del sistema pubblico regionale, in grado di sopportare una trasformazione complessiva degli Enti pubblici e dei rapporti dell'Amministrazione con i cittadini e con le imprese. Un sistema pubblico regionale più moderno ed efficiente e meno costoso rappresenterebbe una leva essenziale in grado di assicurare una forte riduzione delle spese soprattutto di funzionamento, salvaguardando le risorse per gli investimenti essenziali per lo sviluppo, fornire servizi di maggiore qualità alla collettività e contribuire al corretto equilibrio della finanza pubblica. A tal proposito, prendiamo atto di una serie di suggerimenti menzionati nella relazione della Corte dei Conti riguardanti i rapporti tra USL, partecipate, Enti locali e il Consiglio regionale, nonché l'adozione di parametri idonei a verificare l'efficacia della spesa.

Ora, consapevoli della necessità di un'azione compartecipata agli sforzi di risanamento, proprio per la delicatezza di questa fase, il contenimento della spesa pubblica regionale è un processo che non si può eludere nell'interesse della comunità valdostana.

Presidente - La parola al collega Prola.

Prola (UV) - Grazie Presidente.

Nella vita amministrativa il bilancio di previsione, la legge finanziaria, il rendiconto, l'assestamento, sono passaggi fondamentali ed indispensabili che delineano i percorsi decisionali e permettono di fare il punto dell'azione politica condotta dal Governo regionale e fare alcune riflessioni di origine economica. L'analisi del rendiconto e dell'assestamento di bilancio di previsione ci offrono un quadro di verifica delle risorse che sono a disposizione e come sono state impegnate, in quale misura gli interventi programmati siano stati portati a termine con la concreta realizzazione.

Una piccola analisi anche a livello nazionale è necessaria per significare il momento particolare in cui ci troviamo ad operare. Ci troviamo ormai dal 2008 ad operare in una situazione complessa, per le ricadute che subisce anche la nostra Valle, sia della generale crisi finanziaria e anche per le conseguenze delle ripetute manovre e disposizioni che derivano dal livello centrale e che paralizzano l'attività sia amministrativa che economica. L'azione del Governo tecnico è stata confusa, convulsa, poco efficace, rigida e soprattutto poco rispettosa della nostra Autonomia. Non parliamo poi della situazione politica dove, a distanza di più di un mese dagli esiti elettorali, il sistema politico è ancora avviluppato alla ricerca di una soluzione per definire un possibile governo, ma la sensazione è che i problemi reali non entrino nella preoccupazione primaria dei partiti o dei movimenti; lo shock dato dal voto li ha storditi, più che scuoterli verso un sussulto di cambiamenti urgenti. L'esito è una sorta di discussione irreale, mentre l'economia versa in gravissime difficoltà. Diverse imprese rischiano l'asfissia per mancanza di ossigeno, la carenza di liquidità sta bloccando la circolazione sanguigna dell'economia, gli investimenti delle imprese si contano con il contagocce frenati dall'incertezza del panorama politico, l'occupazione rimane bloccata, la restrizione del credito sta generando un circuito perverso, la domanda interna dei consumi è piatta e non accenna a riprendersi, con la complicità di politiche che ne hanno ulteriormente compromesso la possibilità, e quindi le famiglie sono caute nello spendere.

Il Patto di stabilità blocca le pubbliche amministrazioni nell'alimentare l'economia attraverso la realizzazione di opere, soffocando una miriade di piccole e, nel caso della nostra Valle, piccolissime imprese che costituiscono una parte significativa dell'ossatura produttiva del territorio. All'interno di questo quadro le banche hanno assunto atteggiamenti ulteriormente selettivi, sia nel non accogliere le domande di affidamento da parte delle imprese, sia nei tassi applicati e nei costi aggiuntivi attribuiti. Imprese, quindi, che riducono i margini per mantenere la competitività sul mercato, ma che nel breve periodo inibiscono una qualsiasi possibilità d'investimento nell'innovazione o nel personale. Siamo e restiamo in piena recessione, sopportando inoltre un peso che definirei "assurdo", di una fiscalità oppressiva e soffocante.

La Valle d'Aosta patisce questa situazione critica e le azioni che vengono portate cercano di sollevare e ammortizzare ma sicuramente non risolvere i problemi. Abbiamo bisogno che il nostro sistema politico nazionale si prenda carico dei problemi per creare sviluppo e occupazione e la nostra economia, data la lunghezza, le dimensioni e l'intensità della crisi, inizia a manifestare sofferenze, alcuni segnali preoccupanti soprattutto in aree a vocazione industriale quali la Bassa Valle. Una crisi, quella che è scoppiata nel 2008 su scala mondiale, che non risparmia il nostro territorio con un PIL che, nel 2012, registra una variazione negativa. Certo le difficoltà che incontra la nostra Regione sono inferiori a quelle registrate dalla maggior parte delle Regioni italiane, ma l'aumento della disoccupazione e il peggioramento della crisi industriale sono segnali di forte disagio, il tasso di disoccupazione è al 6,4 percento ed è forse una seria difficoltà mai sperimentata prima nella nostra regione. Guardando però il dato a livello generale si evidenzia che il livello di sviluppo dei consumi pro capite è al primo posto in Italia per il tasso di occupazione e la produttività dell'economia (questi sono dati presi dalla relazione della Corte dei Conti). Restiamo sempre una regione che ha valori medi del PIL pro capite misurati a parità di potere d'acquisto nel contesto europeo, che ha risultati di assoluto rilievo in linea con quelli delle economie maggiormente sviluppate. La Valle, quindi, mantiene ancora buoni livelli di benessere, ma risente della crisi in atto e dell'esigenza della finanza pubblica nazionale che hanno ridimensionato drasticamente la spesa pubblica a scapito delle risorse a sostegno dell'apparato produttivo e di quello degli investimenti. Siamo però costretti ad operare anche noi uno sforzo di razionalizzazione importante con economie in vari comparti, ma non dobbiamo drammatizzare, e neanche strumentalizzare gli eventi, e condividere il più possibile l'azione di salvaguardia della nostra comunità. La situazione odierna ci obbliga ad avere la forza di rimettere in discussione fatti, problemi e organizzazioni che sembrano consolidati nel tempo e inamovibili. Le risorse disponibili hanno subito una continua emorragia, raggiungendo un limite assolutamente preoccupante, di meno 332 milioni di euro.

Nel settore pubblico l'occupazione dipendente dall'Amministrazione regionale, viste le attente politiche di contenimento della spesa pubblica, si è contratta del 6,9 percento nel periodo 2008-2011, quindi abbiamo operato un contenimento della spesa pubblica. Il Governo regionale, in applicazione della legge n. 22/2010, ha ridefinito le strutture dell'Amministrazione con una riduzione di 12 strutture, con un risparmio di 584,9 milioni di euro (questo nessuno lo ha detto, ma sono dati che io ho preso dalla relazione della Corte dei Conti). Abbiamo sempre cercato, e in alcuni casi di mantenere ed ampliare, il pacchetto di misure anticrisi indirizzate alle imprese, alle famiglie e alle fasce deboli...e impattano sul bilancio con cifre che si aggirano sempre intorno ai 100 milioni di euro.

Non entro nel merito del rendiconto, peraltro già ampiamente illustrato dal relatore e dall'Assessore, ma segnalo nelle entrate un aumento di tributi propri rispetto al 2011 con un incremento del saldo corrente, la notevole riduzione (meno 82,9 percento) nel disavanzo finale della gestione di competenza, assenza di nuovo indebitamento, un rilevante positivo incremento delle entrate patrimoniali dovuto anche ai dividendi distribuiti dalle società partecipate dalla Regione, e credo che oltre a questo lato positivo queste società offrono lavoro, creano indotto e mantengono un livello di qualità della vita soddisfacente. Per verificare l'operatività della macchina regionale segnalo che le operazioni gestionali registrano uno scostamento complessivo tra le previsioni iniziali e quelle definitive del 4,21 percento, che migliorano il differenziale della passata gestione con un totale impegnato che raggiunge il 92 percento sulle previsioni definitive, mentre la velocità di pagamento migliora del 4 percento che delinea, quindi, una buona capacità organizzativa e di conduzione. Più differenziata la situazione dei pagamenti effettuati, dove si raggiunge un buon 77 percento dei pagamenti effettuati sulle somme impegnate al netto nelle contabilità speciali, ma in alcuni settori si soffre la diversa impostazione per la realizzazione di opere che possono comportare tempi lunghi di realizzazione, con problematiche burocratiche complesse ed effetti anche stagionali, specialmente nelle opere edilizie e nel settore agricolo, dove si opera ad altezze che impediscono il regolare svolgimento dei lavori, ma anche si opera con una normativa comunitaria che è decisamente più restrittiva che in altri settori.

Sulle spese evidenzio il mantenimento di una forte partecipazione agli impegni sulla sanità e politiche sociali che raggiungono il 26,4 percento del rendiconto a testimonianza dello sforzo finanziario necessario per conservare l'alto livello dei servizi del comparto; altro elemento da evidenziare è l'elevato intervento finanziario, il 19 percento, per il personale regionale dei docenti delle scuole e l'importante indirizzo scelto dal Governo regionale di privilegiare gli interventi nello sviluppo economico, il 10 percento dell'impegnato. Migliorata la capacità operativa di riscossione dei residui attivi, mentre il volume di residui passivi ha registrato un decremento pari al 5,67 percento.

Per quanto riguarda la destinazione dell'avanzo di amministrazione, l'obiettivo degli interventi adottati è quello di sostenere l'utilizzo coerente delle risorse, adeguando gli stanziamenti alle esigenze effettive di spesa che si sono evidenziati nel corso dell'anno; alcune modifiche legislative vengono portate nel segno della semplificazione nella riscossione delle tasse automobilistiche dove vengono ridotti tempi e costi della riscossione per agevolare il rapporto tra pubblica amministrazione e cittadini, stante il difficile periodo di crisi si consente di rateizzare il debito tributario evitando aggravi e maggiorazioni sugli interessi legali.

Una serie di integrazioni vengono portate per l'ulteriore finanziamento degli Enti locali per un totale di 12.011.465 mila euro, il completamento degli investimenti relativi a sperimentazioni della televisione digitale, altre risorse per il governo del territorio, per l'organizzazione delle attività di protezione civile e, vista l'esigenza di intervento per opere di protezione, crolli di rocce e colate di detrito, eventi alquanto inattesi, ma decisamente frequenti. Per far fronte alle problematiche delle famiglie in difficoltà viene completata e autorizzata la spesa per il bonus energia e vengono inoltre assegnati 3,28 milioni per la compensazione ai Comuni che hanno registrato un minore gettito IMU. Sempre nell'ottica di favorire e ammortizzare gli effetti pesanti del periodo di recessione, viene integrato il finanziamento concernente la pianificazione energetica per lo sviluppo delle fonti rinnovabili e assegnati, per il progetto competitività regionale, progetto di fibra ottica, 2,4 milioni di euro e 1,1 milioni di contributo al fondo per le aree sottoutilizzate per la nuova università.

Sul versante lavoro viene integrato il fondo per il Piano triennale del lavoro e l'aspetto qualificante è uno straordinario stanziamento complessivo di 2 milioni per un piano straordinario over 55, per gli uomini, e over 45 per le donne, nel settore agricolo-forestale, con un inserimento di 195 lavoratori. Infine, da evidenziare un intervento di 1 milione e mezzo per le provvidenze economiche a favore degli invalidi civili.

In conclusione, le linee di intervento adottate ricalcano il percorso delineato nel corso degli ultimi anni dove si è cercato di intervenire limitando danni derive pericolose per la nostra coesione sociale, chiedendo la solidarietà di tutti, organizzazioni, categorie varie ed Enti locali. Dobbiamo guardare con serenità e speranza al futuro, sapendo che la nostra Regione e la nostra Autonomia è sotto esame, è nel mirino del centralismo più esasperato con una continua violazione dei metodi pattizi, anche solo per definire i limiti del famigerato "Patto di stabilità", obbligando anche a sospendere l'emissione di pagamenti con impegni già assunti. Cerchiamo di compartecipare tutti agli sforzi di risanamento e riorganizzazione del nostro modello politico gestionale, ma con voglia di costruire qualcosa e non di distruggere tutto, anche quello che di sano, interessante si è fatto, cercando di evitare speculazioni politiche che in questi giorni abbiamo visto e che abbiamo anche sentito, oggi, in quest'aula. Grazie.

Président - Merci. Il y a quelqu'un d'autre qui souhaite intervenir, toujours en discussion générale? Pas de requêtes d'intervention? Collègues...

La parole au collègue Salzone.

Salzone (SA) - Grazie Presidente.

Colgo l'occasione - anche perché questa sarà una delle ultime - per poter fare il punto della situazione relativamente a quanto ci ha riguardato sotto il profilo di una legislatura intera; un processo che ci ha visti dall'inizio con un bilancio molto forte, con una crisi che ancora si affacciava soltanto alle porte, naturalmente con un programma elettorale che non ci faceva prevedere le difficoltà contingenti e quanto si sarebbe procrastinata la crisi, una crisi che ancora perdura e non ci vede ad una soluzione definitiva. Naturalmente oggi, con la presentazione di questi atti documentali, qualche conclusione, qualche ragionamento lo si può fare. Obiettivamente ritengo anche un fatto, una novità molto importante, quella delle relazioni della Corte dei Conti. Peraltro - come ha già sottolineato l'amico Lattanzi - ci sono alcuni passaggi che in qualche maniera fanno rilevare quanto questa Regione, con un suo sistema, abbia potuto comunque provvedere, a differenza delle altre, con delle risorse che hanno consentito di mantenere un sistema che ha dato un benessere a questa regione. Cito soltanto alcuni dei passaggi perché sono fondamentali, sempre relativi al bilancio regionale nell'economia della regione, e cioè quando si dice che in Valle d'Aosta, i settori economici di maggior peso sono quelli dei servizi e delle costruzioni, anche se riconosciamo quanto sia arrivata la crisi anche qua.

Il livello di sviluppo e dei consumi pro capite è comunque al 1° posto in Italia, così come per il tasso di occupazione e della produttività economica. Nella graduatoria dei valori del PIL pro capite delle Regioni italiane relativi al 2011 la Valle d'Aosta occupa la prima posizione registrando un valore del 38 percento superiore alla media nazionale. Per quanto riguarda poi il mercato del lavoro, se pur condizionato anch'esso da un generale sfavorevole andamento dell'economia, ha segnato un trend soddisfacente, sempre nel 2011, nel confronto con le altre Regioni. Naturalmente tutto ciò non ci può far dimenticare che anche in Valle d'Aosta la crisi si sente, si sente in modo tangibile; devo dire peraltro che mai come in questo periodo riceviamo persone che hanno ormai raggiunto il culmine della disperazione...penso a quelle famiglie di artigiani che lavoravano nell'edilizia e oggi non trovano più lavoro. Naturalmente queste sono famiglie con dei figli, con una moglie, e obiettivamente questa questione ci preoccupa molto. È evidente che - dobbiamo fare un ragionamento come dicevo all'inizio - dal 2008 ad oggi questa Regione nel suo bilancio ha perso qualcosa come 450 milioni di euro e, obiettivamente, avrei voluto vedere chiunque sfidare il sistema, sfidare naturalmente tutte le congiunture negative che si sono naturalmente evolute, di giorno in giorno. Ecco, dicevo, questa sensazione di un aumento della povertà è una sensazione che ci deve comunque far riflettere, indipendentemente dai ruoli della maggioranza, o dell'opposizione, credo che questo debba essere un problema che ci deve accomunare tutti. Io credo che ognuno di noi...ormai prossimi alle elezioni regionali, proporranno nei loro programmi tutta una serie di iniziative che, con la più ampia fantasia possibile, cercheranno comunque di risolvere questo che è il primo problema, il problema contingente.

Noi, naturalmente, faremo la nostra parte e abbiamo, come Stella Alpina, messo in piedi alcune commissioni che stanno elaborando progetti di questo genere, ma che sicuramente non è che sconfinano dai progetti delle altre forze politiche. Ecco, dicevo, però...questo, che è il problema più importante, ci deve far riflettere, nel senso che forse dobbiamo mettere da parte altri progetti, i grandi progetti, i progetti forse faraonici che giustamente avevamo ad inizio legislatura, ma che oggi non possiamo più avere, e quindi dare priorità a questo fattore che rimane - come dicevo - il problema più importante. Ecco, qui dovremmo probabilmente trovare una sintesi tutti insieme per cercare di convergere verso soluzioni che consentano nel nostro sistema Valle d'Aosta di fare degli spostamenti, di rivedere una formula di bilancio, di rivedere il sistema, di rivedere un pochino come trovare queste risorse da dare in questo settore. Qui dovremo farlo con coscienza, dovremo cercare di fare un lavoro che faccia sì che le risposte in qualche maniera arrivino. Noi, come dicevamo prima anche della relazione della Corte dei Conti, manteniamo comunque un livello di benessere tutto sommato decente rispetto alle altre Regioni d'Italia, per cui dovremo anche essere capaci di sviluppare un lavoro che consenta a tutti noi di dare queste risposte.

Ho ascoltato con molta attenzione l'intervento del collega Chatrian il quale reputo sempre molto tecnico, molto capace dal punto di vista dell'analisi di bilancio. Chatrian, nel suo ragionamento evidentemente politico, nella prima parte, ha voluto in qualche maniera mettere in risalto quanto questo Consiglio, questo Governo abbia dovuto perdere posizioni durante tutta la legislatura, sia sotto il profilo economico, come abbiamo già detto, e anche sotto quello politico; naturalmente lui fa il suo mestiere, fa l'opposizione, ed è giusto che faccia rilevare queste cose.

Ciò che non posso e non possiamo condividere è che tutto ciò che è avvenuto pare sia dovuto a fattori interni, a fattori contingenti all'interno della nostra Regione, anche se su qualcosa evidentemente si può anche discutere, ma obiettivamente abbiamo dovuto lottare con quelli che sono stati i provvedimenti esterni che ci hanno, come dire? dimagrito dal punto di vista economico...avrei voluto vedere chiunque governare con queste difficoltà! Quindi io credo che la redazione di Massimo Lattanzi, che io reputo una buona relazione, è la fotografia esatta di quello che questo Governo e questa maggioranza hanno fatto in questi cinque anni. E la consiglio a chiunque, la consiglio ai cittadini, è un atto pubblico, lì si vede esattamente dove sono state messe, cammin facendo, tutte le risorse che avevamo a disposizione, ciò che abbiamo spostato, ciò che abbiamo modificato, e questo può essere giudicabile.

Evidentemente l'opposizione ha motivazioni diverse che hanno già espresso durante tutta la legislatura: c'è chi voleva spostare più una cosa da una parte piuttosto che dall'altra, chi evidenziava di più un fattore in crisi rispetto ad un altro...ma qui, in questa relazione, c'è esattamente la fotografia di ciò che ha fatto questo Governo, e quindi i cittadini potranno decidere, potranno giudicare e, visto che siamo alle porte di un appuntamento elettorale importante, con questo documento possono farsi un'idea.

A Chatrian voglio ancora definitivamente rispondere in merito al "questo Governo egocentrico" e al fatto che ha concentrato il suo intervento sul nostro Presidente. Il Consiglio sa bene che anche noi abbiamo avuto modo di avere qualche mugugno rispetto alla conduzione a volte egocentrica del Presidente Rollandin, e questo non ci dispiace, perché comunque abbiamo sempre avuto un dialogo aperto, interessante e chiaro col Presidente. È evidente che qualche domanda ce la siamo posta anche noi, in tutti questi anni, e cioè io ho fatto un ragionamento molto semplice: l'Union Valdôtaine nel 2008 ha preso quasi la maggioranza assoluta dei voti, e il suo Presidente ha preso un consenso plebiscitario che lo ha fatto diventare un po' il "governatore", se vogliamo, di questo ne diamo atto. Noi abbiamo reclamato ogni tanto, chi lo ha fatto un po' di più, chi lo ha fatto un po' di meno, ma lo ha fatto, ha fatto delle scelte, la maggioranza le ha condivise, l'opposizione meno, ma questo è stato l'iter di tutta questa legislatura che ha il vizio iniziale dettato da un...voglio dire, un consenso elettorale plebiscitario. Oggi io penso, lo voglio dire con molta chiarezza, che se cambiassero i rapporti di forza evidentemente cambierebbero anche i rapporti del controllo democratico della nostra istituzione; quindi io dico sempre: dare a Cesare quello che è di Cesare, la democrazia è fatta di numeri e i numeri bisogna rispettarli.

Detto ciò termino, perché non avevo preparato l'intervento, solitamente sono piuttosto attento a scendere anche nei numeri discuterli, ma devo dire che in questi giorni mi sono sentito con il collega Lattanzi, che ha fatto così bene questo lavoro che lo faccio tutto mio, anzi credo che sia un lavoro di partenza molto interessante, anche per il futuro. Io mi auguro soltanto una cosa...non so chi vincerà le prossime elezioni, chi sarà...chi dovrà governare; certo è che il mondo è veramente cambiato, e credo che anche l'approccio tra opposizione e maggioranza dovrà cominciare ad essere diverso, ci sono temi assolutamente indispensabili la cui discussione non può che vederci insieme...chi non capisce questo vuol dire che è fuori dai tempi. È giusto lo scontro, è giusto il confronto, tutto questo va bene, ma attenzione! La prossima volta potremmo anche trovarci, doverci trovare forse a predisporre un sistema Valle d'Aosta tutti insieme, un sistema diverso, perché se la crisi economica continuerà, se non si risolverà, se le risorse diminuiranno, forse come dicevo saremo obbligati a sederci intorno allo stesso tavolo. Grazie.

Président - La parole au collègue Lattanzi.

Lattanzi (PdL) - Grazie Presidente.

Intanto permettetemi di ringraziare tutti i colleghi che hanno avuto la gentilezza di riconoscere il lavoro che è stato preparato e svolto, al quale voglio significare il mio sentito ringraziamento agli uffici, e particolarmente al dottor Bieler che mi ha sostenuto in questa operazione.

Io volevo spiegare a mio figlio e ai miei figli come spendiamo i soldi in Regione, ed è questo l'approccio con il quale ho affrontato il lavoro di relazionare all'intera Assemblea, ai cittadini che ci hanno ascoltato: la fotografia di quello che questa Amministrazione, attraverso gli assestamenti del bilancio 2012, e poi l'approvazione del rendiconto, ha svolto e, riposizionando gli 80 milioni di euro di avanzo, intende svolgere nel 2013. Ho voluto farlo perché è abbastanza normale che in un contesto molto complesso, di crisi economica e, bombardati dai media che ci rappresentano situazioni di altre Regioni nel resto d'Italia, oggettivamente drammatiche...perché è sufficiente andare in Sicilia, come ho avuto modo di fare qualche tempo fa, per comprendere la crisi vera, come morde nella carne delle famiglie, per capire che c'è un mondo che oggettivamente sta vivendo questa crisi in maniera molto diversa da noi. Se questo...non per non riconoscere alle famiglie che qui, in Valle d'Aosta, stanno aumentando con sofferenza la loro difficoltà a vivere ed a sopravvivere nel nostro contesto regionale, perché è evidente, ma anche riconoscendo che questo, quella che è stata, se volete, che è il nostro limite, questo gigantesco "welfare", che c'è in questa Regione, da una parte in qualche modo è stato oggettivamente analizzato e valutato, a volte come zavorra delle operatività dei processi di sviluppo economico, dall'altra parte, in questo momento, quel gigantesco welfare è quello che permette in questa Regione, anche alle persone più disagiate, di trovare delle risposte. Poi non si può e non può essere la Regione, evidentemente, che può dare le risposte a tutte le sofferenze di tutte quelle famiglie che, proprio in conseguenza della crisi, hanno perso il posto di lavoro o hanno dovuto chiudere la loro partita IVA e la loro attività (cose che stanno succedendo anche in queste ore, in questa regione).

Certamente il supporto delle relazioni della Corte dei Conti ha aggiunto quest'anno, devo dire, ancora maggiore chiarezza su quello che siamo come comunità, su quello che è il ruolo dell'Amministrazione regionale all'interno di questa comunità, di quelle che sono le sue potenzialità ed i limiti che questa comunità - come diceva giustamente il collega Salzone - deve e dovrà saper affrontare. Questo bilancio dice in maniera inequivocabile che fino ad oggi le cose hanno sostanzialmente funzionato. Io devo dire, per lettura politica, che guardo questo bilancio ancora con maggior dispiacere sulle occasioni perse degli ultimi 20 anni.

Noi, da questi banchi, dall'opposizione, abbiamo molte volte dibattuto bilanci e negli ultimi anni, in maniera ancora più importante, abbiamo evidenziato come dovesse essere ineludibile, ineludibile affrontare una realtà, quella del fatto che la nostra micro-economia valdostana, che fa - come diceva anche il collega Salzone - forza sui servizi, in particolare quelli turistici, e su quelli edilizi, cioè delle imprese edilizie, il suo punto forte, questa micro-economia è inserita in un contesto macro, che non è solo quello italiano, ma quello più grande, quello più ampio: quello europeo. Noi...in questo momento mi viene in mente, mi vengono in mente tutte le occasioni perse e tutti i soldi che potevamo investire per affrontare meglio questa crisi. Ricordo gli sprechi, gli sperperi, ricordo gli inviti che da questi banchi noi facevamo alle Amministrazioni passate affinché gli avanzi giganteschi di amministrazione, i 200, i 300 milioni di euro, si tramutassero non in un ulteriore assistenza a pioggia, ma in mirati investimenti per creare prodotto interno lordo. Credo che i colleghi anche di parte politica avversa non possano che non riconoscere al Popolo della Libertà e al suo percorso politico la coerenza di avere fatto vedere, tentato di far vedere a quest'aula ed alla comunità valdostana una visione che vedeva la Valle d'Aosta integrata in processi economici di sfida e di competitività.

Fortunatamente possiamo partire da un presupposto: che le nostre risorse economiche in gioco, le carte che noi abbiamo da giocarci per combattere questa sfida e vincere questa sfida sono ancora ingenti; noi siamo - possiamo dirlo con vanto - incastonati nel "carrefour d'Europa" tra i prodotti turistici più belli, che noi abbiamo...il Tor des Géants ne è una rappresentazione a mio avviso tra le più qualificate per rappresentare quello che noi possiamo essere in termini di prodotto di attrattività turistica, e come noi sappiamo questo è un po' il nostro punto forte, è lì che noi produciamo il 60 percento del nostro PIL, che poi si riversa in quelli che sono i comparti a caduta, cioè l'edilizia...quando l'edilizia va, come si dice, tutto va...e poi il commercio, l'artigianato, i servizi, e poi la stessa Amministrazione che, ricordo, pur beneficiando dell'ultimo decimo che ci mancava...grazie al Governo Berlusconi abbiamo portato a casa con la riforma fiscale, l'ultimo decimo, anche i 10 decimi sono sempre i 10 decimi dei tanti F24 che le imprese valdostane versano nelle casse dello Stato che poi ci vengono rigirati.

Dico che mi vengono da una parte in mente le tante occasioni perse e, dall'altra parte, mi viene in mente - e non posso non riconoscerlo davanti ai miei figli - la fortuna di risiedere in una regione che ha ancora gli atout per giocarsi la sfida. E noi la sfida ce la dobbiamo giocare - come diceva l'Assessore La Torre - rispetto a due quadri, a nostro avviso: il primo, come diceva l'Assessore, certamente nel confronto costituzionale. Sappiamo che sarà una partita difficilissima, non perché non ci verrà riconosciuta costituzionalmente e formalmente l'Autonomia...io credo che nessuno a Roma, di nessun partito, ma neanche i tecnici più folli come quelli che abbiamo visto all'opera in quest'ultimo anno possano immaginarsi di andare a modificare la Costituzione o il nostro Statuto in maniera d'imperio e senza intesa, ma non è che ci preoccupa la modifica formale dell'Autonomia.

A noi preoccupa la modifica sostanziale dell'Autonomia, che è quella finanziaria, che è quella finanziaria, su cui abbiamo un attacco devastante, un attacco che noi abbiamo subito senza precedenti; nessun Governo, né di Centro-Destra, né di Centro-Sinistra si era mai immaginato di far cassa con i soldi della Regione autonoma Valle d'Aosta, così come ha fatto in maniera depredatoria e predatoria il Governo, l'ultimo Governo. E devo dire che...non voglio scansare le responsabilità evidentemente di chi ha sostenuto anche quel Governo, ma oggi noi siamo nelle condizioni di avere chiarissimo che la partita della difesa dell'Autonomia ruota attorno alla difesa della Autonomia finanziaria, che deve tradursi - e qui scendiamo in campo noi - con la capacità della classe politica di fare scelte economiche giuste per questa comunità, che non possono non andare...lo abbiamo detto tutti, dai banchi della maggioranza, dai banchi dell'opposizione, lo abbiamo riconosciuto ormai tutti: la prossima legislatura dovrà essere una legislatura di profonde riforme dell'utilizzo della nostra Autonomia, ne siamo tutti consapevoli. Qui non ci sono i primi della classe o i secondi della classe, qui c'è una coscienza che si è formata nella classe politica, ma spero che sia in quella che sarà la prossima classe politica, che dovrà affrontare, a nostro avviso, una legislatura di profonde riforme, la prima delle quali non può essere che quella della macchina della burocrazia, che oggi, in questa Regione, pesa non solo ed esclusivamente per il 21 percento del bilancio che va in spesa corrente, per questa macchina, ma per l'inefficienza!

Noi abbiamo inefficienze burocratiche che non sono più compatibili con processi economici che viaggiano alla velocità della banda larga, mentre noi, invece, abbiamo un'Amministrazione che viaggia in "banda ristretta", vogliamo chiamarla così? prima generazione. Noi, qui, abbiamo la necessità di mandare un messaggio molto chiaro (ripeto: la prossima legislatura sarà in questo senso fondante) sul fatto che la pubblica amministrazione diventi lo strumento valoriale di riferimento dell'amministrazione di una comunità a supporto della comunità, dei cittadini e delle imprese per sviluppare PIL. Tutto il resto non può esistere, chi non produce PIL nella pubblica amministrazione, chi non è al servizio della produzione di ricchezze e di valore deve essere messo in condizioni di o farlo o andarsene, o farlo o andarsene! E qui significa andare a mettere le mani nei processi di negoziazione con i sindacati, con le classi di rappresentanza sociale, nella condivisione di un processo che non possa non vedere la pubblica amministrazione "protagonista", meritocraticamente protagonista dello sviluppo di questa regione. Questo anche per permetterci di liberare risorse che - come abbiamo visto - sono sempre più limitate, a favore degli investimenti per le piccole e medie imprese, per lo sviluppo dell'economia. Sono parole che abbiamo ridondantemente ascoltato dentro quest'aula, in tutti i media, ma sulle quali a nostro avviso non c'è ancora sufficiente coscienza.

Io mi rifaccio ancora al vecchio "Studio Ambrosetti" che tracciava linee precise che vanno immediatamente a nostro avviso recuperate, perché erano, sono e saranno la direzione che possono permettere a questa comunità di avere un'architettura amministrativa ed economica utile, funzionale a creare PIL ed a fare in modo che i 10 decimi delle imposte che i cittadini e le imprese di questa regione pagano possano essere reinvestiti, reinvestiti in servizi, formazione, assistenza sociale e soprattutto, ripeto, produzione di ricchezza. Le relazioni corpose della Corte dei Conti in questo senso sono illuminanti...non che avessimo bisogno di questo, però sono illuminanti per modalità, perché una modalità di un Ente esterno che dice quello che è sempre stato scritto in questi documenti - ma forse solo a volte letto e non compreso - manda un messaggio in questo senso inequivocabile, e in questo senso voglio ringraziare anch'io - come avete fatto tutti voi - i membri della Sezione regionale della Corte dei Conti.

Abbiamo un'altra sfida che abbiamo da giocare, che è una sfida a nostro avviso culturale. Il nostro gruppo si è battuto in questi anni...credo che possiate rendercene merito, ma soprattutto testimonianza, come abbiamo sempre sostenuto che non può esserci nessun cambiamento se non cambiano le menti. I veri cambiamenti devono avvenire nelle teste delle persone, cioè in questo senso nelle teste di questa comunità, e non può essere che la classe dirigente a mandare l'esempio di questo cambiamento, perché se noi per primi, i futuri eletti, quelli che il popolo - come diceva correttamente, democraticamente il collega Salzone - eleggono a dirigere questa Amministrazione, non avranno l'approccio al mercato, alla competizione, alla sfida e vivranno ancora dell'illusione che la difesa dell'Autonomia sia una prerogativa esclusivamente burocratica, costituzionale e giuridica, vivranno d'antan e purtroppo vivranno nella miseria.

Questa è la coscienza con la quale il nostro gruppo ha lavorato in questi due anni di partecipazione alla maggioranza (credo che gli alleati ce ne possano dar merito): abbiamo cercato di essere stimolo, abbiamo...vogliamo continuare a essere lo stimolo di una visione liberale di questa Autonomia, che possa dare ai nostri figli non delle certezze, ma delle opportunità. Le certezze sono finite, prima ce lo diciamo e meglio è! Perché nel momento stesso in cui comprendiamo che le certezze ed i garantismi sono finiti, l'essere umano si mette in moto per creare nuove opportunità. Noi per primi dovremmo dare questo messaggio. Il nostro gruppo sarà protagonista di questo valore, e noi siamo certi che questo bilancio e gli assestamenti che abbiamo improntato potranno essere lo strumento adeguato per dare il via a questo cambiamento, a questo sviluppo.

Si dà atto che dalle ore 11,48 assume la presidenza il Vicepresidente Lanièce.

Presidente - Grazie.

Prima di passare la parola ad altri colleghi, volevo solo distribuire gli emendamenti sul disegno di legge n. 222: sei emendamenti del Presidente della Regione, Rollandin, due emendamenti dell'Assessore al turismo, Marguerettaz, e due emendamenti dei gruppi consiliari ALPE più il Partito democratico-Sinistra VdA, più UVP. Saranno distribuiti in questo momento.

Qualcun altro vuol chiedere la parola? Siamo sempre in discussione generale. Non vi sono altri? Ha chiesto la parola la Consigliera Patrizia Morelli, ne ha facoltà.

Morelli (ALPE) - Merci, Monsieur le Président.

Intervengo volentieri in questo dibattito che si sta rivelando estremamente interessante e che, se non conoscessimo l'appartenenza dei singoli Consiglieri che intervengono alle diverse forze politiche, forse, da un osservatore esterno, potrebbero essere in qualche modo travisati, perché sento...sarà forse l'effetto della fine della legislatura, ma sento provenire da parti diverse osservazioni anche critiche, che dovrebbero forse far pensare a possibili interventi che magari all'interno della maggioranza non sono stati fatti; mi riferisco, in particolare, all'ultimo intervento del collega Lattanzi, che giustamente ha posto l'accento su criticità che da una forza che siede nei banchi della maggioranza possono parere anche, così, curiose.

Il contributo che la Corte dei Conti dà al dibattito in Consiglio regionale sulla gestione dei diversi dossier da parte dell'amministrazione pubblica è indubbio. Attraverso le singole relazioni viene fornito ai Consiglieri regionali uno strumenti di analisi che in qualche modo agevola la comprensione dei documenti finanziari, che sono corposi e molto complessi, e che richiedono competenze che non è dato a tutti di possedere, proprio in virtù della motivazione elettiva del nostro Consiglio regionale, che vede la partecipazione di persone dalle provenienze, dalle competenze molto diversificate. Le relazioni analitiche della Corte dei Conti sopperiscono, in un certo senso, alla mancanza strutturale di informazioni chiare e comprensibili da tutti che caratterizza la gestione contabile dell'Amministrazione regionale; cosa che prescinde, beninteso, dalla disponibilità dei funzionari che già sono stati ringraziati, che è giusto ringraziare per la loro disponibilità, per la loro pazienza, per la loro competenza.

Riguardo alla facilitazione della comprensione, mi sento di rivolgere un plauso anch'io al Consigliere Lattanzi che ha fatto, con la sua relazione...ha tracciato un quadro chiaro, intanto anche per l'esempio che ha dato utilizzando un supporto informatico e non stampando su carta la sua relazione...sforzo che poi è stato vanificato dal fatto che poi tutti abbiamo ricevuto su supporto cartaceo la relazione, ma il prossimo passaggio sarà che tutti seguiremo la relazione che riceveremo, spero, via internet per tempo...dicevo perché ha saputo schematizzare un disegno riepilogativo chiaro e completo, comprensibilmente di parte, ma comunque chiaro.

Ci rendiamo conto della difficoltà che sta nel rendere semplice e intellegibile alla generalità delle persone ciò che semplice non è, e che forse effettivamente più di tanto non è possibile semplificare. E dunque à plus forte raison apprezziamo, quanto meno io apprezzo, il lavoro di approfondimento e di analisi svolto dalla Sezione regionale della Corte dei Conti, che permette di tracciare un quadro complessivo relativamente ai singoli temi trattati, partendo addirittura da un'evoluzione storica fino alla contestualizzazione attuale. E questo strumento di analisi è tanto più utile ora, quanto più è negativa e complessa la situazione di crisi economica, finanziaria e sociale che contraddistingue questo periodo storico e che vede la nostra Regione trapassare, diciamo così, da un'epoca di florida disponibilità a tempi duri, con la cui gravità ci stiamo progressivamente, drammaticamente confrontando, credo che le audizioni svolte in Commissione dai rappresentanti delle categorie economiche e dai sindacati ce lo abbiano confermato in modo chiaro.

Nel corso dell'esercizio finanziario 2012 è stata complessivamente spesa la somma di 1.270 milioni di euro, di cui il 79,18 percento destinati alla copertura delle spese correnti. È un dato altamente preoccupante, ci tengo a ribadirlo anche se è già stato detto, se si pensa che nel 2009, a compimento del nostro primo anno di legislatura le risorse della nostra Regione ammontavano a circa 1.700 milioni, ed è ancor più preoccupante se consideriamo che per il 2013 le disponibilità sono destinate a scendere ulteriormente. La riduzione del 6 percento nelle spese per il personale che citava il collega Prola - e che accusava un pochino gli altri colleghi di non aver voluto sottolineare - derivano in realtà, lo sappiamo bene, da obblighi statali, non certo da virtù regionali, tant'è che la stessa riduzione non è avvenuta all'interno delle società partecipate che hanno visto, al contrario, un incremento.

È dunque più che mai importante che la gestione della cosa pubblica sia improntata ad un'attenzione estrema. Chiunque si troverà ad amministrare questa Regione nel prossimo quinquennio dovrà affrontare un cambiamento di paradigma aprendosi al confronto politico, al confronto con la società civile, andando a ridefinire le priorità - mi riallaccio a quanto diceva il collega Salzone - proprio in considerazione delle nuove povertà, della situazione che sta vivendo la nostra regione, ridefinire dunque le priorità e dichiarare una guerra spietata agli sprechi, che ancora caratterizzano la macchina amministrativa. Bisognerà che quel 20 percento di spese di investimento - che per il 2012 sono pari a 264,56 milioni di euro - sia finalizzato in modo ben calibrato a ridare ossigeno all'economia della nostra regione; gli errori, la superficialità, la politica dei favori non saranno proprio più ammessi.

E dunque ben vengano le analisi della Corte dei Conti che pongono sotto osservazione settori nevralgici come quello della sanità, in particolare, e fanno suonare per tempo - ci auguriamo - i giusti campanelli d'allarme, riguardo ad esempio al fatto che la valutazione dei risultati della gestione USL dal 2007 al 2010 ha fatto registrare un decremento marcato della percentuale di raggiungimento degli obiettivi, che sono passati dall'88,25 percento del 2007 al 59,75 percento del 2012, con un'incidenza negativa dell'obiettivo che prevedeva il contenimento della spesa per il personale. Questa è una rilevazione che ha innescato...a quanto ci ha riferito in Commissione il Direttore amministrativo dell'USL, e non abbiamo ragione di dubitare delle sue parole...ha innescato delle verifiche interne - finalmente, ci vien da dire - e l'adozione di procedure atte al rispetto del vincolo di spesa per il personale. Anche per l'acquisto di beni la Corte dei Conti rileva un aumento costante nel quinquennio esaminato che va dai 30,5 milioni del 2007 ai quasi 40 del 2011, rilevazione anche questa quanto mai opportuna e da sottolineare, che ha prodotto la recente attivazione di un nucleo interno di valutazione preposto al controllo organico e strutturale dell'andamento della spesa. Quanto un nucleo interno possa essere adeguato è una questione che ci poniamo, sicuramente può prevenire l'acuirsi di certi sistemi, ma un nucleo esterno di valutazione ci sembrerebbe invece quanto mai necessario. Inoltre, nella relazione si sottolinea che l'USL, in alcune situazioni, ha fatto immotivatamente ricorso all'istituto della proroga contrattuale e questa è una pratica discutibile, che durante la legislatura abbiamo già avuto modo di evocare più volte, in particolare ricordo per l'appalto del servizio di ristorazione dell'ospedale. Vale la pena ricordare, infine, che la spesa pro capite della sanità valdostana è nettamente superiore a quella delle altre Regioni, per ragioni in parte comprensibili e giustificate e, in parte, più dubbie. Ci riferiamo - come già osservato - alla spesa per il personale e per l'acquisto di beni e servizi, oltre che per la medicina generale convenzionata e per la medicina riabilitativa accreditata. Le maggiori cifre trovano giustificazione anche nella maggiore erogazione di prestazione in aggiunta ai livelli essenziali di assistenza, i cosiddetti "Lea regionali", che comprendono, come sappiamo, l'agopuntura, la chiroterapia, l'assistenza odontoiatrica, e altre attività. Sarà interessante capire, a seguito dell'approfondimento che la Corte dei Conti si riserva di fare, se vi è una corretta relazione tra la maggiore spesa regionale e questa maggiore offerta di prestazioni.

Concludo questo mio breve intervento con un rincrescimento. L'anno scorso, in concomitanza con l'esame del rendiconto e dell'assestamento, avevamo approvato un ordine del giorno che impegnava le Commissioni consiliari competenti ad approfondire il tema della costruzione della spesa sanitaria regionale, ossia la comprensione di tutto quel procedimento che genera la spesa e soprattutto che permette di capire, di valutare se questa spesa è congrua e giustificata. Il lavoro è iniziato, ma per ragioni concomitanti e contingenti non è potuto proseguire fino alla conclusione. L'auspicio è che chi siederà in questi banchi nella prossima legislatura possa riprenderlo per fare chiarezza su un settore chiave della nostra Amministrazione che, come sappiamo, assorbe un quinto della spesa regionale. Vi ringrazio.

Presidente - Grazie. C'è ancora qualche altro collega che vuole prendere la parola? Se non vi sono altre...

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario, Gianni Rigo, ne ha facoltà.

Rigo (Pd-Sin.VdA) - Grazie Presidente.

Il bilancio consuntivo, rendiconto generale di cui voglio parlare dimostra i dati, i risultati della gestione, riguarda cioè la capacità della Giunta regionale di dare seguito agli obiettivi individuati nelle voci di bilancio. Di questo voglio parlare anche se l'argomento non è di facile lettura, tema che non è riferito allo stato di salute della Regione ma riguarda la capacità degli Assessori regionali di utilizzare al meglio i soldi dati dal bilancio.

Voglio quindi brevemente riprendere l'intervento della collega Morelli nella parte relativa alla necessità, se non ho capito male, per i Consiglieri regionali di avere non solo un documento o più documenti preparati dalla Corte dei Conti, di controllo e di verifica degli atti amministrativi, ma contributi esterni capaci di approfondire e conoscere meglio, e più in profondità, i dati messi a disposizione dagli uffici regionali; un organo quindi, un organismo terzo che abbia il Consiglio regionale come suo referente unico e con una mission che non sia quella dell'analisi della legittimità, ma che sia volto alla verifica dell'efficacia, dell'efficienza e dell'economicità della gestione delle risorse collettive da parte dell'Amministrazione regionale; dati, analisi che non possiamo riscontrare dal rendiconto generale. Ed è evidente però che il rendiconto generale è anche il risultato di condizioni generali imposte dai provvedimenti nazionali che hanno limitato la nostra attività, l'attività del Governo, l'hanno condizionata, e alcune delle ragioni dei dati negativi del 2012 sono state spiegate poc'anzi dall'Assessore La Torre. La situazione complessiva in cui versa il Paese, lo riprendo brevemente, le costrizioni, gli "imbrigliamenti" - possiamo chiamarli così - hanno rappresentato e rappresentano legami, vincoli forti per una ragione virtuosa ma tutto ciò non spiega tutto. I risultati negativi sono anche frutto di una burocrazia regionale che necessita di una vera e profonda innovazione che personalmente non ho visto e quanto di questa innovazione sia impedito dalla capacità del Governo regionale saranno, tra qualche settimana, gli elettori a dirlo.

Ritornando al nostro rendiconto provo quest'anno a fare alcune considerazioni partendo dal fondo, dalla tabella I, dall'elenco dei capitoli finanziati con fondi derivanti dai trasferimenti dello Stato e dell'Unione europea accertati e non impegnati al 31 dicembre 2012 e che non sono, credo, condizionati dalla situazione complessiva ricordata poc'anzi; sono soldi cioè che affluiscono nelle casse regionali, ma hanno una destinazione vincolata. Quello che colpisce, però, è il fatto che l'ammontare totale di queste somme è in continuo aumento: quasi 15 milioni di euro nel 2010, più di 20 milioni nel 2011 e 30.047.742,94 nella relazione allegata al rendiconto di quest'anno. Ma la tabella, al di là del capitolo, della descrizione delle risorse, della voce e dell'importo, non offre altre indicazioni, altre informazioni. L'ho già detto una volta, lo ripeto, sarebbe necessario che la tabella fosse predisposta in modo da renderla più leggibile, senza dover necessariamente rivolgersi alle strutture di riferimento per conoscere la ragione del non impegno, almeno per quei capitoli il cui importo è particolarmente rilevante, o per quei capitoli che si ripetono pari pari negli anni, mi riferisco ai capitoli 26110, 50850, 55610, 60005 che si riferiscono a fondi trasferiti, almeno dal 2010, e che mai sono stati impegnati. Lo stesso discorso si può fare per numerosi capitoli già presenti, di pari importo nel 2011, o che nei tre anni considerati sono in aumento. Questo significa che per quei capitoli - e sono almeno una trentina - lo Stato destina ogni anno più fondi di quanti la Regione riesce ad impegnare. Io credo quindi necessario che almeno per fondi superiori ai 2-300 mila euro si trovi spazio nella tabella per due righe di spiegazione, credo sia questa un'informazione dovuta ai Consiglieri regionali.

Detto questo, passiamo ad alcune cifre del rendiconto. Da segnalare ovviamente, prima di tutto, il dato della percentuale di entrate riscosse rispetto agli accertamenti finali che si è attestata al 75,86, non considerando le contabilità speciali e le partite di giro che generalmente hanno percentuali che superano il 90 percento. Anche se la percentuale è superiore di meno di due punti, rispetto al precedente esercizio finanziario, è comunque nella media con quanto realizzato in questi ultimi quattro anni attestandosi più o meno su quei valori, tranne il 2010 che ha fatto registrare una riscossione pari al 63,66 percento.

Per quanto riguarda il capitolo dedicato alle spese, gli impegni rappresentano - come è già stato detto - il 92,03 percento delle previsioni definitive, in linea con quelle dell'anno scorso, che erano 92,45 percento. Si evidenzia quindi una rilevante capacità di impegnare le somme e questo risultato è quasi uniforme su tutte le funzioni, tranne quelle dell'edilizia residenziale pubblica, che si attesta sull'11 percento e di altre cinque funzioni che non superano l'85 percento; questo risultato, per certi versi diverso dai due anni precedenti, potrebbe forse essere in parte conseguenza del fatto che questa percentuale non rappresenta più performance premiante per i dirigenti. La capacità di "pagare", cioè di concludere il procedimento della spesa, registra invece una stabilizzazione intorno al 75 percento (anche questo è stato ampiamente detto).

Dalla tabella di pagina 11, però, come sempre, si evidenzia una debole capacità di spesa nel settore dello sviluppo economico: 28,70 percento dell'agricoltura; 28,38 percento infrastrutture per mobilità e reti 56,18 percento. Per lo sviluppo economico ciò significa che, a fronte di un impegno di 130 milioni 956 mila euro, i pagamenti sono stati di 37 milioni e 580 mila euro e, in agricoltura, su quasi 48 milioni i pagamenti sono stati poco più di 13 milioni. Insomma, là dove, a fronte di un impegno di spesa per l'investimento, la liquidazione avviene a lavori eseguiti e rendicontati. Su questo aspetto si contrappongono coloro che dicono che si pagano in ritardo i lavori assunti con un preciso impegno finanziario e la Giunta regionale che ribadisce, ancora in questi giorni, che l'impegno è riferito all'intero lavoro e che si liquida in virtù degli stati di avanzamento. Ciò significa che se la Regione appalta un lavoro, ma l'impresa non rispetta i tempi o ha tempi lunghi nella fase di presentazione degli stati di avanzamento, non è possibile liquidare le somme iscritte a bilancio. Certo, ci sono fatti oggettivi che ostacolano la programmazione della spesa, ma non è possibile vincolare, almeno in parte, la capacità di allocare le risorse negli anni di bilancio con un sistema che valorizzi, riprendendo anche un po' quello che diceva poc'anzi il collega Lattanzi, che valorizzi quelle strutture dirigenziali che riescono a calibrare meglio i flussi finanziari legati all'impegno?

La parte che riguarda i residui attivi in carico all'inizio dell'anno e le tabelle allegate segnalano una continua e progressiva diminuzione delle somme da riscuotere al termine dell'anno. Le cifre rilevano una maggiore attenzione delle strutture regionali nella riscossione dei crediti. I residui passivi che, di fatto, appesantiscono il bilancio meritano una maggiore attenzione. Nello scorso anno l'Amministrazione è riuscita a pagarne il 35,28 percento, di più dell'anno precedente, quando la percentuale è stata del 33,99 percento, ma minore rispetto al 2010, pari al 37,52 percento. Se però analizziamo il totale dei residui senza la percentuale riferita alle contabilità speciali e alle partite di giro, vediamo che la capacità di spesa registra un trend in continua diminuzione: 40,58 percento nel 2010, 36,32 percento nel 2011 e 34,42 percento nel 2012. Questi dati, riferiti solo alle spese per l'attività della Regione, parte I della tabella dei residui passivi, ci consentono di valutare con maggiore linearità l'effettiva capacità di spesa nei vari settori d'intervento. Questo risultato è fotografato a pagina 16 della relazione. I settori dove la capacità di spesa gira più lentamente al di sotto della sufficienza sono anche i settori che in questo momento noi dovremmo aiutare di più, lo voglio ripetere: lo sviluppo economico regionale, le infrastrutture per mobilità e reti, l'istituzione universitaria. Ma anche altre funzioni meritano una nomination: l'istruzione primaria e secondaria, cultura e sport, edilizia residenziale e pubblica. E, se non ho capito male, il volume dei debiti trasferiti all'esercizio prossimo continua ad essere prossimo al 60 percento. E, anche qui, una considerazione: maggiore collaborazione tra le strutture dirigenziali, una più attenta analisi e valutazione per la cancellazione dei debiti posti in economia e perché no? valutare il merito anche sulla capacità di smaltire i propri residui.

Il rapporto tra spesa corrente e spesa d'investimento - lo voglio ricordare - registra un allargamento della forbice, lo ha già spiegato in parte l'Assessore La Torre, dal 67,34 percento relativo alla copertura di spese correnti del 2010 siamo passati al 71,74 percento del 2011, all'80,61 percento del 2012, mentre le spese di investimento hanno avuto questo andamento: 32,66 percento nel 2010; 28,26 percento nel 2011; 19,39 percento nel 2012. Sulla competenza la spesa corrente risulta impegnata oltre il 90 percento e pagata l'86 percento dell'impegnato in linea con gli anni precedenti, mentre i residui passivi si attestano sul 54 percento del pagato in conseguenza di un modesto risultato della sanità. Le spese di investimento registrano un impegno dell'83 percento degli stanziamenti definitivi, peggiore rispetto all'anno precedente, che era il 91 percento, e un pagato del 33,27 percento dell'imposta a fronte di un 41 percento dell'anno scorso. Riassumendo, meno soldi e meno pagamenti. Identica flessione sul fronte dei residui passivi, il totale delle due voci si attesta sul 32,41 percento, a fronte di un 35 percento dell'anno precedente. Al di là della flessione sono comunque dati non confortanti. La capacità di spesa di pagina 24 risulta superiore rispetto all'anno precedente per la competenza, ma inferiore rispetto ai residui ed evidenzia il dato dell'agricoltura e quello dello sviluppo economico che fanno segnare una percentuale molto rilevante, oltre il 70 percento riferito ai residui di nuova formazione, che illustra una scarsa capacità dell'Amministrazione regionale di concludere, entro il termine dell'esercizio, il procedimento di spesa. La capacità di spendere le risorse impegnate è certamente uno dei nodi più importanti, aggravato dalle condizioni imposte dal Patto di stabilità.

Analizzando i dati nell'arco del triennio 2010-2011-2012, gestione che quindi ha potuto beneficiare delle novità introdotte anche dalla legge di contabilità, sono ancora evidenti le discrepanze tra l'impegno e la spesa. La situazione complessiva del Paese ha accentuato le difficoltà della Regione, e così la macchina regionale ha evidenziato le difficoltà incontrate in alcuni settori. Sostanzialmente poche luci e molte ombre, e anche quest'ultime si sono allargate. L'economia regionale quindi non ha potuto beneficiare, anche perché non c'è stato, di quel cambio di passo promesso, non c'è stato quel restyling e quelle innovazioni che il PdL aveva annunciato al momento della sua entrata in maggioranza. Insomma, la macchina burocratica è rimasta la stessa, come quella macchina di Formula 1 - riprendo lo Schumacher di Chatrian - che, visti i risultati non positivi, il proprietario cambia lo staff tecnico e il direttore sportivo, per cercare di essere più competitivo, ma, ahimè, i risultati non arrivano e fotografano ancora prestazioni non in linea con il prestigio, il blasone, e i soldi della scuderia. E questo certo non è un bene per la nostra Valle d'Aosta.

Gli ultimi dati e le recenti considerazioni di Reteimprese, Confindustria e sindacati non lasciano spazio a dubbi e non sono purtroppo neanche sorprendenti. La Valle d'Aosta, come il resto dell'Italia, non cresce, anzi, e voi sapete bene quanto il tema della crescita sia centrale. Certo, la crescita dipende essenzialmente dalla capacità politica dell'Italia che oggi non c'è, di pensare interventi urgenti e riforme complessive e di inquadrarle in un disegno organico. Da noi ogni disegno di riforma viene visto in maniera parziale e separata con una logica di parte; l'esempio del taglio lineare dei contributi è figlio di questa logica, bisogna fare cassa, bisogna tagliare per risparmiare, in un modo però penalizzante per tutti, senza guardare in faccia la realtà. Ridurre e, in alcuni casi, eliminare le spese improduttive ed incentivare, invece, quei settori che possono aiutare la ripartenza e lo sviluppo. In questa situazione la Valle d'Aosta avrebbe bisogno di una Regione che riesca ad essere più efficace ed efficiente nella realizzazione delle indicazioni date dal bilancio regionale. Abbiamo bisogno di una migliore programmazione della spesa, di allocare con più precisione le risorse nei diversi anni pluriennali, di migliorare la capacità di ridurre i residui passivi, laddove c'è più bisogno di risultato concreti nello sviluppo.

In queste settimane, come Partito Democratico, nel decalogo presentato alla stampa, abbiamo detto cosa vogliamo fare per affrontare i problemi reali che vive la Valle d'Aosta, per far ripartire l'economia e per rispondere al messaggio che anche i valdostani hanno proposto con il voto. Serve cambiare la politica, rinnovare l'istituzione regionale, affrontare la crisi degli istituti della rappresentanza, rispondere ad una urgente domanda di partecipazione; partecipazione, concertazione, un metodo cioè per coinvolgere la comunità valdostana che - lo abbiamo registrato ancora una volta nelle ultime audizioni, in sede di Commissione consiliare - non c'è stato da parte degli Assessori e della maggioranza che, grazie ai numeri, poteva con tranquillità operare coinvolgendo le forze economiche, sociali e politiche di questa regione. Il Partito Democratico ha scelto invece di orientare la propria bussola verso una direzione che tiene insieme cambiamento e responsabilità, e credo che su questa strada dovremmo tutti incamminarci.

In conclusione, i tre anni considerati dimostrano con i dati e le cifre che, al di là degli annunci e delle roboanti promesse di discontinuità, la gestione del bilancio non è andata oltre la difesa dello status quo e, a volte, dell'interesse di alcuni particolari settori e funzioni. Grazie.

Si dà atto che dalle ore 12,19 riassume la presidenza il Presidente Emily Rini.

Presidente - Grazie. Ci sono altri che chiedono di intervenire in discussione generale? Non ci sono altre richieste d'intervento? Se non ci sono altre richieste d'intervento, possiamo chiudere la discussione generale. La parola all'Assessore La Torre.

La Torre (GM) - Grazie Presidente.

Intanto ringrazio tutti i colleghi per gli interventi, che sono stati tutti di alta qualità, e credo che abbiano centrato quello che dovrebbe essere lo spirito di un dibattito legato a un confronto sul rendiconto e sull'assestamento. Velocemente voglio anche rispondere doverosamente ad alcune domande che mi sono state fatte.

Vorrei iniziare dal Consigliere Chatrian...mi consenta, con spirito di collaborazione, quindi assolutamente non per riprenderla nel suo intervento, ha detto due...diciamo inesattezze, che probabilmente derivano anche dal fatto che quando lei parla della capacità di pagamento di alcuni settori, e in particolare facciamo riferimento all'agricoltura e allo sviluppo economico, probabilmente, avendo consultato la tabella di pagina 11 e non essendo andato a vedere anche i resoconti della pagina 22 e 23, ha sostenuto che per quello che riguarda l'agricoltura, per esempio, nel 2012 sono stati pagati 13 milioni...in realtà ne sono stati pagati 44 e, per quello che riguarda lo sviluppo economico, quando fa riferimento al fatto che ne sono stati pagati 37, in realtà ne sono stati pagati 97. Quindi, come vede, sono differenze importanti, che credo le siano sfuggite proprio perché sono spalmate su diverse tabelle, su diverse pagine. Ancora una precisazione per quello che riguarda il discorso che lei ha fatto, molto attento, delle partecipate, lei sa quanto anch'io sono intervenuto anche nel passato su questo e mi deve dare atto, deve dare atto all'Assessore, ma credo alla Giunta, della disponibilità e della collaborazione che c'è stata con la Commissione e anche la volontà di inserire proprio su questa onda una serie di impegni...non a caso abbiamo introdotto attraverso la Commissione, che ringrazio, anche il ragionamento sul controllo analogo, che non è un impegno che noi ci siamo assunti perché vincolati, ci sono delle norme europee, delle direttive che danno, incoraggiano ad andare in questa direzione e noi le abbiamo raccolte, proprio perché crediamo che inserire anche il controllo analogo sulle partecipate vada in parte nella direzione che lei dice.

La Consigliera Fontana ha fatto una domanda molto precisa - e io la ringrazio - in merito ai fatti accaduti al termine dell'anno scorso sui pagamenti. Ecco, la domanda è legittima, però molte volte si fa un po' di confusione, e la facevo anch'io nel passato, tra la liquidità e la cassa, liquidità intesa come denaro che possediamo e cassa come denaro che possiamo spendere. È proprio qui che interviene il Patto di stabilità e ci vincola, e ci vincola proprio sulla cassa, quindi non è il fatto di avere del denaro che è il nostro problema, è il fatto che il Patto di stabilità ci dice con precisione qual è la cassa che possiamo spendere. E qui viene fuori il secondo problema che abbiamo evidenziato: che la cassa quindi dovrebbe essere legata ad una programmazione, e se uno avesse la possibilità di fare una programmazione non si troverebbe alla fine dell'anno ad avere un problema di cassa. Ma siccome lo Stato interviene a gamba tesa, quindi senza permettere, rispettando dei tempi, quindi di concertare, noi ci troviamo a dover rifare costantemente tutto, a dover applicare il Patto di stabilità e rispettarlo, e quindi ci siamo trovati alla fine dell'anno con l'impossibilità di pagare di cassa e quindi abbiamo dovuto ritardare quel tipo di pagamento.

La Consigliera Morelli - io la ringrazio - ha fatto un'attenta analisi, ha dato anche delle indicazioni sull'ASL; ne terremo conto, per quello che mi riguarda, per il futuro, se ci sarò, una corretta autocritica, che però deve valere evidentemente per tutti.

Al collega Rosset do atto di aver collaborato molto bene precedentemente quando era Presidente di Commissione e quindi assolutamente confermo il buon lavoro che lui ha svolto. Ha espresso delle preoccupazioni che credo di avere in qualche modo espresso anch'io, all'interno del mio intervento di prefazione, l'analisi del Paese è quella che è, ce lo siamo detto, e quindi entrate e spese, è il Patto di stabilità il vero punto su cui dovremo confrontarci.

E ringrazio poi gli interventi dei Consiglieri di maggioranza. Prola ha fatto un'analisi molto attenta, concreta e ha fatto bene a sottolineare l'impegno che abbiamo mantenuto sull'anticrisi e credo che sia giusto farlo rilevare, non è una cosa da poco, questo dimostra anche un po' quella che è la sua indole, la sua conoscenza del territorio, la sua esperienza di Sindaco, e lo ringrazio.

Salzone...il collega Salzone ha svolto una relazione assolutamente importante, ha sottolineato sicuramente la consapevolezza della difficoltà di una gestione, ma ha anche fatto notare come esistano dei dati certi di una qualità della vita in Valle d'Aosta che sono indiscutibili e che ci sono riconosciuti dalle altre Regioni, e diventa difficile per noi quindi non vederli, sebbene abbia sottolineato anche l'importanza di avere questa attenzione verso le fasce più deboli che, di fatto, sono purtroppo uno dei...come dire? uno dei passaggi più importanti su cui ci dobbiamo concentrare.

Lattanzi...lo ringrazio, ha centrato tutto sul passaggio di quello che è autonomia e cambiamento, e quindi non posso che condividere molte delle cose che ha detto.

C'è ancora il collega Rigo...il collega Rigo che ha fatto un intervento molto approfondito e che ha detto una serie di cose importanti, però quello che mi viene da dire è che, per quello che riguarda il 2012, gli impegni che noi abbiamo preso sono stati il massimo che erano concessi dal Patto di stabilità, cioè noi abbiamo impegnato tutto quello che il Patto di stabilità ci concedeva di fare, per quello che poi riguarda la distribuzione...

(interruzione del Consigliere Rigo, fuori microfono)

...certo, eh certo. Per quello poi che riguarda la distribuzione degli impegni, però, mi deve dare anche atto che non è stata semplice una programmazione, perché se la spending review interviene nel mese di agosto, lei capisce che tutto quello che io ho pensato da gennaio fino ad agosto...cambia tutto, e io ad agosto devo riprogrammarmi tutto e devo dire che non è stato facile, voglio dire, e quindi è stato un anno straordinario. Per questo vi ringrazio, perché mi sembra che tutti hanno percepito all'anno straordinario che c'è stato, e quindi concludo ringraziando ancora gli uffici perché sono veramente stati sottoposti ad una pressione enorme, ma devo dire che hanno dimostrato una grande competenza. Grazie, spero di non aver dimenticato nessuno, degli interventi.

Presidente - Grazie. La parola al Presidente Rollandin.

Rollandin (UV) - Sì, grazie Presidente.

Con questa seduta si chiude di fatto questa legislatura e si apre la campagna elettorale per la prossima. Ora, è quindi evidente che le tonalità, le modalità, con cui sono presentati alcuni aspetti, nell'attesa che ci sia il "vizio del consenso", come ha detto il collega Salzone...non l'avevo mai sentito, ma è così, il "vizio del consenso", ne prendiamo atto...ripeto, prima che ci sia questo responso che ognuno legge a modo suo, in cuor suo, con ansie e sospiri, la realtà ci porta a dire che dobbiamo commentare quello che è successo e come è successo. Ora, le letture date in quest'Assemblea sono sicuramente molto profonde, ma anche molto varie.

L'esame che il relatore Lattanzi ha fatto è ricca di dati e di informazioni che puntualmente possono essere in modo chiaro lette ed evidenziate, e credo che su questo l'avranno tutti ringraziato, come sono molto chiare le relazioni nei singoli settori della Sezione di controllo della Corte dei Conti che, voglio ricordarlo, è stata inserita e in qualche modo ha iniziato a lavorare durante questa legislatura...perché prima non c'era! Io voglio ricordare che per anni era stato in qualche modo evidenziato che mancava un organo di controllo! Ora, a chi continua a dire che manca il controllo...io credo che questa volta ci sia un terzo controllo, inviterei a rileggere forse con più accuratezza, perché sia per quanto riguarda il rapporto con le controllate, sia per quanto riguarda il rapporto con l'USL, le relazioni sono molto, molto chiare e, proprio in riferimento a questi...come con gli Enti locali, che mi permetterò poi di riprendere, non avendo adesso il tempo di entrare nel merito, dove si dicono in modo esaustivo quali sono le condizioni per l'USL, le richieste che sono state portate avanti per il mantenimento di linee strategiche e di controlli puntuali, che si sono avverati, e la relazione sull'USL lo dice in modo chiarissimo: che le condizioni, sia per la spesa del farmaco che per il controllo svolto di quella che è l'attività medica, sono controlli che hanno dato una situazione positiva.

Per quanto riguarda le azioni che si sono svolte, credo che questo sia un aspetto molto importante, come lo è per quanto riguarda gli Enti locali, laddove si dice in modo chiarissimo che cosa è avvenuto, come sono i rapporti e quali sono state le iniziative prese a tutela degli Enti locali per il Patto di stabilità, che ha permesso alla nostra Regione, agli Enti locali di mantenere un equilibrio che altrimenti non sarebbe stato possibile, quindi queste situazioni...invito a rileggerle, perché forse sono molto "istruttive".

Nell'ambito di quello che è il resoconto, io vorrei sottolineare tre aspetti. Il primo: come si colloca l'azione dell'Amministrazione regionale. Voglio ricordare che durante questa legislatura c'è stata la legge n. 22, che ha completamente cambiato quello che è il modo di lavorare e di amministrare a livello regionale, con un risparmio che...ringrazio il collega Prola che ha voluto ricordarlo...ha permesso un risparmio, ripeto, di quasi 600 mila euro solo nell'ambito di quella che era la dirigenza. Non si sono aumentate, anzi, sono state ridotte progressivamente, le consulenze esterne; sono state ridotte tutta una serie di spese legali e altre varie; sono state ridotte quelle che sono le spese del funzionamento; è stata modificata la macchina amministrativa...e ne daremo conto a breve...su tutti i cambiamenti che sono stati introdotti, e tutto questo per il funzionamento della macchina che deve dare risposte puntuali, precise, efficaci ai cittadini. Questo è successo in questi cinque anni, e questo è riconosciuto da tutti.

Ora, detto questo, per la macchina in sé...è chiaro che la macchina funziona quando si hanno anche indirizzi strategici che sono dati in modo puntuale e...quali sono stati gli indirizzi durante questa legislatura? Quelli di tener conto dei vincoli che progressivamente noi abbiamo dovuto adattare, come ha detto l'Assessore. Il collega Salzone ha ricordato i 450 milioni che sono stati decurtati, quello che credo tutti paventavano, ma che tutti si auguravano anche non avvenisse subito...invece non solo è avvenuto, ma con una riduzione assolutamente spropositata e sproporzionata per le Regioni a Statuto speciale e, in particolare, per le più piccole, perché le altre hanno avuto dei ritorni diversi, anche perché per alcune Regioni...il Patto di Milano era diverso dal nostro Patto...che è l'unica Regione che ha un patto sancito con una norma di attuazione, voglio ricordarlo...è l'unica Regione, e quindi, in conseguenza di questo, non può essere cambiato arbitrariamente nei numeri. Purtroppo li hanno potuti "cambiare" nella sostanza, introducendo manovre correttive che noi abbiamo contestato, ma sappiamo, sono a termine, quindi quando ci saranno le sentenze sarà già troppo tardi, perché gli effetti saranno già di fatto evidenziati e chiusi.

Ora, rispetto a questo, noi abbiamo vissuto questa legislatura da ottobre ad oggi con la crisi, progressivamente più pesante in tutti i settori, e lì abbiamo dato degli indirizzi strategici, che se andate a vedere il programma che era stato presentato, e andate a vedere quello che è successo in questi anni, voi vedrete che noi, quello che avevamo detto nel programma, l'abbiamo regolarmente portato a termine, "regolarmente", puntando...ci saranno occasioni per fare anche questa disamina, sono molto contento che ci saranno questi...da qui a qualche giorno, in avanti, ci sarà la possibilità di dire tutto su quello che è successo. E allora quest'Amministrazione ha operato, come tutte, con la massima trasparenza, con il coinvolgimento di tutti e con la possibilità per tutti di dire quello che pensavano nelle singole fasi e sui singoli argomenti. Questo non significa che c'è sempre...che ci debba essere sempre l'unanimità su tutto...io credo, come capita, che ci sono anche argomenti su cui ci sono sensibilità diverse e questo deve succedere, è normale che succeda, per cui molte volte, come succede in una maggioranza, ci sono dei compromessi...credo che siano nella normalità delle cose!

Detto questo, l'indirizzo principale è stato quello di salvaguardare i servizi sociali e sanitari, su cui tutti, hanno, credo, potuto verificare non solo la correttezza di quello che è stato fatto, ma di come ci sia un'unicità di rapporto che non esiste da nessun'altra parte. Sugli altri settori di investimenti...anche negli investimenti sicuramente c'è stata una progressione di investimenti che ha avuto una riduzione negli ultimi due anni, i tempi si sono allungati negli interventi, anche perché su alcuni settori abbiamo avuto dei problemi autorizzativi, ci sono state...parlo di un problema per tutti, nel sistema idrico integrato, il problema dei depuratori: abbiamo avuto dei ritardi non legati alla pubblica amministrazione che aveva messo a disposizione i fondi già dall'inizio della legislatura, ma perché non c'erano ancora le progettazioni pronte, che sono pronte adesso...stanno per essere appaltati in questo momento, quindi ancora adesso non abbiamo potuto spendere i soldi, e così in altri settori dove ci sono stati ritardi.

Su tutti gli altri, l'impostazione fondamentale è stata quella di andare nei singoli settori a sostegno delle attività, anche le più piccole, anche quelle artigianali, quelle industriali e quelle che sono soprattutto collegate alla ricerca...nessuno ha ricordato quanto abbiamo speso in questi anni per la ricerca, sia direttamente, sia indirettamente collegato con l'Università di Torino, con il servizio di meccatronica che ha seguito più di 27 aziende valdostane - e anche piemontesi - che sono venute in Valle a fare ricerche collegate con il Politecnico di Torino! Non è stato, salvo un caso, ricordato quello che si è fatto sullo stato di avanzamento delle infrastrutture come la fibra ottica, che sta andando avanti secondo i programmi e con le ultime direttive che sono state approvate dall'Unione europea come investimenti; si sta andando avanti sul progetto di teleriscaldamento, che credo cambierà completamente quello che è il volto anche del comune di Aosta...su altre opere, invece, noi correttamente abbiamo detto: "dobbiamo fare una riflessione", perché ci sono dei momenti difficili in cui non si può più avere la stessa disponibilità dei tempi in cui erano state programmate, e l'abbiamo riconosciuto e detto chiaramente in quest'aula! Quindi credo che sia giusto che sotto questo profilo si faccia la riflessione che è necessaria.

Noi quindi riteniamo che le leggi che sono state approvate, che sono state richiamate durante questa legislatura, sul lavoro, sulla casa, sugli alberghi...purtroppo dobbiamo dire che la crisi è intervenuta proprio nel momento in cui si poteva avere riscontro soprattutto della legge sulla casa, degli aumenti volumetrici, negli alberghi sta andando avanti, nella casa si è parzialmente ridotta, sono stati mantenuti i mutui per la casa che continuano ad avere un risultato positivo, c'è stato un grande investimento nel settore turistico-ricettivo per la parte invernale, per tutta l'impiantistica, che non è diminuita, è andata secondo i piani, con un'impostazione strategica che era difficile da immaginare all'inizio, che è stata condivisa, dove per sostenere anche i più piccoli si è cercato di allargare, di creare delle fasce di intervento che permettono di mantenere il settore turistico nella migliore posizione in tutta la regione, quindi dando un sistema di presentazione dell'insieme omogenea, e soprattutto efficace.

Ora, tutto questo andava in una logica che è l'altra logica strategica di sostenere il lavoro, ma sostenere il lavoro non con posti solo fittizi, però sostenere il lavoro nel senso di sostenere le aziende. Vorrei ricordare, qui, che noi abbiamo sostenuto dalle più piccole alle più grandi...vedi la Cogne, tanto per intenderci, abbiamo sostenuto tutti i programmi del FES, del PARFAS, sostenendo poi...tranne i tagli che ci sono stati fatti a livello nazionale anche per sostenere le regioni terremotate, cui abbiamo aderito, come altri. Abbiamo impostato la nostra azione corale come Regione sostenendo quelle che sono le attività dei volontari, quelle che sono le attività delle varie associazioni, avendo un contatto continuo con le forze sociali e sindacali per le politiche del lavoro; l'ultimo piano delle politiche del lavoro lo abbiamo approvato qui, qualche mese fa, e si sta attuando puntualmente, con degli investimenti che sono dai 9 ai 10 milioni già solo per quest'anno. Credo che questo sia stato l'impegno che noi abbiamo cercato di portare avanti con le risorse che avevamo, sapendo che le risorse comunque sono diminuite e non aumenteranno, se non facendo ricorso ai piani di politica europea.

Noi, già da mesi stiamo preparando i piani che andranno nella logica di presentare progetti europei in tre settori strategici che sono: quelli del turismo, quelli dell'agricoltura e quello del sostegno alle politiche del lavoro. Con questo abbiamo coinvolto tutti gli attori, sono coinvolti tutti per preparare questo tipo d'impostazione, che è quella che ci darà sostegno negli anni a venire. Noi siamo coscienti che su una serie di proposte c'è e ci sarà ancora da lavorare, com'è normale, ci saranno delle possibili modifiche, è del tutto evidente che ci saranno degli interventi di restyling da fare su una serie di leggi, probabilmente per concentrare meglio le varie forze che avremo da un punto di vista economico, ma la logica con cui abbiamo cercato di lavorare è questa che abbiamo detto. Una logica che ha permesso comunque di mantenere una struttura regionale a livello di economia valida, "valida", che credo possa oggi contare non solo sul discorso degli ammortizzatori che abbiamo sempre cercato di attivare, ma su quella che è la politica di espansione...perché non dimentichiamo che stiamo continuando a monitorare ed a strutturare quelle che sono le richieste che per fortuna arrivano, di insediamenti nuovi anche in Valle d'Aosta, e che andranno a dare posti di lavoro veri e reali.

Oltre a questo, credo che noi possiamo dire che i rilievi fatti dai colleghi sono sicuramente...io li ho apprezzati, indipendentemente dal modo con cui sono stati detti o dagli auspici che chiaramente sono patrimonio di chi li dice, di vedere con possibili azioni magiche, far sparire alcune persone fisiche...ma questo lo lascio al bon ton di chi le pronuncia...

Sul resto io credo che, come tutti i colleghi della maggioranza...e ringrazio anche per il lavoro svolto in questi anni nella maggioranza da forze come il PdL, che ha lavorato, oggi ha presentato la relazione, che ha fatto un lavoro e l'ha presentato credo nel modo giusto, dicendo quali sono gli stimoli che sono stati dati per cercare di andare in una certa direzione. Non tutto si può fare, ma credo che ci siano le possibilità per valutare positivamente un lavoro difficile, perché lavorare in continua, in continua emergenza, come si è fatto in questi anni, soprattutto negli ultimi due anni, non è stato sicuramente facile!

Io ringrazio in modo particolare i colleghi di tutta la maggioranza, di Giunta e anche quelli che ne hanno fatto parte, perché quelli hanno lavorato comunque nel modo in cui credo siano stati i quattro anni precedenti. Credo che oggi siamo a tener conto di quello che è un risultato che...le cifre lo dicono, ci sono per fortuna delle cifre agli atti che dicono che cosa è stato fatto e quali sono i risultati. Io credo che questo valga molto più di tante parole, che indubbiamente si lasciano anche interpretare. Quindi io con questo ringrazio tutti quelli che hanno lavorato, ringrazio tutte le forze presenti, che sicuramente hanno dato un contributo importante con critiche costruttive, che sicuramente noi abbiamo apprezzato, e molte volte abbiamo accolto e accettato, come è giusto che ci siano in un contesto come questo. Credo che il suggerimento...e chiudo, ultimo, è quello che i tempi che si preannunciano non sono certo quelli che vanno nella logica di avere goga magoga o di dire: va bene, adesso arrivano e cambiamo, cambiamo nel senso che dovremo sempre più renderci conto che il dibattito dovrà essere serrato su quelli che sono i punti essenziali per lo sviluppo di questa comunità. Questo sarà un compito di chiunque si siederà sui banchi del Consiglio regionale per rispettare la volontà popolare. Grazie.

Presidente - Grazie. Prima di concludere i lavori per questa mattinata, colleghi, direi che il Consiglio può prendere atto delle relazioni di cui ai punti n. 3, 4, 5, 6 e 7 all'ordine del giorno, così apriremo i lavori questo pomeriggio con l'esame del disegno di legge n. 222, va bene? ...n. 221, scusate.