Oggetto del Consiglio n. 2519 del 12 luglio 2012 - Resoconto
OGGETTO N. 2519/XIII - Relazione annuale al Consiglio regionale sull'andamento della gestione della "Casino de la Vallée S.p.A.", ai sensi dell'articolo 8 della legge regionale 30 novembre 2001, n. 36, recante "Costituzione di una società per azioni per la gestione della Casa da gioco di Saint-Vincent".
Presidente - Riprendiamo i lavori interrotti ieri sera con il punto n. 17 all'ordine del giorno.
La parola al Presidente della Regione, Rollandin.
Rollandin (UV) - Grazie Presidente.
La relazione prevista dall'articolo 8 della legge n. 36/2001 dà la possibilità di fare una valutazione su quello che è stato l'andamento dei giochi nel 2011 e poi farò un breve cenno sull'inizio del 2012 per chiarire quella che è la situazione attuale.
Nell'evidenziare che sicuramente la gestione nel suo insieme ha dato un risultato economico positivo pari a 3.344.610 euro, a cui però bisogna aggiungere alcuni dati che spiegano quali sono le differenze rispetto alla situazione precedente, l'operatività della gestione si è sviluppata in un contesto che, non sto a ripeterlo, soprattutto nel secondo semestre del 2011, ha messo ancor più in evidenza la grave difficoltà economica che ha causato un crollo dei consumi a livello nazionale con conseguenze sulle situazioni del gioco. Si può pertanto dire che l'utile di esercizio, già di per sé positivo, nel senso che il risultato tiene conto di queste difficoltà, è migliorato dal fatto che le sopravvenienze nel corso del 2011 sono state positive anche rispetto al 2010 e questo è un dato importante. Il 2011 è stato il primo anno completo di operatività della nuova S.p.A. nata dalla fusione ed incorporazione della STV S.p.A., prevista dalla legge n. 49, avvenuta il 1° settembre 2010. In tale contesto la nuova Casino S.p.A. ha dovuto far fronte, come per il 2010, alle perdite strutturali delle attività alberghiere, la cui gestione potrà migliorare sensibilmente solo al termine della realizzazione degli interventi che sono in corso. La perdita dell'unità operativa servizi alberghieri, leggermente peggiorata rispetto al 2010 in ragione della chiusura nel mese di settembre di metà hôtel e del Centro congressi, è stata di circa 6.000.000 di euro. Inoltre il conferimento degli immobili da parte della Regione ha portato un aumento degli ammortamenti nell'ultimo biennio di oltre 4.000.000 di euro. Per meglio comprendere l'aumento e contestualizzare, quindi il risultato operativo della casa da gioco, se non ci fosse stata l'incorporazione della STV (6.000.000) e la parte che abbiamo detto dei 4.000.000, avrebbe raggiunto 14.000.000 di euro; credo un risultato importante. In sintesi si può quindi dire che l'obiettivo primario di mantenere in utile la S.p.A. ed accumulare ulteriore liquidità prima dell'inizio dei lavori e dei conseguenti disagi e minori introiti provocati dalla ridotta operatività sia stato raggiunto. Infatti il piano di investimenti prevede, come è logico che sia, per il corrente anno e per il prossimo (2012 e 2013), sino al raggiungimento del completamento dei lavori, una situazione di negatività dei conti economici e delle presenze dovuta alla parziale operatività aziendale, ai disagi causati alla clientela e anche alle svalutazioni patrimoniali delle strutture conseguenti alla realizzazione delle nuove spese. Le risorse liquide accumulate per un parziale finanziamento delle opere e il corposo stato patrimoniale saranno importanti proprio per i prossimi due esercizi, fino al 2014. Il risultato ottenuto è l'effetto sul fronte dei ricavi di una sostanziale tenuta e sul fronte dei costi sull'azione di contenimento degli stessi. Ciò ha permesso di ottenere dei risparmi apprezzabili che hanno controbilanciato l'unico incremento inevitabile relativo agli ammortamenti e la svalutazione principalmente dovuta all'ammortamento dei beni conferiti nelle operazioni che ho ricordato prima. Le operazioni di concentrazione aziendale e di rafforzamento patrimoniale hanno inoltre contribuito a mantenere un'elevata liquidità aziendale, che alla data del 31 dicembre 2011 risultava essere pari a 28.000.000 di euro circa.
Nel corso del 2011 la gestione caratteristica ha prodotto un aumento di liquidità di quasi 5.000.000 di euro. L'esercizio 2011 è stato un esercizio importante per lo sviluppo futuro della società, caratterizzato da un lato dalla tenuta del fatturato e dalla crescita delle presenze anche a fronte del peggiorare della congiuntura economica. L'utile conseguito è stato posto a riserva come nel 2010 e questo ha fatto crescere il patrimonio netto.
Il Casinò e Grand Hôtel Billia, tenuto altresì conto dell'oggettiva difficoltà, è un'azienda che è in una fase di grande ristrutturazione. Per comprendere le azioni portate avanti, è importante sottolineare come da due anni a questa parte il Casino di Saint-Vincent sia stato quello con la performance migliore rispetto al mercato e l'unico ad avere una crescita sul biennio sia delle presenze che del fatturato. Nel corso del 2011 i proventi di gioco sono diminuiti solo del 2,83 percento rispetto a meno 13.21 di Venezia, a meno 12,42 di Sanremo e a meno 4,08 di Campione (sarebbero meno 14, lì c'è il discorso dei franchi svizzeri che li avvantaggia). Nel biennio il settore delle case da gioco italiane ha visto diminuire il proprio fatturato globale di ben 50.000.000 di euro; Saint-Vincent in assoluta controtendenza ha aumentato il proprio fatturato di 1.100.000 euro. Giova ricordare che dal 1993 per 15 anni fino al 2008, le quote di mercato della nostra casa da gioco sono costantemente diminuite passando dal 40 al 20 percento, circa la metà. Dal 2009 hanno ricominciato a crescere attestandosi al 23,6 percento nel 2011; queste sono le percentuali, non sono molte, ma ha recuperato una parte rispetto agli anni precedenti. Questo per gli incassi. Per quanto riguarda le presenze, esse sono passate dal picco storico di 1.150.000 nel 1995 alle 561.000 nel 2008 e oggi siamo risaliti a 630.000 nel 2011.
Tutte le case da gioco concorrenti hanno chiuso bilanci in forte perdita, in particolare Campione con una perdita di circa 40.000.000 di euro, Venezia 16.000.000 e Sanremo 3.000.000. Al tempo stesso queste Case da gioco presentano una grossa sofferenza debitoria, i disciplinari in atto presso gli altri casinò prevedono una percentuale maggiore a vantaggio degli enti di riferimento - lo abbiamo detto: abbiamo modificato le percentuali, quindi adesso qui guardiamo gli effettivi ricavi, non la percentuale versata alle rispettive controllanti - per gli altri casinò, quindi figurativamente gli enti hanno maggiori entrate che però vengono annullate dalle grosse perdite, che obbligano a continue e dannose ricapitalizzazioni. Noi all'inizio di questa legislatura avevamo fatto due ricapitalizzazioni in un anno, perché i dati erano quelli che conosciamo da tempo. Queste sono le valutazioni fatte in tale intertempo.
Se si scorpora il Grand Hôtel Billia, la nostra casa da gioco è tornata ad essere quella che ha registrato la redditività migliore, infatti l'utile dell'unità produttiva casa da gioco, sommata alla quota spettante alla Regione, raggiunge 24.000.000 di euro, un totale molto superiore rispetto alle altre case da gioco. La situazione generale nella quale la nostra società ha operato è stata di relativa stabilità fino a metà estate, ma non bisogna dimenticare che alla fine di agosto il fatturato era in crescita del 3,41 percento, poi c'è stata questa difficoltà e il crollo legato anche alla crescita del mercato dei giochi pubblici, in particolare gli apparecchi di intrattenimento e i giochi di abilità a distanza, che fino alla fine dell'anno scorso hanno continuato a registrare incrementi di notevole rilevanza. I risultati positivi registrati negli ultimi tre esercizi rappresentano una conferma che la strategia che ci eravamo dati come Consiglio ha portato dei risultati. La tenuta degli introiti lordi di gioco e le quote di mercato e quelle delle presenze sono conseguenza del processo di riorganizzazione, di recupero di efficienza e di un'intensa azione sull'offerta di gioco che è stata ampliata e rinnovata, in particolare quella relativa ai giochi elettronici, ma sono stati assolutamente produttivi anche i correttivi adottati sulle modalità di approccio alla clientela e fondamentale si è rivelata l'adozione di nuove strategie di marketing e commerciali, finalizzate alla creazione di una nuova immagine della casa da gioco. L'attenzione riposta alla gestione della clientela in tema di fidelizzazione, ampliamento e rinnovamento dell'offerta di gioco si sono rivelate di grande forza ed efficacia.
Nel corso del 2011 sono proseguite le attività del piano industriale, raggiungendo gli obiettivi prospettati. Alla luce della fusione delle due unità operative, è stato predisposto un piano industriale congiunto ed un piano di investimenti che ha l'obiettivo di indirizzare le attività della nostra società fino alla fine del prossimo anno, termine temporale entro il quale dovrà concludersi la grande maggioranza dei lavori previsti. Sulla base dei risultati ottenuti con i primi interventi strutturali - ricordo la nuova Sala Evolution, il Ristorante Gaya, la nuova Poker Room, il restyling del Ristorante Brasserie - e, rispetto ai trend dei mercati di riferimento a livello europeo, è chiaro che il futuro ed il rilancio passano esclusivamente dalla realizzazione delle opere previste dal piano di sviluppo. Ricordo che circa il 70 percento degli interventi è relativo al rifacimento degli impianti e delle strutture non più a norma rispetto agli standard minimi richiesti: mi riferisco alla centrale termica, che credo i colleghi abbiano avuto la possibilità di vedere e che rientra fra gli interventi che erano di grande esigenza al di là di quello che poteva essere il restyling. Si trattava di intervenire comunque, perché c'erano dei problemi legati alle normative che non rispondevano più ai canoni previsti. È logico pensare che, se non si fosse intervenuti già a partire dal 2009, programmando e realizzando in parte il piano di sviluppo prima del casinò e poi del complesso alberghiero, oggi le aziende non sarebbero forse più sul mercato e sarebbero in condizioni di gravissima difficoltà e in totale balia della crisi.
La situazione degli interventi molto brevemente: i lavori per la creazione del Saint-Vincent Resort procedono secondo i tempi programmati, prevedono l'apertura a metà estate dell'Hôtel a 4 stelle dotato di 120 camere, di cui 9 suite, il salone esterno, oltre che del nuovo tunnel di collegamento fra l'Hôtel e il casinò. Sono in piena fase di realizzazione anche le numerose attività di formazione del personale ed organizzazione: questo è dovuto anche all'azione mirata che è stata proposta proprio per valorizzare il personale esistente, quindi costi di formazione con obiettivi specifici che si stanno concludendo proprio in tale periodo. Per il mese di novembre è prevista la consegna del nuovo Centro congressi, mentre l'ultima opera ad essere terminata sarà il nuovo centro benessere nel mese di novembre del prossimo anno. Gli ampliamenti importanti per la realizzazione della nuova centrale termica sono stati basilari per riuscire a dare una regolarità al funzionamento in base alle norme attuali.
Per quanto riguarda il restyling delle sale da gioco, è in corso la realizzazione della nuova hall di ingresso, che dovrebbe terminare a settembre. I lavori interni alle sale inizieranno entro l'estate appena acquisite le autorizzazioni ed esperite le incombenze burocratiche; si prevede la realizzazione a fasi per quanto riguarda le sale per evitare di chiuderlo (il casinò ad oggi non ha mai chiuso). La conclusione dei lavori è prevista in circa 14 mesi; si ricorda che tutti gli interventi in itinere sono effettuati senza interrompere le attività, comportando quindi delle problematiche importanti sotto il profilo delle interferenze. A giugno e luglio dello scorso anno sono stati effettuati i lavori di riqualificazione del Ristorante La Brasserie, i lavori sono stati accompagnati da un lavoro di rinnovo dell'offerta più in generale.
Nel 2011 gli introiti lordi di gioco si sono attestati a 95.585.962 evidenziando l'incremento del 2,83 percento. Nell'esercizio 2011 si è consolidato il recupero delle presenze, per quanto riguarda i singoli settori di gioco della casa da gioco, si evidenzia come i giochi elettronici, grazie agli investimenti effettuati, hanno registrato un aumento del fatturato rispetto al già positivo 2010, pari a 2.966.000 euro (più 6,71 percento). I giochi da tavolo invece - settore più in difficoltà - hanno registrato una diminuzione pari a proventi per 5.000.000. È da sottolineare come il settore dei giochi da tavolo di Saint-Vincent sia stato quello con l'andamento migliore rispetto a tutti gli altri.
Le attività dell'unità produttiva servizi alberghieri hanno subito un rallentamento nella seconda parte dell'anno causata dell'inizio dei lavori e presentano comunque, grazie al buon lavoro effettuato fino alla fine di agosto, una diminuzione attestatasi al 6.61 percento. Le presenze congressuali sono chiaramente diminuite, perché era chiuso il Centro congressi, di un meno 37 percento delle presenze. Crescono invece i coperti del Ristorante Gaya che sta incontrando, grazie alla nuova offerta, una risposta della clientela molto alta. La tenuta delle presenze alberghiere è legata alla potenzialità che si è vista nell'introdurre il canale di vendita on line, che ha permesso di migliorare la situazione con una promozione e con la vendita di pacchetti turistici. Inoltre la qualità dei servizi, soprattutto quelli di ristorante, ha consentito di aumentare la fidelizzazione della clientela. Sempre riguardo alla parte alberghiera, è notizia di questi giorni che la Tripadvisor, il più importante sito di recensione di viaggio al mondo, ha notificato al Grand Hôtel Billia per la prima volta l'assegnazione del certificato di eccellenza per il 2011. Questo importante riconoscimento è consegnato solo al 10 percento delle strutture presenti su Tripadvisor ed è sinonimo di buona qualità dei servizi erogati.
Nel corso del 2011, come è avvenuto negli ultimi tre anni, i costi di produzione sono diminuiti di 642.000 euro passando da 88.840.000 a 88.197.000. I costi totali sono leggermente aumentati a causa dell'inevitabile aumento degli ammortamenti, come detto. Il numero totale degli addetti è diminuito anche nel corso del 2011 assestandosi al 31 dicembre a 815 unità rispetto alle 840 dell'anno precedente. Gli addetti impiegati presso l'unità produttiva casa da gioco sono 650 e quelli dell'unità produttiva servizi alberghieri 165. Il costo del personale impiegato presso la casa da gioco è stabile: circa 80.000 euro pro capite, cifra superiore rispetto a settori produttivi analoghi in una forbice che va da 50 a 100 percento a seconda delle mansioni svolte. Va sottolineato che dal 2009 ad oggi la diminuzione del personale presso la casa da gioco è stata di 121 unità con un risparmio di circa 9.000.000 di euro; senza le riduzioni, peraltro in un clima di coesione sociale, il bilancio della casa da gioco sarebbe in forte perdita. Le ore di formazione complessivamente erogate sono state circa 11.000 coinvolgendo 620 dipendenti, quindi sono stati raggiunti con questo metodo quei risultati che ho appena detto.
L'assemblea convocata per l'approvazione del bilancio, lo ha approvato prevedendo di procedere, ai sensi dell'articolo 26 dello Statuto, all'accantonamento a riserva per 167.000 euro e di procedere all'accantonamento a riserva straordinaria dell'utile di esercizio di 3.177.000 euro.
Un breve cenno sull'andamento 2012 per dare un'idea di cosa sta succedendo. La crisi e la pressione fiscale in continuo aumento, l'incertezza dei mercati, la crescente disoccupazione e il calo della produzione non operano in favore dell'aumento della presenza all'interno dei giochi e del giocato. Tale congiuntura, sommata alla recente disposizione sull'utilizzo del denaro contante alla cifra massima di 1.000 euro, oltre al costante proliferare del gioco d'azzardo pubblico, genera un forte ridimensionamento dei fatturati delle case da gioco italiane. Anche il gioco d'azzardo di Stato, già in forte crescita da un decennio, quest'anno per la prima volta accusa una battuta di arresto, negli ultimi due mesi ha avuto una contrazione. Le previsioni indicano una flessione delle entrate tributarie derivanti dal gioco di Stato del 12 percento. Il management della nostra società aveva già programmato una naturale contrazione legata sia a questi fenomeni che a problemi legati alla struttura alberghiera che è in fase di ristrutturazione. Dopo un avvio molto difficoltoso che aveva fatto oggetto di chiarimenti in quest'aula legati anche al maltempo, nei primi sei mesi dell'anno la diminuzione del fatturato del casinò è stata pari al 16 percento circa. Non è consolante, ma per gli altri casinò la riduzione è stata: per Campione del 20,5 percento, per Venezia del 21, per Sanremo del 25,3 percento. Nello stesso periodo, rispetto all'anno scorso, la quota di mercato di Saint-Vincent è salita dal 22,5 percento al 23,62.
In questo momento si stanno predisponendo tutti gli atti legati ai lavori, si sta lavorando anche nei confronti della clientela VIP. Per il corrente anno e per il prossimo particolari miglioramenti sarà difficile aspettarseli proprio perché si concentrano la maggior parte dei lavori, oltre che per il perdurare della crisi. Per questo motivo, soprattutto al riguardo della struttura alberghiera, è stata effettuata l'analisi e la valutazione delle competenze, al fine di individuare le differenze con gli standard. Alla luce delle risultanze è stato predisposto un piano di interventi che prevede una ricerca di mercato di figure di eccellenza, ma soprattutto un'intensa attività di formazione.
Come già programmato nel piano finanziario, il corrente anno e il prossimo presenteranno delle sofferenze, ma questo è necessario per riportare Saint-Vincent ad avere quelle capacità che conoscevamo, anche se non tornerà mai più quello che era ai tempi d'oro. Questa è una sintesi della relazione che vi è stata distribuita. Ringrazio ancora l'Amministratore dottor Frigerio, tutti i suoi collaboratori, gli operatori ai vari livelli dei giochi, perché in questo momento di difficoltà hanno saputo interpretare correttamente il momento e quindi fare gioco di squadra per cercare di superare con il massimo impegno le difficoltà che conosciamo. Grazie.
Presidente - Dichiaro aperta la discussione generale.
La parola alla Consigliera Carmela Fontana.
Fontana (PD) - Grazie Presidente.
Dall'analisi dei dati contenuti nel bilancio al 31 dicembre 2011 del Casino de la Vallée non può, a mio avviso, che emergere una forte preoccupazione sui dati della casa da gioco. La relazione sulla gestione dimostra inequivocabilmente come le previsioni del piano industriale 2009-2011 siano molto lontane dai risultati ottenuti. Si registra infatti uno scostamento in negativo delle voci più significative, attestate a 95.585.962 euro, con una differenza in negativo di meno 2.786.328, che in percentuale si traduce in meno 2,83 percento rispetto al 2010. Se raffrontiamo questo dato con ciò che la casa da gioco prevedeva di incassare nel 2011, come riportato sul piano industriale del triennio 2009-2011, la differenza in negativo diventa enorme arrivando a ben 20.000.000 di euro in meno. Vale la pena citare alcuni dati relativi agli incassi da gioco, passati da 142.000.000 nel 2004, Campione d'Italia incassò 121.000.000 di euro e Sanremo 103.000.000 di euro; il nostro casinò ha perso così il 32,4 percento in dieci anni.
Ritengo di non dovermi assolutamente sentirmi tranquillizzata da ciò che emerge dalla relazione sulla gestione, la cui impostazione tende a minimizzare le forti criticità presenti. Quattro sono le ragioni principali che, secondo l'azienda, giustificherebbero il fatto che meglio di così non si sarebbe potuto fare: la prima ragione è quella della crisi italiana e mondiale, che ha portato il Paese in recessione; la seconda sarebbe da imputare alle nuove normative sull'utilizzo del contante; la terza è quella ascritta alla concorrenza dei giochi di Stato, oltre all'impatto negativo dei cantieri per la realizzazione del piano di sviluppo. Questi elementi non possono essere un alibi per nessuno, neppure per la dirigenza del casinò, che deve assumersi in pieno la responsabilità di non aver saputo trovare quelle condizioni di gestione positive. Oggi siamo di fronte ad una realtà che ci viene raccontata come la migliore possibile, ci si dice che, data la situazione, non si poteva dare di più. Stando a quanto si legge, l'unica cosa da fare è attendere tempi migliori. Insomma una rappresentazione avulsa dalla realtà, una realtà che i lavoratori e i cittadini valdostani, che vedono sale vuote e desolazione, non riescono a comprendere.
Nei fatti le cose stanno diversamente e le conseguenze nell'immediato futuro sui reparti di gioco lavorato, reparti che perdono in termini di introiti di più rispetto al 2010, se non si mettono in campo efficaci contromisure, potrebbero essere drammatiche in termini di ricavi e di conseguenze occupazionali. Gli investimenti realizzati finora, seppure positivi come l'apertura della nuova Sala Evolution, il rinnovo del parco slot con il loro significativo aumento e l'apertura ai residenti, non hanno portato i benefici attesi ed è evidente che, dato i cali dei giochi lavorati, non hanno prodotto ricadute importanti sulle altre aree di gioco.
A proposito dei residenti e della loro frequentazione della casa da gioco, seppure limitata in aree specifiche, nella relazione non se ne parla, invece voglio poterne parlare e dire che forse non lo si fa proprio, perché la percentuale degli ingressi dei cittadini valdostani si attesta al 10 percento, con un valore di denaro incassato dal casinò non lontano da 4.000.000 di euro e, se sono esatte le mie valutazioni, questo comporterebbe, disaggregando il dato dei residenti, che le percentuali riferite agli ingressi o agli introiti subirebbero degli abbattimenti significativi, non è con i cittadini valdostani che il casinò può risollevarsi.
Dove sono le campagne di aggressione del mercato per l'acquisizione di nuova clientela al di fuori della Valle? Per ciò che riguarda le presenze, se è vero che vi è stato un incremento complessivo del 3,39 percento rispetto al 2010, va precisato che 63.576 ingressi sono da imputare ai valdostani. Infatti, non tenendo conto dei residenti, gli ingressi di clienti provenienti da fuori Valle nel 2011 sono appena 567.217 contro i 583.017 del 2010 ed è evidente una diminuzione del 2,7 percento, pari a 15.800 clienti.
Crisi economica, concorrenza slot e le norme di limitazione dell'uso del contante possono aver condizionato il risultato finale, ma non si può imputare esclusivamente a questi elementi un risultato così negativo. Il calo rilevante dagli introiti dei giochi lavorati, quelli cioè dai giochi da tavolo, trae origine da un'evidente inefficacia degli interventi a favore della clientela. Sembra esserci nelle politiche aziendali un evidente e preoccupante cambio di strategia rispetto all'attività di gioco, che porta a mettere in secondo piano il settore di gioco.
Rispetto agli investimenti, al Grand Hôtel Billia, al Centro congressi, non servono strategie difensive che porterebbero già nel medio periodo ad un casinò fortemente ridimensionato sia come organico, sia come offerta di gioco. È indispensabile investire nelle nuove ed importanti strutture alberghiere, ammodernando le infrastrutture esistenti e dando così piena attuazione al piano di sviluppo. Nel contempo è impensabile che il casinò e i suoi reparti di gioco siano considerati alla stregua in termini di importanza all'offerta alberghiera e congressuale.
Rispetto al calo degli introiti nei giochi lavorati, è inaccettabile la tesi che giustifica la situazione preoccupante della casa da gioco con la scarsa disponibilità di denaro dei clienti. Se fosse così, analogo calo ci sarebbe stato nei giochi elettronici, dove la concorrenza delle slot è fortissima vista la crescita esponenziale e la diffusione capillare degli ultimi anni di moltissimi tipi di gioco.
Tagliare ulteriormente sul personale come su altri capitoli fa scadere inesorabilmente la qualità, producendo l'abbandono della Casa da gioco di Saint-Vincent dei clienti più esigenti e con grandi capacità di spesa. La dirigenza del casinò indichi da subito con chiarezza quali saranno gli interventi per evitare che si ripeta il risultato, che ritengo affatto soddisfacente e in qualche maniera costruito nel 2011, altrimenti i dati in questo primo trimestre 2012 sono lì a dimostrarlo. Si arriverà ad un punto di non ritorno che farà diventare quella che era una delle grandi aziende per produzione di ricchezza per la nostra Regione ad essere un carrozzone di cui se ne dovrà fare carico l'intera collettività valdostana. Grazie.
Presidente - La parola al Consigliere Lattanzi.
Lattanzi (PdL) - Grazie Presidente.
È evidente che analizzare questo bilancio 2011 della casa da gioco è l'opportunità che tale Assemblea, in qualità di azionista della casa da gioco, ha per fare alcune riflessioni. Non mi limiterei esclusivamente ai meri dati, che confermano, a nostro avviso, una gestione illuminata della casa da gioco sotto l'aspetto economico, perché sarebbe sufficiente, collega Fontana, quello che lei ha detto, cioè quel meno 2 percento in un mercato che perde il 14-15 percento, perché di questo stiamo parlando. Se ci limitassimo a questo, forse non scopriremmo il grande lavoro che in tutte le commissioni nelle quali il dottor Frigerio si è presentato è stato ampiamente spiegato. Con questo non voglio dire che il nostro gruppo sia scevro da preoccupazioni. Credo che possiamo condividere le preoccupazioni di uno dei prodotti più qualificanti della nostra offerta turistica in un contesto di grave crisi economica, che sta cercando di dare delle risposte non solo per mantenere i livelli occupazionali, ma per dare delle prospettive di cui lei parlava qualche istante fa, lei ha detto: "vorremmo sapere dalla Direzione di questa gestione del casinò...che ci indichi una direzione".
Collega, credo che lei sia rimasta un po' disattenta, perché in questi mesi tutto si può dire meno che l'Amministratore unico non abbia indicato con grande chiarezza qual è la progettualità, che peraltro è il mandato che questa Assemblea gli ha dato, cioè quello di riqualificare un prodotto turistico, economico e commerciale in un contesto di grandissima difficoltà. Il dato del meno 2,35 percento su un fatturato di 95.000.000 la dice alla grande, soprattutto se si aggiunge il fatto che questo risultato è stato ottenuto con due contesti: il primo che la seconda metà del 2011 si è caratterizzata per una crisi che ha paralizzato l'intero settore, basta guardare i dati delle altre case da gioco per comprendere che questo è avvenuto in minor ragione per la Casa da gioco di Saint-Vincent; il secondo che contestualmente - ripeto su mandato di questo Consiglio - la gestione del casinò ha iniziato il suo enorme progetto di riqualificazione; ci sono tre cantieri aperti con 80 operai al giorno!
Lavorare con un'azienda in un contesto come questo, con uno sforzo imprenditoriale come questo è come cambiare le gomme alla Ferrari in corsa! Oggi non possiamo non rilevare questa cosa, non possiamo non rilevare la capacità che c'è stata da parte del management di affrontare una sfida difficile, complessa, di affrontare un mercato complesso in un contesto di riqualificazione complesso e mantenere dei risultati economici io dico soddisfacenti. Non dico che soddisfano in prospettiva, ma che soddisfano in questo contesto, perché, quando parliamo di un meno 2,8 percento su un meno 13-14 del resto del mercato, credo che possiamo limitarci alla soddisfazione contestuale e non a quella di prospettiva. Perché non possiamo accontentarci di quella di prospettiva? Perché da quella di prospettiva noi ci aspettiamo molto di più, perché sempre questo Consiglio ha stanziato ingenti risorse, decine di milioni di euro per riqualificare il Grand Hôtel Billia che diventerà un Grand Hôtel a 4 e 5 stelle con una delle più belle s.p.a. d'Europa, perché i progetti sono stati presentati alle relative commissioni e perché contestualmente la riqualificazione della casa da gioco permetterà di riconquistare, come già sta avvenendo, quote di mercato nell'ambito del gioco di azzardo.
Senza eludere alcune tematiche che sono determinanti per lo sviluppo di tale settore, il quadro normativo è in continua evoluzione, questa è una competizione che non è che si gioca a regolamento fisso, ma la si gioca a regolamento variabile: è come se nel calcio si togliesse fuori gioco una domenica sì, una domenica no all'improvviso. Cito ad esempio le norme sull'antiriciclaggio che hanno condizionato molti giocatori a non potersi muovere con il contante al di sopra dei mille euro, per potersi fare una serata di svago presso la nostra casa da gioco; questo è un processo normativo tutt'altro che stabilizzato e fermo, ma sappiamo essere ulteriormente in evoluzione. Al quadro normativo del regolamento dell'antiriciclaggio stanno con Federgiochi lavorando al regolamento complessivo delle case da gioco e in questo contesto ai regolamenti finanziari e fiscali della movimentazione del reddito in Italia, che sappiamo essere sempre più stringenti.
In tutto questo contesto, se mi permette collega, per quelle che possono essere le competenze in termini di economia e di finanza che possiamo esprimere...ma noi esprimiamo soddisfazione per come stiamo affrontando la tempesta del mercato ed esprimiamo fiducia per il lavoro che sta avvenendo, lo vediamo con i nostri occhi, anzi invito l'Amministratore Frigerio, che so non avrà nessuna difficoltà, perché era uno dei promotori, a convocare le relative commissioni, oppure una delegazione del Consiglio per andare a fare un sopralluogo sui cantieri, per vedere l'immenso lavoro di riqualificazione del prodotto che si sta mettendo in atto, per mettere questo prodotto al centro dell'offerta turistica della nostra regione. È evidente che, se si parlerà bene del Grand Hôtel Billia come albergo a 5 stelle con s.p.a. di lusso, con centro termale adiacente, con una casa da gioco che può essere non più l'attrazione, ma l'accessorio ad una congressistica, ad un'attrazione che non sarà più dovuta, magari si tornerà finalmente a venire a Saint-Vincent non per giocare, ma per fare le vacanze e trovare un luogo nel quale, come in pochissimi altri in Italia, si può trovare anche una casa da gioco che è l'arma vincente per immaginare di mantenere i livelli occupazionali, addirittura di poterli riqualificare e rilanciare, perché è di questo che stiamo parlando. Peraltro ci sono ulteriori regole che rendono complessa la competizione, ma che noi possiamo analizzare con una certa prospettiva.
Io osservo che, mentre noi stiamo facendo uno sforzo economico di investimento titanico nella riqualificazione del nostro prodotto, gli altri casinò a noi concorrenti, almeno quelli italiani, sono fermi o sono al maquillage. Noi consideriamo questo in un momento di crisi un investimento molto intelligente. In borsa si insegna, quando si parla con chi investe in economia, che, quando il mercato scende, si dovrebbe investire e, quando il mercato sale, si dovrebbe vendere. È una logica che alcuni premi nobel hanno dimostrato non realizzarsi, perché nei mercati finanziari l'impatto dell'emotività condiziona le performance. Allora se è vero, come è vero, che in un momento di crisi se si ha una visione, investire nella riqualificazione del prodotto può aumentare la competitività dell'azienda nel momento in cui il mercato riprenderà, allora posso esprimere a nome del gruppo la fiducia per aver visto con i nostri occhi che la riqualificazione del prodotto è di altissimo livello.
Ci siamo dotati anche di professionalità importanti che hanno dato suggerimenti ed indirizzi importanti per arrivare a qualificare il prodotto e metterlo ai target più alti, laddove la crisi si sente meno, ma soprattutto quello che si sta facendo in un contesto molto difficile è presentarsi pronti alla sfida del rilancio dell'economia del 2014, 2015 e 2016 con una visione che ci deve veder pronti là, quando la competizione del rilancio economico ci dovrà vedere pronti. Noi in questo confidiamo, cioè nel mantenimento dei livelli occupazionali oggi, dell'opportunità di mantenere i fatturati oggi o di limitarli a risibili diminuzioni rispetto alla gravità del resto del mercato, ma soprattutto quello che ci ispira fiducia è vedere l'enorme titanico lavoro, frutto di un indirizzo preciso che questa Assemblea ha dato all'Amministratore unico e al management della casa da gioco con importanti investimenti per creare la proposta turistico-commerciale di Saint-Vincent e della Valle d'Aosta nel campo del turismo e non del gioco. Perché quello che ci aspettiamo dopo tutto questo lavoro è che si venga in Valle d'Aosta e a Saint-Vincent non per giocare, ma per vivere la montagna, per andare a Cervinia, a Courmayeur, per farsi una passeggiata a Cogne e sapere che alla sera, se si ha voglia, ci sono tre ristoranti di altissimo livello, slot, giochi tradizionali alla francese, cioè c'è una proposta da perla delle Alpi che è quello che ci aspettiamo da questo management e che, per quanto ci riguarda, considerato il profilo operativo che sta attuando, in questo momento riteniamo rispettato.
Ripeto l'enunciazione fatta all'inizio dell'intervento: se la collega Fontana mi chiede se siamo soddisfatti di questo bilancio, le ripeto assolutamente sì rispetto al contesto nel quale oggi questo nostro prodotto lavora e qui il ringraziamento va a chi ha avuto le capacità manageriali di poter gestire con oculatezza, in un contesto complesso una riqualificazione del personale e in un contesto ancora più complesso una riqualificazione del prodotto ed è della prospettiva che dovremmo parlare, perché, se ci limitiamo a fare un dibattito sul bilancio 2011 rispetto al 2010, stiamo parlando del paleolitico, mentre noi stiamo lavorando per il domani.
Come gruppo, quindi, esprimiamo soddisfazione per il lavoro svolto, esprimiamo sostegno politico, economico e finanziario per gli investimenti che stiamo mettendo in campo, chiediamo al management di essere attentissimo ai livelli di qualità - ma sappiamo che lo è per cultura e ce ne compiacciamo - e ci aspettiamo da questa sfida nell'arco dei prossimi 24-36 mesi di presentarci sul mercato del turismo (ripeto: non del gioco) con una proposta che si aggiunga alle perle che abbiamo in questa regione e che possa qualificare la nostra proposta turistica, perché questo è il nostro migliore investimento.
Noi certamente - lo abbiamo già detto e lo diremo ancora - dovremo immaginare anche linee di fatturato economico per questa Regione legate alla tecnologia, allo sviluppo industriale della media e piccola industria con un livello alto di tecnologia, ma è indubbio che la nostra industria primaria economica, quella che ci porta i 10/10 dell'IRPEF e dell'IVA e che tiene in piedi questa comunità con i suoi livelli di assistenza per gli anziani, per gli ammalati, per quanto riguarda la scuola che è gratuita per tutti e quindi tutto questo contesto di qualità e benessere sociale è l'industria del turismo e del commercio. Su questo credo che tale Consiglio bene abbia fatto a dare mandato alla Giunta e all'Amministratore di fare le operazioni che si stanno facendo, sulle quali esprimiamo enorme soddisfazione.
Presidente - La parola al Vicepresidente Chatrian.
Chatrian (ALPE) - Grazie Presidente.
Qualche considerazione sul bilancio 2011. Una battuta se mi permette il Presidente Rollandin: ci è spiaciuta la sua assenza ieri pomeriggio, anche se sappiamo che non poteva essere presente, visto il disegno di legge presentato dal Governo regionale e l'ampio dibattito fatto in aula, lo dico senza polemica, ma penso che la sua assenza ieri si sia sentita. Ci dispiace perché abbiamo cercato di portare un nostro contributo fattivo ad un domaine che conosciamo abbastanza bene per eventualmente migliorare un disegno di legge politicamente molto importante. Mi sono permesso di rubare 40 secondi per dire che ci è spiaciuto, perché forse avremmo potuto migliorare quel disegno di legge, ma così non è stato. Scusatemi della parentesi che mi sono preso gratuitamente.
Oggi analizziamo il bilancio 2011 della casa da gioco. Sono stato molto attento, ho apprezzato l'intervento del Presidente Rollandin, molto prudente, con un tono quasi guardingo, pacato, perché la situazione non è euforica, la situazione è difficile e devo dire che anche i toni fanno la differenza quando si affrontano dei temi importanti. Le cifre hanno il loro peso, le cifre vanno analizzate, penso che 815 occupati sia una cifra importante in un momento di grossa difficoltà; ieri mattina abbiamo sospeso il Consiglio per parlare di occupazione; quindi questo penso sia il cuore di tale discussione.
Lei ci ha evidenziato i punti salienti della relazione 2011; lei sa che noi siamo preoccupati e, come gruppo ALPE, più volte in questa sede lo abbiamo evidenziato. Tre mesi fa abbiamo presentato una mozione, nel mese di febbraio 2012 abbiamo espresso le nostre perplessità nelle sedi opportune e anche in quest'aula, che penso sia l'aula dedicata ad affrontare questi temi così delicati, quindi non andrò a riprendere i punti salienti della relazione, perché li ha ben espressi lei. Prendo due spunti che lei oggi ha dato a quest'aula: nel 2011 c'è stata una tenuta dei ricavi, questo ce lo dicono i risultati, e nello stesso tempo la società ha cercato di contenere i costi, queste sono le due voci più importanti per quanto riguarda il bilancio; l'altro dato che metto insieme, di non poca importanza, sono ancora gli 815 occupati a tempo pieno più tutto l'indotto che conosciamo, diretto ed indiretto, che la casa da gioco crea nel nostro tessuto sociale ed economico.
Lei prima ha parlato di quote di mercato, ha utilizzato un termine appropriato...non è bello parlare di..."ci consoliamo rispetto alle altre case da gioco, perché magari abbiamo perso qualche punto percentuale". Solo per spiegare questa famosa quota di mercato (che magari per gli addetti ai lavori è un concetto scontato), ci sono quattro casinò in Italia e la quota di mercato è determinata dagli introiti di ciascuno.
Due soli dati: nel 2007 - quindi non torno ai momenti quando avevamo altri introiti, nel 2002, nel 2004 o nel 2005 - la nostra quota di mercato era di circa il 23 percento, nel 2011 il Presidente Rollandin ha detto che la nostra quota di mercato è del 23, nei primi sei mesi del 2012 è sempre intorno al 23, quindi non abbiamo spostato la classifica. Spieghiamo ai valdostani che la quota è quella, non andiamo indietro, siamo tutti d'accordo che ce n'est plus comme autrefois, su quello concordiamo tutti, però dobbiamo contestualizzare la situazione.
Dobbiamo contestualizzare anche l'altro dato all'interno del sistema dei quattro casinò italiani. Nel 2007 gli introiti globali erano 514.000.000 di euro, nel 2011 sono intorno a 400.000.000, comunque più di 100.000.000 persi in quattro anni, con il trend di consolidamento che si sta avviando nel 2012 ho seri dubbi che la quota globale superi i 350.000.000. Dico questo per darci un ordine di grandezza, altrimenti non si sa di cosa stiamo parlando.
Riprendo un passaggio del collega Lattanzi, che ha detto che ormai il 2011 è andato, dobbiamo guardare cosa succede oggi e soprattutto domani. Purtroppo la situazione è difficile, il Presidente Rollandin diceva che i primi sei mesi abbiamo perso un ulteriore 16 percento degli introiti, a ieri, perché più il dato va avanti arrivando al 31 dicembre 2012, e più si consolida in un senso negativo o positivo, ma siamo vicini al 18 percento e vicinissimi ai 9.000.000 di euro, a ieri, al 10 luglio. Questa percentuale si sta consolidando, da lì la nostra preoccupazione, il gruppo ALPE è molto preoccupato. Su questo dobbiamo fare una riflessione, perché il Presidente Rollandin poc'anzi ci diceva che si chiude con un utile di risultato di 3.000.000 di euro, viste le modifiche, visto, visto, visto... Ad inizio 2009 la scelta della maggioranza è stata quella di modificare le regole: "portiamo al 10 percento la quota alla collettività", cioè a noi tutti, il resto lo gestisce l'azienda in modo da fare degli investimenti. In questi tre anni sono transitati nelle casse pubbliche circa 10.000.000 di euro all'anno, questi nel nostro bilancio e parallelamente la società ha accantonato un po' di liquidità. Questa liquidità è un gruzzolotto interessante: è intorno a 28.000.000 di euro, questa è una parte di liquidità che servirà a pagare l'investimento messo in campo, che è importante, ma che ha un impatto pesante, perché supera 70.000.000 di euro.
Con l'andamento del 2012 (da qui la grande preoccupazione), che non so se si attesterà intorno a 84-85-83, non sono né un mago, né un manager di casinò, ma con quegli introiti presunti di consolidamento il prossimo bilancio avrà delle grosse difficoltà a chiudere con un utile di esercizio. Probabilmente avrà una perdita di esercizio, si andrà a rosicchiare come un topino il buon formaggio magari stagionato o che cosa, quel gruzzolotto messo da parte in questi tre anni. Da lì il punto interrogativo: quanto sarà l'indebitamento che dovrà mettere in campo la casa da gioco, quanto sarà l'indebitamento verso le banche con accensione di mutui che dovrà mettere in campo, tutte cose dette in questi anni? Perché dico questo? Perché è un po' il gioco delle tre carte - che a me non piace e non sono neanche capace -, si dice: "noi abbiamo modificato il disciplinare, perché così paghiamo gli investimenti", invece non è così scontato e conti alla mano i conti non tornano, la società dovrà indebitarsi in maniera pesante e con questo trend questo peso aumenterà.
La scorsa settimana abbiamo voluto dettagliare meglio cosa sta succedendo nelle altre case da gioco per fare qualche confronto di natura sia economica che politica; il Presidente Rollandin ha detto prima che le altre case da gioco hanno mantenuto un disciplinare, cioè le regole, le briglie diverse, ha citato Campione, Venezia e Sanremo, con l'azionista, comunque versando delle quote più importanti, ma hanno dovuto ricapitalizzare. Quello che succedeva da noi fino a tre anni fa, quando il Presidente ha deciso di non perdere ulteriore tempo con queste ricapitalizzazioni, di parlare di casinò in tutti i momenti, di chiudere i bilanci in negativo, quindi ha cambiato le regole portandole al 10, così è più semplice e facciamo il nostro gruzzolotto. Il Presidente però sa meglio di me che in questo momento, nonostante le grandi ricapitalizzazioni che hanno fatto anche le altre tre case da gioco nel 2011, l'apporto alla collettività è nettamente più pesante e lì dobbiamo soffermarci, perché gli ordini di grandezza hanno una loro natura politica dietro. Le altre tre Case da gioco, soprattutto Venezia e Campione, hanno versato nel 2011 decine di milioni di euro defalcando la ricapitalizzazione fatta. Queste sono verifiche che abbiamo fatto la scorsa settimana con gli uffici del Consiglio regionale e vi assicuro che in questo momento le altre due Case da gioco stanno versando alla collettività molto di più.
Non è però neanche solo questa la nostra preoccupazione: la nostra preoccupazione è che, nonostante il cambiamento delle regole e dei rapporti fra l'azionista, l'Amministrazione regionale e la casa da gioco, noi ci troviamo ad avere un gruzzolotto che forse sarà mangiato a fine anno e la società dovrà accendere mutui molto pesanti. Questa è la nostra grande preoccupazione, che è di natura politica e non contabile o economica. C'è stata una scelta a monte, noi non l'avevamo condivisa, avevamo evidenziato le nostre perplessità, non siamo dei manager di casinò, non siamo dei tuttologi, ma penso che l'obiettivo, quando si presenta una relazione 2011, sia quello di fare un'analisi attenta, valutare i punti di criticità e i punti di eccellenza, o che sono stati migliorati per affrontare con una certa tranquillità le scelte da mettere in campo.
Un'altra considerazione legata ai risultati 2011 e all'andamento 2012, il Presidente prima citava giustamente - è scritto nella relazione del Signor Frigerio - che nel 2011 la nostra casa da gioco ha aumentato gli introiti dei giochi elettronici: più 6,71 percento. Dobbiamo parlare di percentuali, altrimenti ci perdiamo e l'ordine di grandezza viene un po' dopato. Nel 2012, dopo sei mesi nei giochi elettronici, noi perdiamo quasi il 20 percento, dopo grandi investimenti che sono stati fatti nella sala multiuso e dopo l'euforia che questa relazione dà al fatto che non solo abbiamo tenuto, ma abbiamo aumentato. La metto come perplessità, Presidente, su questo siamo preoccupati, perché dietro vuol dire che c'è una mancanza di clientela. C'è stato un investimento importantissimo per quanto riguarda i giochi elettronici in questi anni e il risultato ad oggi, se l'anno scorso erano 25.000.000 gli introiti nelle slot, oggi sono 20, con un 20 percento in meno, 5.000.000 di euro nei primi sei mesi solo nei giochi elettronici. Una riflessione che faccio all'aula per evidenziare le nostre preoccupazioni anche in quel settore.
Nei giochi lavorati molte volte in questa legislatura abbiamo detto che abbiamo perso così tanto negli anni 2007-2008-2009 che adesso parlare di mantenimento nei giochi da tavolo è molto difficile, però la nostra grande preoccupazione va nella direzione delle slot nel momento in cui il grande investimento è già terminato e i risultati, se l'anno scorso erano soddisfacenti, quest'anno calano in maniera importante.
Ascolteremo attentamente la replica del Presidente Rollandin, però abbiamo voluto fare un po' di chiarezza, perché troppi numeri buttati sul tavolo malamente confondono le idee, manca qualche pezzo e viene alterato il raffronto con altre realtà. Se parliamo dei primi sei mesi del 2012, dobbiamo parlare dei primi sei mesi, se parliamo del 2011, dobbiamo parlare del 2011, se parliamo di quote di mercato, dobbiamo guardarci negli occhi e dire: "nel 2007 la casa da gioco aveva un suo piccolo, o misero, o importante 23 percento, nel 2011 rimane il 23, nel 2012 rimane il 23, non abbiamo mosso la classifica per quanto riguarda la quota di mercato nel sistema dei quattro casinò italiani". Parallelamente indubbiamente qualche azione è stata fatta, ma i risultati sono questi e poi non dimentichiamo la quota alla collettività. Su questo non solo ci teniamo, ma penso sia un passaggio molto importante. Grazie.
Presidente - La parola al Consigliere Salzone.
Salzone (SA-UdC-VdA) - Grazie Presidente.
Oggi mi fa piacere rilevare che il tono del dibattito, sia per quanto riguarda l'intervento della collega Fontana che quello del collega Chatrian, è un tono che si pone nelle condizioni di avere un dialogo e un confronto sereno sui numeri, magari con una lettura non sempre convergente, ma che consente di avere un raffronto che può essere utile al dibattito.
Prima di entrare nel merito della relazione e, a proposito di contestualizzazione che il collega Chatrian ha voluto far rilevare, sono andato a cercarmi sul computer alcuni degli articoli che in questi giorni sono usciti in merito al problema dei casinò. Quando diciamo che vogliamo contestualizzare, dobbiamo essere chiari e lo abbiamo detto, chi con toni più marcati chi meno, che il mondo del gioco e dei casinò in particolare è cambiato, perché basta andare a Chamonix dove noi valdostani eravamo abituati ad andare, basta andare a Montecarlo o a Mentone, vi dico anche basta andare in Romania, i giocatori italiani andavano a Timisoara, sono tutti casinò che stanno chiudendo, oppure sono in gravissima crisi.
Se vogliamo contestualizzare il livello nazionale, poi entreremo nei numeri, perché i numeri ci servono per far capire che la strategia che abbiamo adottato è una strategia di investimento, che ci penalizza forse in questi due anni 2011-2012, ma l'obiettivo è quello di raggiungere delle posizioni che non saranno mai quelle del passato, lo ha detto il Presidente, ma che ci potrebbero far diventare nel contesto generale dei giochi ancora i leader a livello europeo, ma su questo passaggio torneremo più dettagliatamente.
Consentitemi di citare due o tre articoli brevemente. "Campione: il casinò questa volta esce il rosso, allarme per 150 esuberi, bilancio in rosso per 40.000.000 di euro, probabile lo stato di crisi, in attesa delle mosse dell'azienda si parla di contratti di solidarietà, cioè ai dipendenti si propone uno stipendio con il 20 percento in meno", questo è un articolo di questi giorni. Sempre Casinò di Campione: "il Sindaco Piccaluga si appella al Governo per affrontare la crisi, nel corso di un incontro avuto stamani presso la sede della Provincia di Como e di Lecco, chiede che si facciano carico delle difficoltà in cui si trova il Casinò di Campione...", eccetera. "Casinò di Venezia: profondo rosso per il casinò, meno 17.000.000 in sei mesi è la voragine dei conti della casa da gioco. La flessione dell'incasso, al netto delle mance registrate nei primi sei mesi del 2012, si attesta a meno 21,5 percento, trend negativo che colpisce Venezia più di Campione (meno 20,6 percento), meno di Sanremo (23,4 percento), meno di Saint-Vincent (16,8 percento)", questo articolo è del 4 luglio 2012. "Casinò di Sanremo: insostenibile il costo del personale". Cito queste cose, perché poi tornerò su questo discorso, peraltro già citato.
Dopo un ulteriore allarme lanciato dalla Corte dei Conti, nessuno lo dice in modo esplicito, perché la questione è esplosiva, ma dentro e fuori dal casinò si sta facendo strada la convinzione che la regressione dell'azienda, cioè degli incassi, è arrivata ad un punto tale da richiedere contromisure eccezionali, interventi straordinari sul personale, non licenziamenti ovviamente, ma contratti di solidarietà.
Ne ho altri di articoli, se volete, ve li posso passare. Prima di entrare nella relazione...perché, come hanno fatto bene i colleghi che mi hanno preceduto, si sono documentati e hanno fatto un buon lavoro, credo di aver fatto anch'io la stessa cosa e, parlando del Billia, c'è una notizia che voglio dare, che ci serve per capire meglio alcune cose. La notizia di questi giorni è che la Tripadvisor, il più importante sito di recensioni di viaggio al mondo, ha notificato al Grand Hôtel Billia per la prima volta l'assegnazione del certificato di eccellenza per il 2011. Questo importante riconoscimento è conseguito in media solo dal 10 percento delle strutture presenti su Tripadvisor ed è sinonimo di buona qualità dei servizi erogati. Vale la pena sottolinearlo, perché non si possono evidenziare solo le cose che voi considerate negative, consentiteci di dire che anche questa è una cosa che va sottolineata.
Entriamo pure nell'ambito del discorso della relazione. È indiscutibile che il bilancio del casinò rappresenta un momento importante di approfondimento, in quanto questa società è una delle più importanti della nostra regione, soprattutto in un momento di grave crisi economica questa struttura genera un indotto fondamentale sia per le entrate dirette che per le entrate indirette, rappresenta una risorsa fondamentale per quasi mille famiglie. Ecco perché ho riportato quei passaggi degli articoli di prima, perché questo è il concetto: circa mille famiglie che ci lavorano e anche le aziende che forniscono beni e servizi e che oltretutto bisogna pensare al fondamentale volano che è relativo al territorio e quindi al turismo.
Dopo quasi 30 anni finalmente si sta intervenendo sulle strutture con un progetto organico e che noi riteniamo ambizioso, finalizzato a riportare all'eccellenza non solo la casa da gioco, ma anche il complesso alberghiero che, come Regione, qualche anno fa abbiamo deciso di acquistare.
In questo momento la produzione, oltre che dalla pesante crisi economica, è fortemente penalizzata dalla ridotta operatività, pertanto sarà fondamentale terminare rapidamente i lavori di ristrutturazione per ricominciare a vendere un prodotto migliore, che non è solo esclusivamente il casinò, ma rappresenta una proposta più completa e accattivante. È un po' il discorso che faceva Lattanzi, ma che abbiamo fatto più volte, cioè non può più essere solo il casinò l'attrazione, ma abbiamo cercato con la ristrutturazione che abbiamo messo in atto di avere un'inversione di tendenza. Vogliamo privilegiare il turismo e il comprensorio, per poi consentire ai turisti che vogliono venire nella nostra regione di trovare anche lo svago del gioco, quindi il casinò rappresenta il nocciolo del divertimento. Forse manca qualcos'altro nel contesto, non voglio dire i soliti locali che sono funzionali ad un certo tipo di gioco, ma mi auguro anche che nel futuro questo si possa sviluppare. Non basterà l'intervento sulle strutture, bisognerà spingere affinché il personale sia all'altezza e preparato secondo gli standard richiesti, pertanto ben vengano i corsi di formazione a cui hanno fatto riferimento sia il Presidente che l'Amministratore unico nelle loro relazioni.
Le case da gioco a livello europeo soffrono in questo momento come qualsiasi altra azienda, a seguito della crisi economica e della forte contrazione dei consumi - sono notizie di questi giorni sulla grave crisi della Casa da gioco di Campione, di cui riferivo prima -, la casa da gioco sta cercando di dichiarare lo stato di crisi e garantire una continuità aziendale; questo per sottolineare le difficoltà in tale settore. Il nostro casinò negli ultimi due anni si è comportato meglio della concorrenza, partendo da un'obiettiva situazione di difficoltà, e ha costruito un progetto di rilancio che ora entra nella sua fase più difficile. Bisogna aspettare la conclusione dei lavori e puntare poi sulla spinta del marketing che finalmente potrà ricominciare a vendere un vero prodotto di eccellenza. Il nuovo Resort che sta nascendo dovrà rappresentare, oltre che un fondamentale elemento di indotto, anche un biglietto da visita per tutta la Valle.
L'esercizio del 2011 termina con 3.344.000 euro, il risultato della gestione come l'operatività si è sviluppata in un contesto soprattutto nel secondo semestre dell'anno di grave difficoltà economica, che ha causato il crollo dei consumi. Naturalmente questo è successo a tutti i livelli. Il 2011 è stato il primo anno completo di operatività fra la nuova società che ha fatto la fusione con la corporazione della STV, quindi ha dovuto far fronte come per il 2010 alle perdite strutturali delle attività alberghiere, la cui gestione potrà migliorare sensibilmente solo al termine della ristrutturazione degli interventi previsti nel piano di sviluppo. Va sottolineato che il risultato operativo della casa da gioco senza l'incorporazione della STV avrebbe raggiunto un utile che è quantificato in 14.000.000 di euro. In sintesi si può dire che l'obiettivo primario di mantenere in utile la società ed accumulare ulteriore liquidità prima dell'inizio dei lavori e dei conseguenti disagi e minori introiti provati dalla ridotta operatività sia stato raggiunto. Le risorse liquide accumulate serviranno per un parziale finanziamento delle opere, saranno strategiche per affrontare al meglio i prossimi due esercizi fino al 2014, anno in cui potrà ricominciare la piena operatività, ma soprattutto anno in cui si vedranno i primi effetti positivi di tutti gli interventi effettuati sia strutturali che organizzativi.
L'esercizio 2011 è stato molto importante per lo sviluppo futuro della società, caratterizzato dalla tenuta del fatturato e dalla crescita delle presenze, anche a fronte del peggioramento della situazione economica e dall'avvio di tutti i lavori previsti dal piano di sviluppo. Per comprendere la bontà delle azioni strategiche della società, è importante sottolineare come da due anni a questa parte il casinò sia stato quello con la performance migliore rispetto al mercato e l'unico ad avere una crescita sul biennio sia delle presenze che del fatturato. Nel corso del 2011 i proventi di gioco sono diminuiti solo (noi diciamo) del 2,83 percento rispetto al 13,21 di Venezia, al 12,42 di Sanremo e al 4,08 di Campione. Nel biennio per tutte le case da gioco c'è stato un fatturato globale diminuito di più di 50.000.000 di euro. Lo stesso vale per le presenze, passate dal picco storico di 1.150.000 nel 1995 alle 561.000 del 2008, sono diventate poi 630.000 nel 2011 e hanno avuto un incremento; questo è uno dei dati positivi che abbiamo già sottolineato.
È bene notare come tutte le case da gioco concorrenti abbiano chiuso bilanci in forte perdita, in particolare Campione con una perdita di 40.000.000, eccetera, queste sono cose che ho già detto. Al tempo stesso queste case da gioco presentano una grossa sofferenza debitoria, anche se i disciplinari in atto presso gli altri casinò prevedono una percentuale maggiore a vantaggio degli enti di riferimento, quindi figurativamente gli enti hanno maggiori entrate, ma che vengono annullate dalle grosse perdite ed obbligano la proprietà a continue e dannose ricapitalizzazioni. Noi abbiamo cercato una strada più semplice, ma anche più chiara. Se si scorpora poi da questo discorso il Grand Hôtel Billia, la nostra casa da gioco è tornata dopo molto tempo ad essere quella che ha registrato la migliore redditività. Infatti l'utile dell'unità produttiva casa da gioco, sommato alla quota spettante alla Regione, raggiunge la cifra di 24.000.000 di euro, totale superiore rispetto alle altre case da gioco. A questo bisogna aggiungere le decine di milioni di imposte che rimangono a disposizione della nostra Regione.
I risultati positivi registrati negli ultimi tre esercizi rappresentano una conferma della bontà delle strategie, intese nel più ampio senso del termine, messe in campo dallo staff aziendale per arrestare quel trend negativo che aveva caratterizzato l'andamento degli introiti di gioco negli ultimi anni. La tenuta degli introiti di gioco, la crescita delle quote di mercato come delle presenze è una conseguenza del profondo processo di riorganizzazione e di recupero di efficienza, di rinnovamento e di cambiamento. Due sono i fattori: il primo è l'offerta di gioco che è stata ampliata, rinnovata, in particolare quella relativa ai giochi elettronici; il secondo è che sono state adottate delle nuove strategie di marketing e commerciali, che hanno permesso la creazione di una nuova immagine della casa da gioco, conseguita grazie alla perfetta sinergia prodotta fra l'offerta di gioco e il divertimento. In tema di marketing è stato proseguito il consolidamento di una nuova immagine aziendale, che è quello su cui ci siamo da sempre battuti.
Sempre nel 2011 sono proseguite le attività previste nel piano industriale, di cui è stato detto anche nelle relazioni relative agli esercizi 2009 e 2010, raggiungono l'attuazione quasi totale degli interventi che avevamo prospettato.
È importante soffermarsi sull'elemento di più grande rilevanza per il futuro del casinò: l'andamento del piano di sviluppo; gli interventi strutturali più importanti sono quelli della Sala Evolution, del Ristorante Gaya, eccetera. Ricordo poi che la maggior parte degli interventi è relativa al rifacimento degli impianti e delle strutture che non erano più a norma rispetto agli standard minimi richiesti ed è logico ipotizzare che, se non si fosse intervenuti già a partire dal 2009, realizzando in parte il piano di sviluppo prima del casinò e poi del complesso alberghiero, oggi la nostra azienda non sarebbe sul mercato o lo sarebbe in condizioni di gravissima difficoltà come le altre e in totale balia della crisi. È certo che nel giro di poco tempo, a causa dello stato degli impianti e delle strutture, senza interventi sia il casinò che l'Hôtel avrebbero rischiato la chiusura.
Per quanto riguarda l'andamento dell'attività da gioco relativa agli ingressi, qui sorvolo perché è stato detto nella relazione. Si noti bene però che l'aumento nel biennio delle presenze è confermato anche scorporando le presenze dei residenti, perché già in passato era stato detto che questo era un aspetto che aveva portato degli incrementi, ma dai dati non è così.
Un breve cenno ai primi sei mesi del 2012 va fatto, perché è anche il periodo che ci preoccupa di più, per i motivi già detti. Nei primi sei mesi dell'anno la diminuzione del fatturato del casinò è stata pari al 16 percento circa, peggio hanno fatto tutti i casinò concorrenti che provengono da tre anni di continue diminuzioni di fatturato: Campione ha registrato meno 20, Venezia 21 e rotti, Sanremo 25. Nello stesso periodo rispetto all'anno scorso la quota di mercato di Saint-Vincent è salita da 22,57 percento a 23,62. Per il corrente anno e per il prossimo non è possibile aspettarsi particolari miglioramenti in quanto, a parte la crisi economica, il prodotto Resort è in fase di costruzione; in questi due anni sarà fondamentale accompagnare i cambiamenti strutturali con quelli organizzativi e strategici con assoluta attenzione, ci pare che siamo assolutamente in linea. Essenziale sarà l'innalzamento del livello dei servizi e la preparazione del personale a tutti i livelli, pertanto soprattutto riguardo alla struttura alberghiera è stata effettuata l'analisi e la valutazione delle competenze per individuare i gap rispetto agli standard previsti. Alla luce delle risultanze, è stato predisposto un piano di interventi che prevede la ricerca sul mercato di alcune figure di eccellenza, ma soprattutto un'intensa attività di formazione. Lo sviluppo di un programma di marketing sarà essenziale per il lancio del Resort, le prime attività di comunicazione del progetto sono già iniziate insieme ai primi contatti con operatori stranieri - qui si citano i mercati russi e cinesi - ed è chiaro che le attività promozionali si dovranno sviluppare con tempi coerenti con l'andamento del piano di sviluppo.
Come già programmato nel piano finanziario, il corrente anno e il prossimo presenteranno delle sofferenze di bilancio, ma questo è necessario per riportare il casinò a primeggiare a livello europeo.
Per concludere, i risultati ottenuti nel 2011 sono sicuramente apprezzabili e al di sopra delle nostre aspettative, anche perché ottenuti in un contesto di forte difficoltà economica e strutturale che abbiamo più volte sottolineato, difficilmente si sarebbe potuto fare meglio in questo momento particolare della vita del nostro Paese. Un grande apprezzamento va a tutti i lavoratori, che grazie a una rinata motivazione hanno espresso il meglio, distinguendosi rispetto alla concorrenza per impegno e visione. Naturalmente questi apprezzamenti per il lavoro svolto fin qui sono figli di uno staff manageriale che consideriamo all'altezza, coordinato da un Amministratore unico, Luca Frigerio, al quale confermiamo senza tentennamenti la nostra fiducia.
Presidente - La parola al Consigliere La Torre.
La Torre (FA) - Grazie Presidente.
Come è stato detto, la relazione sul casinò è un'occasione importante per il Consiglio per dibattere su un tema su cui questa Regione deve essere molto attenta, però, pur partendo da presupposti diversi che sono quelli di schieramenti politici diversi, credo che, se vogliamo svolgere pienamente questo tema, non possiamo non prescindere almeno dalla condivisione di alcuni punti, che sono più di carattere politico che di carattere economico, anche perché non è solo necessario addentrarsi in modo specialistico all'interno del bilancio, come è stato ben fatto in quest'aula, ma forse occorre fare anche qualche valutazione politica per dare ragione delle cose che stiamo dicendo.
La prima valutazione è che dobbiamo tener conto del ruolo di volano complessivo che ha questa struttura sul territorio valdostano, un volano generale che è ben diverso da quello che giocano altri casinò nel resto del Paese, come Campione o Sanremo. Per noi il ruolo del casinò è strategico e baricentrico rispetto ad una serie di valutazioni che possiamo svolgere conseguentemente.
Il secondo elemento politico è quello occupazionale: la nostra è una regione di 130.000 abitanti e, quando parliamo di una casa da gioco che dà lavoro a 815 persone, dobbiamo considerare questo non solo come un dato economico, ma come un dato politico-sociale. È evidente che questo ha un suo peso, riportato anche nell'economia territoriale e in un'economia complessiva del quadro dell'occupazione in questo momento in Valle.
Terzo elemento politico è l'indotto, perché il volano generale dato dal casinò, che non è solo di aspetto turistico, ma anche di aspetto di indotto economico è fondamentale. All'interno della struttura del casinò e di quello che vi gira intorno sappiamo bene quanto è generato dal bilancio del casinò. Questi tre dati politici non solo non vengono intaccati, ma vengono tutelati e salvaguardati, lo si evince con molta chiarezza all'interno di tale relazione, basta andare a leggere i giornali per vedere che quello che accade in altre regioni è di tutt'altra specie.
Questi dati politici di salvaguardia dei posti di lavoro, di salvaguardia del ruolo di volano di tale struttura e dell'indotto sono dati politici fortissimi, su cui, se ci fosse una condivisione, non potremmo a tale punto non riconoscere che le azioni che sono portate avanti da questo Consiglio e da questa maggioranza sono azioni giuste. Sono azioni giuste, perché intanto tendono a sostenere una trasformazione che va nella direzione di un rilancio di questa struttura; sono giuste perché sostengono un management che in un momento di difficoltà ha necessità di essere sostenuto e che deve sentire che alle spalle ha una volontà politica precisa di mantenimento di questi presidi, che abbiamo definito come elementi politici importanti. È una posizione giusta, perché deve dare la sensazione al personale del riconoscimento della loro professionalità e di una visione prospettiva del loro lavoro. Abbiamo letto sul giornale di pochi giorni fa del Casinò di Venezia: 150 posti persi. Allora credo che questi siano elementi che non solo devono far leggere questa relazione per quelli che sono i dati, dati che, fra l'altro, Signori, parliamoci chiaro, quando qualcuno viene a parlare delle modifiche del disciplinare, ma sappiamo di cosa stiamo parlando? Sappiamo che siamo sotto l'egida del patto di stabilità e che qualunque cifra ci fossimo fatti dare dal casinò e, se fosse rientrata nel bilancio regionale, non potrebbe essere stata spesa? È questo il senso che ci vogliamo dare: di sottrarre delle risorse allo sviluppo per portarle all'interno di un avanzo di amministrazione? Non credo che questo sia l'obiettivo politico che questo Consiglio ricerca, ma nemmeno voi dell'opposizione. Riconosco anche a voi tale volontà di buon senso, perché penso, se questi punti sono condivisi, che la volontà comune sia quella di ottenere la massima valorizzazione del bene. Il problema quindi non è scontrarci e non è nemmeno quello di fare i certosini su un bilancio, ma è quello di condividere una politica che tende a sostenere un bene primario di questa Regione per i motivi per cui lo abbiamo definito e che soprattutto in prospettiva potrà essere, come ha detto bene il collega Lattanzi, quell'elemento turistico in più che permetterà alla nostra Regione di differenziarsi rispetto ad altre realtà.
La cosa è molto semplice. Ho apprezzato i toni molto pacati che avete usato, però vi invito a comprendere che non è solo una questione di meri dati, anche perché, se poi vogliamo andare a vedere il quadro nazionale, lo abbiamo letto su Il Sole 24ore di ieri: c'è un crollo del gioco del lotto del 20 percento, forse di più. In contrapposizione a questo crollo e che c'è un aumento del gioco di slot del 20 percento. Vi rendete conto di quanti mini casinò sono nati sul territorio italiano? Uscite dalla Valle d'Aosta, che è una Regione anomala per questo verso e andate a vedere a Torino...
(interruzione del Consigliere Donzel, fuori microfono)
...allora, se uscite, le vedete le cose e allora non potete venire qui a dire che le cose non le sapete! Mi fa piacere che me lo confermi.
Avete visto cosa hanno costruito sul territorio italiano? Mini casinò mascherati...ovunque ne hanno costruite di queste sale e, se prendiamo atto di questo e prendiamo atto di una situazione che è stata ben spiegata sia per le normative dello Stato, sia per la concorrenza sleale creata da questi mini casinò, i risultati, anche se andiamo nell'analisi dei dati, sono confortanti.
Per ragioni politiche la nostra azione si dimostra un'azione che ha un senso, si dimostra un'azione che continuo a dire vuole anche essere condivisa, non è che vogliamo prenderci la paternità di essere quelli che fanno delle cose, noi pensiamo che queste siano delle azioni che questo Consiglio può condividere: ecco perché vi invito a riflettere e a condividere. "Sì" quindi al senso politico, "sì" al senso economico, questa è una relazione che sicuramente lascia delle preoccupazioni, ma che, rispetto ad un quadro complessivo e generale, tranquillizza non solo noi per le azioni che stiamo facendo, ma deve tranquillizzare anche chi opera all'interno del casinò e soprattutto i valdostani che devono capire che stiamo puntando fortemente alla valorizzazione di un bene primario, come è il Casinò della Valle d'Aosta.
Presidente - La parola al Consigliere Donzel.
Donzel (PD) - Grazie Presidente.
Solo una piccola integrazione per chiarire alcuni passaggi della discussione in atto, posto che i numeri parlano chiaro e tutti hanno sostenuto che andiamo meglio di chi va peggio, quindi è questa la timida soddisfazione dell'aula del fatto di affondare più lentamente. In questo mi riferisco ai dati sul casinò. Tutti gli esperti colleghi hanno potuto rimarcare come il dato generale sia un dato di tutti i grandi casinò italiani, non è solo una questione locale: è una questione generale, come crescano questi casinò on line, il dato degli ultimi quattro mesi è sconcertante: 14 punti di crescita percentuale, sono arrivati a raccogliere 45.000.000 di euro con una crescita, qualcuno dice lo Stato ci perde da una parte, ma ci riguadagna dall'altra, perché 9.000.000 di euro incassati solo dai casinò on line con la tassazione, quindi lo Stato fa sempre cassa. Siamo noi che dobbiamo confrontarci invece con il problema della casa da gioco.
Credo allora che il progetto iniziale che partì all'inizio di questa legislatura mirasse soprattutto al rilancio della casa da gioco, poi questioni indipendenti dalle nostre volontà, come la crisi economica, abbiano stravolto lo scenario e se ne sia creato uno leggermente diverso su cui bisogna far chiarezza. Non a caso il Presidente ha detto correttamente: "questo è il primo bilancio Billia più casinò", cioè non stiamo più parlando del vecchio casinò, in questa legislatura il vecchio casinò non esiste più. Infatti è lo stesso Frigerio in una bellissima intervista rilasciata al Corriere della sera-economia che lo dice: "i casinò di una volta avevano un meccanismo primordiale anticipatorio del federalismo fiscale, tanto che spesso le case da gioco venivano realizzate in territori depressi - Campione è un po' particolare come concetto, ma probabilmente si riferiva soprattutto a Venezia o alla Valle d'Aosta, parlava di tutti, ma pensava a noi... - proprio per incoraggiarne la crescita economica e creare occupazione". Questo grande obiettivo del casinò che forniva denaro alle casse della Regione è oggi completamente esaurito, oggi è già tanto se il casinò salva sé stesso. La mia prima preoccupazione è proprio questa.
Farò solo due passaggi su due questioni: il primo riguarda il casinò e il territorio, il secondo il casinò e l'occupazione. In questo tentativo di salvare il casinò si crea il Resort Casinò, cioè una cosa che mette insieme il gioco di azzardo con l'attività dell'Hôtel, ma se prima era il gioco d'azzardo il fulcro, l'attrattiva, il perno, ora il gioco d'azzardo è completamente spento e diventa quasi una cosa aggiuntiva, accessoria, cioè: "vieni nel nostro Resort, dove c'è di tutto e di più che ti facciamo anche magari giocare". Questo mi preoccupa, perché questo non è il rilancio della casa da gioco, ma è inventarsi un nuovo sistema di fare attività turistica. Visti gli ingenti investimenti sul casinò, sul gioco, è molto preoccupante, perché non è detto funzioni completamente tale meccanismo in cui ora il casinò è quasi subordinato. Spesso emerge questa visione dell'importanza del Resort, parlavamo di casinò oggi, ma alla fine è venuta fuori la S.p.A. più bella d'Europa ed io aggiungo: non dimentichiamo gli outlet e quanto ci sarà lì dentro... Mi viene però in mente che Saint-Vincent è una città importante, pochi giorni fa sono state inaugurate le terme - mi rammarico perché sarei andato volentieri anch'io all'inaugurazione - e alle terme abbiamo la Social S.p.A., la Private S.p.A., la Sunny S.p.A., la Baby S.p.A. e poi ci facciamo anche la S.p.A. più meravigliosa d'Europa dentro il Resort, ma quante S.p.A.? Quella è una S.p.A. privata, questa sarà la S.p.A. che avrà le spalle coperte dal pubblico, quindi il tema qual è? Ma non è che stiamo creando un super mega - faccio un paragone grossolano solo per farmi capire - come abbiamo fatto nel territorio intorno ad Aosta, dei grandi magazzini che poi hanno ciucciato tutta l'utenza commerciale e hanno distrutto il piccolo commercio, hanno annientato le piccole attività e continuiamo fra l'altro a costruirne di questi supermagazzini finché ce n'è, dicendo ai commercianti: "vi sosteniamo, vi aiutiamo, siamo con voi", quando invece stiamo creando una roba che assorbirà quei turisti che sono anche già in calo, salvo magari il pezzo del 5 stelle, che può essere un elemento aggiuntivo, potenziante di tutto il territorio valdostano, ma rischiamo di attirare lì togliendo altrove. Abbiamo il ristorante più bello che c'è, allora chi va a mangiare nel ristorante nel centro di Châtillon? Chi va a mangiare nel ristorante a Saint-Vincent se c'è il più bel ristorante nel Resort? Non è che stiamo facendo una cosa megagalattica tutta chiusa, pubblica, in contrasto con le energie imprenditoriali territoriali? Non era invece il casinò una cosa che attirava giocatori che poi si spandevano sul territorio creando ricchezza? Qui stiamo invece invertendo, il casinò non ha più potenzialità, creiamo una struttura vicino e questa struttura, anziché fare sinergia con il territorio...e mi sono permesso di specificare bene: escludo la questione del 5 stelle, ma c'è un enorme 4 stelle che fa questa cosa.
Mi si dice che c'è l'attività congressuale che viene potenziata; allora vado a vedere l'attività congressuale di questi mesi a Saint-Vincent. Tutti dicono: "è chiusa", ma qui c'è il trucco, non è chiusa, perché sono state create delle immense sale congressuali. Mi spiegate quelle immense sale congressuali che ha creato il Comune di Saint-Vincent per chi diavolo le ha create, per fare quali congressi? Quale congresso è stato fatto? Ve lo dico io: la presentazione delle Terme di Saint-Vincent! Nelle immense sale congressuali del Comune di Saint-Vincent! Un'attività congressuale - l'ho detto tre anni fa - non si crea dal nulla: è un'attività che deve essere permanente, non è che parte il Resort e adesso andiamo a vedere quattro convegni da mettere su, non è così che funziona! Avevamo detto: si può già organizzare una équipe specializzata che lavora sull'attività congressuale che, questa sì, potrebbe creare delle sinergie sul territorio? Non ci risulta che questo sia stato fatto, quindi sul ruolo del casinò e del Resort come motore dello sviluppo territoriale, se voi ci chiedete se condividiamo questo progetto, io esprimo delle grosse riserve, perché temo che questo non sia motore di sviluppo per la piccola imprenditoria del comprensorio, ma che anzi assorbirà su di sé tutta l'utenza che è già in calo. La cosa è dimostrata dalla necessità di intervenire su questi territori con degli interventi aggiuntivi, cioè noi abbiamo aperto le terme in un territorio come Saint-Vincent e Châtillon, un investimento importante costruito con un progetto molto interessante. Investiamo tantissimo sul casinò, ma poi siamo costretti su quello stesso territorio - sto facendo un ragionamento generale che cerca di spiegare che le ragioni oppositive sono ragioni che magari la maggioranza può non condividere, ma sono ragioni - ad investire altro denaro, ad esempio con il ritiro della Juventus. Non ha niente a che vedere con le polemiche, ma è il ragionamento, cioè su un territorio dove già ci sono tanti investimenti il territorio piange, cioè i commerci, i bar piangono, allora bisogna fare un intervento aggiuntivo. Si cala un asso aggiuntivo e questo significa che le scelte strategiche di cui si parla ad oggi non stanno dando i risultati attesi e per il futuro richiederanno degli interventi suppletivi per sostenere le attività commerciali private individuali, perché la gente dirà: "qui non c'è abbastanza gente che viene, fate qualcosa perché siamo con l'acqua alla gola" e ci si inventa oggi la Juventus, domani qualcos'altro.
Vi è quindi una seria preoccupazione, ma poi vengo all'ultima cosa, non voglio farla lunga per non passare per uno che fa dell'ostruzione. C'è una cosa interessantissima che dice l'Amministratore delegato sulla situazione che è passata in sordina, si è detto: "guardate che Venezia sta parlando di ridurre il personale, a Sanremo le cose vanno malissimo", guardate che le cose vanno malissimo anche per gli 815 della Valle d'Aosta, perché Frigerio nella sua intervista parlava di tutti i casinò, solo che qui qualcuno sull'occupazione ha cercato di glissare e di parlare di altri soggetti. Frigerio ha detto: "sembra che questi dati allarmino ulteriormente gli addetti ai lavori, tanto che il terreno di disputa si è ormai spostato sulla contrattazione aziendale ormai incapace di legare produttività e salario". Durissimo attacco dell'Amministratore del casinò agli attuali contratti dei lavoratori. Commenta Il Sole 24ore: "ogni casinò ha al suo interno il proprio contratto di riferimento e la concertazione sindacale avviene in maniera polverizzata, senza passare dalle logiche della contrattazione collettiva". In altre parole dice è il meccanismo contrario di quello delle aziende, vedi FIAT, che invece insistono sulla contrattazione decentrata e ritengono sia anacronistico affidarsi a quella centrale. Qui i casinò - tradotto - hanno paura di dire ai dipendenti: "guardate che qui si sforbicia", stanno cercando di dire: "dobbiamo fare un accordo tutti i casinò insieme e diamo la sforbiciata tutta assieme, così diamo la responsabilità al Governo nazionale, alle logiche nazionali, noi volevamo mantenervi il vecchio contratto aziendale, ma bisogna applicare un contratto collettivo nazionale, magari lo dice la CGIL, lo dicono quelli di sinistra, noi vi avremmo tenuti lì". Allora queste sono le cose di cui bisogna discutere in questa sede: che fine farà la contrattazione?
Frigerio ha detto: "sarebbe necessario - non sono parole di Donzel: di cosa dobbiamo parlare qui dentro? - superare vecchie divisioni ed inquadrare gli addetti in un contratto assimilabile a quello del turismo (uno dei più bassi che ci sono in circolazione!)". Rincara Frigerio, commenta il giornalista del Corriere della Sera, sullo sfondo fra l'altro si stanno stagliando le prime richieste di ammortizzatori per gli esuberi. Lo stanno facendo gli altri casinò, non il Casinò della Valle d'Aosta, ma questo è un tema. Allora non possiamo venir qui a dire come ha fatto qualcuno, riconosco che il Presidente è stato molto cauto nei dati, con una situazione che è quella che è, cercare di dire che qui le cose vanno meglio che altrove. Qui la situazione è delicatissima soprattutto per gli 815 dipendenti del casinò, non facciamo finta di niente dicendo che tutto va bene, quando ci sono queste dichiarazioni! Che debba poi esserci da parte di tutti lo sforzo per salvare l'occupazione del casinò, siamo i primi a dirlo, ma che questo non avvenga a scapito della piccola imprenditoria - piccola per modo di dire, per noi alcuni alberghi di Saint-Vincent sono imprese di rilievo - e a scapito del territorio! Questo è il concetto che volevo rappresentare, quindi qualche perplessità è bene averla e non lanciare grida di entusiasmo rispetto agli altri casinò, perché per una crisi enorme che coinvolge tutto il mondo del gioco bisogna guardare più in là e non solo allo scalino del 2013, perché le sorprese post elettorali le abbiamo già viste sui buoni di benzina ed altro.
Presidente - La parola al Vicepresidente Chatrian, per il secondo intervento.
Chatrian (ALPE) - Grazie Presidente.
Per fare qualche considerazione dopo aver ascoltato attentamente i colleghi che sono intervenuti sulla relazione soprattutto con considerazioni di natura politica. Io di mestiere non faccio né il certosino, né il ragioniere, sono architetto di professione e qualche considerazione in più è d'obbligo, altrimenti manca un po' di chiarezza. Vorrei fare chiarezza sulle ultime considerazioni che ho fatto, legate ad una scelta che la maggioranza ha fatto, che è stata quella che conosciamo, collega La Torre, sulle nuove regole messe in campo nel 2009, le conosciamo, grazie per averci illustrato le sue, che accettiamo volentieri, ma le conosciamo. Proprio su questo mi soffermo per chiarezza, non solo con lei, ma con l'aula, con tutti coloro che ci ascoltano, con i valdostani.
Gli introiti del Comune per il 2010 per il Casinò di Venezia sono stati 93.000.000 di euro, io non ho parlato di 93.000.000 di euro ad esempio perché devono essere decurtati 28.000.000 di riduzione di capitale, da 90 passiamo subito a 60, anche se la convenzione fra la casa da gioco e il Comune di Venezia prevede un introito annuo per il Comune pari a 107, mai raggiunto. Solo per chiarezza e per mettere sul tavolo gli ordini di grandezza, perché 107 mai raggiunti, 90, andiamo a 60, tant'è vero che ho parlato prima di decine di milioni di euro, non ho parlato né di 90, né di 107, solo per contestualizzare le risorse versate alla collettività. Per quanto riguarda il Casinò di Sanremo, nel 2011 sono stati versati 13.009.000 euro. Per quanto riguarda il Casinò di Campione, c'è una nuova casa da gioco realizzata nel 2007, quindi contestualizziamo pure tutti i dati e le scelte fatte e gli introiti per il Comune per il 2011, quando c'è stata una flessione del 2 percento rispetto al 2010, sono stati di 63.845.000 franchi svizzeri. È solo per contestualizzare di quello di cui stiamo parlando e di cosa gli altri casinò trasferiscono nelle casse pubbliche, al di là delle piccole regalie che rimangono nel sistema Valle d'Aosta.
Una riflessione in più poi: la scorsa settimana con i colleghi del gruppo abbiamo letto attentamente un articolo su "Incontri di civiltà su San Luca da Frigerio, patrono del gioco italiano", dove si fa la cronistoria di cosa è successo in questi ultimi 40-50 anni: "i tempi sono proprio cambiati, Frigerio ha dalla sua un aspetto fresco e cordiale e, quando parla, è animato da un più che ragionevole ottimismo, che contagia l'interlocutore. Frigerio in realtà è il frutto di una vera e propria rivoluzione culturale, che ha investito, mutandolo radicalmente, il mondo del Casino de la Vallée. Bisogna riflettere che, essendo il casinò un centro di potere enorme per il microcosmo valdostano, tutti i maggiorenti della Regione cercavano di metterci lo zampino, a maggior ragione da quando l'Amministrazione regionale ne aveva ripreso direttamente la gestione e l'ambiente era in larga misura degenerato: amici, amici di amici, compromessi, qualche imbroglio, talvolta ruberie, basta leggere le cronache giudiziarie degli ultimi venti anni per mettere a fuoco quale fosse la situazione. Situazione che si è fatta affannosa con la crisi della casa da gioco quando anche lo Stato ha scoperto per le sue casse il gioco d'azzardo. Così al nuovo Governatore della Valle d'Aosta, Augusto Rollandin, è venuta l'idea, come di consueto intelligente, di risolvere questo ginepraio chiamando da fuori (Campione d'Italia) un trentacinquenne neppure blasonato, non era ancora un dirigente, ma intelligente, ambizioso con molta voglia di fare, nominato Amministratore unico, prima vera rivoluzione dopo 50 anni di consigli di amministrazione carichi di veti incrociati, senza alcun legame con il territorio e con le sue eventuali faide. Frigerio ha fatto piazza pulita di tutti i vecchi manager più o meno compromessi e ridato aria nuova alla casa da gioco. Il tutto non senza qualche trauma". Sempre su questa rivista c'è una domanda diretta: "Lei ha come padrone un politico, è facile il rapporto?" Frigerio risponde: "sono sempre stato colpito dalla voglia di fare e dall'impegno del mio azionista, insieme creiamo progetti, gestiamo, ma cerchiamo le risorse, in questo senso talvolta mi dimentico che l'azionista è un politico, perché questa mentalità è da imprenditore".
Grazie.
Presidente - La parola alla Consigliera Carmela Fontana, per il secondo intervento.
Fontana (PD) - Volevo fare anch'io delle precisazioni. Dalla discussione che è venuta fuori dalla maggioranza...non so se ho capito male io, ma mi sembra che si stesse parlando del bilancio del casinò e io ho fatto delle valutazioni su tale bilancio. Mi sembra che va nella direzione...ho apprezzato molto il Presidente, che è stato abbastanza corretto nel dire le cose positive e le cose negative dove ci sono delle preoccupazioni, come penso abbiamo tutti. Quello che ho sentito dopo invece mi dà l'idea che noi non siamo d'accordo per il rilancio delle strutture, assolutamente non è così! Io le condivido, devo dare merito che si sta facendo un grande lavoro, sono stata con la commissione e ho dato atto di questo, perché non voglio dire che non sono d'accordo e che non andava fatto, questo sicuramente aiuterà in futuro il rilancio, ma, secondo me, si sta perdendo di vista il rilancio della casa da gioco, a parte quello che si sta facendo e che andava fatto. Sono d'accordo - parlo a livello personale - che si stanno facendo dei grandi lavori, è un investimento che andava fatto, perché la casa da gioco stava cadendo a pezzi e andava riqualificata. Io non sono una grande intenditrice di queste cose, perché non frequento tante case da gioco, ma nella mia piccola esperienza...mi dà l'idea che si stia perdendo di vista il problema, che è la casa da gioco e le perdite che registra in risorse ed ingressi. Forse va fatto un rilancio nei giochi da tavolo, dove abbiamo perso tantissimo. Non dico che sia facile, poi se devo dire che, in confronto agli altri casinò, il nostro va meglio e dobbiamo essere contenti, per me questa è una magra consolazione.
Viste le risorse che stiamo impegnando per ritirare su la struttura, bisognerebbe vedere di non trascurare proprio la casa da gioco, che, secondo me, va al primo punto, perché il resto viene da sé. Se vado al casinò, è logico che devo avere dietro delle strutture efficienti, ma è alla casa da gioco che devo fare attenzione. Il mio discorso va in quella direzione: vedere cosa si può fare per attirare quei clienti che abbiamo perso magari dando più servizi, adesso non ho la soluzione, altrimenti si sarebbe risolta la situazione. Era questa la mia idea, non voglio passare per quella che è contraria a tutto, assolutamente no. Penso che bisogna cercare di rivedere cosa fare per rilanciare la casa da gioco, perché, se la casa da gioco funziona bene, abbiamo più risorse, stiamo bene tutti e sta bene anche la Valle d'Aosta.
Presidente - La parola al Consigliere Agostino.
Agostino (UV) - Grazie Presidente.
Non mi dilungo tanto, perché i dati sono stati tutti sciorinati, ma solo per ribadire alcune cose. Prima il collega Donzel ha detto: "è già bello che il casinò mantiene sè stesso", ma averne di aziende così in questo contesto di crisi totale, in cui si mantengono mille famiglie e in più qualche milione di euro lo dà anche alla Regione! Ma da dove arrivate! Sembra che godiate nel dire che il casinò va male, e date la colpa a chi? Stiamo facendo di tutto per poter recuperare quote di mercato, l'ultima commissione ha parlato di andare nei Paesi asiatici, in India, dove c'è un aumento del PIL di più del 10 percento, per cercare di recuperare un po' di miliardari che vengano un po' in qua. Lo si cerca di fare nel miglior modo possibile, ma qua sembra che la minoranza goda nel dire che il casinò va male, non ci sono più soldi. Cerchiamo di fare il possibile per migliorarlo, sono sicuro che, finita questa crisi, nel 2013 o nel 2014 ripartirà completamente, sono convinto che il nostro casinò diventerà ancora meglio degli anni '80-'90, quando dava alle casse regionali centinaia e centinaia di milioni, sono sicurissimo con il Resort che abbiamo messo, con tutto il benessere, che diventerà, come ha detto il collega Salzone, la perla delle Alpi, il miglior casinò d'Europa e non solo, con tutto quello che gli creiamo intorno, terme comprese, Centro benessere, sono sicuro al cento percento!
Abbiamo un'azienda, chiamiamola azienda, in questo momento in Valle d'Aosta che mantiene questa occupazione e in più dà dei soldi alla Regione? Qua sembra che stiamo demonizzando un'azienda alla quale sembra dobbiamo dare noi dei soldi, ma guardate che il casinò è ancora in attivo! Ancora si mantiene e dà delle piccole risorse alla Regione, anche se non più come una volta, collega Louvin, quando lei era Presidente o Assessore, dove attingevate per pagare i dipendenti regionali. Sono finiti quei tempi, adesso il casinò bene o male è la seconda azienda dopo la Regione...
(interruzione del Consigliere Louvin, fuori microfono)
...cosa? Sì, andava lei a prendere i miliardari: "lasciate i soldi così che dopo li distribuiamo in Valle d'Aosta", faceva così lei? Ma è ridicolo quello che sento! Grazie.
Presidente - Se non vi sono altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola al Presidente della Regione, Rollandin.
Rollandin (UV) - Grazie Presidente. Ringrazio tutti i colleghi che sono intervenuti nel merito di questo documento, che voglio ricordare è ai sensi della legge una fotografia di quello che è successo nel 2011, poi si è dato anche uno spaccato di questi sei mesi. Le considerazioni che sono state fatte sono importanti e le teniamo nel dovuto conto.
Nella sostanza tre sono i punti sostanziali che emergono. Tutti hanno evidenziato l'interesse e l'importanza che la casa da gioco ha non solo per Saint-Vincent, ma per tutto il territorio, questo è un dato importante; l'interesse per l'occupazione, il numero di addetti che, anche se è stato ridotto in un momento difficile, è ancora consistente; poi non dimentichiamo che attorno a questo gravita una serie di altre situazioni collegabili come lavoro. C'è da dire che oggi siamo nel mezzo di un progetto importante, che ha visto il piano strategico approvato dalla Regione finalmente partire. Voglio ricordare che negli anni di progetti, di proposte di modifica, di piani per il casinò se ne sono fatti di tutti i colori, con milionate di euro di parcelle che abbiamo finito di pagare l'anno scorso, chiusa parentesi. Questa volta siamo andati più sullo stringato, abbiamo fatto un progetto con un piano strategico che poggia su due aspetti: uno, avere una situazione ricettiva importante, ecco il perché del Resort a 4 e 5 stelle e che dà anche una risposta a quella esigenza, ricordo qui il confronto fatto con gli albergatori non solo di Saint-Vincent, con i quali si diceva che il casinò non può fare concorrenza alle strutture sul territorio, ma deve esprimere un qualcosa di più, deve avere un'eccellenza che porti nella zona altre persone. La presenza di un 5 stelle - in Valle ce ne sono pochi - è un modo per evitare questa concorrenza e l'appeal del casinò è di dire: "chi viene al casinò...", vorrei evidenziare che non è che noi diciamo: "venite" solo perché c'è un Resort, ma "venite" perché con il Resort sicuramente il giocatore VIP chiede anche determinati servizi.
Dobbiamo dire che tutta una serie di clientela l'abbiamo in parte persa per altre ragioni, in parte ha trovato altri spazi, anche per le difficoltà del momento. Ricordo che, oltre al gioco di azzardo, tutti molto correttamente hanno precisato la concorrenza che lo Stato biscazziere fa a tutti gli altri giochi, inoltre fioriscono le bische clandestine e sono tanti i locali che hanno impropriamente giochi elettronici che non potrebbero avere, non rispettano le dimensioni dei locali. Tutto questo impoverisce la struttura casinò, che invece è collocata con il Centro congressi, e qui voglio rispondere ad una giusta preoccupazione dei colleghi: per il Centro congressi c'è una struttura che sta studiando non solo il rilancio del Centro congressi, ma anche di mettere insieme i centri congressi di tutta la Valle e un collegamento a livello nazionale per vedere la possibilità a breve del rilancio e di avere, perché la programmazione si fa per tempo, la presenza di aziende, come si faceva una volta, che organizzano i loro incontri e quindi utilizzano questo centro molto importante. Credo che, sotto questo profilo, ci sia nel progetto di rilancio, che è anche del marketing, giustamente lo ricordava il collega Lattanzi, abbiamo utilizzato persone di grande prestigio ed esperienza per dare consigli su come collegarsi con reti di alberghi che possano avere l'eccellenza, quindi sulla possibilità di vedere il futuro gestionale (per questo si è fatta la formazione del personale). Abbiamo creato quindi un insieme di azioni mirate sul programma che quest'aula ha approvato e che per una volta si sta realizzando, rispettando i tempi; anche questo è un mezzo miracolo in un momento in cui tutto è in ritardo. Lì lavorano più aziende, lavorano in modo coordinato e i risultati si vedono, perché i tempi sono rispettati; questo è un fatto eccezionale nel panorama pubblico.
Vorrei anche rispondere all'osservazione pertinente del collega Chatrian, che diceva: "qui c'è un investimento che arriverà alla fine a 70.000.000 di euro, se ne sono oggi messi da parte 28 più quelli che saranno...come faremo a gestire la differenza?". A questo livello abbiamo immaginato un percorso, che verrà definito questa settimana, che porta ad un utilizzo dei fondi attraverso CVA e Finaosta, c'è un finanziamento interno con le liquidità che hanno le società partecipate e, anziché passare attraverso le banche, verrà data una remunerazione al fondo che CVA mette a disposizione di Finaosta, che lo mette a disposizione a sua volta di un finanziamento per il casinò. Così, invece di andare a finanziare le banche, che hanno difficoltà in questo momento, verrà fatto un finanziamento attraverso i fondi e CVA i fondi che ha a disposizione li impegna, quelli che non sono strategici per le attività proprie, in assicurazioni e questo risulta dagli atti. Una parte di questi fino a 50.000.000 di euro verrebbero dati a disposizione, pagando quello che verrebbe pagato ad una banca, cioè, se venisse fatto un contratto diretto fra la Casino e la banca, ci sarebbe da pagare un tasso legato all'indebitamento, questo tasso viene calcolato e quindi non è gratis. Sarà conteggiato un tasso medio secondo un calcolo che viene fatto da Finaosta e verrà così remunerato l'impegno di fondi di CVA, che vengono passati attraverso Finaosta. Questo darà le garanzie e in più i soldi vengono mantenuti nella parte pubblica, perché non vengono dati ad altre situazioni. Questo è un quadro che siamo riusciti a mettere insieme, ragionando sulla possibilità di fare gruppo e di utilizzare fondi a disposizione ed è sicuramente un passo avanti importante...
(interruzione del Consigliere Louvin, fuori microfono)
...sì, però il 28 c'è, quindi questo darebbe la garanzia, però poi dopo solo di pagare un mutuo, rimodularlo nei 15 anni e quindi questo è un dato positivo.
Nell'ambito delle opzioni vorrei tornare sul discorso della gestione del Billia, vorrei ricordare le spese fatte, vuoto per pieno, negli anni: dal 1994 al 2002 sono stati spesi 190.000.000.000 di vecchie lire. Oggi noi, come avete visto, sappiamo che non è oggi a pareggio, però permettetemi di dire le quote sono molto diverse; è corretto guardare anche questi aspetti che non sono banali, oltre alla gestione ottimale che viene fatta del personale.
Nel concludere, come dicevo all'inizio, non c'è da avere toni trionfalistici, perché non è questo l'atteggiamento, ma il tono è quello di essere soddisfatti di quello che si è fatto e si sta facendo, sapendo che ci sono dei grossi rischi, ma che abbiamo fatto un investimento che ci garantisce la possibilità di avere uno sviluppo. Mentre sull'altro profilo, se lasciavamo le cose com'erano, rischiavamo la chiusura per carenze legate all'applicazione della normativa vigente sulla sicurezza e in più non avevamo un rilancio che queste possibilità di investimento ci danno. È un fatto quindi molto positivo per mantenere il territorio, i lavoratori e soprattutto le ricadute positive su tutto quello che ne è. Con questo, ripeto, ci sarà sempre l'attenzione nei confronti di quello che viene svolto in tale periodo molto difficile, ma tanto è stato fatto e tutti gli investimenti costituiscono una polizza per il futuro del casinò. Grazie.
Presidente - Il Consiglio prende atto della relazione annuale.
Il Consiglio
Premesso che:
- la legge regionale 30 novembre 2001, n. 36, recante: "Costituzione di una società per azioni per la gestione della Casa da gioco di Saint-Vincent", prevede, all'articolo 8, la presentazione annuale da parte del Presidente della Regione di una relazione sull'andamento della gestione della Casino de la Vallée S.p.A.;
- il Presidente della Regione ha trasmesso copia del bilancio di esercizio della Casino de la Vallée S.p.A. al 31.12.2011, completo della relazione sulla gestione, della relazione del Collegio Sindacale, della relazione della società di certificazione e della ricevuta dell'avvenuto deposito del bilancio all'Ufficio Registro Imprese di Aosta;
Prende atto
della relazione.
Relazione
(omissis)