Oggetto del Consiglio n. 2460 del 6 giugno 2012 - Resoconto
OGGETTO N. 2460/XIII - Petizione per mantenere in vita la ferrovia del Drinc e le Miniere di Cogne. (Reiezione di una risoluzione. Approvazione di altra risoluzione).
Petizione
Con questa petizione gli abitanti di Cogne chiedono alle autorità competenti di bloccare le irreversibili azioni di smantellamento in atto e/o in progetto sull'irripetibile patrimonio costituito dal sito minerario di Cogne, che comprende la Ferrovia del Drinc - il sito di Costa del Pino - gli stabilimenti di Colonna.
Chiede inoltre di annullare il processo di dismissione della denominazione "Miniere di Cogne", che vanificherebbe qualunque ipotesi di recupero museale o di sfruttamento minerario future.
La Miniera di Cogne è il nostro bene comune più prezioso, è il cuore di ferro dell'intera Valle d'Aosta, è risorsa primaria nazionale e la ferrovia del Drinc è via di fuga e di collegamento con la valle centrale.
La ferrovia del Drinc fu inaugurata il 16 ottobre 1922. È stata un'opera rivoluzionaria di ingegneria mineraria, che ha permesso la coltivazione fruttuosa della miniera di Cogne, facendo fiorire l'industria siderurgica italiana per 50 anni e soprattutto invertendo, in Val d'Aosta, l'ordine migratorio delle genti, portando una regione alpina povera a condizioni di occupazione e benessere, cosa che non tutte le regioni di montagna possono vantare.
- La ferrovia del Drinc è, secondo l'opinione di autorevoli esperti, la via di comunicazione più conveniente tra Cogne e la Valle centrale (Pila) - e viceversa -.
- La ferrovia è via di fuga, come sempre è stata, per la Valle di Cogne (unico caso in Val d'Aosta).
- La ferrovia è un monumento della nostra identità storica comune.
Per questo motivo specialmente, vorremmo evitare le operazioni di smantellamento di una cosa tanto preziosa - con trenta milioni di euro già investiti, che verrebbero gettati al vento - poiché non si tratta affatto di una questione comunale relativa agli interessi esclusivi dei cognein o di una minoranza di operatori turistici di Cogne e di Gressan, ma dell'interesse collettivo dell'intera Valle d'Aosta e della sua filiera dell'acciaio.
La Valle d'Aosta ha un Cuore di Ferro, nel sottosuolo come nello spirito. Perché non cominciare a coltivare anche questa immagine identitaria oltre a quella nota dell'anima alpina, che già condividiamo con tutte le valli di montagna?
Adottando una prospettiva ad ampio raggio, di comune interesse, siamo persuasi che la questione potrebbe essere riaperta e conclusa felicemente.
Non precludiamoci questa possibilità con operazioni affrettate dovute all'esasperazione! Non diventiamo la generazione che ha fatto esaurire questo Bene.
Chiediamo trasparenza su ogni azione che riguardi il nostro sito minerario e chiediamo che le risoluzioni del Consiglio regionale n. 1911/XIII del 13/07/2011 e la 2042 del 2/09/2011 e la 2843 del 2/12/2011 siano rettificate.
Abitanti di Cogne
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Petizione per mantenere in vita la ferrovia del Drinc e le Miniere di Cogne
Io sottoscritto/a esprimo la mia personale volontà, dettata dal desiderio che la ferrovia del Drinc venga mantenuta in vita e resa praticabile, quale via di collegamento tra Cogne e la Valle centrale, sia a fini turistici, sia di transito comune.
Con questa petizione si richiede a tutti gli organi competenti di adottare ogni azione ed iniziativa volta a mantenere in vita la ferrovia del Drinc - e le Miniere di Cogne - quale risorsa e monumento dell'identità comune del popolo valdostano e che nessuna legge o deroga nazionale, regionale, comunale o quant'altro possa in alcun modo vanificare la conclusione di quest'opera.
Seguono le firme di 683 cittadini
(omissis)
Presidente - La parola al Consigliere Empereur.
Empereur (UV) - Grazie Presidente.
In relazione alla petizione per mantenere in vita la ferrovia del Drinc e le Miniere di Cogne, presentata in data 6 marzo 2012 e assegnata alla IV Commissione il 20 marzo, mi pregio comunicare le risultanze degli approfondimenti svolti dalla stessa.
Nella riunione in data 27 marzo la Commissione ha deliberato l'audizione dei referenti dei firmatari della petizione, i signori Osvaldo Ruffier, Barbara Tutino e Giorgio Vassoney, che si è tenuta in data 17 aprile.
Il signor Ruffier ha espresso la preoccupazione dei firmatari della petizione riguardo all'adozione, nel secondo semestre del 2011, di una risoluzione da parte del Consiglio regionale e di due deliberazioni da parte della Giunta regionale che prevedono la rinuncia al completamento della tranvia intercomunale Pila-Cogne, la risoluzione dei contratti ancora in essere rispetto a tale tratta e la presa d'atto dell'incoltivabilità tecnico-economica del giacimento della concessione mineraria ed ha evidenziato il timore che tali decisioni possano far ipotizzare l'abbandono di un futuro progetto di riconversione del sito minerario in attività museale, da sempre caldeggiato dalla comunità di Cogne. Ha quindi manifestato l'augurio che, benché lo sfruttamento del giacimento minerario al momento non sia economicamente vantaggioso, si provveda comunque a rinnovare la concessione mineraria per continuare a svolgere una manutenzione degli impianti presenti nella miniera, che altrimenti subirebbero un grave danneggiamento. Ha infine posto l'accento sul fatto che i firmatari della petizione ritengono che la ferrovia del Drinc rappresenti un collegamento ferroviario essenziale, che andrebbe mantenuto sia come via di fuga alternativa, per evitare l'isolamento nel caso di calamità che potrebbero verificarsi lungo la regionale 47 che, ad oggi, non è ancora del tutto messa in sicurezza, sia come primo tassello importante per la valorizzazione dell'intero complesso minerario di Cogne, per dare vita ad un percorso di tipo turistico, storico e museale unico nel suo genere.
La signora Tutino ha invitato l'Amministrazione regionale ad effettuare degli investimenti in progetti di sviluppo sostenibile, che ritiene siano gli unici che possano garantire dei benefici, anche per le future generazioni. Ha riferito in merito alle attività di recupero museale di siti minerari dismessi realizzate in altre realtà italiane ed estere anche grazie a progetti cofinanziati dall'Unione europea. Ha poi ricordato che negli anni passati sono stati presentati alcuni progetti sulla valorizzazione delle Miniere di Cogne, mentre in tempi più recenti è stata predisposta dal signor Flavio Menolotto e da alcuni tecnici qualificati nel settore una proposta sul recupero della ferrovia del Drinc e del sito minerario di Cogne. Ha ancora messo in evidenza il notevole interesse, legato all'identità siderurgica ed operaia valdostana, che riveste il patrimonio delle Miniere di Cogne, ed ha aggiunto che un progetto di recupero della sola parte bassa del sito in questione non rivestirebbe un intervento di particolare valore se non comprendesse anche il collegamento con la ferrovia del Drinc, che rappresenta un elemento determinante per la creazione di un museo unico nel suo genere, nonché Colonna e la parte alta del sito.
Il signor Vassoney ha ricordato l'esperienza del Forte di Bard, recuperato grazie ad un progetto finanziato con fondi europei, che oggi ha dei ritorni molto positivi, sia in termini economici, sia di presenze.
Al termine dell'incontro la Commissione ha deliberato di proseguire gli approfondimenti sulla petizione con l'audizione dell'Assessore al territorio e ambiente e dell'Assessore al turismo, sport, commercio e trasporti, con una nuova audizione dei firmatari della petizione accompagnati dai tecnici da loro individuati, e con una visita al sito minerario di Costa del Pino e di Colonna a Cogne ed al museo minerario di Ridanna-Monteneve in provincia di Bolzano. Con note del 19 aprile e del 20 aprile l'Assessore al territorio e ambiente e l'Assessore al turismo, sport, commercio e trasporti hanno fatto pervenire il rispettivo rapporto sull'argomento. In data 15 maggio la Commissione ha effettuato l'audizione dell'Assessore Zublena, accompagnata dal dirigente Franzoso, dell'Assessore Marguerettaz, accompagnato dal dirigente Pollano, del Sindaco di Cogne, Allera, accompagnato dall'Assessore ai lavori pubblici del Comune, Carlesso, dei referenti dei firmatari della petizione Ruffier, Tutino e Vassoney, accompagnati dalla geologa Elisabetta Drigo, dall'ingegner Marco Foretier, dall'ingegner Mauro Fornaro e dal signor Flavio Menolotto.
Il Sindaco Allera, dopo aver sottolineato come la petizione raggruppi due argomenti: la galleria del Drinc, da un lato, e la valorizzazione del patrimonio minerario, dall'altro, ha comunicato con riferimento alla seconda tematica che la società Fintecna - titolare della concessione mineraria - ha presentato alla Regione un'istanza di rinuncia alla suddetta concessione. Nel far presente che tale richiesta costituisce un diritto per il concessionario, ha messo in evidenza che la Regione, obbligata per legge a richiedere la messa in sicurezza dei siti, ha in realtà adottato una strategia, nei confronti della quale esprime il ringraziamento all'Assessore Zublena ed al dirigente della struttura competente, per far sì che gli interventi fossero finalizzati ad un successivo riutilizzo dei siti a fini turistici, museali e culturali. Con riferimento alla linea ferroviaria Cogne-Acque Fredde, dopo aver ricordato le motivazioni tecniche ed economiche che hanno spinto la Regione a stoppare tale progetto, ha precisato che quello che la popolazione di Cogne desidera da sempre è un collegamento efficiente che consenta una portata oraria accettabile per servire in modo concreto Cogne, Aosta, Gressan e Pila.
L'Assessore Carlesso ha espresso l'auspicio dell'Amministrazione comunale che il collegamento ferroviario venga mantenuto per essere utilizzato come via di fuga nei casi di emergenza ed ha fatto presente che i vigili del fuoco volontari di Cogne sarebbero disponibili a collaborare con la società Pila nella suddetta manutenzione.
Il Sindaco Allera, con riferimento all'auspicio sopraenunciato, ha aggiunto che presenteranno formalmente alla Regione la richiesta di effettuare una minima manutenzione della tratta.
L'ingegner Fornaro, partendo dalla considerazione che il patrimonio minerario di Cogne rappresenta una ricchezza dal punto di vista storico, di tecnologie specifiche introdotte e di impiantistica mineraria tuttora visibile ed in parte anche funzionante, ha sostenuto come questo sito possa rappresentare un'occasione per sistemazioni e miglioramenti ambientali e per una valorizzazione, anche e soprattutto delle potenzialità di un territorio già votato ad un turismo notevole come quello di Cogne, a due passi dal Parco Nazionale del Gran Paradiso. Ha espresso inoltre il ringraziamento per l'atteggiamento assunto dalla Regione nei confronti della ditta che sta operando la bonifica del sito, la quale sta effettuando un lavoro molto accurato che può permettere una certa conservazione e forse anche una futura riutilizzazione. Ha fatto presente come la valorizzazione del sito minerario ed il non abbandono del collegamento ferroviario siano due tematiche strettamente collegate e che è importante cercare di non amputare dei pezzi significativi, per evitare di perdere il filo di Arianna che porta dal giacimento alla siderurgia.
Il signor Menolotto, con riferimento alla tranvia, ha affermato - pur riconoscendo l'esistenza di problematiche significative - che arrivare ad un impianto "quasi finito" e decidere "di buttarlo via" rappresenta una cosa unica in Italia. Proiettando alcune slide, ha illustrato il profilo della galleria del Drinc, soffermandosi sulla soluzione proposta nello studio Geodata per la sua sistemazione, contrapponendola a quella da lui proposta, ed ha espresso delle considerazioni in merito alla presunta "tortuosità" del tracciato. Nell'evidenziare il peso eccessivo delle batterie dei locomotori, ha proposto di valutare la soluzione di una presa esterna di corrente sulla terza rotaia. Ha espresso inoltre delle considerazioni sul binario della linea - ritenendolo in uno stato pietoso, completamente disallineato e posato male -, nonché sulla sagoma della galleria, soffermandosi sul problema delle distanze minime che devono essere assicurate tra i locomotori e le pareti. Ha infine fatto presente che il costo complessivo degli interventi da lui proposti è stimato in 9.000.000 di euro.
L'ingegner Foretier ha incentrato il suo intervento sull'utilizzo del collegamento ferroviario come via di fuga in situazioni d'emergenza, invitando a ponderare con attenzione la scelta di chiuderlo.
La geologa Drigo ha posto l'accento sul fatto che la Miniera di Cogne rappresenta un patrimonio che la Regione, come d'altronde stanno facendo altre realtà, dovrebbe puntare a valorizzare.
L'Assessore Zublena ha ricordato che Fintecna ha presentato, nel 2010, un'istanza di rinuncia alla concessione con contestuale richiesta di rimozione del vincolo minerario per la sostanziale incoltivabilità tecnico economica del giacimento. Dopo aver riferito che, dal punto di vista della normativa mineraria, l'accoglimento della suddetta istanza rappresenta un atto dovuto per l'Amministrazione regionale, ha illustrato le opere che sono state prescritte e che il concessionario dovrà eseguire per rendere effettiva la rinuncia alla concessione, riferendo che l'importo di tali opere - stimato in circa 8.000.000 di euro - sarà interamente a carico di Fintecna e che la durata dei lavori è stata fissata in tre anni. Ha precisato che i suddetti lavori, che avrebbero anche potuto essere minimali, in realtà saranno importanti e comprenderanno interventi di bonifica, ripristino dei luoghi e messa in sicurezza, che non precluderanno future valorizzazioni del patrimonio minerario. Ha posto infine l'accento sul fatto che il Consiglio regionale, con l'approvazione della legge n. 12/2008 recante valorizzazione dei siti minerari dismessi, si è dotato di uno strumento normativo che introduce un aspetto piuttosto interessante, stabilendo che le concessioni minerarie possono essere rilasciate anche ai fini di recupero turistico-culturale.
L'Assessore Marguerettaz, dopo aver premesso che la relazione in materia inviata alla IV Commissione è già sufficientemente chiara, ha dichiarato che, a fronte di una serie di suggestioni che sono pervenute sul tema - e che si basano probabilmente su delle professionalità amatoriali -, l'Assessorato si è avvalso dell'ingegner Kuchler, che è uno dei massimi esperti in materia ferroviaria, al fine di valutare la questione. Ha illustrato i rilievi di natura tecnica che il citato ingegnere ha fatto allo studio del signor Menolotto e che riguardano in particolare la previsione riduttiva degli investimenti ipotizzati, la debolezza trasportistica della struttura e l'aspetto relativo alla gestione della stessa. In merito al mantenimento in efficienza dell'infrastruttura ferroviaria, ha sottolineato che bisogna avere chiaro che un'operazione del genere avrebbe un costo annuo di gestione ipotizzato in 1.000.000 di euro, mentre se il suddetto mantenimento consistesse nello sbarrare il percorso e, nel caso di emergenza, far controllare ad una guida le condizioni di percorribilità affinché si possa autorizzare il transito, ha sostenuto che ciò non costituirebbe un problema. Ha fatto presente, infine, che la riconversione nel Comune di Gressan del tratto da Acque Fredde a Plan Praz in percorso carrozzabile andrebbe a risolvere tutta una serie di problemi di accesso a terreni, a spazi e ad alcune frazioni del Comune.
Il 18 maggio una delegazione della commissione ha visitato il Museo minerario di Ridanna-Monteneve in Provincia di Bolzano - inaugurato nel 1993 dopo due anni e mezzo di lavori - che è stato creato grazie alla collaborazione fra Provincia autonoma di Bolzano, i Comuni territorialmente interessati e l'associazione dei musei che si era nel frattempo costituita a seguito della cessazione definitiva dell'attività mineraria avvenuta nel 1985. L'attuale Museo minerario, secondo quanto dichiarato dal suo direttore, vede un'affluenza di 40/45.000 visitatori all'anno - di cui il 25 percento è rappresentato da scolaresche - che con un'escursione guidata di circa due ore percorrono la parte bassa dell'ex-sito minerario situato a 1417 metri e facilmente accessibile, mentre nella parte alta del complesso minerario, situato a 2355 metri, vi è la possibilità di effettuare delle visite sotterranee in miniera ed escursioni guidate del villaggio dei minatori, che occupano i visitatori per un'intera giornata. Il direttore del Museo ha inoltre informato che nel periodo di realizzazione di tale opera sono stati necessari investimenti per circa 15.000.000 di euro. Il 24 maggio, infine, una delegazione della commissione ha effettuato un sopralluogo alla Miniera di Cogne. I partecipanti, accompagnati dal dirigente Franzoso e dai tecnici di Fintecna, hanno dapprima raggiunto in funivia la località Costa del Pino posta a 2000 metri, proseguito il tragitto su un trenino in una galleria di 1300 metri, per poi salire su un carrello (denominato skip) che con 400 metri di dislivello giunge a 2400 metri. Si è poi proseguito a piedi, percorrendo una galleria di circa 800 metri, fino al villaggio di Colonna. Da lì si è raggiunta Liconi, a 2500 metri, dove si trova la parte più antica della miniera. Il gruppo ha quindi rifatto il tragitto dell'andata, visitando uno dei livelli di coltivazione della miniera, per poi concludere il sopralluogo con una visita agli immobili dove avveniva la lavorazione del minerale. Sulla base degli approfondimenti effettuati, la commissione, a maggioranza, ritiene che si possano sviluppare le seguenti considerazioni.
La petizione in questione affronta due diverse tematiche: il mantenimento del collegamento ferroviario Cogne-Acque fredde, da un lato, e delle Miniere di Cogne, dall'altro.
Per quanto riguarda la tranvia, non vi sono particolari elementi di novità rispetto a quanto emerso nel corso del dibattito consiliare del 13 luglio 2011 sulla relazione della IV Commissione in merito al collegamento suddetto, conclusosi con l'approvazione di una risoluzione; anzi, sono stati riconfermati da più parti gli elevati costi di investimento ancora necessari per riattivare il collegamento, oltre ai ben noti limiti intrinseci di tipo trasportistico e gestionale dell'infrastruttura.
Per ciò che concerne invece il mantenimento in vita delle Miniere di Cogne, l'Amministrazione regionale ha portato a conclusione il procedimento relativo all'istanza di rinuncia alla concessione presentata dalla Fintecna, in ottemperanza a quanto disposto dalla vigente normativa mineraria. Nell'ambito di tale procedimento, l'Amministrazione regionale ha prescritto un ampio ventaglio di lavori di messa in sicurezza e recupero ambientale che il concessionario dovrà eseguire a proprie spese. Le suddette opere, prescritte con la delibera della Giunta regionale n. 2042/2011, comportano un onere piuttosto importante per il concessionario, stimabile in circa 8.000.000 di euro e consentiranno di addivenire ad un sensibile miglioramento generale delle condizioni del compendio minerario; le stesse sono state calibrate in modo tale da non pregiudicare future iniziative di recupero a fini museali del sito, anzi ne costituiscono un elemento facilitante.
Le normative regionali in materia mineraria consentono inoltre di autorizzare l'apertura alla visita di siti minerari dismessi come è già stato fatto per le iniziative in corso relative al recupero dei siti minerari di Saint-Marcel e Brusson. L'ipotesi di recupero museale del sito risulta pertanto ampiamente percorribile anche sotto il profilo amministrativo. Un'eventuale iniziativa di valorizzazione del sito industriale dismesso potrà tuttavia essere avviata solo una volta che le opere prescritte dalla sopracitata delibera siano state interamente realizzate e collaudate; si stima che la durata dei lavori possa essere quantificata in circa tre anni.
La conclusione di tutti gli interventi rappresenta dunque lo snodo attraverso il quale si supera l'impasse "storica" collegata alla presenza della concessione mineraria che, di fatto, congela la situazione del sito. Grazie.
Presidente - Ricordo che il 6 marzo 2012 è stata presentata alla Presidenza del Consiglio una petizione popolare, sottoscritta da 683 cittadini, per mantenere in vita la ferrovia del Drinc e le Miniere di Cogne. Ai sensi dell'articolo 36 del Regolamento interno, l'Ufficio di Presidenza, con deliberazione n. 41 del 19 marzo 2012, ne ha avviato l'istruttoria con richiesta di informazioni al Presidente della Regione, all'Assessore al territorio e ambiente, all'Assessore al turismo, sport, commercio e trasporti ed alla Commissione consiliare competente Sviluppo economico, che hanno trasmesso le relazioni sull'argomento. La Commissione Sviluppo economico ha concluso i lavori inviando, con lettera in data 28 maggio 2012, le risultanze degli approfondimenti svolti.
In merito a questa petizione è stata presentata una risoluzione da parte dei gruppi ALPE e PD.
Dichiaro aperto il dibattito. La parola al Vicepresidente Chatrian.
Chatrian (ALPE) - Grazie Presidente.
Un anno fa, il 13 luglio, abbiamo fatto in quest'aula un dibattito serrato, forte, perché il Consiglio, a maggioranza, ha preso una posizione importante: quella di rinunciare al completamento della tranvia intercomunale Cogne-Acque Fredde e Plan Praz, ponendo in essere ogni opportuno adempimento finalizzato alla chiusura definitiva dell'opera, di effettuare l'alienazione dei beni e delle strutture convenientemente collocabili e di definire, di concerto con gli enti locali interessati, le misure necessarie per la loro valorizzazione.
Detto questo, i gruppi di ALPE e del Partito Democratico già un anno fa presentarono una risoluzione, che andava in una direzione alternativa, dopo un ampio dibattito e dopo approfondimenti di tipo tecnico e politico, e la strada alternativa era quella di chiedere al Governo regionale di presentare in tempi brevi alla IV Commissione una proposta esecutiva, dando corso all'infrastruttura, per poi perseguire con determinazione l'obiettivo dell'acquisizione alla Regione del sito minerario.
Qualche mese fa, una buona parte di cittadini di Cogne ha presentato una petizione che chiede di rimettere sul tavolo la problematica e soprattutto sprona le istituzioni a nuovamente prendere in considerazione lo stato dell'arte. La richiesta che parte dal territorio è quella di bloccare, se possibile, le irreversibili azioni di smantellamento in progetto sull'irripetibile patrimonio costituito dal sito minerario di Cogne.
Fatta questa premessa, vorrei ringraziare il Presidente della IV Commissione per la possibilità che ha dato al sottoscritto ed alla collega Fontana di confrontarci con tutti gli attori, quindi i primi firmatari, accompagnati dai tecnici, dai funzionari e dai membri che operano in tale settore, e di verificare cosa altre Regioni e Province hanno fatto prima di noi in questo ambito.
Vorrei soffermarmi sul sopralluogo che abbiamo fatto a maggio in Val Ridanna, a nord di Vipiteno, per verificare non tanto il sito, ma il percorso che hanno fatto venti anni fa, per poi andare ancora ad investire ulteriori risorse, per concentrare un percorso museale, turistico e culturale e, ribadisco, con dei numeri molto importanti, come è stato detto nella relazione. Dico questo perché il cuore di questa petizione è molto semplice e ripercorre l'ampia discussione avvenuta qui, un anno fa: se in questo momento la maggioranza delle istituzioni ha deciso di non investire ulteriori risorse, di alienare o di smantellare, chiediamo alle istituzioni di fermare questo processo, non dare corso allo smantellamento della ferrovia, e poi, chissà, i prossimi anni ulteriori soluzioni potranno essere di nuovo messe sul tavolo.
Mi soffermo a questo punto per dire: se noi fossimo stati forza di governo, come avremmo affrontato questa richiesta che arriva dal territorio, dalla comunità che vive in montagna ed in un paese con degli atout e con delle difficoltà? Noi, come ci saremmo posti? Ho cercato di darmi delle risposte dicendo che forse sono dei momenti in cui chi prende delle decisioni magari può anche permettersi di "congelare" certe posizioni. Se in questo momento non ci sono delle risorse, non voglio neanche entrare nel tecnico, perché abbiamo audito diversi tecnici e ognuno di essi ha cercato di supportare le proprie analisi e competenze, ma non entro nel discorso se ci vanno ancora 6.000.000 o 15.000.000; vorrei invece soffermarmi su un principio. Forse la richiesta che arriva dalla comunità di Cogne è di cercare quanto meno di non precludere eventuali nuove possibilità di dare corso alla ferrovia Pila-Cogne. Questo penso sia il cuore della petizione e di questo nostro dibattito. Ripeto: è un dibattito che abbiamo già fatto un anno fa, e penso che si possa congelare una richiesta di peso, e comunque identitaria e culturale, proprio per non precludere il collegamento ferroviario Pila-Cogne.
Tutta un'altra cosa il discorso economico-finanziario, tutta un'altra cosa ancora, anche se collegata dal punto di vista di percorso turistico-museale-culturale, la "linea del ferro" che potrebbe partire dalla città di Aosta fino ad arrivare a Colonna, quindi nella valorizzazione nel suo complesso dal punto di vista generale e turistico di questa architettura molto importante e interessante, che la comunità di Cogne ha sul proprio territorio. Ma probabilmente, e condividiamo la filosofia che arriva dalla comunità locale, questa non è un'iniziativa di tipo solo locale, ma ha un suo peso, di un'iniziativa a livello quanto meno regionale.
Abbiamo presentato come gruppo ALPE e PD questa risoluzione, che è molto semplice e chiara, senza grandi fronzoli o pretese: la comunità locale ci chiede, con dei numeri importanti e pesanti, di cercare di non smantellare quello che c'è e non precludere dei percorsi irreversibili che potrebbero a questo punto decidere le sorti di un domani. Questo è l'appello che il gruppo ALPE fa a tutto il Consiglio, nel rispetto della comunità locale, nel rispetto di un'autonomia delle comunità locali sul nostro territorio, ed aggiungo anche un discorso identitario. Quindi non è solo una questione localistica del Comune di Cogne, ma di envergure quanto meno regionale. Grazie.
Presidente - La parola al Consigliere Donzel.
Donzel (PD) - Grazie Presidente.
Come sempre auspichiamo che il dialogo sia partecipato dalla maggioranza, ma di solito si fa intervenire la minoranza e poi eventualmente si dà giù qualche colpo di clava, dopo che il Presidente ha dato il via libera agli assalti. Non è questo lo stile con cui si conduce un dibattito in un'aula, non è questo il modo con cui si sguinzagliano poi tutti addosso...vediamo chi sbrana quei due di minoranza che sono riusciti a dire qualcosa in quest'aula...
Su questo tema due concetti fondamentali vorrei portare. Andando a rivedere gli interventi fatti un anno fa, devo dire che sono interventi di un'attualità sconcertante, quindi magari soprattutto gli addetti ai lavori, i giornalisti, i cittadini interessati possono andare sul sito della Regione e verificare come nel dibattito dell'anno scorso, quando fu approvata dalla maggioranza una risoluzione in tal senso, bocciata dalla minoranza, già si trovano interventi puntuali che anticipano i concetti che poi alcuni cittadini di Cogne hanno portato avanti con la loro petizione, che non poteva a questo punto che rallegrarci.
Venendo al tema che vorrei affrontare, la tesi sostenuta dalla maggioranza nell'esaminare questa petizione è sostanzialmente questa: non c'è nessun elemento nuovo rispetto a quanto abbiamo discusso un anno fa, quindi la maggioranza rimane ferma sulle sue posizioni. Invece, guardate che c'è un grosso elemento nuovo, e vi invito a rileggere quello che diceva lo scorso anno l'Assessore Marguerettaz, il quale mi rimproverava dicendo: mah, Donzel, i "cognein" (traduzione letterale dal patois: "abitanti di Cogne") hanno votato, hanno scelto la funivia...suvvia, ascolti i cittadini, non faccia quello che si prende delle iniziative a sostegno del trenino per fare show, per fare minoranza! Andatevi a leggere queste cose e scoprirete che io gli rispondevo: umilmente mi rimetto alla decisione dei cognein che vogliono la funivia, ma sto lì a dire che non vale la pena di abbandonare un'opera e dismetterla. Adesso il fattore di novità è proprio questo: che 683 cognein chiedono di non dismettere completamente la ferrovia, quindi c'è un elemento di novità che si cerca di dire che non c'è...ma come non c'è? C'è! C'è che quel voto che qualcuno aveva forzato, cioè l'elezione di un Sindaco, che rispetto assolutamente, perché qui non sono assolutamente in discussione i rappresentanti dell'Amministrazione di Cogne, che sono eletti con voto popolare, ma qualcuno aveva forzato quel voto come un voto che andava nell'indirizzo di dare giudizi di merito rispetto ai contenuti; qui non è in questione quella votazione e l'Amministrazione di Cogne, però, qualcuno (ed è l'Assessore), aveva dedotto da quello che i cittadini di Cogne avevano abbandonato: l'interesse per l'opera ferroviaria. No, 683 firme - ecco la novità: una petizione! - vengono a dirci che invece questa cosa è di assoluto interesse e di attualità per i cognein, e quindi umilmente i colleghi di ALPE e PD qualcosa avevano visto rispetto a quel tema!
L'altra questione di assoluta importanza è che non dobbiamo neanche cercare di ridurre tutti i ragionamenti a questioni da "Striscia la notizia", da Gabibbo, cioè bisognerebbe, visto che spesso quest'aula ha cercato di richiamarsi all'alta politica, cercare di fare questo ragionamento: a fronte di un grande investimento, come dicevo un anno fa citando l'iperbolica struttura del Ponte di Brooklyn, quando non si raggiunge l'obiettivo, mi pare un concetto ovvio che tutti dicano: smettiamo di spendere soldi o di buttarli dalla finestra. Ma ragionando su questo tema, se uno ha speso tanti soldi per costruire delle opere, cosa farà? Le butterà via, le lascerà ancora degradare di più? Oppure dirà: quello che ho fatto, almeno quello lo preservo e lo trasmetto ai posteri...
Poi l'auspicio ormai evidente è che arrivi un "nuovo" Governo regionale, che sappia non solo raccontarci come sono alti i costi di gestione, perché il tema difensivo di qualsiasi opera che andiamo a trattare, sia l'Aosta/Pré-Saint-Didier, sia il trenino di Cogne, ha dei costi di gestione iperbolici, per cui di fronte a costi di gestione del genere (secondo le fonti della maggioranza) diventa praticamente impossibile gestire tutto e...non facciamo più nulla! Cioè qualsiasi cosa che tocchiamo: eh, ma ha dei costi di gestione...non curiamo più le aiuole perché hanno dei costi di gestione, non teniamo più al trenino di Cogne perché ha dei costi di gestione...ma tutto ha dei costi di gestione! Bisogna cercare di capire come minimizzare questi costi di gestione e renderli efficaci, e qui è l'altro elemento di novità che vorrei introdurre rispetto al dibattito di un anno fa, perché non siamo fermi ad un anno fa, ed è una disponibilità vera dell'Amministrazione regionale.
L'Assessore Carlesso, che probabilmente rappresenta anche i volontari dei vigili del fuoco, dice: ma noi siamo pronti anche a metterci del volontariato nella manutenzione e ad intervenire con la nostra buona volontà. Questo è un altro elemento di novità: la partecipazione volontaria dell'Amministrazione, dei cittadini di Cogne, dei volontari di Cogne, ad operare all'interno di un'idea di manutenzione minimale della struttura per consentire alla struttura di essere minimamente agibile. E questo è un grande elemento di novità, perché fra il dire: dobbiamo spendere una quantità enorme di euro, milioni di euro per mantenere agibile la struttura, e l'ipotesi di chiuderla, e poi, quando succede una cosa grave, mandiamo dentro una guida a vedere se non è crollato tutto, c'è una via di mezzo molto saggia, espressa dal classico pragmatismo dell'amministratore locale, dell'uomo che cerca di risolvere i problemi quotidiani della gente. L'amministratore locale, l'Assessore di Cogne propone di vedere una sinergia, una collaborazione fra la società PILA ed i volontari di Cogne, e questo è un secondo elemento di novità che non c'era l'altra volta e che affidava tutta una gestione al costo della comunità rispetto alla manutenzione.
E poi secondo me c'è un terzo elemento di novità ed è che siamo arrivati a fine legislatura. Allora, a fine legislatura, dire adesso: "vi facciamo una funivia"...scusatemi, ma mi fa veramente ridere! A fine legislatura la preghiera forte che arriva dal territorio è: non fate gli Attila, non demolite quel poco che è rimasto in circolazione, non smantellate nulla, non togliete via i binari; il prossimo Governo regionale, con pacatezza, farà un suo ragionamento e vedrà cosa si può fare, perché anche qui lo smantellamento di alcuni chilometri di binario per fare un'ennesima stradina, quando ci sono tutte le condizioni per fare strade senza smantellare binari, non è il colpo di genio! Così come la trovata di smantellare i binari, che era stata ventilata, per fare una pista ciclabile per di più nella Valle di Cogne, dove si fanno bellissime gare di mountain bike su percorsi molto interessanti, anche quella è stata una boutade che ha lasciato il tempo che trova. Quindi la sentita preghiera che arriva dai cognein è: per cortesia, non smantellate, noi diamo anche disponibilità di volontariato per cercare di mantenere un minimo di agibilità di questa struttura (cosa che, devo dire, è stata più volte confermata anche da esperti). Cioè se davvero si vuole essere credibili quando si dice che in caso di emergenza si deve percorrere quella galleria, non può essere che una galleria viene chiusa per anni e poi, di colpo, mandiamo un'ispezione dentro per vedere se può essere percorsa; nessun ingegnere mi ha dato conforto su una scelta di questo tipo, soprattutto perché bisogna operare con periodicità la rimozione eventuale di calcinacci che cadono ancora. Quindi non è quella la strada da percorrere, ma è invece quella di un'intesa fra la Regione e l'Amministrazione comunale per cercare di mantenere agibile, almeno per situazioni di emergenza, quel tratto.
Quanto ad altre considerazioni, come Partito Democratico già nel 2009 avevamo fatto a nostre spese una visita alla Miniera di Talco di Prali in Val Germanasca, che in dieci anni ha avuto oltre 270.000 visitatori. Anche lì si usa un trenino per visitare una piccola parte di miniera, che è ancora sfruttata e che è molto economica, ma c'è una parte museale ed una parte no, in una realtà che certamente è vicina alla Val Chisone dove si sale verso Sestri, quindi è località molto prestigiosa dal punto di vista turistico e sciistico. Sono località che però hanno cercato di sfruttare questa potenzialità del turismo minerario...pensate che il prezzo di un biglietto per la visita a queste miniere può arrivare anche a 18 euro, e per i bambini si parla di 16 euro, quindi non è che le regalano le visite alle miniere! Per quanto attiene all'agibilità di queste miniere, il trenino che trasporta le persone che vanno in visita è un treno che non ha nessuna copertura, per cui bisogna portare l'elmetto ed in alcuni punti bisogna tenere le braccia lungo il corpo perché si passa sfiorando le parete in cemento della miniera, è bassissimo e non bisogna alzarsi in piedi su questo treno, sennò ti porta via la testa; insomma, non è che stiamo parlando della galleria che abbiamo noi e che è di tutt'altra dimensione ma che non ha l'agibilità per un trasporto con finalità di alta percorribilità, però non è neanche quel piccolo buco nella montagna che qualcuno vorrebbe far credere! Quindi altrove sono già su questa strada, stanno sviluppando queste potenzialità del turismo minerario. I colleghi - come riporta il resoconto dei lavori della commissione da parte del collega Empereur - che sono stati in Alto Adige, hanno riferito come, anche lì, ci sono dei siti minerari ancora più importanti di quello che abbiamo visitato noi a Prali, a conferma che in più aree del nostro territorio c'è questo interesse, si sviluppa questa tipologia di turismo.
Noi ci sentiamo di sposare appieno le istanze sostenute dalla petizione, in particolare poi qualcuno del gruppo ALPE illustrerà la risoluzione che abbiamo condiviso; siamo dell'idea che la strada dell'abbandono o smantellamento non debba essere perseguita, ma debba essere perseguita quella del mantenimento minimo e soprattutto del non smantellamento di nulla, cioè non distruggete nulla, non siete capaci a fare...ma, allora, non demolite e lasciate che altri magari un domani abbiano un bene e possano essere in grado di valorizzarlo! Noi non siamo stati capaci a farlo, chi verrà dopo di noi avrà intelligenza, capacità e volontà di far fruttare dei beni che in questo momento stanno arrugginendo su quei siti.
Quindi in qualche modo ribadisco tutto l'intervento dell'anno scorso, ma introducendo questi concetti di assoluta novità, che non c'erano un anno fa, e che oggi ci fanno pensare che con ancora più attenzione dobbiamo guardare a queste problematiche.
Presidente - La parola al Consigliere Caveri.
Caveri (UV) - Grazie Presidente.
Non sembri irrispettoso nei confronti dei colleghi della commissione, che hanno seguito questa vicenda, il fatto che voglia fare alcune brevi valutazioni, ma penso che l'argomento sia interessante, che percorre come una spina dorsale moltissime delle polemiche politiche di questi anni. Qualcuno prima o poi magari farà il lavoro di andare a vedere quante volte negli ultimi decenni si è discusso di questo argomento...sarebbe una lettura molto istruttiva ed interessante. Ricordo ancora da bambino questi treni ed il complesso sistema di trasporto del materiale ferroso che scendeva fino ad Aosta, è come un mondo che improvvisamente è scomparso alla fine degli anni '70, con una ferita terribile per la comunità di Cogne, e credo che l'occasione sia propizia per ricordare come i cognein abbiano avuto una grandissima forza di volontà di trasformare un paese legato a quelle miniere in un paese turistico dalle grandi attrattive. E lo hanno fatto con la grinta che tutti noi riconosciamo a questa specie di république che si trova in fondo a questa valle afferente il Gran Paradiso.
Intervengo non solo perché ieri sera con il Presidente Rollandin siamo finiti a "Striscia la notizia", la mia era un'intervista più vecchia, la sua era un'intervista più recente, ma ci tengo ad intervenire perché credo che questa spina dorsale della vicenda del trenino di Cogne, iniziata nei lontani anni '80 - non dico che all'epoca avessi i pantaloni corti, ma si potrebbe quasi dire così - è una sconfitta per la politica valdostana tutta intera. È sufficiente per questo vedere i nomi dei responsabili dell'Assessorato dei trasporti - me compreso - che si sono succeduti nel tempo, ci sono esponenti di tutti i colori politici, veramente è una specie di responsabilità collettiva e dovremmo farci ipnotizzare per capire cosa è successo.
Forse la cosa è propizia per dire che noi politici siamo politici, siamo anche amministratori, ma tante volte nella nostra attività dobbiamo, come richiede la normativa in vigore in maniera più cogente, fidarci dei tecnici e dei dirigenti, di coloro che, quando venni intervistato nel 2004, avendo seguito questo dossier con grandissima passione civile...e vi assicuro che fra un fallimento e l'altro della società che doveva costruire i vagoni, che era una società diversa da quella che faceva i locomotori, poi c'erano i problemi che erano entrati i ladri e avevano rubato tutto l'impianto elettrico in alcune stazioni o cose del genere...all'epoca io dissi: probabilmente il prossimo anno si apre. E lo dissi con la medesima tranquillità che aveva percorso...
(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)
...su vostra sollecitazione? All'epoca eravate molto arcigni, adesso siete molto mansueti, all'epoca inchiodavate i Governi regionali in maniera assai efficace, compreso il mio! Effettivamente questo è un argomento di riflessione, perché mai possa capitare di nuovo quello che è capitato questa volta, cioè che in limine, quando era stata affidata alla PILA la gestione e la PILA ci ha comunicato attraverso une expertise che non prendemmo subito sul serio, il fatto tristissimo che questo treno, per elementi di progettazione che erano abbastanza indietro nel tempo, avrebbe avuto un'impossibilità di poter essere aperto all'esercizio. Un elemento scioccante che pone chiunque di noi se n'è occupato in questi anni, per poco tempo come me, o per tanto tempo per altri, di fronte al fatto di una cosa brutta, irrituale per la nostra comunità, tant'è che "Striscia la notizia" di Jimmy Ghione, che ha anche dei legami affettivi con la località di Gressan, l'ha colta al volo. L'esito conclusivo è quello che è stato illustrato con dovizia di particolari nella relazione del collega Empereur, ma credo che sia bene che non si mischino le mele con le pere.
La mia impressione è che oggi, in maniera del tutto legittima...oggi ho dedicato un post sul mio blog a quelli che protestano sempre, a quelli che seguono la filosofia del Nimbi, del "non nel mio cortile", cioè quelli che ogni volta che si assume la decisione A tendono a chiedere la decisione B...ebbene, non credo che sia il caso della comunità di Cogne o di una parte di essa, la quale invece si è trovata a fare un collegamento fra l'acqua sporca della vicenda del trenino ed il bambino, che invece non va buttato via. Ricordo con grandissima emozione la prima volta che sono penetrato nelle viscere della terra per visitare le Miniere di Cogne, fra l'altro con il Sindaco di allora, Ruffier, che con questi meccanismi di ascensori e trenini ci ha condotto lungo queste gallerie, e fa impressione pensare a quante migliaia di persone si sono susseguite come minatori all'interno di queste gallerie, facendo un lavoro terribile! Quel che ne ho ricavato era l'assoluto fascino di queste miniere, poi si potrebbe aggiungere la sgradevole impressione che aveva dato la stazione di arrivo della funivia di Colonna, dove una cannibalizzazione ha fatto sì che oggi ci troviamo un immobile spoglio, perché è stato portato via tutto quello che si poteva, è veramente impressionante. Credo che la tappa successiva sarà la valorizzazione, ricordo che nei fondi strutturali di alcuni anni fa questo era stato definito come una priorità strategica, naturalmente facendo i conti con il periodo, perché uno degli aspetti interessanti di quegli anni fu che quando venne consegnata una prima expertise su una possibilità di sfruttamento delle miniere ad uso turistico, era emerso il problema dei costi di esercizio di strutture di questo genere.
È del tutto evidente che nei prossimi anni qualunque realizzazione dovesse essere fatta, deve fare i conti con un mondo che sta cambiando anche da noi; abbiamo avuto periodi di grande floridezza del nostro bilancio, i prossimi anni saranno anni in cui non solo dovremo stringere la cintura, ma dovremo trovare delle soluzioni che possano consentire, da un lato, la valorizzazione di qualunque sito suggestivo come quello; dall'altro, trovare formule poco costose nella gestione, perché dobbiamo concentrare le nostre risorse a beneficio della comunità. Penso al riguardo a cosa costi, oggi come oggi, lo stato sociale in una realtà molto accogliente e vicina al cittadino ed alle famiglie come la nostra.
Volevo dire quindi che, da una parte, esiste questa ombra inquietante che peserà, perché questo è stato un fallimento, e mi ci metto dentro, pur essendomene occupato per un breve periodo; dall'altra, è un elemento di speranza per la comunità di Cogne, che è preoccupata di essere stata abbandonata; credo che i documenti già votati in questa legislatura da questo Consiglio e l'azione del Governo regionale dimostrino invece il contrario.
Presidente - La parola al Consigliere Lattanzi.
Lattanzi (PdL) - Grazie Presidente.
Ho molto apprezzato l'onestà intellettuale con la quale il collega Caveri ha richiamato alcuni passaggi politici che possiamo definire "storici" di questa vicenda; ho apprezzato anche il confronto sereno con il collega Chatrian su questo tema, quando, guardandoci negli occhi per affrontare la tematica con pragmatismo, con realismo e con la volontà di dare a quella comunità delle risposte, i toni - forse fuori dal "teatrino della politica" - sono stati più consapevoli, favoriti dal fatto che non si deve per forza dire quello che la gente si aspetta di sentirsi dire.
È evidente che molti dei 683 cittadini che hanno firmato quella petizione hanno avuto di fondo l'onestà intellettuale di semplicemente aderire ad un'iniziativa, che chiedeva una cosa scevra da condizionamenti tecnici, un desiderio, un auspicio...e chi potrebbe mai essere contrario, a Cogne, a firmare una richiesta a che la Regione valuti la possibilità di mantenere la ferrovia del Drinc aperta ed utilizzabile dalla comunità valdostana per motivi turistici o anche solo per motivi di sicurezza? Come del resto chi non può essere d'accordo, a Cogne, di ragionare, dopo quello che il collega ricordava essere stato un vero e proprio meteorite economico che ha colpito quella comunità ovvero la fine dell'estrazione del ferro in quelle gallerie, sull'idea di riconvertire quelle strutture come hanno fatto in tante parti dell'Europa per uno sfruttamento turistico commerciale? Un po' meno onesto intellettualmente è chi quelle firme le ha strumentalizzate e le sta strumentalizzando, e addirittura ne vuole interpretare i desideri.
Donzel, permettimi, non ti lascio l'opportunità di rappresentare 683 persone che non condividono neanche la metà delle cose che hai detto! Perché le persone che hanno firmato in gran parte quella petizione, quel sogno, non hanno ricevuto le informazioni che hai tu e che abbiano noi sull'opportunità realistica di ottenere quello che tu chiedi e che hai detto si può ottenere, perché questa è la strumentalizzazione con la quale avete affrontato questo problema! Non è corretto, è una politica politicante da "Prima Repubblica", di cui la gente è stufa! Dovete dire le cose come stanno e le cose stanno che tutta la comunità tecnica, politica, scientifica ha preso atto - quella in buona fede, naturalmente! - che le Miniere di Cogne sono un patrimonio ancora recuperabile, fermo restanti i tempi di Fintecnica, quindi un'opzione possibile da valutare, mentre è scientifico perché c'è un'indagine alta così, fatta con documenti, con nomi e cognomi di chi si è assunto delle responsabilità politiche, progettuali, scientifiche, di controllo e, ahimè, di fallimento! Tutto il resto sono chiacchiere che stanno stufando la gente, che aspetta dalla politica delle risposte serie e si sente raccontare delle favole. Ma poi ci si mette poco a svelare le fiabe, perché le fiabe non hanno il lieto fine che, se tu firmi questa cosa, avrai la galleria del Drinc o il trenino che correrà, perché non ci sono le norme europee, perché non si sono buttati via 60.000.000.000, perché non si sono controllati gli architetti ed i progettisti, che sono gli unici che hanno fatto i soldi, cioè quelli che avevano il compito di progettare e realizzare quell'opera, che ha avuto un percorso così lungo che, caro amico Donzel...noi eravamo qua! E non sto dicendo che eravamo qua a dire che non volevamo la galleria o che stavamo accusando l'allora maggioranza di sbagliare per quanto riguardava l'obiettivo della realizzazione, ma eravamo qua a dire due cose: che i tempi della realizzazione di quella galleria si stavano protraendo oltre ogni impresa economicamente sostenibile. A questo ci veniva risposto.
Mi ha fatto piacere che il collega Caveri abbia riconosciuto che anche lui rispondeva con fiducia, e forse con lealtà, che invece si avrebbe aperto l'anno dopo, quando era evidente che venivano già le colate perché i lavori erano stati fatti male! Grazie, collega Caveri, per avere dato a questa Regione uno squarcio di verità, e non per cattiva volontà, ma perché le progettazioni ed i tecnici che dovevano occuparsi della realizzazione di quell'obiettivo politico erano manchevoli, gravemente manchevoli alla luce della poderosa indagine scientifica e tecnica, che tutti abbiamo e che dice due cose, e cioè quelle cose sono state fatte male ed hanno reso in maniera incontrovertibile impossibile ogni altra iniziativa di investimento, perché bisogna dire le cose come stanno: ci vogliono centinaia di milioni di euro per mettere a norma quel buco che è costato 60.000.000.000, e non ci sono! Basta dire balle in giro!
Secondo: sulla questione della gestione noi, timidamente per 15 anni, quando voi eravate al Governo a progettare 'sta roba, vi dicevamo: guardate che 150 persone all'ora, se hai 400 persone che aspettano di prendere quel trenino per andare a sciare, vanno a sciare a mezzogiorno e devono tornare all'una per tornare a casa alle 5! E voi ci rispondevate: ma cosa state dicendo? Ma non capite? È giusto, perché qui avete rimosso di essere stati 20 anni, perché quelli che oggi hanno firmato questa risoluzione sono gli stessi protagonisti che per 20 anni ci hanno ricordato che questa cosa era da fare e che andava bene così, che non dovevamo intrometterci nelle progettazioni, nei controlli dei lavori, nell'esecutività, nelle manchevolezze, perché funzionava. Il trenino a 150 persone all'ora funzionava...peccato che bucava 3.000.000, ma lo sapevamo già, al punto che ci eravamo detti: ma se funziona va bene lo stesso, perché il trenino come il Forte di Bard possiamo tenerlo nell'ambito di quelle cose che costano, ma che creano valore economico...eravamo arrivati perfino a quello!
Però adesso basta, adesso basta raccontarci la storia del lupo, adesso diciamo un po' di verità!
(interruzione del Consigliere Donzel, fuori microfono)
...non sono Dio, sono una persona normale che sente le persone per le strade...tu, forse è meglio che torni per strada e chiedi alle persone: ma secondo te una galleria che costa più di 200.000.000 per mettere a posto un buco che è costato 60.000.000.000, secondo te è da fare? Ti diranno: se è così, no! E non chiedere: ti piacerebbe la galleria per andare a Pila così tranquillamente turisticamente oppure semplicemente con le norme europee, con le norme di sicurezza, con i costi di progettazione, con la crisi economica? Ma non c'è nessuna persona di buon senso, a Cogne, che possa, alla luce dei dati, firmare quella cosa che le avete fatto firmare senza dire tutta la verità! Primo.
Secondo: anche qui, il collega Caveri ha acceso la luce sul trucco di questa risoluzione, perché qui si mettono insieme due cose: una per la quale voi avete parlato per 70 minuti del vostro tempo e costringete anche me a fare lo stesso, dove si parla della galleria, ma si mette dentro anche una volontà condivisa, quella del parco minerario, e...perché lo avete fatto? Lo avete fatto perché sapete che se vi presentate qui, con una risoluzione sulla ferrovia del Drinc, voi non pescate nessuno in quest'aula; non solo, non potete neanche andare a raccontare a Cogne o a Pila o a Gressan che vi state battendo per una cosa buona e giusta, perché quella roba è impresentabile! Invece se ci buttiamo dentro la ciliegina, anche se la torta è acida, la ciliegina la fa diventare più bella...appunto, il parco minerario, sul quale invece siamo tutti d'accordo. Ohè, cicci, non è che siamo qua a farci prendere in giro da voi, noi...penso che sia arrivato il momento di dire basta a queste cose qui! Adesso dovete cominciare a fare quello che la gente si aspetta che una classe politica corretta faccia, cioè: intanto cominciare a dire le cose come stanno, poi capire il momento in cui siamo, quindi va bene il teatrino, la strumentalizzazione politica, la vostra campagna elettorale che farete su questa cosa, va tutto bene, ma la verità alla gente va raccontata! Poi sarebbe più bello dire: visto che le soluzioni sono queste o non sono possibili, quali sono le alternative? Non vi ho sentito sulle alternative, vi ho sentito sulla protesta, ma non ho ancora sentito la proposta, come sempre! Noi, invece, le proposte alternative come maggioranza le abbiamo messe in campo, cioè preso atto del profondo dissesto finanziario che ha prodotto e che produrrebbe anche solo parlare di quella galleria, abbiamo messo in campo, con una risoluzione approvata da questo Consiglio, l'opportunità di ragionare su come collegare il comprensorio turistico Cogne-Pila-Aosta. È qui che dobbiamo scommettere, ma sulla galleria è disonesto, lo sapete!
Mi permetto solo di dire che il nostro movimento oggi non vuole rivendicare che "noi lo avevamo detto" perché è vomitevole, sembra di parlare della "Prima Repubblica" quando facevamo le interpellanze su questa roba. Quello che vogliamo rivendicare è che questa maggioranza si sta assumendo la responsabilità di dare delle risposte serie e possibili, quindi il giochino delle risoluzioni mescolate dove tutto si capisce e niente si vuol far capire, credo che sia oggettivamente finito. Non voglio più prendere lezioni, Donzel - lo dico con amicizia - di moralità da chi ha commesso errori ripetutamente e li ha semplicemente rimossi per spiegare all'alunno che adesso, lui, è a posto, perché il vostro partito è stato 17 anni ad approvare quelle cose lì...per favore, basta! Adesso è il tempo della proposta, il vostro tempo della protesta sterile è finito; adesso dovete accettare la sfida, che non avete ancora accettato, di dire alla gente la proposta, e io, ancora, la proposta da voi non la sento! Però aspettiamo...magari viene fuori oggi!
Presidente - La parola al Consigliere Comé.
Comé (SA-UdC-VdA) - Grazie Presidente.
Sinceramente oggi su questa petizione non volevo intervenire, però il collega Donzel che fa già la premessa dicendo: "io parlo per primo e voi mi attaccate", agisce come Ponzio Pilato che vuole sempre lavarsi le mani e scaricare la colpa sugli altri, e chiaramente su questo voglio sottolineare alcuni aspetti.
Ero già intervenuto un anno fa, sottolineando che nel 1979 i due Sindaci avevano espresso un grande entusiasmo per il collegamento attraverso la galleria Cogne-Acque Fredde che collega le due stazioni per permettere di favorire aspetti interessanti per i due comuni. Ma dal 1980, data di inizio, quando come giustamente avete sottolineato nella risoluzione c'era il consenso unanime, passarono 14-15 anni e, come avevo già sottolineato l'altra volta, ci furono le prime perplessità da parte nostra; era allora Assessore il Consigliere Riccarand e c'era al Governo (guardo più dalla vostra parte che di qua) il PD, e c'erano anche dei Consiglieri che siedono attualmente nel partito di ALPE, quindi noi allora dicemmo: abbiamo speso 10.000.000 di euro, fermiamo questa galleria e proviamo a ragionare in termini di soluzione alternativa. Eppure da parte vostra c'era la totale sicurezza di andare avanti, tant'è che siamo arrivati ai 30.000.000 attuali. Adesso, sentirci dire che non sappiamo costruire, quando la cattiva costruzione l'avete fatta voi, mi sembra un po' esagerato!
Riconosco invece la correttezza da parte del collega Caveri, che ha riconosciuto che su questo tema c'è stata condivisione da parte di tutti e mi reputo anch'io tra questi, all'interno del mio movimento, quando nel 1979-1980 avevamo dato l'assenso per iniziare la costruzione. Ma adesso scaricare la colpa sugli altri e dire: "noi siamo delle verginelle, la colpa è tutta vostra", mi sembra veramente molto scorretto!
Sul discorso poi che c'è la novità, c'è la petizione...indubbiamente oggi abbiamo la firma di alcuni cittadini di Cogne che, come ha detto il collega Lattanzi, hanno chiesto di rivalutare, perché non avendo tutti gli elementi chiedono di rivalutare l'aspetto. Ma questa è sottoscritta da 400 persone di Cogne, rispetto ai 1.500 abitanti di Cogne, non vorrei allora che come sempre da una petizione questa viene letta come consenso unanime di tutta la Regione, petizione per la strada di Comboé, petizione per le centrali eccetera, voi dite che esprimono la volontà dell'intera Valle! Questa è invece la volontà di alcuni cittadini che chiedono all'Amministrazione regionale di fare un ripensamento, di fare un ulteriore approfondimento, cosa che abbiamo fatto, e ritengo che nella parte conclusiva del collega Empereur sia esternata bene la volontà della maggioranza.
Voi parlate della necessità della miniera per quanto riguarda la garanzia di una via di soccorso; vorrei ricordare ai gruppi di ALPE e del PD che ho visto che hanno sottoscritto la petizione per non costruire la strada trattorabile di Comboé...
(interruzione del Consigliere Donzel, fuori microfono)
...non guardare te stesso, vorrei ricordare per quanto riguarda la strada di Comboé vi è stata la morte del gestore, in quanto non si poteva raggiungere il sito. Quindi la strada di Comboé ha anche un valore di soccorso per tutti quelli che vivono durante l'estate nell'alpeggio. Grazie.
Presidente - Se non vi sono altri iscritti a parlare, dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola all'Assessore al turismo, sport, commercio e trasporti, Marguerettaz.
Marguerettaz (UV) - Grazie Presidente.
Solo per riprendere le riflessioni che sono state fatte sulla tranvia, perché sicuramente condivido quello che è stato detto già da alcuni colleghi, sono due argomenti completamente diversi: la valorizzazione del patrimonio minerario e l'utilizzo trasportistico della tranvia di Cogne.
Il dossier che abbiamo avuto modo di vedere diverse volte, e non ovviamente con l'occhio del politico, di colui che deve fare delle valutazioni che non sono specificatamente tecniche, ma le valutazioni fatte da ingegneri di provata competenza, così come dai dirigenti dell'Amministrazione regionale, hanno sollevato non pochi dubbi sull'attendibilità delle valutazioni sull'effettivo utilizzo di questa tranvia. Quindi tutte le valutazioni che sono state fatte hanno portato a valutazioni decisamente negative, e tutte le modifiche che sono state introdotte alquanto improbabili, per cui improvvisamente il trenino che è stato studiato, valutato anche dagli organi ministeriali per una velocità di 40 chilometri/ora, negli studi viene portato a 70 chilometri/ora e la giustificazione sta nel fatto che vengono tolte le batterie, diventa più leggero; insomma, si va a ridisegnare completamente la tranvia. Tutto questo non viene fatto con pochi milioni di euro, ma si deve rimettere in discussione tutto. Dopodiché ci sono le valutazioni sulla funzionalità, sui passeggeri, sul trasporto, e anche lì ci sono le debolezze di questo progetto, debolezze che, via via che il tempo passa, si ingigantiscono, perché gli scenari di 30 anni fa non avevano le limitazioni che oggi abbiamo. Quindi nessuno ha mai osato dire che coloro che hanno fatto le valutazioni 30 anni fa erano degli sprovveduti o degli incompetenti, ma erano altri momenti.
Se togliamo la potenzialità trasportistica, cioè portare le persone da Cogne a Pila o viceversa, quella tranvia non ha alcun senso, perché molte volte si dice: immaginate il trenino dell'Engadina, i treni della Svizzera, ma questo è prevalentemente un percorso in un buco nero, anzi di scarsa apprezzabilità se non finalizzato a spostarsi, perché non hai nessuna balconata, non hai nessun beneficio, non sei in una situazione dove hai la possibilità di vedere dei panorami straordinari. Hai un buco nero, e chi soffre di claustrofobia rischia di vivere molto male questo percorso. Anche i modelli di esercizio, noi abbiamo le valutazioni che sono state fatte dall'ingegner Kuchler, ma se andate a vedere, come avete fatto, lo studio TBridge che a suo tempo aveva fatto delle valutazioni, aveva evidenziato la necessità di avere tante persone per esercitare questa tratta, quindi il deficit era sicuramente importante. Fino a pochi anni fa c'erano 100.000 euro di spese all'anno per un trenino fermo, perché dovevamo mantenere una serie di spese, di cui 35.000 euro di energia elettrica. Allora, pensate alle spese se andiamo a farlo funzionare. Capite che oggi è veramente il momento di dare delle informazioni corrette ai cittadini, come è stato fatto, e ovviamente prendere atto della situazione.
Come avete visto nei precedenti atti, abbiamo sempre improntato le nostre decisioni nel recuperare tutto quello che è recuperabile, quello che oggi esiste e che vogliamo non buttare. Rispetto a questo la parte per esempio fra Acque Fredde e Plan Praz è un'infrastruttura che ha un suo interesse, poi si può gestire meglio; fra l'altro quello è un tratto nuovo, come sapete, la vecchia tranvia si fermava ad Acque Fredde, invece la parte Acque Fredde-Plan Praz è stata costruita ex novo ed è recuperabile, può dare un servizio. Da questo punto di vista è auspicabile, lo ha auspicato il Comune di Gressan, lo ha auspicato la società PILA, l'ha auspicato il Consiglio regionale, recuperarlo, così come altre strutture in quel di Cogne: bisogna cercare di recuperarle prima possibile, per evitare che nelle condizioni mutate si perdano anche queste piccole ma sostanziali opportunità.
Non viene messo in discussione niente del parco minerario, non viene messa in discussione la possibilità di valorizzare un'importante realtà come quella delle Miniere di Cogne: si mette in discussione solo il sistema trasportistico legato alla tranvia, che non è più idoneo e che deve essere utilizzato al meglio là dove è possibile, convertendolo in altre funzioni.
Presidente - La parola al Presidente della Regione, Rollandin.
Rollandin (UV) - Grazie Presidente.
Credo che l'illustrazione fatta dal collega Empereur del lavoro che si è svolto con le audizioni, con le precisazioni degli interessati e con le valutazioni fatte a proposito della petizione, abbia ampiamente ribadito quello che nella precedente discussione era stato fatto.
Di nuovo, malgrado quello che si è detto qui, al di là delle persone che hanno ritenuto di dover svolgere una raccolta firme, di riproporre il problema...però, nei termini in cui è stato riproposto, il problema era noto. Credo che si potrà poi discutere quanto sia stato giusto o non perfettamente corretto insistere sulla valorizzazione della galleria, dell'utilizzo del trenino ai tempi; non dimentichiamo di quando l'idea era stata intrapresa, che era subito dopo la chiusura della miniera. Allora aveva fatto l'unanimità questo aspetto, perché si pensava che i problemi tecnici che hanno obiettivamente fermato a più riprese la possibilità di rendere funzionale ed agibile quella tratta per il trasporto delle persone, al di là di tutte le considerazioni corrette che sono state fatte su quante persone potevano essere trasferite da Cogne a Pila, al di là della valutazione a suo tempo fatta per trovare una via di uscita, che allora, sì, aveva un senso, in quel momento anche il problema della sicurezza di Cogne era molto più sentito di oggi.
In questi ultimi anni si sono investiti per la sicurezza della strada di Cogne più di 130.000.000 di euro, e credo che ormai siamo a dei livelli di sicurezza buoni; ci sono ancora alcuni tratti che meriteranno interventi futuri, ma diciamo che oggi l'interruzione della strada è rara, mentre c'è stato un periodo in cui, ogni volta che minacciava pioggia, ci si doveva immaginare un intervento sulla strada per chiuderla. Ma chiudere voleva dire chiudere oggi e non sapere quando riaprire, senza alternativa. Oggi, non solo c'è una strada che ha una buona agibilità ed è funzionante, ma sempre nell'ambito del sistema di soccorso, perché anche questo era un problema, come si interviene a Cogne nel momento in cui si crea il caso sanitario, l'intervento specifico da ottimizzare come tempi rispetto alle altre situazioni in Valle...bene, nel momento in cui a livello di Protezione civile si è previsto e reso già sperimentalmente attivo il volo notturno, anche questo, se non in condizioni estreme, è una possibilità reale che toglie molte delle difficoltà, delle apprensioni dei cognein e anche di tutti i villeggianti. Dico questo perché, nella valutazione che è stata fatta, la possibilità di rivedere il problema del trenino è improponibile, ed è improponibile anche come soluzione temporanea per l'emergenza, perché l'emergenza comunque comporta una responsabilità per chi apre quella ferrovia, perché se io inserisco in un tunnel che non viene mai utilizzato...perché se deve essere utilizzato anche provvisoriamente devo mantenerlo agibile, e agibile non lo è mai stato e non lo sarà mai, se non ci sono tutti gli interventi che sappiamo essere di milioni di euro, quindi questa è una soluzione impraticabile. Non è una questione di volontà, è impossibile, non esiste questa possibilità!
Qualcuno aveva prospettato la soluzione di un tunnel che costava esageratamente, con i tempi che ci sono non era proponibile un tunnel diretto da Cogne a Pila per il costo, non che non sia possibile tecnicamente, non è possibile per l'onere finanziario corrispondente! Dico questo perché le due cose che sono state erroneamente mescolate, il collegamento Pila-Cogne e la valorizzazione del sito minerario, non sono confondibili. Ricordo che per l'altro aspetto, del sito minerario, abbiamo insistito perché non ci fosse la possibilità per Fintecna di scaricarlo come si voleva fare, più volte hanno cercato di dire: Regione, prendetevi il sito minerario, questo da domani sarà vostro; al che noi abbiamo detto: sì, siamo disponibili a prenderlo a condizione che...e quelle condizioni sono state oggetto di una lunga trattativa, perché loro non volevano metterlo in sicurezza, volevano consegnarlo come era, dopodiché i miliardi che sta mettendo adesso Fintecna....chi li metteva, se non la Regione? Questo è stato un lavoro preparatorio fatto, questo è il discorso.
Qui qualcuno si inventa che non si è fatto niente, non ci si è voluti occupare di questa situazione; invece si è anche studiato un percorso che poteva essere legato ad una ricongiunzione turistica tra quello che rimaneva dell'ultimo tratto della ferrovia con le miniere, questo è stato un progetto visto in prospettiva, di come si poteva utilizzare. Quindi tutto quello che si poteva fare è stato fatto e oggi prendiamo in esame questa petizione che, ripeto, comprendiamo, ma che non può essere accolta, nel senso che non è percorribile la rivitalizzazione di questo tunnel per le ragioni che i colleghi hanno poi già detto.
Non ci resta che tener conto della possibilità, che credo verrà illustrata con la risoluzione presentata dai Capigruppo di maggioranza, che va nella logica di un rispetto del futuro, di un impegno per le politiche che, una volta terminato il lavoro di Fintecna, potranno essere predisposte anche con progetti europei. Quello è un aspetto che non solo non sottovalutiamo, ma riteniamo di grande interesse, senza contare che con i numeri che sono stati detti su altre località, 30-40.000 turisti, io non so fare delle previsioni su quanti visiteranno un domani le Miniere di Cogne, come le altre miniere che si sta cercando di valorizzare, credo che siano dei siti importanti non solo per la storia, ma anche un patrimonio che la Regione vanta. Però ricordiamoci che i costi di gestione di queste strutture saranno sempre molto alti ed è probabile che su questo si dovrà nuovamente intervenire come amministrazione pubblica, perché difficilmente saranno autosufficienti. Ad oggi non c'è struttura di questo tipo in Italia ed in Europa che abbia autonomia finanziaria, bisogna anche dircelo onestamente, quindi questo vorrà dire avere dei costi.
Qualcuno ha accennato alla valorizzazione che è stata fatta del Forte di Bard...sicuramente, ma ci sono dei costi, malgrado si sia arrivati alle previsioni di visitatori; ci sono una serie di interventi riferiti alla gestione del Forte che sono da giustificare come spesa pubblica. Non voglio parlare di esempi vicini, come quello che succede a Venaria, dove malgrado i numeri completamente diversi anche lì c'è la mano pubblica che mantiene queste strutture, che hanno poi delle ricadute positive sul territorio. Non è solo una questione di incassi legati alla struttura, c'è tutto il resto che funziona e che può essere un volano per l'economia ed è un aspetto molto importante, ma per la mano pubblica che interviene non è che intervenendo ha finito, deve continuare a mantenere. Lo dico perché è un altro impegno che deve essere tenuto presente. Questa è una vicenda incresciosa per tutti, perché il tempo è trascorso con una serie di maggioranze diverse e variegate, con una serie di persone che avevano visitato il sito, e dire che c'è stata un'azione difficile che ha portato oggi ad una conclusione deludente è la verità.
Sulla ripartizione delle colpe non mi sento di esprimere giudizi, perché un conto è la volontà di realizzare, un conto è chi la realizza. Vediamo oggi opere pubbliche appena concluse che, malgrado i collaudi, risultano di cattiva conduzione o che crollano! Colpa del politico? Anche, può darsi, ma credo che molto ci sia del tecnico, di chi doveva essere in grado di dire per tempo alcune cose, senza togliersi né demeriti, né difficoltà che abbiamo tutti vissuto. Ma su questo tema in particolare c'è stata una sottostima della difficoltà, per non dire del disinteresse del ministero competente, che non ha mai preso seriamente in considerazione una deroga sulle possibilità di rendere operativo un sistema di trasporto unico, che non esisteva da nessuna parte, e che doveva essere accertato, accreditato. Questo non si è mai voluto fare, e ancora nelle ultime trattative c'era questa difficoltà perché è più facile andare sui sistemi standard; questo è un sistema anomalo per il trasporto di persone e questo ha condizionato pesantemente tutto quello che è successo: i ritardi, i mezzi di conduzione, gli interventi strutturali, tutti sono stati condizionati da questo parere che non è mai arrivato nei termini voluti dal progetto originario. Questo lo dico non per dare dei demeriti a qualcuno, ma perché è la verità. Su questo siamo stati condizionati.
Detto questo, la risoluzione che verrà illustrata conclude meglio di altri il parere nel merito di quello che rimane della valorizzazione del patrimonio delle miniere ed è quello che tutti noi ci auguriamo.
Presidente - Il Consiglio prende atto della petizione.
Il Consiglio
Premesso che:
- in data 6 marzo 2012 è stata presentata alla Presidenza del Consiglio, ai sensi dell'articolo 36 del Regolamento interno per il funzionamento del Consiglio, una petizione popolare, sottoscritta da 683 cittadini, per mantenere in vita la ferrovia del Drinc e le Miniere di Cogne;
- a norma del suddetto articolo 36, l'Ufficio di Presidenza, con deliberazione n. 41/2012 del 19 marzo 2012, nel decidere sulla ricevibilità ed ammissibilità della petizione, ne ha avviato l'istruttoria con richiesta di informazioni al Presidente della Regione, in quanto legale rappresentante della Regione, all'Assessore al territorio e ambiente, in quanto competente in materia di siti minerari dismessi, all'Assessore al turismo, sport, commercio e trasporti, in quanto competente in materia di gestione del trasporto ferroviario e alla Commissione consiliare competente Sviluppo economico;
- l'Assessore al territorio e ambiente, con lettera in data 19 aprile 2012, prot. n. 3968/TA, ha trasmesso un rapporto sull'argomento in oggetto;
- l'Assessore al turismo, sport, commercio e trasporti, con lettera in data 20 aprile 2012, prot. n. 6766/SAF, ha trasmesso un rapporto sull'argomento in oggetto;
- il Presidente della Commissione consiliare permanente Sviluppo economico con lettera in data 28 maggio 2012, prot. n. 4087, ha comunicato alla Presidenza del Consiglio le risultanze degli approfondimenti svolti;
Ai sensi del quarto comma dell'articolo 36 del Regolamento interno
prende atto
della petizione e della documentazione ad essa relativa.
Presidente - Passiamo all'esame delle due risoluzioni, con precedenza della risoluzione a firma dei Consiglieri dei gruppi ALPE e Partito Democratico.
La parola al Consigliere Louvin.
Louvin (ALPE) - Non sarò l'unico ad intervenire per la parte illustrativa, ma il dibattito apre a valutazioni che credo debbano essere fatte riassuntivamente, prendendo a spunto l'orientamento che esprimiamo con la risoluzione. Credo che quando un paese, una larga parte di esso quanto meno si mobilita, esprime un auspicio, si organizza, si struttura per difendere le proprie vocazioni ed il proprio territorio, siamo di fronte ad una pagina di partecipazione che non deve trovarci, come ha trovato una parte di quest'aula, pregiudizialmente ostili.
Ho ascoltato con un po' di amarezza salire i toni, tacciare di ingenuità quella parte della popolazione che intanto ha vissuto per anni, anche economicamente e produttivamente, la vicenda della miniera, che ne ha una visione più intensa e partecipata della nostra che osserviamo come amministratori oggi, negli anni 2010, questa situazione, cercando di tirare le fila di una situazione complessa. A questa parte della popolazione va data una risposta, soprattutto va data quando intelligentemente essa mette in relazione un suo patrimonio culturale locale con il mondo esterno, riuscendo ad inquadrarlo nella filosofia iniziale di questo intervento che era "la via del ferro" (non la via dello sci), era il recupero a fini culturali della Miniera di Cogne e delle strutture ad essa collegate, fra cui la ferrovia e la galleria del Drinc. Sicuramente una vicenda ardita che ha conosciuto la Valle d'Aosta negli anni eroici, in cui tutto sembrava possibile; era il Presidente Rollandin ad incaricare quei tecnici sui quali adesso sembra dover cadere buona parte della responsabilità del fallimento, vorrei dire "pianificato" in una certa misura, perché ho avuto la sensazione, dalla fine della scorsa legislatura in avanti, che ci fosse una regia di chiusura di questa vicenda tutt'altro che in senso positivo.
Quindi questo richiudersi della politica del Governo regionale, della sua maggioranza, richiudersi come casta che sa tutto, che ha la visione d'avvenire per il Comune di Cogne è un atto di superbia e di presunzione che fa a pugni con la visione che ci siamo fatti proprio nel corso del sopralluogo che abbiamo fatto il 24 maggio come commissione, cogliendo l'opportunità di una visita che aveva promosso il gruppo ALPE nel sito minerario. E credo che abbia avuto una lezione di storia molto importante su un secolo e mezzo di vita del sito minerario, che ha conosciuto momenti di alta produttività, momenti di grandissima difficoltà e che ci ha insegnato che una comunità che persegue solidalmente determinati obiettivi può superare grandi difficoltà. Il fatto che oggi ci sia ancora questo sentimento a Cogne sia un dato molto positivo, che fa pensare che non sia la comunità di Cogne - come speriamo il resto della Valle - propensa a seguire solo le mode del momento, solo i trend del momento turistico, ma capisca che questa comunità ha vocazioni più profonde e non voglia lasciar recidere dei cordoni.
Ci dispiace che i colleghi della maggioranza abbiano presentato una risoluzione che è fondamentalmente elusiva del problema, perché da un lato guarda alla questione del recupero del sito minerario (questione che sarà discussa per anni, perché andrà avanti l'operazione, in relazione con la dismissione da parte di Fintecna), ma dall'altro elusiva perché non dice niente del resto. E sul "resto" si è pronunciato molto esplicitamente l'Assessore Marguerettaz, il grande rottamatore delle nostre infrastrutture ferroviarie, che per quanto riguarda questa struttura sta mettendo in atto, per un tratto molto breve, un'operazione di dismissione che non esitiamo a considerare nefasta. Ci ritorna fra l'altro nei documenti allegati al lavoro della commissione, dicendo che nella riconversione nel comune di Gressan del tratto Acque Fredde-Plan Praz il percorso carrozzabile andrebbe a risolvere una serie di problemi di accesso a terreni, a spazi, ad alcune frazioni del comune: falso! Falso, perché si sta puntando ad un'operazione di speculazione nella località, la località è già collegata da una strada carraia, mancano poche centinaia di metri da asfaltare; invece quello che si vuol fare è dismettere quel tratto ferroviario, recidere l'ultimo tratto ed impedire nel futuro quello che il futuro potrà richiedere, cioè la necessità di ripristino.
Sulle proiezioni finanziarie sono convinto, collega Lattanzi, che se dietro questa azione invece di esserci stato un ingegnere della Regione, ci fosse stata la RockSoil o la Stone o un'altra delle società del Ministro Lunardi, la vicenda avrebbe avuto altro sviluppo, sarebbe andata in altra direzione, e anche il ministero forse sarebbe stato più di lunghe vedute. Ma siccome oggi siamo in una fase diversa, nella quale la Regione ha determinati poteri...il Presidente Rollandin ricorderà bene le discussioni che abbiamo avuto in seno alla Commissione paritetica quando abbiamo richiesto per la Valle d'Aosta le competenze amministrative sulle tratte ferroviarie che insistono sul nostro territorio, e pensavamo anche a questa, allora. Pensavamo che quelle questioni di deroga del 1997, quella rettifica delle disposizioni ministeriali potevano essere realizzate da noi, perché noi abbiamo questa visione diversa del trasporto di montagna, più simile a quella svizzera e austriaca che non a quella che si può avere nel resto del Paese. Noi pensiamo che oggi queste condizioni ci siano; non ci sono le condizioni finanziarie oggi? Bene, si aspetti, ma non si pregiudichi!
Ecco, quello che trovo particolarmente intelligente e saggio da parte dei richiedenti è di bloccare le irreversibili azioni di smantellamento in atto e quindi di impedire che venga pregiudicato un utilizzo diverso. Lei ha evocato insieme ad altri colleghi problemi tecnici, di batterie, di collegamenti elettrici al suolo...sono problemi tecnici risolvibili, naturalmente...forse è il collega Marguerettaz che ne ha parlato, comunque sono problemi che sono assolutamente risolvibili in futuro. Se oggi non ci sono né le condizioni finanziarie, né le condizioni tecniche, non è decisivo che si faccia, ma quello che chiede la popolazione è di guardare oltre, di non rendere impossibile per il futuro qualcosa di cui ci potrà essere bisogno.
Lei giustamente ha parlato del problema del collegamento con Cogne, dei 132.000.000 di euro spesi per assicurare la messa in sicurezza del tratto stradale; ebbene, ci potranno essere situazioni nelle quali il Comune di Cogne si trova in forte difficoltà in relazioni a situazioni di isolamento. Abbiamo conosciuto in tempi recenti Valgrisenche chiusa per mesi e noi crediamo che l'unica Valle che ha questa opportunità di un doppio accesso non debba essere condannata per sempre a vederselo chiuso. Quindi non andiamo dietro a questa linea di recuperare il recuperabile; qui non è un problema di riciclaggio, non abbiamo bisogno di fare cassa o di utilizzare piccoli tratti di strutture che possono travolgere a tempo indeterminato la realizzazione di qualcosa di molto più importante; lasciamolo fermo per il momento, se non è conseguibile il risultato nell'immediato, ma diamo ascolto a questa voce attenta e creiamo le condizioni perché il turismo culturale di Cogne e della Valle trovino questo sbocco.
Sono convinto che anche gli errori che possono essere stati commessi dalla politica non debbano mettere pietre tombali su questa vicenda, perché questo è quanto ci chiede una parte importante della comunità di Cogne, e questa è la risposta che dobbiamo dare. Abbiamo tentato di darla con una piccola risoluzione che ci sembra riassuma la necessità di non chiudere questo libro per sempre, di non far sì che la fretta di andare a smembrare questa struttura crei delle condizioni di impossibilità per il futuro. La tecnica oggi conosce determinati risultati, la tecnica è in fase di rapido superamento; forse fra 10 anni non ci saranno più motori a scoppio, forse fra qualche anno ci saranno mobilità diverse, ma noi abbiamo una struttura importante. Non è vero che ci vogliono centinaia di milioni per ripristinarla.
Dispiace - mi permetta di dirglielo, Assessore Marguerettaz - che sia stata semplicemente allegata una nota di un anno fa, a chiusura del tutto, dicendo: ma i nostri tecnici sono di alta classe, sono assolutamente accademici, certificati, dicono che non si può fare. Io l'ho letta con attenzione, non mi pare che dica che non si può fare, ma che ci sono delle questioni da discutere e da approfondire. Soprattutto c'è un futuro da non pregiudicare, ed il segno che può venire da questo Consiglio è un segno di speranza e non un segno à tout jamais di una vicenda che crediamo debba essere conclusa verso buoni risultati, e non condannata al fallimento.
Presidente - La parola al Consigliere Empereur.
Empereur (UV) - Grazie Presidente. Non certo per illustrare la risoluzione di ALPE e PD, ma quella della maggioranza. Sarò molto sintetico, perché la nostra risoluzione trae spunto dalla relazione che ho presentato poc'anzi ed in particolare dalle conclusioni, perché nelle premesse richiama parte delle considerazioni che sono state esternate anche nel corso della discussione generale.
È una risoluzione che presento a nome della maggioranza, a firma dei colleghi Capigruppo, che impegna il Governo regionale a valutare come conseguire significative sinergie tra le lavorazioni in atto relative all'istanza di rinuncia presentata dalla società Fintecna, e la realizzazione di un percorso museale di valorizzazione turistico-culturale della Miniera di Cogne, al fine sia di rendere omaggio alla memoria di questa importante pagina della storia valdostana, sia di valorizzare il potenziale turistico culturale del sito nella sua complessità, anche attraverso l'uso dei fondi europei.
È una risoluzione che non consideriamo assolutamente elusiva, collega Louvin, ma è una risoluzione conseguente ad una relazione ed a delle precise valutazioni, quindi assolutamente pertinente al tema. Grazie.
Presidente - La parola al Consigliere Donzel.
Donzel (PD) - Grazie Presidente.
Cari colleghi, capisco che l'esigenza comunicativa, cioè quella di parlare a tutti i valdostani, porta qualcuno ad approfittare del fatto che chi sente da lontano non è tenuto ad essere a conoscenza diretta della petizione che è stata firmata. Allora vorrei chiarire ai kamikaze della maggioranza che per la petizione non è andato Donzel a Cogne, rassicuro tutti, a raccogliere firme, i referenti di questa petizione sono: l'ex Sindaco Ruffier, che non mi risulta essere iscritto al Partito Democratico, il professor Vassoney, che è responsabile dei musei di Cogne per anni, non so se lo è ancora, ma è sicuramente una persona che ha a suo carico anche importanti pubblicazioni sul sito minerario di Cogne, e la signora Tutino che è residente a Cogne. Quindi il Partito Democratico non c'entra niente con la raccolta di firme che è stata fatta da alcuni cognein.
Venendo a dare una risposta al Presidente, la questione come l'ha posta lei sulla miniera è assolutamente condivisibile, ma vorrei attenermi al testo della petizione, che fa preciso riferimento...però può darsi che io l'abbia interpretata male, perché non ho la capacità di onestà intellettuale di dire sempre la verità che hanno i miei colleghi dell'altra parte, ma vorrei confrontarmi con lei su questo...la petizione dice: il sito minerario di Cogne comprende la ferrovia del Drinc, il sito di Costa del Pino e gli stabilimenti di Colonna. Cioè gli esperti museali di Cogne hanno sempre inteso nel progetto minerario di Cogne anche il pezzo della ferrovia come parte integrante del progetto minerario, questo è un punto chiaro, altrimenti di cosa abbiamo parlato in continuazione della ferrovia? Poi trovo nella risoluzione della maggioranza che non c'è una parola sulla ferrovia.
All'interno di questa petizione, e io non penso che l'ex Sindaco Ruffier sia andato a raccontare fregnacce ai suoi concittadini, si fa preciso riferimento in tre passaggi: la ferrovia del Drinc, quindi penso che chi l'ha firmata l'abbia letta, è secondo l'opinione di autorevoli esperti la via di comunicazione più conveniente fra Cogne e la Valle centrale, la ferrovia è una via di fuga, la ferrovia è un monumento alla nostra identità comune. Si fa esplicito riferimento alla ferrovia nella petizione e, come ha detto Louvin prima, si chiede di non smantellare. Non è scritto nella petizione: mettete un treno nuovo, fate una galleria nuova. Nella petizione è scritto: non smantellate. Quindi non fate dire ad altri cose che non hanno detto, qui non è scritto: metti un treno nuovo, spendi 30.000.000.000; qui è scritto: non smantellare in rifermento alla ferrovia.
E poi - elemento importantissimo di questa petizione - è scritto in chiusura, e penso che chi l'ha firmata l'abbia letta, basta dire che chi ha firmato è stato tratto in inganno, perché bastava che leggesse: chiediamo trasparenza su ogni azione che riguardi il nostro sito minerario e chiediamo che le risoluzioni del Consiglio regionale (si fa esplicito riferimento a quella dell'anno scorso) siano rettificate, cioè si chiede la rettifica di ciò che era stato deciso prima. Quindi mi sembra un testo esplicito, chi lo ha letto e lo ha firmato sapeva cosa c'era scritto.
Brevissima considerazione. Continuate a dire: ci sono dei tecnici esperti che hanno esaminato questa cosa, i tecnici della nostra Amministrazione; ma scusate, mettetevi d'accordo con voi stessi! Che la ferrovia non funziona è colpa dei tecnici, e poi venite qui a dire che, in base ai dati che vi hanno dato i tecnici, voi dite che questa roba non si può fare! Ma scusate, siete schizofrenici! Siete venuti qui a dire che è tutta colpa dei tecnici...adesso, in base a quello che vi dicono i tecnici, voi prendete una decisione di questo tipo? Noi chiediamo una decisione politica, perché di tecnici ne abbiamo sentiti a go-go che dicono che si può fare, non fare, uno che dice di più, uno che dice di meno...non diciamo no a smantellare e in questo momento sappiamo tutti che è in questione soprattutto lo smantellamento del pezzo Acque Fredde-Plan Praz.
Questo bisogna dire oggi agli abitanti di Cogne: smantelliamo il pezzo di Acque Fredde-Plan Praz votando la risoluzione di maggioranza che parla unicamente del bel progetto minerario fatto con i finanziamenti europei, su cui siamo assolutamente d'accordo anche noi, e su cui sono d'accordo tutti gli abitanti di Cogne, salvo nel dire che in quel progetto ci deve stare anche la galleria. Questo chiede la petizione, e voi dovete dire, visto che avete parlato di onestà intellettuale...nella nostra risoluzione si dice esplicitamente: tagliamo un pezzo dell'idea del Museo minerario di Cogne, quello che riguarda la ferrovia, e facciamo solo un pezzo che riguarda la miniera. Non è quello che chi ha lavorato per anni al Museo minerario di Cogne chiede con questa petizione. Quindi noi riteniamo che sia più corretto dire o sì o no; poi uno può dire cavalca o non cavalca le petizioni, qui si tratta di opinioni, ma io ritengo più corretto dire: siamo d'accordo con l'operazione di non smantellamento e valorizzazione dell'intero complesso minerario, che comprende anche la miniera in quanto opera di ingegneria unica nel suo genere, non ne esiste un'altra in tutto lo scenario italiano, quindi è un'opera che sicuramente ha un carattere di interesse museale. Poi, che siamo in grado di sfruttarla oggi o meno, questo è un altro discorso, ma l'importante è che se cominciamo a smontarla, perde gran parte del suo valore man mano che andiamo avanti nello smantellamento. Quindi la parola "non smantellata" è usata all'interno della petizione che oggi dobbiamo discutere, sarebbe importante che si desse una risposta in questo senso: siamo favorevoli allo smantellamento, siamo contrari allo smantellamento.
Noi la nostra posizione l'abbiamo chiara, qualcuno può condividerla o meno, ma credo che fosse importante chiarire, anche a chi ci ascolta dall'esterno, di cosa stiamo parlando. Stiamo parlando di due idee completamente diverse, fra chi ha deciso di abbandonare...e qui una piccola precisazione sull'utilizzo del trenino per situazioni di sicurezza: nel 2000, gli insegnanti di scuola media qualche volta furono portati a Cogne nel periodo dell'alluvione per svolgere le lezioni con l'elicottero, ma ci fu una situazione in cui usarono il trenino; quindi ha svolto una funzione di emergenza. Si poteva, in una situazione in cui c'è tutta la strada che è inutilizzabile e non migliaia di anni fa, perché non sono così vecchio...insegnando a Cogne, mi sono trovato nella condizione che la strada fu bloccata da una frana per oltre 5 giorni, gli anziani non potevano attraversare quella frana perché bisognava percorrere per circa 300 metri in mezzo al fango un sentiero nella montagna. Non stiamo parlando, ripeto, di 500 o di 300 anni, ma stiamo parlando nell'ambito di 20 anni...è stata chiusa completamente due volte quella strada, questa è la realtà! E quando gli abitanti di Cogne dicono: mantenetela nel minimo delle condizioni necessarie per la sicurezza, non credo che chiedano una cosa fuori dalla grazia di Dio!
Presidente - La parola al Vicepresidente Chatrian.
Chatrian (ALPE) - Grazie Presidente.
Per dichiarazione di voto: voteremo in maniera convinta la nostra risoluzione argomentata dal sottoscritto prima, dal collega Donzel e dal collega Louvin, perché la richiesta parte dal basso. Non penso ci sia stata superficialità nel presentare questa petizione, perché mi sembra diretta, chiara, franca, e in più non si parla neanche di quanti soldi, come ed in che maniera reperire i soldi.
Si chiede alla politica un posizionamento chiaro, non tecnico, non economico, non di finanziamenti, quindi un posizionamento molto franco, perché la richiesta finale dei 683 che hanno firmato la petizione è molto diretta e semplice: chiede che si rettifichi la risoluzione approvata dal Consiglio regionale il 13 luglio 2011. A differenza del collega Donzel, il movimento ALPE non ha raccolto le firme, ma ha organizzato due incontri pubblici: uno nel 2009, per ascoltare la comunità di Cogne, e un altro qualche settimana fa, per sentire, per capire se dietro a questa petizione c'era una volontà superficiale o se c'era la volontà di una comunità di non precludere azioni future, magari nelle prossime legislature, magari nelle prossime generazioni, magari per comunque tenere un buco aperto per dare delle risposte turistiche, culturali, economiche, di ricaduta.
Il Presidente Rollandin prima citava il ruolo del pubblico, sappiamo che in azioni di questo genere il pubblico deve dire la sua, ma può mettersi in discussione, può creare le condizioni, può. A nostro avviso questo "può" è richiesto in maniera diretta e chiara in questa petizione. Ci spiace dal punto di vista politico non poter votare la vostra risoluzione, perché è fuori tema, Presidente Rollandin, rispetto alla richiesta della petizione. È la nostra opinione, possiamo avere un'opinione diversa dalla sua?
(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)
...non possiamo avere un'opinione diversa da lei? Possiamo, nel momento in cui la richiesta è diversa, possiamo pensare non alla stessa maniera, argomentata e non da chiacchierata fuori da quest'aula. La richiesta è un'altra; è condivisibile la vostra risoluzione, ma la richiesta non è questa, la richiesta è: per favore non precludeteci l'irreversibilità di queste azioni, e si parla di collegamento ferroviario.
Quindi manteniamo la nostra risoluzione, la voteremo convintamente e ci asterremo sulla risoluzione proposta dal Governo regionale che, a nostro avviso, è fuori tema. Grazie.
Presidente - La parola al Consigliere La Torre.
La Torre (FA) - Grazie Presidente.
Consigliere Chatrian, la nostra risoluzione è perfettamente in tema, e risponde assolutamente alle richieste di una comunità. Una comunità che ha il diritto ed il titolo di porre delle questioni attraverso delle petizioni, così come è giusto che a questa comunità si diano delle risposte corrette ed oneste.
Innanzitutto la nostra risoluzione non nega assolutamente l'aspettativa turistica di Cogne, anzi, se c'è proprio qualcuno a cui stanno a cuore le aspettative turistiche di Cogne credo siano proprio questa maggioranza e questo Consiglio. E nessuno nega neppure il concetto culturale e turistico della miniera, che si collega all'aspettativa turistica, anzi la nostra risoluzione entra nel pieno di questo argomento, specifica che c'è una volontà politica precisa di investire sull'aspetto turistico-culturale e la valorizzazione della miniera. Forse lei ha letto un'altra risoluzione. Ma credo che nessuno possa smentire come il problema più grande del trenino, della galleria di cui stiamo parlando, è che non ha le condizioni di sicurezza, che non siamo noi che determiniamo.
Allora mi chiedo, purtroppo quando viviamo tragedie: cosa impariamo dalle tragedie rispetto alle regole della sicurezza? Niente, probabilmente, quando sento dire che lì dentro ci si può andare, ma lì dentro non ci sono le condizioni di sicurezza e non ci si potrà mai andare, e se morirà qualcuno lì dentro, non ci sono le condizioni di sicurezza! Allora la pubblica amministrazione non può concedere di costruire un capannone senza certe regole sismiche e poi, quando il capannone crolla, non assumersi le responsabilità; deve avere il coraggio prima di dire: tu lo puoi costruire solo se ci sono regole rispettate. La stessa cosa vale per quel buco, che non ha le condizioni di sicurezza, non le aveva prima e non le ha adesso. Sono cambiate le normative; forse nel passato, negli anni 1980, qualcuno poteva credere che ci fossero le condizioni di sicurezza...sono stati spesi 30.000.000.000 e ci siamo resi conto che quelle condizioni non ci sono. Ma non ci saranno mai, neppure spendendone 10, 20, 30, 50, 60, 70, 100, e qui scatta un altro problema, che non riguarda solo gli abitanti di Cogne, ma riguarda in un momento di crisi di un sistema anche l'equa distribuzione delle risorse, che devono guardare non solo un territorio, ma un'intera collettività. Mi chiedo se forse gli sforzi dovremmo farli magari discutendo a lungo, come in questo caso, su come investire i soldi sulla ferrovia Aosta/Torino, questo potrebbe avere un senso molto più compiuto rispetto ad un'aspettativa che non ci potrà mai essere! È lì l'accusa che vi hanno fatto gli altri e che avete giudicato strumentale, ma è un'accusa reale, quella di non voler prendere atto di questo, che là non ci sono le condizioni di sicurezza e non ci saranno mai! Mi dispiace anche per Ruffier che, se l'anzianità facesse grado, sarebbe generale a quattro stelle, ma non c'è niente da fare, lì non si può.
Credo che invece la nostra risoluzione politicamente abbia dato la risposta che lei stava citando, che è necessario che la politica dia. Noi crediamo nel sostegno dell'azione turistica nei confronti di Cogne, crediamo nel poter rivalutare le miniere, siamo convinti che quella è una strada giusta per aiutare quel territorio a trovare uno sviluppo, ma siamo anche seri e vogliamo dire che in quel buco non si potrà mai avere le condizioni di sicurezza. Ci sarà uno smantellamento, ma lo smantellamento servirà a renderlo accessibile per i casi di estrema urgenza, perché in quelle condizioni lì non sarà accessibile neanche in quei casi, perché non sarà percorribile, perché non sarà sicuro per i soccorritori. Lo smantellamento servirà a renderlo sicuro per i soccorritori, e non per altro, ed è l'unica cosa che si può fare, che abbia un senso, nel rispetto dei soldi che purtroppo sono stati spesi, ma nel rispetto di tutta la collettività di Cogne e della Valle d'Aosta.
La nostra risoluzione ha un senso politico pieno e vi invito almeno a votarla, perché questo darebbe un significato, anche parziale, al vostro impegno qua dentro.
Presidente - La parola all'Assessore al turismo, sport, commercio e trasporti, Marguerettaz.
Marguerettaz (UV) - Grazie Presidente.
Solo brevemente perché il collega Louvin, preso dal suo ruolo, credo pecchi un po' di superficialità quando dice che le affermazioni fatte dal sottoscritto sono false, perché se lei ha qualche ora del suo prezioso tempo e va a Plan Praz, si accorgerà...
(interruzione del Consigliere Louvin, fuori microfono)
...se c'è stato, allora cerchi di fare tesoro delle sue profonde "conoscenze giuridiche" per capire che quel tratto, che dovrebbe essere asfaltato per risolvere quel problema, va ad interrompere una pista da sci creando non pochi problemi!
Rispetto a questo tema, quando Pila ed il Comune di Gressan dicono andiamo a risolvere un problema, non lo dicono perché hanno chissà quali intenti, perché alla fine quando si riesce, si dice ci sono delle speculazioni...ma che speculazioni! C'è una frazione che non è collegata, che non ha nessun tipo di strada, che ha avuto un esproprio, è un uso che negli anni è stato fatto in modo irrituale, quindi confermo che non è per niente falso quello che ho detto...vada a leggersi i verbali e troverà che quella strada serve per fare questo collegamento!
Non è che il Governo regionale abbia una particolare volontà di dismettere o di chiudere delle infrastrutture: purtroppo abbiamo un compito non particolarmente piacevole, che è quello di dire la verità. Non che lei dica delle bugie, ma lascia delle porte aperte...oggi lei ha scomodato fantascientifici scenari futuri dove probabilmente, con dei motori ad idrogeno o chissà con quali alchimie, i corpi non hanno più una dimensione e possono trasmettersi come in Star Trek. In questo modo, alla fine, inganniamo le persone. Non ho una particolare volontà di dire che bisogna chiudere, ma bisogna essere realisti; è chiaro, le brutte notizie non piacciono mai, ma credo che il medico compiacente fa la ferita putrida e poi si va in cancrena! Allora bisogna a volte dire delle cose con una certa onestà.
Quando qualcuno ha rilevato una raccolta di firme...non sono né i colleghi, né il Consiglio regionale, ma lei ha semplicemente un compito facile, va a vedere una brochure che è stata concepita dall'Amministrazione comunale di Cogne, la quale, nell'ultima pagina, censura il comportamento che è stato adottato nel raccogliere quelle firme. Io leggo quello, non c'ero...voi ci siete stati, ma quello è scritto nella brochure dell'Amministrazione di Cogne. Solo per questo, ho finito.
Presidente - La parola al Consigliere Donzel per dichiarazione di voto.
Donzel (PD) - Grazie Presidente.
Scusate se intervengo, ma siccome l'ultima citazione dell'Assessore Marguerettaz è stata oggetto di dibattito in commissione, le dico che lei dice il falso, perché abbiamo chiesto ragione di questa cosa, è stato dichiarato ed è agli atti della commissione che le firme sono state raccolte in modo corretto e che quella cosa che lei ha citato non era vera. L'abbiamo discussa in commissione, e chi ha scritto quello ha fatto un errore, quindi lei accusa di errore l'Amministrazione perché c'è stata una precisazione: le firme sono state raccolte in modo corretto e quella cosa non ha nessun fondamento.
Intervengo per ribadire che la commissione ha preso atto della correttezza della petizione e della raccolta delle firme fatta da cittadini di Cogne, senza interferenze partitiche.
Presidente - La parola al Consigliere Louvin, per fatto personale.
Louvin (ALPE) - Solo per fatto personale, perché è stata data una certa interpretazione delle mie parole e io volevo che...a parte la conoscenza diretta che abbiamo e che ci siamo procurati della questione dell'asfaltatura, per la quale sarebbero da spendere quasi 500.000 euro da parte dell'Amministrazione regionale per realizzare questa trasformazione "miracolosa" a beneficio di qualche abitazione costruenda nella parte a valle della stazione di arroccamento della funivia Aosta-Pila, volevo solo che all'Assessore fosse chiaro che quando diciamo che quella strada esiste già, sappiamo esserci una strada realizzata nel tempo e che con modica spesa non solo può essere asfaltata nel tratto finale, ma utilizzando un progetto già fatto e pagato dall'Amministrazione regionale con l'accordo di una società controllata regionale, la PILA S.p.A., può essere rettificato con il sovrappasso per la pista ed essere reso utile ed utilizzabile per le abitazioni esistenti.
Quindi intendiamo ribadire che quell'operazione di smantellamento della ferrovia è tecnicamente operosissima, è un controsenso, ed è qualcosa che noi valutiamo negativamente, non perché non conosciamo il sito, ma perché lo conosciamo fin troppo bene e sappiamo anche i precedenti e le intenzioni che ci sono da parte dell'Amministrazione regionale e da parte di chi intende sfruttare economicamente la zona. Grazie.
Presidente - Pongo in votazione la risoluzione presentata dai gruppi ALPE e PD, che recita:
Risoluzione
Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste
Richiamata la petizione popolare, sottoscritta da 683 cittadini per mantenere in vita la ferrovia del Drinc e le miniere di Cogne;
Preso atto della relazione presentata dalla quarta Commissione consiliare, della quale non si condividono le considerazioni finali in quanto vengono palesemente ignorate le richieste dei firmatari che auspicano, quantomeno, di bloccare le irreversibili azioni di smantellamento in atto e/o in progetto sull'irripetibile patrimonio costituito dal sito minerario di Cogne, che comprende la ferrovia del Drinc, il sito di Costa del Pino e gli stabilimenti di Colonna;
Ritenuto indispensabile mantenere in essere e rendere operativo quanto sinora fatto a livello di infrastrutture al fine di non precludere l'utilizzo del collegamento ferroviario tra le due località, di limitare i danni economici sostenuti dall'Amministrazione regionale e di dar seguito ad un'idea lungimirante, largamente condivisa a livello politico e istituzionale ed oggi indubbiamente ancora interessante per il sistema turistico regionale;
Considerata la finalità dell'opera fissata con unanime consenso 30 anni fa e a tutt'oggi valida nonostante le enormi difficoltà procedurali e politico-amministrative, ai fini della valorizzazione e dell'integrazione dell'offerta turistica delle località di Cogne e Pila;
Ricordata l'importanza di mantenere operativa una via di accesso alternativa per l'abitato di Cogne, posto al vertice di una valle dalla morfologia particolare e non del tutto al riparo da possibili eventi che possono comprometterne l'accessibilità;
Nella convinzione che sia indispensabile valorizzare l'offerta turistico-culturale museale e che il trenino offrirebbe ai visitatori un viaggio nella storia attraverso un itinerario industriale-minerario unico e indimenticabile per la nostra comunità, che non può e non deve essere banalizzato ed ancor meno dimenticato;
tutto ciò premesso
Impegna
il Governo regionale
a non dare corso allo smantellamento della ferrovia del Drinc, al fine di non precludere irreversibilmente l'organicità di un percorso di rivalutazione del sito minerario a carattere culturale-turistico, che valorizzi la memoria della vita in miniera e nell'intento di garantire alla popolazione di Cogne una via di soccorso.
F.to: Chatrian - Donzel - Bertin - Giuseppe Cerise - Louvin - Patrizia Morelli - Carmela Fontana - Rigo
Consiglieri presenti e votanti: 34
Favorevoli: 8
Contrari: 26
Il Consiglio non approva.
Presidente - Pongo in votazione la risoluzione presentata dalla maggioranza, che recita:
Risoluzione
Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste
Preso atto che, con deliberazione di Giunta n. 2042 del 2011, sono state individuate le opere concernenti la messa in sicurezza e il recupero ambientale che la società Fintecna, titolare della concessione mineraria "Cogne" deve eseguire per poter fuoriuscire dalla titolarità della stessa;
Rilevato che la società Fintecna ha dato immediato avvio all'esecuzione dei lavori la cui conclusione è prevista tra circa tre anni;
Rilevato che l'esecuzione di tali opere consentiranno di addivenire ad un sensibile miglioramento generale delle condizioni del compendio minerario e che le stesse sono tali da non pregiudicare future iniziative di recupero a fini museali del sito, anzi ne costituiscono un elemento facilitante;
Rilevato che la Regione, ai sensi della l.r. 12/2008 "Disposizioni per la valorizzazione dei siti minerari dismessi" promuove il recupero e la conservazione delle miniere, con particolare riferimento a quelle più rappresentative sotto l'aspetto tecnico-scientifico e storico-culturale;
Rilevato che il contesto sopra descritto potrebbe costituire un elemento di opportunità sotto il profilo tecnico ed economico per intraprendere un'iniziativa di recupero culturale e museale del compendio minerario;
Ritenuto che le miniere di Cogne, uniche nel loro genere, sono state nel passato un importante fattore di crescita economica e sociale per il territorio regionale e possiedono al contempo un significativo potenziale turistico e culturale;
Impegna
il Governo regionale a valutare come conseguire significative sinergie tra le lavorazioni in atto relative all'istanza di rinuncia presentata dalla società Fintecna e la realizzazione di un percorso museale di valorizzazione turistico-culturale della miniera di Cogne, al fine sia di rendere omaggio alla memoria di questa importante pagina della storia valdostana sia di valorizzare il potenziale turistico culturale del sito nella sua complessità, anche attraverso l'uso dei fondi europei.
F.to: Empereur - La Torre - Lattanzi - Salzone
Consiglieri presenti: 34
Votanti e favorevoli: 26
Astenuti: 8 (Bertin, Giuseppe Cerise, Chatrian, Donzel, Carmela Fontana, Louvin, Patrizia Morelli, Rigo)
Il Consiglio approva.