Oggetto del Consiglio n. 2320 del 21 marzo 2012 - Resoconto
OGGETTO N. 2320/XIII - Parere sul disegno di legge costituzionale n. 2976, recante "Modifiche agli Statuti delle Regioni a Statuto speciale, in materia di riduzione del numero dei componenti dei Consigli regionali". (Reiezione di un ordine del giorno)
Presidente - L'articolo 50, terzo comma, dello Statuto speciale prevede che i progetti di modificazione dello Statuto di iniziativa governativa o parlamentare, siano comunicati al Consiglio regionale, il quale esprime il suo parere entro due mesi. Ai sensi di tale disposizione, il Ministro per gli Affari regionali, Turismo e Sport, con nota in data 13 gennaio 2012, ha trasmesso al Consiglio regionale il disegno di legge costituzionale n. 2976 presentato il 19 ottobre 2011 dai senatori Cabras, Bianco, Blazina, Pegorer, Sanna e Scanu recante: "Modifiche agli Statuti delle Regioni a Statuto speciale, in materia di riduzione del numero dei componenti dei Consigli regionali". La I Commissione consiliare, nella riunione del 27 febbraio 2012, ai sensi dell'articolo 69ter del Regolamento interno, ha espresso a maggioranza parere contrario sul disegno di legge costituzionale. Il Consiglio è ora chiamato ad esprimere il suo parere sul disegno di legge costituzionale n. 2976, ai sensi dell'articolo 50, terzo comma, dello Statuto speciale.
Ricordo che è stato presentato su questo argomento un ordine del giorno, che è stato distribuito.
La discussione generale è aperta. La parola al Consigliere Zucchi.
Zucchi (PdL) - Grazie Presidente.
Intervengo in apertura di discussione su questo punto iscritto all'ordine del giorno, facendo un piccolo riassunto dei lavori che si sono svolti in commissione e che hanno visto la commissione in tre sedute, nel corso delle quali abbiamo audito il Senatore Fosson in quanto la proposta proviene da alcuni Senatori. Nel corso dei lavori si è distinto il piano formale da quello sostanziale; devo dire che tutte le forze presenti in commissione hanno, dal punto di vista formale, espresso in maniera inequivocabile il proprio dissenso in merito all'iniziativa che alcuni Senatori hanno pensato di mettere in campo, senza avere avuto preventivamente la sensibilità di consultare né il Senatore, né i Consigli regionali interessati dalle norme in questione. Riconosco che poco ha importato il colore politico dei proponenti, con onestà intellettuale voglio significare che la posizione in questo caso dei colleghi del Partito Democratico dal punto di vista formale è stata netta, come credo nel corso della discussione potranno ribadire. È inoltre assodato che quando ci si trova di fronte ad iniziative più o meno estemporanee da parte di Parlamentari, certe volte succede, da una parte come dall'altra, quindi non si può puntare il dito nei confronti di un colore politico, perché non ho difficoltà ad ammettere che la stessa cosa poteva capitare a parti contrapposte, più propriamente ascrivibili a Senatori o Deputati della mia stessa parte politica. Comunque su questo punto formale tutti i colleghi si sono espressi in maniera netta, che una simile iniziativa deve coinvolgere necessariamente i territori su cui queste norme vanno ad insistere; dal momento che si tratta di norme che hanno un impatto costituzionale come quello del numero dei Consiglieri regionali, sarebbe stato preferibile una condivisione ed un approfondimento preventivo, piuttosto che vederci riuniti in commissione per esprimere un parere. Oggi siamo infatti qui ad esprimere ufficialmente un parere su questa proposta di legge, che porta su una materia di grande impatto, una materia - quella del numero dei Consiglieri regionali - che è riportata non a caso all'articolo 16 dello Statuto speciale, che stabilisce che il Consiglio regionale della Valle d'Aosta è composto da 35 membri. Al di là delle diverse sensibilità, ma che sono andate tutte nella direzione di esprimere una condanna sul metodo utilizzato, sul contenuto ci sono state posizioni differenti e la discussione di oggi le potrà esemplificare.
In ossequio alle posizioni che sono state espresse in commissione, poi ci saranno dei colleghi di maggioranza che potranno intervenire per significare la posizione della maggioranza sul tema, cioè il fatto se sia o meno opportuno ridurre il numero dei Consiglieri, anche per portarci avanti in merito all'ordine del giorno che è stato depositato. Vorrei dire, senza ombra di equivoci, che la maggioranza ritiene che quanto stabilito dall'articolo 16 dello Statuto speciale, cioè il numero dei 35 Consiglieri regionali è un numero congruo e non è opportuno che si vada in un'ottica di riduzione. Questo perché innanzitutto riteniamo che dal punto di vista del confronto con le altre Regioni, sia a Statuto ordinario che a Statuto speciale, la nostra peculiarità sia diversa, in quanto non abbiamo il livello provinciale, un livello che esiste in tutte le altre Regioni e che non fa altro che accumulare delle presenze istituzionali anche ingombranti, presenze di cui si discute spesso volentieri, ma di cui poi non si vedono gli effetti. Di questi tempi tutti, anche in queste ore, si danno un gran daffare per parlare delle riduzioni dei "costi della politica", a cominciare dalla Camera piuttosto che dal Senato, però da un punto di vista pratico siamo ancora in attesa di vedere che ci siano delle applicazioni, soprattutto da parte di chi deve dare il buon esempio.
Crediamo che come buon esempio sulla riduzione dei costi della politica siamo stati fra coloro che sono intervenuti per primi. Ricordo ai colleghi che alla fine dell'anno scorso abbiamo varato una legge che è intervenuta sulla riduzione dei costi, mentre altri ancora ne stanno parlando; abbiamo deciso una diminuzione dei compensi, immediatamente resa esecutiva a partire da gennaio, mentre altri ne continuano a parlare. A questo proposito ci piacerebbe avere conforto da parte del Governo, ma siamo sicuri che sia avvenuto - come è stato dichiarato - che al nostro esempio siano seguiti altrettanti esempi da parte di amministratori delle società collegate, che dovevano essere raggiunti da degli inviti in tal senso, affinché si fosse adottata una politica di riduzione in linea con quanto abbiamo messo in pratica dall'inizio di quest'anno. Il tema dei costi della politica da molti viene utilizzato a fini demagogici e propagandistici.
Siamo convinti che quello che dovevamo fare lo abbiamo fatto, e non ripeto quello che ho detto in sede di discussione alla fine dell'anno, per avvalorare il ruolo del Consigliere regionale, un ruolo che viene messo sotto la lente di ingrandimento, ma che deve essere ricondotto alla coscienza di tutti noi, che facciamo politica e che dobbiamo rendere conto ai nostri elettori. Come in tutte le categorie, ci sono quelli che lo fanno in maniera appropriata...credo che siano gli elettori che ogni cinque anni devono giudicare sotto questo aspetto. Certamente dovevamo dare un segnale; riteniamo il segnale di averlo dato chiaro e forte, ma che insistere sotto l'aspetto, che sa tanto di cavalcare l'onda, sia un sentimento piuttosto asfittico che debba essere lasciato andare. È molto più importante concentrare i nostri sforzi sulle attività che ognuno di noi deve compiere, in base a delle spettanze e delle retribuzioni che sono le più basse che sono in questo momento presenti nei Consigli regionali italiani.
Tornando sul punto del numero dei Consiglieri regionali, concludo dicendo che la maggioranza non intende sottrarsi agli aspetti legati ai contenuti delle proposte di riduzione dei Consiglieri regionali della Valle d'Aosta, pensa che il sistema della Valle d'Aosta sia virtuoso sotto l'aspetto istituzionale mancando del livello provinciale, e anche gli aspetti che ne deriverebbero a cascata avrebbero delle ripercussioni se andassimo a ridurre il livello dei componenti del Consiglio regionale.
L'invito della maggioranza è quello di non cavalcare la facile demagogia dell'aspetto anche populistico dei costi puri e semplici, tenuto conto che i costi sono stati affrontati ed è in una logica di grande scala che, se vogliamo, dobbiamo ragionare. Quindi non ci sottraiamo alle nostre risposte anche dal punto di vista dei contenuti, riteniamo che il numero dei Consiglieri sia congruo e, in questo senso, intervengo nel dare una risposta all'ordine del giorno presentato dai colleghi del Partito Democratico, che invitano il Consiglio ad affidare alla I Commissione l'argomento, in quanto questo è ritenuto un tema già dibattuto e, dal nostro punto di vista, non necessita di ulteriore discussione.
Presidente - La parola alla Consigliera Patrizia Morelli.
Morelli (ALPE) - Merci M. le Président. Chers collègues, le débat à l'intérieur de l'ALPE sur la réduction des coûts de la politique est un débat qui dure depuis le début de la législature. Il est peut-être utile de rappeler que notre groupe a présenté, tout en début de législature, un projet de loi tendant à limiter les coûts de la politique et un deuxième projet de loi avec les collègues du Partito Democratico.
Actuellement le débat se concentre sur l'éventuelle limitation du nombre des Conseillers. Le débat est un débat intéressant qui voit, à l'intérieur de notre mouvement, une discussion assez importante. Dire que les opinions sont unanimes signifieraient banaliser la discussion, qui au contraire est une discussion complexe, compte tenu du fait que le thème est complexe, et ainsi à côté de ceux qui estiment que la notion de représentativité politique et territoriale garantie par l'actuel nombre de Conseillers, soit quelque chose de irrenonçable, il y a ceux qui estiment qu'une réduction contenue qui garantisse toutefois le bon fonctionnement du Conseil puisse être affrontée également.
Il y a la choralité sur deux priorités essentiellement: que la réduction des coûts de la politique ne doit pas passer forcément par la réduction du nombre des Conseillers, mais qu'elle doive être mise en acte à travers une action qui soit réellement importante de limitation des revenus des Conseillers, mais pas seulement des Conseillers régionaux, comme justement le disait le collègue Zucchi, aussi de tous ces organismes qui sont liés au Conseil régional; que la compétence sur la composition de l'Assemblée régionale soit une compétence qui doit revenir à l'Assemblée régionale même, car la Région ne doit pas être l'objet d'interventions unilatérales qui viennent de l'extérieur, comme la proposition en question.
Là-dessus nous soulignons fortement notre position: nous estimons, en ce sens, de ne pas vouloir entrer dans le fond de cette proposition de loi constitutionnelle qui est aujourd'hui à notre attention et notre position sera une position majoritairement d'abstention, car à l'intérieur de notre groupe il est aussi permis de penser différemment.
Je vous remercie pour votre attention.
Président - La parole au Conseiller Donzel.
Donzel (PD) - Grazie Presidente.
Cari colleghi, nel ringraziare il Presidente della I Commissione Zucchi per la corretta esposizione dei fatti in merito al dibattito avvenuto in I Commissione, abbiamo ritenuto opportuno - in questo senso presenterò l'ordine del giorno sottoscritto dal Partito Democratico insieme alla discussione sul parere che dobbiamo dare sul disegno di legge - presentare un ordine del giorno perché si chiarisse fino in fondo la posizione del Partito Democratico, naturalmente nel rispetto della posizione degli altri gruppi su una questione così delicata e non superficiale come questa.
Intanto abbiamo cercato di ricostruire uno dei tanti elementi scatenanti la vicenda non solo della riduzione dei costi della politica, ma di un intervento più generale di riassetto dello Stato in termini federali, che è incompiuto oggi, e che speriamo un giorno si compia. Nel decreto legge del precedente Governo era stata data un'indicazione precisa di riduzione dei Consigli regionali in un quadro di riassetto generale. Molti Consigli regionali a Statuto ordinario sono stati ridotti e, alla luce di disegni di legge sulla riduzione dei Consigli regionali delle Regioni a Statuto speciale, per quanto riguarda la Sardegna, il Friuli e la Sicilia, i Consigli regionali, non condividendo la proposta fatta dai Senatori a livello nazionale, hanno comunque legiferato. Faccio degli esempi: la Sicilia ha 90 Consiglieri regionali; la proposta di riduzione fatta da alcuni Senatori è 50, e il Consiglio regionale della Sicilia ha votato una legge costituzionale di riduzione a 70. La stessa cosa avviene in Sardegna, dove la proposta di alcuni Senatori è di ridurre a 49; il Consiglio regionale ha detto di no a quella proposta del Senato, ma ha fatto una sua proposta di riduzione a 60. In Friuli la cosa si è articolata basandosi più su un rapporto che è legato al numero di abitanti, si dice almeno un Consigliere ogni 25.000 abitanti e con un termine di scarto fino ad un minimo di 10.000. Come a dire, tre Regioni autonome a Statuto speciale di fronte agli input nazionali hanno dato una risposta che è quella: no, non ci sta bene la vostra proposta nazionale, ma noi facciamo una nostra proposta autonoma come Consiglio regionale di riduzione.
Un po' diversa la situazione a Bolzano, dove nei giorni passati hanno espresso un parere negativo su questo disegno di legge che abbiamo oggi davanti, approvando una delibera della Giunta regionale, ma è interessante leggere alcuni interventi fatti dagli autonomisti di Bolzano. Tutti loro fanno riferimento al fatto che nel Consiglio regionale di Bolzano, costituito dai due Consigli provinciali, c'è una dichiarazione di appartenenza etnica e giustificano certi numeri con il fatto che devono dare rappresentatività etnica alle diverse componenti. Però, pur introducendo il concetto etnico, alcuni precisano dicendo: "pensi prima il Parlamento a ridurre i suoi Parlamentari prima di dettare legge a noi del Trentino"...cito ad esempio Luigi Ciocchetti, che è un autonomista ladino, il quale sostiene che occorre però affrontare alcune contraddizioni e porta ad esempio il caso dei Comuni di Trento e Bolzano: 50 consiglieri comunali. Cioè anche loro cominciano a rendersi conto che c'è qualcosa che non va: "non toccarmi i Consiglieri regionali, ma noi andiamo a tagliare da un'altra parte". Non dicono: "qua si sta parlando di un argomento che non esiste"...oppure usano i due argomenti che ho sentito ventilare oggi: "cominci a tagliare il Parlamento".
Io sono il primo a dirlo: il Parlamento deve essere ridotto, ma non è un principio quello che, se a Roma abbiamo dei dissennati, non possiamo usare un po' di grano sale sul nostro territorio! E lo stesso discorso, anziché ridurre il numero dei Consiglieri: "andiamo a ridurre tutti gli stipendi", pur di non toccare questo sistema che abbiamo qua...ma guardate che qui non è che c'è una mancanza di democrazia in Valle d'Aosta: abbiamo 74 Comuni, abbiamo dei Sindaci, dei Consiglieri comunali, è uno straordinario esempio di partecipazione alla vita democratica, di cui noi siamo il terminale, ma non è che non esiste un movimento di partecipazione democratica dentro le istituzioni!
Il ragionamento che abbiamo quindi fatto come Partito Democratico, per venire all'ordine del giorno, fatte queste premesse, era che assolutamente - qui è stato correttissimo e condivido in toto il Presidente della commissione - noi non potevamo accettare il metodo usato dai Senatori del PD, tant'è che nelle sedi istituzionali anche del PD è stato reso noto che questo atteggiamento non è consono, il fatto cioè che non sentano l'unico Senatore della Valle d'Aosta, al di là che Fosson abbia rapporti privilegiati con Calderoli...quelli sono fatti suoi! Anche se ha rapporti privilegiati con Calderoli, è giusto che sia sollecitato sulle questioni che riguardano la Valle d'Aosta. Gravissimo che non sia stata coinvolta la Presidenza della Valle d'Aosta ed il Presidente del Consiglio regionale, quindi sono perfettamente al corrente i nostri Senatori, così come è avvenuto in Trentino, perché gli amici del PD del Trentino molto ci hanno aiutato in questa vicenda a livello nazionale, sono stati informati della nostra posizione, tant'è che i relatori - che sono, uno del PD, Sanna, e uno del PdL - proporranno lo stralcio da questo provvedimento per quanto riguarda la Valle d'Aosta ed il Trentino. Anzi, hanno ottenuto che ci sia un'audizione, una cosa molto particolare, una deroga al regolamento consentita dal Presidente del Senato di poter audire i massimi rappresentanti della Presidenza della Regione e del Consiglio, per riflettere con loro su questo argomento.
Alla luce di questa evoluzione, quindi di una disponibilità all'ascolto, noi del Partito Democratico abbiamo fatto una proposta a livello regionale, che non è stata trasmessa in alcun modo a livello nazionale, perché bocciata da questo Consiglio regionale, quindi non è che se noi veniamo bocciati qui andiamo altrove, come alle volte qualcuno si sente ispirato di fare! Noi siamo per condurre in Valle d'Aosta questa nostra piccola battaglia, che anche un'eventuale riduzione dei membri del Consiglio regionale non è scandalosa come concezione, ma è una cosa da prendere in esame. Per questo dicevamo: possiamo affrontarla come discussione alla luce di quanto sta accadendo e coinvolge gli altri? Possiamo ragionare di concerto, magari dire: noi abbiamo lo stesso meccanismo di Trento, eccetera, non credo che se andrà avanti la riduzione del numero dei Consiglieri regionali nelle varie Regioni e dei Parlamentari rimarremo nel nostro immobilismo! Noi siamo favorevoli alla riduzione del numero dei Parlamentari, siamo favorevoli alla costruzione di uno Stato realmente federale, in cui tutti fanno la loro parte. Con questo ragionamento si inserisce il nostro ordine del giorno, e torno a dire: quando il PD presentò distinte proposte di legge per discutere la riduzione dei costi della politica, lo fece con estrema correttezza, non fece di tutta un'erba un fascio. Una cosa è parlare del Governo regionale, una cosa è parlare del numero dei Consiglieri regionali, una cosa è parlare degli stipendi...non è una cosa che si prende e si mette tutto insieme in un malloppo unico! Ogni forza politica fa le sue valutazioni, ci sono quelli favorevoli a ridurre tantissimo gli stipendi ai Consiglieri regionali, altri invece hanno opinioni diverse, ridurrebbero piuttosto il numero e non i compensi per mantenere la dignità del ruolo. Ci sono tanti ragionamenti dietro questa cosa, anche ridurre all'infinito...spero che qualcuno ragionerà che ci sono nelle partecipate amministratori che guadagnano più del Presidente della Regione, forse c'è qualcosa che non va in questo meccanismo!
Rispetto a questo specifico argomento la nostra posizione è quindi netta: su questo provvedimento preso senza un iter corretto, reso ancora più grave dalla misconoscenza del fatto che non sono al corrente - adesso lo sono - del fatto che noi non abbiamo quello strumento della previa intesa, che è uno strumento che da anni lottiamo per ottenere...quindi piuttosto è su questa strada che bisogna andare, ma per andare su quella strada, bisogna dimostrare di essere così responsabili da capire qual è il dibattito in questo paese, in questo momento. Quindi noi sosterremo le ragioni del nostro ordine del giorno, che sono quelle di dire "no" ad una proposta calata dall'alto, ma "sì" a costruire un ragionamento...adesso oggi apprendo dalle parole del Presidente della commissione, con rammarico, che la maggioranza ha deciso che 35 è, e da lì non ci si muove...ho capito meno i colleghi di ALPE, ma questo è, prendiamo atto. Noi siamo una minoranza in questo momento, un giorno saremo maggioranza e faremo valere le nostre ragioni.
Presidente - La parola al Consigliere Salzone.
Salzone (SA-UdC-VdA) - Grazie Presidente.
Ruberò meno di un minuto al dibattito, anche perché molto intelligentemente il collega Donzel ha saputo mantenere i toni bassi sulla questione di cui andiamo a discutere oggi; il parere su un disegno di legge che definisco perlomeno "imbarazzante", così come mi è parso di capire dal tono e dall'espressione del collega Donzel. È evidente che qui ci sono dei Senatori; Cabras, Bianco, Blazina, eccetera, che hanno predisposto un disegno di legge senza nemmeno interpellare la nostra Regione, tanto meno il nostro Senatore o le nostre istituzioni, meno ancora il partito locale...quindi pensate a che livello siamo!
Per quello che mi riguarda, la cosa che mi preoccupa di più è che traspare un'attenzione verso le specificità che è diventata particolare, nel senso che nasconde un attacco indiretto, qui è trasversale probabilmente, ma questo è l'aspetto che mi interessa di più.
Come Stella Alpina, per quanto riguarda il giudizio sul disegno di legge, non possiamo che stendere un velo pietoso. Riconosciamo che le argomentazioni inerenti il disegno di legge sono già state discusse in questa sala e, per dare una risposta flash all'ordine del giorno presentato dal PD, ribadiamo le cose che peraltro il collega Donzel ha detto. Sulla questione del numero dei Consiglieri abbiamo già dibattuto, siamo stati perentori sul discorso del numero, per cui non abbiamo altre parole da spendere in merito.
Presidente - La parola al Consigliere La Torre.
La Torre (FA) - Credo che il Presidente della I Commissione abbia espresso con estrema precisione i termini della discussione che c'è stata in commissione ed anche le conclusioni a cui siamo arrivati.
Voglio solo aggiungere una brevissima cosa. Collega Donzel, sono parecchie le cose che non vanno e sono parecchie le cose che non vanno nei rapporti fra Regioni a Statuto speciale e lo Stato. Intanto l'intesa...quale intesa? Nel momento stesso in cui una legge viene paracadutata nei confronti di una Regione solo per esprimere un parere, che fra l'altro non è nemmeno a carattere vincolante, lei capisce che già la discussione parte su un piede completamente sbagliato. Una discussione neanche condivisa da molti dei Deputati del PD, che non sono firmatari di questa proposta di legge. Garanzie...quali garanzie ci sono nei confronti di uno Stato, che solo oggi ci chiama a ridurre di 50.000.000 la capacità di spesa della nostra Regione? Si chiede di affrontare un argomento che questa Regione ha sempre affrontato in pienezza di coscienza, tant'è che siamo state una delle poche Regioni che, anziché fare tante parole, si è ridotta realmente lo stipendio, abbassando i costi della politica - poco o tanto non lo so, ma lo abbiamo fatto -, mentre molte delle Regioni che lei cita non mi sembra che siano in questa direzione.
Non credo che abbiamo tante cose da imparare da proposte di legge come questa, tanto più che abbiamo ben presente che abbiamo la necessità in questa Regione di avere non solo una rappresentanza territoriale, ma una rappresentanza anche politica delle forze che operano legittimamente in questa Regione. Questi sono i due principi fondamentali cui si dovrebbe basare e si basa comunque il concetto della rappresentanza all'interno dei Consigli: il territorio e la rappresentanza politica. Non dobbiamo vergognarci di essere Consiglieri regionali e di farlo a pieno titolo in questa Regione, con potestà legislativa, soprattutto tenendo conto che qui la Provincia coincide anche con la Regione!
Abbiamo anche ulteriori valenze, quella prefettizia, valenze che hanno una rilevanza ed un significato profondi, proprio per il concetto di autonomia che esprimiamo. Ecco perché diventa inaccettabile una proposta di legge formulata in questo modo. Legittima è la vostra volontà di approfondire questi argomenti; certamente noi non possiamo farci strumentalizzare da proposte di legge così formulate, che non tengono conto dei valori a cui ho appena accennato. Per questo dobbiamo respingere con fermezza un ragionamento di questo tipo, per questo lo abbiamo fatto in commissione e lo facciamo anche, come ha detto bene il collega Salzone, sulla presentazione della sua risoluzione. Non se ne abbia per questo, ma una cosa è certa: nemmeno lei sta facendo un buon lavoro, perché se non si comincia a condannare questi principi che tendono a soverchiare il concetto di autonomia e la facoltà di decidere in qualche modo a casa nostra, senza induzioni dall'esterno, veniamo meno ad una parte del nostro ruolo. Quindi, con fermezza, ribadisco quello che hanno detto i nostri colleghi: respingeremo la sua risoluzione.
Presidente - La parola al Consigliere Giuseppe Cerise.
Cerise G. (ALPE) - Merci M. le Président.
In occasione della discussione generale sulla proposta di legge costituzionale del dicembre scorso riguardo alla riduzione dei Consiglieri regionali, avevo premesso che condividevo nella sostanza quella proposta tendente a ridurre da 35 a 29 - in quel caso - il numero dei Consiglieri, ritenendolo un numero equilibrato, che poteva contemperare due obiettivi: quello di contenimento dei costi della politica senza comprometterne la rappresentatività e, di conseguenza, l'esercizio della democrazia di quest'Assemblea, cosa che al contrario, a mio avviso, il numero eccessivamente esiguo potrebbe provocare. A mio avviso 29 Consiglieri potevano adeguatamente interpretare le varie sensibilità della nostra comunità.
Avevo inoltre riconosciuto ai colleghi del PD il merito di avere, con la loro proposta di legge, stimolato il confronto su questa problematica, motivando in quel momento la mia astensione, in quanto avrei preferito raggiungere quell'obiettivo attraverso un percorso diverso, cioè agendo sulla legge statutaria, ritenendola materia di competenza della Regione piuttosto che con il percorso istituzionale a mio avviso più complesso.
Mi fa piacere oggi che il collega Zucchi riconosca che questa doveva essere una prerogativa della nostra Regione; speriamo che anche in altre occasioni si rammenti delle dichiarazioni che ha fatto oggi!
Dunque, pur condividendo la sostanza, quando è in discussione l'esercizio delle competenze e delle prerogative di quest'Assemblea, la mia concezione dell'autonomia fa pendere l'ago della bilancia dalla parte del principio. Avevo però dichiarato anche il mio impegno affinché i contenuti di quella proposta trovassero piena attuazione. Oggi, trovandomi di fronte alla richiesta di esprimere un parere su un disegno di legge costituzionale, tendente a ridurre da 35 a 27 il numero dei Consiglieri regionali, mi trovo nuovamente di fronte ad una questione di principio e, non intravedendo la possibilità di raggiungere questo obiettivo con il percorso alternativo citato prima, che avrei auspicato coerentemente in linea con il mio pensiero, esprimerò un mio parere favorevole su questo disegno di legge, il quale, pur con tutti i suoi limiti, sarebbe comunque un altro piccolissimo tassello, che va ad aggiungersi al contenimento dei costi della politica. Ed è certamente ancora largamente insufficiente, perché se quest'Assemblea non avrà la consapevolezza di affrontare in tempi brevi questa problematica con dei contenuti concreti e tangibili e non le "caramelline" come il recente provvedimento di riduzione del 10 percento dell'indennità...collega Zucchi, e collega La Torre, questa grande magnificenza che abbiamo fatto nel ridurci del 10 percento l'indennità! Percentuale che fa ridere, che rappresenta una miseria in rapporto al cumulo di tutte le competenze di cui beneficiamo: diaria, fine rapporto, vitalizio. Credo che continuando ad equivocare con sofismi e capziose disquisizioni, quest'Assemblea concluderà il suo mandato caratterizzandosi per non avere avuto l'onestà intellettuale di affrontare concretamente una scelta che avrebbe avuto delle ricadute sul portafoglio dei suoi componenti, con un atteggiamento dunque di pura difesa di interesse personale. Mi spiace di doverlo dire.
Pour conclure, je voudrais simplement faire une considération. Si quelqu'un aura envie de broder sur les raisons de ma position différente sur cette loi par rapport à mes collègues du groupe, pourra bien le faire, mais la raison est une et une seule. Elle a déjà été anticipée par la collègue Chef de groupe Morelli, elle est très simple: au sein de notre groupe, la libre pensée est avant tout pratiquée plus qu'énoncée et proclamée! La confrontation est libre et ouverte, caractérisée par un comportement loyal, respectueux des opinions différentes qui peuvent s'exprimer tranquillement, aussi par un vote différent dans cette Assemblée, sans aucun problème! Je ne sais pas si tous peuvent dire à cœur léger la même chose...au début de cette législature le Chef de groupe de l'Union Valdôtaine a solennellement proclamé: nous sommes que des soldats, donc nous obéissons, et la réponse de l'autre côté de la part du Chef d'Etat Majeur ne s'est pas faite attendre: "Non, cher ami, aucun soldat, le recrutement a été aboli, maintenant il n'y que des volontaires"! Bien, oui, c'est une affirmation appréciable, mais après quelque temps on a constaté, au contraire, que le recrutement s'est rendu nécessaire, pas tant pour la fonction de simple soldat, mais plutôt pour un rôle de haute confiance, celle de sentinelle-émissaire chargé de vigiler que dans le vote secret soit assurée la libre imposition.
Heureusement nous avons une autre philosophie: celle qui veut que l'unique limite de la liberté soit celle de ne pas limiter celle des autres. Merci.
Presidente - La parola al Consigliere Segretario Rigo.
Rigo (PD) - Grazie Presidente. Solo per cercare di rimettere ordine, a voce alta, alla discussione fino adesso svoltasi in Consiglio. Non credo che il collega Donzel abbia voluto perorare la causa della proposta di legge costituzionale in discussione, non mi sembra.
Il disegno di legge costituzionale è una stupidaggine, e riconoscerlo non mi sento affatto "imbarazzato"! Se una proposta non ha fondamento è una stupidaggine, anche se, come in questo caso, è proposta dal PD io la ritengo tale, rimane una stupidaggine nella forma, nel metodo, nella sostanza. Così mi sembra abbia detto il segretario Donzel, io credo di aver capito così; forse ho interpretato male il suo pensiero, qualcuno di voi lo ha interpretato più correttamente. Anzi, mi sembra che sia andato oltre, ed è quell'oltre richiamato nell'ordine del giorno: abbiamo cercato di confrontarci con i Senatori Sanna e Saro, che hanno presentato in commissione lo stralcio di quegli articoli 4 e 5 che qui sono contestati, e che l'aula respingerà a larga maggioranza.
Detto questo, mi sembra che qualche mese fa, in quest'aula, quando abbiamo discusso la proposta di legge di riduzione del numero dei componenti l'Assemblea, nell'aula sia stato richiamato un dibattito che non è solo del Partito Democratico. Nell'aula si è amplificato un dibattito che quei giorni era presente sui giornali, e proprio nel merito ci sono state riunioni anche della maggioranza per dibattere se il numero 35 è un numero che si può modificare, come modificarlo, oppure se deve rimanere inalterato. Quindi non credo che questo tema sia una questione che ha suscitato interrogativi e preoccupazioni solo nel nostro gruppo, ma tutti ci siamo domandati come rispondere alla sfiducia, alla crisi della politica, ed il numero dei componenti delle Assemblee è uno di questi.
L'ordine del giorno aveva unicamente l'intenzione di far tornare la discussione "a bocce ferme" in commissione, senza che nessun disegno di legge - che abbiamo considerato quanto meno strano - potesse turbare la nostra discussione ed il nostro confronto, in maniera molto laica e plurale.
L'ordine del giorno vuole riportare in commissione quella discussione che quattro mesi fa campeggiava sui giornali e che, per la fretta, per la necessità di arrivare in Consiglio con la discussione sui costi della politica e quindi sulla riduzione del compenso dei Consiglieri, ci ha fatto interrompere il confronto sul numero dei Consiglieri componenti il Consiglio regionale. Volevamo solo riportare in commissione questo dibattito che aveva interessato l'opinione pubblica ed anche molti esponenti della maggioranza che, in questo senso, si erano espressi sui giornali.
Presidente - Se non ci sono più iscritti a parlare, dichiaro chiusa la discussione generale. Ricordo che prima di passare alla votazione della legge, dovrà essere votato l'ordine del giorno.
La parola al Presidente della Regione, Rollandin.
Rollandin (UV) - Grazie Presidente.
Il dibattito che si è sviluppato sulla proposta di legge e sulla risoluzione che ne è un'appendice, in quanto la risoluzione faceva una proposta che nella sua semplicità riportava il tutto in commissione...questo dibattito si è esteso su altri argomenti. Si sono riprese le discussioni sul costo della politica, sul perché, su quelle che sono delle argomentazioni che in quest'aula, pochi mesi fa, abbiamo già fatto esprimendo, ognuno con chiarezza l'intenzione nel merito del disegno di legge, non tanto sulla valutazione (che riconosco al collega Rigo di aver sintetizzato in modo brillante). Effettivamente questo disegno di legge è un insulto all'autonomia, in quanto il fatto che ci sia uno Statuto speciale dovrebbe imporre, anche quando si producono alcuni testi, il buon senso di dire che ci sono situazioni del tutto particolari. Non entro nel merito, non ce n'è bisogno, è stato detto da tutti.
Il problema di fondo è che quest'aula ha già dato una valutazione nel merito del numero dei Consiglieri, non è stata all'unanimità, sappiamo che ci sono pareri diversi, ma ad oggi questa maggioranza ha tenuto a sottolineare il perché, con delle motivazioni ripetute dai colleghi, non si ritiene che la riduzione dei costi porti a questo sostanziale alleggerimento del peso del costo della politica. Nel contempo, abbiamo valutato che l'osservazione che il collega Donzel ha ricordato, che vale per il Trentino e soprattutto per il Sud Tirolo, il discorso delle minoranze linguistiche, può valere anche per noi; noi abbiamo le stesse problematiche delle valutazioni di queste due Province.
Ora, per quanto ci riguarda, quindi, il discorso è chiuso ed è la ragione per cui non riteniamo che potrebbe essere fruttuosa questa ulteriore discussione. Tutto lì, non entriamo nel merito e rispettiamo le valutazioni difformi, ci mancherebbe! Sotto questo profilo voglio dire al collega Cerise - che fra l'altro stimo e quindi so come la pensa - che in quest'aula ognuno può esprimere quello che vuole. L'unica cosa che ci dispiace è quando ci sono considerazioni sul voto segreto. È che ci si nasconde dietro il voto segreto per dire una cosa diversa da quella che si dice ufficialmente. Sono ben lieto quando c'è l'espressione, è bello che ci si esprima; lei lo ha fatto in questo momento con serietà, noi apprezziamo, e nessuno si permette di fare...quello che è più specioso è quando il voto segreto serve per fare qualcosa di diverso da quella che è l'espressione. Se c'è l'espressione difforme ben venga, ci mancherebbe, e nessuno può immaginare che una maggioranza così vasta veda di tanto in tanto anche qualcuno che non è pienamente soddisfatto o anche vota perché, come succede in tutte le maggioranze, c'è un accordo. Questo è sempre successo da quando ci sono maggioranze ed a tutti i livelli parlamentari succede! Questo non significa che non ci sia libertà di dire tutto quello che uno pensa ed è successo in diverse occasioni: con correttezza uno ascolta, prende atto delle differenze e poi, se c'è una maggioranza, credo sia giusto che si esprima. Ma dovrebbe aver sempre il coraggio di esprimersi liberamente se non c'è nulla da nascondere! Perché si punta molto sul voto segreto? Basta esprimersi, non c'è nessuna difficoltà, basta aver voglia di farlo!
Tornando alla risoluzione, siamo contrari, perché non riteniamo che sia necessario ed utile riaprire un dibattito che riteniamo sotto questo profilo chiuso. Grazie.
Presidente - La parola al Consigliere Donzel.
Donzel (PD) - Cari colleghi, abbiamo cercato di rappresentare con chiarezza la correttezza che, secondo noi, esigiamo dal livello nazionale...se ci possiamo consentire una piccola precisazione è la seguente. Nel votare contro questo parere...non è che fa testo il Consiglio del Trentino, ma in Alto Adige hanno approvato una posizione, non all'unanimità; anche lì, c'è stato un voto a maggioranza, ma sostanzialmente il nostro ragionamento di tornare in commissione era: nel caso in cui la Commissione Affari costituzionali del Senato dovesse invitare il Presidente del Consiglio ed il Presidente della Regione a rappresentare la Valle d'Aosta in quella sede per conoscere la loro posizione, ci sarebbe stato un documento. Invece ci presentiamo con la bocciatura di un disegno di legge del PD a 29 e con la bocciatura, cioè con due bocciature, ma non con una posizione propositiva. Questa era la ragione di sintesi del tornare in commissione...libera la maggioranza di presentarsi con i due dinieghi che, per sillogismo, ci portano a dire: status quo! Questo era il ragionamento, anche gli altri Consigli regionali ci tengono all'autonomia, ma hanno tutti fatto delle proposte ed assunto una posizione propositiva: questo era l'obiettivo del PD, a meno che non si decida - subito lo sgarbo al nobile Senatore Fosson - di dire: "ci invitano a parlare di riduzione in Senato, non ci andiamo". Questa è una valutazione che non spetta a noi, spetta alle massime cariche della Regione. Noi saremmo andati con una posizione in positivo e non con i due dinieghi formulati da questo Consiglio regionale.
Quindi rimaniamo della nostra posizione, specificando che ora, solo per chiarire una cosa procedurale del Senato, non esistono e sono rarissimi i disegni di legge firmati da tutti i Senatori...è normale che li firmino solo alcuni. Normalmente quelli che hanno un passaggio nel partito, sono firmati dai Capigruppo. Ci sono in Senato ed in Parlamento infiniti disegni di legge depositati da Senatori singoli o in coppia, triplette, che giacciono da anni inascoltati, tanto per chiarire. Questo disegno di legge, invece, ha due relatori, uno del PD, e preciso che il Senatore Saro è del PdL, quindi si è fatto portatore anche il PdL di questo disegno di legge. Solo per chiarire, perché il Capogruppo Salzone ci tiene a puntualizzare che sono quelli del PD che hanno fatto questo "gestaccio", ma il correlatore di questo disegno di legge è del PdL, così siamo bipartisan in questa presentazione!
È per chiarire che la ragione dell'ordine del giorno è presentarsi con un documento in positivo, cioè noi vogliamo rimanere a 35 per queste e queste ragioni, e non andare giù dicendo: "noi siamo contrari", punto! Noi siamo contrari, punto, è una posizione unica fra i cinque Consigli regionali a Statuto speciale.
Presidente - Pongo in votazione l'ordine del giorno presentato dal gruppo del Partito Democratico, che recita:
Ordine del giorno
Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste
Premesso che l'entrata in vigore della legge 14 settembre 2001, n. 148, di conversione del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, che ha stabilito nuovi criteri di composizione dei consigli regionali delle regioni a statuto ordinario, impone una procedura di revisione anche per le regioni a statuto speciale;
Considerato che:
- nella fase preparatoria e di stesura e deposito del disegno di legge in oggetto non veniva coinvolto il sen. Antonio Fosson della Valle d'Aosta;
- né la Presidenza della Regione Valle d'Aosta, né la Presidenza del Consiglio regionale della Valle d'Aosta venivano preventivamente informate dell'iter legislativo;
Tenuto conto che:
- i relatori del disegno di legge costituzionale n. 2976, in oggetto, il sen. Sanna e il sen. Saro hanno presentato in Commissione Affari costituzionali lo stralcio degli articoli 4 e 5;
- i Consigli regionali del Friuli Venezia Giulia, della Sardegna, della Sicilia hanno approvato disegni di legge costituzionale che riconoscono il principio generale della riduzione del numero dei componenti dei rispettivi Consigli regionali, ma modulano in modo diverso l'entità della riduzione;
- il relatore del disegno di legge costituzionale n. 2976, in oggetto, il sen. Sanna ha chiesto che la Commissione Affari costituzionali del Senato si renda disponibile ad audire il Presidente della Regione Valle d'Aosta, il Presidente del Consiglio regionale e una delegazione rappresentativa dell'Assemblea regionale, nell'ambito dell'indagine conoscitiva della Commissione Affari costituzionali autorizzata dal Presidente del Senato;
nell'esprimere
parere negativo al disegno di legge costituzionale n. 2976;
Impegna
- la I Commissione regionale Istituzione e Autonomia a formulare una proposta sulla composizione del Consiglio regionale che, tenendo conto delle specificità della Valle d'Aosta ed, in particolare, dell'assenza dell'Istituzione Provincia sul nostro territorio, sappia rispondere alle esigenze di una nuova organizzazione dei lavori dell'Assemblea regionale, in un'ottica di contenimento della spesa pubblica;
- la I Commissione a presentare una risoluzione che sia impegnativa per la trattativa fra Consiglio regionale della Valle d'Aosta e il Senato della Repubblica.
F.to: Rigo - Carmela Fontana - Donzel
Consiglieri presenti: 33
Votanti: 28
Favorevoli: 3
Contrari: 25
Astenuti: 5 (Bertin, Giuseppe Cerise, Chatrian, Louvin, Patrizia Morelli)
Il Consiglio non approva.
Presidente - Pongo in votazione il parere sulla proposta di legge costituzionale:
Consiglieri presenti: 33
Votanti: 29
Favorevoli: 1
Contrari: 28
Astenuti: 4 (Bertin, Chatrian, Louvin, Patrizia Morelli)
Il Consiglio esprime un parere contrario.
Il Consiglio
Considerato che l'articolo 50, terzo comma, dello Statuto speciale per la Valle d'Aosta, dispone che i progetti di modificazione dello Statuto di iniziativa governativa o parlamentare, siano comunicati dal Governo della Repubblica al Consiglio regionale, il quale esprime il suo parere entro due mesi;
Rilevato che con nota in data 13 gennaio 2012, il Ministro per gli Affari regionali, il Turismo e lo Sport ha trasmesso, ai fini dell'acquisizione del parere di cui all'articolo 50, terzo comma, dello Statuto speciale, il seguente disegno di legge costituzionale n. 2976 presentato il 19 ottobre 2011 dai senatori Cabras, Bianco, Blazina, Pegorer, Sanna e Scanu recante: "Modifiche agli statuti delle regioni a statuto speciale, in materia di riduzione del numero dei componenti dei consigli regionali";
Esprime
parere contrario sul disegno di legge costituzionale n. 2976 recante: "Modifiche agli statuti delle regioni a statuto speciale, in materia di riduzione del numero dei componenti dei consigli regionali".
Allegati
(omissis)