Oggetto del Consiglio n. 1926 del 27 luglio 2011 - Resoconto
OGGETTO N. 1926/XIII - Approvazione delle integrazioni del Piano triennale di politica del lavoro 2009-2011 approvato con deliberazione del Consiglio regionale n. 668/XIII in data 15 luglio 2009.
Il Consiglio
Richiamati:
- la legge regionale 31 marzo 2003, n. 7 recante "Disposizioni in materia di politiche regionali del lavoro, di formazione professionale e di riorganizzazione dei servizi per l'impiego";
- il Piano triennale di politica del lavoro 2009-2011, definito ai sensi dell'articolo 4 della suddetta legge regionale e approvato con propria deliberazione n. 668/XIII in data 15 luglio 2009;
- la deliberazione della Giunta regionale n. 3098 in data 6 novembre 2009 concernente "Approvazione delle istruzioni per la fissazione dei termini e delle modalità nella gestione dei benefici previsti dal Piano triennale di politica del lavoro 2009-2011, approvato con propria deliberazione n. 668/XIII in data 15 luglio 2009";
Accertato che, sebbene in Valle d'Aosta il tasso di disoccupazione si attesti al 4,4% rispetto a una media nazionale dell'8,7%, la crisi economica non è ancora conclusa pur in presenza di deboli segnali di ripresa;
Preso atto, in particolare, che la disoccupazione giovanile rappresenta una tematica su cui si concentrano le attenzioni di tutti gli Stati europei;
Rimarcato che recenti indagini sulla disoccupazione giovanile nelle 315 Regioni europee classificano la Valle d'Aosta alla 166° posizione, collocandola sostanzialmente tra le aree che hanno resistito alla crisi internazionale;
Sottolineato che, a seguito di un censimento effettuato dal Dipartimento politiche del lavoro e della formazione, alla data del 1° maggio 2011 nella fascia d'età 18-32 anni risultano disoccupati in cerca di lavoro n. 282 diplomati e n. 91 laureati;
Ritenuto necessario, pertanto, mettere in atto politiche attive del lavoro tese ad incentivare l'assunzione dei predetti disoccupati presso le imprese, ivi compresi gli studi professionali, al fine di contrastare il fenomeno del precariato cosiddetto "intellettuale";
Richiamata la deliberazione della Giunta regionale n. 3580 in data 23 dicembre 2010, concernente l'approvazione del bilancio di gestione per il triennio 2011-2013, con attribuzione alle strutture dirigenziali di quote di bilancio e degli obiettivi gestionali correlati, del bilancio di cassa per l'anno 2011 e di disposizioni applicative;
Rilevato che il Consiglio per le Politiche del Lavoro nella seduta del 7 giugno 2011 ha espresso parere favorevole;
Visto il parere favorevole di legittimità rilasciato dal Coordinatore del Dipartimento politiche del lavoro e della formazione, ai sensi dell'articolo 3, comma 4, della legge regionale 23 luglio 2010, n. 22;
Visto il parere della IV Commissione consiliare permanente;
Delibera
1) di approvare le integrazioni del Piano triennale di politica del lavoro 2009/2011, approvato con propria deliberazione n. 668/XIII in data 15 luglio 2009, come specificato nell'allegato che fa parte integrante della presente deliberazione;
2) di dare atto che la presente deliberazione non comporta impegni di spesa.
Allegato
(omissis)
Presidente - La parola al Presidente della Regione, Rollandin.
Rollandin (UV) - Grazie Presidente.
L'atto che viene sottoposto all'attenzione dei colleghi è il risultato di un lavoro svolto in modo egregio dalla commissione competente, che vede impegnati i colleghi insieme alle forze sociali e sindacali, per la predisposizione del programma di formazione nel suo insieme e di lavoro.
L'Unione europea si è prefissata l'obiettivo di raggiungere, entro il 2020, un tasso di occupazione del 75 percento per le persone di età compresa fra 20 e 64 anni, un impegno molto ambizioso, tenendo conto delle difficoltà che ci sono, e che coinvolge una serie di azioni che sono state proposte e che si stanno portando avanti, a livello regionale, nei programmi che vengono predisposti. La crisi ha fatto scendere il tasso di occupazione al 69 percento e ha fatto salire il tasso europeo di disoccupazione oltre il 10 percento; pertanto, per raggiungere entro il 2020 un tasso di occupazione del 75 percento, sarà necessaria una crescita occupazionale media leggermente superiore ad un percento annuo, poiché i tassi di fecondità sono in calo nell'Unione europea e la popolazione in età lavorativa fra 15 e 64 anni comincerà a diminuire a partire già dal 2012, nonostante le continue ondate migratorie. Non basta garantire che i cittadini rimangano sul mercato del lavoro ed acquisiscano competenze necessarie per ottenere un posto, la ripresa deve basarsi su una crescita che possa portare occupazione, quindi è necessario creare le giuste condizioni per generare più posti di lavoro.
Le politiche a favore della creazione di posti di lavoro devono tener conto dell'importante contributo delle piccole e medie imprese, che sono poi l'ossatura anche della nostra regione. Oltre il 99 percento delle imprese dell'Unione europea è costituita da piccole e medie imprese, che rappresentano i due terzi dei posti di lavoro nel settore privato. In particolare la disoccupazione giovanile rappresenta la tematica su cui si concentrano le attenzioni oggi di tutti gli Stati europei e credo che, a livello locale, a più riprese abbiamo parlato di questo tema. I giovani lavoratori temporanei e gli immigrati sono stati fra i gruppi più duramente colpiti dal rallentamento dell'economia; a livello nazionale il tasso di disoccupazione dei giovani fino a 25 anni ha toccato il 30 percento. Secondo uno studio di Datagiovani, in Italia il lavoro dipendente è arretrato di cinque anni, assestandosi ai livelli del 2006 con gli effetti della crisi. A subire l'emorragia dei posti, secondo l'elaborazione dello studio Datagiovani, negli ultimi dati INPS sono soprattutto gli under 35 che rispetto al 2006 sono diminuiti del 12,6 percento passando da 4.600.000 a 4.000.000 e, a livello territoriale, è al nord che si registrano le flessioni maggiori.
Nell'ultimo quinquennio la struttura dell'occupazione è molto cambiata: se nel 2006 i dipendenti under 35 rappresentavano quasi il 40 percento del totale, ora sono scesi a poco più di un terzo; inoltre è cresciuta la componente dei giovani con meno di 25 anni fra i lavoratori a tempo determinato, mentre è obiettivamente diminuito, e di molto, anche con tutte le manovre che abbiamo visto negli ultimi tempi, l'impegno a tempo indeterminato, e questo è il dato oggettivamente più difficile da superare. Oggi i diplomati rappresentano il 45 percento degli under 30 rispetto a quello di vent'anni fa, mentre i laureati sono passati dal 3 percento al 15 percento. Le recenti indagini sulla disoccupazione giovanile nelle 315 regioni europee classificano, come detto nella relazione, la Valle d'Aosta al 166° posto, collocandola sostanzialmente tra le aree che hanno resistito; non dico che sia una situazione rosea, ma - rapportato a quello che è successo nelle altre regioni - sicuramente è una regione che ha tenuto. In effetti in Valle d'Aosta il tasso di disoccupazione si attesta al 4,4 percento rispetto ad una media nazionale del 8,7 percento e questo è un altro dato che abbiamo ripreso più volte.
A seguito di un censimento effettuato dal Dipartimento politiche del lavoro e della formazione, alla data del 1° maggio 2011, nella fascia di età fra 18 e 32 anni, risultano disoccupati in cerca di lavoro 282 diplomati e 91 laureati; quindi, sulla base di tali assunti, il Consiglio per le politiche del lavoro che aveva analizzato tutti questi dettagli...perché quello che portiamo oggi è il risultato del lavoro del Consiglio per le politiche del lavoro...come Giunta si è posto l'attenzione sul tema dei giovani disoccupati ed investito risorse considerevoli sull'attuale programmazione del Fondo sociale europeo pari a circa 5.000.000 di euro. Gli interventi hanno riguardato misure che concernono le iniziative di contrasto all'abbandono scolastico, il miglioramento della transazione dall'istruzione al lavoro, l'accesso al mercato del lavoro e la prevenzione della disoccupazione, il supporto dei giovani disabili a rischio emarginazione, il supporto all'imprenditorialità giovanile ed all'auto impiego. Questo fenomeno della disoccupazione giovanile - che ho ricordato con questi numeri - è la cosiddetta "disoccupazione giovanile intellettuale", nel senso che sono quelli che hanno conseguito un diploma o una laurea. Il Consiglio politiche del lavoro, nella seduta del 7 giugno 2011, ha ritenuto necessario mettere in atto politiche attive di lavoro tese ad incentivare l'assunzione dei predetti disoccupati presso le imprese, comprendendo nelle imprese anche gli studi professionali, in quanto abbiamo diplomati e laureati che possono essere utilizzati negli studi professionali, e questo dopo un'attenta analisi, non solo della disoccupazione, ma anche degli avviamenti e della tipologia di contratti di assunzione.
In sintesi, se è vero che solo nel primo semestre del 2011 il numero degli avviamenti ha già superato quelli, su base annua, relativi all'anno 2009 (2.500) e all'anno 2010 (1.500), è altrettanto vero che, se si considera la tipologia dei contratti - qui torniamo al discorso - diminuiscono i contratti a tempo indeterminato, mentre si registra un'esplosione di contratti di somministrazione e di contratti intermittenti, a chiamata, che passano dal 9,8 percento del 2009 al 16,8 del 2010 al 24,8 del primo semestre 2011: questo è uno degli aspetti che registriamo come maggiore criticità. Sulla base di queste considerazioni, la Giunta ha deliberato di proporre oggi al Consiglio due nuove misure a favore dell'occupazione giovanile. La prima riguarda i giovani che hanno già svolto un periodo di tirocinio della durata di sei mesi, sia per l'assunzione a tempo indeterminato che a tempo determinato; la seconda è indipendente dal tirocinio e fa riferimento all'assunzione a tempo indeterminato. Le imprese hanno la facoltà di optare per il regime previsto per il regolamento n. 800, i cui interventi possono avere una durata annuale per i giovani svantaggiati - quelli che hanno un impiego retribuito da almeno sei mesi, perché ci sono giovani svantaggiati e molto svantaggiati - o biennale per i giovani molto svantaggiati - quelli senza lavoro da 24 mesi - oppure per il regime de minimis, la cui durata è triennale. Quindi c'è un provvedimento che può essere annuale, biennale o triennale a seconda delle procedure. Nel caso del post-tirocinio si prevede il rimborso alle imprese del 50 percento dei costi ammissibili per l'assunzione a tempo indeterminato e del 30 percento per l'assunzione a tempo determinato (naturalmente si privilegia l'assunzione a tempo indeterminato).
Relativamente alla misura E 210, l'impresa può ottenere un rimborso del 50 percento dei costi salariali, mentre per il regime de minimis è possibile normalmente ottenere il suddetto rimborso al 40 percento, per l'assunzione a tempo indeterminato di giovani che hanno un contratto a tempo determinato presso le agenzie di somministrazione (quindi il passaggio da tempo determinato a indeterminato), la trasformazione dei contratti di durata temporanea di giovani in contratti di lavoro a tempo indeterminato e la trasformazione di contratti di apprendistato di giovani prima della scadenza prevista in contratti di lavoro a tempo indeterminato (è chiara la decisione che è stata adottata di incentivare l'assunzione a tempo indeterminato). Si tratta di misure che sono, in assoluto, le più avanzate nel mondo del lavoro, sia come proposta che come finanziamento. Volutamente sono focalizzate su giovani diplomati e laureati per le ragioni che abbiamo detto, quindi si intende rivolgersi non solo al mondo delle imprese in senso stretto, ma anche nel variegato settore degli studi professionali affinché, mediante gli incentivi alle assunzioni, contribuiscano a sbloccare tale situazione di stallo e anche di impoverimento professionale ed intellettuale dei nostri giovani - geometri, ragionieri, commercialisti, avvocati, ingegneri, architetti, geologi - che oggi sono in una situazione di precariato. Rammento a tale proposito che, in ambito di bilancio, sono stati previsti i fondi necessari e, sempre in ambito del lavoro ed in accordo con il Consiglio delle politiche del lavoro, sono stati istituiti per la prima volta i corsi biennali di formazione professionale, il cui inizio è previsto entro la fine dell'anno, e sono rivolti ai ragazzi che, al contrario degli interventi in esame, hanno abbandonato gli studi. Quello è un altro settore, oggi noi andiamo nella direzione di passare progressivamente all'assunzione a tempo indeterminato i ragazzi diplomati e laureati che sono in una situazione precaria.
Questo è il senso di questa integrazione, come è detto nel provvedimento; ci sembrava giusto portarla all'attenzione del Consiglio, perché è un lavoro che il Consiglio per le politiche, che vede la presenza dei Presidenti delle commissioni interessate e di tutte le forze che sono collegate con il mondo del lavoro, ha cercato di portare avanti, per dare una soluzione che riteniamo molto interessante per i giovani in cerca di stabilizzazione nel mondo del lavoro, già così difficile. Grazie.
Président - La discussion générale est ouverte.
La parole à la Conseillère Carmela Fontana.
Fontana (PD) - Grazie Presidente.
L'aggiornamento del piano triennale di politica del lavoro 2009-2011, pur apprezzando l'ottimo lavoro svolto e l'impegno della Regione per lo stanziamento di risorse non indifferenti per tale piano triennale, ci invita comunque, data l'importanza dell'argomento, ad un'ulteriore riflessione.
Ad una prima lettura sembra molto positivo incentivare l'assunzione a tempo indeterminato di diplomati e laureati, ma - andando più a fondo nell'analisi - si vede che è una misura non reale. Innanzitutto non si tiene conto della materia prima per concretizzarlo, cioè il lavoro. Nella nostra regione c'è una crisi strutturale che paralizza l'economia e porta ad una grave carenza di lavoro. Se non ci sono nuove attività produttive, se si lasciano chiudere le fabbriche, se si lascia che le infrastrutture essenziali come la ferrovia degradino, giorno dopo giorno...insomma, se si guarda la nostra realtà con occhi onesti, ci si rende conto che il lavoro vero, quello che crea oggetti o servizi, che si basa su un'effettiva costruzione di valore, nella nostra regione è diventato merce rara. Appare quindi non reale sostenere assunzioni a tempo indeterminato di diplomati o laureati per un lavoro che non c'è...diventerà l'ennesimo contributo a fondo perso che fra due anni non avrà prodotto nessun frutto duraturo!
Ma ci sono altre considerazioni da fare secondo il Dipartimento delle politiche del lavoro. In Valle d'Aosta circa 370, fra diplomati e laureati, sono in cerca di lavoro...perché non ci chiediamo come mai nella nostra Regione è facile trovare un lavoro manuale, nel settore delle pulizie, nell'alberghiero, nell'edilizia, mentre poche sono le occasioni di un lavoro più qualificato? Forse non abbiamo investito abbastanza in settori innovativi? I miliardi di lire che l'Europa ci ha dato per riconvertire l'area Cogne, cosa hanno prodotto in termini di sviluppo economico e di qualità? Unica azienda, la Dora, che occupa ingegneri e informatici nella stragrande maggioranza provenienti da fuori Valle, anche perché in Valle non c'è una facoltà scientifica! Può essere che l'università, la ricerca scientifica, l'innovazione, lo sviluppo di nuove tecnologie e di imprese d'avanguardia non siano ancora parte della nostra società, della nostra percezione della realtà, della nostra politica, e quindi non siamo in grado di dare altre risposte che non quella del contributo annuale o biennale ai lavoratori disagiati perché disoccupati da troppo tempo.
Per queste motivazioni il nostro voto sarà di astensione. Grazie.
Presidente - La parola al Consigliere Comé.
Comé (SA-UdC-VdA) - Grazie Presidente.
Nel 2009 le forze di maggioranza presenti in Consiglio regionale avevano approvato il piano di politiche del lavoro per il triennio 2009-2011; siamo quindi nell'ultimo semestre di applicazione di un piano che è riuscito a rappresentare una grande opportunità per rafforzare l'insieme degli investimenti in materia di politiche del lavoro. Il periodo storico e la crisi economica hanno avuto inevitabilmente delle ripercussioni anche nella nostra regione, ma il piano e le sue specifiche applicazioni hanno saputo fronteggiare le conseguenze di tali congiunture sfavorevoli.
Vorrei ringraziare per la grande professionalità e la dedizione che sono state dimostrate, in modo particolare a partire dal Coordinatore Roberto Vicquéry, tutte le diverse figure professionali dell'Agenzia del lavoro che hanno saputo mettere a disposizione dei gruppi di lavoro, come aveva sottolineato il Presidente, coordinato dai quattro Presidenti di commissione, tutte le loro esperienze lavorative, permettendo a tale nuova organizzazione di realizzare risultati direi molto concreti. Il lavoro svolto in questi gruppi ha permesso di seguire passo passo, e con grande attenzione, l'evolversi della crisi e di intervenire con grande tempestività, apportando i necessari correttivi alle azioni previste e rispondendo con concretezza alle diverse necessità del mondo del lavoro.
Vorrei illustrarvi i dati che sono emersi dal questionario che è stato predisposto e che è stato poi inviato all'inizio di quest'anno a tutti gli iscritti presso il Centro per l'impiego dal gruppo di lavoro, quel gruppo occupazione che coordina. Questo ha dimostrato che il tasso di disoccupazione nella nostra regione è pari al 4,4 percento, valore che certamente sarà nostra cura cercare di migliorare ancora, ma che già allo stato attuale è molto positivo rispetto al tasso di disoccupazione nazionale, che è il doppio rispetto al nostro. Il gruppo ha svolto un lavoro, andando avanti, focalizzando l'attenzione sulle difficoltà occupazionali che i giovani diplomati e laureati in età compresa tra i 18 e i 32 anni incontrano. Abbiamo esteso un'altra indagine conoscitiva a tutti, quindi senza la fascia di età, ed abbiamo voluto mettere in luce, per capire, qual era il numero dei diplomati e dei laureati in cerca di lavoro; il risultato è stato di un totale di 577 diplomati e 137 laureati che scendono - perché poi abbiamo fatto all'interno del Consiglio delle politiche del lavoro una scelta di dedicare particolare attenzione alla fascia dei 18-32 anni - a 282 diplomati e 91 laureati, e che sono quelli oggetto di attenzione, oggi.
A fronte di questi dati, si è ritenuto di presentare due modalità di intervento da sottoporre - qui ringrazio in particolare il Presidente, che ha voluto anticipare il termine del piano e di presentarlo subito per dare immediatamente delle risposte - al Consiglio regionale per integrare il piano delle politiche del lavoro. In sintesi, la prima è una previsione di incentivi economici per favorire l'assunzione di giovani diplomati e laureati, e riproposizione di tirocini formativi con incentivi per l'assunzione dei partecipanti al termine degli stessi.
Adesso io sento dire, da parte della collega Fontana, che queste cose sono dei contributi...questo non lo so, anzi, sono convinto che siano positive, perché le voglio dare dei dati su un'esperienza che l'agenzia ha già portato avanti ed è sul progetto triennale finanziato dal Fondo sociale europeo del 2009-2011 per l'organizzazione di nuovi tirocini. Questo era aperto a tutte le età, ai disoccupati, e faccio una piccola premessa: era senza incentivi, mentre qui noi abbiamo fatto un passo decisamente più avanti! Le do i dati: 91 persone sono state avviate da maggio 2009 al 2011; 86 hanno trovato risposta nelle aziende; il 52 percento - certo i numeri non sono enormi! - si è concluso con l'assunzione. Le do un altro dato, perché è stato scorporato guardando anche le fasce di età fra 18 e 29 anni, e qui la percentuale sale addirittura al 62 percento! Questa è la dimostrazione che questa è una misura che ha una sua grande validità. Quindi noi riteniamo positive queste integrazioni, e sicuramente siamo convinti che questo permetterà ai giovani diplomati e laureati disoccupati di trovare una loro occupazione. Grazie.
Président - La parole au Vice-président Chatrian.
Chatrian (ALPE) - Grazie Presidente.
Due anni fa, nel luglio 2009, affrontammo il piano delle politiche del lavoro triennale. Un piano interessante, delicato; eravamo in piena crisi occupazionale e il dibattito fu a mio avviso molto interessante, e anche franco, nel senso che stiamo parlando di strumenti che potevano essere modificati ed integrati. Mi ricordo molto bene il dibattito avvenuto in aula, perché ci soffermammo su due punti principali: come promuovere la cultura del lavoro e come formare i giovani in cerca di lavoro. Due argomenti interessanti, ma molto delicati.
Ho ascoltato attentamente la relazione del Presidente, ho cercato di approfondire quanto è stato portato in IV Commissione, dove abbiamo chiesto ulteriori approfondimenti e dettagli. Sicuramente le aziende in questo momento hanno prudenza nel decidere di assumere il personale a tempo indeterminato: questa è la difficoltà principale, per tanti motivi esplicitati in quest'aula. Le azioni che sono state messe in campo immagino abbiano l'obiettivo di andare in controtendenza alle problematiche in essere; il Presidente prima ricordava che ci sono due tendenze: la prima è la difficoltà per le aziende ad assumere personale a tempo indeterminato - sono i dati a dirlo, non sono io - e la seconda è il modello occupazionale diverso che in questi ultimi tre anni si è modificato in maniera pesante, quello del lavoro interinale, del lavoro a chiamata, neanche più il lavoro stagionale, ma ben più ristretto!
Penso che la criticità principale sia proprio centrata su forse un secondo modo di precarietà, non la precarietà solo stagionale che conoscevamo bene, ma una seconda precarietà, che non dà più quelle garanzie neanche stagionali. Quindi, da una parte, le misure messe in campo sono interessanti, perché aiutano le aziende ad assumere giovani laureati e diplomati a tempo indeterminato.
Le ricadute. Due anni fa parlavamo, in sede di dibattito del piano triennale, di quelle est la retombée positive...diceva il Presidente: dovremo comunque monitorare. Io penso che oggi sia un passaggio importante; registriamo positivamente il lavoro che è stato fatto dal punto di vista amministrativo o di percorso, perché ci porta a registrare le ricadute e le criticità, poiché la criticità principale in questo momento, come ci dicono i dati, è che ci sono assunzioni, ma sono assunzioni a tempo determinato, sovente di pochissimi giorni. Quindi negli avviamenti vengono inseriti anche questi dati e danno una possibilità di trend positivo a tempo determinato e, dall'altra parte, il punto interrogativo è quello a tempo indeterminato; quindi la criticità principale è lì.
Due riflessioni per quanto riguarda anche il fatto che queste misure potrebbero andare a sostenere ed aiutare anche gli studi professionali, al fine di contrastare il fenomeno del precariato cosiddetto "intellettuale". La misura è sicuramente interessante, però dobbiamo fare un passo indietro, se c'è lavoro per queste professioni; sappiamo che sono professioni in grande difficoltà per tanti motivi: motivi di concorrenza, di professionalità, di preparazione e anche di organizzazione. Dobbiamo distinguere quello che può e deve fare il pubblico e quello che deve fare anche il libero mercato, tenendo alta però la qualità, perché la qualità progettuale e pianificatoria non ha prezzo. In questo momento forse la politica deve riparametrare eventualmente quelli che sono i nostri obiettivi e comunque quelli della società valdostana; quindi, da una parte, positiva questa azione e...sono curioso di capire quali saranno le ricadute ad esempio sulle attività intellettuali, gli ordini professionali sono in grande difficoltà e, in seconda battuta, invece, per quanto riguarda gli altri settori, che non sono legati solo agli ordini professionali, ma per i quali in questo momento di economia stagnante la domanda di lavoro è ancora "incerta" (mi passi questo termine).
Quindi dal punto di vista intellettuale e delle buone intenzioni le due misure messe in campo vanno nella direzione auspicata dalla criticità di cui oggi il Consiglio regionale non solo prende atto, ma dà corso, perché il sostegno va in quella direzione. Dall'altra parte, però, la complessità è tale e le richieste sono poche per quanto a nostra conoscenza, perché non solo l'economia ha grandi difficoltà, ma probabilmente la Regione, visto la potenza che ha sul territorio valdostano, forse vicino a queste due misure messe in campo sul piano triennale...quindi condivido l'integrazione del piano triennale, abbiamo parlato due anni fa di "strumento dinamico"...e, poiché sovente in questi tre anni abbiamo parlato di sburocratizzazione, io dico che vicino a queste azioni la Regione in primis e, a cascata, gli enti locali e le partecipate e le controllate, devono mettere in campo una semplificazione concreta, pragmatica e reale. In questo momento non è così.
Il Presidente è a conoscenza sicuramente della difficoltà di dare delle risposte sovente alle medie, piccole o piccolissime imprese, perché l'ossatura valdostana è lì, non solo quella italiana e quella europea, ma la nostra forse percentualmente è ancora più alta. Quindi per dirle che le azioni che avete messo in campo sono interessanti, non è che non sono sufficienti, ma le ricadute...ci saranno? Ma proprio perché a nostro avviso manca la richiesta di posti di lavoro, cioè il mercato è stagnante; le ho fatto prima un esempio sugli ordini professionali: si va ad aiutare al 40-50 percento, in de minimis o in altre forme, l'assunzione a tempo indeterminato...ma se questi studi professionali non hanno lavoro, mi viene difficile pensare che ci siano degli studi che possano permettersi di assumere nuovi architetti, nuovi ingegneri, nuovi geologi! Ecco perché le dico dove, anche ad avviso del gruppo di ALPE, in questo momento l'Amministrazione deve cambiare marcia!
A mio avviso, vicino a queste azioni interessanti...parlo a livello generale, perché questa è la domanda che arriva non solo dalle aziende, ma anche dai comparti intellettuali e anche dalle piccolissime aziende, che in questo momento stanno perdendo la volontà di fare richiesta della singola legge di settore, perché i tempi dei nostri provvedimenti sono ancora troppo lunghi...glielo dico per esperienza, soprattutto dei piccoli numeri, dato che sappiamo che i piccoli numeri, in Valle d'Aosta, ancora adesso fanno la grande differenza! Quindi facciamo attenzione a questa seconda tipologia di precarietà, perché è una precarietà molto delicata, ma soprattutto non dà delle garanzie ai giovani, in quanto l'obiettivo di questa integrazione è dare delle risposte puntuali ai giovani dai 18 ai 32 anni per poter vivere non solo una vita serena... Lei, due anni fa, disse questo: "jeunes dont la qualité de la vie globale risque vraiment d'être inférieure à celle de la génération de leurs parents"...penso che questa sia la preoccupazione che abbiamo tutti! Ma vicino a queste due azioni apriamo un po' il ventaglio, perché l'Amministrazione deve cambiare marcia, soprattutto in altri temi. Grazie.
Si dà atto che, dalle ore 10,28, assume la presidenza il Vicepresidente André Lanièce.
Presidente - Se nessun altro chiede la parola, dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola al Presidente della Regione, Rollandin.
Rollandin (UV) - Grazie Presidente.
Parlare dei problemi del lavoro e dell'occupazione è sempre stato impegnativo in quest'aula, ci sono stati momenti drammatici, quando sono stati affrontati i problemi di chiusura di grande imprese: Ilssa, Tecdis, eccetera, difficoltà della Cogne...si è sempre parlato in quest'aula, lo abbiamo ricordato con il trenino, della Cogne come miniera...
Credo che il lavoro sia uno dei punti qualificanti di un'azione che deve essere portata avanti; nel contempo, si sottolinea come da parte dell'Amministrazione regionale ci debba essere un supporto alle azioni propedeutiche, ma non troppo invasive. Sicuramente l'equilibrio in questo campo non è sempre così facile, diventa meno facile quando c'è una crisi come quella a cui stiamo assistendo; una crisi iniziata ufficialmente nel 2008, che vede ogni anno rispecchiare l'auspicio che l'anno dopo migliori...sono passati tre anni, e diciamo che è peggio!
Oggi registriamo, ne abbiamo accennato tutti...senza insistere sul discorso "crisi", di cui ormai conosciamo i connotati, ma che rischiano di diventare sempre più drammatici...le manovre messe in atto dicono che siamo sull'orlo dell'abisso, si sta cercando di fare di tutto per non cadere in situazioni come quelle della Grecia e di altri Stati, ma il problema non è ancora risolto. Quindi noi siamo uno di questi anelli che soffre di questo sistema generale.
Con questo provvedimento...lo avete detto, e ringrazio per gli interventi che sono stati fatti, in particolare quello del collega Comé, che ha riproposto nello specifico il grosso lavoro svolto dal Consiglio delle politiche del lavoro, dove tutto questo è stato discusso, macinato, visto per arrivare a questa proposta, che è una proposta integrativa di un piano che è verso la fine dei suoi effetti. Ora, gli effetti di questo piano sono stati sicuramente positivi, anche se non determinanti, perché hanno evitato quell'effetto che la crisi poteva ingenerare per portare al crollo delle piccole e medie imprese; crollo che per fortuna non c'è stato! In Valle le piccole e medie imprese hanno tenuto, seppure con difficoltà, c'è ancora questa intelaiatura di piccole ed anche piccolissime imprese a cui si sono applicate tutte le misure dell'anti-crisi, che ha tenuto.
Oggi, con questo, si va in una direzione specifica di diplomati e laureati; giustamente si è sottolineato che non è la misura determinante, ma è una misura che va a dire a costoro, che hanno fatto uno sforzo per acculturarsi e prepararsi professionalmente e che oggi rischiano di essere i più delusi...perché diciamocelo onestamente, quando ho parlato - non a caso - della formazione professionale per quelli che non hanno completato gli studi...dobbiamo prenderci carico anche di questi, ma chi ha completato gli studi si trova ancora più in difficoltà, perché dice: ho studiato fino a 22, 23, 24 o 25 anni - per i fuori corso anche di più -, arrivo alla fine e non trovo un posto di lavoro, non trovo nemmeno la possibilità di fare qualche esperienza di lavoro! Infatti molti chiedono anche solo di poter provare, perché non è uscendo con la laurea che si è in grado di lavorare, con una laurea si ha il titolo per cominciare, e finisce lì; poi la vera esperienza si fa quando si inizia a lavorare. Questo va nella direzione auspicata che tutti qui avevamo detto in tempi non sospetti.
Capisco alcune osservazioni della collega Fontana, che vanno nella logica di dire che c'è una crisi molto più profonda, a cui stiamo cercando sotto altri profili di dare delle risposte...perché citava la zona Cogne, ma nella zona Cogne non c'è solo la Dora! Poi le daremo tutte le società che sono venute qui, perché abbiamo insistito sulla ricerca, le società che sono in contatto con il settore scientifico; ricordo che a Verrès c'è il Politecnico che sta seguendo, con tutta la parte strutturale, la ricerca specifica in accordo con le aziende, che oggi sono più di 20, aziende valdostane e non, che sono venute per trovare in Valle delle soluzioni. Quindi sotto questo profilo abbiamo fatto di tutto per riuscire a dare il supporto, e la misura che proponiamo può aiutare, anche in questo caso, alcune aziende che stanno facendo la ricerca per dare uno slancio e dire: bene, oggi ho un ingegnere che è lì, che è un anno che vedo, che va bene, se ho questa possibilità sono incentivato a portarlo avanti...Questo è l'auspicio che ci facciamo, che credo sia condiviso da tutti, non è che abbiamo altre ambizioni!
Il collega Chatrian faceva osservare che anche negli studi professionali c'è una ricaduta della crisi, perché oggi si è appena concluso il bando per la progettazione dell'ospedale; evidentemente sono arrivate qui molte offerte...credo fosse stato già solo quattro o cinque anni fa non sarebbero arrivate. Oggi la Valle d'Aosta è sotto osservatorio, perché è l'unico punto dove si muove qualcosa, dove ci sono progetti di rilievo e dove arrivano studi di grande livello. Chi ha vinto è veramente il numero uno a livello internazionale: questo per dire che gli studi piccoli che fanno da supporto...non è così facile, ma anche a questo livello quello che è stato possibile fare per riuscire, fra Amministrazione comunale e regionale, a far lavorare anche gli studi, si fa, però al di là di un certo limite non si può andare, perché c'è la concorrenza e ognuno deve fare la sua parte. Nella sostanza questa integrazione credo vada nella logica auspicata. Ci auguriamo che ci siano delle ricadute positive e credo che questo sia valido, come tutti gli strumenti che sono validi se poi applicati correttamente.
Chiudo dicendo che il tema della sburocratizzazione lo stiamo seguendo con grande attenzione. Voglio solo ricordare un aspetto che ci preoccupa e che è collegato anche a questo: tutta una serie di procedure europee obbligano i settori del lavoro a ricreare dei circuiti e tutta una serie di controlli a catena che sono lunghi, faticosi e sovente - parliamo per tutto il nord - non servono a molto; servono magari per qualche Regione, il controllo evidenzia delle mancanze, ma nel 90 percento delle Regioni del nord si è visto che l'applicazione della norma in sé è corretta, la contabilità è corretta, ma ti obbliga a mantenere questa situazione che è molto pesante. Per il resto, come Regione stiamo lavorando intensamente per ridurre tutte le procedure, nella logica di andare con lo sportello unico a semplificare anche questo processo di cui abbiamo parlato.
Ringrazio tutti per l'apporto e mi unisco, nei ringraziamenti, alle strutture, al Dipartimento delle politiche del lavoro, che hanno fatto uno sforzo non indifferente per preparare, in tempi rapidi, l'insieme di quello che è stato il progetto con le evoluzioni che qui stiamo esaminando. Grazie.
Presidente - Pongo in votazione i nuovi testi della delibera e dell'allegato predisposti dalla IV Commissione:
Consiglieri presenti: 30
Votanti e favorevoli: 25
Astenuti: 5 (Giuseppe Cerise, Chatrian, Donzel, Carmela Fontana, Patrizia Morelli)
Il Consiglio approva.