Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1881 del 22 giugno 2011 - Resoconto

OGGETTO N. 1881/XIII - Interpellanze: "Risultati dell'attività svolta dalla Conferenza regionale sulla legalità e la sicurezza" e "Iniziative per contrastare l'infiltrazione di organizzazioni mafiose nel tessuto socio-economico del territorio regionale".

Interpellanza

Ricordato che nella nostra Regione le forze di polizia hanno contrastato fenomeni di malavita organizzata, anche attraverso l'arresto di residenti, come nel giugno 2009, e che, recentemente, l'onorevole Angela Napoli, membro della Commissione antimafia, ha dichiarato, partecipando ad un incontro presso l'Istituto per ragionieri di Aosta: "...anche in Valle d'Aosta ci sono esponenti della 'ndrangheta, ma non c'è la consapevolezza, è come se la regione alpina fosse un'isola felice. Gli esponenti della 'ndrangheta non appaiono, ma gestiscono affari, riciclaggio ed altro, e riescono a inserirsi anche nelle istituzioni";

Ricordato, inoltre, che su "La Stampa", in occasione del recente blitz anti-criminalità in Canavese, sono apparse notizie in merito alla presenza di vari clan malavitosi nella nostra regione;

Tenuto conto che la legge regionale 29 marzo 2010, n. 11, recante "Politiche e iniziative regionali per la promozione della legalità e della sicurezza", prevede all'articolo 4 l'istituzione della Conferenza regionale sulla legalità e la sicurezza, con il compito di valutare le politiche regionali in materia di legalità;

Considerato che uno degli elementi più rilevanti per contrastare la criminalità organizzata è il monitoraggio delle società che gestiscono servizi pubblici, che vincono appalti pubblici e che investono rilevanti capitali in settori a rischio, come l'edilizia o i rifiuti;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

il Presidente della Regione per conoscere se intenda:

1) riferire al Consiglio dell'attività della Conferenza regionale sulla legalità e la sicurezza relativamente al contrasto dell'attività della criminalità organizzata nella nostra Regione;

2) avviare, in sede di tale Conferenza e con il contributo delle Forze dell'Ordine, un'indagine conoscitiva su tutte le società concessionarie di servizi pubblici, su quelle aggiudicatarie di importanti appalti pubblici e su quelle che hanno investito importanti capitali nei settori dell'edilizia, dello scavo e movimento terra, dei rifiuti e negli altri settori notoriamente più a rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata, al fine di ricostruire la tracciabilità dei capitali investiti e delle effettive proprietà;

3) richiedere alla Commissione antimafia del Parlamento italiano tutti i dati in loro possesso che possano in qualche modo interessare la nostra regione;

4) riferire al Consiglio regionale entro sei mesi sui risultati emersi da tali attività.

F.to: Carmela Fontana - Donzel

Interpellanza

Appreso che, nell'ambito dell'inchiesta sulla diffusione del fenomeno mafioso nel nord Italia detta "Operazione Minotauro", coordinata dalla Dda di Torino, sono state arrestate ben 150 persone, tra cui un imprenditore edile residente a Villeneuve;

Sottolineata la capacità di infiltrazione della 'ndrangheta nel tessuto economico, sociale e politico dei territori sopracitati;

Richiamate le nostre precedenti iniziative sull'argomento;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

il Presidente della Regione per sapere:

1) se le indagini sopracitate hanno fatto emergere nuovi elementi riguardo alla diffusione della 'ndrangheta sul territorio valdostano;

2) se l'Amministrazione regionale, alla luce dei recenti sviluppi e in ragione delle nuove "grandi Opere" in programma, intende assumere nuove iniziative per contrastare l'infiltrazione delle organizzazioni criminali di stampo mafioso in Valle d'Aosta.

F.to: Bertin - Louvin - Patrizia Morelli

Presidente - La parola alla Consigliera Carmela Fontana.

Fontana (PD) - Grazie Presidente.

I recenti avvenimenti giudiziari, in particolare la "Operazione Minotauro", hanno confermato la presenza della malavita organizzata nella nostra regione; è un dato inquietante, che deve portare a farci delle domande. Abbiamo mantenuto alta l'attenzione su questo tema? La legge regionale n. 11/2010 per la promozione della legalità che risultati ha dato? È stato fatto tutto il possibile per contrastare questi fenomeni? Pensiamo che ognuno di noi debba dare una risposta.

Per nostra parte, ci piacerebbe che la cronaca di questi giorni ci spronasse tutti a controllare con più attenzione i settori in cui la malavita organizzata s'infiltra. È indispensabile che si avvii, in sede di conferenza o in un'altra sede da concordare, un'indagine conoscitiva che analizzi tutte le società concessionarie di servizi pubblici, dal trattamento delle acque allo smaltimento dei rifiuti, tutte le società che hanno vinto importanti commesse pubbliche nel settore edile e delle costruzioni, tutte quelle che hanno investito rilevanti capitali in operazioni immobiliari, per verificare le effettive proprietà e per ricostruire la tracciabilità dei capitali, al fine di escludere che, anche solo in parte, la proprietà o i capitali abbiano una provenienza sospetta. Oggi più che mai abbiamo il dovere di fare luce e chiarezza su tutta questa situazione, perché il non volersi impegnare in quest'azione di contrasto dell'illegalità organizzata equivarrebbe ad una dichiarazione di collusione che nessuno di noi, evidentemente, può accettare.

Questo chiediamo nella nostra interpellanza: iniziare un'azione di chiarezza a partire da questi settori notoriamente più a rischio di infiltrazioni, anche con l'aiuto delle Forze dell'ordine e con i dati in possesso della Commissione antimafia del Parlamento. Il Consiglio regionale, come ha già dimostrato l'anno scorso, in tale maniera può diventare un elemento trainante nella lotta alla malavita organizzata, questo vero e proprio "cancro" che sottrae energie e risorse alla società onesta. Ciò può essere di stimolo alla Magistratura aostana, perché ci rassicuri sulla realtà nella nostra regione con risultati concreti di un lavoro vasto ed approfondito che non lasci alcuna area d'ombra. Sono convinta che il Presidente della Regione, che più volte si è espresso in tale direzione, possa condividere gli obiettivi della nostra iniziativa consiliare. Grazie.

Presidente - La parola al Consigliere Bertin.

Bertin (ALPE) - Grazie Presidente.

La recente "Operazione Minotauro" ha confermato i nostri timori rispetto alle capacità di infiltrazione del tessuto economico, sociale e politico del nord Italia da parte, in particolare, della 'ndrangheta e delle altre organizzazioni criminali di stampo mafioso. Operazione che fra l'altro ha visto, fra i 150 arrestati - operazione fra le più imponenti degli ultimi anni, che fa seguito a quella fatta due anni fa in Lombardia -, l'arresto di un imprenditore di origine calabrese residente a Villeneuve. Il quadro che esce da questa inchiesta, anche da un punto di vista giornalistico, evidentemente - le fonti di informazione che abbiamo sono i giornali -, è un quadro inquietante che vede coinvolti imprenditori, politici ed altre istituzioni a livello comunale e regionale - è di ieri l'arresto di un consigliere comunale ad Alessandria - e comunque un quadro oggettivamente inquietante sulle capacità della 'ndrangheta di infiltrarsi nel nord Italia. In effetti oggi il sinonimo di questa organizzazione non è più tanto la violenza, quanto la capacità di creare consenso e di influenzare le scelte anche delle istituzioni.

Ritenendo questo un fenomeno molto preoccupante, sul quale bisogna mantenere altissima l'attenzione, abbiamo presentato l'ennesima iniziativa su questo argomento fra le tante fatte in questi anni, anche perché, da sempre, riteniamo che questo sia un rischio oggettivo per la Valle d'Aosta, e anche perché esistono molte condizioni favorevoli: da una realtà economica e turistica ancora in espansione come un settore edilizio, che altrove è in declino, ma che qui continua a rappresentare una parte significativa del sistema economico. Turismo ed edilizia sono notoriamente i settori nei quali si fa riciclaggio delle attività illecite di queste organizzazioni, e ad esempio il movimento terra è ritenuto uno dei settori in cui vi è un monopolio anche ormai nel nord Italia di questa organizzazione, attività che generano molti soldi, che hanno anche l'effetto di intervenire nel mercato e di cancellare ogni libero mercato, influenzando negativamente questo settore.

In Valle d'Aosta, oltre a questi due settori principali, vi è una presenza - come riportavano anche i giornali - diretta da parte della 'ndrangheta; anche l'antimafia, qualche anno fa, aveva identificato alcuni 'ndranghetisti in diverso modo domiciliati in Valle d'Aosta...insomma, una regione oggettivamente a rischio da questo punto di vista. L'arresto l'anno scorso di due importanti trafficanti di stupefacenti affiliati al "clan Nirta" è uno degli ultimi; il "clan Nirta" è uno dei più pericolosi fra le varie cosche della 'ndrangheta. In passato ci sono state altre inchieste che hanno visto l'arresto di altri soggetti affiliati alla 'ndrangheta, vi sono state anche inchieste relativamente all'acquisto di voti, inquietante da un certo punto di vista, che vedeva coinvolto un 'ndranghetista...sono situazioni estremamente delicate. Per non ricordare poi i vari regolamenti di conti riguardo alle faide dell'Aspromonte che si sono verificate ad Issogne ed a Pont-Saint-Martin ad inizio degli anni '90. Quindi da questo punto di vista è importantissimo mantenere alta l'attenzione, tanto più se pensiamo che in Valle d'Aosta avete intenzione di avviare delle grandi opere, dal campus universitario al famoso "metrò" e anche il casinò che si sta ristrutturando, grandi opere che vedono da parte edilizia, in primis, investimenti pubblici notevoli.

Pertanto volevamo conoscere dal lato delle grandi opere quali iniziative si vogliono mettere in atto, per evitare il più possibile l'infiltrazione di questa organizzazione. Grazie.

Presidente - La parola al Presidente della Regione, Rollandin.

Rollandin (UV) - Grazie Presidente.

Ringrazio i colleghi che hanno presentato le due interpellanze. A proposito della prima della collega Fontana, credo di poter dire che, per quanto ci riguarda, non possiamo che fare nostre le preoccupazioni espresse anche in sede di Conferenza regionale sulla legalità e la sicurezza; la questione è stata oggetto di riflessioni, ma credo che rispetto all'interpellanza sia da sollevare fin da subito la perplessità sul coinvolgimento della conferenza in sé nei termini prospettati, e mi spiego. Voglio ricordare che, come disposto dalla legge n. 29/2011, politiche e iniziative regionali per la promozione della legalità e della sicurezza, tale organismo non rappresenta una sede operativa per il contrasto alla criminalità, bensì uno strumento di diffusione della cultura e della pratica della legalità, attraverso il coordinamento delle diverse politiche di settore; ciò non toglie che siano collegate, però la funzione della conferenza è quella.

Fatta questa premessa, venendo alla prima domanda: "se si intenda riferire al Consiglio dell'attività", non vi è alcun problema a riferire al Consiglio in merito all'attività svolta dalla conferenza, rispetto alla quale ho i verbali delle sedute già avvenute il 2 luglio ed il 14 aprile 2011, che posso fornire alla collega. Rilevo peraltro che alla conferenza sono presenti i Presidenti della II e V Commissione.

Per quanto riguarda la seconda domanda: "se si intenda avviare...e con il contributo delle Forze dell'Ordine", non è la Conferenza della legalità e della sicurezza la sede per tale attività, bensì il COSP (Comitato per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica) che vede coinvolte tutte le Forze dell'Ordine e la Magistratura e, per tutti questi momenti, le assicuro l'attenzione massima alla problematica.

"Se si intenda richiedere alla Commissione antimafia...tutti i dati in loro possesso": segnalo che le attività della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla mafia sono pubbliche e che sul sito Internet della commissione sono pubblicati gli ordini del giorno, i resoconti sommari e stenografici della sedute ed i documenti approvati. Vorrei invece sottolineare che, in ottemperanza alla mozione - che è stata ricordata dal collega Bertin - approvata in Consiglio il 7 aprile scorso, con nota sottoscritta - di cui darò copia ai colleghi - con il Presidente del Consiglio, abbiamo provveduto a richiedere al Procuratore nazionale Piero Grasso un incontro delle istituzioni regionali, proprio come è stato sollecitato dalla mozione approvata in Consiglio. Credo quindi che questo incontro, che ci auguriamo venga fatto compatibilmente con le programmazioni della commissione competente, e che confido di poter presto organizzare con l'organo cui è attribuito il compito di coordinare in ambito nazionale le indagini relative alla criminalità organizzata, possa essere il momento più corretto per avere una risposta - come auspicato - che fughi i dubbi o ci chiarisca quali sono le situazioni.

"Se si intenda riferire al Consiglio...entro sei mesi sui risultati emersi da tali attività": sicuramente siamo disponibili a riferire puntualmente sull'attività e se ci sono delle novità in tal senso.

Venendo puntualmente alle richieste di chiarimento del collega Bertin, la posizione su questo tema, come ho già detto, le attività di educazione alla legalità condotte dalla Regione, dagli enti locali e dalle associazioni assumono, anch'esse, una fondamentale importanza per prevenire eventuali penetrazioni delle mafie ad un livello più puntuale presso ogni cittadino e soprattutto tra i giovani. Ma non è questo l'argomento dell'interpellanza, che si riferisce soprattutto alla "Operazione Minotauro" e all'arresto di un imprenditore residente in Valle. Appena appresa la notizia, ho provveduto a convocare il Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, di cui dicevo prima alla collega Fontana, che si è riunito il 16 giugno scorso.

La questione è stata puntualmente esaminata e, per rispondere al primo quesito, per sapere "se le indagini hanno fatto emergere nuovi elementi riguardo alla diffusione della 'ndrangheta sul territorio valdostano", è stato confermato che nessuna novità di rilievo è da segnalare rispetto al passato e a quanto si è più volte riferito in quest'Assemblea, né per quanto riguarda la "Operazione Minotauro" si dispone di informazioni ulteriori rispetto a quelle rese note dalla Procura di Torino. Da parte dei rappresentanti delle Forze dell'Ordine è confermata la massima attenzione alla tematica della prevenzione e repressione dei tentativi di infiltrazione mafiosa negli appalti pubblici, più in generale nel tessuto socioeconomico del territorio regionale, con un'attività di vigilanza costante e prevalentemente rivolta ai settori a rischio (che sono quelli che ha ricordato la collega): appalti, traffico di stupefacenti, estorsione e riciclaggio. È nota la presenza nella regione di persone ritenute vicine a soggetti riconducibili a famiglie malavitose, ma le attività investigative svolte non hanno finora fatto emergere concreti elementi di radicamento delle mafie, né permettono di fondare una prognosi di presenza in Valle di attività criminali di natura associativa.

Sull'altro quesito: "se l'Amministrazione regionale, alla luce dei recenti sviluppi e in ragione delle nuove 'grandi Opere' in programma, intende assumere nuove iniziative", ricordo che la Regione ha già concluso, l'11 maggio scorso, con il Centro operativo di Torino della Direzione investigativa antimafia, un protocollo d'intenti che incardina più efficienti modalità per la fruizione da parte della DIA dei dati informativi concernenti i cicli di esecuzione dei contratti pubblici. Affinché lo strumento sia ancora più efficace, abbiamo convenuto con la DIA la possibilità di implementare i dati rilevati, facendo confluire presso l'Osservatorio regionale dei contratti pubblici dell'Assessorato delle opere pubbliche anche le informazioni su iniziative condotte da società controllate, in primis NUV, COUP, CVA, Casino e Vallée d'Aoste Structure; abbiamo firmato l'accordo quadro e, in questo, inseriamo anche le notizie relative a queste situazioni che potrebbero essere a latere.

Questo ad oggi è il panorama delle iniziative in campo. Siamo disponibili per suggerimenti e per vedere, nel momento in cui ci saranno indicazioni diverse, come attivare tutti i meccanismi, soprattutto quelli preventivi, perché come ricordavano i colleghi è evidente che è sulle attività in sé e sulle varie fasi che possono incidere persone che hanno intenti malavitosi. Quindi non è sufficiente conoscere solo l'appalto, bisogna seguirlo nelle varie fasi e questa è una delle attività che verranno inserite in tale accordo che parte con questi nuovi lavori.

Presidente - La parola alla Consigliera Carmela Fontana.

Fontana (PD) - Ringrazio il Presidente per le risposte puntuali ed un forte ringraziamento lo voglio fare alle Forze dell'Ordine per il lavoro che hanno svolto.

L'unica preoccupazione e amarezza, perché abbiamo affrontato tante volte questo problema in Consiglio regionale e siamo stati rassicurati che in Valle d'Aosta non avevamo di che temere sulla questione dell'organizzazione criminale...adesso, per fortuna, viene fuori questo, che è un campanello d'allarme che ci deve far riflettere per non abbassare la guardia e per fare controlli. Mi sembra che la volontà vada in quella direzione e, man mano che si andrà avanti, vedremo cosa fare. C'è da preoccuparsi, perché pensavamo di essere in un'isola felice, e anche se sono piccoli fenomeni mi auguro che siano piccoli fenomeni che possono essere isolati. Questa è la mia considerazione. Grazie.

Presidente - La parola al Consigliere Bertin.

Bertin (ALPE) - Grazie Presidente.

Evidentemente è molto importante lo scambio di informazioni fra gli uffici e le varie compagnie locali con la DIA, anche per avere reciproche informazioni e tenere sotto controllo, per quello che si può, la parte appalti, subappalti ed il resto. Questo, se vogliamo, è preliminare, ma è importante farlo dal punto di vista dello scambio di informazioni.

Rimane l'inquietudine che, al di là del fatto che sembrerebbe che il quadro complessivo in Valle d'Aosta non è cambiato, ogni anno sistematicamente ci sono episodi collegati a questa particolare organizzazione criminale, legata al territorio valdostano. Citavo l'arresto dei trafficanti di droga ed altri fatti di questo genere, che non devono - al di là delle informazioni che lei conferma di un mancato aggravamento della situazione - far sottovalutare questo fenomeno, che in Valle d'Aosta può essere un qualcosa di molto grave, è una regione a rischio più di molte altre, per una serie di ragioni che è inutile qui ripetere e che ci rendiamo tutti conto di quali sono.

Pertanto, al di là di queste comunicazioni, bisogna avere dal punto di vista della politica la consapevolezza del rischio che facciamo correre alla Valle d'Aosta: qui siamo in bilico fra essere una regione europea e diventare la sesta provincia della Calabria o di un'altra regione dove la presenza di queste organizzazioni è storica e tradizionale, per cui non si può sottovalutare in nessun modo questi fenomeni, a cui va data la massima attenzione. Grazie.