Oggetto del Consiglio n. 1867 del 22 giugno 2011 - Resoconto
OGGETTO N. 1867/XIII - Discussione generale congiunta del rendiconto 2010 e dell'assestamento del bilancio 2011.
Président - Nous passons maintenant à l'examen des points n° 21 et n° 22 à l'ordre du jour. Ont été déposés à la Présidence le rapport conjoint sur les deux projets de loi et les amendements présentés par l'Assesseur Lavoyer.
La parole au rapporteur, le Conseiller Rosset.
Rosset (UV) - Merci M. le Président, chers collègues, così come il bilancio di previsione e la legge finanziaria, anche il rendiconto e l'assestamento si confermano due momenti salienti per la vita amministrativa ed economica della nostra Regione, anche in considerazione dello spessore delle cifre e degli interventi che sostanziano questi due provvedimenti. Due strumenti finanziari con i quali possiamo fare il punto della situazione sull'azione politico-amministrativa del Governo regionale attraverso le decisioni assume con il voto nell'Assemblea consiliare e la possibilità di verificare in che modo le risorse a disposizione siano state impegnate e in quale misura gli interventi programmati siano stati portati a compimento con l'effettiva realizzazione.
Ricordo che questo rendiconto è il primo rendiconto adottato secondo le regole novellate dalla riforma dell'ordinamento contabile della Regione introdotte con la legge regionale n. 30/2009. Allo stesso modo è l'ultimo rendiconto approvato ante riforma dell'ordinamento finanziario adottato definitivamente con il decreto legislativo n. 12/2011 recante: "Norme di attuazione dello Statuto speciale della Regione Valle d'Aosta/Vallee d'Aoste recanti modifiche alla legge 26 novembre 1981, n. 690, revisione dell'ordinamento finanziario della Regione".
Questa manovra finanziaria "intermedia" in vista della finanziaria regionale del 2012 si situa in un momento particolare in Italia, in Europa, ma direi nel mondo e non può prescindere dal contesto socio-economico attuale e dagli interventi legislativi che si profilano sullo scenario politico ed economico internazionale e nazionale. La nostra finanza pubblica si inserisce in una rete assai complessa. Vorrei limitarmi a qualche accenno partendo da quella crisi mondiale che resta ancora in primo piano in un'emergenza difficile da decifrare e i cui esiti sono ancora molto incerti. Questo clima in Europa appare in verità particolarmente complesso con alcuni Paesi dell'Unione - pensiamo all'Irlanda, alla Grecia e al Portogallo, che restano in grave crisi e la stessa "retrocessione" (per usare un termine calcistico) dell'Italia appare in linea con i rischi per Paesi su cui grava un deficit pubblico e una generalizzata debolezza dell'economia, una crisi dell'industria e di indici importanti come quello dell'occupazione. In questo complesso e difficile scenario europeo e soprattutto nazionale, in Valle d'Aosta l'impatto macroeconomico della crisi è apparso quantitativamente meno intenso che a livello nazionale, come risulta dal rapporto annuale socio-economico sulla Valle d'Aosta, un impatto meno intenso anche per l'effetto congiunto di un maggior grado di solidità economico-patrimoniale delle famiglie e per la tempestiva adozione da parte della Regione di un articolato pacchetto di misure anticrisi fin dal 2008 indirizzate alle imprese, alle famiglie e alle fasce più deboli. Ora, seppur confortati nell'ultimo anno da lievi segnali positivi, la crisi morde anche nella nostra regione, come risulta da diversi indicatori sempre del rapporto annuale socio-economico sulla Valle d'Aosta, indicatori quali il mercato del lavoro, il comparto industriale, le famiglie con più prestiti e meno depositi, il carovita in Valle d'Aosta, l'innalzamento dei prezzi. Già da oggi quindi dobbiamo guardare al futuro consapevoli della necessità di un'azione compartecipata agli sforzi di rilancio e, proprio per la delicatezza di questa fase, sarà importante proseguire quel cammino di collaborazione e di stretto contatto tra i Parlamentari valdostani, l'Esecutivo regionale, il Consiglio regionale e la II Commissione per capire se e come questo momento difficile potrà incidere non solo ovviamente - come nostro interesse - sulla "tenuta" della nostra economia, ma anche sulla fiscalità e, di conseguenza, sugli introiti del nostro riparto fiscale.
L'Europa a più velocità non si è limitata a misure di salvataggio, ma con il patto della governance economica ha deciso di incidere sulle politiche di austerità e l'Italia, responsabilmente, dovrà adeguarsi, si parla già in questi giorni di una manovra di 40.000.000.000; pertanto non dobbiamo sottovalutare i rischi che potrebbero incidere sul nostro bilancio e sull'insieme delle nostre politiche dalla prossima finanziaria dello Stato. Sappiamo certo che elemento protettivo è la nuova norma di attuazione con cui pochi mesi fa è stato blindato il nuovo ordinamento finanziario della nostra Regione, che ha comportato sì rinunce, ma ha stabilizzato le prospettive dei nostri trasferimenti e ciò era indispensabile per i rischi, per le autonomie speciali insite nel celebre "federalismo fiscale". Il percorso attuativo del "federalismo fiscale" e la conseguente modifica dell'ordinamento finanziario regionale costituiscono un'importante sfida per questo momento delicato e non posso a tal proposito non citare - ma immagino che risulterà qualcosa dal dibattito odierno - la sempre esistente preoccupazione sulla rigidità del "Patto di stabilità", che congela anche nel nostro bilancio cospicue risorse finanziarie, che avrebbero certo il vantaggio di movimentare l'economia e di consentire investimenti utili e necessari.
Il rendiconto generale dell'anno 2010 presenta complessivamente un avanzo di amministrazione di circa 128.000.000 di euro, da applicarsi attraverso il successivo disegno di legge di assestamento al bilancio regionale 2011-2013. La gestione di competenza, ossia la differenza tra le entrate accertate e le spese impegnate al 31 dicembre 2010 fa registrare un risultato negativo di 182.000.000 di euro, ampiamente compensati dall'avanzo di amministrazione dell'esercizio 2009, che fu pari a 272.000.000. L'applicazione di tale avanzo ha comportato un avanzo di gestione della competenza di 90.000.000 di euro. Il risultato d'amministrazione è spiegato dall'avanzo di competenza (pari a 90.000.000 di euro) a cui si aggiunge il risultato della gestione dei residui: una lieve riduzione dei residui attivi (meno 8.500.000 di euro) è stata ampiamente compensata dalla riduzione dei residui passivi (meno 42.000.000). Per completezza, all'avanzo di amministrazione così calcolato si aggiunge la quota dell'avanzo di amministrazione dell'anno 2009, pari a euro 4.000.000 di euro, non applicata all'esercizio 2010.
Per quanto riguarda la parte entrate, dall'analisi del rendiconto emerge che complessivamente le previsioni definitive del 2010 superano del 10 percento la previsione iniziale; ciò è dovuto in gran parte all'iscrizione dell'avanzo di amministrazione dell'esercizio 2009. Il dato più importante su cui vorrei porre l'attenzione è la crescita del 3,4 percento degli accertamenti rispetto all'anno 2009. Mi riferisco alla parte di risorse a disposizione della Regione, ossia al totale degli accertamenti al netto delle partite di giro. Questa crescita riporta la situazione sostanzialmente ai livelli dell'anno 2008, periodo ante crisi. Un giudizio che trova conferma nell'analisi per titolo, tale crescita è infatti trainata dal titolo I, riferito al gettito dei tributi propri e dei tributi erariali. Questo è il messaggio migliore che emerge dall'analisi finanziaria di tale rendiconto: la perdita di ricchezza dovuta alla crisi è stata recuperata e costituisce il presupposto per un futuro di crescita. Una positività che è moderata dalla condizione dell'occupazione, anche giovanile, non può essere trascurata. Tuttavia, non si può negare un'indubbia efficacia delle misure anti-crisi adottate dalla Regione, come già citato, alla fine del 2008, che hanno creato le condizioni per valorizzare l'impegno di tutti. La capacità di riscossione rispetto agli accertamenti finali si è attestata attorno al 65 percento, in peggioramento per i vincoli del Patto di stabilità che si traducono anche in un rallentamento dei trasferimenti di cassa delle compartecipazioni.
Passando al versante delle spese, va evidenziato lo scostamento complessivo tra previsioni iniziali e definitive, al netto delle contabilità speciali, del 10 percento, laddove gli impegni rappresentano quasi il 91 percento delle previsioni definitive. La capacità di pagare, vale a dire la capacità di concludere l'intero procedimento della spesa nel corso dell'esercizio, registra un lieve peggioramento assestandosi sul livello del 2008 a quota 72,71 percento. Queste comparazioni sono sempre svolte sugli aggregati al netto delle partite di giro.
I residui attivi, relativi agli esercizi precedenti e in carico al 1° gennaio 2010, ammontano a circa 960.000.000 di euro. Il 61 percento di tale importo è stato riscosso nel corso del 2010, mentre l'1 percento è stato eliminato per accertata insussistenza o inesigibilità. Resta da riscuotere quasi il 38 percento del volume dei crediti, che risulta equivalente a 914.000.000 di euro circa, che sono riferiti in massima parte al titolo I, ossia alle quote del riparto fiscale.
Per quanto riguarda invece i residui passivi al 1° gennaio 2010, risultano pari a 900.000.000 di euro circa e di questi quasi il 38 percento è stato pagato durante la gestione 2010. Sono stati trasferiti all'esercizio 2011 per il 57,8 percento di tali residui e il 4,7 è stato messo in economia. Il volume dei residui passivi nell'esercizio finanziario 2010 ha registrato un aumento rispetto all'anno precedente di circa 99.000.000, 87 dei quali spiegabili dall'eliminazione della perenzione amministrativa disposta con legge regionale n. 30/2009. Il Consiglio può trovare riscontro di quanto detto nel confronto dei residui passivi esposto a pagina 15 della relazione al disegno di legge. Può avere maggiore chiarezza ascoltando anche la relazione dei revisori dei conti, con l'occasione ringrazio per la collaborazione datami in questa occasione.
Proseguendo, per quanto riguarda il disegno di legge n. 143, relativo alla destinazione dell'avanzo di amministrazione, l'obiettivo degli interventi adottati è quello di favorire un utilizzo corretto e coerente delle risorse adeguando alcuni stanziamenti alle effettive esigenze di spesa emerse successivamente all'approvazione del bilancio 2011.
La finalità è di destinare l'avanzo di amministrazione registrato in seguito alla chiusura dell'esercizio finanziario del 2010, nel contempo si apportano le modifiche alle disposizioni legislative in vigore per un adeguamento delle spese previste a bilancio, rispetto agli obiettivi stabiliti in precedenza.
Sono tre i capi in cui si articola questo disegno di legge regionale per complessivi 29 articoli. Il capo I rettifica la consistenza dei residui attivi e passivi e aggiorna il fondo iniziale di cassa.
Il capo II rappresenta di fatto la manovra finanziaria con la quale si accompagna l'assestamento di bilancio di previsione per l'anno finanziario 2011 e con cui si adeguano le autorizzazioni di bilancio agli obiettivi di politica economico-finanziaria. È invece il capo III ad occuparsi della determinazione della variazione al bilancio di previsione 2011 e per il triennio 2011/2013.
L'avanzo di amministrazione dell'esercizio finanziario 2010 è di 128.000.000 di euro.
La serie di interventi che stiamo analizzando mettono a disposizione risorse in settori determinanti per il sistema socio-economico valdostano e che consentono un'articolazione della spesa capace di produrre risultati significativi e facilmente valutabili dalla popolazione. Scorrendo brevemente i principali settori toccati dalla manovra di assestamento, vanno sottolineati in particolare i seguenti interventi:
- l'impegno, in questo momento di particolare crisi economica, nel sostegno alle famiglie e alle imprese attraverso lo stanziamento di 10.000.000 nei fondi di rotazione dei mutui. A questi si aggiunge il rifinanziamento per 320.000 euro della legge regionale n. 11/2009 di incentivo per il rinnovo del parco auto e moto;
- per dare seguito alle necessità occupazionali, è previsto un aumento di 1.200.000 di euro del piano di politica del lavoro. Inoltre 4.500.000 sono stanziati per l'acquisto di servizi dalla Società dei servizi, cosiddetta "salvaprecari", di cui 1.500.000 nell'ambito dei cantieri stradali e 3.000.000 nell'ambito dei cantieri forestali;
- l'assestamento prosegue nell'attribuire 5.000.000 all'agricoltura per rifinanziare parte delle iniziative di quel settore che furono oggetto di contenimento in programmazione;
- inoltre, particolare attenzione viene data agli enti locali: infatti l'articolo 5 ridetermina l'ammontare delle risorse finanziarie destinate al settore della finanza locale per l'anno 2011 attraverso l'utilizzo della quota a esso vincolata dell'avanzo di amministrazione 2010 pari a circa 9.000.000 di euro.
Con l'adozione di questi due provvedimenti finanziari prosegue il percorso già tracciato in precedenza con l'approvazione del bilancio di previsione e della legge finanziaria. È chiaro che l'incertezza della politica italiana con continui annunci di riforme, come quella della fiscalità, agisce come un elemento di disturbo, ma penso che si debba mantenere con decisione e condivisione la linea di applicazione del nostro programma di legislatura, che rimane il nostro costante punto di riferimento e che orienta l'azione politico-amministrativa in una logica di risparmio e di razionalizzazione dei grandi centri di spesa, coniugando esigenze di "tagli" e necessità di mantenimento di servizi a persone e famiglie e anche di stimolo all'economia, che risente in negativo dell'aria di questi tempi.
Concludo questo intervento con la consapevolezza di aver trovato oggi una conferma per proseguire con rinnovato impulso il cammino del programma che la maggioranza si è data per mettere in campo strumenti improntati al realismo, poiché devono necessariamente fare i conti con le contingenze derivanti da una situazione economica generale. Proprio in tale prospettiva, va ribadita l'importanza di sostenere in termini sostanziali i settori produttivi con mezzi e risorse adeguate con l'obiettivo generale di favorire la crescita della produttività oltre che dei livelli occupazionali, non ultima...se vi ricordate, nel corso dell'ultima adunanza consiliare abbiamo approvato una legge sulle imprese innovative, in definitiva un sostegno per garantire migliori condizioni di vita e di lavoro nel rispetto delle esigenze e dei bisogni manifestati dalla popolazione valdostana.
Président - La parole au Conseiller Secrétaire Rigo.
Rigo (PD) - Grazie Presidente. È toccato a me quest'anno far parte del Collegio dei revisori del conto. Ho quindi cercato insieme ai colleghi La Torre e Rosset di svolgere con diligenza il lavoro che ci è stato affidato ai sensi dell'articolo 115 del Regolamento del Consiglio regionale.
Sicuro di interpretare anche il pensiero dei colleghi, mi sembra corretto e doveroso dare atto alle strutture dell'Assessorato del bilancio, finanze e patrimonio, al dottor Bieler e ai suoi collaboratori, di averci accolto con disponibilità e collaborazione. Con competenza ci hanno accompagnato in un difficile e complicato compito di controllo e di verifica: i membri del collegio, da soli, senza specifiche competenze professionali, non sarebbero stati in grado di condurre un esame tale da certificare i risultati economici e finanziari del rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2010 della Regione autonoma Valle d'Aosta. La verifica dell'attività amministrativa è stata possibile solo con le indicazioni e l'aiuto degli uffici competenti. I nostri sforzi sono contenuti nella relazione che abbiamo voluto consegnare, per tempo, agli uffici del Consiglio, in modo da poterla inserire fra i documenti che accompagnano l'ordine del giorno. Do quindi per letta la relazione nella quale sono trascritte in modo veritiero le verifiche fatte. Informo, anche per conto dei colleghi revisori, che abbiamo analizzato la documentazione relativa ai Comuni di Courmayeur, Saint-Pierre e Valpelline per gli interventi concernenti il FOSPI, abbiamo verificato i contributi a sostegno dell'attività di due società commerciali e di una turistico-ricettiva, tre contributi (una parrocchia, una società e un privato) per l'adempimento all'obbligo di costruzione e ricostruzione del manto di copertura dei tetti in losa e tre contributi per il rinnovo tecnologico del parco auto e moto circolante in Valle d'Aosta. In riferimento ai residui attivi abbiamo controllato tre capitoli relativi ai fondi statali per il miglioramento dei mutui fondiari e uno riferito al Progetto Le mura oltre le mura. Per quanto riguarda i primi tre accertamenti le riscossioni sono avvenute nel primo trimestre 2011; per l'ultimo accertamento l'Agenzia del lavoro sta predisponendo gli atti per effettuare la riscossione dopo l'avvenuta verifica della rendicontazione delle spese.
I capitoli, invece, relativi all'analisi dei residui passivi sono stati tre: iniziative di promozione dell'immagine e dell'offerta turistica della Valle d'Aosta in Giappone, contributi per progetti di mediazione interculturale, lavori di scavo e indagini archeologiche della Piazza della Collegiata dei Santi Pietro ed Orso. Abbiamo potuto verificare che alcuni residui sono stati mandati in economia, per alcuni progetti sono ancora in corso le verifiche, è stato sollecitato l'invio della fattura, alcuni viaggi programmati sono saltati e dopo il quarto stato di avanzamento il residuo sarà utilizzato per uno studio dei reperti che rientrava nell'offerta iniziale. Come collegio abbiamo voluto, seppure sommariamente, dare conto dei capitoli oggetto delle nostre verifiche e ovviamente abbiamo copia della documentazione, delibere, mandati, prospetti che i consiglieri possono eventualmente richiedere. Continuo con l'intervento se è possibile...perché ho detto: c'è la relazione dei revisori, uno si siede...invece, visto che devo fare l'intervento, continuo dal momento che ho la parola, recuperando però un po' il tempo utilizzato per la relazione dei revisori.
Ricordandomi dell'intervento fatto dal collega Zucchi in veste di revisore nel 2009, sono andato a leggere i verbali di quella adunanza consiliare. Ricordo ai colleghi il suo stupore e la sua preoccupazione per un incarico che, per altri enti con bilanci più modesti di quello alla nostra attenzione, rivestono revisori contabili professionisti; preoccupazioni peraltro sollevate anche nel passato da altri Consiglieri revisori: Marco Fey, Adriana Viérin, Marco Viérin ed espresse in un ordine del giorno approvato all'unanimità dal Consiglio nella seduta del 3 agosto 2004, ordine del giorno che vado a leggere: "Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta considerato che l'articolo 115 del Regolamento interno del Consiglio regionale, stabilisce che tre consiglieri regionali debbano provvedere alla revisione del rendiconto generale del bilancio annuale della Regione; rilevato che la norma non specifica la tipologia dei controlli da svolgere sul documento contabile che presenta una tale vastità di vincoli legislativi di parti contabili attive e passive che richiederebbero un lavoro sistematico e specifico di revisori contabili professionisti impegna il Consiglio regionale a voler esaminare attentamente la questione sopracitata e rivedere la norma del Regolamento interno del Consiglio regionale, articolo 115". Non so se negli anni la questione posta sia stata esaminata attentamente, i consiglieri sanno bene che l'articolo 115 non è stato modificato.
Tornando all'adunanza del 2009 e ai rilievi sollevati, l'Assessore Lavoyer spiegò che, essendo il bilancio consuntivo approvato con legge regionale e non con atto amministrativo, la competenza è in capo ai consiglieri regionali, ma "nessun problema - aggiunse poi - ad affiancare ai revisori dei conti che devono essere giocoforza per il nostro ordinamento dei consiglieri regionali eletti, dei tecnici che possano supportare nell'esame della cosa", una proposta questa che fu condivisa, in sede di dibattito, anche dal Presidente Rollandin. Da allora però tutto è rimasto come prima se non che la discussione del rendiconto 2009, quella dell'anno scorso, è stata accompagnata da una relazione scritta fatta dai tre revisori, colleghi Chatrian, Crétaz e Salzone, che è stata traccia anche per il nostro lavoro sul rendiconto di quest'anno. In questi mesi però sono intervenute alcune novità importanti in materia di controllo e proprio relativamente alla nostra Regione. Infatti con decreto legislativo n. 179/2010 è stata istituita la sezione di controllo della Corte dei Conti per la Valle d'Aosta. Naturalmente, il 23 marzo 2011, in occasione dell'anno giudiziario, questo argomento è stato sviluppato: il Presidente dottor Bussetti, per quanto riguarda il controllo, nel ricordare l'istituzione della sezione, ha detto che "La sezione di controllo regionale esercita, nel rispetto dell'ordinamento regionale ed ai sensi dell'articolo 3, commi 4, 5, 6 della legge 14 gennaio 1994 n. 20, nell'ambito dei programmi annuali dalla stessa deliberati anche sulla base della richiesta della Regione, il controllo sulla gestione dell'Amministrazione regionale e degli enti strumentali, ai fini del referto al Consiglio regionale, nonché il controllo sulla gestione degli enti territoriali e loro enti strumentali e delle altre istituzioni pubbliche di autonomia aventi sede nella regione, per riferirne agli organi rappresentativi di detti enti. La sezione, nell'esercizio del controllo sulla gestione, valuta le deduzioni delle amministrazioni controllate, evidenziandole nei referti di cui sopra, ed esamina i risultati dei controlli interni eventualmente effettuati. Il controllo comprende anche la verifica della gestione dei cofinanziamenti regionali per interventi sostenuti con fondi comunitari; tale attività deve adeguarsi ai sistemi di controllo espressamente previsti, collateralmente ai sistemi gestionali, dalle specifiche normative dell'Unione europea. La sezione, a richiesta del Consiglio regionale, procede alla valutazione degli effetti finanziari delle norme legislative che comportino spese riferendone con una o più relazioni al Consiglio stesso; a richiesta dell'amministrazione controllata, può rendere motivati avvisi sulle materie di contabilità pubblica. In attesa che la sezione del controllo diventi operativa non si può per intanto che manifestare apprezzamento per tale innovazione - concludeva il Presidente - che era stata auspicata dalla stessa Corte costituzionale con la sentenza n. 267/2006 e augurare a tale organo di operare con piena autorevolezza e corrispondenza alle aspettative che in esso tutti riponiamo". Il Procuratore regionale dottor Chiarenza nel suo intervento ha formulato l'augurio che "la sezione diventi in concreto operativa al più presto e che i soggetti istituzionali che ne costituiscono il motore riescano in tempo breve a risolvere i problemi pratici, direi materiali che la costituzione ex novo di un'istituzione necessariamente comporta. Auspico inoltre che le amministrazioni valdostane ne sappiano trarre la massima utilità, sfruttando appieno tutti gli strumenti di collaborazione che la disciplina appena descritta pone a loro disposizione" così concludeva.
Il sottoscritto, ricorderanno i colleghi La Torre e Rosset, nel corso di uno degli incontri con il dottor Bieler, ha fatto presente che è ormai tempo, anche alla luce del decreto legislativo ricordato sopra e, di conseguenza, proprio dell'articolo 4 dell'assestamento del bilancio che stiamo discutendo, che la prassi seguita, relativa al Collegio dei revisori del conto, sia oggetto di sostanziali innovazioni. Il dottor Bieler, in quella occasione, ci preannunciò che a questo proposito ci sarebbero state nella relazione dell'Assessore Lavoyer indicazioni nel merito.
Al di là di come e quando diventerà operativa la sezione valdostana di controllo della Corte dei Conti, credo comunque necessario, politicamente, approfondire il tema relativo non solo al controllo e alla vigilanza sulla regolarità contabile, finanziaria ed economica della gestione del bilancio regionale, ma anche quello di un organo che collabori sia con gli uffici competenti dell'Amministrazione regionale sia con il Consiglio regionale nello svolgimento della sua funzione di indirizzo e di controllo. Insomma credo necessario riprendere il dibattito iniziato nell'adunanza del 26 maggio dell'anno scorso nel corso dell'approvazione della norma di attuazione sulla Corte dei Conti. Un organo, lo chiamo così perché non so come chiamarlo altrimenti, cioè che non sia solo, come immagino quello della Corte dei Conti, indirizzato alla verifica che gli atti amministrativi siano debitamente rappresentati in modo chiaro e veritiero così da permettere le relative verifiche di legittimità. Un organo attendibile che sappia essere quindi non solo controllo, ma conoscenza, approfondimento insomma valore aggiunto per una burocrazia sempre più complessa e, a volte, farraginosa e per un Consiglio regionale a questo punto più capace di dibattere suggestioni innovative.
Certo la Regione con la legge n. 30/2009 ricordata stamani si è dotata di principi importanti in materia di controllo strategico e di controllo di gestione ma, a mio avviso, rappresentano un altro aspetto della complessità della macchina amministrativa regionale. Ecco perché mi sembra corretto riprendere la questione sollevata nella discussione del maggio dell'anno scorso sulla legge regionale n. 10/2005, che aveva istituito, sulla carta, l'Autorità di vigilanza e sulla sua annunciata abrogazione a seguito proprio del decreto legislativo citato dell'ottobre 2010. Un organo però, continuo a chiamarlo così, che abbia il Consiglio regionale come suo referente unico e con una mission che non sia solo quella dell'analisi della correttezza della gestione finanziaria, ma che sia volto alla verifica dell'efficacia, dell'efficienza e dell'economicità della gestione delle risorse collettive da parte della Regione, mi sembra una questione che dovremmo insieme approfondire, ma tornerò alla fine brevemente sull'importanza di questa pianificazione strategica.
Detto ciò, ho cercato, nella mia funzione di revisore, di esaminare più in profondità il complesso lavoro in capo al collegio, organo di controllo interno del Consiglio. Prima di tutto sono andato a rileggere la legge regionale di riferimento: la n. 30/2009, volevo capire di più e meglio l'autentico significato di bilancio di previsione e quello del rendiconto generale, perché è evidente che i due documenti sono diversi, ma invece il dibattito politico spesso confonde i due livelli. E la discussione congiunta del rendiconto e dell'assestamento di bilancio di oggi, decisione peraltro sempre assunta almeno in questa legislatura, rafforza in me la convinzione che con difficoltà si riesce ad analizzare separatamente i due aspetti: quello gestionale e quello politico. Non voglio apparire rompiscatole, voglio solo cercare di esplicitare dubbi e considerazioni nate leggendo i documenti finanziari e in questo è stata per me utile una considerazione fatta dall'Assessore Lavoyer, a giugno 2009, proprio sull'importanza di esaminare in profondità l'attuazione, attraverso il consuntivo, del programma di Governo. Ma andiamo con ordine. La legge regionale definisce il bilancio di previsione lo strumento finanziario di programmazione della Regione. La Giunta regionale individua nelle voci di bilancio gli obiettivi: aiutare lo sviluppo dell'economia - cito a caso come esempio -, accrescere la competitività, insomma le linee di politica programmatoria che il Consiglio regionale prima dibatterà con argomenti, opinioni favorevoli o contrarie, e poi voterà.
Il bilancio consuntivo, il rendiconto generale annuale dimostra, lo dice la legge regionale, i risultati della gestione dal punto di vista finanziario, economico e patrimoniale, tenendo presente una cosa per me importante: le somme iscritte nelle varie voci di entrata e di spesa del bilancio di previsione non hanno un semplice carattere indicativo, ma rappresentano un vincolo preciso per l'Amministrazione. Se questo è vero, il dibattito sui due documenti dovrebbe essere differente: il primo sulle strategie e il secondo se quelle strategie, anche per chi non lo ha approvato, sono state soddisfatte o disattese.
L'assestamento di bilancio alla nostra attenzione è la conseguenza finanziaria, l'avanzo, del rendiconto e introduce variazioni al bilancio di previsione; quindi la discussione sul rendiconto riguarda la capacità della Giunta regionale di dare seguito agli obiettivi e non gli obiettivi, mentre l'assestamento introduce novità a volte sostanziali rispetto agli obiettivi fissati dal bilancio di previsione. Per assurdo, un consigliere di maggioranza può votare contro il rendiconto perché sono state disattese le indicazioni votate a dicembre o viceversa. Se il bilancio di previsione possiamo immaginarlo come una manifestazione di volontà, il rendiconto è invece la verifica a posteriori se quanto previsto è stato realizzato. In sostanza se la macchina amministrativa regionale, guidata dalla Giunta regionale, a cui comunque è in capo la responsabilità politica, senza alcun dubbio, è stata capace di rispettare le previsioni di spesa o di incasso.
A mio modo di vedere, analizzando con difficoltà, ma con la volontà di capire, i dati 2008-2009-2010, la macchina ha mantenuto in questi anni più o meno la stessa velocità, la stessa capacità di spesa e le stesse difficoltà incontrate in alcuni settori. Alcuni miglioramenti sono dati dalla nuova legge di controllo, per esempio quello di affidare alle strutture regionali la competenza del riaccertamento dei residui attivi, oppure da una maggiore propensione culturale in merito alla gestione dei residui passivi. Sostanzialmente però le luci e le ombre, la velocità della macchina sono più o meno le stesse negli ultimi anni.
Ultima considerazione prima di passare alle cifre vere e proprie: vorrei segnalare all'Assessore Lavoyer la necessità che, dal prossimo anno, la tabella 1, relativa all'elenco dei capitoli finanziati con fondi derivanti da trasferimenti dello Stato e dell'Unione europea - ne abbiamo discusso con i revisori e anche con gli uffici - accertati e non impegnati, fosse predisposta in modo da renderla più facilmente leggibile, senza dover necessariamente rivolgersi alle strutture di riferimento per conoscere la ragione del non impegno. Per alcuni capitoli l'importo è rilevante e, visto che non potevo certo chiedere informazioni su tutti, sono 80, attraverso un campione e la disponibilità degli uffici dell'Assessore, sono venuto a conoscere situazioni molto diverse. Capitolo 60005, "Portale nazionale del turismo Italia.it": 764.515,88 euro, ai sensi di un decreto datato 7 marzo 2006. Indecisione del Governo, del Ministro Brambilla? Noi continuiamo a riproporre ogni anno lo stanziamento di questi fondi senza però utilizzarli. Capitolo 57500, "Iniziative di tutela delle minoranze linguistiche storiche": 250.600 euro, non impegnati nel 2010 perché il versamento dei fondi statali è stato effettuato solo a dicembre. Motivazione che lascio a voi interpretare, ma quello che voglio far notare all'Assessore è il fatto che il Consigliere non può ingolfare gli uffici con mille richieste diverse, quindi almeno per fondi superiori a 200.000 euro si trovi spazio nella tabella per due righe di spiegazioni.
Le cifre: da segnalare è il dato della percentuale di entrate riscosse, rispetto a quello degli accertamenti finali, che si è attestata al 65,39. Certo, la relazione spiega che la flessione è dovuta a vincoli sempre più stringenti imposti dal Patto di stabilità, ma una diminuzione di oltre 10 punti in percentuale (era al 76,95 lo scorso anno) ed inferiore al 2008 (che si era attestata al 70) vuol dire forse che non tutto è spiegabile con il Patto di stabilità.
Per quanto riguarda il capitolo dedicato alle spese, gli impegni rappresentano il 90,82 percento delle previsioni definitive, percentuale superiore a quella dell'anno scorso che era dell'88,47, mentre nel 2008 era circa l'82 percento e nel 2007 circa l'88. Si evidenzia quindi una rilevante capacità nell'impegnare le somme e questo risultato è forse anche conseguenza o virtù del fatto che questa percentuale rappresenta performance premiante per i dirigenti. Anche se da un'altra angolatura, questo premio può essere penalizzante per quelle strutture che, attente nelle procedure di gara - un po' come farebbero se fossero soldi loro -, si trovano a dover impegnare somme minori, frutto del risultato di una buona gestione, ma si vedono penalizzati nelle indennità di risultato. Francamente poi non credo sia corretto utilizzare la stessa percentuale, mi sembra il 5 percento, in modo uniforme su tutte le strutture come riconoscimento a quei dirigenti che impegnano le risorse disponibili. Ci sono spese correnti e spese correnti, le spese fisse del personale non credo sia difficile non impegnarle.
La capacità di "pagare", ossia di concludere il procedimento della spesa, registra invece un peggioramento rispetto all'anno precedente, infatti il rapporto fra somme impegnate e pagate passa dal 73,19 al 72,71 ritornando così al livello 2008, che era stato del 72,72. Dalle tabelle di pagina 8 però, come sempre, si evidenzia una debole capacità di spesa nel settore dello sviluppo, del governo del territorio, dell'agricoltura, insomma laddove, a fronte di un impegno di spesa per l'investimento, la liquidazione avviene a lavori eseguiti e rendicontati. Su questo aspetto, ogni anno, ricorderanno i colleghi, nel dibattito consiliare si contrappongono coloro che dicono che si pagano in ritardo i lavori assunti con un preciso impegno finanziario e la Giunta regionale che ribadisce che l'impegno è riferito all'intero lavoro e che si liquida in virtù degli stati di avanzamento e che se la Regione appalta un lavoro, ma se un'impresa non rispetta i tempi o ha tempi lunghi nella fase di presentazione degli stati di avanzamento, lo abbiamo visto con un residuo di cui abbiamo fatto il controllo come revisori, non è possibile liquidare le somme iscritte a bilancio. Certo, l'Assessore Lavoyer l'anno scorso ha detto che le strutture competenti stanno facendo uno sforzo nel cercare di migliorare la programmazione della spesa, collaborando maggiormente sui flussi di cassa in base all'andamento dei lavori, soprattutto per le grandi opere; questo è senz'altro vero. Ma se noi potessimo vincolare almeno in parte la capacità di allocare le risorse negli anni di bilancio con un sistema premiante rispetto alla capacità di pagare, oltre che alla capacità di impegnare, delle strutture dirigenziali, forse aiuteremmo la macchina ad essere ancora più efficiente e capace di calibrare meglio i flussi finanziari legati all'impegno.
La parte che riguarda i residui attivi in carico all'inizio dell'anno e le tabelle allegate segnalano una progressiva diminuzione delle somme da riscuotere al termine dell'anno, dai 1.308.147 del 2008 ci assestiamo ai 914.000 da riscuotere al 31 dicembre 2010. Le cifre rilevano una maggiore attenzione delle strutture regionali nella riscossione dei crediti. I residui passivi che di fatto appesantiscono il bilancio meritano una maggiore attenzione: nello scorso anno l'Amministrazione è riuscita a pagarne il 37,52 meno dell'anno precedente, quando la percentuale è stata del 39,83. Il fatto poi che con la nuova legge di contabilità la gestione degli stessi non sia più condizionata dalla perenzione consente di valutare con maggiore linearità l'effettiva capacità di spesa nei vari settori di intervento; questo fatto è fotografato a pagina 15 della relazione.
I settori dove la capacità di spesa gira più lentamente sono anche i settori che in questo momento dovremmo aiutare di più: i settori economici, l'assetto del territorio. E, purtroppo, se non ho capito male, il volume dei debiti trasferiti all'esercizio prossimo è aumentato di 10 punti in percentuale, passando dal 47,02 dell'anno scorso al 57,80 di quest'anno e proprio l'innovazione introdotta sulla perenzione ci dà la giusta valutazione sulla capacità di far girare l'economia valdostana in un momento particolarmente delicato, come tutti voi sapete molto bene. Anche qui allora una modesta considerazione: maggiore collaborazione, come ci ha ricordato l'anno scorso l'Assessore Lavoyer, fra le strutture dirigenziali, una più attenta analisi e valutazione per la cancellazione dei debiti posti in economia e - perché no - valutare anche qui il merito dei dirigenti anche sulla capacità di smaltire i propri residui! Indici premianti per chi si impegna con risultati concreti nel contenere i debiti trasferiti al prossimo esercizio, facciamo un'opera di pulizia! Il rapporto fra spesa corrente e spesa di investimento si trascina da anni in una forbice fra il 67,34 di quest'anno e il 65 degli anni scorsi, mentre le spese di investimento fra il 32,66 di quest'anno e il 34 degli anni 2009, 2008, 2007.
Sulla competenza la spesa corrente risulta impegnata oltre il 90 e pagata l'86 dell'impegnato e i residui passivi si assestano sul 64 del pagato, in conseguenza di un risultato modesto della sanità e dello sviluppo economico. Le spese di investimento registrano un impegno dell'85 degli stanziamenti definitivi, migliore rispetto all'anno precedente, e un pagato del 43 dell'impegnato, a fronte di un 49 dell'anno scorso. Identica flessione sul fronte dei residui, ma, al di là di queste flessioni, i dati sono comunque non confortanti. La capacità di spesa (pagine 20 e 21 della relazione) risulta inferiore rispetto all'anno precedente sia per la competenza, sia per i residui, con conseguente formazione di residui passivi superiore all'anno precedente: 27,29% rispetto al 26,81.
La capacità di spendere: le risorse impegnate è certamente uno dei nodi più importanti e sul quale si è sempre sviluppato il confronto fra il Governo regionale e l'opposizione, da sempre credo. Gli scostamenti fra un anno e l'altro non sono grandi, ma sono indice di uno scostamento fra l'impegnato e il pagato che non riusciamo a lasciarci alle spalle. L'anno scorso il Presidente Rollandin, su questo tema, ha detto che la gestione 2009 non aveva potuto beneficiare delle novità introdotte dalla nuova legge di contabilità, "benefici che non si sono ancora visti compiutamente, in particolare su quella discrepanza - sono parole del Presidente - fra l'impegno e la spesa". E questo certo non è un bene per la situazione economica in cui versa la nostra Regione. Gli ultimi dati diffusi dalla Camera di commercio, Confindustria, Banca d'Italia non lasciano spazio a dubbi e non sono, purtroppo, neanche sorprendenti.
La Valle d'Aosta, come il resto d'Italia, cresce meno di tutti i Paesi europei e voi sapete bene come quanto il tema della crescita sia centrale e non lo è per una questione di sola contabilità, ma perché senza crescita non si può fare nulla; certo la nostra crescita dipende essenzialmente da una capacità politica dell'Italia, che oggi non c'è, di pensare riforme complessive e inquadrarle in un disegno organico. Da noi ogni disegno di riforma viene visto in maniera parziale e separata come se quello che accade all'università, al mercato del lavoro, al sistema del credito non andasse ad incidere su un'intelaiatura unitaria. Il risultato, nell'Italia di oggi, è un Paese frammentato, in cui è difficile scorgere una logica comune, fra precariato estremo e tutela reale del posto di lavoro, fra imprese che competono sul mercato globale e chi vive della piccola rendita di posizione: tutto concorre ad imbrigliare un sistema che continua pertanto il suo percorso in discesa.
Questo confuso navigare è in parte anche la rappresentazione della nostra realtà. L'esempio di questi giorni, lo riprendo, della chiusura del corso per educatori dell'Università della Valle d'Aosta, al di là delle risposte date dal Presidente, o meglio l'impatto anche mediatico di questa decisione non contribuisce a creare quel sistema positivo che occorrerebbe per superare e per spiegare questo concetto voglio usare le considerazioni presenti nel rapporto di valutazione 2010 della politica regionale di sviluppo della Valle d'Aosta, che la Giunta conosce molto bene: "quelle difficoltà presenti nel territorio, nel percepire le possibilità di sviluppo del polo universitario. Infatti siamo in presenza di un contesto non del tutto maturo e, quindi, solo in parte preparato a comprenderne le caratteristiche, le peculiarità e il funzionamento. L'efficacia dell'intervento - si sta parlando del polo universitario - sarà anche determinata dalla capacità dell'Università della Valle d'Aosta di crescere già da subito - di dare almeno questa impressione! - anche grazie a maggiori risorse regionali, altrimenti l'intervento perderebbe di incisività". In questa situazione la Valle d'Aosta avrebbe bisogno di una Regione che riesce ad essere più efficace ed efficiente nella realizzazione delle indicazioni date dal bilancio regionale. Abbiamo bisogno di una migliore programmazione della spesa, di allocare con più precisione le risorse nei diversi anni pluriennali di migliorare la capacità di ridurre i residui passivi in capo alle diverse strutture. Abbiamo bisogno di ridare fiducia ai nostri settori produttivi attraverso una macchina regionale che riesce a consumare con efficienza molta più benzina, facendo quindi più strada.
Avviandomi alla conclusione vorrei riprendere la questione che ho lasciato in sospeso sul controllo strategico. Come premessa approfitterò di una considerazione fatta dal collega Louvin nel corso della discussione sul rendiconto nel 2009 a proposito del Collegio dei revisori e dell'allora richiesta di modifica dell'articolo 115 del Regolamento. In quella occasione il collega Louvin, parlando dell'Autorità di vigilanza, disse che: "non è allora forse dando a due commercialisti o a una società di revisione contabile il lavoro che fanno i consiglieri regionali ma certamente avendo un'analisi più approfondita delle politiche regionali, della capacità di spesa della Regione, noi oggi ragioneremmo in senso molto diverso, in termini molto diversi". Concetto questo ripreso dal Presidente Rollandin a luglio 2010, quando, parlando della nuova legge di contabilità, accennò ai centri di costo che è "un modo di guardare all'amministrazione totalmente diverso, che farà riflettere sulla reale finalità dell'utilizzo dei fondi: non è più solo se ho speso o non ho speso, ma come li ho spesi e qual è stato il risultato di questa spesa". Bene, ci occorrono queste indicazioni! Al più presto tutti saremo chiamati a compiere scelte importanti di indirizzo socio-economico in un quadro in cui le risorse pubbliche vengono meno anche in conseguenza dei risparmi obbligatori sulla spesa corrente - ce lo ha ricordato il relatore - e quindi dovremo indirizzare oculatamente le finanze regionali per creare nuovo sviluppo.
Dobbiamo quindi utilizzare al meglio le risorse che abbiamo, analizzando l'efficienza delle nostre leggi, la validità del nostro sistema legislativo; per fare questo... trenta secondi, Presidente...
Presidente - ...ma ha parlato per trenta minuti...
Rigo (PD) - ...ma si può parlare per trenta minuti, ma, visto che ho fatto la relazione dei revisori, mi dia ancora trenta secondi, grazie.
Dobbiamo quindi utilizzare al meglio le risorse che abbiamo analizzando l'efficienza delle nostre leggi, la validità del nostro sistema legislativo; per fare questo, occorre avere uno strumento, un organo, che consenta al Consiglio regionale e a noi di effettuare una valutazione sullo stato di attuazione e sui risultati delle politiche regionali di intervento, a supporto dei processi di indirizzo politico-amministrativo. In sostanza un sistema di valutazione che non può essere solo appannaggio della Giunta regionale, ma un processo che nasce all'interno del Consiglio stesso. Tante volte, con molta retorica, si è parlato in questi anni di fine della politica, forse è venuto invece il momento della fine degli scontri fra caste e camarille per far sì che la politica venga nuovamente alla luce e riprenda a dibattere il disegno complessivo...la visione, per usare una parola di moda a cui ispirare i molti interventi necessari. La ringrazio della sua pazienza, Presidente...
Presidente - ...scusi, lei aveva detto che avrebbe dato per scontato la lettura della relazione dei revisori dei conti, dopodiché ha ripreso il discorso...
Rigo (PD) - ...ho detto: informo per conto dei colleghi quali sono i settori e i capitoli che abbiamo esaminato e ho voluto dare atto ai Consiglieri che, come revisori, abbiamo verificato i residui passivi andando a vedere i mandati, lo stato di avanzamento degli interventi e volevo dare conto qual è stata la società, la parrocchia o progetto che abbiamo analizzato. Ho cercato di dare qualche elemento in più, perché la relazione mi sembrava asettica, molto burocratica, com'è una relazione, allora volevo dare conto ai consiglieri del lavoro che avevamo fatto.
Presidente - Ci è riuscito. La discussione generale comincerà dopo l'intervento dell'Assessore Lavoyer.
La parola all'Assessore al bilancio, finanze e patrimonio, Lavoyer.
Lavoyer (FA) - Grazie Presidente. Questo mio brevissimo intervento, riservandomi poi al termine della discussione generale eventuali repliche alle considerazioni fatte dal collega Rigo, è solo per fare alcune sintetiche osservazioni e illustrare brevemente i tre emendamenti presentati...
(interruzione del Consigliere Segretario Rigo, fuori microfono)
...sottolineando che c'è poco da aggiungere alla relazione puntuale fatta dal Presidente della Commissione Rosset, che ringrazio sia per il suo ruolo di relatore nonché di Presidente della commissione e di revisore dei conti insieme al collega Rigo; ringrazio anche quest'ultimo per la relazione. Ringrazio il collega La Torre e i Dirigenti dell'Assessorato: Bieler, Borney e Nuvolari per l'egregio lavoro svolto. Detto questo, le considerazioni sono brevissime e più di carattere generale. Volevo sottolineare l'aspetto positivo di tale conto consuntivo relativo alle entrate, che è determinato dall'aumento del 4,4 percento dei tributi, che sono praticamente i tributi propri della Regione che riporta la situazione economica valdostana al 2008 al periodo ante crisi; questo è un dato molto positivo ed oggettivo, che non nasconde tutte le altre difficoltà dell'economia in generale.
Voglio sottolineare nel dettaglio questi dati malgrado ci sia una riduzione - rispetto al 2008 - dei provvedimenti anti crisi relativi all'IRAP. Se facciamo un raffronto tout court con il 2008, abbiamo l'IRAP che incide per 20.000.000 in meno, quindi, malgrado ciò, ci riportiamo ad una crescita del 4,4, questo grazie ad un aumento dell'IRPEF dell'8,5 percento, dell'IRES del 30 percento e dell'IVA, che è cresciuta del 4,5 percento. Volevo fare questa sottolineatura in quanto la ritengo molto importante. Altresì volevo far rilevare l'efficienza dell'Amministrazione nel momento in cui andiamo ad impegnare il 91 percento delle previsioni definitive, aumentando ancora già una performance positiva dell'88 percento del 2009; bisogna comunque dire che il merito di questi dati positivi è da attribuire anche alle strutture dirigenziali.
Altro aspetto: da questo consuntivo emerge il miglioramento del rapporto spese correnti e spese di investimento. La previsione era di circa il 70 percento di spese correnti, previsione fra l'altro molto influenzata dal Patto di stabilità che non comprime le spese correnti, ma le spese di investimento, malgrado ciò a consuntivo abbiamo il 67 percento, anziché il 70. Altro aspetto importante è la riduzione dell'avanzo rispetto al 2009: passiamo da 276.000.000 a 128.000.000.
L'ultima considerazione, che ha già fatto in modo puntuale il relatore, è legata all'utilizzo dell'assestamento che va nella direzione di sostenere l'economia.
Detto ciò, illustro brevemente i tre emendamenti che sono stati presentati. Il primo emendamento è relativo all'allegato A, che viene modificato con lo spostamento di 200.000 euro, concordato con gli enti locali, per il finanziamento di convenzioni con le case di riposo private, utilizzando risorse relative ai finanziamenti della legge n. 93; questo spostamento non pregiudica in alcun modo lo svolgimento delle attività previste.
Vi è il secondo emendamento relativo al Forte di Bard, che autorizza un maggiore trasferimento all'Associazione Forte di Bard, necessario per finanziare interventi straordinari sul complesso del Forte, da attuarsi tramite l'associazione stessa. Questi interventi sono resi disponibili nell'ambito del fondo di rotazione della gestione speciale presso Finaosta a seguito di minori spese registrate nell'ambito del progetto 2, quindi è solo uno spostamento di somme. L'altro emendamento, che è forse quello più importante, è relativo ad una modifica di aspetto più che altro contabile e tecnico dei rapporti fra la Regione e la Società di servizi. Allo stato attuale i dipendenti che venivano trasferiti alla Società di servizi dovevano essere pagati dalla società alla Regione, per poi essere recuperati nel fatturato, con questo emendamento evitiamo tale passaggio in quanto il bilancio regionale è strutturato fra entrate e spese che non possono essere compensate; con questo emendamento andiamo a correggere tale refuso.
Vi ringrazio per l'attenzione e mi riservo di replicare a conclusione della discussione generale.
Presidente - Dichiaro aperta la discussione generale.
La parola al Consigliere Louvin.
Louvin (ALPE) - Grazie Presidente. Questo consuntivo che stiamo esaminando chiude di fatto un lungo ciclo, un ciclo quasi trentennale che risale all'adozione del riparto del 1981; siamo forse di fronte ad uno dei più lunghi cicli finanziari della nostra Regione e non a torto definito un ciclo d'oro dal punto di vista della grande disponibilità di risorse che ha assicurato alla Valle d'Aosta in tutto questo periodo. Mi sarà quindi consentito di dire, anche dopo gli interventi molto puntuali sia del relatore Rosset - dal quale ci dissociamo sul piano delle conclusioni, ma a cui va il riconoscimento di una pregevole condotta della commissione e di una grande attenzione nel mettere a disposizione dei consiglieri un utile strumento di raccordo con i servizi dell'Assessorato delle finanze - e del collega Rigo - che non ha mancato di attenzione e precisione nel compito assegnatogli -, che si chiude un ciclo e dunque credo dal prossimo anno non scriveremo più di aumenti delle entrate, circa il 2 percento, come abbiamo scritto quest'anno. Si inverte la tendenza, inizia l'inevitabile declino e quest'anno 2010, che stiamo esaminando, ha comunque visto la Regione "tirarsi su una costola", oltre che con un aumento degli introiti finanziari - che è anche effetto di modalità di riparto che ci vedono conseguire l'utile finanziario in maniera differita rispetto alla percezione diretta dello Stato -, anche grazie ad un supplemento di introiti che viene dalla soppressione delle esenzioni sui carburanti. Non dobbiamo dimenticare che il nostro bilancio regionale si è avvalso di un depauperamento sostanziale che hanno avuto le famiglie valdostane nel corso del 2010. La Regione era ed è per questo esercizio ancora più ricca? Vedremo adesso, anche se permetteranno i colleghi e il Governo di allargare il campo di analisi anche ad aspetti di tipo macroeconomico e non solo di analisi strettamente finanziaria. È vero, questo è stato ancora un anno nel quale la Regione non ha avuto bisogno di indebitarsi; anche qui l'inversione di tendenza la registriamo dal 2011, seppure con modalità diverse da quelle tradizionali dell'indebitamento a carico diretto della Regione, vedremo quindi dall'anno prossimo, dal prossimo consuntivo un quadro diverso, un quadro che, anche per le ragioni che sono state richiamate nella relazione introduttiva del contesto generale in cui ci muoviamo, richiede un senso di responsabilità sicuramente superiore.
Io però vorrei in questo momento fare quello che dovrebbe essere fatto ogni volta che si fa un rendiconto, ossia riportarsi ai presupposti iniziali, presupposti che erano dati dall'Assessore Lavoyer nella sua relazione al bilancio 2010: "il 2010 sarà il primo anno di una nuova era, sarà l'anno in cui la funzione di allocazione - ossia di collocamento - delle risorse per lo sviluppo tornerà ad avere una valenza strategica". Era "mettre la barre bien haut", Assessore Lavoyer, e sentiva l'uditorio dalle sue parole una certa euforia nel dichiarare che "la Regione presenta una solidissima struttura finanziaria, un livello di indebitamento contenuto - cosa sulla quale siamo sicuramente d'accordo - e una flessibilità di bilancio che consente di limitare il ricorso al debito a progetti di maggiore rilevanza". Era un impegno a scadenza quello, naturalmente, nel 2010. Aggiungeva: "la Regione Valle d'Aosta presenta quindi una struttura finanziaria ideale che è in grado di fronteggiare le crisi più violente e ha la possibilità di investire per rafforzare la propria posizione competitiva". Sì, la propria posizione competitiva come soggetto che opera nell'economia, non di operare, Assessore, nel quadro di un'azione di sostegno invece all'economia reale. La solidità intanto dei conti pubblici, anche di quelli più floridi, è oggi minacciata oggettivamente da fattori esterni ed internazionali e non siamo sicuri che la progettualità anche finanziaria possa essere mantenuta sugli stessi livelli che oggi stiamo vivendo per gli anni a venire. Non c'è bisogno di guardare né alla Grecia, né al Portogallo per rendersene conto.
Non possiamo quindi chiamarci fuori da questo contesto, ma soprattutto dobbiamo fare oggi, Assessore, lo sforzo di mettere in sovrapposizione la pianificazione finanziaria della nostra Regione, in questo caso la rendicontazione finanziaria con l'economia reale, con l'economia delle nostre famiglie e delle nostre imprese. Se abbiamo un prodotto interno di 4.200.000.000 di euro e 1.600.000.000 transitano direttamente dalle casse della Regione come oggi rendicontiamo, non possiamo fare astrazione di tale lavoro di lettura incrociata dei dati. Mentre lei indicava questo ruolo strategico della Regione e indicava la sua struttura finanziaria come ideale, i valdostani stavano mangiandosi i loro risparmi, i crediti alle famiglie consumatrici proprio in quei mesi salivano dal dicembre 2009 alla fine del primo trimestre del 2010 al 3,4 percento dal 2 percento, quindi un punto e mezzo di erosione del credito; i depositi bancari delle famiglie e delle imprese scendevano in un solo trimestre dal 10,2 percento al 7,3 percento nel primo trimestre 2010. Eravamo in presenza di uno dei momenti più caldi della crisi economica, cresceva il flusso delle nuove sofferenze, il reddito disponibile delle famiglie valdostane - questo è il dato che, secondo noi, è più pesante da registrare, nel momento in cui ci rallegriamo per la solidità finanziaria della Regione - aveva un tracollo di 3,8 percento nel corso del 2010, tre volte il calo che ha subito nella stessa chiave di lettura la Provincia di Bolzano. Il numero complessivo delle imprese registrate calava ancora e - non è una sua colpa, abbiamo dati di tipo strutturale che dobbiamo scontare - abbiamo il 55 percento delle imprese che operano nel settore delle costruzioni e quindi con un forte dato di staticità. La nota più dolente poi è quella dell'occupazione, perché questo anno che stiamo rendicontando della nostra azione finanziaria vedeva l'occupazione complessiva rispetto alla fine del 2008, periodo ante crisi, calata di 2.000 unità con un tasso di occupazione effettivo che scendeva dal 68 al 65 percento. Abbiamo superato in questo la soglia psicologica anche del 5 percento nel tasso di disoccupazione, ma soprattutto è cresciuta in parallelo la precarizzazione, di cui la tipologia di azione amministrativa che noi svolgiamo purtroppo è una componente inevitabile. Ci chiedevamo allora nel dibattito politico che abbiamo avuto in quel momento: i conti della Regione stanno bene, ma come stanno i conti dei valdostani? La risposta è questa, in questi dati che abbiamo appena ricordato e ci chiediamo adesso: è questo il miracolo keynesiano che la "Giunta Rollandin" aveva promesso in quel momento e a cui si sono associate altre forze politiche nel portare sostegno progettuale?
"Il bilancio della Regione - sosteneva l'Assessore - ha permesso nel corso del 2009 di svolgere una funzione keynesiana di stabilizzazione anticiclica della ricchezza con pieno successo". No, con drammatici esiti negativi sul piano dell'economia reale. Non bisognava prometterlo, non lo si può più fare nella stessa misura del passato e, come sottolinea la Banca d'Italia, anche la crescita ininterrotta di oltre 3 punti percentuali ogni anno, che c'è stata nel decennio precedente nella spesa di tutte le amministrazioni pubbliche in Valle d'Aosta, anzi 3,3 percento ogni anno di crescita, ha subito proprio quest'anno un'inversione di tendenza che l'ha portata a scendere di 1 punto percentuale rispetto all'anno precedente. La frenata che si sta progressivamente estendendo dalla Regione agli enti locali e quindi la sua funzione di rallentamento dell'economia reale è sempre più percepibile. Sicuramente è una strada in salita, non siamo qui a far portare cilicio e la croce solo all'Assessore, però a noi pare che la Regione non abbia messo alla sua bicicletta il rapporto giusto.
Guardiamo quindi adesso nell'ottica del consuntivo e forse si ritroverà più facilmente anche l'Assessore in quello che stiamo dicendo. Quello del 2010 è tecnicamente un bilancio diverso da quello tradizionale, è stato ricordato molto bene dal collega Rigo, frutto di un eccellente lavoro tecnico che apprezziamo: è più leggibile, più trasparente, ci permette di fare delle valutazioni complessive, a cui porterà forse anche la Corte dei Conti in sede di controllo un utile ausilio, ma l'apprezzamento tecnico-contabile non va di pari passo con l'apprezzamento politico; se ci rallegrassimo, sarebbe come fare i complimenti al dottore per aver tenuto molto in ordine le cartelle cliniche mentre il malato comincia a dare vistosi segni di peggioramento! Noi quindi guardiamo al nodo della questione, questo in una chiave di narrazione politica forse, narrazione politica quella che fa il Governo regionale nel presentarne gli aspetti positivi, narrazione politica, Presidente Rollandin, come la racconta il suo collega Vendola che ne fa un'espressione molto consueta. Noi cerchiamo di fare la nostra piccola narrazione con i piedi piantati per terra e guardando al ciclo triennale che vede nel 2010 il momento centrale; nel 2009 primo impatto della crisi, manovra di tamponamento, bilancio 2010 riproposizione, bilancio 2011 già sappiamo riproposizione per la terza volta senza sostanziali cambiamenti. A consuntivo, oltre all'effetto di raffreddamento di alcune sofferenze, qual è stato l'impatto e la sferzata che ci si attendeva? Purtroppo i dati dell'incapacità di spesa di questa Regione sono assolutamente disastrosi, citiamo solo alcuni esempi. In agricoltura nel 2010 abbiamo impegnato 82.000.000 di euro, ne abbiamo spesi 29, solo il 35 percento di quanto era disponibile è stato speso; nello sviluppo economico regionale da 213 impegnati solo 121 sono stati spesi, il 56 percento; ci sono somme inutilizzate per 145.000.000 in questi soli due campi. Siamo di fronte a giustificazioni abbastanza labili di questa incapacità di spesa, nella funzione obiettivo agricoltura si dice: "con particolare riferimento ai contributi per investimenti nelle aziende agricole e contributi per infrastrutture rurali, in quanto trattasi di investimenti realizzati da terzi, il cui impegno di spesa viene assunto al momento del rilascio di autorizzazione alla realizzazione degli stessi, mentre la liquidazione avviene a lavori eseguiti". Sì, lo sappiamo, questa è una dinamica abbastanza normale, ma è immaginabile che questo colpisca il 65 percento della spesa? Siamo andati a scorporare questi valori perché gli 82.000.000 in agricoltura sono un conglomerato molto ampio e ci si soffermerà sicuramente il collega Chatrian fra poco, noi consideriamo che qui ci siano dei nodi che vanno ben oltre la normale prassi di pagamento differito, che è un dato oggettivo in questo tipo di interventi perché non abbiamo un 65 percento di spesa di investimento così come indicata. Questo della capacità complessiva di spesa, che vede ridursi proprio nell'apice della crisi economica di 2 punti percentuali il suo livello, non possiamo qualificarlo come un segno di efficienza, è trattato con una piuma dallo stesso relatore Rosset. Mi dispiace, qui noi siamo per un segno molto marcatamente negativo e di critica molto dura, perché, quando ci si aspetta un "colpo di reni" da parte di un'Amministrazione, quando si chiede di fare la propria parte anche a chi è motore dell'economia e questa invece di avere un'accelerazione nel momento del bisogno trova ulteriore rallentamento, questo non ci può che trovare in disaccordo. Qui si stanno mantenendo, Presidente e Assessore, i giardinetti, siamo ancora in una logica di amministrazione troppo inchiodata ad una settorializzazione che non consente modalità e investimento di spesa sufficientemente articolate e rapide.
Noi registriamo un appannarsi dell'azione del "Governo Rollandin", un suo ripiegamento nella routine gestionale, che però - questo è il dato significativo e di cui tutta la comunità valdostana comincia a prendere consapevolezza - si rivela incapace persino nella grande distribuzione della risorsa pubblica. Mi consentirete qualche considerazione adesso sul grande versante un po' trascurato a volte dell'azione indiretta della Regione, ossia delle partecipazioni azionarie e del fondo di dotazione della gestione speciale. Vorrei soffermarmi su questo, perché la lettura dei macrodati è significativa in proposito. Abbiamo come Regione in titoli azionari diretti qualcosa come 426.000.000 di euro, un pacchetto piuttosto significativo che ha visto spostamenti in questo anno, travasi legati nel 2010 all'acquisizione del portafoglio della STV e nel conferimento alla Casino de la Vallée dei beni mobili e immobili. Abbiamo però anche un fondo di gestione speciale, che affidiamo a Finaosta S.p.A., che ha raggiunto la bellezza di 756.000.000 di euro. Abbiamo qualcosa come 2/3 abbondanti, anzi qualcosa di più, dell'equivalente del bilancio regionale: 1.180.000.000 di euro di ricchezza finanziaria posta a latere della Regione; è una montagna di denaro che si è accumulata nel corso degli anni proprio a partire dall'inizio di quel ciclo d'oro, di cui parlavo all'inizio. Proprio in quegli anni nasceva Finaosta e allo stesso tempo una logica anche di avere una mela per la sete, oltre che un motore di spinta della nostra economia. In sede di rendicontazione non solo strettamente contabile, ma di valutazione strategica, di come stiamo spendendo i nostri denari...è se questa montagna di denaro abbia da un lato una gestione sufficientemente trasparente, se questo non sia un secrétaire cinese, in cui tanti cassettini tengono delle diverse poste e qualcuno anche con degli scomparti un po' nascosti, di cui si ignora perfino chi tenga alla fine la chiave! Abbiamo l'idea che qui ci sia un'immobilizzazione finanziaria molto alta, questo dovrebbe essere un tema di riflessione non solo e non tanto il dettaglio del conto finanziario, ma la valutazione complessiva di quanto immobilizziamo e di quanto sappiamo smobilitare e usare attentamente come risorsa per il rilancio della nostra economia di tutta questa montagna. Proprio lo scorso Consiglio abbiamo insistito negativamente sull'idea che alcune controllate regionali utilizzassero addirittura il loro patrimonio per delle operazioni di pura speculazione immobiliare: questo non deve succedere! In tempi di crisi economica le risorse, il capitale, i gioielli di famiglia devono essere utilizzati e messi più intensamente a frutto. Su questo sarebbe necessaria un'analisi più approfondita di quanto non siamo in grado di fare, ci sono solo 15 righe su tutta la questione nell'analisi che ci è stata prospettata, quindi ci riserviamo di aprire più avanti il dibattito.
Ci sono comunque delle indicazioni provenienti dal mondo esterno che non dovremmo trascurare, sono delle indicazioni che si ricollegano molto strettamente a quanto le dicevamo, Assessore, nel nostro intervento sul bilancio 2010: "In un territorio come quello valdostano una riflessione sulle opportunità che possono generare sviluppo e valorizzazione della cosiddetta green economy e dei relativi green jobs parrebbe importante, uno sforzo imprenditoriale in tal senso sarebbe auspicabile e potrebbe anche trovare supporto nelle politiche formative di alta istruzione, che la Regione può porre in essere grazie alle proprie competenze e strumenti". È detto con il linguaggio più forbito dell'economista nella Giornata dell'economia 2011, ma è quell'orientamento verso una trasformazione economica che noi le avevamo richiesto discutendo già del bilancio 2010 e che non abbiamo trovato e non troviamo rendicontato in questo momento. Lo stesso analista indica come non meno importante l'interessamento ai servizi per la qualità della vita, che possono far nascere ulteriori occasioni di impresa anche nel settore non profit di occupazione. Su questo di nuovo il ruolo centrale che svolge la Regione, che svolgono le sue logiche societarie continua ad operare con effetto deprimente sul mondo esterno e credo che si sia persa in questo, come nel settore energetico, una grande opportunità negli anni 2009-2010-2011. Le indicazioni che avevamo portato all'attenzione dell'aula in materia di riconversione oggi sarebbero di straordinaria attualità e vedrebbero la Regione un passo avanti e non due passi indietro, proprio dopo la svolta della Germania nell'abbandono del nucleare, dopo l'abbandono del nucleare da parte della Svizzera e da qualche settimana anche per volere del popolo sovrano che ogni tanto va alle urne e fa sentire la sua voce e avrebbe visto la Valle d'Aosta, se fosse stata accolta questa indicazione programmatica che vi chiedevamo nel 2010, in testa al "plotone", mentre oggi è purtroppo in coda. La Giunta non è stata in questo lungimirante e addirittura ha lasciato cadere proprio sul bon de chauffage i parametri di efficienza energetica che avevamo condiviso alla fine del 2009 come un'indicazione necessaria per la trasformazione di sistema, utilizzando delle risorse che venivano sottratte ai valdostani facendo loro pagare appieno il prezzo della benzina. Noi non siamo gli unici a dirlo che si sarebbe potuta dare una sferzata economica, Assessore, facendo queste scelte all'interno del bilancio. "Per gli incentivi di efficienza energetica il Governo nazionale avrebbe potuto aggiungere uno 0,4 percento al prodotto interno lordo creando 800.000 posti di lavoro - diceva pochi giorni fa la Presidente di Confindustria Emma Marcegaglia - se avessimo mantenuto gli incentivi all'efficienza energetica in vigore nel 2010, oggi in parte cancellati, il Paese avrebbe potuto beneficiare di un incremento del PIL e di posti di lavoro, oltre che risparmiare 3.000.000.000 di bollette energetiche a fronte di un costo di 1.500.000.000 di euro all'anno". Questo per mancanza di visione di futuro da parte del Governo nazionale, mancanza di visione riteniamo noi anche della Giunta e per questo lanciamo un appello a quest'ultima, affinché si rifletta urgentemente non solo sul ruolo degli incentivi, della ricerca e della produzione delle rinnovabili, serve una discussione sulle strategie future a medio e lungo termine. Siamo disponibili a fare la nostra parte se per una volta il Consiglio potrà operare su questo tema e se si aprirà un dibattito vero con la popolazione in tale direzione. La Regione invece finora si è mossa su criteri di spesa ancora ad ampio spettro, non ha fatto quella selezione che richiedevamo, non ha perseguito con convinzione principi di sostenibilità ambientale, di solidarietà sociale e culturale tali da prefigurare nel solco della tradizione culturale della Valle un sistema economico innovativo e svincolato da logiche di pura crescita monetaria. Presidente Rollandin, lei nel dibattito sul bilancio 2010 si lamentava che nessuno dicesse più che c'erano troppi soldi, è vero; stia tranquillo, nessuno lo dirà neanche adesso. Quello che diciamo in conclusione è che ce ne sarebbero stati abbastanza per far fronte alle necessità ed impostare il cambiamento di scenario economico, ma che purtroppo la sua Giunta non ha saputo spenderli bene, anzi lo diciamo con maggior rammarico, in molti casi non ha saputo spenderli tout court.
Presidente - La parola al Consigliere Lattanzi.
Lattanzi (PdL) - Grazie Presidente.
L'onestà intellettuale con la quale cercheremo di affrontare questo dibattito ci impedisce di fare almeno due cose: la prima di dire che tutto va bene solo perché adesso siamo entrati in maggioranza; la seconda di dire che i rilievi appena ascoltati siano del tutto infondati. Ci sono, collega Louvin, alcune criticità che lei ha esposto assolutamente condivisibili, alcune riflessioni che in un dibattito politico serio, alla luce del fatto che a giugno commentiamo il 2010, a mio avviso, ci stanno, vanno fatte e non sarebbe corretto non farcele. Lo diciamo perché crediamo che sia il miglior contributo all'amministrazione di questa Regione tentare di dire dal proprio punto di vista le cose come le si vedono, sapendo che la verità in tasca non ce l'ha nessuno, che ognuno di noi ha una visione della lettura dei documenti, della realtà che lo circonda decisamente influenzata dalle proprie esperienze personali, che le lenti percettive che ognuno di noi indossa ogni mattina quando si alza inducono perlomeno ad una cautela, ossia di essere consci di non avere la verità in tasca.
Collega Louvin, però, per la stessa onestà intellettuale, bisogna contestualizzare queste riflessioni non semplicemente guardando quello che accade fra Courmayeur e Pont-Saint-Martin, ma guardando quello che accade nel contesto nazionale, nel contesto socio-economico nel quale ci muoviamo, che oggi sappiamo non essere più limitato alla nostra amata Regione, ma ad un contesto economico decisamente più grande. Non sono felice che il bilancio cresca del 4 percento, che le entrate di questa Regione aumentino in un anno particolarmente difficile per le famiglie e per le imprese, non lo sono da liberale, non lo siamo come Popolo della Libertà, perché, quando vediamo entrare tasse in aumento nelle casse della Regione, noi ci preoccupiamo, soprattutto quando questi aumenti di entrate dell'imposizione fiscale sono contestuali ad una riduzione delle entrate delle famiglie e delle imprese valdostane. Non sarebbe corretto non dirlo, perché andremmo contro i valori che abbiamo l'onore, ma anche l'onere di rappresentare in quest'aula. Lo abbiamo detto anche in maggioranza: noi abbiamo la necessità di approntare per quanto è possibile...e l'IRAP è senz'altro stata una delle manovre possibili che la Regione ha fatto e che abbiamo condiviso...ossia di ridurre di 20.000.000 l'anno le entrate della Regione per dare ossigeno alle nostre imprese. Sappiamo anche che non dipende da noi, ma da un Governo che deve affrontare, in presenza di una delle crisi più importanti dell'ultimo secolo, una missione impossibile (si dice): quella di mantenere le entrate dello Stato, che non possono diminuire di un euro per effetto della spesa che continua a correre e addirittura a superare le entrate stesse, anche se meno degli ultimi bilanci grazie alla "barra dritta" tenuta dal Ministro Tremonti...ma certamente anche la necessità di ridurre il carico fiscale su imprese e cittadini e quindi far venir meno risorse a carico dello Stato. Un equilibrio impossibile, infatti si parla di una riforma fiscale a costo zero per riequilibrare le ingiustizie fiscali, per mettere nelle condizioni il Paese di avere quella famosa "frustata", che permetta ai cittadini e alle imprese di guardare con maggiore giustizia fiscale il proprio futuro...quindi di poter magari utilizzare quelle risorse, che sono abbondanti nei caveaux delle banche e delle poste, provenienti dai risparmi delle famiglie italiane e metterle a disposizione del rilancio di tale Paese. Perché noi di questo parliamo: di un contesto che, sotto l'aspetto nazionale, ha il terzo o il quarto debito pubblico mondiale, ma, fortunatamente per noi, ha accumulato risorse private che compensano tale disavanzo pubblico enorme e che hanno permesso a questo Paese di affrontare la crisi forse meglio di altri, in maniera meno devastante di tanti altri. Ieri in un dibattito televisivo con i colleghi Empereur, Fontana e Morelli abbiamo parlato di politica, delle visioni che la politica in questo momento impone di avere a noi come decisori delle vite altrui ed è stato facile condividere che c'è sofferenza nel settore dell'agricoltura anche in Valle d'Aosta.
Il collega Louvin ha detto: "c'è sofferenza nel settore dell'agricoltura, degli artigiani, delle piccole imprese, del commercio", però l'onestà intellettuale ci dovrebbe imporre di dire che questa è la realtà non degli agricoltori, dei commercianti, dei piccoli imprenditori valdostani, ma degli agricoltori, dei commercianti, dei piccoli imprenditori italiani ed europei. Non mi risulta che gli agricoltori francesi stiano meglio dei nostri, che in Lombardia le piccole imprese stiano meglio delle nostre, che il contesto del mondo occidentale nel quale viviamo...stia vivendo da qualche altra parte...lei ha citato Bolzano, certo Bolzano ha oggi risultati meno impattanti di quanto sull'economia noi oggi non abbiamo, ma possiamo caratterizzarla come l'esempio a cui, per certi versi, noi da anni diciamo dobbiamo andare, ma oggettivamente il resto del panorama nazionale e internazionale ci deve far dire che in questa regione noi nel 2010 abbiamo sofferto la crisi meno di quanto non abbiano sofferto i nostri vicini nel Canavese, nel Biellese e nella Lombardia. Lo dico, perché è sufficiente fare come fanno molti di noi: non semplicemente operare nel nostro contesto locale. È sufficiente andare a Milano, o a Torino qualche volta la settimana, confrontarsi con altri artigiani, commercianti, agricoltori, politici, amministratori per comprendere che c'è una realtà molto più sofferente di quanto non sia quella regionale; questo per onestà intellettuale. È altrettanto vero che noi non ci possiamo accontentare di come stiamo affrontando la crisi, dobbiamo assolutamente guardare la realtà che ci contraddistingue e capire quali sono le rigidità, le preoccupazioni, le modifiche e i miglioramenti che al nostro sistema dobbiamo apporre per poter far vivere alla nostra comunità un futuro migliore, o meno peggio di quello che vivono i nostri connazionali. Dico questo perché, chiudendo il bilancio 2010 e certificandone un avanzo per effetto di maggiori entrate, noi con correttezza diciamo che le maggiori entrate non ci piacciono, perché ci piacciono se sono in presenza di un rialzo del PIL e di una crescita economica, ma a PIL invariati evidentemente maggiori entrate da parte non solo della Regione, ma dello Stato, di chiunque, sono argomenti che non ci entusiasmano, anzi ci preoccupano, ci fanno chiedere se quei cittadini, quelle imprese a cui abbiamo drenato il 4 percento in più di risorse hanno potuto avere aumenti di fatturato.
Noi abbiamo una variabile abbastanza particolare: quella del turismo, i flussi del turismo sull'IVA e sull'IRPEF condizionano molto le nostre entrate e in questo caso abbiamo la necessità, utilizzando le Giornate dell'economia, la Giornata della Banca d'Italia, i confronti che facciamo con gli Assessorati e con la Giunta, di capire qual è il quadro nel quale ci muoviamo. Il 2010 è stato un anno terribile per l'economia e per le finanze pubbliche, lo dobbiamo certificare; in questo contesto essere riusciti non a fare delle riforme, perché le riforme da noi auspicate - e di cui adesso parlerò - auspichiamo che inizino proprio nel momento in cui si dice che la crisi in prospettiva morderà meno...quindi si possono fare delle cose che aiutino l'accelerazione per l'exit strategy della crisi, certo, però dobbiamo essere onesti e ricordarci che ad aprile, a maggio, a giugno si parlava a livello nazionale e regionale di concorso alla spesa pubblica. Abbiamo dovuto lasciare sul piatto del bilancio statale decine di milioni di euro, abbiamo dovuto lavorare per il nostro futuro e per poterci garantire con un decimo in più centinaia di milioni di euro in più che progressivamente, se agganciati al PIL in maniera corretta, permetteranno a questa comunità di meglio sfruttare le proprie potenzialità; questa è coscienza e consapevolezza di un quadro in un momento di difficoltà occidentale, in particolare del nostro Paese Italia, che la Regione deve avere in maniera molto chiara. Con questo bilancio abbiamo certificato alcune vecchie scelte strategiche, sulle quali abbiamo aperto una riflessione seria: siamo quelli che spendiamo di più pro capite per la sanità, per il sociale, abbiamo un welfare ad altissimo livello contributivo da parte del servizio pubblico, non lo dobbiamo dimenticare. Molte volte abbiamo contestato la qualità di questi servizi, Assessore Lanièce, non le sarà sfuggito che in molti casi le liste di attese si allungano incomprensibilmente e dobbiamo capire perché e dobbiamo intervenire immediatamente. Si cerca di capire come mai i giorni di degenza dei nostri pazienti si allungano invece che accorciarsi, che dovrebbe essere un sintomo dell'efficienza medica e dell'efficienza sanitaria. Dobbiamo capire se, in un contesto di una regione nella quale gli ultrasessantacinquenni crescono fortunatamente per la nostra comunità in maniera esponenziale, siamo ancora in grado di immaginare un servizio sociale di assistenza a tutte le categorie dei cittadini: dal bambino all'anziano, all'ammalato, al disagiato, all'extracomunitario, al clandestino; se siamo ancora in grado di utilizzare un welfare di questo livello per poter sostenere il nostro bilancio, se ancora il bilancio se lo può permettere. Nel 2010 ce lo siamo potuti permettere, ma abbiamo anche dovuto vincolare risorse per non raggiungere livelli eccezionali di qualità. Certo, se poi con altrettanta onestà intellettuale ci raffrontiamo con i cittadini e con i servizi sanitari del nostro livello, certamente possiamo dirci che abbiamo un buon livello sanitario, ma la sanità passiva che dobbiamo pagare perché i nostri valdostani vanno in altre regioni a farsi curare evidentemente - con correttezza in maggioranza, ma in Consiglio ce lo dobbiamo dire - è un problema da affrontare, perché, se dobbiamo aumentare la spesa per i valdostani che vanno a curarsi in altri centri sanitari, una riflessione sulla qualità molto costosa che oggi stiamo cercando di dare al nostro cittadino in qualche modo la dobbiamo fare. Lo dico perché in questo momento storico ed epocale, che i nostri figli studieranno sui libri di storia fra qualche decennio, ossia gli anni 2008-2009-2010-2011, gli anni della crisi più terribile dopo il 1929...qualcuno ha detto: "anche più importante del 1929" e non è stato per noi il 1929 solo perché contestualmente si è aperto un mercato da tre miliardi di consumatori da un'altra parte del mondo, che ci ha permesso di ammortizzare una crisi che l'occidente si è creato e che ha vissuto e che in maniera devastante ha colpito un intero sistema sociale, che era quello occidentale classico.
Certo, oggi, in questo contesto, dobbiamo chiederci, mentre ci confrontiamo sul bilancio 2010, sulle prospettive 2011-2012, se tale bilancio è ancora adeguato nella sua impostazione per dare alla comunità valdostana quelle sicurezze, quelle garanzie, quelle opportunità di sviluppo che ci vengono chieste come amministratori e la risposta è molto semplice. Se vogliamo dirci la verità, gli anni 2008-2009-2010 sono stati anni terribili che questa Regione ha potuto, per la ricchezza delle proprie risorse, ma anche ha saputo con gli investimenti oculati affrontare con grande tranquillità. Ce lo dobbiamo dire, perché altrimenti, se non ci dicessimo queste cose, un biellese ci sputerebbe in faccia, perché è evidente che la nostra Regione ha potuto affrontare questa crisi con risorse che altri non hanno, stanziando ad esempio 120.000.000 - un decimo del proprio bilancio - per sostenere famiglie e imprese nel momento della crisi; provvedimenti che si sono aggiunti a quelli nazionali, vi ricordo la cassa integrazione per 18.000.000.000 di euro solo nel 2010, che hanno permesso non solo alle imprese grandi, ma anche ai piccoli commercianti, agli artigiani, ai co.co.co, a tutti i precari messi in cassa integrazione per mancanza di fatturato e di ordini di non essere licenziati per poi essere recuperati quando la crisi finirà. Questo insieme di manovre hanno permesso all'Italia certamente in maniera meno brillante della Valle d'Aosta e a quest'ultima in maniera più brillante del nostro Paese...hanno permesso al nostro "sistema Valle d'Aosta" di sopportare l'urto tremendo di questo tsunami finanziario - diventato poi anche economico -, che ci ha permesso di non vedere nelle strade le persone a migliaia scendere in piazza per chiederci come arrivare alla fine del mese, perché anche in Valle d'Aosta i poveri mangiano due volte al giorno: questo ce lo dobbiamo dire! Questo poi non significa nascondersi la verità e la realtà, non vuol dire non capire che la crisi anche in Valle d'Aosta ha prodotto sacche di povertà, non vuol dire non capire che ci sono persone che, se la Regione non fosse intervenuta con la sospensione dei mutui, non avrebbero pagato i mutui lo stesso, perché erano in difficoltà, perché bisogna dirsi anche queste cose con grande correttezza! Vuol dire avere la coscienza, da amministratori e da politici, di avere chiaro qual è il quadro nel quale ci siamo mossi...in termini regionali all'interno di un contesto nazionale e internazionale, quindi dirci: "bravi" per quello che siamo riusciti a fare con le risorse che avevamo, ma anche di dirci cosa dobbiamo fare...per poter dire che la nostra Regione così non può restare...noi ce lo dobbiamo dire, perché così la nostra Regione non può restare! Lo dico, perché, proprio nelle giornate di confronto sull'economia politica, sociale e finanziaria di questa Regione, ormai è evidente a tutti che il sistema di rigidità di alcuni processi amministrativi e burocratici assorbono risorse incredibili! Abbiamo aperto un confronto per questo in maggioranza molto serrato, abbiamo demandato ai massimi dirigenti della Regione il compito di fare un'analisi puntuale di ogni singolo processo per ogni singolo Assessorato e per ogni singola pratica che il cittadino e l'impresa devono affrontare attraverso il rapporto con la Regione e con la pubblica amministrazione e abbiamo chiesto perché abbiamo la necessità di avere un'immediata riduzione drastica dei processi burocratici che impediscono ai cittadini di sfruttare appieno le risorse che anche la maggioranza e il Consiglio con i suoi voti mette a disposizione dei cittadini e che ci mettono mesi per poter essere sfruttate. Su questo l'impegno del Consiglio oggi - dico "del Consiglio" perché molti provvedimenti li abbiamo votati all'unanimità - è totale, la gente lo deve sapere, su questo non ci dobbiamo distinguere, maggioranza e opposizione, perché sarebbe falso difendere un sistema burocratico che non può più essere sostenuto da cittadini e imprese! Su questo il confronto è apertissimo non solo all'interno della maggioranza, ma con tutti gli uomini e donne di buona volontà che hanno proposte da mettere sul tavolo del Consiglio...una proposta intelligente, strutturale, sinergica e non a spot per fare la bella figura con coloro che protestano in piazza, perché è evidente che quello non è più il tipo di politica che oggi siamo disposti ad affrontare! Siamo disposti ad affrontare i temi e i problemi con delle proposte per la soluzione degli stessi attraverso un confronto, una condivisione e un'onesta relazione di rapporto; questo è quello che crediamo che in questo momento la classe politica dirigente della Regione debba saper dimostrare ai propri cittadini. Abbiamo certamente delle eccellenze in questa regione, che sono state ribadite dagli investimenti e dalle scelte politiche del bilancio che l'Amministrazione ha portato avanti; abbiamo certamente la piena consapevolezza che abbiamo sistemi come quelli del turismo, che offrono quasi il 70 percento del PIL di questa Regione, che vanno riorganizzati, migliorati. Ho appreso con grande piacere che un primo segnale dal territorio arriva, quei cinque Comuni che in bassa valle si sono messi insieme per poter promuovere le attività programmatiche e turistiche di questa estate lo trovo un segnale straordinario, un segnale di comprensione della necessità di fare sistema. Abbiamo però bisogno di velocizzare il processo che permetta al marchio I love Valle d'Aosta di essere promosso nel mondo: da Mosca a Pechino, da Shangai a New York e a Los Angeles in maniera unitaria. In questi giorni abbiamo letto sui giornali che Courmayeur e Cervinia si sono difese molto bene in termini turistici nella recente stagione invernale, noi le riteniamo delle eccellenze straordinarie su cui continuare ad investire, ma è evidente che possono essere perle di una proposta di marketing turistico e commerciale al traino di un intero sistema regionale.
Abbiamo già scelto come maggioranza di andare nella direzione di fare sistema, di promuovere la nostra Regione nel mondo come una perla nella quale si può venire a vivere una qualità di turismo sconosciuto in Europa, lo sappiamo, abbiamo necessità di accelerare alcuni processi. Abbiamo la coscienza che il sistema produttivo, l'asse portante è fatto anche nel settore edilizio da piccole imprese artigiane e in questo settore abbiamo innescato un meccanismo di progettazione per le grandi opere che stanno assorbendo e assorbiranno investimenti ingenti. Auspichiamo in una prospettiva 2012-2013 di poter recuperare risorse dalle leggi anticrisi per poterle mettere a disposizione del sistema. Sul sistema formativo regionale, sulla scuola ho sentito tante chiacchiere in libertà, ma non ho sentito dire una cosa che ritengo importante. Abbiamo fatto sull'università delle scelte che qualcuno ha contestato, in qualche caso per qualcuno dolorose, garantendo che chi aveva iniziato certi processi li poteva finire, ma abbiamo finalmente cominciato a mettere la formazione nella testa dei nostri figli, una formazione che possa essere integrata in tempo reale con il mercato e con l'economia. Abbiamo una regione che non può più continuare a partorire centinaia di psicologi ogni anno, perché poi abbiamo il problema di dove farli andare a lavorare; quindi in questo caso ritengo che la scelta della maggioranza di correggere in questo senso la formazione dei propri studenti sia una scelta importante, a cui va riconosciuto un merito, se permettete, anche un merito condiviso.
Louvin diceva che le partecipate rimangono per molti versi ambiti oscuri, strumenti non trasparenti e anche inefficienti. Non solo noi siamo d'accordo, ma noi abbiamo chiesto alle partecipate di rendere conto di quello che stanno facendo e di come lo stanno facendo, in quali tempi e qual è il contributo che esse intendono dare all'amministrazione della Regione, alla crescita economica della Valle. Siamo coscienti, caro Louvin, come lo siete voi, che quelli devono essere strumenti di crescita e non carrozzoni che rallentano la crescita; abbiamo piena coscienza che sono casseforti di risorse che devono essere messe a disposizione dei cittadini e delle imprese; abbiamo la coscienza che c'è tanto lavoro fatto anche in buona fede, che necessita di spinte nella direzione della crescita. In questo senso non è che abbiamo bisogno di andare a scuola di qualcuno o da qualcuno per capire che i tempi cambiano e gli strumenti si devono adeguare. Dire che oggi le partecipate devono assumere un ruolo diverso e propulsivo dell'economia non significa totalmente contestare il loro ruolo, la loro attività fatta anche con buona fede, con diligenza, con professionalità: significa semplicemente - ed è il compito della politica - mandare oggi un messaggio diverso di cambiamento, di coscienza, di condivisione di un processo.
Commentando la chiusura del 2010 vogliamo dirci che il bilancio ci è piaciuto tutto? No, lo ribadiamo, ci sono delle rigidità che peraltro sono condivise in maggioranza, sistemi e processi che diventa molto difficile cambiare quando c'è una crisi, è molto più facile quando si liberano risorse. Se nei prossimi anni dovessimo avere un PIL del 2 o 2,5 percento e con il favore dei dieci decimi oggi avere, attraverso la liberalizzazione delle risorse per l'anticrisi, 3-400.000.000 di risorse spendibili e investibili nella crescita, sarebbe più facile costruire processi di riforma che vanno nella direzione degli investimenti e della crescita. Certo, dobbiamo contestualizzare le scelte per il momento odierno, credo sia importante condividere una visione, perché da qui si può partire per condividere delle strategie e modificare dei comportamenti anche culturali, che hanno portato questa Regione ad essere una piccola patria se volete, per molti versi, privilegiata, ma che oggi, come tutto il contesto internazionale, deve porsi la problematica di accettare la sfida dell'economia. Abbiamo la necessità di avere la coscienza, per primi noi politici e poi di trasmetterla alla nostra comunità, che la sfida dell'economia non è più rimandabile, che mamma Regione con i suoi soldi non potrà che continuare a ridurre...e ben è stato fatto nel 2010 di 1 punto...la spesa corrente, ma dovremo ridurla in termini di percentuale anche di più nel processo di crescita del nostro bilancio, quando le risorse attraverso il PIL cresceranno, quindi, mantenendo fermi i saldi di spesa corrente, abbassare la percentuale del suo impatto e, attraverso lo snellimento dei processi dei codici delle leggi, permettere alla Regione di fare quello scatto in avanti che tutti auspichiamo, perché siamo anzitutto padri di famiglia e poi anche amministratori e politici.
Per quanto riguarda l'assestamento di bilancio per il 2011, non spendo una parola, sono 128.000.000 che abbiamo tutti visto in commissione vanno in tre campi, risorse con vincolo di destinazione per quanto riguarda gli enti locali e anche qui un ragionamento gli va fatto, perché devono condividere la coscienza che un mondo cambia e i servizi vanno unificati, i processi di amministrazione vanno unificati, che va fatto sistema anche per quanto riguarda i servizi dati ai cittadini, che forse il tempo dei campanili, il tempo del maître chez nous sotto casa con 200 abitanti diventa difficile da sostenere in un contesto amministrativo che richiede efficienza e basse risorse. Le risorse destinate allo sviluppo economico, come suggeriva l'Assessore, sono state da noi condivise, anzi speravamo di poter fare qualcosa di più, diciamo che facciamo quello che pensiamo sia giusto fare in questo contesto; però credo che il contributo che possiamo dare oggi da politici responsabili è quello di metterci attorno ad un tavolo e condividere una proposta. È chiaro che la protesta serve, perché sentir protestare qualcuno ti fa alzare l'attenzione e ti fa comprendere se questa è una protesta strumentale o significativa. Credo che, quando l'opposizione protesta in maniera costruttiva - noi abbiamo cercato di fare questo, quindi parliamo per esperienza personale -, fa sempre il suo lavoro in maniera costruttiva.
Oggi abbiamo la necessità di comprendere che i tempi cambiano, che le persone alla protesta...oggi vogliono la proposta, che i cittadini chiedono soluzioni in tempi rapidi, che la crisi morde tutti e anche in Valle d'Aosta. In questo contesto quello che dobbiamo fare è cogliere un'opportunità: quella di rivitalizzare una classe politica che è malvista, perché è considerata una casta privilegiata - e in molti casi lo è - e perché attende che i problemi si risolvano da soli e raramente incide sul tessuto economico della società. I cittadini chiedono ai politici - e io credo che questo i politici valdostani potranno farlo - di dare risposte veloci e in tempi brevi per sostenere l'uscita dalla crisi; noi è questo l'impegno che abbiamo preso entrando in maggioranza, è questo il contributo che abbiamo offerto alle forze autonomiste entrando in maggioranza, è quello l'impegno che abbiamo preso con i cittadini nel 2008: andare verso lo sviluppo e la crescita, ridurre la burocrazia, cogliere l'occasione della crisi per accelerare tali processi e dare ai nostri figli un futuro sicuro.
Presidente - La parola al Vicepresidente Chatrian.
Chatrian (ALPE) - Grazie Presidente.
È sempre un momento importante per un'amministrazione fare il punto della situazione, perché offre l'occasione per riflettere sulle scelte operate per compiere un'approfondita analisi sull'oculatezza o meno delle previsioni fatte a suo tempo e delle correzioni apportate in corso d'opera. Ho ascoltato attentamente il dibattito in aula, tanti sono i numeri aggregati e disaggregati, 16 sono le funzioni principali suddivise nei due titoli principali: spesa corrente e spesa di investimento. Prima di addentrarmi nel tema, vorrei indirizzare un ringraziamento particolare e sentito ai dirigenti e ai funzionari del Dipartimento del bilancio per la disponibilità e professionalità che ci hanno dimostrato in queste ultime settimane. La materia che oggi analizziamo, pur essendo complessa, è stimolante, perché i numeri scritti nel rendiconto sono la fotografia chiara, senza trucchi e inganni, della macchina amministrativa regionale. Il nostro ruolo, il ruolo dell'opposizione e quindi di ALPE è anzitutto quello di controllare la gestione di questa macchina, verificare il suo funzionamento, il suo utilizzo, ma è nostra abitudine anche mettere sul tavolo delle soluzioni diverse, esprimere i nostri punti di vista e anche fare da pungolo affinché la macchina funzioni un po' meglio, tutto ciò nel rispetto dei ruoli e soprattutto distinguendo gli indirizzi politici dall'applicazione pratica delle funzioni esplicitamente amministrative.
Proprio un anno fa in quest'aula, nell'affrontare il rendiconto 2009, ci eravamo concentrati sul dovere, ma andrei un po' oltre se siete d'accordo: sull'obbligo del Governo regionale di rimodulare gli impegni di spesa sul triennio nei diversi settori, in modo da evitare il mancato utilizzo di somme durante l'esercizio in corso, ma anche di evitare che notevoli somme impegnate non siano liquidate in tempi ragionevoli; questo era l'impegno di un anno fa, detto in quest'aula, ribadito dal Presidente e dal relatore collega, e non solo. La rimodulazione degli impegni non è sempre facile da fare, lo sappiamo, ma è indispensabile per rendere il bilancio uno strumento dinamico, non ingessato o plasmato su previsioni che, per loro stessa natura, non sempre si rivelano azzeccate. In un anno le cose possono cambiare, i diversi settori possono subire delle trasformazioni e avere improvvisamente necessità di nuovi stimoli o di sostegni articolati in maniera diversa in uno strumento dinamico da affrontare. Proprio nelle sue conclusioni lo scorso anno il Presidente Rollandin ci disse: "in conclusione credo che il rendiconto ancora non ha potuto fruire del beneficio della legge sulla contabilità che è stata appena introdotta; dall'anno prossimo avremo anche tale ritorno di rimodulazione molto più attenta del carico di impegno di spesa, perché è questo che porta tutte le volte a dare una lettura che è anche corretta sotto il profilo dei numeri, perché "ma voi avete impegnato 100 e avete pagato 40" - questa era la discussione che avevamo fatto l'anno scorso - è già stato spiegato il perché; se l'impegno sarà rimodulato nel tempo in modo ottimale, è chiaro che questo non succederà più, perché se io posso spendere 10, impegno 10 e soprattutto pago 10". Questa la riflessione fatta l'anno scorso durante il dibattito sul rendiconto, franchement...e il Presidente terminava dicendo che riteneva il lavoro di coordinamento molto positivo, condiviso da tutto il gruppo ALPE, anche se migliorabile nel confronto di quelle parti laddove a livello interno sicuramente si può fare di più.
Il secondo aspetto evidenziato dal nostro gruppo e condiviso dal Presidente Rollandin era - ed è - la lunghezza di alcuni iter amministrativi - ripeto: "alcuni", non ha senso "sparare sulla Croce Rossa" e "sul mucchio" meno ancora -, la pesantezza delle procedure che obbligano gli utenti a fare la spola fra uffici regionali e Finaosta, fra un Assessorato e l'altro, mentre i mesi scorrono e, anche per delle pratiche molto semplici, i tempi diventano biblici. A tale proposito, lo stesso Presidente Rollandin ammetteva che in alcuni aspetti sicuramente c'è anche un difetto organizzativo, lo abbiamo detto, bisogna riconoscerlo e bisogna però subito porre rimedio. Questo era il dibattito affrontato in quest'aula l'anno scorso.
Ho fatto riferimento puntualmente a questi due aspetti principali, che avevamo evidenziato lo scorso anno durante il dibattito sul consuntivo e sui quali erano state espresse considerazioni dettagliate e propositi abbastanza chiari, ma a distanza di un anno cosa è cambiato e soprattutto come è cambiato? La somma impegnata globalmente per il 2010 ammonta a 1.780.000.000 di euro, di questi 1.300 sono stati liquidati durante l'esercizio 2010, ovvero il 73 percento dell'impegnato, mentre l'anno precedente questa percentuale era del 74. Dunque sintesi dei numeri aggregati, perché qui dobbiamo essere onesti intellettualmente, poiché un bilancio da 1.780.000.000 di euro puoi disaggregarlo e poi aggregarlo, ma la sintesi nell'aggregarlo ci dice che non c'è stato un miglioramento della capacità di spesa, che era uno dei due obiettivi posti dal nostro gruppo e su cui avevamo pungolato anche il relatore Rosset.
Ancora una volta fanalino di coda per la capacità di spesa è l'agricoltura ed entro nel dettaglio, altrimenti non ci capiamo. A fronte di 82.000.000 di euro impegnati, solo 29 sono stati liquidati durante l'anno, se poi però, sempre per quanto riguarda l'agricoltura, scorporiamo ed esaminiamo l'andamento delle spese di investimento, la situazione è desolante: a fronte di 61.000.000 di euro impegnati, abbiamo solamente 14.000.000 liquidati, ciò significa che il 78 percento delle somme destinate a sostenere gli investimenti nel settore agricolo giace inutilizzato nei cassetti virtuali del bilancio regionale. Andrei oltre, se mi permettete: entrando ancora più nei dettagli - per questo ringrazio tutti i responsabili del bilancio regionale, perché in queste settimane abbiamo voluto approfondire e dettagliare meglio la situazione del 2010 - scopriamo sul capitolo 41804 "Contributi per infrastrutture rurali" che dei 26.000.000 di euro impegnati nel 2010 sono stati liquidati 1.400.000, circa il 5 percento. Non vorrei dare troppi numeri, ma perfino sui residui le cifre sono spaventose...sui residui, quindi parliamo dell'anno precedente: a fronte di 94.000.000 di euro di risorse impegnate, solo 40 milioni sono stati liquidati: il 43 percento. Stiamo parlando di risorse impegnate già negli esercizi precedenti, non siamo andati oltre a verificare se parlavamo del 2008, 2007 o 2006, abbiamo fatto solo il punto della situazione: sui residui il 43 percento è stato liquidato. Sulla relazione del rendiconto si esplicitano le motivazioni sul capitolo delle infrastrutture rurali e si cerca di spiegare quali sono le motivazioni, si dice: "investimenti realizzati da terzi il cui impegno di spesa viene assunto al momento del rilascio dell'autorizzazione - penso, Presidente, che si possa modulare sul triennio anche per i lavori non pubblici, ma verso terzi, quindi verso privati...penso che si possa rimodulare (utilizziamo bene questo termine) anche per gli aiuti verso terzi - alla realizzazione degli stessi, mentre la liquidazione avviene a lavori eseguiti", penso che si possa pagare a stato di avanzamento lavori, quindi anche su quello credo che si possa modulare o rimodulare gli impegni di spesa.
Stiamo parlando di processi...di cui il collega Lattanzi parlava prima...stiamo parlando di velocizzare il processo, di meno burocrazia, ma stiamo parlando di risorse che giacciono nei cassetti congelate, impegnate, non liquidate, ma con delle percentuali molto alte. Avevamo avuto la stessa discussione un anno fa proprio su questi...non così dettagliati forse, quindi, caro Presidente, tali dati dimostrano che non ci siamo per niente su questo primo obiettivo che ci eravamo posti un anno fa, che non c'è stato alcun miglioramento della capacità di spesa, anzi questi sono numeri che noi abbiamo e che abbiamo dettagliato. È come se fossimo su una strada di montagna con a disposizione una buona macchina, in testa una bella meta da raggiungere, la benzina necessaria, ma con l'autista senza la patente. L'esempio quindi che vi ho illustrato prima è significativo, i dati sono lampanti, eppure un anno fa: "se tutto viene rimodulato non capiterà più"; invece, purtroppo, è capitato di nuovo e oggi sul rendiconto 2010 registriamo un ulteriore abbassamento di un punto percentuale, ma non voglio soffermarmi su questo, vorrei soffermarmi su delle percentuali che ci lasciano molto perplessi!
Per quanto riguarda le lungaggini e i procedimenti amministrativi, posso permettermi di fare un'analisi in prima persona proprio come cittadino, dato che altri colleghi oggi hanno parlato di lungaggini e procedimenti amministrativi, meno burocrazia, più semplificazione. Iter amministrativo per quanto riguarda una semplicissima richiesta ai sensi di una legge di finanziamento: presentazione della domanda ad inizio maggio 2010, risposta in 20 giorni per l'eventuale integrazione, Finaosta si è occupata per una parte di pratica, a luglio 2010 c'è stata la risposta per l'ammissibilità formale, ad agosto 2010 è stato espresso parere favorevole sulla pratica, a novembre la Giunta ha approvato e impegnato la spesa. Siamo al 22 di giugno, ma la pratica non è ancora stata evasa su una semplicissima legge di settore, un iter nel quale intervengono l'Assessorato competente, Finaosta come strumento che deve avere appeal, ma diceva prima il collega: "deve spronare i processi", ma al 22 giugno la pratica non è stata evasa e l'impegno di spesa risale a novembre 2010. Riprendo, Presidente, le sue parole dell'anno scorso: "in alcuni settori c'è sicuramente anche un difetto organizzativo, chi fa che cosa, chi deve rispondere a che cosa, chi liquida, chi non liquida, chi impegna - in questo caso la cosa mi sembrava molto semplice - bisogna porre rimedio, non solo però a parole, da una parte, alla bassa capacità di spesa, che è frutto dell'organizzazione, del metodo, dei processi a monte che devono dare concretezza ed efficienza agli obiettivi politici e, dall'altra, agevolare l'accesso ai servizi e alle agevolazioni previste dalla legge a favore dei cittadini". Non si può continuare ad annunciare e poi permettere agli uffici della Regione, o ai bracci operativi della Regione come Finaosta, di cospargere, di aggrovigliare gli iter amministrativi in livelli sovrapposti e non sempre consequenziali, per cui una semplice domanda di agevolazione prevista da una legge che rispecchia la volontà politica, quindi il dibattito politico è già avvenuto, la legge esiste ed è finanziata, si trasforma in una specie di corsa ad ostacoli per il cittadino semplice. Stiamo parlando di tutti i cittadini...non come in certi casi in questi tre anni abbiamo parlato dell'efficientismo di questa macchina amministrativa...la dilatazione dei tempi e la pesantezza burocratica sono responsabilità, a nostro avviso, anche della politica. In certi dipartimenti le lettere scritte e inviate verso l'esterno prima di essere spedite al cittadino fanno diversi giri turistici interni di 10, 15, 20 giorni per avere dei visti interni! Non so se lei, Presidente, è a conoscenza di questi iter che hanno dei tempi lunghissimi: visto, contro visto, rivisto e poi finalmente questa lettera va verso l'esterno. Concludo dicendo che tale rendiconto è la dimostrazione che non ci sono stati grandi miglioramenti rispetto all'anno precedente, se questo è il nuovo che avanza, avremo un futuro un po' difficile.
Termino con due battute, proprio perché si discutono insieme i due disegni di legge, sull'assestamento. La somma realmente ridistribuita è di circa 80.000.000 di euro, poiché 30.000.000 circa - poi il Presidente ci spiegherà meglio -, pur se compresi nel saldo totale, sono in realtà fondi Stato e dell'Unione europea iscritti in entrata e non impegnati nel 2010 e quindi riassegnati al bilancio 2011, perché possano essere impegnati di nuovo quest'anno. Questo assestamento, quindi, è un assestamento non da 128.000.000 di euro, 128 meno 20, perché erano già nel bilancio 2009 e meno 30 che sono dei soldi non impegnati nel 2010 e quindi riallocati sul 2011. Dunque questi 78.000.000 vengono ripartiti fra la finanza locale, il fondo sanitario regionale, Aosta capitale e i cantieri forestali. Ci sono anche 5.000.000 per l'agricoltura, a ripristino delle risorse iscritte nella previsione di bilancio triennale che erano stati tagliati nel 2011 rispetto al 2010. Per correttezza, però, su questi 5.000.000 vorrei ribadire che i grossi tagli sono già stati fatti sugli investimenti nel mese di dicembre per quanto riguarda i riordini fondiari e i consorzi, che andavano nell'ottica di rimodulare, anche se da una parte si taglia, ma dall'altra il Governo non è stato in grado di rimodulare gli investimenti messi in campo nel 2010 in quel settore.
Vorrei soffermarmi su qualche scelta palesemente politica sul disegno di legge n. 143, ad esempio l'articolo 15, che incrementa di ulteriori 300.000 euro la già pesante assegnazione iniziale di 3.980.000 per l'Associazione Forte di Bard, portando il saldo a 4.300.000; le finalità saranno buone e la situazione contabile perfetta, ma in totale l'associazione si trova a gestire circa 4.500.000 di euro. Solo per fare due paragoni, nel 2007 i milioni erano 3 e oggi siamo a 4,5 e tutto l'assegnato viene regolarmente liquidato per competenza. È un caso di perfetta riuscita delle previsioni rispetto al consuntivo, facevo un esempio per dire che si può anche tecnicamente - e io aggiungo anche politicamente - trovare la sintesi e centrare il 100 percento. Su certi dossier questo Governo è veramente efficiente, allora, laddove c'è la volontà, si può coniugare la politica con la celerità di tutta la macchina amministrativa! Grazie.
Presidente - La parola al Consigliere Salzone.
Salzone (SA-UdC-VdA) - Grazie Presidente.
Voglio iniziare ringraziando il relatore Presidente della II Commissione, Rosset, per come ha condotto la commissione su questo argomento, per la dinamicità con cui abbiamo affrontato i dati e per avere sviluppato nella sua relazione un'argomentazione ampia, dettagliata e puntuale. Lo ringrazio anche per aver voluto condividere con me la lettura dei dati, che mi hanno consentito di elaborare quel minimo di relazione, che mi consente oggi di esprimermi. Noi, quindi, nel dovere di sottolineare alcuni dati importanti, ci limitiamo ad aggiungere alcune sintetiche considerazioni. Come abbiamo detto, il rendiconto 2010 ammonta, al netto delle contabilità speciali e delle partite di giro, a circa 1.500.000.000 di euro, con un incremento di oltre 3 percento rispetto al 2009. Il documento contabile si colloca in un contesto di crisi generalizzata ancora in corso e per questo motivo va considerato come un provvedimento intermedio rispetto alle difficoltà perduranti e ai segnali di ripresa ancora troppo incerti; detto ciò, la Regione non ha bisogno di indebitarsi.
C'è poi la questione della lettura dei dati, perché nello specifico vale la pena di ribadire a chi ci critica dai banchi dell'opposizione in merito alla capacità di spesa dell'Amministrazione regionale che i dati attestano una capacità di spesa salita al 91 percento delle previsioni definite, spese che hanno registrato un decremento di circa 8.000.000 di euro in ragione del rispetto delle previsioni contemplate nel Patto di stabilità Stato-Regioni. Sui dati poi l'Assessore Lavoyer avrà motivo per chiarire meglio, perché c'è, rispetto a quanto ho sentito, una visione dei dati un poco distorta.
L'esercizio finanziario chiude con un avanzo di amministrazione di 128.000.000 di euro, di cui 20.000.000 sono già stati iscritti nel bilancio di previsione 2011-2013 come avanzo presunto.
L'avanzo da applicare è di 108.000.000, di cui 40.000.000 sono a destinazione vincolata, 9.000.000 vincolanti ad interventi di finanza locale e 30.000.000 per la rassegnazione dei fondi Stato e dei fondi europei ed entrate varie con vincolo di destinazione. L'avanzo disponibile prevede 20.000.000 per la riduzione del mutuo a pareggio, 14.000.000 per il rimborso al fondo nazionale sanitario per la mobilità passiva, 25.000.000 per il fondo di riserva residui perenti e 4.000.000 fra il fondo per spese obbligatorie e per spese per imprevisti. L'avanzo ancora da ripartire riguarda i 5.000.000 a favore dell'agricoltura nel settore della zootecnia, a parziale ripristino degli stanziamenti decurtati nel bilancio di previsione 2011, 1.200.000 per il piano anticrisi ambientale, 320.000 per il rifinanziamento della rottamazione auto 2010, 600.000 per gli arredi della Torre delle comunicazioni, circa 500.000 per altre partite minori. L'attenzione maggiore riguarda nel suo complesso le misure anticrisi e le politiche del lavoro: 10.000.000 di euro circa. Sono previsti anche interventi con la finalità di autorizzare il finanziamento sulla competenza 2011 delle richieste di contributo pervenute dalle imprese, nell'ambito degli interventi previsti dal piano di politica del lavoro per favorire l'assunzione di lavoratori disabili. Vengono poi stanziati ulteriori 3.000.000 per i cantieri forestali e 1.500.000 per lavori stradali.
Alcune brevi considerazioni. Naturalmente, al di là della sequenza dei dati, non si può sottacere che negli ultimi tempi molte cose sono cambiate, le ulteriori modifiche all'ordinamento fiscale imposte dalla manovra finanziaria dello Stato ci riducono la possibilità di manovra nel perseguire del tutto i nostri obiettivi e questo è un problema che riguarda tutte le amministrazioni virtuose. Nonostante ciò, abbiamo voluto con interventi mirati attraverso la finanziaria regionale intervenire economicamente per le famiglie e le imprese, tanto che abbiamo stanziato 130.000.000 di euro e l'intenzione dell'Amministrazione regionale è quella di lavorare ancora in questa direzione. Tale Amministrazione, peraltro, è intervenuta tempestivamente già dal 2008, lo abbiamo ribadito più volte, cercando di arginare le difficoltà che la crisi economica ci ha imposto e comunque nell'evoluzione degli eventi e fra mille difficoltà abbiamo adottato una politica programmatica di prospettiva, che ci ha visto elaborare progetti ambiziosi come il polo universitario, l'ospedale regionale, il potenziamento del settore idroelettrico, opere di rilevante portata, che avranno come obiettivo primario proprio quello di rilanciare e dare un forte impulso alla nostra economia. Un'economia che, anche se con un impatto meno intenso di quello nazionale, mantiene settori con forti difficoltà. Sono nella consapevolezza di tutti i problemi relativi all'occupazione, dati che calano inesorabilmente in percentuale, bisogna prenderne atto, ma anche la decrescita dei consumi delle famiglie, tanto che si registra una riduzione della consistenza dei depositi bancari e un incremento degli imprevisti; questa è un'inversione di tendenza di cui devo dare atto al collega Louvin di averla sottolineata. Aggiungiamo che l'innalzamento dei livelli dei prezzi in Valle d'Aosta è più marcato rispetto ai dati nazionali e ciò concorre a determinare un'ulteriore riduzione del potere di acquisto delle nostre famiglie; tutto ciò avviene per i fattori esterni della crisi globale, come ha ribadito il collega Lattanzi, quindi non mi soffermo su questo. In tale scenario a tinte fosche qualche buona notizia inizia ad arrivare, i Paesi ad economia avanzata sono in fase di ripresa, secondo i dati OCSE, lo scenario internazionale sta migliorando, anche se con ritmi differenti da Stato a Stato e noi non siamo fra quelli che hanno dimostrato maggiore dinamicità. Nel nostro Paese i primi segnali di recupero si sono avuti a partire dal primo trimestre 2010 con un aumento del prodotto interno lordo, che ha raggiunto progressivamente una crescita dell'1,3 percento grazie soprattutto ai dati relativi alle esportazioni, ma comunque inferiore rispetto all'1,6 per quest'anno della media eurozona e di 1,8 per il prossimo anno.
In Valle d'Aosta l'incremento delle esportazioni è stato consistente, del 36 percento, anche se bisogna tener conto che il dato è condizionato quasi esclusivamente dall'andamento altalenante della Cogne Acciai Speciali, che evidenzia una ripresa rapida a seguito di una altrettanto rapida caduta che aveva fortemente danneggiato il settore manifatturiero. Anche il settore delle imprese manifesta un segnale parzialmente positivo, infatti nel 2010 il numero degli iscritti è aumentato anche se vi è un leggero calo delle imprese registrate e ancora attive. Il settore che ci rincuora è quello del turismo, i dati relativi al primo trimestre 2011 sono positivi e segnano un incremento significativo sia degli arrivi che delle partenze. Il complesso ed articolato sistema di offerta turistica locale deve attrezzarsi ulteriormente per cogliere e sviluppare le occasioni che si presentano. Nell'ambito delle opportunità che il mercato ci propone, condividiamo la proposta degli incentivi e la valorizzazione della green economy attraverso anche il supporto delle politiche formative che la Regione può mettere in atto grazie alle proprie competenze.
Dai dati del rendiconto 2010 dunque si evince con estrema chiarezza che l'obiettivo di questa maggioranza è quello di contenere la spesa, senza rinunciare al sostegno al reddito delle famiglie colpite dalla crisi globale. In questo contesto è auspicabile che da parte del Governo statale si adotti al più presto una manovra che preveda un concreto rallentamento della pressione fiscale, sostenendo l'introduzione del quoziente familiare, sistema più volte auspicato anche dalla Chiesa. Il meccanismo dovrà essere compatibile con le esigenze di bilancio ed è quello di dare sostegno alle famiglie in modo strutturale, attraverso una riduzione delle tasse e l'introduzione del quoziente familiare. Allo stato attuale recenti studi, sull'esempio del sistema francese, dimostrano che l'introduzione del quoziente familiare comporterebbe un risparmio medio annuo per famiglia di circa mille euro - anche se qui l'argomento andrebbe sviluppato in maniera diversa -; da alcune stime il minor gettito fiscale riferito unicamente all'imposta diretta ammonterebbe a circa 3.000.000.000 di euro l'anno. C'è da dire però che ogni famiglia avrebbe più reddito netto disponibile con ripercussioni positive sui consumi e quindi anche sul gettito IVA. Questo è argomento sul quale intenderemo tornare e terminiamo qui dicendo che questo bilancio consuntivo comunque rispetta ciò che le previsioni avevano sancito; in un momento di crisi come questa credo che il documento contabile abbia svolto appieno la sua funzione. Grazie.
Presidente - La parola al Consigliere Donzel.
Donzel (PD) - Egregio Presidente, cari colleghi, mi preme innanzitutto ringraziare i colleghi revisori che, come è emerso dalla relazione del collega Rigo e dei colleghi La Torre e Rosset, hanno svolto un puntuale lavoro di verifica e ci hanno dato modo di capire il lavoro che è stato svolto. Allo stesso modo un ringraziamento va al Presidente della commissione, la cui relazione ha il pregio di essere chiara. In questo mio intervento, vista la puntuale ricostruzione del collega Rigo in merito al resoconto, non vi è quindi l'intenzione di riprendere quanto il collega ha espresso con chiarezza ed efficacia, ma con assoluta brevità la volontà di fare il punto politico su tale situazione di bilancio. Io ho riflettuto un attimo sull'ipotesi di una narrazione vendoliana e invece ho intravisto piuttosto il linguaggio di Tremonti e lo sintetizzo con queste parole per la maggioranza: "abbiamo i conti in ordine, quindi cosa volete di più?". E si perde naturalmente di vista che la Regione è in disordine, ossia avrete i conti a posto, come dice Tremonti, però la situazione reale, il mondo che si svolge al di fuori delle stanze del Palazzo è profondamente diverso, è in una situazione di difficoltà.
Rubando oggi l'incipit dell'editoriale di Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera: "se davvero il vento è cambiato nel palazzo, non è entrato un solo refolo". Questa è un po' la situazione che stiamo vivendo: sì, ci sono tutte analisi, esiste la crisi economica, ma, tutto sommato, noi la stiamo by-passando. Noto che, in linea con il livello nazionale, qui è cambiato solo il look, ossia si è lasciato da parte il doppio petto, si è tornati alla giacca semplice, ma l'andazzo è quello. Naturalmente non poteva mancarci il siparietto di Pontida anche a livello locale, qui, mancando la Lega, il siparietto è quello della cabinovia (più che una cabina) di regia; abbiamo sentito pronunciare al Capogruppo del PdL per 18 volte nel suo eloquente discorso: "riduzione drastica della burocrazia!" Miseria, è due mesi che ci tempestate con questa cosa, avete anche una scarsa fantasia! Probabilmente a stare chiusi lì nella cabina vi manca un po' di prospettiva, provate a dare un colpo d'occhio fuori e vedere se questa "roba" della drastica riduzione della burocrazia...18 volte l'ha ripetuta nel suo discorso e, siccome è registrato, forse me n'è sfuggita una, saranno 19! Quello allora che consiglio alla cabinovia di regia è di presentare questo benedetto provvedimento legislativo che da due anni aspettiamo sulla riduzione della burocrazia; venite in commissione, lo depositate e poi lo discuteremo e vedremo se è una cosa interessante, oppure no, altrimenti piantatela lì, perché la cosa alla lunga è anche un po' noiosa! Quando si hanno delle idee, è giusto metterle in campo, noi siamo molto attenti a leggere le proposte degli altri, quindi a non bocciarle in partenza, però questo stile di alzare la voce "alla Pontida", di reclamare chissà quale risoluzione dei conti...e poi alla fine assolutamente nulla. Idem per l'altro pot-pourri che è stato fatto per lo snellimento delle leggi...avanti! Avete una commissione che non convocate mai, convocatela questa I Commissione e snelliamo le leggi, portateci un provvedimento di snellimento delle leggi, insomma! Non il provvedimento che da tre mesi abbiamo in I Commissione, che non ha assolutamente il compito di snellire le leggi, ma solo di applicare una modifica burocratica alla formulazione di alcune di esse! L'invito quindi che facciamo a questa maggioranza è quello di farla finita con i proclami e di portare in commissione le leggi e le proposte che vanno nella direzione dello snellimento delle leggi stesse e di tale drastica riduzione della burocrazia. Alle volte si ha come il timore, ossia non so se vi dà fastidio che c'è ancora qualche dipendente pubblico...vogliamo mandare tutti, anche quelli nella "salvaprecari" per snellire un po' le questioni? Non so se questo fastidio che vi dà questa cosa...che non lo riuscite a tradurre in atti concreti...e così si potrebbe continuare con questa Pontida locale: il tempo dei campanili e del maître chez nous è finito. Portateci una proposta di legge di riduzione dei Comuni...una proposta di legge che non sia l'elogio di due Comuni che hanno fatto qualcosa assieme, quando ci sono prove e riscontri concreti che tutti i Comuni continuano a lavorare con estrema difficoltà, in sinergia fra di loro; questo solo per accennare a questa Pontida locale. Naturalmente c'è qualcuno che è rimasto più sul tradizionale, quindi ha voluto ricordarci quante cose importanti stiamo facendo, tipo come si sono avviati i lavori del nuovo polo universitario, dell'ospedale e addirittura buttiamoci anche la green economy. Fateci vedere questa green economy, fatecela toccare con mano, ci piacerebbe davvero che non fossero solo slogan recitati tanto per riempire la mattinata, perché dire le cose come stanno andando...non vanno certo nella direzione che voi avete cercato di ricostruire in questa sede. Così come apparentemente suonano assolutamente stonate anche queste singolari aperture alle critiche provenienti dai banchi della minoranza da parte del PdL, un po' affannato in questo ruolo che si è preso, a dire: "ma noi vi ascoltiamo", riconosciamo che le critiche che state facendo ci sono, ben vengano le critiche. Noi rispondiamo chiaramente che, se davvero c'è buona fede, vediamo i provvedimenti concreti.
Quale disegno muove questa maggioranza? Andando a leggere gli interventi, che pure sono importanti, qual è la strategia, qual è la ratio che c'è dietro questo importante provvedimento in tale fase dell'anno? Certamente ci sono delle cose che vengono mantenute, c'era la promessa dei 5.000.000 di euro all'agricoltura, ma poi vengono i brividi a sentire quanti soldi non sono stati spesi, quanti soldi impegnati non sono stati liquidati, quindi come poi su queste cifre si giochi in termini di contabilità e non di reale trasformazione della realtà. Idem il discorso di soldi che arrivano al casinò, che suonano anche come un'indecenza dopo le affermazioni che sono state fatte: un giorno al casinò va bene, funziona, anzi c'è stata la smentita in quest'aula, si è detto che il casinò è il migliore, quello che è davanti a tutti in Italia, subito un finanziamento al casinò, dopo aver magari "tirato le orecchie", perché è sempre tutta colpa dei dipendenti, quindi "tiratina di orecchie" ai dipendenti: "state bravi, cosa volete, altri soldi? Il casinò va bene, però piccolo bonus alle fondazioni varie...", eccetera, quindi la logica è che di denaro ce n'è, bisogna metterlo un po' qua e un po' là per garantire il solito consenso qua e là.
La vera emergenza che vive la Valle d'Aosta, ossia quella dello sviluppo che non c'è, quella dell'occupazione, ma lo dico con una certa sofferenza: questa è la vera emergenza valdostana. Se andiamo a vedere che in questi anni abbiamo perso 500 posti di lavoro nel settore industriale, che ci sono aziende in enorme sofferenza, che la CAS che qualcuno voleva smantellare per farci un parco giochi è l'unica che in questo momento sta tenendo e assorbendo il problema occupazionale, ma non sarà eterna neanche la CAS, sarà anche lei legata ai drammi dello sviluppo economico, eccetera, anche qui non c'è una coerenza rispetto a quanto si affermava in certe sedi rispetto alle risposte.
Quello che avanziamo e che vorremmo allora è che questi finanziamenti non giacciano, faccio un esempio: si è citato che ci sono 3.000.000 di euro per la cantieristica forestale, bene, partono i cantieri straordinari? Questo chiediamo alla maggioranza: sono pronti, stanno per partire i cantieri straordinari, riusciamo ad occupare delle persone in cantieri straordinari? Riusciamo a dire che le giornate da 105 diventano 115 o 125? Riusciamo a recuperare delle giornate di lavoro non solo per alcuni privilegiati, che lavoreranno più di 105 giornate, ma sono pochi e non si capisce con quale criterio, mentre la stragrande maggioranza lavorerà 105 giornate? Questi soldi li mettiamo lì, lo diciamo, oppure diciamo: "soltanto cantieri forestali: 3.000.000 di euro", ma non diciamo: "tra 15 giorni partono i cantieri straordinari?"; questo è quello che vorremmo sentirci dire, queste sono le richieste provenienti dalla popolazione. Così come i finanziamenti che adesso arrivano agli enti locali, non so se solo io mi sono accorto di un fenomeno assolutamente curioso, ossia i Comuni hanno dovuto davvero pagare e far fronte a questa riduzione dei finanziamenti per effetto della riduzione della spesa, prevista dalla manovra finanziaria, quindi quel grande federalismo che doveva portare risorse ai territori ha penalizzato i nostri Comuni. Adesso cito un esempio concreto: ho visto dei casi in cui i Comuni non hanno potuto garantire i servizi mensa che avevano prima, certamente non hanno voluto ridurre la qualità del servizio, non hanno voluto penalizzare l'utenza, quindi hanno fatto uno sforzo. Hanno appaltato a delle cooperative questo lavoro, quindi, dal punto di vista dei Comuni, un lavoro encomiabile, ma sapete chi lo paga? Ve lo dico io: i lavoratori, perché verranno riassunti dalla cooperativa con uno stipendio più basso, con dei diritti più bassi! Sapete cosa state facendo? State facendo questo nei vari comuni, andate a verificarlo...
(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)
...io le ho citato un esempio, uno dei tanti e ce ne sono di ancora più gravi, per esempio nella sanità, dove sono state annunciate riduzioni di orario; anche lì il taglio dei 3.000.000 di euro che doveva garantire la tenuta dell'occupazione è poi andato a colpire l'enorme massa dei precari della sanità. Adesso però ci troviamo a metà dell'anno: siamo così convinti che riusciremo a garantire questa riduzione di orario? Non avremo di nuovo bisogno di quelle persone per far fronte alle esigenze della nostra popolazione? Non era meglio scegliere un'altra strada?
Sulla sanità la minaccia continua che viene fatta: "guardate che vi facciamo un concorso e non è detto che voi sarete riassunti", ossia i nostri lavoratori vivono queste cose! Questa è la maggioranza che governa la Regione: quella che spaventa la gente che deve lavorare, non che l'acquisisce, la irrobustisce, la fa parte di un progetto! Ma dice: "c'è qualcuno che chiede addirittura prove di francese, cose di questo tipo, state bravi...come va lì?, bene, tutti fermi lì, è già tanto che vi facciamo lavorare!". È questo il modello che vogliamo portare, è questo il modello di tale maggioranza regionale che si vanta di avere i conti in regola? Vi cito allora il caso della Regione Liguria: stabilizzazione di 1.800 precari non in un anno, ma nel giro di qualche anno, 1.800 stabilizzati con le leggi italiane e non è una Regione a statuto speciale! Il Presidente Burlando ha detto: "cos'è cambiato, non tanto in termini di costi...", ma sapete cosa è successo a queste 1.800 persone? Hanno avuto figli, ossia hanno riacquistato la loro dignità di persona che può progettare un futuro, può avere un domani e non vivere con l'angoscia del lavoro che perde, che non sa se c'è e quant'altro. Andatevi a vedere cosa vuol dire avere 400 precari nella sanità valdostana! Di questo dovete occuparvi, non di sburocratizzare che cosa, dovete dare risposte alla gente che ne ha bisogno di tali risposte!
Quando si dice: "ripristiniamo fondi che avevamo tolto alla zootecnia", ma guardate che avere dei soldi su un capitolo non vuol dire niente. Come farete in modo che le aziende che hanno una terribile crisi di liquidità, che non è, come si mette in giro, voce causata soprattutto da una mal gestione delle stesse...ma come avrebbe lavorato questa Regione se i soldi che dovevano entrare fossero arrivati con 2-3 anni di ritardo? Questa è la realtà delle aziende valdostane: ritardi inenarrabili nell'avere dei finanziamenti, quindi non c'entra niente la realtà dell'azienda valdostana con quella padana, caro collega Lattanzi, perché quella valdostana non ha 300 bovine da mungere, non ha una meccanizzazione che le consente dei margini di profitto...le nostre non ce l'hanno! Le nostre aziende hanno bisogno delle risorse economiche dell'Unione europea per sopravvivere, perché sono aziende di montagna, quindi non c'entra niente la crisi del settore agricolo internazionale, mondiale, extracontinentale di cui parla lei, non c'entra niente! Qui c'è una realtà specifica che sarà sempre più difficile rispetto ad altri territori, quindi non c'entra niente questo mettere insieme anche la Pianura padana, non c'entra niente, vivono altre realtà; la questione delle quote latte e delle multe della Regione Padania sono altra cosa dalla nostra realtà, dove molte aziende sono andate in tilt per mancanza di liquidità dovuta al fatto che un sistema di erogazione dei fondi non ha funzionato e questo è un dato gravissimo e ci vorrà davvero l'impegno forte per riuscire a ripristinare anche quello che è un aspetto non indifferente dell'impresa: l'aspetto emotivo. Lei queste cose dai banchi della maggioranza me le insegna: l'aspetto emotivo è fondamentale, se c'è un clima di disaffezione, di disamoramento, questa sicuramente è una cosa che incide e le assicuro che non c'è nessuno della minoranza che "soffia sul fuoco", o alimenta cattivi pensieri: è piuttosto che bisogna ascoltare quello che dice la gente.
Un altro problema molto delicato è quello del fatto che l'aver puntato - qui non sono d'accordo - su grandi appalti sia stata una scelta positiva; a nostro avviso, invece serviva in questa fase di crisi rispondere alle esigenze immediate di lavoro delle piccole imprese. È possibile davvero fare tanti piccoli interventi sia a livello comunale, sia regionale, di modo che si possano mettere davvero in moto le imprese locali, senza farle ricorrere a quel meccanismo perverso e io poi lo affronterò in interpellanze successive per chiarirmi meglio le idee. Ho visto dei ribassi del 40 percento di alcuni appalti, allora mi chiedo: ma questi appalti pubblici con ribasso del 40 percento come vengono fatti? Come è possibile che un'impresa possa lavorare con il 40 percento di ribasso e magari poi subappalta l'opera? Nessuno si interroga, è normale che possa funzionare una cosa del genere, oppure è sbagliata la previsione dei costi iniziali, ossia c'è una sopravalutazione della spesa? Ma non è che per star dietro a questo 40 percento di ribasso, ossia per vincere quella gara, andiamo a colpire la qualità dell'opera che ci viene confezionata, oppure - caso ancora più grave - potrebbe rimetterci la sicurezza sui cantieri? Lo pongo a mo' di domanda, io mi interrogherei su queste problematiche: come fanno le imprese valdostane a competere su un mercato dove noi lasciamo andare via degli appalti con il 40 percento di ribasso? Se poi i miei dati sono sbagliati, me li confuterete, ma io queste cose le voglio porre con assoluta chiarezza.
Un ultimo concetto, perché un po' di venticello entri anche in questo palazzo: va bene la green economy, vanno bene le energie rinnovabili, ma c'è un messaggio che ci è arrivato ed è quello che esiste un sentire nella nostra comunità di questioni, che sono il bene pubblico, il bene comune. Il ragionamento allora è: va bene che noi sfruttiamo le energie rinnovabili, ma sarebbe anche opportuno che questo sfruttamento avesse delle ricadute per le nostre comunità, ossia che i Comuni fossero coinvolti in prima persona in questo processo di accesso ad energie rinnovabili e che l'intera comunità ne potesse beneficiare. Il fatto che abbiamo perso i buoni benzina non vuol dire che non possiamo recuperare da altre parti in qualche modo un gap storico della nostra regione, chiusa fra le montagne, un clima rigido invernale, eccetera, in cui possiamo dare dei benefici significativi ai nostri cittadini se gestiamo con spirito di bene comune le risorse pubbliche, in particolare nel settore dell'energia.
Le mie considerazioni quindi mi portano a dire che sicuramente la situazione che stiamo vivendo non è una situazione in cui si possa dire che i conti sono in ordine e che, tutto sommato, abbiamo risposto a dovere. Abbiamo bisogno di uno scatto in avanti e visto che adesso mi rivolgo con una battuta finale al Presidente...è giusto che la senta direttamente, so che è sempre attento, non era un rimprovero, era solo per non dirle una cosa mentre era girato di spalle, un gesto di cortesia: se non fosse per il fatto che ancora il peso politico esercitato dalla sua persona, che ha avuto un riconoscimento di 14.000 preferenze, questo sarebbe un Governo che dovrebbe interrogarsi sul fallimento su molti fronti. Il segnale che, secondo me, ha mandato la popolazione valdostana quindi è un segnale di riflessione attraverso il voto referendario...
(interruzione del Consigliere Lattanzi, fuori microfono)
...per voi non c'entra niente? Bene, "fate orecchie da mercante", continuate a fare così, va bene per noi; fate finta che non è successo niente, fate finta che i valdostani hanno votato a casaccio sul legittimo impedimento, lasciate pure credere questo, dormite sonni tranquilli ancora per due anni, crogiolatevi sul fatto che qualcuno grazie alla sua forza personale ha conquistato questo potere e poi ne riparleremo fra due anni!
Presidente - La parola al Consigliere La Torre.
La Torre (FA) - Grazie Presidente.
Una cosa per volta, allora, prima mi fa piacere dire, visto che quest'anno ho partecipato alla preparazione del rendiconto come revisore dei conti, che si è svolto un ottimo lavoro e voglio ringraziare Rigo e Rosset, perché c'è stata una perfetta sintonia non solo fra di noi, ma anche con gli uffici. Gli uffici che - assolutamente va detto per correttezza - non solo sono stati trasparenti e capaci, ma addirittura veramente efficienti, perché hanno avuto una capacità di mettere in linea a disposizione dei revisori tutto subito e assolutamente in modo chiaro.
Detto questo...e Donzel me le "tira sempre", nel senso che ho preparato un discorso e ho già perso il filo, lo sento parlare e non so...mi sembra di sentire parlare un ministro della Grecia prima del tracollo, una cosa impressionante, un'insalata russa veramente! Adesso alle cose dette "entriamo dentro" con calma, magari ancora una battuta, sempre per alleggerire, all'amico Chatrian, che dice che non abbiamo la patente: qui ci stiamo attrezzando per prendere anche la C e la D se ci riusciamo noi, personalmente...poi abbiamo anche un Presidente che addirittura è istruttore di guida, quindi sul fatto che non abbiamo la patente sono un po' perplesso. Mi pare piuttosto debole invece la posizione che oggi è emersa dalle osservazioni e dal confronto che viene dalla minoranza, perché, affrontando in modo serio un rendiconto, esso diventa un momento di confronto nel Consiglio sull'operato e sulle visioni politiche e questo un po' mi preoccupa, perché se, da un lato, mi si chiede qual è la ratio, la ratio è molto semplice: è quella che definisco in caduta dal PIL (il prodotto interno lordo), il BIL (il benessere interno lordo), ossia la ratio di questa maggioranza è quella di garantire il benessere ai valdostani, perché il bilancio che contiene all'interno della sua struttura quello che è il PIL, in realtà, è il bilancio della collettività ed è alla collettività che deve essere restituito. I dati che oggi leggiamo confermano questo, lo confermano nelle entrate e oltretutto lo confermano dando anche quello che non è stato detto...a mio avviso, un riconoscimento di maturità e di senso della collettività ai valdostani, perché il fatto che abbiamo 40.000.000 di entrate in più non è che c'è stata una produzione in più in questo momento di crisi, ma è che i valdostani pagano le tasse! I valdostani pagano le tasse, a differenza di tante altre Regioni dove le tasse non si pagano e tale senso della collettività va riconosciuto ai nostri cittadini e si vede all'interno del rendiconto questa maggiore capacità di entrate.
Per quello che riguarda le spese, diventa difficile per l'opposizione contestare questi dati, anche perché le previsioni sono state mantenute, addirittura migliorate in tutti i loro aspetti, sia nell'aspetto dei livelli di spesa, sia nell'incidenza delle spese correnti, sia nei residui attivi, sia nei residui passivi. Probabilmente allora è qui che non ci troviamo nel confronto, che aspettavo ed ero anche curioso di vedere come evolveva e, a mio avviso, ha avuto un'evoluzione sbagliata. Non è costruttivo quello che ci state dicendo, perché, in realtà, il vero scontro non può essere sui dati, perché essi confermano una realtà molto chiara e soprattutto confermano una realtà molto chiara vista in un quadro più ampio dell'essenza della nostra regione. Non ci dimentichiamo che la nostra è una regione di montagna, dove i costi dei servizi non sono proporzionati a quelli di altre regioni, perché qui mantenere un ospedale per 100.000 abitanti è diverso e l'economia di montagna ha dei costi diversi...anche mantenere il nostro territorio ha dei costi diversi rispetto ad un'altra regione, proporzionandolo a 100.000 abitanti. È in questo quadro che dobbiamo dare una prima lettura di tali dati, ma anche all'interno di questi dati, che confermano quella che è una visione secondo me positiva...quello che si dimostra nel rendiconto è che il motore Valle d'Aosta regge, che il modello valdostano regge e lo fa anche bene, perché non taglia, ma non lo fa da nessuna parte! Non solo, noi possiamo guardare addirittura che nelle spese siamo riusciti - anche qui va dato un riconoscimento ai nostri Comuni - a rispettare i patti di stabilità; sappiamo i problemi esistenti; noi chiediamo che si cambi la legge sui patti di stabilità, perché oggi impedisce a molti Comuni di vivere con serenità la loro prospettiva, ma noi l'abbiamo rispettata.
Dire allora che i conti sono in ordine, mi dispiace, Donzel, non è una banalità! Se i conti sono in ordine, è un merito per questa Regione che molte Regioni non hanno, perché i cittadini non pagano le tasse, perché non vengono rispettati i patti di stabilità, perché non viene garantito quel benessere ai cittadini...cosa che noi invece facciamo regolarmente, in ogni bilancio e lo continuiamo a fare, perché abbiamo la patente, non è vero che non l'abbiamo! Vedo piuttosto la minoranza come in una bella giornata di sole sulla neve salire sullo slittino e fare quelle discese che sai dove iniziano e non sai dove finiscono, anzi si vede dove finiscono negli altri Paesi come in Grecia, dove ci sono Ministri che parlano come Donzel, a mio avviso. Se il ragionamento è questo, il confronto e lo scontro sono probabilmente sulla visione politica. Voi avete una visione diversa dalla nostra e in questo credo lo abbia espresso bene Lattanzi: noi abbiamo una visione che cerca di partire dalle nostre potenzialità per esaltarle con un pensiero positivo. È evidente che siamo coscienti dei problemi, ci mancherebbe altro, li elenchiamo e siamo in questa maggioranza per fare tutto quel lavoro che può essere utile per risolverli. Non è banale quindi parlare di modernizzazione del sistema, parlare del welfare, non è banale neanche fare delle osservazioni per dei settori che magari potrebbero funzionare meglio, ma in questo senso la vostra visione è diversa, perché voi - mi sono appuntato qualche intervento - differenziandovi fra di voi...addirittura mi sembrava che prima qualcuno dicesse che l'intervento della Regione all'interno della regione è deprimente, ossia che la Regione con il suo sviluppo sul territorio, con le sue partecipate svolge un effetto deprimente! Forse era Louvin che lo diceva, aspetti che guardo...sì era lui che lo diceva. "Deprimente"...mi piacerebbe che me lo spiegasse meglio questo "effetto deprimente", perché garantire i posti di lavoro è deprimente? Io non mi vergogno di aver fatto la "salvaprecari", anche se mi rendo conto che può essere letta come uno sviare magari norme nazionali. Non mi vergogno che qui si garantiscano 800 posti di lavoro a delle famiglie, che le partecipate diano dei posti di lavoro, che questa Regione abbia un numero molto alto di dipendenti, perché stiamo restituendo alla collettività quello che è suo! Il bilancio non è nostro: è della collettività valdostana, quindi garantire una continuità del BIL, del benessere interno lordo è il nostro dovere ed è questa la nostra ratio, Donzel, su cui ci misureremo anche alle elezioni! Se riusciremo a garantire in momenti difficili questo benessere ai valdostani, probabilmente avremo un riscontro e non si può venire a fare un'insalata russa venendo a citare i referendum! Ma cosa c'entrano? Cosa si vuole dimostrare? Si vuole dimostrare che forse l'allargamento della maggioranza è un aspetto negativo? Io invece ritengo - ho sentito l'intervento di Lattanzi, con cui condivido molte posizioni politiche - che sia un aspetto positivo all'interno di questa maggioranza...positiva la cabina di regia, positivo il tentativo di fare bene, positiva la voglia di lavorare, l'energia positiva, il pensiero positivo, perché ha detto bene prima Lattanzi: "quali proposte avete fatto, o ha fatto lei? Cosa propone in alternativa di quello che noi tanto malamente stiamo facendo?". Anche perché, da un lato, si riconosce che i conti sono in ordine e non è poco; dall'altro, politicamente lei svolge delle critiche dure, ma questo è veramente il vecchio sistema di fare politica, Donzel! Lei si deve confrontare con me sulla proposta e, se mi viene a dire che magari sul bon chauffage si può fare in una "cosa" diversa, forse possiamo anche trovarci d'accordo, anche in maggioranza abbiamo detto che forse bisognava sul "quoziente familiare" investire più denaro. Se lei mi viene a dire che i valdostani non devono sentire il peso di alcuni costi che "hanno sulla schiena", come anche le autostrade, lei sa che dibattito c'è stato in maggioranza, ma queste sono cose su cui lei mi può confrontare e non certamente su un discorso generico con riferimenti ad un venticello! Già la parola "venticello" non è che sia così piacevole, perché il venticello ricorda strane perdite di gas...Io veramente non capisco, un'occasione come questa cercare di sminuirla...io mi ritenevo fortunato dall'osservatorio...come revisore dei conti quest'anno di avere avuto una visione più approfondita e pensavo che il dibattito fosse più approfondito. Ci sono delle cose...ha detto bene Lattanzi prima e anch'io condivido alcune osservazioni che ha fatto sulla sanità, perché il motore della nostra Regione si caratterizza per questa qualità di servizi che dobbiamo dare, quindi dobbiamo portare la nostra attenzione su degli spazi di miglioramento e ci mancherebbe altro!
Ci sono anche delle riflessioni che non è il caso di fare qui, anche visioni diverse che abbiamo; io ho delle posizioni sul rapporto con gli extracomunitari che sono note, non è qui che ne devo parlare, potrebbero rientrarci, perché all'interno del rendiconto rientrano tutti i contributi che vengono dati per l'edilizia popolare, ma non lo voglio fare qua. Lo dico però perché non mi nascondo, perché noi non ci vogliamo nascondere e vogliamo essere chiari nella nostra visione e ci piacerebbe confrontarci con un'altrettanta chiarezza con una visione politica non demagogica da parte della minoranza. È lì che facciamo il passo in avanti complessivo del Consiglio, poi noi restiamo maggioranza e chi deve fare la minoranza farà la minoranza, ma è lì il vero punto in cui può crescere questo Consiglio, in uno scontro non demagogico, cosa che oggi non ho visto e me ne dispiace profondamente.
Concluderò dicendo che andrebbero anche usate delle parole per l'assestamento, perché non è un assestamento che può passare nell'indifferenza generale, quando invece ci sono interventi per milioni di euro rispetto ai problemi anticrisi, ma è qui che si vede la capacità reattiva di un corpo e di un'amministrazione, che, di fronte a dei problemi reali, dà delle soluzioni concrete che sono qui, sono nell'assestamento, in milioni di euro, e sono queste le cose che poi percepiscono i cittadini. Capisco che non conviene evidenziarli, perché sono dei punti che in una visione demagogica sono a vantaggio della maggioranza, così come banalizzare che i conti sono in ordine... mi sembra che in questo momento, guardando il resto del mondo e anche il Paese, avere i conti in ordine sia quello che chiedono tutti; noi abbiamo i conti in ordine...va bè cosa volete che sia, è una banalità!
Ciò detto, vista l'ora, magari chiuderei qui; semplicemente ritengo questo: lavorare per la collettività oggi è la vera sfida, nel senso che non si lavora più per la politica, non si lavora solamente per prendere i voti, ma si deve lavorare per superare tutti insieme una crisi generale che ci avvolge. Se troveremo questa capacità, ognuno per il proprio ruolo...è chiaro che non possiamo recitare tutti lo stesso ruolo, la patente la prendiamo tutti insieme; io dico che noi ce l'abbiamo già, ma voglio dare questa possibilità anche a voi, altrimenti evidentemente corriamo il rischio che qualcuno guida e qualcuno magari resta a terra e non sale neanche sul pullman.
Presidente - Non ho più iscritti a parlare. Dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola all'Assessore al bilancio, finanze e patrimonio, Lavoyer.
Lavoyer (FA) - Grazie Presidente. Ringrazio tutti i Consiglieri che sono intervenuti. Direi che molte delle risposte che dovevano essere date agli interventi fatti dai Consiglieri di minoranza mi pare che, dal punto di vista politico, siano già state date dagli interventi, che condivido in toto, dei Capigruppo di maggioranza Salzone, Lattanzi e La Torre. Sottolineo anch'io alcuni aspetti di carattere generale, per poi dare alcune risposte puntuali sui quesiti fatti dai colleghi Rigo e Chatrian sull'agricoltura.
Dal punto di vista generale, l'ironia dell'intervento del collega Louvin su dichiarazioni trionfalistiche nel momento in cui abbiamo approvato il bilancio non mi vedono d'accordo, nel senso che le dichiarazioni sottolineate dal collega sui conti in ordine della nostra Regione non sono altro che quelle riportate dalla società di rating che promuoveva i conti del bilancio regionale, la capacità di spesa di questo bilancio, sottolineava che la ridotta quota di indebitamento dava un margine di manovra, se vogliamo anche un po' eccezionale, in questo momento di crisi generale. È proprio in questo senso che vogliamo sottolineare che l'evidenziazione di questi aspetti, come di quelli positivi che emergono da tale conto consuntivo, non sta alla base di toni trionfalistici e neppure alla base di una Giunta che non è preoccupata della situazione generale dell'economia. D'altro canto dobbiamo anche essere in grado - questo non l'ho visto fare nell'intervento del collega Louvin - di raffrontare la realtà della Valle d'Aosta con le altre realtà regionali e nazionali. Sembra quasi che la crisi economica sia una crisi che è generata da una gestione non corretta dei bilanci regionali in Valle d'Aosta, quando la crisi è mondiale! Raffrontiamo allora un attimo questi problemi che ci sono, sono veri, ma raffrontiamoli con le realtà a noi vicine. Ha detto bene il collega Lattanzi: "Comuni o Regioni a noi vicine, se avessero un confronto con la nostra realtà e sentissero gli interventi catastrofici dei nostri Consiglieri di opposizione, ci direbbero: "ma dove siamo?". Non posso quindi che sottoscrivere questo approccio che quasi auspica una difficoltà di crescita della nostra economia. Quando, per sostenere questi aspetti, entriamo sui dati più concreti, direi che c'è una visione totalmente falsata della realtà! Quando parliamo della capacità di pagamento, la confondiamo con l'impegno, con i residui, ma allora capacità di pagamento...noi paghiamo in 5 giorni. Il problema nelle altre regioni a livello nazionale e degli istituti di credito è che non scontano più le fatture degli enti pubblici, perché passano mesi e mesi prima che possano onorare debiti accertati; noi paghiamo in 5 giorni mediamente, ma non perché c'è un intervento...motus.
Altra cosa sono gli impegni e i residui, la rimodulazione della spesa. Ci siamo impegnati giustamente, e lo stiamo facendo, di andare a calibrare maggiormente nel momento degli appalti e degli impegni, a far coincidere l'impegno pluriennale - perché il più delle volte sono impegni pluriennali - con l'effettivo fabbisogno di cassa. Questo è un impegno che ci siamo presi, però da qui ad andare a rivedere il discorso dei residui passivi come tutta una cosa negativa...i residui passivi sono generati prevalentemente da due aspetti: il primo è quello che è stato sottolineato da tutti, che, nel momento in cui andiamo ad impegnare le somme, per poter liquidare, bisogna che ci siano stati di avanzamento, che ci siano certificazioni dei dirigenti preposti affinché la fattura possa essere pagata, ma i residui passivi, che sono aumentati - e il collega Chatrian lo sa -, non nascono da una gestione negativa di questo aspetto di rimodulazione della spesa, ma dal fatto che dalla nuova normativa contabile non ci possono più essere residui perenti. Automaticamente quindi i residui perenti sparivano dal bilancio regionale e venivano reintegrati nel momento in cui il creditore richiedeva la somma, adesso c'è una visione complessiva dei residui sia attivi che passivi. Bisogna quindi cercare di essere corretti nelle varie interpretazioni.
Ritengo invece estremamente positiva l'azione dell'Amministrazione...e questo va non solo a favore della maggioranza e della Giunta regionale, ma anche dell'azione dei vari dirigenti...questo consuntivo ci dice che, in base alle previsioni, noi abbiamo praticamente impegnato il 90 percento delle spese previste. Direi allora che, abbandonando una strada preconcetta e demagogica della visione della situazione generale, dobbiamo pensare che c'è da fare molto, però con questi dati il bilancio viene dichiarato con i conti in ordine e non è una cosa da poco, perché affrontare la crisi con i conti in ordine è una cosa, affrontarla con dei bilanci disastrati...certamente la situazione è molto più complessa.
Per rispondere brevissimamente ai quesiti più puntuali che sono stati posti da alcuni Consiglieri, in particolare a quello del collega Rigo sull'aspetto della revisione contabile "dell'incontro" della Regione con le nuove normative che coinvolgono la Corte dei Conti, è un percorso che dobbiamo ancora costruire, anche perché vorremmo costruirlo in modo che questo nuovo tipo di controllo non ritardi quella che è stata negli anni un'efficienza dell'Amministrazione regionale; ai primi di aprile abbiamo presentato il rendiconto, le commissioni hanno lavorato in modo approfondito, i revisori dei conti anche e siamo in grado di approvare il rendiconto prima della pausa estiva. Il rendiconto è sì l'accertamento oggettivo delle spese e delle entrate, ma è anche il momento di una variazione di bilancio e di un assestamento, quindi, se riusciamo a far questo prima della pausa estiva, oggettivamente a settembre possiamo porre quei correttivi nel bilancio che si sono resi necessari nel percorso annuale; se invece questa approvazione viene fatta in autunno, tutta la parte dell'assestamento perde di significato.
Per quanto attiene invece a due aspetti specifici, che non possono fra l'altro essere generalizzati...i fondi Stato e i fondi europei non possono che essere iscritti in questo modo, perché sono fondi vincolati. Sul fatto dei ritardi dell'utilizzo di alcuni fondi, ha citato due esempi, ma sono proprio due esempi che voglio prendere in considerazione per dire che la colpa della maggioranza del Consiglio regionale, della Giunta e dell'Assessorato è zero! Minoranze linguistiche: non è stato effettuato il relativo impegno nel 2010 in quanto il versamento dei fondi da parte dello Stato è stato effettuato a dicembre, quindi non era possibile in quegli ultimi giorni predisporre gli atti di attuazione del progetto e conseguentemente l'impegno di spesa a dicembre. Se lo Stato ci dà i fondi a dicembre, non possiamo fare il progetto e impegnare, quindi giustamente riprendiamo e iscriviamo questi fondi nel 2011. L'altro appunto puntuale...
(interruzione del Consigliere Segretario Rigo, fuori microfono)
...sì, è come il portale nazionale del turismo, volevo solo specificare che non era un'incuria o una non efficienza dell'Amministrazione regionale. Il portale nazionale del turismo: l'Amministrazione regionale ha portato il progetto nel settembre 2007, c'era l'allora Assessore Pastoret; diciamo che, dopo numerosi solleciti dal dipartimento che aveva come riferimento un certo ingegnere Ciro Esposito, non è mai pervenuta nessuna risposta nonostante numerose sollecitazioni. Nel 2008 il Governo ha subito un riassetto, che ha visto la nascita del Ministero del turismo, il quale ha deciso in quel momento di non dare più attuazione a questo progetto. Come Regione Valle d'Aosta, abbiamo un contenzioso aperto insieme ad altre Regioni, con il Ministero, infatti, nel frattempo continuiamo ad iscrivere questi fondi finché non ci verrà comunicato che questi ultimi non ci verranno dati, oppure verrà modificato il progetto; d'altro canto noi non possiamo fare altro. Questi esempi sottolineano che tali tipi di fondi hanno una collocazione dal punto di vista contabile che non sempre hanno un sinonimo di efficienza se si considerano solo gli impegni temporali o le iscrizioni, però bisogna approfondire di chi sono effettivamente le colpe.
Per quanto attiene - solo un brevissimo accenno prima di concludere il mio intervento - l'aspetto che ha preso ad esempio il collega Chatrian, in particolare i raffronti fra gli stanziamenti, gli impegni, il pagato nel settore dell'agricoltura, penso che il collega abbia avuto un dettaglio ben preciso di questo schema. È chiaro che se lei mi va a sottolineare solo il capitolo specifico che è legato...
(interruzione del Vicepresidente Chatrian, fuori microfono)
...no, però non mi ha sottolineato i capitoli: "Contributi 2010", impegno 100 percento, pagato 100 percento; "Spese per il miglioramento fondiario, alpeggi, fabbricati rurali": impegno 100 percento, pagato 100 percento. Vi sono poi tutta una serie di capitoli dove arriviamo al 54 e al 41 percento. È ovvio che ci sono dei capitoli specifici dove l'impegno non coincide sempre con il pagamento, se il privato non porta gli stati di avanzamento e non definisce la pratica, l'Amministrazione non può liquidare. Non sempre quindi è colpa dell'Amministrazione, a volta è colpa anche della burocrazia.
Su questi dati comunque i numeri sono oggettivi, è chiaro che, se uno va a prendere un dato specifico e prende un capitolo specifico...che è quello del 5 percento, legato ai contributi per la conservazione del paesaggio e alpeggi, se non vengono portate le documentazioni e non vengono istruite in modo definitivo, non possiamo liquidare. Con questo non vogliamo dire che tutto funziona, terremo conto di molti dei suggerimenti pervenuti dagli interventi, penso che siano già nell'agenda sia della maggioranza, sia della Giunta regionale, per cercare, nei limiti del possibile, di migliorare l'efficienza dell'azione amministrativa.
Presidente - Grazie Assessore.