Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1822 del 18 maggio 2011 - Resoconto

OGGETTO N. 1822/XIII - Interpellanza: "Accordo stipulato dal Comune di Aosta e dal Corpo di polizia locale per la regolamentazione delle attività di monitoraggio di situazioni di rischio per la cittadinanza".

Interpellanza

Un protocollo recentemente sottoscritto dal Comandante del Corpo di Polizia locale di Aosta e dai rappresentanti di diverse associazioni di operatori in congedo delle forze dell'ordine ha inteso regolare le attività di monitoraggio di situazioni di rischio e potenziale criticità per la cittadinanza.

L'accordo prevede peraltro che i referenti delle operazioni "non dovranno essere in alcun modo identificabili dalla cittadinanza", benché gli stessi siano impegnati in operazioni di monitoraggio in base a "porzioni di territorio facilmente identificabili", e che in esito alla rilevazione di eventuali "situazioni di criticità o potenziale rischio" seguano segnalazioni che utilizzano "modalità non codificate".

Il 29 aprile scorso il Comune di Aosta ha approvato tale protocollo auspicando, secondo quanto si legge testualmente, l'aumento dello standard di sicurezza grazie a questi "Mille occhi di persone in borghese".

La L. 15-7-2009 n. 94, Disposizioni in materia di sicurezza pubblica, ha peraltro previsto che i sindaci, previa intesa con il prefetto, possono avvalersi della collaborazione di associazioni tra cittadini non armati (utilizzando in via prioritaria quelle costituite tra gli appartenenti, in congedo, alle Forze dell'ordine e alle Forze armate) al fine di segnalare alle Forze di polizia dello Stato o locali eventi che possano arrecare danno alla sicurezza urbana ovvero situazioni di disagio sociale. Deve comunque trattarsi di associazioni iscritte in apposito elenco tenuto a cura del prefetto e rispetto alle quali il prefetto provvede al periodico monitoraggio.

Il successivo Decreto del Ministro dell'interno 8-8-2009 (Determinazione degli ambiti operativi delle associazioni di osservatori volontari, requisiti per l'iscrizione nell'elenco prefettizio e modalità di tenuta dei relativi elenchi) ha fissato compiti e modalità di svolgimento delle attività delle associazioni di osservatori volontari, precisando in particolare che "L'attività di osservazione può essere svolta esclusivamente in nuclei composti da un numero di persone non superiore a tre, di cui almeno una di età pari o superiore a 25 anni, senza l'ausilio di animali (....)" e che "Gli osservatori volontari, durante lo svolgimento delle attività previste al comma 1, indossano una casacca (....) contenente la scritta "osservatori volontari", il logo dell'associazione, il nome del comune ed un numero progressivo associato al nominativo dell'operatore. È fatto divieto di utilizzare uniformi, emblemi, simboli, altri segni distintivi o denominazioni riconducibili, anche indirettamente, ai corpi di polizia, anche locali, alle forze armate, ai corpi forestali regionali, agli organi della protezione civile o ad altri corpi dello Stato, ovvero che contengano riferimenti a partiti o movimenti politici e sindacali, nonché sponsorizzazioni private".

Ritenendo lodevole l'impegno di singoli e di organizzazioni di volontariato, da organizzarsi comunque sempre nel pieno rispetto delle norme generali in materia di pubblica sicurezza.

I sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

il Presidente della Regione, anche nella sua veste di Prefetto, per sapere:

1) per quale ragione le attività di monitoraggio oggetto dell'accordo stipulato dal Comune di Aosta sopra richiamato siano svolte in forma dichiaratamente anonima e non identificabile;

2) per quale ragione la normativa di pubblica sicurezza dettagliatamente articolata nelle richiamate disposizioni non sia stata presa in considerazione;

3) se abbia avuto segnalazione o se sia stata svolta alcuna attività istruttoria o di consultazione in relazione all'attivazione del servizio oggetto del protocollo in questione;

4) se abbia inteso o intenda assumere provvedimenti in merito o se intenda favorire la diffusione del modello ad altre realtà locali.

F.to: Louvin - Giuseppe Cerise

Presidente - La parola al Consigliere Louvin.

Louvin (ALPE) - Grazie Presidente. Siamo ad interrogarci su una situazione che ha suscitato qualche polemica negli ultimi tempi, è doveroso guardare a questa vicenda non con l'occhio dell'amministratore locale, ma con quello dell'Amministrazione regionale, in particolare con le funzioni che competono al Presidente di questa Regione anche nella sua funzione di prefetto. Stiamo parlando di un progetto che ha un nome un po' allarmante: Mille occhi sulla città . L'idea di base credo fosse un'idea sana: quella di avere una forte attenzione nei confronti delle problematiche di allarme che ci sono e ci sono state di recente, in relazione al proliferare di piccoli furti, di situazioni anche inquietanti sotto il profilo della sicurezza dei cittadini, vicende che hanno avuto grande risalto nella cronaca locale della città capoluogo e che motivano tutti ad avere un plus di attenzione e di partecipazione al lavoro di sorveglianza.

Guardando approfonditamente il modo in cui ha ritenuto il Comune di Aosta, in particolare il Comando del Corpo di polizia locale, di strutturare il lavoro di monitoraggio sulla situazione della sicurezza locale, sono emersi da più parti degli interrogativi, perché questo modo di operare non sembra essere in linea con le modalità di svolgimento di una funzione di monitoraggio. Ci siamo permessi nell'interpellanza di ricordarle, ma non è al Presidente della Regione come Prefetto che le dobbiamo ricordare (che le sa meglio di noi), ossia che le funzioni di collaborazione con associazioni di cittadini (non armati, naturalmente!) con funzione di segnalazione passano attraverso delle modalità precise e ne abbiamo discusso in quest'aula. Il collega La Torre sul fronte contrapposto era un grande sostenitore di meccanismi di ronde, ci fu, come tutti ricordano, una vivace discussione, perché questi temi della sicurezza si ricollegano a sensibilità diverse e devono essere filtrati con molta attenzione, ma qui sono stati stabiliti, in seguito a quella vicenda e alla legge n. 94/2009 e al successivo decreto dell'agosto 2009, sulla determinazione degli ambiti operativi delle associazioni di osservatori volontari, dei requisiti precisi, fra cui un elenco prefettizio con tenuta dell'elenco delle persone che vi operano e delle precisazioni molto attente ed è questo è il punto centrale della questione per quanto ci riguarda, non se vengano osservati burocraticamente gli aspetti, è la questione della visibilità di chi fa il ruolo di sorveglianza. La legge prescrive che siano visibili, riconoscibili, che abbiano addirittura delle casacche di osservatori volontari, che portino il logo dell'associazione e che il cittadino sappia che è presente vicino a lui una persona che sta svolgendo quella funzione, fra l'altro lodevole, di collaborazione con le forze dell'ordine per il mantenimento della sicurezza. Qui non abbiamo trovato nulla di simile in questa intesa, raggiunta fra il Comando di polizia municipale e le organizzazioni in questione, che sono delle organizzazioni note in questa regione e molto apprezzate, di ex carabinieri, ex componenti dei corpi di polizia di Stato, ex finanzieri, corpi in congedo che danno il loro apporto.

Siccome l'oggetto di questo apporto è quello previsto dalla legge, ossia il monitoraggio della vita quotidiana della città, finalizzato alla segnalazione di situazioni di criticità e potenziale rischio, è esattamente ciò che troviamo essere il corpo del "decreto Maroni" del 2009. Qui il compito di monitorare lo svolgersi della vita cittadina, segnalando queste situazioni, viene identificato - e la cosa ci ha fatto riflettere - e declinato in modo particolare: i referenti non dovranno essere in alcun modo identificabili dalla cittadinanza, ossia non bisogna sapere chi sono, dove sono, dove vanno, eccetera. Il coordinamento è assicurato dal Comandante della polizia locale, sulla base, fra l'altro, di ripartizioni territoriali con zone di monitoraggio, qui non capiamo come questo possa essere conciliabile con la logica della perfetta trasparenza di tale lavoro. Aggiungo anche il fatto che su semplice accordo verbale si possano sostituire, aggiungere o recedere singoli referenti ci sembra abbastanza singolare. Presidente, lei avrà la cortesia di illuminarci, non è una questione che credo abbia promosso lei, non credo sia da attribuire all'iniziativa della Regione, è un'iniziativa di un Comune; ma, siccome i fenomeni come questi possono avere un seguito ed essere emulati da altri Comuni, vorremmo capire se la linea sulla quale ci si deve muovere in questo momento è una linea di anonimato nelle funzioni di monitoraggio o se c'è stato qualcosa che non è andato per il verso giusto. Grazie.

Presidente - La parola al Presidente della Regione, Rollandin.

Rollandin (UV) - Grazie Presidente. La presentazione di questa interpellanza ha messo in risalto due aspetti e poi verrò alle domande puntuali: da una parte, la giusta preoccupazione di come si interpretano le norme; dall'altra, la valutazione su un documento che aveva un suo significato di politica attiva o di sensibilizzazione rispetto all'attenzione, fatta anche da gente che non è inserita nei corpi di polizia, per sviluppare un certo tipo di attività.

Vengo alle risposte puntuali. Per quanto riguarda la prima domanda: "per quale ragione le attività di monitoraggio oggetto dell'accordo stipulato dal Comune di Aosta sopra richiamato siano svolte in forma dichiaratamente anonima...", che è una delle valutazioni che sono state fatte su questo, il Sindaco di Aosta ci ha comunicato che non si tratta di attività di monitoraggio in senso stretto, caratterizzato da costanza e continuità al fine di controllare obiettivi individuali e mirati, ma che quanto previsto dal protocollo consiste in una pura e semplice segnalazione al Corpo di polizia locale qualora i soggetti in questione vengano a conoscenza casualmente o incidentalmente di situazioni che potenzialmente potrebbero richiedere l'intervento della polizia locale, a tutela del decoro urbano e della tranquillità dei cittadini. Considerato che tale collaborazione è prestata a titolo del tutto volontario e che tali soggetti non assumono nessuna qualifica o qualità di pubblico ufficiale, né sono inquadrati in un ordinamento funzionale e gerarchico, il Comune ha ritenuto opportuno non rivestire formalmente queste persone di alcuna visibilità particolare che li renda identificabili, trattandosi di un'attività di tipo non invasivo nei confronti sia del vivere sociale quotidiano che dei normali rapporti interpretativi e sociali fra i cittadini.

Per quanto riguarda la seconda domanda: "per quale ragione la normativa di pubblica sicurezza dettagliatamente articolata nelle richiamate disposizioni non sia stata presa in considerazione", questo credo sia uno dei punti dirimenti, perché la legge n. 94, il decreto di agosto, esplicita in modo chiaro come deve essere attuata l'eventuale costituzione delle ronde. A questo proposito il CELVA, quindi tutti i Comuni hanno espresso la loro opposizione alla costituzione delle ronde dichiarando che le situazioni in Valle d'Aosta sono gestibili attraverso o il sistema di controlli telematici in alcune zone, o tramite l'organizzazione che fa capo alle normali forze di polizia, ivi compresa la polizia locale. Detto questo, non è stata presa in considerazione la normativa, perché il protocollo non ha come progetto la tutela della sicurezza pubblica intesa come attività di prevenzione e repressione dei reati, attività che avrebbe comportato necessariamente l'applicazione delle norme qui riferite. Il progetto del Comune di Aosta, come ha spiegato il Sindaco, ha finalità molto diverse che riguardano esclusivamente l'educazione, lo stimolo e la capitalizzazione del senso civico cittadino e la promozione della legalità.

Terzo punto: "se abbia avuto segnalazione o se sia stata svolta alcuna attività istruttoria", il Sindaco ha ritenuto che l'approvazione del protocollo non avesse bisogno di consultazione o autorizzazione prefettizia in considerazione del fatto che le competenze prefettizie per quanto attiene alla pubblica sicurezza non riguardano né la forma, né la sostanza di un progetto come quello. Credo che il collega abbia visto il progetto da delibera e, se ha letto, ha notato che ci sono le premesse che potrebbero avere dei riferimenti fuorvianti. Il protocollo in sé non parla mai di sicurezza: parla solo di accordi relativi alla possibilità di dare un contributo alla segnalazione di casi di specie.

Ultima domanda: "se abbia inteso o intenda assumere provvedimenti in merito o se intenda favorire la diffusione del modello ad altre realtà locali", l'iniziativa del Comune di Aosta è stata presentata al Comitato ordine e sicurezza pubblica in data 11 maggio, rilevato l'ambito proprio dell'iniziativa in questione che non si configura - lo sottolineo - come attività di supporto e mantenimento dell'ordine pubblico e non rientra in quanto previsto dalla normativa in merito alle cosiddette "ronde", il comitato ne ha preso atto e ha ribadito l'importanza di tutte le attività che concorrono a diffondere il senso della legalità presso i cittadini. Il Sindaco provvederà sicuramente ad illustrare i contenuti e la ragione del protocollo in questione in Consiglio comunale nei prossimi giorni, 24 e 25, in occasione della discussione della mozione che il gruppo ALPE ha presentato in Comune.

Vorrei quindi tranquillizzare sui due punti, che non si tratta di un'iniziativa relativa alla sicurezza, ma si tratta di un'iniziativa per sensibilizzare i cittadini a segnalare delle anomalie; uno dei casi che è stato portato...se un cittadino vede gente che sta sporcando i muri, scrivendo sui muri o, come è successo per la Cattedrale di Aosta, che sul frontespizio sono andati a sporcare, credo che il discorso sia di segnalare alla polizia locale quanto sta succedendo. Sono fatti molto più semplici, non certo organizzati, perché ribadisco che, se fosse qualcosa di organizzato, non potrebbe passare che attraverso l'ufficialità e la visibilità di corpi che eventualmente aderiscono. Probabilmente a fuorviare il tutto è il fatto che c'è stato un coinvolgimento delle ex associazioni d'arma, che può aver portato a dire: "ma allora perché andiamo a coinvolgere...". Sono state coinvolte perché sono quelle che normalmente sono più sensibilizzate a questi temi e che potrebbero aderire, come sembra abbiano fatto, all'iniziativa, nel senso che il coinvolgimento dei cittadini normalmente viene visto positivamente. Devo dire che anche nella riunione che è stata fatta con il COSP le forze dell'ordine hanno tenuto conto dello spirito con cui questa proposta è stata fatta. Certamente il copyright I mille occhi era già utilizzato, quindi questa non è una novità, poteva essere Cento occhi o Qualche occhio, non so come tradurla, ma l'importante era il senso e il significato di questa iniziativa, che va nella direzione di un giusto coinvolgimento della cittadinanza. Le modalità non possono, né devono debordare in qualcosa che invece rientra in un'organizzazione, ma che ha tutt'altra natura, altro contenuto, altro statuto e altra regolamentazione; questo quindi non potrà mai debordare in ronde, tanto per dare un nome ad una delle iniziative che in altri settori hanno provato a portare avanti. Spero di aver risposto nella sostanza alla preoccupazione del collega, anzitutto che non ci sia confusione di ruoli e, se ci fosse stata, perché non si è intervenuti; ribadisco che questo non è stato, quindi non c'è stato bisogno di intervenire, perché non era in applicazione della legge n. 94. Grazie.

Presidente - La parola al Consigliere Louvin.

Louvin (ALPE) - Grazie Presidente. Lei ha minimizzato la portata di questa iniziativa dicendo che siamo fuori dall'ambito della sicurezza, ma che rimarremmo sostanzialmente sul versante del decoro urbano, di qualche spray mal utilizzato sui muri. Sono felice di sentire che questi sono gli intenti, ma è stata venduta in ben altro modo e sta assumendo sempre maggiore importanza il ruolo dell'Amministrazione comunale come ente produttore di sicurezza - questa è la prima frase della relazione a tale deliberazione -, nel senso che il ruolo del Sindaco e di riflesso della polizia locale in materia di ordine e sicurezza sono in costante crescita. "La tranquillità e la sicurezza dei cittadini" si dice, non stiamo parlando del decoro urbano, siamo fuori pista...ma siamo fuori pista anche perché tutto è strutturato, nel senso di dare una collaborazione che noi apprezziamo, ma che vorremmo vedere visibile. Le dico...all'opposto di quello che lei dice: "no, no, perché è una cosa da poco, è solo una telefonata qualora qualcuno butti la cicca...", no, evviva, se ci sono persone, organizzazioni che danno questa disponibilità a collaborare, lo devono fare, ma sotto una casacca visibile! Questo è un deterrente, questo aiuta a fare in modo che ci sia minore senso di insicurezza anche nella città! Sono personalmente contento che ci sia questo coinvolgimento, ma è totalmente sbagliato l'approccio dal punto di vista esteriore! Non si può dare luogo ad organizzazioni anonime che telefonano, ricevono segnali in codice, sto esagerando un poco, ma se vuole riprendere testualmente anche i punti dell'accordo: "su semplice accordo verbale - eccetera - i referenti non dovranno in nessun modo essere identificabili dalla cittadinanza", invece lo siano, Presidente! Glielo dica al Sindaco di Aosta, li renda visibili, perché questo può dare qualche sicurezza in più! Noi riteniamo che qui abbiano preso una cantonata, poi lei ha riportato in un ambito molto più blando tutta la vicenda, ma credo che questa sia un'operazione mal congegnata dal parte del Comune di Aosta, che ha tutti gli strumenti e ha a disposizione organizzazioni di volontariato pulite, serie, che può utilizzare senza metterle sotto questa condizione di anonimato.

Il nostro invito, Presidente, quindi è che si faccia modificare questa convenzione e la si faccia riportare anche esteriormente, in senso formale, nell'ambito della legge, altrimenti lascia un precedente molto antipatico e io non credo per nulla legale. Sono andato a leggermi queste indicazioni della legge n. 94, secondo cui i Sindaci possono avvalersi della collaborazione di associazioni fra cittadini al fine di segnalare alle forze di polizia eventi che possono recare danno alla sicurezza urbana o situazioni di disagio sociale. Siamo esattamente in questo caso come loro lo descrivono, se è per il decoro, se è per lottare contro i graffiti...lo si faccia in altro modo, ma non è dando incarichi o avallando delle operazioni di questo genere che lo si può fare, perché - ripeto - siamo su un crinale molto delicato. I cittadini hanno diritto di essere protetti, ma nelle forme che la legge prevede, non in forme così spontaneistiche e alquanto approssimative! Grazie.

Presidente - Cari colleghi, vista l'ora, dichiaro conclusi per questa mattinata i lavori dell'odierna adunanza del Consiglio regionale. I lavori riprenderanno alle ore 15,30 con la trattazione del punto n. 21 all'ordine del giorno.

La seduta è tolta.

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La seduta termina alle ore 13,12.