Oggetto del Consiglio n. 1819 del 18 maggio 2011 - Resoconto
OGGETTO N. 1819/XIII - Interpellanza: "Implementazione dei dati inseriti nel Registro delle persone esposte ai rischi dell'amianto".
Interpellanza
Con Deliberazione del Consiglio regionale n. 3188/XI del 15/04/2003 è stata disposta l'istituzione del Registro delle persone esposte ai rischi derivanti dal possibile contatto con materiali contenenti amianto ai fini della sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti ed ex-esposti all'amianto.
L'acquisizione di informazioni da parte del gruppo consiliare ALPE ha portato alla luce il fatto che in tale registro risulterebbero attualmente iscritti 523 lavoratori.
Sorprende peraltro il fatto che fra essi 490 appartengono alla categoria degli operatori delle cave, marmisti e commercio lapideo, mentre solo 10 rientrano fra i lavoratori del settore siderurgico.
A fronte di una palese incongruenza di tali dati, rispetto alle realtà e al rilevante numero di procedure avviate per il riconoscimento di mansioni operative esposte all'amianto per cui 354 lavoratori risultavano già nel 2010 aver ottenuto il riconoscimento dall'INAIL della posizione di esposizione ad amianto.
I sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
la Giunta regionale per sapere:
1) secondo quali modalità si è proceduto alla rilevazione del numero degli esposti o ex-esposti all'amianto nell'ambito delle aziende siderurgiche che hanno operato o operano ancora nella Regione;
2) come spieghi il numero palesemente irrisorio di persone che invece risultano iscritte nel registro regionale degli esposti ed ex-esposti;
3) se ritiene, alla luce dei dati sopra richiamati, che il mantenimento in essere di un registro quale quello istituito abbia caratteri di effettiva utilità in ordine ad attività di prevenzione e di monitoraggio di categorie di lavoratori effettivamente soggette a condizioni di rischio per asbesto e materie asbesto-correlate;
4) se intenda impartire precise disposizioni per una corretta implementazione dei dati sopra richiamati registrati presso il servizio di medicina del lavoro dell'U.S.L.
F.to: Louvin - Bertin - Giuseppe Cerise
Presidente - La parola al Consigliere Louvin.
Louvin (ALPE) - Grazie Presidente. Quando qualche mese fa abbiamo ripreso, e non era tema inconsueto in quest'aula, la questione dell'esposizione al rischio amianto, lo abbiamo fatto - il Presidente della Regione lo ricorda sicuramente perché diede una risposta articolata - sul versante dell'adozione di provvedimenti di tipo indennitario per quanto riguarda le situazioni di esposizione. Nel dare questa risposta fece riferimento molto puntualmente al piano di protezione dell'ambiente, di decontaminazione, smaltimento e bonifica dei siti e alla delibera consiliare del 2003, che è una delibera molto corposa e articolata e che contiene questo piano di protezione e degli allegati, in particolare l'allegato 2, che dà una serie di indicazioni non solo per quanto riguarda la parte degli accertati casi di mesotelioma e di malattie correlate all'asbesto, ma anche alla questione della sorveglianza sanitaria, al giusto seguito che devono avere le situazioni di possibile esposizione ad amianto o ex esposizione, quindi non solo per i dipendenti ancora in forze nelle nostre aziende, ma anche a quelli che vi hanno prestato servizio in anni passati. Siamo andati ad approfondire la questione del registro degli esposti ed ex esposti, anche perché ricorderà che era stata evocata in relazione alla vicenda del Friuli Venezia Giulia e le sue indicazioni e devo dire che abbiamo avuto una sorpresa assolutamente inattesa, perché partivamo da un dato che abbiamo discusso in quest'aula e che anche lei ci ha confermato dell'esistenza di un numero molto rilevante, erano all'inizio dell'anno 354 i lavoratori dello stabilimento Cogne di cui ancora 50 in forza all'azienda, che hanno riconosciuto dei benefici di legge per esposizione all'amianto. Siccome abbiamo istituito nel 2003 questo registro per seguire complessivamente le persone...l'attenzione sanitaria, quindi le visite regolari, gli accertamenti che devono essere posti in essere - qui ci stiamo occupando della salute, non della questione, ovviamente altrettanto importante, indennitaria, che riguarda l'INAIL, ma questo segue un altro filone, che stiamo seguendo ugualmente con attenzione - sul versante della prevenzione e del monitoraggio di una situazione che tocca la salute di migliaia di persone che hanno lavorato o lavorano nelle nostre aziende, siamo andati allora a chiedere lumi a chi gestisce il servizio di documentazione della situazione degli esposti e la risposta ci ha fatti un po' "cadere dalla seggiola". Dal 2003 al 2008 il registro è stato costituito acquisendo i registri che i datori di lavoro avevano nelle varie aziende e che dovevano inviare ogni tre anni all'organo di vigilanza dell'azienda USL. È stato fatto il censimento delle aziende e ne sono risultate due essenzialmente: quelle di bonifica di manufatti contenenti amianto (tre ditte) e quelle di estrazione di pietra, attività di cava; poi nelle attività a basso rischio - ma credo che 350 posizioni indennizzate difficilmente potrebbero essere considerate a basso rischio - si inseriscono i marmisti e una sola ditta metallurgica. Stiamo parlando, ricordo, di esposti ed ex esposti, i quali ultimi credo siano nelle industrie siderurgiche della Valle anche i lavoratori dell'ex Ilssa Viola, perché non credo possiamo dimenticare che ci siano stati decenni di attività siderurgica anche in comune di Pont-Saint-Martin. La nostra sorpresa è stata particolare nel vedere che abbiamo 523 lavoratori complessivi considerati esposti ed ex esposti per le due situazioni (alto e basso rischio), ma che le industrie metallurgiche e siderurgiche ne presentano 10, contando 10 fra lavoratori attivi e non attivi, ossia i 350, che sono stati già riconosciuti dall'INAIL come persone da indennizzare per esposizione ad amianto, non sono considerati dal registro degli esposti persone da seguire dal punto di vista delle attività di monitoraggio per quanto riguarda la loro condizione di salute; questo, in base al decreto legislativo n. 81/2008, è demandato al medico competente della ditta, ma credo che manchi qualcosa di collegamento: o questo registro non serve all'azienda... Questi 10 lavoratori della Cogne Acciai Speciali sono lavoratori, ci viene precisato, potenzialmente esposti in quanto parte di una squadra addestrata ad operare in situazioni di emergenza su manufatti contenenti amianto; sono una squadra ad hoc: qualora c'è da fare una rimozione...hanno fatto un corso, quindi su di loro di concentra l'attività di monitoraggio della salute e ben venga che ci sia dell'attenzione su queste 10 persone! Ma troviamo curioso che non siano considerate interessanti dal punto di vista della cura, del suivi della loro posizione medica e sanitaria queste altre centinaia di persone - ripeto - in parte già uscite dal ciclo lavorativo e in parte tuttora presenti. Su questo noi rivolgiamo una pressante sollecitazione per capire quali modalità siano state seguite per rilevare tale numero degli ex esposti o degli esposti, ma in particolare per sapere perché non figurino qui dei lavoratori di questa azienda Cogne Acciai Speciali. "Come spieghi il numero palesemente irrisorio..." non congruente rispetto alla dimensione del rischio, potrà essere e anzi sicuramente sarà meno grave che in altre situazioni, ma oggettivamente presente e anche ampiamente certificato; volevamo poi sapere se ritiene che il registro abbia quel senso di prevenzione e monitoraggio che gli abbiamo affidato in relazione al rischio per asbesto e materie asbesto-correlate. Se eventualmente sono allo studio delle iniziative da parte del Governo o delle sollecitazioni, chiediamo all'Assessore la cortesia di darcene conto. Grazie.
Presidente - La parola all'Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, Albert Lanièce.
Lanièce A. - Grazie Presidente. È l'occasione per fare alcune precisazioni sui dati che ha richiesto il Consigliere Louvin. Per quanto riguarda la rilevazione degli esposti ed ex esposti, è stata attuata secondo tre direttive: mediante i dati dei registri degli esposti inviati dall'azienda USL ai sensi del decreto legislativo n. 277/1991; mediante una richiesta specifica alle ditte che dagli archivi della Camera di commercio rientravano nei comparti a rischio identificati dalla deliberazione del Consiglio regionale n. 3188/2003, tra i dati richiesti vi era il libro matricola dai quali risalire alle persone che svolgevano la mansione a rischio e il tempo in cui tale mansione è stata svolta. Lo svolgimento della mansione veniva suddiviso in due gruppi: lavoratori attualmente esposti e quindi attivi e lavoratori ex esposti, non attivi; mediante un protocollo siglato tra l'Amministrazione regionale, l'INAIL e l'ISPESL (deliberazione della Giunta regionale n. 3122/2006) per l'ottenimento dei dati riguardanti le pratiche degli ex esposti che avevano fatto richiesta dei benefici previdenziali previsti dalla legge n. 257/1992. I dati riportati nella comunicazione precedente, su richiesta inoltrata dal Consigliere Louvin a marzo 2011 ai sensi dell'articolo 116, si riferiscono unicamente ai punti n. 1 e n. 2; ricordo che la richiesta era: quante persone risultano attualmente iscritte al registro degli esposti ad amianto, comunque adesso c'è occasione per fare un chiarimento su tutti gli aspetti. Per quanto riguarda i lavoratori delle aziende siderurgiche valdostane ai quali, ai sensi della legge n. 257/1992, hanno avuto riconosciuti i benefici previdenziali per l'esposizione all'amianto e che sono considerati a tutti gli effetti ex esposti, l'Ente titolare dei dati è l'INAIL, la quale, in caso di insorgenza di malattia professionale dovuta ad esposizione ad amianto dei soggetti ex esposti, invia una comunicazione all'Azienda USL, perché questa inizi gli accertamenti del caso e inserisca il lavoratore nel registro delle malattie professionali. Dai dati acquisiti dalla Regione presso l'INAIL, risulta che gli esposti ed ex esposti che hanno presentato richiesta per il riconoscimento dei benefici previdenziali presso la sede INAIL di Aosta sono 2.038 casi e riguarda tutte le aziende che a quella data erano attive e inattive dal 1992, anno in cui è entrata in vigore la legge n. 257. Delle 2.038 richieste sono state accolte 1.367 indennizzate dall'INAIL, così ripartite: 1.263 Nazionale Cogne e Fintecna, 50 Ilssa Viola, 20 Verrès S.p.A., 3 ex Finsider Centro sviluppo materiali, 31 altre ditte. Per quanto riguarda le aziende siderurgiche che hanno operato nella Regione, come noto, vi erano praticamente due aziende: l'Ilssa Viola, che ha chiuso l'attività nel 1980, e la Cogne, che nel 1994 ha cambiato proprietà passando all'attuale gestione. Nei dati di cui al punto due, per l'Ilssa Viola, non essendo più attiva da alcuni decenni, nel 2006 non è stata avanzata alcuna richiesta; la Cogne invece, a fronte della richiesta pervenuta, inviava i soli dati riguardanti le persone attualmente esposte, facenti parte di una squadra di manutenzione che potenzialmente poteva intervenire anche su manufatti contenenti amianto. Non evidenziava ulteriori lavoratori in quanto, dall'anno di inizio gestione, non aveva più fatto uso di amianto come materiale di consumo che implicasse un'esposizione professionale superiore a 100 fibre/litro per un minimo di 8 ore nella giornata lavorativa.
"Come spieghi il numero palesemente irrisorio...": il dato in possesso all'USL di 523 persone comprende: quelle esposte derivanti dai settori della bonifica di materiali contenenti amianto nelle cave, nelle lavorazioni di materiale lapideo e della siderurgia e quelle ex esposte dei predetti settori, escluso il siderurgico, in quanto l'unica ditta dal 1992 non aveva più lavoratori con esposizione superiore a 100 fibre/litro. Gli ex esposti del settore siderurgico che non sono contemplati nei 523 sono quelli che hanno avanzato a INAIL la richiesta di ottenimento di benefici previdenziali, ai sensi della legge n. 257/1992, che INAIL ha definito e che hanno un'utilità solo dal punto di vista statistico.
Terza domanda: "se ritiene, alla luce dei dati sopra richiamati, che il mantenimento in essere di un registro...", il registro ha la funzione di mantenere aggiornato il censimento delle ditte che operano attualmente con materiali contenenti amianto e che possono esporre i propri lavoratori ad inalazioni di polveri di amianto; ciò permette di poter attuare azioni mirate di prevenzione e permettere con il monitoraggio dei lavoratori esposti di verificare l'efficacia di tali azioni. Relativamente agli attuali esposti ad amianto, si ricorda che tutti i lavoratori vengono sottoposti a sorveglianza sanitaria periodica a cura del medico competente aziendale, al fine di evidenziare precocemente problematiche di salute causate dall'esposizione ad amianto e di verificarne l'idoneità specifica alla mansione. Dubbi si hanno invece sull'utilità del registro per gli ex esposti, in quanto le azioni di prevenzione negli ex esposti riguardano esposizioni che possono risalire anche a trent'anni prima, quindi non esistono attività di prevenzione utili a ridurre il rischio. Relativamente alla possibilità di intraprendere una periodica sorveglianza sanitaria specifica per tutti gli ex esposti, anche alla luce delle esperienze similari avviate in altre realtà, si evidenziano delle perplessità in quanto tale attività non ridurrebbe la comparsa di patologie asbesto-correlate. Allo stato attuale i risultati della sorveglianza degli ex esposti non ha portato vantaggi in termini di guadagno di salute per la diagnosi di mesoteliomi, né ha portato un reale guadagno di aspettative di vita per diagnosi precoce di malattie amianto-correlate. Rimangono quindi allo stato attuale perplessità sull'introdurre una sorveglianza sanitaria periodica su tutti gli ex esposti vista la scarsa efficacia di un tale intervento. La registrazione di ex esposti potrebbe permettere invece di acquisire dati epidemiologici utili a conoscere l'incidenza e la prevalenza delle patologie asbesto-correlate, dalla conoscenza di tali dati potrebbe quindi essere presa in considerazione l'ipotesi di una sorveglianza per un ristretto gruppo selezionato di lavoratori ex esposti ad elevate concentrazioni di amianto o che avevano mansioni particolarmente a rischio. Tale gruppo andrebbe però selezionato sulla base di informazioni lavorative, che attualmente non sono disponibili presso l'USL.
Per quanto concerne l'ultimo quesito: "se intenda impartire precise disposizioni...", in relazione ai mutamenti avvenuti negli ultimi anni con l'emanazione del decreto legislativo n. 81/2008 (Testo unico sulla sicurezza del lavoro), per assicurare la completezza dei dati a disposizione dell'Azienda USL, l'Amministrazione regionale ritiene utile le seguenti azioni: ridefinizione, dando corso ai contatti già avvenuti con la nuova direzione INAIL, dei criteri per la condivisione dei dati utili al monitoraggio del fenomeno in Valle d'Aosta, alla luce della nuova normativa e del nuovo quadro organizzativo; ridefinire alla luce dell'esperienza fin qui maturata, l'attribuzione dei compiti, le finalità e le modalità di tenuta del registro. Naturalmente ricordo come dal 2006 ad adesso ci sia stato il cambio di 4 direttori INAIL, questo ha contribuito a non radicare tutta una serie di procedure, che sarà nostra cura cercare di definire in modo migliore con la nuova direzione.
Presidente - La parola al Consigliere Louvin.
Louvin (ALPE) - Dire che sono perplesso, Assessore, è un po' poco, perché intanto, per quanto puntuale nella ricostruzione del quadro, la sua risposta ci lascia sorpresi. Riassumo e condenso. Gli ex esposti non vengono presi in considerazione perché non si è attivata da parte delle aziende in questione la richiesta di inserimento nei registri degli ex esposti; l'Ilssa Viola non esiste ormai da 20 anni, quindi nessuno dei lavoratori dell'epoca è mai stato inserito in questo registro. La Cogne Acciai Speciali ha ritenuto utile segnalare questa eventualità di esposizione solo per 10 dei suoi lavoratori, nonostante 350 lavoratori siano già riconosciuti indennizzati dall'INAIL per esposizione all'amianto, ossia ci sono degli ex esposti che sono indennizzati, ma che non sono ex esposti in base al nostro registro. Io sono un po' sconcertato da questo, ma credo che se il Consiglio ha ritenuto nel 2003 di dover attivare tale forma di rilevazione, sia stata un'incongruenza affidarla esclusivamente all'iniziativa delle aziende e non andare a bussare in più alla porta e farsi comunque mandare dall'INAIL la lista dei 350 indennizzati, per dire: se gli avete riconosciuto che erano esposti a questa situazione, almeno teniamo sotto controllo la cosa! Questo però apre un altro versante. L'Assessore ha dimostrato sul piano tecnico...e lei è un medico, avrà probabilmente anche dei buoni motivi per farlo, ma questo apre dal nostro punto di vista un enorme interrogativo...lei ha espresso dei dubbi sull'utilità di avere questo registro degli ex esposti - ma ex esposto è anche chi ha lasciato lo stabilimento da pochi mesi, qualcuno da molti anni - e dice di avere perplessità e sostanzialmente che non ci siano vantaggi nelle diagnosi precoci del mesotelioma. Ora io ricordo che, analizzando la questione qualche mese fa, ci siamo detti come dal mondo dell'industria siderurgica emergessero casi di mesotelioma maligno e anche conclamati in ambito industriale valdostano. Ci sono anche delle relazioni in merito che sono state emesse...dal registro dei mesoteliomi, che sono abbastanza pertinenti su questo. Non serve, mi pare di capire...lei può avere tutte le ragioni sul piano scientifico, ma credo che la cosa debba coinvolgerci sul piano politico nel fare una valutazione, lei ha detto: "questo non serve a niente, ha solo uno scopo statistico, tanto, anche se "teniamo aperta una porta" ad una costanza di "seguito" nei confronti di queste persone - non so con quali tecniche, radiologiche o altro, si possa andare ad individuare se ci sono forme in sviluppo di questo tipo di malattie -, tutto sommato, non serve. Andiamo piuttosto ad identificare un gruppo più selezionato in funzione delle attività lavorative e concentriamo lì il nostro sforzo". È possibile magari farne oggetto anche di discussione con i rappresentanti dei lavoratori, con le categorie interessate? Qui è in gioco la salute di una fetta non indifferente dei nostri concittadini. Il problema dell'esposizione all'amianto è riconosciuto come un problema di dimensioni enormi e dirci che: "sì lo abbiamo istituito tanto perché faceva parte della procedura che allora si seguiva, ma abbiamo capito che non serve a niente", mi consenta, è una risposta oltremodo deludente sugli ex esposti, ma mi pare una risposta molto preoccupante alla luce delle necessità che invece noi ravvisiamo, che si mantenga molto alta la guardia sotto questo versante. Ripeto: qui non parliamo della problematica degli indennizzi, ma delle preoccupazioni che abbiamo in funzione della salute dei lavoratori ed ex lavoratori di questo comparto. Grazie.