Oggetto del Consiglio n. 1804 del 18 maggio 2011 - Resoconto
OGGETTO N. 1804/XIII - Interrogazione a risposta immediata: "Modificazioni della legge regionale 4 settembre 1995, n. 39 per l'assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica".
Interrogazione a risposta immediata
Avendo appreso dalla Gazzetta Matin del 16 maggio 2011 che autorevoli esponenti della maggioranza regionale intendono cambiare la legge regionale 4 settembre 1995, n. 39 per l'assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica poiché: "da due anni a questa parte sono fortemente cambiate le condizioni e quindi non si può più funzionare con le vecchie regole nell'assegnazione degli alloggi. Prima vanno dati ai Valdostani, quindi agli Italiani e poi agli extra comunitari"; oppure "che siano favoriti nell'ordine i Valdostani, gli Italiani, gli Europei comunitari e poi gli altri.";
il sottoscritto Consigliere regionale
Interroga
l'Assessore competente per conoscere se sia vero o meno che la maggioranza intende modificare la legge regionale in questione, con una precisa distinzione tra Valdostani e Italiani, e fra Europei comunitari ed extra comunitari.
F.to: Donzel
Président - La parole au Conseiller Donzel.
Donzel (PD) - Egregio Presidente, cari colleghi, so bene che, essendo in Valle d'Aosta ospite sempre gradito il Parlamentare europeo Borghezio, l'abitudine ad usare linguaggi sempre più sconvenienti ad una politica seria e non demagogica è diventata una prassi dominante, ci mancano solo i manifesti di Lassini e qualche sparata della Santanché e poi abbiamo raggiunto il top anche qui! Noi pensiamo che siano gravi una serie di affermazioni che abbiamo apprese dai giornali, perché riteniamo che il concetto di valdostanità e di italianità siano dei concetti molto importanti da rispettare, ma reputiamo anche che i criteri con cui vengono affidate le case ai cittadini siano quelli tradizionali della residenza: una persona che risiede in un territorio per otto anni è una persona che io chiamo valdostana, italiana se naturalmente condivide i nostri valori, i nostri principi, che sono quelli che l'hanno portata ad abitare nella nostra comunità. In un momento in cui siamo anche sotto una pressione fortissima di grandi movimenti migratori legati a cause belliche gravissime che tutti noi vorremmo scongiurare, ci appelliamo al Governo regionale per capire se queste dichiarazioni sono dichiarazioni irresponsabili o semplicemente legate al desiderio di avere visibilità inopportuna sui giornali o se invece ci sia un sentire, che nel Governo regionale ci sia qualcuno che vuole magari acquisire il DNA dei cittadini per definire la valdostanità, distinguendola dall'italianità, o se magari si vogliono introdurre criteri per cui un cittadino svizzero residente da otto anni in Valle d'Aosta deve aspettare che un cittadino rumeno...perché probabilmente qualcuno non conosce neanche la geografia, un cittadino rumeno che appartiene alla Comunità europea abbia più diritti di lui pur essendo a parità di residenza... Queste affermazioni ci sembrano estremamente gravi e vorremmo capire cosa ne pensa il Governo regionale.
Presidente - La parola all'Assessore alle opere pubbliche, difesa del suolo e edilizia residenziale pubblica, Marco Viérin.
Viérin M. (SA-UdC-VdA) - Visto che lei ha citato Borghezio, voglio ricordare in modo che sia chiaro a tutti che, rispetto alle Regioni governate dalla Lega, noi siamo i più restrittivi e i più protettori dei locali. A nome e per conto della maggioranza regionale, che rappresento, ringrazio il Consigliere Donzel per questa interrogazione che ci consente di fare chiarezza su un argomento particolarmente delicato, perché riguarda un bisogno primario dei nostri cittadini, ossia il diritto alla casa. Un ringraziamento sincero che avevo già rivolto quattro mesi fa all'intero Consiglio regionale in occasione dell'approvazione del piano triennale 2011-2013 per l'edilizia residenziale, approvato all'unanimità da questa sala quale ultimo atto di una serie di provvedimenti di politica abitativa, sempre condivisi con tutti i rappresentanti di maggioranza e minoranza. Il riferimento al piano triennale è doveroso per rispondere a questa interrogazione, in quanto è in tale documento di programmazione che sono stati definiti gli obiettivi di politica della casa individuati dalla maggioranza per il prossimo triennio, nel pieno rispetto del suo programma di legislatura. Questo argomento è già stato affrontato con le modifiche della legge n. 39/1995 approvate nel 2009, quando abbiamo previsto una più forte tutela per i valdostani, sempre nell'obbligo del rispetto delle normative statali e comunitarie vigenti (i famosi otto anni), mentre, come ho più volte espresso anche in quest'aula, con l'aggiornamento delle leggi n. 40 e n. 28 si stia cercando di fare un testo unico, nulla vieta che potremo migliorare e modificare altri aspetti che possono essere a tutto vantaggio della nostra comunità. Ognuno di noi, quindi, dovrebbe sapere che la nostra Regione risulta essere ancora oggi quella con i requisiti di accesso alla ERP più restrittivi di tutto il centro nord Italia. Infatti per l'accesso abbiamo previsto otto anni di residenza in Valle d'Aosta e abbiamo consentito, valorizzando l'autonomia dei singoli Comuni - questo è un fatto molto importante - di premiare ancora di più la residenza nei punteggi dei bandi, utilizzando punti per la residenza storica, mentre nelle regioni come la Lombardia - citata nell'articolo che il collega enunciava prima - il limite è di cinque anni. Se parliamo invece di Regioni non citate quali il Piemonte, dove è fissato il limite a solo tre anni, o se andiamo in Veneto dove gli anni sono zero, oppure ancora se andiamo a Bolzano, dove solo oggi si sta proponendo una base di partenza di cinque anni come misura base per arrivare poi a definire alcuni altri aspetti, sostenendo nei principi che l'obiettivo non è creare società parallele tra altoatesini e immigrati. Ebbene io dico, alla luce di quanto esposto, che ogni altro commento sulla cultura politica che intende solo alimentare e cavalcare le paure della gente è fuorviante.
Président - La parole au Conseiller Donzel.
Donzel (PD) - Ringrazio l'Assessore per le conclusioni, che apprezzo. Ero un po' preoccupato dalle premesse, perché sembrava quasi che venisse detto: "ma noi queste distinzioni le abbiamo ben fatte valere in Valle d'Aosta". Ripeto: il concetto era un concetto di residenzialità e non un concetto di appartenenza etnica di nessun tipo, quindi ecco mi fa piacere che nelle conclusioni si sia...mi permetto di interpretare il concetto: la restrittività è data dalla residenza, che è un criterio che si applica indistintamente senza presupporre il concetto di valdostanità, italianità, extracomunitario e via di questo passo, ossia il principio è che il cittadino che lavora e paga le tasse in un territorio è un cittadino che ha diritto a dei beni fondamentali come quello della casa. Grazie.