Oggetto del Consiglio n. 338 del 19 luglio 1978 - Verbale

OGGETTO N. 338/78 - DICHIARAZIONI DEL PRESIDENTE PROVVISORIO DEL CONSIGLIO.

Il Presidente provvisorio dell'Assemblea FILLIÉTROZ, Consigliere più anziano d'età, apre i lavori della VII legislatura con la seguente dichiarazione:

"Egregi Colleghi Consiglieri,

con l'adunanza odierna del Consiglio regionale si apre, nell'anno della ricorrenza del trentesimo anniversario del nostro Statuto, la settima legislatura regionale.

Prima di dare inizio allo svolgimento dell'ordine del giorno, mi sia consentito, Egregi Colleghi, nella mia qualità di decano di questo Consiglio regionale, svolgere alcune brevi considerazioni.

Innanzi tutto vorrei rivolgere, a nome della popolazione valdostana e di tutti noi, un caloroso saluto al Presidente della Repubblica, Onorevole Sandro PERTINI.

Mi sia, altresì, consentito di rivolgere un commosso pensiero all'Onorevole Aldo Moro, assassinato assieme alla sua scorta dalla furia barbarica del terrorismo organizzato.

Mi sia concesso infine di formulare in questa occasione l'auspicio che la somma delle aspirazioni e dei valori che i Caduti nella guerra di Liberazione posero a fondamento della nostra autonomia non vada mai dispersa.

Questi Caduti per la libertà, laici e cattolici, lasciarono alla Valle d'Aosta, insignita di Medaglia d'oro della Resistenza, quel prodigioso patrimonio di idee, di concreti valori di libertà e di democrazia, che sono alla base dell'edificio della nostra autonomia. Tali valori sono assolutamente irrinunciabili, perché costituiscono l'essenziale fondamento di ogni possibilità di progresso per la nostra Regione e la più sicura garanzia per la completa realizzazione dei comuni ideali di civile convivenza e di pacifico progresso per la comunità valdostana.

Viviamo in tempi difficili, caratterizzati da una grande crisi, da profondi contrasti. Ogni giorno si registrano episodi di violenza, atti di teppismo, fatti di sangue provocati dal terrorismo organizzato.

Non è certo con atti criminali che si può porre rimedio ai mali del nostro tempo; non è certo con la pratica della violenza o l'esercizio del crimine che si risolvono i problemi sociali ed umani. Il caos e la violenza non possono condurre a nulla, se non allo scatenarsi delle forze oscure della reazione fascista. L'unico modo in democrazia di vincere consiste nel convincere gli altri, nella rivalutazione dei valori morali e umani. Occorre essere tolleranti, giusti, ma anche vigilanti poiché la libertà e la democrazia non sono mai acquisite, ma devono essere il frutto di una conquista quotidiana di spiriti razionali e coscienti.

Il profondo sentimento di libertà e le secolari aspirazioni dei Valdostani, che affondano in salde radici storiche e nel carattere stesso delle nostre popolazioni montanare, le quali custodiscono gelosamente il vivo ricordo di un prezioso patrimonio di cultura, di libertà e di indipendenza, devono essere sicura garanzia di una salda difesa degli ideali di democrazia, di libertà, di pacifica convivenza, di giustizia sociale, di solidarietà e di progresso civile per la nostra laboriosa popolazione.

Ma i nostri ideali di pace, di fratellanza e giustizia sociale non significano resa di fronte ai soprusi, alle violenze, alla tirannia.

Nessun uomo vive un solo momento del presente che non sia influenzato dal suo passato, dalle sue cognizioni, esperienze, ricordi e azioni, vicine e remote. Così è anche per un popolo. Infatti, la storia di un popolo non dipende solo da fattori storici, ma dal suo carattere, dal modo e dalla profondità delle sue esigenze di libertà, il cui indice più sicuro è il valore attribuito alla personalità umana, e a quel concetto di libertà che si identifica con la volontà dei popoli di vivere sotto le leggi che essi stessi si sono dati per mezzo dei loro rappresentanti.

A questo proposito, sicuro di interpretare i sentimenti di tutto il Consiglio, ritengo di dover esprimere un plauso ai Valdostani che seppero mantenere la recente competizione elettorale, pur così viva e sentita, su un piano di reciproco rispetto, di senso civico e maturità politica, testimoniando, una volta ancora, che la lotta politica, in Valle d'Aosta, si svolge sempre nel rispetto del gioco democratico.

Vorrei qui ricordare come il Consiglio regionale abbia sempre saputo, nei momenti difficili, sui grossi problemi di fondo e sui grandi temi di interesse collettivo, trovare un linguaggio comune, interpretando le esigenze generali e collocandosi, sia pur nel rispetto delle singole ideologie, "super partes", con la sola aspirazione di servire l'interesse della popolazione valdostana.

Mi auguro, che il nuovo Consiglio eletto a seguito delle elezioni del 25 e 26 giugno scorso possa continuare su questa strada e che i Consiglieri tutti possano divenire artefici di una nuova Valle d'Aosta, attraverso l'approvazione di provvedimenti che corrispondano alle sentite esigenze della popolazione valdostana e di tutti i valori che essa esprime.

Non è retorica, né luogo comune ricordare con quanta diligenza e passione i Consiglieri che si sono avvicendati nelle sei precedenti legislature abbiano lavorato in questi trenta anni di autonomia.

Basta scorrere i documenti ufficiali del Consiglio per constatare che ogni problema piccolo o grande che comunque interessi la Valle d'Aosta è stato ripetutamente affrontato e dibattuto dai Consiglieri regionali, per trovare soluzioni idonee a risolvere problemi che sono propri della Regione, e che per loro natura, non avrebbero potuto trovare soluzione nei provvedimenti e nelle leggi dello Stato.

I Consiglieri delle passate legislature hanno prestato la loro opera come uomini dotati di buona volontà e di amore per la loro terra e per la gente che su di essa e per essa vive; come tenaci assertori della nostra autonomia ed in tal modo hanno onorato il Consiglio regionale della Valle d'Aosta.

Tutti i valdostani, qualunque sia la loro formazione e condizione sociale, hanno avvertito ed avvertono la presenza attiva ed operante dell'istituto dell'autonomia, come partecipazione democratica vera ed efficace, che non trova facile riscontro altrove. È un'intima e continua partecipazione di tutti alla vita politica e amministrativa della propria terra, alla cosa pubblica, non più configurata come una divinità lontana e astratta, ma un vivere civile e democratico, in una "osmosi" tra amministratori e amministrati, tra popolo ed eletti.

Con questa settima legislatura si chiude un periodo e se ne apre un altro. Ciò costituisce il più efficace richiamo a trarre dal meditato bilancio del lavoro svolto gli elementi e lo stimolo per il lavoro futuro e fornisce altresì l'opportunità di stabilire un inventario di quello che si è attuato, e quello che si è accantonato, di quello che non si è ancora potuto fare e che si intende realizzare.

Pur riconoscendo che vi sono state delle imperfezioni, degli obiettivi mancati, degli errori, delle lacune, delle limitazioni, occorre tuttavia rilevare che alcuni risultati sono stati raggiunti e che essi hanno consentito un radicale cambiamento del volto della Valle d'Aosta.

Oggi esiste una nuova Valle d'Aosta, con tutte le contraddizioni che comportano le cose umane; una Valle d'Aosta nella quale in ogni più remoto casolare di montagna vi è un po' di benessere e un po' di progresso.

Occorre però fare in modo di superare ogni forma di immobilismo per mantenere e migliorare quello che si è ottenuto. L'immobilismo non esiste in natura e non può utilmente esistere neanche in politica: il mondo dicono i filosofi e gli storici è un flusso di eventi e, se così è, non si può negare che l'inerzia sia da condannare in ogni settore.

La storia costituzionale insegna che anche le strutture fondamentali di uno Stato sono destinate ad essere modificate e che gli stessi principi ritenuti fondamentali in un certo periodo sono destinati, col passar del tempo, ad essere superati e sostituiti da altri.

Dicevano gli antichi che l'importante non è tanto fare le leggi, quanto applicarle bene.

L'auspicio oggi è che il Consiglio in questa legislatura regionale possa fare delle buone leggi e sappia farle osservare rigidamente; che essa sappia affrontare i numerosi e difficili problemi che l'attendono e risolverli; che realizzi l'integrale attuazione del nostro Statuto ed operi, con le cautele imposte dalla situazione economica, un profondo rinnovamento della Valle d'Aosta sia nel settore politico-amministrativo che in quello delle riforme sociali, nel campo economico come in quello del lavoro e della cultura.

Qualunque sacrificio, qualunque sforzo sarà inadeguato se non assolverà il dovere di assicurare a tutti i cittadini valdostani "une qualité de la vie" migliore dell'attuale.

Signori Consiglieri,

ho la certezza che, al di sopra delle nostre convinzioni ideologiche, delle nostre opinioni politiche, sapremo, tutti assieme, con unità d'intenti e concordia di spiriti, lavorare seriamente, disinteressatamente e con ferrea volontà, per difendere e consolidare nella pace e nel progresso la nostra Autonomia e per creare un migliore avvenire alla nostra operosa popolazione.

Messieurs les Conseillers,

on dit que ce n'est pas la charge qui fait l'homme, mais que c'est l'homme qui fait la charge; autrement dit, ce ne sont pas les charges qui honorent les citoyens, mais, bien plus, ce sont les citoyens qui doivent honorer les charges publiques.

Je suis convaincu que c'est dans cet esprit que les Conseillers vont entreprendre leur tâche, ayant pour but le bien-être du peuple valdôtain.

C'est encore dans cet esprit que je souhaite que les Conseillers élus et la population valdôtaine tout entière puissent travailler concordément pour atteindre le but du bien-être et de la prospérité de la Vallée d'Aoste; et surtout nous, Conseillers régionaux, nous devons, dans la mémoire de nos martyrs, servir le Pays avec toutes nos forces, avec bon sens, loyauté et honnêteté, pour l'accomplissement du mandat que nous a confié le peuple valdôtain.

Je souhaite encore que cette septième législature régionale trouve des solutions concrètes aux plus urgents problèmes du Pays: l'institution de la zone franche, l'application intégrale de notre Statut, la défense du paysage, la sauvegarde de nos traditions séculaires de civilisation autonome, le soutien et la valorisation de nos patois et de notre langue maternelle, le maintien des actuels niveaux de l'emploi, la garantie des places de travail pour nos jeunes.

C'est pourquoi notre effort doit être commun, persévérant et responsable, si nous voulons créer un avenir de progrès dans la liberté et établir un véritable renouveau politique, économique, social et culturel pour tous les Valdôtains."

Le Conseil prend acte.

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